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    Angelo Pagliaro

    I DIMENTICATI

    Confinati politici paolani antifascisti ed altri ribelli durante la persecuzionefascista

    Prefazionedi Giuseppe Masi

    Ganino Biagio Bottino Giuseppe De Luca Raffaele

    Itria Francesco

    Scarselli Ida Bottino Giacomo

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    A Giorgia e Marco, miei figli

    A Tobia Cornacchioli, mio amico

    Se per sfuggire la memoria

    avessimo le ali

    molti volerebbero

    abituati a ben pi lente cose.

    Gli uccelli spauriti- scruterebbero

    il carro gigantesco

    degli uomini che fuggono

    dalla propria mente.

    Emyli Dickinson

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    INDICE

    Prefazionepag.

    Introduzione.pag.

    Schede biografiche in ordine alfabetico..pag.

    Bibliografia.pag.

    APPENDICEpag.

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    Prefazione

    I libri di storia, il cinema, la memorialistica, le fotografie, gli sceneggiati televisivi, per gli anni del

    fascismo ci hanno consegnato, plasticamente, il trasferimento e l idea della vita degli antifascisti,

    sottoposti a misura cautelativa nei rispettivi luoghi di confino (Cesare Pavese a Brancaleone o Carlo

    Levi in Basilicata). La traduzione con i suoi ritmi lentissimi, - cos si legge in un volume sui

    simboli e i miti dellItalia unita, pubblicato dallEditore Laterza in questi ultimi anni - i ferri ai polsi

    e le catene, i viaggi negli angusti cubicoli dei vagoni cellulari, riarsi destate, freddi come celle

    frigorifere dinverno, le soste in luridi cameroni di transito, le traversate, l accoglienza da parte

    degli altri confinati allarrivo nelle colonie di pena, oppure il riferimento alla vita monotona, alle

    giornate vuote, alla strana esistenza di prigionieri allaria aperta, sono momenti che, nelle diverse

    localit, hanno segnato la permanenza degli oppositori al regime.

    Lipari, Ventotene, le isole Tremiti, Favignana, erano le localit pi gettonate, i posti dove gli

    antifascisti pi irriducibili venivano inviati non a villeggiare ma ad espiare una pena che era stata

    comminata dalle autorit del tempo, perch essi, per il loro dissenso, o non accettavano la dittatura

    o costituivano un pericolo per le istituzioni.

    La storia di questi antifascisti stata conosciuta grazie alle memorie che alcuni di essi ci hanno

    lasciato oppure stata studiata attraverso le carte di polizia (opera molto valida ed utile sono i

    diversi volumi, curati dallAssociazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti A.N.P.P.I.A. che, attraverso brevi biografie, offrono un panorama completo sullantifascismo

    popolare italiano), per cui si deve salutare, con attenzione, la pubblicazione di questo volumetto di

    Angelo Pagliaro, che parla solo con i documenti, e il cui merito quello di allineare alcuni nomi di

    antifascisti di Paola, inviati, durante gli anni della dittatura, al confino in varie localit italiane.

    La cittadina tirrenica, nel corso della sua ultima storia, si distinta per aver dato i natali ad alcuni

    esponenti di quel socialismo democratico, gi presenti in Calabria, tra la fine dellOttocento e il

    primo decennio del Novecento, ed attivi e combattivi, quali lavvocato Raffaele De Luca, il

    maestro Francesco Itria ed anche, in qualche modo, lo stesso Maurizio Maraviglia. Nel 1896,

    inoltre, con la partecipazione dei pi noti socialisti del tempo (da Giovanni Domanico a Pasquale

    Rossi, ad Antonino De Bella), aveva anche ospitato un convegno delle forze socialiste calabresi,

    durante il quale erano state gettate le basi per una pi incisiva e capillare propaganda nella regione e

    per fissare i criteri da seguire nelle competizioni elettorali.

    Paola, che tutti conoscono per essere la patria di san Francesco, anche la cittadina che, oltre al

    Maraviglia, il quale dopo la sua breve esperienza nelle file del partito socialista, divenne uno dei

    maggiori interpreti del pensiero nazionalista, ha dato i natali anche a Carlo Scorza, il segretario del

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    Partito fascista che, nella notte famosa del 25 luglio 1943, guid i lavori del Gran Consiglio e che,

    dopo una burrascosa seduta, decret la fine di Mussolini e del fascismo.

    Lautore di questo agile testo documentario ha fatto bene, pertanto, a presentare i nomi dei paolani,

    che si sono opposti alla dittatura e che per questo hanno pagato, coscienti che la loro azione potesse

    servire a qualcosa per le generazioni pi giovani.

    Personaggi non di secondo piano, se si pensa che il De Luca fu poi attivo nella Resistenza romana;

    condannato a morte da un tribunale militare tedesco, scamp alla pena perch la sua esecuzione fu

    pi volte rinviata, in quanto era stato dichiarato intrasportabile a causa dell et avanzata, con la

    tacita complicit del medico di Regina Coeli.

    Ma accanto al De Luca, le cui vicende erano peraltro gi note agli specialisti del settore, si devono

    ricordare Ida Scarselli, paolana dadozione e Giacomo Bottino, paolano, marito della stessa;

    entrambi anarchici (la Scarselli faceva parte di una famiglia di anarchici, protagonista nel 1921 dei

    fatti di Certaldo).

    Sono storie, a volte minori, storie - scrive lautore- di dimenticati, ma hanno tutte un grande

    significato denotante i valori di libert, di democrazia cui questi militanti sono stati fedeli durante la

    loro vita e che, con la loro azione, prepararono il terreno alla lotta di liberazione.

    Oggi qualcuno pu anche sorridere di fronte a queste vicende, perch la crisi del paradigma

    antifascista, la ricaduta di massa del revisionismo storiografico, la frammentazione sociale e la

    chiusura di un ciclo storico - polit ico hanno modificato, in profondit, il rapporto con il nostro

    passato, in particolare con gli eventi del Novecento, quasi che esso costituisca un impedimento

    allavvio di un nuovo inizio, allingresso in una modernit che si pretende simile ad uno spaz io

    vuoto, ricco di possibilit inedite, ma che, in definitiva, se la si consideri meglio, unaltra

    dimensione rispetto alla vera storia.

    E unesigenza che, un poco pi un poco meno, viene, purtroppo, avvertita da tutte le forze politiche

    (poche sono escluse), mentre non lo per gli Istituti che si ricollegano alla Resistenza. LIstituto

    calabrese per la storia dellantifascismo e dellItalia contemporanea (Icsaic) di Cosenza, per quel

    che lo riguarda, non solo promuove ricerche e scavi sugli anni del ventennio fascista, ma incoraggia

    anche studi come questi che vedono singole persone impegnate a scoprire ed identificare, nei

    piccoli paesi della regione, i protagonisti di queste battaglie.

    Tutte queste indagini devono, alla fine, servire a dare unidea complessiva dell antifascismo

    popolare calabrese, ancora, per molti aspetti, poco noto, e a scrivere anche la storia sulla vita e

    sullatteggiamento di opposizione al regime da parte degli umili, che lottarono contro il fascismo e

    patirono carcere e confino.

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    Proprio per questo, per ospitare i risultati e far conoscere questa documentazione, lIcsaic si

    impegna a riprendere le pubblicazioni del suo Bollettino, che, grazie alla preziosa collaborazione

    del compianto ed indimenticabile prof. Tobia Cornacchioli, comandato, per diversi anni, presso

    listituto di Cosenza e recentemente scomparso, ha visto ininterrottamente la luce dal 1987 al 1996,

    rappresentando un momento importante nella vita stessa del nostro organismo culturale e storico.

    Cosenza 7 gennaio 2004 Giuseppe Masi

    Direttore ICSAIC

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    Introduzione

    Questo lavoro nasce da una ricerca sugli antifascisti paolani confinati, ammoniti, controllati e su

    altri ribelli che viaggiando in direzione ostinata e contraria hanno turbato il sonno dei

    normalizzatori del regime.Una ricerca dal basso che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, come la p ersecuzione fascista,

    in Calabria, fu pi che nelle altre regioni dItalia persecuzione delle classi pi povere.

