Anna XXIII- n.l -Gennaio 2018 4,50 In edicola 25 aennaio 2018 · IlIl viaggio di Enea fino a...

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Rivista fondata da Luciano Pasquali Mensile Tecnico Scientifico E.S.S. Editorial Service System Fondazione Dià Cultura Anna XXIII- n.l - Gennaio 2018 4,50 In edicola 25 aennaio 2018 Ip.d.'lbb.PII1.D.1.313/20D3 1«>'"In L n.46) '".1 ,om", l,luI. N.r/lM/D36,nDID

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Rivista fondata da Luciano PasqualiMensile Tecnico ScientificoE.S.S. Editorial Service SystemFondazione Dià Cultura

Anna XXIII- n.l - Gennaio 2018€4,50

In edicola 25 aennaio 2018Ip.d.'lbb.PII1.D.1.313/20D3

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Il Il viaggio di Enea fino a Cartagine.La ricerca archeologica nel Mediterraneodi Attilio Mastino'

Introduzione

Virgilio riassume il tema delle relazioni mediterranee nelmondo antico nell'episodio della tempesta raccontato nelI libro dell'Eneide: le navi di Enea, partite da Drepanumin Sicilia, dove è stato sepolto Anchise, arrivate all'altezzadelle isole Eolie, vengonq disperse dai venti scatenati daEolo, istigato da Giunone (lo Tanit-Caelestis dei Punici).

Viaggio verso ('Ausonia

Viaggi per mare

Percorso ipotetico per deserta

l. Percorsi del viaggio di Enea

La tramontana (Aquilo) investe lo vela della nave di Eneae solleva le onde fino al cielo; si spezzano i remi e lo

nave, offrendo i fianchi ai marosi, è ormai incapace digovernare; le onde frante in cresta minacciano lo stabilitàdi alcune triremi, mentre le altre sono spinte verso lesecche, dove si formano mulinelli di sabbia (l, 102-7).Notus, il vento da Sud corrispondente all'Austro, gettatre navi sugli scogli, su quei saxa latentia chiamati Arae[Neptuniae o Propitiae] dagli Itali, che si innalzano sulmare di Libia con un dorso smisurato (l, 108-110). Europoi, vento di Sud-Est (dunque lo Scirocco), spinge altre trenavi (si noti lo ripetuta triplicazione rituale), le incaglia suifondali e le circonda a poppa e sui fianchi con un argine

di sabbia, rendendo impossibile lo navigazione; è appuntoa Euro che è attribuita da Enea lo responsabilità maggioredella presunta perdita di 13 delle 20 navi (l, 383). Unasettima nave, quella dei Licii guidata da Oronte, vieneinvestita di poppa da un'ondata e affonda in un vorticedopo aver ruotato per tre volte su se stessa (l, 113-9); allafine risulterà essere l'unica nave andata a fondo. Anche lenavi di Ilioneo, di Acate, di Abante e di Alete si trovano indifficoltà, perché le ondate provocano ampi squarci lungole fiancate, aprendo pericolose falle (l, 120-3); alcunesono gettate dagli Austri in vada caeca ... I ... perqueinvia saxa (l, 536-7), anche se poi gli Eneadi riescono atoccare terra.

Si discute sulla localizzazione della flotta di Enea nel corsodella tempesta e sulla durata della navigazione inizialmente

in direzione dell'Ausonia, il Lazio abitato dai Silvii e poi daiLatini, in realtà dirottata dai venti verso Cartagine dalleAraePhilenorum al fondo della Grande Sirte: oggi si preferisceperò seguire Servio e identificare di conseguenza le Araedel v. 109 con le Arae Neptuniae o Propitiae, scogli traAfrica, Sicilia, Sardegna e Italia (citati anche in Plin., NH5, 7, 42); su tali scogli (residuo di una più vasta isolasommersa), scelti a indicare il confine tra l'impero romanoe l'area sottoposta al controllo cartaginese, sarebbe statostipulato uno dei trattati tra Roma e Cartagine, forsequello del 234 a.c.: ibi Afri et Romani foedus inierunt et

fines imperii sui i/lic esse voluerunt (Serv., ad Aen. l, 108).Tali Arae Neptuniae sono generalmente identificate con loscoglio Keith nella grande secca di Skerki, poco a Sud-Estdi Cagliari, ove i fondali sabbiosi raggiungono 4-5 metridi profondità e dove è certo difficile navigare col mare inburrasca, anche per le imbarcazioni di modesto pescaggioquali dovevano essere le triremi immaginate da Virgilio, acausa della forte corrente e in qualche caso dei frangenti.Alla luce degli ultimi studi mentre Enea spinto da Aquiloneavrebbe navigato verso Sud fino alla Grade Sirte secondo

lo ratto già attribuita agli Argonauti (Arae Philenorum),

raggiungendo Cartagine in costruzione (dove avrebbeconosciuto lo regina fenicia Didone), i suoi compagni (gliIliensi) con le tre navi spinte da Noto sarebbero sbarcatiin Sardegna, originando un popolo della Barbaria alconfine con il fiume Tirso: per Diodoro Siculo i Sardi loIei­Iliensi discendenti dei Greci e dei Troiani ancora all'etàdi Cesare erano liberi, non soggetti alla dominazione dialtri popoli, indipendenti e sovrani (V, 15). A giudiziodegli studiosi sarebbero stati i fondatori della letteraturalatina Ennio (con gli Anna/es) e Catone (con le Origines)a creare una sorta di "parentela etnica" tra Romani,Siculi e Sardi, tutti discendenti dai profughi che avevanoabbandonato Ilio in fiamme: entrambi gli autori (Ennio