    Nel corso degli anni, lanestesia della memoria, le inesauribili astuzie della politica hanno

    contribuito a far dimenticare i volti di questi tenaci e fermi oppositori del regime. Non esiste a

    Paola una strada, una scuola, un vicolo,una sezione di partito, unassociazione intitolata ad uno di

    questi disobbedienti alle leggi del branco. Una delle finalit di questa ricerca quella di

    affiancare, agli antifascisti noti al grande pubblico, queste figure di tenaci oppositori disufficiente cultura, provocatori, pericolosi in linea politica. Tali espressioni, ricorrenti nelle

    relazioni contenute nelle schede del C.P.C., rivelano la mental it nemica ed i pregiudizi deicompilatori incaricati di raccogliere informazioni sugli elementi sovversivi. La lettura di queste

    schede pi che fornire notizie sui sorvegliati costituiscono una fonte sui sorveglianti con i lorolinguaggi, la loro ortografia, i loro formulari. Gran parte del materiale qui pubblicato stato messo

    a disposizione dallICSAIC di Cosenza e dai familiari dei perseguitati politici. Fotografie rimosse

    dalle cornici o da vecchi documenti, tessere di partito gelosamente e accuratamente custodite per

    decenni , certificati e documentazione varia che sarebbe opportuno, in futuro, catalogare e riunire

    in un centro di documentazione.

    Ci hanno aiutato molto , nella ricerca, i ricordi e le ricostruzioni di quegli anziani parenti dei

    confinati , di esponenti del Partito Socialista Italiano (senza dubbio la componente politica che ha

    pagato il prezzo pi alto), di coloro che aiutarono le loro famiglie in gravi difficolt, con quel poco

    che avevano, rischiando di persona. In un angolo dei loro cuori, non dallalto dei palchi celebrativi

    o nelle sale dove si consumano le superbie del trasformismo, vi sempre stato un posto riservato al

    ricordo di questi uomini che tra i respinti muovevano i loro passi per affermare un po di umanit,

    di verit, di libert. Al lettore non sfuggir certo, pur nella sintetica esposizione dei dati in nostro

    possesso, il dramma familiare che si cela dietro anni ed anni di confino e di carcere soprattutto perquelle famiglie disagiate le quali, a volte per disperazione, miseria, solitudine, debiti, minacce di

    sfratto, licenziamenti, scrivevano al Duce o alla Regina per ottenere qualche sussidio o venivano

    costrette, per ottenere il Buono Pane, per sfamare i propri figli, ad umiliazioni che ledevano la

    dignit della donna procurando dei veri e propri graffinellanima. I sussidi, prima di essere

    concessi, dovevano essere autorizzati dal Ministero competente su parere favorevole delle autorit

    locali,ossia da quelle stesse autorit che rendevano la vita impossibile agli antifascisti ed ai loro

    familiari. Anche la solidariet di qualche paesano che di notte portava loro dei viveri o qualche

    soldo doveva essere esercitata di nascosto per non essere condannati per soccorso rosso.Cos accadde a Giacomo Bottino e alla sua compagna Ida Scarselli. Furono condannati dal

    Tribunale Speciale per aver raccolto fondi in favore di una famiglia di perseguitati politici diCertaldo (FI), Montanari Giulio e Veracini Elisa (Sentenza n. 37 del 6-10-1927 Pres. SannaRel.

    Buccafurri)

    Giuseppe Bottino, comunista, di sufficiente cultura, con sette figli, insieme allex ferroviere

    socialista Biagio Ganino, di professione barbiere, con otto figli, vennero arrestati insieme, giorno 10

    Luglio del 1938, a Paola, per distribuzione ed affissione sui muri di manifestini di propaganda

    comunista.

    Un urlo di rabbia cost a Pietro De Felice, (definito nella scheda del Casellario Politico Centrale

    apolitico), qualche mese di confino per aver espresso giudizi sfavorevoli su Mu ssolini e Ciano ed

    esaltato la guerra civile spagnola, auspicandola per lItalia.Una vicenda veramente emblematica, per umanit e fermezza quella dellavvocato Raffaele DeLuca. IlDe Luca, intelligente, scaltro e di spirito fazioso. Con le autorit ha tenuto e tiene tuttora

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    un contegno sprezzante e provocatore si legge nella scheda del C.P.C. Da una parte si riconoscono,

    al legale, alcune delle sue qualit dallaltro si evidenzia il contegno sprezzante e provocatorio .

    Peccato non avere unintelligenza cos amata dal popolo dalla propria parte! Stimato in tutto il

    circondario per le sue doti di grande umanit veniva aggredito e percosso con ferocia inaudita dai

    militi paolani fino al punto da costringerlo ad abbandonare il suo paese.

    Un altro perseguitato, Francesco Itria, era ritenuto pericoloso per le sue doti di grande organizzatoree agitatore e per la stima di cui godeva tra i ferrovieri, unica realt operaia a Paola, capace di dar

    vita a scioperi e ad azioni di protesta di una certa importanza.

    Sono passati pi di 70 anni dallemanazione del codice Rocco, in questi decenni si sono

    promulgate migliaia e migliaia di leggi, decreti, provvedimenti, ma ancora oggi sussistono, in Italia,

    delle norme del codice penale che puniscono condotte che rientrano nella libert di opinione e di

    espressione del pensiero. Tali norme (residui di una concezione autoritaria dello Stato) sono

    servite a limitare, in modo drastico, ogni espressione di dissenso politico. Ci auguriamo che questa

    vistosa contraddizione del nostro ordinamento giuridico che, da un lato riconosce e tutela, a livello

    costituzionale (art. 21), la libert di espressione, di opinione e di manifestazione; mentre dallaltro

    fa sopravvivere, nel codice penale, reati caratterizzati solo dallespressione di tali diritti possa

    essere finalmente sanata.Non c in questo lavoro nessun segno di retorica celebrativa, nella nudit dei fatti, anche quelli

    personali, c il dramma di uomini e donne semplici, che pur lontani dalla guerra partigiana del

    Centro e Nord Italia si opposero al regime con eguale fermezza. Uomini e donne che amavano la

    vita, pi di ogni altra cosa al mondo, solo che avrebbero voluto viverla in un mondo

    diverso.. perch un mondo diverso possibile, anzi,

    necessario!

    A.P.

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    SCHEDE BIOGRAFICHE

    IN ORDINE ALFABETICO

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    Ida con Giacomo Bottino, la figlioletta

    Scintilla ed il nonno materno,Eusebio

    Scarselli, al confino di Ponza anno 1930

    Bottino Giacomo

    (Foto scattata a Cosenza nel 1946).

    Bottino Giacomo, stuccatore (Anarchico),di Augusto e di Cupello Raffaella, nato a Paola (CS) il12 Febbraio 1897, residente a Roma, in Via Flaminio, coniugato con un figlio. Arrestato dalla P.S.

    di Messina il 13 Febbraio 1927 in esecuzione dellordinanza della C.P. per appartenenza ad

    organizzazioni e partiti disciolti e per propaganda sovversiva. Assegnato al confino per anni cinque

    dalla C.P., per appartenenza ad organizzazioni e partiti disciolti e per propaganda sovversiva.

    Assegnato al confino per anni cinque dalla C.P. di Roma con ordinanza del 3 Dicembre 1926. Sedi

    di confino Lipari, Ponza. Liberato il 14 Febbraio 1932 per fine periodo. Periodo trascorso in carcere

    e al confino: anni cinque, giorni 2. Il 20 Marzo 1927 fu posto in traduzione per Roma dal confino

    di Lipari perch colpito da mandato di cattura del giudice istruttore presso il tribunale speciale per

    gli stessi delitti che avevano provocato lassegnazione al confino. Condannato con sentenza del6

    Ottobre 1927 ad anni tre di reclusione,il 19 Marzo 1930,scontata la pena,venne rinviato alconfino,dove spos lanarchica Ida Scarselli, sorella dellanarchico Egisto, assegnato al confino per

    tentato espatrio clandestino. Giacomo ed Ida si conobbero a Roma durante una riunioneanarchica, Giacomo era appena arrivato da Paola (CS),dopo essere ritornato in Italia due anni

    prima da San Paolo del Brasile (1) ; Ida arrivava dal suo paese di origine, Certaldo (FI), perch

    ricercata dalla polizia fascista ed a Roma venne messa al sicuro e protetta dal compagno di fede

    Errico Malatesta, fondatore nel 1872, in Italia, dellAssociazione internazionale dei lavoratori,

    grazie anche alla collaborazione dei comitati politici che operavano nella capitale. Nel 1933

    Giacomo ed Ida avevano lobbligo di risiedere a Paola (CS) in libert vigilata, senza potersi

    allontanare dal Comune. A seguito di una accesa discussione con il Podest di Paola, per motivi

    politici, e di lavoro, pochi mesi prima che nascesse il figlio Germinal, venne messo agli arresti per

    giorni 30. Nel 1939, Giacomo venne arrestato con la moglie Ida Scarselli due giorni prima di unavisita di Mussolini a Cosenza e rilasciati due o tre giorni dopo (2). Nessuno degli accaniti

    persecutori si preoccup che i tre figlioletti Germinal, Spartaco e Scintilla Bottino sarebbero

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    rimasti a casa da soli. Fortunatamente in quel periodo la Zia Emilia Siciliano in Bottino, con tutti i

    figli, si erano trasferiti a Cosenza e si presero cura dei tre figli a testimonianza che le famiglie

    Scarselli e Bottino erano estremamente unite, si volevano bene ed erano solleciti ed affettuosi gli

    uni con gli altri. Persino la polizia fascista, che per anni vigil sullintera famiglia, intercettando e

    sequestrando la corrispondenza privata, registr, nelle relazioni riservate periodiche, questi

    sentimenti di grande umanit. Una pagina di straordinaria bellezza la lettera spedita da IdaScarselli, al fratello Egisto in data 9 Settembre 1927 da Roma nella quale si legge: Miocaro la tua

    lettera mi ha tanto dilettato, hai ragione fratello mio. Lo comprendo che il cuore noi portiamo, non

    pu odiare anche se una persona si rende sgarbata contro di noi. Il nostro cuore nobile e pieno di

    amore specialmente per i deboli che soffrono che vivono in piena miseria. Vi sono dei cuori (i

    nostri!) che vorrebbero che questa grande miseria sparisca. Ecco, il cuore cattivo che noi teniamo

    quello di fare tutti felici, che ogni lavoratore, dopo il suo sudore grondato, abbia la sua risorsa di

    menare una vita che lo possa abbastanza per tutti i loro bisogni che occorrono alla sua esistenza.

    Quindi hai piena ragione per tenere simile cuore bisogna conoscersi e chi ci nasce muore come noi

    siamo (3).

    Dopo la liberazione, Giacomo Bottino e la sua famiglia si trasferirono in Brasile, ma pochi anni

    dopo , venne ucciso, nel corso di una banale lite, da un rissoso confinante.

    (1)Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi allestero, Ed. Le

    Nuvole, Cosenza 2002, p.16.

    (2)Germinal Bottino, lettera autografa, Niteri (Brasile) in data 30/09/2003

    (3)L. Lagorio,Ribelli e briganti nella Toscana del Novecento. La rivolta dei fratelli Scarselli ela banda dello Zoppo in Valdelsa e nel Volterrano, Firenze 2002 p.126.

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    Bottino Giuseppe, detto Peppino (Comunista),di Francesco, inteso Augusto e di Cupello

    Raffaella, nato a Paola (CS) il 9 Gennaio 1889,residente a Paola, in Vico Lungo Terravecchia N

    25, coniugato il 14/9/1912 in Paola con Siciliano Emilia, con sette figli,sufficiente cultura,

    commerciante. Arrestato dai Carabinieri il 10 Luglio 1938 per distribuzione ed affissione sui muri

    di manifestini di propaganda comunista. Assegnato al confino per anni cinque dalla C.P. di Cosenzacon ord. del 20 Settembre 1938. Sedi di confino Tremiti, Castelvecchio Subacqueo. Liberato il 19

    Novembre 1942 condizionalmente nella ricorrenza del ventennale rientr a Paola da Castelvecchio

    Subacqueo il 4/12/1942. Periodo trascorso in carcere e al confino: anni quattro,mesi

    quattro,giorni 10.Precedente penale per bancarotta semplice. Gi impiegato della F.F.S.S. fratello del comunista

    Antonio, residente a Roma e dellanarchico confinato Giacomo; in contatto con il socialista Biagio

    Ganino, di Paola, arrestato per lo stesso motivo con il comunista Giuseppe Lattari ed il socialista

    Ernesto Trotta. E deceduto a Paola il 9/4/1965.

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    De Felice Pietro, di Arturo e di Patera Paolina, n. Paola (CS) l11 giugno 1901, res. Roma,

    coniugato, laurea in scienze economiche, impiegato privato, apolitico.

    Arr. Dalla P.S. il 31 Ottobre 1936 per avere espresso in ufficio giudizi sfavorevoli su Mussolini e

    Ciano e per avere esaltato la guerra civile spagnola, auspicandola anche per lItalia.Assegnato al confino per anni tre dalla C.P. di Roma con ord. Del 19 novembre 1936. La C. di A.

    con ord. Del 24 giugno 1937 prende atto del proscioglimento.

    Sede di confino Campomarino. Liberato il 27 febbraio 1937 per proscioglimento.

    Periodo trascorso in carcere e al confino: mesi tre, giorni 28.

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    De Luca Raffaele, di Florindo e di Mazzuca Pasqualina, nato a S.Benedetto Ullano il 24/03/1874 e

    residente a Paola coniugato con Mannarino Maria. Di umili origini (il padre era bracciante e la

    madre filatrice), in giovent studi a Napoli dove si laure in giurisprudenza. Fu anarchico, poi

    ader al Psi e fu eletto sindaco di Paola. Candidato Socialistaalle elezioni politiche del 1921 fu tra i

    pionieri del movimento socialista in Calabria, diventando popolarissimo a Paola, dove esercitava laprofessione di avvocato, e nei paesi della costa tirrenica cosentina sia per le sue grandi doti diumanit che per il suo coraggio e per linfaticabilit con la quale diffondeva i suoi ideali di libert e

    di giustizia sociale.Capeggi tutte le lotte che si svolsero nel circondario paolano , da quelle

    contadine a quelle dei ferrovieri. Fu pi volte aggredito, ferito, arrestato sottoposto ad angherie di

    ogni genere (1),avendogli i fascisti di Paola dato lostracismo nel 1941 dovette trasferirsi a Roma

    dove diede vita al gruppo comunista "Scintilla" con Ezio Lombardi, Francesco Cretara, Orfeo

    Mucci, Pietro Battara, Aladino Govoni. NellAgosto del 1943 fu tra i fondatori del Movimento

    ComunistadItalia, entr nel comitato esecutivo e divenne direttore del giornale "Bandiera Rossa".

    Fu uno dei principali organizzatori della distribuzione di volantini antifascisti davanti ai cinema

    romani. Arrestato il 4 dicembre 1943,a seguito di una delazione, fu rinchiuso a Regina Coeli, con

    l'accusa di stampa clandestina ed organizzazione di bande armate. Interrogato, ammise tutte leproprie responsabilit e il 24 gennaio del 44 fu condannato a morte dal Tribunale militare di guerra

    tedesco. Rifiut di firmare la domanda di grazia, ma riusc lo stesso a sfuggire all'esecuzioneperch, grazie all'aiuto di alcuni antifascisti che operavano all'interno del carcere, fu dichiarato

    "intrasportabile" al luogo della fucilazione, a causa di una malattia. Usc dal carcere il 4 giugno, il

    giorno della liberazione di Roma. Nel dopoguerra continu a militare nelle file del Movimento

    comunista dItalia. Nel 47, a settantatr anni, chiese liscrizione al Pc i. La federazione romana

    accolse la domanda ma la Direzione respinse questa decisione. De Luca, umiliato dal rifiuto, si

    ritir a vita privata. Mor il 6/4/1949.

    (1)F.Spezzano in Fascismo e antifascismo in Calabria. Lacaita editore Mandria 1975 pag. 75 e 85 scrive: A

    Paola nel luglio 1923 fu aggredito e ferito lavv. Raffaele De Luca. In una interrogazione (atti parlamentari del10-7-1923) Pietro Mancini cos espose i fatti: Alcuni militi sottoposti a giudizio penale per violenza privataaggrediscono lavv. De Luca percotendolo ferocemente per vendicarsi dellassistenza professionale che

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    sospettavano prestasse al Rozza. Si deduce facilmente che gli squadristi paolani non consentivano nemmeno

    lassistenza legale ai loro perseguitati. A Paola fu pure aggredito e ferito , nel 1924, Francesco Mancuso.