e Catone) hanno effettivamente partecipato in Sardegnaalla guerra annibalica e combattuto contro i Sardi Pellitiin una terra fertile e marchiata dai nuraghi, le arcaichecostruzioni preistoriche che il mito greco voleva edificatesu un progetto dell'eroe Dedalo giunto da Creta e poida Comico in Sicilia (dalla corte del re Kokalos), primadi ritirasi a Cuma: l'interesse per i mirabi/io sardi è tipicodella storiografia siceliota, come testimonia proprio lovitalità del mito di Dedalo.

La fondazione di Cartagine tra Didone e Augusto

Dieci anni fa a Olbia per il XVIII convegno de L'AfricaRomana avevamo richiamato lo sbarco di Enea aCartagine, raccontato nell'Eneide: con gli occhi dell'eroeci rimane l'immagine dei costruttori di Cartagine, sul colledella Byrsa concesso dai Numidi ingannati dalla reginache astutamente aveva tracciato il perimetro della cittàcon lo pelle di toro tagliata a strisce.Enea dalle colline vicine osserva con l'amico Acate lo città,il traffico, le vie; ammira i palazzi (un tempo capanne), leporte, il lastricato delle vie (miratur molem Aeneas, maga/io

quondam, / miratur portas strepitumque et strato viarum).

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2. Do sinistra in alto, Cartagine: il foro sullo Byrsa (cittadella); foto dello Byrsa in etò augusteo; in bosso: Cartagine punica; panoramicodei porti di Cartagine nel Il secolo d.C.

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3. Cartagine: i frammenti dell~ targa delle terme (Antonino Pio)

Scrive Francesco Della Corte ne La mappa dell'Eneide: locittà è tutta un cantiere attivo di lavori: i porti scavati performare un bacino, con i teatri, i tribunali, i templi.Sono gli architetti della regina Didone che Virgiliorappresenta p i e n id' a rd o re, affaccendati e impegnatinella costruzione della colonia fenicia, con le sue mura ­gli ingenta moenia - con le sue torri, con i suoi templi, lobasilica per l'amministrazione della giustizia, lo curia perospitare il senato: come si vede Virgilio, pian piano, dallacittà di Didone arriva alla colonia romana lulia Augusta.

I Tiri pieni d'ardore lavorano con gran chiasso:

alcuni elevano mura, costruiscono lo rocca

e rotolano macigni con le mani, altri scelgono

il luogo dove alzare lo propria casa e intorno

vi disegnano un solco, altri eleggono i giudici,

le cariche pubbliche e il sacro senato;

alcuni scavano i porti, altri in profondità

gettano le fondamenta d'un teatro o ricavano

da blocchi di pietra colonne smisurate,

altissimi ornamenti della futura scena.

Nel rappresentare i costruttori di Cartagine che siaffaccendano come migliaia di api in un alveare alprincipio dell'estate per produrre il miele che profuma ditimo, è evidente che Virgilio pensa alla colonia augusteache negli anni in cui scrive sorge come una grande capitalemediterranea, dove il Proconsole d'Africa si trasferisceda Utica, con lo nuova basilica giudiziaria tipicamenteromana, che sarebbe del tutto anacronistica in età

4. Cartagine. Terme a mare (Marco Aurelio e Lucio Vero)

fenicia. Nel fervore degli structores Tyrii della Carthago diDidone, Enea profugo da Troia ma anche ospite accoltocon rispetto dalla Regina, vede, con gli occhi di Virgilio, ilsolco dell'aratro che segna il limite sacro di una colonia,rinnovando il dolore e lo speranza che anima coloro i qualicostruiscono una nuova città, in contrasto con lo visionedella sua originaria patria - Ilio - distrutta dalle fiamme.Non c'è dubbio che Virgilio rifletta nel racconto dellaCartagine nascente l'esperienza urbanologica di etàaugustea in Africa, con il theatrum dalle immanescolumnae della frons scaenae tratte dalle cave in cuimaestranze addestrate lavorano indefessa mente a trarreil materiale lapideo della nuova città. O ancora con leportae delle mura e gli strato viarum, le viae urbane silicestratae. I versi virgiliani esaltano l'attività degli uomini dibuona volontà, anche se pure gli dei e le dee sonoconsiderati a tutti gli effetti coinvolti in uno studium e inun'ars che nobilita chi lo pratica. Più in generale, Virgiliotrova le parole per rappresentare il paesaggio trasformatodall'uomo ai margini del lago di Tunisi, presso il tempiodi Giunone eretto dalla regina, là dove si era compiutoil ritrovamento del teschio di un cavallo annunciatodali'oracolo:

"O fortunati col~ro le cui mura già sorgono!"

esclama Enea, guardando i tetti della città.