    I Socialisti di Paola, aderendo a queste nuove direttive del comitato federale, presentarono una propria lista di

    minoranza, ma le violenze e le minacce furono tali che i candidati furono costretti a ritirarsi. Vennero aggrediti eferiti il candidato Bottino e il dirigente De Luca.

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    Casellario Politico Centrale

    Scheda N 26035

    Qualifiche ed altre indicazioni

    Socialista SchedatoNotizie per il prospetto biografico di De Luca Raffaelefu Florindo, Socialista Unitario

    Riservata R. Prefettura di Cosenza Prot.llo N 1517 in data 8/9/1928

    1.7.1928_____________Si trova fin dal mese di Luglio a Paola per la stagione balneare.

    Col non svolge alcuna palese attivit, ma si tiene sempre in contatto con i vecchi compagni di fede,ed specie, col noto sovversivo avv. Pietro Mancini. Per le sue idee irriducibili, di recente, stato

    espulso dal circolo sociale Bellini, di Paola. Il De Luca, intelligente, scaltro e di spirito fazioso.

    Con le autorit ha tenuto e tiene tuttora un contegno sprezzante e provocatore. Viene attivamente

    vigilato.

    RiservataR. Prefettura di Cosenza Prot.llo N 03344 in data 29/01/1930

    29/01/1930____________Professa sempre principi sovversivi e per quanto non dia attualmente

    luogo a speciali rimarchi con la sua condotta, ritenuto pericoloso in linea politica. E compreso

    nellelenco della R. Questura di Cosenza delle persone d arrestarsiin determinate circostanze, per

    cui in occasione delle nozze di S.A.R. il Principe di Piemonte, stato fermato per misure di P.S. a

    Napoli dove erasi recato per affari, venendo posto in libert il 12 successivo rientrando lo stessogiorno in Roma, ove attentamente vigilato. Per impedirgli ogni tentativo di espatrio,sono state

    diramate opportune circolari alle RR. Questure del Regno ed stato segnalato il suo nome per

    liscrizione nella rubrica di frontiera.

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    Ganino Biagio(Socialista),di Pasquale e di Gatto Caterina, nato a Laureana di Borrello (RC) il 12Marzo 1886, residente a Paola (CS),in Vico Castello N 27,coniugato il giorno 8/8/1918 in Paola

    con Panaro Antonietta, otto figli ,barbiere. Fu diffidato nel 1926 e ammonito nel 1927 e il 10Maggio 1930. Fu licenziato dallamministrazione ferroviaria per motivi politici.

    Fu continuamente sottoposto a fermi, arresti e ad angherie di ogni genere.

    Considerato pericoloso (1)il 3 Febbraio1934, in occasione di una visita in Calabria di Starace il

    quale, proveniente da Belmonte C., si recava in stazione a Paola per raggiungere Cosenza, al

    mattino, i Carabinieri Reali ed una Guardia Municipale si recarono presso la sua abitazione per

    condurlo in Commissariato per un fermo, lo trovarono ammalato di influenza con i suoi sei

    bambini, praticamente in miseria, e riferirono la situazione al Commissario di P.S. (2)

    Arrestato dai Carabinieri il 10 Luglio 1938 per avere incollato sui muri numerosi manifestini di

    propaganda comunista. Assegnato al confino per anni cinque dalla C.P. di Cosenza con ord. del 20

    Settembre 1938. Sedi di confino Tremiti, Castelmauro, Baronissi, Sala Consilina. Liberato il 29Dicembre 1942 per commutazione in ammonizione per motivi di salute. Periodo trascorso in

    carcere e al confino: anni quattro,mesi cinque,giorni 20.Nel 1944 fu Segretario del Comitato di Liberazione di Paola, Segretario della Camera del Lavoroe

    leader locale della sinistra filoanarchica di Unit proletaria. Il 2/4/1949 emigr a Milano dove mor

    il 1 Gennaio 1951.

    (1) In data 7 Aprile 1934 la Legione Territoriale dei Carabinieri Reali di Catanzaro - Stazione diPaola - Prot.llo N 954, rispondeva ad una richiesta di informazioni sul conto di Biagio Ganino,

    formulata dallIspettore dei Comuni,Giovanni Solarino, in cui tra laltro si legge:

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    .milit nel partito socialista massimalista, quale gregario, fino al 1923, senza per

    occupare cariche. La P.S. locale, in data 21 giugno 1929 lo diffid ad astenersi da ogni

    manifestazione antinazionale, a non unirsi con sovversivi e non dar luogo a sospetti sulla condotta

    politica. Egli per, malgrado ci, fino a qualche anno fa, continu a frequentare elementi

    politicamente sospetti, persistendo nella sua condotta politica ostile al Governo Nazionale. Ilpredetto, per, da qualche anno non ha dato pi luogo a rimarchi sulla sua condotta in genere; si

    ritiene per che serbi ancora le sue idee, malgrado non le manifesti palesemente.

    Moralmente, sul conto del Ganino, nulla si pu dire.

    Firma

    Maresciallo Maggiore Comandante la stazione

    Trischitta Giuseppe

    (2) Il 10 Marzo 1934 Biagio Ganino invi un esposto direttamente a Benito Mussolini contro ilPodest, suo figlio, ed un impiegato del Comune. Il 10 Aprile 1934, il Ganino, scrisse al Prefetto

    affermando che lesposto inviato al Duce era dovuto al fatto che fra me ed il Podest e suo figlio-

    N.F. - Ragioniere- del Comune esisteva rancore personale per il fermo avutomi giorno 3 Febbraio

    1934-per loccasione di S.E. Storace.A seguito dellesposto, nel Febbraio del 1934, venne inviato

    un ispettore che riscontr, in alcuni uffici del Comune di Paola, una serie di irregolarit

    amministrative e di incompatibilit.

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    I tri a Francesco ,di Leonardo e di De Pietro Raffaela, nato a Paola (CS) il 3/1/1889, Socialista

    massimalista. Ammogliato con Federici Evelina, con tre figli, di professione Maestro elementare,

    poi cassiere ed infine orefice. Residenza Brasile, domicilio Paola, Salita 7 Canali.

    Nel 1919, insieme ad Ignazio Maselli, entr a far parte dellesecutivo provinciale del Partito

    Socialista Italiano. Fu membro della Direzione del giornale La Parola Socialista.Considerato, dal

    Ministero dellInterno, pericoloso il suo nome venne inscritto nella rubrica delle frontiere ed in

    quella dei ricercati da arrestare. In Brasile, dove fu costretto ad emigrare, dopo aver ricevuto

    lostracismo dai fascisti paolani, ebbe contatti con le organizzazioni comuniste ed al suo rientro a

    Paola milit nel Partito Comunista Italiano.

    Francesco Itria fu membro della Direzione del settimanale La Parola Socialista

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    Casellario Politico Centrale

    Scheda N 3851Qualifiche ed altre indicazioni

    Socialista PERICOLOSOSCHEDATO

    ESTERO AMERICA SUD (BRASILE)

    INSCRITTO RUBRICA FRONTIERA

    INSCRITTO BOLLETTINO RICERCHENotizie per il prospetto biografico di Itria Francesco di Leonardo e di De Pietro Raffaela, Socialista

    Riservata R.Prefettura di Cosenza Prot.llo N 33155 in data 21 Agosto 1925

    21 Agosto 1925_____________Il maestro elementare ITRIA Francesco gode poca stima presso ilpubblico, sia per le idee sovversive che professa e sia perch notoriamente ritenuto negligente nei

    riguardi del proprio dovere di insegnante. E di carattere vivace o impulsivo che maschera con una

    certa educazione. Ha discreta cultura e intelligenza. Verso la propria famiglia si comporta

    moralmente. E iscritto al partito socialista massimalista e precedentemente non ha appartenuto ad

    altri partiti. Ha molta influenza nel partito, circoscritta per alla sola provincia di Cosenza, e

    specialmente a Paola e nei paesi limitrofi. Gode molta ascendenza fra i suoi compagni di fede. E in

    corrispondenza epistolare con lOn. Pietro Mancini di Cosenza, con individui del partito nel Regno.

    Non ha mai dimorato allestero. Per diversi anni ha ricoperto la carica di segretario del circolo

    socialista e della camera del lavoro di Paola, sodalizi ora sciolti, e che egli aveva organizzati ed ai

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    quali aveva dato vita facendovi iscrivere molti ferrovieri. Attualmente membro della federazione

    provinciale socialista massimalista di Cosenza. Ha collaborato e collabora alla direzione del

    giornale La Parola Socialista che si pubblica a Cosenza, o legge i giornali del partito, ai quali di

    rado invia corrispondenze dindole locale. E un attivo propagandista dallavvento del fascismo,

    girava per i comuni del circondario di Paola tenendovi comizi o conferenze allo scopo di istituirvi

    sezioni del partito. Verso le autorit tiene contegno non ostile. Ha preso parte a tutte lemanifestazioni del partito socialista, sia a mezzo della stampa, firmando manifesti e programmi, sia

    in occasione di anniversari, commemorazioni, elezioni, dimostrazioni e riunioni. Non stato

    sottoposto o proposto alla giudiziale ammonizione, ne proposto od assegnato al domicilio coatto.

    Prese parte al conflitto avvenuto a Paola il 1/5/1920 fra socialisti e popolari, nel quale vi furono un

    morto e quattro feriti da arma da fuoco (1), e con sentenza del Tribunale di Cosenza in data

    13/3/1922 fu condannato ai sensi dellarticolo 378 del c.p. a mesi 5 e g iorni 12 di reclusione (2).E

    ritenuto elemento pericoloso e viene perci attentamente vigilato.

    (1)Vale la pena riportare quanto scrive F.Spezzano in Fascismo e antifascismo in Calabria. Lacaita editore

    Manduria 1975 pag. 30-31-97: E cos in alcuni Comuni ed in alcune circostanze, Partito Popolare ePartito Socialista, travisando quello che avrebbe dovuto essere il loro obiettivo primario, cio la lotta controil vecchio ambiente conservatore e le sue clientele, cadevano in inutili polemiche tra loro, tanto che a Paolascoppi un conflitto nel quale perse la vita il presidente della lega di quei contadini, Nicola De Seta;

    moltissimi comizi inoltre finivano con contraddittori fra oratori popolari e socialisti.

    (2) Due anni dopo, il G.I. Martini prosciolse, per legittima difesa, Francesco Itria ed altri socialisti di Paolacontro i quali era stato architettato un gravissimo processo per luccisione del capolega dei popolari di Paola , De

    Seta. Tutti vennero condannati per rissa e alcuni di loro, , a pochi mesi di reclusione, per porto di armi abusivo.

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    Lattari Giacomo, ( socialista ) figlio di G. Antonio e Forlano Teresina, nato a Paola il 18/01/1882.Coniugato a Paola il 18/08/1923 con Bolinese Luigia, abitante in Strada Nuova del Porto N 3

    inabile pensionato. I familiari raccontano che Giacomo, espletando lattivit di falegname ebanista,era stato contattato per partecipare ai lavori di costruzione delle carrozze ferroviarie a patto che si

    fosse iscritto al Partito Nazionale Fascista. Decise di scrivere una lettera che sped direttamente alDuce nella quale ribadiva che non avrebbe mai aderito a quel partito.

    Il 9 Ottobre 1944, nelle sue qualit di segretario del Partito Socialista Italiano,Giacomo Lattari

    venne duramente sconfessato da 6 membri dellesecutivo del Partito ( Maselli Ignazio, Leonetti

    Francesco, Lo Bianco Arturo, Ernesto Trotta, Gambini Ubaldo, Argentino Ercole) per il voto

    favorevole dato, dallo stesso, per la candidatura a Sindaco di Paola di Emilio Carnevale, ex

    commissario prefettizio passato alla D.C. E morto a Paola il 19/06/ 1961.

    Funerale civile di Giacomo Lattari (si notino, sulla sinistra, le bandiere rosse listate a lutto)

    Lorazione funebre venne tenuta da Antonio Eboli.

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    Lattari Giuseppe , (Comunista)di Giacomo e di Bolinese Vincenza. Nato a Paola il 1/3/1907 ed

    ivi residente in Via del Porto N3. Coniugato il 27/9/1947 in Paola con Caltaginese Franceschina.

    Falegname ebanista. Arrestato pi volte, in contatto con i socialisti Biagio Ganino ed ErnestoTrotta. Chiamato affettuosamente Mastro Peppeamava suonare il violino, nella falegnameria sita

    in Via del Porto, con i suoi pi cari amici. E deceduto a Paola il 19/8/1989.

    Lattari Giuli o, (Socialista) di Giacomo e di Bolinese Vincenza. Nato a Paola (CS) il 05/05/1919.

    Sposato con Suriano Fedora Teresa. Falegname ebanista. Emigrato a Belmonte il 28/02/1953.

    Ritorn nel mese di marzo dello stesso anno a Paola ed emigr a New York nel 1962. Rientr

    nuovamente a Paola ed emigr nel 1997 a Petriano (Pesaro Urbino).

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    Logatto Luigi detto Gino, nato a Paola , residente a M il ano. Cancelliere della Magistratura del

    Lavoro alla Corte dAppello di Milano, medaglia doro,alla memoria, del Comune di Milano.

    Antifascista, il pi audace nel palazzo della Corte dAppello di Milano nellopera di distruzione dei

    quadri di Mussolini che i fascisti milanesi volevano reimporre dopo l8 Settembre del 1943. Il 3gennaio 1944 fu arrestato, presso la sua abitazione, per semplice delazione visto che lesito della

    perquisizione fu negativo non avendo trovato nulla di sospetto. Nel corso degli interrogatori futorturato, non avendo potuto ottenere nessuna informazione per latteggiamento fiero ed indomito

    gli aguzzini lo deportarono nel lager nazista di Gusen (Mauthausen) ove mor, sfinito, senza

    emettere un lamento, il 24 Agosto 1944. Le sue ceneri, dopo essere stato cremato nei forni, vennero

    disperse al vento.

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    Da La Voce degli stataliperiodico di Milano

    Titolo : I nostri MartiriGINO LOGATTO

    Articolo a firma di A.Amoroso

    Il 10 settembre scorso si chiuso alla Corte dAssise straordinaria di Milano il processo contro i

    delatori di Luigi Logatto.Una condanna mite (8 anni e 4 mesi ciascuno), proteste numerose della

    folla, qualche tafferuglio tra il pubblico e testi daccusa coalizzati contro un teste a difesa: lunico.

    Abbiamo assistito a tutto questo con la gola chiusa. Accadeva ed era palpitante realt, cosa viva. Ma

    il nostro amico, il caro compagno di lavoro e di idee, il fraterno collega non torner pi tra noi, non

    ci verr pi incontro col suo sorriso buono,e con la fierezza del suo carattere. Anche le sue ceneri,

    dopo la cremazione, sono state disperse al vento dai torturatori di Mauthausen: hanno negato a noi e

    alla famiglia la possibilit di ricomporre i resti, di dare ad essi una sepoltura e di recarsi in visita

    ogni tanto alla sua tomba.

    Era un lavoratore distinto il nostro Gino;trasfondeva lentusiasmo tipico del meridionale in ogni

    suo atto e dimpeto affrontava il lavoro come ogni altro ostacolo. Lealt ed abnegazione erano lesue caratteristicheprime, e nei rapporti familiari ed in quelli damicizia. Lo ricordiamo tutti, amici ecolleghi, magistrati ed avvocati; era il cancelliere della Magistratura del Lavoro, alla Corte

    dappello di Milano; per altri era Logatto, cos, semplicemente; per noi era Gino, il nostro Gino.Ed

    ora non c pi. Lo ricordiamo il 25 Luglio , felice; lo ricordiamo l8 settembre, disperato; e poi, nei

    giorni che seguirono, aggirarsi con noi guardingo, eppure audace, il pi audace, nel palazzo

    distruggere i quadri del Fondatore dellImpero che volevano reimporci. Poi il 3 gennaio 1944 lo

    arrestarono a casa senza una ragione, senza avergli trovato niente di sospetto, per semplice

    delazione. Fiero ed indomito negli interrogatori, cos lo pensiamo, anche sotto le torture; e

    poila deportazione. Cadde sfinito, il 24 agosto 1944 a Gusen (Mathausen)(1),senza unlamento, con gli occhi neri tanto tristi. Noi lo ricordiamo cos: aggrappato alle sbarre della sua

    prigione, con lo sguardo fisso alla sua Patria, alla sua famiglia, a tutti noi. Era il migliore di noi, ilpi buono ed il pi fiero. E non torner pi!