Il dolore di Enea si moltiplica quando proprio nel tempiodi Giunone osserva gli affreschi che rappresentano loscena di Achille che trascina il cadavere di Ettore e lo

5. Museo del Bardo: Altare dedicato alla Gens Augusta. Le decorazioni seguono i canoni ufficiali della propaganda augustea. Sullequattro facce sono raffigurati: Augusto che, in veste di pontefice, sacrifica un toroi Apollo, protettore di Augustoi Enea, consideratocapostipite della Gens lulia, che lascia Troia con Ascanio e Anchisei lo gloria di Roma

vende a peso d'oro a Priamo; la distruzione di Troia, lacittà orientale dalla quale proviene:

Sunt locrimoe rerum et mentem morta/io tangunt,lo storia è lacrime, e l'umano soffrire commuove lo mente.

Non possiamo andare oltre e mi limiterei a richiamare inumerosi autori che si sono occupati della permanenzadi Enea a Cartagine e del rapporto con la regina.Da ultimo Francesca Rigotti ha attualizzato il tema diDidone-Elissa fondatrice di Cartagine, che nel suicidiocol ferro e col fuoco vede «un motivo in più per sottrarlaalla dimensione femminea del primato del cuore eriassegnarla al primato della politica nella sua qualitàdi eroina fondatrice e guida della sua gente, di reginacapace di affrontare dure prove», una donna divina, uncapo guerriero certamente a suo agio nel mondo deglieroi fondatori, inesorabilmente maschi.Più di recente Virgilia Lima sui "Dialoghi Mediterranei"ha riflettuto sui profughi di ieri e di oggi, tra diffidenza,

6. P. Narcisse Guérin, Enea racconta a Didone le disgrazie diTroia, 1815, Musée du Louvre, da commons.wikimedia.org

accoglienza e integrazione: sulle orme di Enea, da hostisa fondatore di Roma, nemico per i Rutuli del Lazio,ma hospes per la prima Didone e per i Fenici. Il giocovirgiliano tra le parole hostis e hospes è attualissimo: comenon avvicinare Enea fuggiasco che abbandona la città infiamme agli immigrati di oggi provenienti da Palmira o daRakka o da Idblil presso Ebla, accolti con emozione maanche con sospetto in un'Europa scintillante e desiderata,incapace di accogliere e integrare i profughi di guerra?Sull'ara provinciale dedicata a Cartagine da P. PerelliusEdulus nell'età di Augusto è rappresentato Enea rivestitodella corazza che su impulso degli dei trasporta il padreAnchise (che indossa una toga romana) e il figliolettoAscanio in abito frigio, con un'inversione che indicail desiderio di Roma di tornare alle origini troiane, unprogetto che solo Costantino realizzerà con lo nascitadella seconda Roma, a Costantinopoli: l'immagine, chevediamo in tante altre località mediterranee toccate nelmitico viaggio dell'eroe che salva i suoi Penati, sintetizzala storia di generazioni diverse che arrivano fino ai nostri

giorni, se Enea progettava veramente la formazione diuna nuova città, di una nuova discendenza, di una nuovalingua, in una parola di una nuova cultura di pace in unMediterraneo devastato dalla guerra.

L'Africa in età romana

Questa riflessione è iniziata fin dal 1982 con la storiatrentennale dei nostri incontri intitolati "L'Africa Romana",

che hanno segnato una prospettiva di ricerca nuova,interattiva, con la presenza di centinaia di archeologistorici, epigrafisti, studenti, con l'ampia collaborazionecon i diversi Istituti di ricerca, con molte Università, connumerose Società Scientifiche internazionali, infine con igiovani dell'Associazione Nazionale Archeologi.In questa impresa, abbiamo sempre voluto distinguerela componente "africana" e "mediterranea" duranteil periodo romano al di là della definizione di sintesi"L'Africa Romana". I nostri Convegni hanno avuto dasempre e continueranno ad avere l'obiettivo di studiarenon la romanizzazione del Mediterraneo, ma alla rovesciail contributo che il Nord Africa ha dato alla romanità. Inquesta direzione è andato il progetto che oltre vent'annifa ha portato alla costituzione del Centro di studiinterdisciplinari sulle province romane dell'Università diSassari, che concentra la sua attenzione su tematicheprovinciali prevalentemente africane: rispetto allaStoria di Roma, che privilegia una concezione unitaria,abbiamo voluto evidenziare il processo delle annessionidei territori mediterranei da parte di Roma e in particolarele specificità regionali, le persistenze indigene, gli apportioriginali che le differenti realtà nazionali e locali hannoespresso all'interno dell'impero romano. In questosenso lo studio della storia di una provincia o di uninsieme di province può giustamente considerarsi comeil complemento se non addirittura l'antitesi della StoriaRomana tradizionale vista esclusivamente sotto il profiloistituzionale e organizzativo e intesa come ricostruzione diquella corrente che provocò un processo di livellamentoche introdusse anche sul piano culturale e sociale unitarielementi romani.