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    (1) Gusen

    Sottocampo dipendente da Mauthausen, fu costruito nel Dicembre 1939. Era formato

    da 30 baracche e due costruzioni in pietra che veniva estratta nella cava Wiener

    Graben. I deportati lavoravano soprattutto nella costruzione di armi per l'esercito

    tedesco.

    Verso la met di settembre del 1941 cominciarono a funzionare i forni crematori.Quando nel 1942 questi non bastarono pi, i nazisti organizzarono viaggi di trasporto

    con autobus da Gusen a Mauthausen: i prigionieri durante il viaggio venivano

    asfissiati dal gas di scarico che giungeva all'interno per mezzo di tubi.

    I prigionieri internati furono circa 7.000.

    Come Mauthausen, anche Gusen venne liberato il 5 Maggio 1945, ma le 2.000

    persone sopravvissute fino ad allora morirono quasi tutte in pochi giorni.

    Di questo campo non rimasto molto ed grazie ad alcune organizzazioniantifasciste che hanno acquistato il terreno e i due forni crematori che oggi la

    memoria giunge fino a noi, affinch ci che accadde non sia dimenticato e soprattutto

    non succeda mai pi.

    I due forni crematori di Gusen

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    Ci che rimasto del

    campo di Gusen

    Gusen: i resti dei forni protett i dalla struttura p rogettata

    e realizzata dallarchitetto italianoRenzo Piano

    Ci che rimasto del campo di

    Gusen un enorme forno

    crematorio che l'ANED

    (associazione nazionale ex

    deportati) riuscito a salvaredifendendolo,con un'enorme

    costruzione di cemento armato,

    contro le continue aggressioni dei

    neonazisti. Nessuno pu reggere

    all'impatto e passare indenne

    attraverso la sensazione di morte

    che suscita, una morte che chiede

    rispetto e riconoscimento, ma

    indigna vedere che una casa

    abitata affaccia le sue finestre sul

    forno, s, proprio l, di fronte .

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    Matera L eopoldo , (Socialista) nato a Paola (CS) il 21 Gennaio 1886, fu nella nostra citt tra ifondatori del Partito Socialista Italiano. Venne arrestato numerose volte per attivit sovversiva e

    conobbe il carcere duro imposto dalla Polizia fascista. Spos Luisa Tramontana, sua compagna di

    vita, dal carattere energico e coraggioso. Ebbero cinque figli, di cui tre maschi che chiamarono

    Lenin, Spartaco e Carlo Marx, educati secondo i principi e gli ideali socialisti. Venivacontinuamente provocato, (era titolare di una sala da barba, ma era molto bravo nellestrazione dei

    denti e nellapplicazione delle sanguisughe, indicate nei salassi) i suoi clienti ed i suoi amici

    venivano intimiditi e schedati. La sua lotta contro il Fascismo continu, senza sosta, fino alla

    Liberazione, diventando un esempio per tutti nel Tirreno Cosentino e in Calabria.

    Mor a Paola il 4 Novembre 1964.

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    Minervino Carlo, detto Settimi o, (Antifascista)di Carlo e di Carnevale Maria Giuseppa. Nato aPaola (CS) il 20 Agosto 1902. Coniugato con Lombardo Olga , 9 figli. Ex guardia di Finanza,

    elettricista. Diffidato politico. Ha militato nel P.C.I. E morto a Paola il 2 Luglio 1990.

    Tra i numerosi attestati di stima ricevuti dalla famiglia, in occasione della sua morte, riportiamo il

    testo di un telegramma a firma Francesco Nicolini in data 6/7/1990: Lumilt con cui ha

    professato con coerente fermezza i valori delluomo ed i grandi ideali del socialismo testimonia la

    immensa saggezza e la purezza dei sentimenti che hanno caratterizzato la pratica di vita voluta da

    Settimio Minervino nel sociale e nella famiglia suo sincero ed ammirato amico lo ricordo cos nel

    momento pi triste per voi familiari.

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    (Foto scattata a Cosenza nel 1946)

    SCARSELLI IDA

    Nasce a Certaldo (FI) il 17 luglio 1897 da Eusebio e Maria Mancini, casalinga Anarchica, vienearrestata dopo i fatti di Certaldo del 28 febbraio 1921 e tenuta in carcere per un anno .(1)Assolta per

    insufficienza di prove al processo del 1925, si stabilisce a Roma, insieme al suo compagno,

    lanarchico Giacomo Bottino. Nuovamente imprigionata al principio del 1927 per aver raccolto

    fondi in favore dei detenuti politici, viene condannata dal Tribunale speciale, il 23 luglio 1927, a 2

    anni e 6 mesi di carcere, a 3 anni di vigilanza e allinterdizione dai pubblici uffici, insieme aGiacomo Bottino, a Giulio Montanari e a Elisa Veracini. Il 5 dicembre 1927 subisce la schedatura.

    Il cenno recita che riscuote cattiva fama nellopinione pubblica per la sua pessima condotta ed

    nemica del fascismo e delle autorit costituite, che ha fatto parte della banda dello Zoppo ed daritenersi elemento pericoloso per lordine nazionale: di statura leggermente alta, di corporatura

    media, ha continua il prefetto Giuseppe Regard capelli castani lunghi, viso tondo e grande,fronte larga, naso diritto, spalle leggermente larghe, andatura svelta ed espressione fisionomica

    simpatica. In carcere, dove ha con s la figlia Scintilla (dalla unione con Bottino nasceranno altridue figli Germinal e Spartaco), nata da poco, Ida incontra la prof. Tina Pizzardo, ancora comunista,

    che la ricorder cos nelle sue memorie: Era molto in pena per il [fratello] pi giovane, finito in

    Sardegna senza speranza di fuga. Fuga che dal penitenziario di Volterra agli altri due era

    riuscita.Rilasciata nellestate 1929, a pena interamente espiata, Ida viene proposta per il confinodalla Questura di Roma. In contatto, tramite i comunisti francesi, con i fratelli Tito e Oscar, rifugiati

    in Russia, assegnata al confino per cinque anni il 30 settembre 1929, lo stesso giorno in cui dalla

    Questura della capitale si ripete che elemento pericolosissimo in linea politica, appartiene a

    famiglia i cui componenti professano tutti idee sovversive avanzate ed sorella dei notitemibilissimi anarchici fuorusciti Tito ed Oscar Scarselli, capeggiatori della banda dello Zoppo,

    evasi anni or sono dalle carceri di Volterra Ancora a Roma il 29 ottobre 1929, Ida si prodigaper incoraggiare il fratello Egisto, che sta scontando una pena di 20 anni di reclusione nel carcere di

    Alessandria: Coraggio, Egisto caro, tutto passa, la vita una continua lotta, a disperarsi non si

    ottiene niente, anzi ci si rimette tanto di salute, speriamo sempre bene, la speranza non ci

    abbandona mai. Non prenderti pensieri per me, io sapr adattarmi senza sacrificio perch penso:

    sarebbe una vergogna lamentarmi io, pensando alla tua situazione che, poverino, ti sei fatto gi

    molti anni proprio ingiusti, chi sa quanti dolori e tribolazioni ti son costati! E ancora non sei al

    termine, perch dovrei disperarmi per questa seconda pena inflittami, che di fronte a te, la mia

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    sorte sarebbe una villeggiatura? Relegata a Lipari, Ida presenta ricorso contro la misura di polizia,

    ma lappello viene respinto. Trasferita a Ponza il 2 agosto 1930, vi rimane fino al marzo 1932,

    quando viene rimessa in libert e pu partire alla volta di Paola (Cosenza), dove si riunisce a

    Giacomo Bottino. Iscritta fra gli antifascisti da arrestare in determinate circostanze e sottoposta a

    libert vigilataper 3 anni, considerata, nel 1934, avversaria irriducibile del regime fascista e nel

    1937 sorvegliata rigorosamente perch serba immutati i suoi principi anarchici. Nel 1938 ritenuta pericolosa in linea politica perch professa apertamente le sue idee politiche e nel 1939

    viene fermata prima di una visita di Mussolini nella citt di Cosenza. Tre anni dopo ancora

    vigilata attentamente. Dopo la liberazione, si trasferisce con la famiglia in Brasile, ove Giacomo

    Bottino viene ucciso, nel corso di una banale lite, da un rissoso confinante. Ritornata nuovamente

    in Italia, a Roma, ospite della sorella Ines, nel 1973 avanza domanda al governo italiano affinch le

    vengano riconosciuti i benefici di legge previsti per i perseguitati politici antifascisti e razziali e i

    loro familiari superstiti. Nel 1975, accogliendo listanza, la Repubblica Italiana, riconosce i suoi

    diritti e concede ad Ida un assegno vitalizio di benemerenza ed uno di reversibilit di Giacomo

    Bottino. Muore a Niteri, localit vicino a Rio de Janeiro, il 22 ottobre 1989 allet di 92 anni.