Questo tipo di analisi, che nel rapporto tra centro eperiferia valorizza gli apporti specifici delle diverse provincee supera il tema dell'egemonia e dell'imperialismo, ha loscopo di evidenziare la complessità del fenomeno dellaromanizzazione e insieme di indicare, sul piano culturale,artistico, religioso, linguistico, le diverse soluzioniistituzionali di volta in volta adotta.te, le articolazioni localie il contributo delle singole aree: assistiamo spesso auna vera e propria maturazione del sistem'rJ istituzionaleromano, con evidenti innovazioni costituzionali; einsieme sembra andarsi modificando in continuazionel'equilibrio tra colonizzatori romani e popolazioni locali,con l'allargamento a nuovi gruppi etnici e a nuovi territori.In molti casi i Romani poterono acquisire l'amicizia dipopoli federati, legati con un foedus o addirittura tramiteparentele etniche più o meno mitiche. L'occupazionedei territori extra-italici fu sostenuta soprattutto grazieal favore dei popoli alleati, alla deduzione di colonie,all'insediamento di veterani, all'attività di gruppi di

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7. Il percorso di Scipione e quello di Annibale prima della battaglia di Zama (202 a.c.)

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8. 'Wrica romana": il frontespizio degli atti, lo locandina della XX edizione del convegno e un'immagine dell'evento di presentazione a Roma

mercanti italici, a una vivace politica di municipalizzazioneche finì per coinvolgere quasi tutte le città provinciali,alcune delle quali espressero anche imperatori, comeLeptis Magna per i Severi.L'utilizzazione delle fonti può consentire una valutazioneglobale del mondo antico e tardo antico: dalle indaginistoriche e archeologiche più recenti, dalla cooperazioneitalo-tunisina, dalle ultime pubblicazioni scientifiche,emergono le nuove linee del processo di organizzazionemunicipale romana, nelle sue stratificazioni storichee nei suoi condizionamenti determinati da precedentirealtà regionali; è così possibile un approfondimentodel tema delle civitates indigene, tribù e popolazioninon urbanizzate, nomadi, seminomadi e sedentarie,raccolte intorno a re e principi indigeni, in un rapporto

di collaborazione o di conflitto con l'autorità romana. Lapersistenza di istituzioni, abitudini, usi e costumi arcaiciall'interno dell'impero romano è una delle ragionidella convivenza tra diritto romano classico e dirittilocali, anche se spesso improvvise innovazioni sonoentrate in contrasto con antiche consuetudini. Solo cosìsi spiega come, accanto all'affermarsi di nuove formedi produzione, di organizzazione sociale, di scambio,in alcune aree siano sopravvissute le istituzioni locali, ilnomadismo, la transumanza, l'organizzazione gentilizia,mentre la vita religiosa e l'onomastica testimonianospesso la persistenza di una cultura tradizionale e diuna lingua indigena. Altre problematiche di estremointeresse riguardano il paesaggio agrario, le dimensionidella proprietà, la pastorizia nomade, le produzioni,

i minerali e di marmi come a Chemtou­,zi, i mercati, l'attività dei negotiatores italici

==- come a Sullectum, la dinamica di classe,=--;= ~"'lo, la condizione dei lavoratori salariati, degli

=cei liberti: temi che ora possono essere affrontati-=-........ j e strumenti rinnovati, grazie anche alle nuove

_ ~j indagine, come l'archeologia sottomarina,.-.=; :)'micata a Nabeul; gli scavi stratigrafici come a

a ricerca del campo della battaglia tra Annibalee; le indagini territoriali come a Numuli, ad

9. Équipe dell'Università di Sassari e dell'INP di Tunisi a lama

Agbia, a Thignica, a Uthina, dove opera un'équipedell'Università di Cagliari, le prospezioni territoriali anchesatellitari, l'ampio utilizzo dei droni, le catalogazioni deimateriali e dei dati su base stratigrafica, le più sofisticateapplicazioni informatiche, i modelli virtuali in 3D come aCartagine e nel Museo del Bardo.I nuovi studi sulle province romane, intese come ambititerritoriali di incontro tra culture e civiltà, tendono adefinire i contorni di quella cultura unitaria mediterranea,che non appiattì le specificità locali ma che si ancorò

profondamente alla realtà geografica, al paesaggio,all'ambiente, ma anche ai popoli e agli uomini: esplorareil confine tra romanizzazione e continuità culturale, trachange e continuity, è compito che deve essere ancoraaffrontato, al di là della facile tentazione di impossibilisoluzioni unitarie, fondate su modelli ideologiciprecostituiti. Rimaniamo convinti che dovremmo semprediffidare di alcune categorie astratte oggi molto di moda("politicamente corrette" per adottare l'espressionedi G.A. Cecconi) e che sarebbe necessario usare la

massima prudenza nell'interpretare il mondo antico:appare evidente la necessità di evitare semplificazioniche non tengano conto della complessità delle situazioninel tempo e nello spazio. Dobbiamo avere più rispettoper la complessità della storia senza rinunciare astabilire connessioni, a mettere ordine, a proporre lineedi riorganizzazione del passato, per comprendere espiegare: del resto chi conosce le nostre pubblicazioni, sabene come l'approccio di fondo portato avanti dai nostriricercatori associati sia decisamente anticolonialista.