    FONTI:VOCE,SCARSELLI IDA .Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, a cura di M. Antonioli

    ... [et al.], Pisa, BFS edizioni, 2003-2004, 2 v.

    (1)Per quanto riguarda i fatti di Certaldo del 28/02/1921 e la Banda dello Zoppo si veda :

    L. Lagorio,Ribelli e briganti nella Toscana del Novecento. La rivolta dei fratelli Scarselli e la

    banda dello Zoppo in Valdelsa e nel Volterrano, Firenze 2002 p.126.

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    Trotta Ernesto, (Socialista)di Salvatore e di Iantorno Isabella, nato a S.Fili il 10/3/1895.

    Nel 1914 emigr in Brasile dove lavor, presso la redazione di un quotidiano di cui, suo fratello

    Antonio(1)era corrispondente. Nel 1924 vennero entrambi espulsi come indesiderati. Ritorn a

    Paola e il 24/7/1926, a Rende, si spos con De Paola Ersilia di Vincenzo, ebbero quattro figli.

    Risiedettero a Paola in Corso Colombo N 31. Lavor come commerciante e mediatore con suo

    padre. I familiari raccontano che negli anni che vanno dal 1939 al 1943, per motivi di lavoro, era in

    possesso di un abbonamento ferroviario da Messina a S.Croce sullArno e grazie a questa mobilitgli veniva chiesto di portare con se materiale di propaganda antifascista da distribuire ai compagni

    di fede.Venne arrestato pi volte, ma rimase sempre in contatto con il socialista Biagio Ganino ed il

    comunista Giuseppe Lattari.Emigrato a Rio De Janeiro il 13/7/1954. Mor a Paola il 28/5/1968.

    (1)Sulla presenza di Antonio Trotta (giornalista) anarchico in Brasile vedi:

    Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi allestero, Ed.

    Le Nuvole, Cosenza 2002. Antonio Trotta (giornalista) lo ritroveremo in Brasile, a Rio deJaneiro, militante nei gruppi anarchici che operano in quella nazione con Falbo Salvatore fu

    Giuseppe sarto in collegamento con altri paolani anarchici come Antonio Maddalena(calzolaio) che si stabilisce prima a Petropolis e poi a Rio e Antonio Federico Gentile

    (muratore) a S.Paolo del Brasile.

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    ____________________________________

    BIBLIOGRAFIA

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    M. Antonioli ... [et al.], Dizionario Biografico degli Anarchici Italiani, a cura di Pisa,

    BFS edizioni, 2003-2004, 2 v.

    G.N.Berti, Errico Malatesta.Il buon senso della rivoluzione, Eluthera 1999

    Camera dei deputati N 2443 . Proposta di Legge. Abrogazione degli articoli delcodice penale concernenti i reati in materia di libert di opinione . Primo firmatario

    On. Pisapia. Presentata il 28 Febbraio 2002.

    Germinal Bottino, lettera autografa, Niteri (Brasile) in data 30/09/2003

    R. Boussinot, Piccola enciclopedia dellanarchia, i Garzanti , Aprile 1978

    S. Carbone, Il popolo al confino. La persecuzione fascista in Calabria, Cosenza

    1977.

    Centro Documentazione Popolare . Un uomo a ricordare. Leopoldo Matera

    TuttoPaola, anno II N1 Febbraio 1988, p. 32.

    F. CoriglianoGli anni trenta, episodi, personaggi, ricordi.TuttoPaola, anno III N

    7 Dicembre 1989, pp. 54-74.

    A. Dal Pont, A. Leonetti, P.Maiello, L. Zocchi,Aula IV, Roma, 1961

    F. De Andr Come unanomalia. Einaudi 1999.

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    Febbraio, 1993pp. 7-9.

    A.Eboli.Repetita iuvant- La Piazza.Anno III- Numero 11 GennaioFebbraio1998 pp. 9-10

    L. Lagorio, Ribelli e briganti nella Toscana del Novecento. La rivolta dei fratelli

    Scarselli e la banda dello Zoppo in Valdelsa e nel Volterrano, Firenze, 2002.

    Le tessere del P.S.I., acura di Angelo Malaioli - Versione elettronica di LucaGuglielmetti

    Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi

    allestero, Ed. Le Nuvole, Cosenza 2002.

    E. Misefari- A. Marzotti. Lavvento del fascismo in Calabria. Pellegrini editore

    Cosenza, 1980.

    Giorgio Sacchetti, Sovversivi agli atti. Gli anarchici nelle carte del ministerodellinterno. Schedatura e controllo poliziesco nellItalia del Novecento. Edizioni La

    Fiaccola, 2002.

    Isolo Sangineto, I Calabresi nella guerra di Liberazione.1 I Partigiani della

    Provincia di Cosenza.ICSAIC- Cosenza 1992-Luigi Pellegrini Editore.

    Adriano e Luca Sofri, Si allontanarono alla spicciolata. Le carte riservate di polizia

    su Lotta Continua. Sellerio Editore Palermo 1996.

    Francesco Spezzano,Fascismo e antifascismo in Calabria. Lacaita editore-Manduria,

    1975

    Berardo Taddei,Donne processate dal Tribunale speciale 1927-43, Verona,1969

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    APPENDICE

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    1) Tessera del Partito Socialista Italiano, anno 1905

    2) Tessera del Partito Socialista Italiano, anno 1922

    3) Tessera del Partito Socialista Italiano, anno 1938

    4) Tessera del Partito Comunista dItalia, anno 1921

    5) Tessera del Partito Comunista dItalia, anno 1922

    6) Bandiera rosso-nera degli anarchici

    7) Bandiera nera degli anarchici

    8) Fiocco nero internazionalista

    9) Due momenti della festa del Primo Maggio 1922 a Paola

    10) Tessera del Partito Socialista di Unit Proletaria (1947) e tessera del Partito Socialista Italiano(1949) appartenute a Giulio Lattari fratello del comunista Giuseppe Lattari.

    11)Scarselli Ida con la figlia Scintilla a Paola (CS) anno 1932 appena arrivati dal confino di

    Ponza

    12) Scarselli Ida da ragazza

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    13) Ida Scarselli e Giacomo Bottino ( fine anno 1924 inizio 1925) a Firenze

    14) Dichiarazionedi riconoscimento di Partigiano Combattente dellAvv. Raffaele De Luca

    15)Testamento spirituale e politico scritto dallAvv. Raffaele De Luca nella notte che doveva

    segnare la fine della sua vita. Il documento fu affidato al suo compagno di prigionia Avv. Stefano

    Siglienti.

    16) Settembre 1897, a Catanzaro si tenne il 1 Congresso Socialista Calabrese presieduto da Andrea

    Costa ( 18511910 )

    17) Componentila Sezione del Partito Operaio Socialista di Paola 1892

    18) Sentenza n. 37 del 6-10-1927 Pres. Sanna Rel. Buccafurri di condanna per Soccorso

    Rossodi Ida Scarselli, Giacomo Bottino,Montanari Giulio, Veracini Elisa.

    19) Manifesto commemorativo dello Sciopero del 1920 (Conservato in cornice e visibile presso la

    sede sindacale dello S.F.I. di Paola).