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10. La primavera araba

Colonizzazione, nazionalismo, panarabismo

Nella visione coloniale europea dell'Ottocento e dei primidecenni del Novecento lo civiltà classica in Nord Africanon morì di morte naturale, ma fu assassinata: l'assediodi Ippona da parte dei Vandali nel 430, pochi mesi dopolo morte di Agostino, rende solo in parte l'idea di unacittadella della cultura travolta dalla montante mareabarbarica, mentre i superstiti cercavano rifugio nelle terretransmarine. Più ancora, nel 698 lo conquista ummayyadedi Cartagine bizantina da parte degli Arabi di Damascoinsediati a Kairouan è stata considerata simbolicamentelo data finale della cultura classica, per quanto noipossediamo iscrizioni latine con l'era della provinciache si estendono in Marocco ancora per alcuni secoli eper quanto siano sopravvissuti a lungo nel Nord Africaislamico dei principati berberi cristiani. Il trasferimentodelle reliquie di Agostino da Hippo Regius a Kara/es e poinel 721 d.C. a Pavia effettuato a quanto pare di fronte011'avanzata araba è stato interpretato simbolicamentecome il punto conclusivo del momento più maturo dellaclassicità e insieme come l'annunzio di tempi nuovi, conl'apertura (fOtuhOt) del Nord Africa all'lslam, quando simanifesta l'aspirazione verso un nuovo universalismo.Nel contrasto tra mondi tanto diversi, lo cultura arabafortemente motivata sul piano religioso finì per diventareegemone ed espansiva, a danno di quella romana e diquella giudaico-cristiana, che pure hanno lasciato tracceevidenti anche nel Maghreb di oggi. La riscoperta dellerovine archeologiche, delle iscrizioni, dei monumentiè avvenuta innanzi tutto in Algeria nell'Ottocento alseguito dell'esercito coloniale francese, con l'obiettivoromantico di ripercorrere le strade di una civiltà perduta,di ritrovare le radici dell'anima europea del Nord Africatravolto dagli Arabi: paradossalmente i Berberi dell'anticaNumidia avrebbero mantenuto con le loro croci tatuatecome a Haidra una sbiadita memoria del cristianesimooriginario. Cinquanta anni più tardi anche in Tunisia lescoperte archeologiche furono effettuate inizialmentedagli ufficiali dell'esercito di occupazione francese.Con lo colonizzazione si affermava una nuova culturaegemone e restò ormai fissata nell'immaginario collettivodei popoli del Maghreb l'idea di una forzatura, di una

strumentalizzazione del mondo classico al servizIo a~ :prospettiva coloniale francese in Algeria e Tunisia, -:anche italiana in Libia e spagnola in Marocco.Nel momento in cui i paesi del Maghreb ritrovava-:dopo lo seconda guerra mondiale, una loro sovra~-:

nazionale, lo conseguenza inevitabile fu una reazi -;o

contraria, una sostanziale sottovalutazione delle ro :classiche e una enfatizzazione, in realtà purtroppo spe--:solo teorica, delle fasi islamiche della storia del ­Africa. Teorica perché se è vero che sullo sfondo c econvinto apprezzamento per lo grande cultura orarrivata anche a influenzare l'Europa cristiana, di !

però le fasi medievali del primo insediamento arabIfriqya non sono mai state studiate davvero scientificame--:e lo cultura materiale islamica delle origini non ha fi =_avuto una presentazione adeguata. Nel quadro o~ :­progressiva indifferenza per il patrimonio pre-islalT'::indubbiamente lo Tunisia a partire dal 1956 con Bourgha rappresentato un'eccezione nel panorama dei _del Maghreb, grazie all'impegno dell'lnstitut No i -­d'Archéologie et d'art, da vent'anni anni trasfor ­in Institut National du Patrimoine al quale si affio~:=

l'azione dell'Agence de Mise en Valeur du Patrimoi e =de Promotion Culturelle della Tunisia che ha lo spec::missione di gestire monumenti e musei archeologici. -­che hanno sostenuto molte grandi imprese internazi ~:

in particolare europee, che spesso però furono cos re-: :cambiare decisamente i loro obiettivi.Con lo "primavera araba", con lo fuga di Ben Ali' -­gennaio 2011, si era evitato che i lunghi e brillanti pe __preislamici del Maghreb potessero rappresentare _­minaccia per il progetto di panarabismo dominante. _lo crisi del 2012-13, oggi si rende sempre più necess-­riprendere un cammino che sarà possibile solo pane-::­dalla consapevolezza che il patrimonio rapprese­una ricchezza anche per l'identità della Tunisia di __superando nel rispetto dovuto lo strumentalizzazione ­passato per scopi politici o religiosi.Nel mondo di oggi, in un Mediterraneo che risc ::disgregarsi, dovremmo tutti contribuire a superoreconcetto di "culture egemoniche" e "culture subal e~:per costruire una strada da percorrere insieme, per c :i valori positivi della globalizzazione, per alimentare _dialogo tra culture diverse che non rinuncino ad e -?

se stesse. Il ruolo delle Università, delle istituzion·Comuni, delle Regioni può essere davvero importan-e

La nostra esperienza

Anche nelle condizioni difficili e terribili di questi c­in particolare tra l'abbattimento delle torri gemellesettembre 200 l e il fallimento delle primavere arabe --è cessato l'impegno di costruire ponti tra le due ri :>

Mediterraneo, con il senso di un'attenzione e di un r"s::-=­che vogliamo affermare, di un incontro e di una sper -A Roma (il 12 maggio 2016) Isabel Rodà, Sergio Rie Mario Mazza hanno presentato all'Istituto NazioStudi Romani il XX volume de 'TAfrica Romana", de ­alla memoria delle vittime innocenti del tragico a e-al Musée National du Bardo con lo solidarietà

12. In alto 19 marzo 2017, lo escursione della Scuolaarcheologica italiana a Dou99ai in basso studiosi della SAICa Tunisi. I professori Piero Bartoloni, Anna Depalmas, AlbertoMoravetti, Betta Garau, Maria Grazia Cuccureddu

gli studiosi al popolo della Tunisia libera e democratica.Abbiamo in programma il XXI congresso internazionale de~Africa Romana in Tunisia o in Algeria nel dicembre 2018,sul tema delle nuove scoperte epigrafiche.~Università di Sassari ha costantemente continuato alavorare in Tunisia senza interruzione, con i finanziamentiottenuti dal Ministero degli Affari esteri e dellacooperazione internazionale.A Uchi Maius un pagus romano nel territorio di Cartagine,con Mustapha Khanoussi, Cinzia Vismara, MarcoMilanese, Paola Ruggeri, Antonio Ibba, Giampiero Pianu,Alessandro Teatini. A Zama con Piero Bartoloni, MicheleGuirguis, Ahmed Ferjaoui. A Neapolis, oggi Nabeul,negli scavi di archeologia subacquea della Scuoladi Specializzazione di Oristano diretta da RaimondoZucca, con Piergiorgio Spanu e Mounir Fantar. Oraanche a Thignica, nel territorio della colonia augusteadi Cartagine, con un'équipe composta da chi scrive,Antonio Corda, Antonio Ibba, Paola Ruggeri, RaimondoZucca, Salvatore Ganga, Samir Aounallah, Mustapha

Khanoussi, Lamia Abid, Hamden Ben Romdha eCherif. Per l'iconografia delle stele di Saturno: _:::­Abid, Arij Limam, Bruno D'Andrea. Da ultimo a Cali ;:nelle terme di Antonino e al Museo del Bardo a -_­con Samir Aounallah. A Uthina con Giovanna So';:Antonio M. Corda, Habib Ben Hassen.Sono proprio i colleghi italiani, penso a Marco Mila e:che hanno allargato le loro ricerche sul piano cecultura materiale islamica e tentato per la prima volta ­seriazione delle produzioni. I nostri scavi sono stati po"'_avanti insieme dai nostri studenti italiani, circa 500, e ­loro colleghi magrebini, in particolare gli allievi dell'lns·-.supérieur des metiers du patrimoine dell'UniversitàTunisi. Siamo davvero convinti che dobbiamo contrib ­ad avviare una nuova stagione della conosce~=­

scientifica e pluriculturale della storia e dell'archeoldel Mediterraneo fondata sul contributo congiundialogante di tutte le sponde del Mare comune.Del resto non mancano notizie straordinarie come il preNobel assegnato per la pace al "quartetto" tunisi ­espressione dell'Unione Generale Tunisina del Lavoro ­francese "Union Générale Tunisienne du Travail", UG­dalla Confederazione Tunisina dell'Industria (in france:="Union Tunisienne de l'Industrie, du Commerce et =-:l'Artisanat", UTICA), della Lega Tunisina per la Di e::dei Diritti dell'Uomo (in francese "Ligue Tunisienne p _la Défense des Droits de l'Homme'', LTDH), deIl'Ord'--:Nazionale degli Avvocati di Tunisia (in francese "Or ';;National des Avocats de Tunisie", ONAT).

Il progetto della Fondazione di Sardegna

1125 giugno 2014 si è svolto a Cagliari l'incontro Unime:"Sardegna terra di Mezzo" promosso dalla Fondazio~;;

di Sardegna. Nel frattempo le primavere arabe si sor:rivelate "inverni" terrificanti, l'insicurezza ha travolto aie ­paesi, il 18 marzo 2015 l'attentato al Museo Naziono;;del Bardo è stato un colpo terribile inferto ali'econom =del paese, ai beni culturali, al patrimonio, soprattu-:alle relazion'i tra studiosi. Il 26 marzo, pochi giorni dol'attentato, abbiamo organizzato a Sassari il convegno

13. Cagliari, i Rettori delle Università di Cartagine, TunisiCagliari, Sassari, col Presidente Antonello Cabras e gli studen .del Maghreb nell'ambito del progetto ForMed

canto del Bardo. Il Museo mediterraneo di Tunisi tra ricordie speranze" voluto da Paola Ruggeri. Il 9 aprile successivosi è svolto il convegno sulla preistoria nei musei del Bardodi Tunisi e Algeri (Henri Lhote e l'arte africana prima deimosaici) voluto da Anna Depalmas.Trovo però straordinario il risultato conseguito dal progettoForMed della Fondazione di Sardegna e di Unimed che haconsentito lo permanenza biennale a partire dal l ottobre2015 di 100 studenti magrebini che studiano presso ledue Università. Altri studenti partecipano ai dottorati e agliscavi archeologici, così come in passato. lo stesso conPaola Ruggeri ho seguito le prime tre laureate magistrali inarcheologia che hanno concluso a luglio 2017.Abbiamo pubblicato il libro "Je suis Bardo" e presentato aTunisi per iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e dellaCooperazione internazionale e dell'Ambasciata d'Italia il18 marzo 2016 il XX volume degli Atti de L'Africa Romanae gli scavi archelogici tuniso-italiani.

La Scuola archeologica italiana di Cartagine

A Sassari il 22 febbraio 2016 è stata costituita lo ScuolaArcheologica Italiana di Cartagine, oggi arrivata a 160associati, interessata a operare in campo internazionale.00110 maggio 201610 SAIC è iscritta al n° 31 nel"Registrodelle Persone Giuridiche" presso lo Prefettura di Sassari.Il lungo percorso che ha portato alla nascita della Scuolaè stato recentemente ricostruito da Sergio Ribichini che haricordato il programma, lo stato dell'arte, lo specificità dellafutura Scuola, il suo partenariato, lo sua struttura, i suoiobiettivi, le tappe, le risorse finanziarie. Questo documentodi base è stato oggetto dell' «Atelier de recherche» che sisvolse a Roma il18 dicembre 2014 presso il CNR e che havisto lo partecipazione di numerose autorità, di parecchiresponsabili di missioni finanziate dal MAECI e dei membridelle équipe italiane che lavoravano ad Althiburos e aUchi Maius.L'iniziativa ha visto convergere soggetti diversi in una lungafase di preparazione, specialmente Università italiane(con i due Dipartimenti di Storia scienze dell'uomo e dellaformazione dell'Università di Sassari e di Storia, Beniculturali e territorio dell'Università di Cagliari in prima fila),altre Università straniere, Istituzioni, in particolare l'Istitutodi Studi sul Mediterraneo Antico del Consiglio Nazionaledelle Ricerche, con l'Agence National de Mise en Valeurdu Patrimoine et de Promotion Culturelle di Tunisi, l'lnstitutNational du Patrimoine di Tunisi, lo Direzione Generale perla Promozione del Sistema Paese, Settore «Archeologia»,del Ministero degli Affari Esteri e della CooperazioneInternazionale, l'Istituto italiano di cultura di Tunisi, l'Istitutodi studi e programmi per il Mediterraneo. Il Consiglio delDipartimento dell'Università di Sassari 1'8 luglio 2015aveva deliberato di ospitare a Sassari a Palazzo Segni inViale Umberto 52 la SAIC, che ha siglato un accordo dicollaborazione col Rettore dell'Università di Sassari nelluglio 2016. In base a tale accordo, il dottorato di ricerca"Archeologia, storia scienze deII'uomo" dell'Universitàdi Sassari ha bandito una borsa di dottorato riservata astudenti magrebini (XXXII ciclo). Nel corso dell'assemblea12 maggio 2016 a Roma presso l'Istituto Nazionale di

14. Immagini della SAIC - Scuola archeologica italiana di Cartaginee della Biblioteca dedicata a Sabotino Moscati, 6 ottobre 2017

18. Foro di Uchi Maius. Scavi degli ultimi anni

Sono stati aperti il sito web http://www.scuolacartagine.it([email protected]) e lo pagina Facebook: https:www.facebook.com/SAIC-Scuola-Archeologica-Italiana­di-Cartagine-268443213487415/, che viaggia attorai mille like e ai 4000 contatti settimanali.È nata una rivista elettronica ("Caster") diretta da AntonCorda e una collana di Monografie diretta da Pao::::Ruggeri. La Scuola è presente su altri principali Socioanche allo scopo di coordinare le attività archeologic~e

italiane in Tunisia.Presso l'Istituto Italiano di Cultura abbiamo svolto il - ~marzo 2016 e il 17 marzo 2017 due incontri dedica·· ::tema "Archeologia e tutela del patrimonio di Cartagine. ::stato dell'arte e le prospettive della collaborazione tun·._­italiana"; gli atti sono stati pubblicati nella Monogra '0 ­

l e nel secondo numero della rivista "Caster".Sono Soci Ordinari della SAIC coloro che hanno ::titolarità di progetti di cooperazione con lo Tun·s::Taluni di tali progetti, più precisamente, usufruisc -_di un cofinanziamento della Direzione Generale ::-=lo Promozion~ del Sistema Paese del MAECI (Se--·­Archeologia), impegnata in favore delle Mis­archeologiche, antropologiche ed etnologiche i a :;­all'estero e all'attribuzione di borse di studio a ricer :::-:di paesi stranieri.La Sede legale in Italia è presso il Palazzo Segni, Uni e-:degli Studi di Sassari, Dipartimento di Storia, sce-_

15. Il sito archeologico numida e poi romano di Uchi Maius. Labase dell'imperatore africano Settimio Severo

Studi Romani, grazie alla cortesia di Paolo Sommella, èstato presentato il XX volume per il trentennale de ~Africa

Romana; nell'occasione è stata firmata lo convenzionedella Scuola Archeologica Italiana di Cartagine conl'Agence Nationale de Mise en Valeur et d'Exploitation duPatrimoine Culturel della Tunisia, rappresentata da SamirAounallah. La convenzione prevede l'assenso del prof.Ridha Kaabia direttore dell'Agence per l'assegnazionein comodato d'uso di aule e locali di segreteria per loSAIC, con attività comuni, in particolare lo pubblicazionedi una Guida di Cartagine plurilingue. La SAIC si proponedi favorire con le sue attività forme di coordinamento trainiziative che caratterizzino lo cooperazione italiana inTunisia (e più in generale nei Paesi del Maghreb) in ambitoscientifico-culturale. Si propone altresì di configurare unintervento organico, collegiale e articolato, capace difavorire opportunità di ricerca, formazione e diffusionedelle conoscenze sul patrimonio relativo alle civiltàpreistoriche e protostoriche, preclassiche, classiche, tardo­antiche, islamiche, moderne e contribuire attivamente aldialogo interculturale e alle politiche di sviluppo dellaTunisia (e più in generale dei Paesi del Maghreb). In questimesi siamo riusciti a creare una biblioteca specializzata inArcheologia, Scienze dell'Antichità e Tecnologie applicateai Beni Culturali, Storia dell'Arte intitolata a un grandeMaestro, Sabotino Moscati, presso lo Scuola nei localidell'Agence di fronte all'Istituto Italiano di cultura.

16. Le terme di Uchi Maius (IV secolo d.C.)

::::: =ormazione, Viale Umberto, 52 - 071 00-:~ :::::Jerativa a Tunisi è presso l'Istituto Italiano~-2Csciata d'Italia, Avenue Mohamed V, 80.

016 è stato siglato l'accordo diIC e l'Agence de Mise en Valeur du

romotion Culturelle, che ha messo a• ere :~ ::: SAIC i locali di Tunisi Belvedere per lo

~o Moscati e per gli uffici della Scuola. È;_ ::: aell'accordo con l'lnstitut Supérieur des

!I - -:. -:: ,es de Tunis / Université de Tunis El Manar.:. o;-,lJe Darghouth Pacha - Tunis) diretto dal

:x)·. Il 17 marzo 20 17 abbiamo inaugurato=~ :: -unisi presso l'Agence de Mise en Valeur

'A... :: 0;- ce Promotion Culturelle a Tunisi·Belvedere.!!-~ e Ibn Nadime ·Montplaisir, Tunis 1002),:'o;::c Sabotino Moscati offerta dalla famiglia== o; s-o'a aperta al pubblico il 6 ottobre 2017.:::= 2016 è stato pubblicato il primo numero

:: C:::'Tagine. Studi e Ricerche (abbreviazione-- 5o:-otitolo Rivista della Società scientifica_-::)Iogico Italiana di Cartagine" diretta da

___:: --'p://ojs.unica.it/index.php/caster/issue/

~ 'o;se-;ato il primo volume della serie dellegli atti dell'incontro di Tunisi del 18

':'. S'.'oltosi in occasione del primo anniversariouseo Nazionale del Bardo di Tunisi

-oliano di Cultura.

Erano presenti tra gli altri l'ambasciatore d'ItaliaRaimondo De Cardona, lo Direttrice dell'IICTunisi MariaVittoria Longhi, per il MAECI Manuela Ruosi ed EttoreJanulardo, il direttore generale dell'IN P Fathi Bahri, ilresponsabile delli'Agence Nationale de Mise en Valeurdu patrimoine et de promotion culturelle Show Daudaper il Directeur Général Ridha Kacem, il Vice Direttoredell'lsprom Giovanni Lobrano, lo Vice Presidente dellaFondazione di Sardegna Angela Mameli, lo Presidentedel Consiglio Comunale di Sassari Esmeralda Ughi. Nelpomeriggio lo SAIC era rappresentata alla cerimonia perricordare i caduti al Museo del Bardo (erano presenti ilRettore dell'Università di Sassari Massimo Carpinelli e ilPresidente della Regione Sarda Francesco Pigliaru). Èstatopresentato il volume di grande formato curato da SamirAounallah Je suis Bardo.A Roma il 6 ottobre 2016 presso l'Istituto Nazionale di StudiRomani sono stati presentati da chi scrive e da Giorgio Roccoi due volumi di Studi Africani di Antonino Di Vita, curati daMaria Antonietta Rizzo Di Vita e Ginette Di Vita Evrard.Il 17 marzo 2017, per iniziativa della Scuola archeologicaitaliana di Cartagine, d'intesa con l'Istituto Italiano diCultura, lo Fondazione di Sardegna, l'Istituto di Studi eProgrammi per il Mediterraneo, l'lnstitut National duPatrimoine e l'Agence National de Mise en Valeur duPatrimoine et de Promotion Culturelle di Tunis si è svoltalo seconda edizione degli incontri bilaterali sul tema''l\rcheologia e tutela del patrimonio di Cartagine: lostato dell'arte e le prospettive della collaborazione tuniso·italiana", con un programma quanto mai significativosul piano scientifico, aperto dall'AmbasciatoreRaimondo De Cardona. ~iniziativa è stata promossacon lo partecipazione dei nostri studenti della Scuola dispecializzazione di archeologia di Oristano: AnnaluciaCorona, Ernesto Insinna, Davide Fiori, Donatella Bilardi,Alessandro Madau.Il 6 ottobre 2017, dopo l'Assemblea della Saic pressol'Istituto Italiano di Cultura, è stata inaugurata lo BibliotecaSabotino Moscati alla presenza di Paola e Laura Moscati edi un vasto pubblico italiano e tunisino.

*Attilio Mastino, Università degli Studi di Sassari

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