    20) Alcune delle testate di giornali democratici, pubblicati a Cosenza, durante il fascismo e

    nellimmediatezza della caduta di Mussolini.

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    1) Tessera P.S.I. anno 1905

    La prima tessera nazionale del Partito socialista, quella del 1905, in un formato

    decisamente poco tascabile, che la fa somigliare pi a un mini diploma che a un documento di

    riconoscimento da portare addosso.

    Lautore, Galantara, un nome ben conosciuto nel movimento socialista: fondatore nel 1892

    con Podrecca del settimanale satirico LAsino che ebbe una enorme diffusione in Italia fino

    allavvento del fascismo, fu uno dei disegnatori pi efficaci ed incisivi di area socialista.

    Sul fronte della tessera, una figura di donna con berretto frigio, simbolo della libert e del

    socialismo, tiene nella mano destra un martello e si appoggia con il braccio sinistro a un libro.Dietro di lei, una citt industriale si staglia contro un cielo rosso; il tutto in un semicerchio

    contornato da garofani liberty nella migliore tradizione jugend.

    La tessera, che riporta la scritta Partito socialista italiano, tessera di riconoscimento per

    lanno 1905 firmata, a destra in basso, Rata Langa che era lo pseudonimo di Galantara.

    E interessante notare che la simbologia della donna con il berretto frigio fu molto usata dal

    movimento socialista come allegoria della libert: simbolo di avanzamento, di rinnovamento, di

    liberazione dellumanit, deve questo suo significato al fatto che, nellantica Roma agli schiavi

    emancipati veniva donato, appunto, un simile berretto.

    Per la verit, il berretto frigio, come dice la parola, proviene dalla Frigia, dove era usato dai

    sacerdoti del dio Sole. Oltre ai significati gi detti, ha sempre avuto una ulteriore valenza positiva,

    nella cultura successiva e soprattutto dopo la Rivoluzione francese, proprio perch legato ai

    significati allegorici del sole, e cio rinascita, prosperit, avvenire, progresso.

    Al di l dellaspetto iconografico di questa prima tessera distribuita dalla Direzione del Psi,

    opportuno esaminare brevemente anche la sua tipologia, le sue caratteristiche politiche.

    Anzitutto, a differenza delle tessere precedenti che venivano stampate dai Circoli socialisti,

    dalle Sezioni, dalle strutture periferiche di area (cooperative, associazioni culturali ecc.) questa

    http://www.socialisti.net/tessere/tess01.htm#1905http://www.socialisti.net/tessere/tess01.htm#1905http://www.socialisti.net/tessere/tess01.htm#1905
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    tessera sottolinea il carattere personale della adesione: il soggetto non pi lAssociazione socialista di

    base, ma il singolo aderente, che iscritto al Partito socialista presso una Sezione territoriale.

    Sul retro dellimmagine di copertina, oltre alla firma del titolare, la tessera riporta quella del segretario

    della sezione e il timbro della Sezione stessa. La terza facciata del documento poi riservata alle

    annotazioni mensili relative ai contributi che liscritto ha versato al Partito.

    Nellultima facciata un breve testo sottolinea gli effetti delliscrizione: La presente tessera attesta nel

    detentore il carattere e i diritti di aderente al Partito socialista italiano: essa viene rilasciata a chi abbia

    anticipatamente pagato il contributo individuale alla cassa Centrale: valida per il solo anno in corso e si

    rinnova periodicamente di anno in anno.

    Nel 1922,lanno dellandata al potere di Mussolini, muta di nuovo il linguaggio iconografico

    della tessera socialista, con una chiara influenza della grafica francese che richiama la zattera della

    Medusa di Gericault. Due figure in primo piano, una con il braccio alzato, e sopra una immagine

    femminile che tiene alta una bandiera con su scritto Socialismo.

    2) Tessera P.S.I. anno 1922

    http://www.socialisti.net/tessere/tess05.htm#1922http://www.socialisti.net/tessere/tess05.htm#1922http://www.socialisti.net/tessere/tess05.htm#1922
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    3) Tessera P.S.I. anno 1938 (Pertini condannato a 12 anni di carcere, Morandi a 10 anni e

    Pesenti a 24 anni).

    4) Tessera P.C. dItalia anno 1921

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    5) Tessera P.C. dItalia anno 1922

    Nel1922,lanno dellandata al potere di Mussolini

    Anche il P.C.dItalia come il P.S.I. adotta la zattera.i tempi diventano difficili, naufraga lItalia,

    occorre salvare gli uomini e le loro idee di libert e giustizia sociale.

    6) Bandiera rossonera degli anarchici

    Nellaprile 1877 gli anarchici dellaBanda del Matese, guidati da Malatesta e Cafiero, issarono

    sul municipio di Letino la bandiera rosso-nera. Lepisodio citato non solo dalla bibliografia

    specializzata (P.C. Masini. Gli Internazionalisti. La Banda Del Matese) ma anche registrato

    nei verbali del processo di Benevento del 1878 contro i componenti della stessa banda.

    In seguito venne adottata dalla potente organizzazione anarco-sindacalista spagnola denominataCNT.

    http://www.socialisti.net/tessere/tess05.htm#1922http://www.socialisti.net/tessere/tess05.htm#1922http://www.socialisti.net/tessere/tess05.htm#1922http://www.socialisti.net/tessere/tess05.htm#1922
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    7) Bandiera nera degli anarchici

    Lo spostamento dalla bandiera rossa, simbolo della rivoluzione, verso quella nera va collocato

    storicamente proprio a cavallo tra gli anni 70 ed 80 del XIX secolo, periodo durante il quale siverifica il profondo cambiamento del movimento socialista. Il marxismo diviene la corrente

    predominante, passa dalla concezione rivoluzionaria della via da seguire a quella riformista eparlamentarista. Tale corrente principale del socialismo si appropria delluso della bandiera

    rossa.

    La bandiera nera sventol per la prima volta sopra il municipio di Parigi durante le tre gloriose

    giornate del luglio 1830.

    Nel 1831 fu vista per la prima volta in mezzo ad una folla operaia a Reims, durante una

    manifestazione di terrazzieri (in gennaio), con la scritta Lavoro o morte.

    8) Cravatta nera ( lavallire ) internazionalista

    Essendo vietato esporre bandiere o indossare cravatte rosse, gli anarchici, in varie occasioni :

    giorni di festa, di domenica, il primo Maggio, negli anniversari della Rivoluzione Francese, al

    confino, nel corso delle riunioni clandestine, nelle osterie si riconoscevano dal fiocconero e,soprattutto, in Romagna e Toscana, nei gelidi inverni, usavano indossare cappello a falde larghe

    e un ampio mantello nero.

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    9) Due momenti della festa del Primo Maggio 1922 a Paola, anno dellandata al potere di

    Mussolini, con la partecipazione dellOn. Marabini (Fototeca dell ICSAIC)

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    10) Tessera del Partito

    Socialista di Unit Proletaria (1947) e tessera del Partito Socialista Italiano (1949) appartenute a

    Giulio Lattari fratello del comunista Giuseppe Lattari.

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    11)Scarsell iI da con la figlia Scintilla a Paola (CS)

    anno 1932 appena arrivati dal confino di Ponza

    12) Ida Scarselli da ragazza

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    13) Ida Scarselli e Giacomo Bottino ( fine anno 1924 inizio 1925) a Firenze, fuggiti da Roma aseguito delle persecuzioni fasciste e della morte del primo figlio Germinal.

    Dopo nemmeno due anni vennero condannati per Soccorso Rosso (Propaganda Comunista).

    Sentenza n. 37 del 6-10-1927 Pres. SannaRel. Buccafurri

    Una famiglia di perseguitati politici di Certaldo riceve un aiuto finanziario di modeste proporzioni.

    Donatori e beneficiari sono condannati per Soccorso Rosso (Propaganda comunista)

    Montanari Giulio Certaldo (Fi) 18-9-1893 operaio 1 anno e 6 mesi

    Veracini Elisa Certaldo (Fi) 22-6-1890 fruttivendola 2 anni

    Scarselli IdaCertaldo (Fi) 17-7-1897 casalinga 2 anni 6 mesi

    Bottino GiacomoPaola (Cs) 12-2-1897 stuccatore 3 anni

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    14) Dichiarazione di riconoscimento di Partigiano Combattente dellAvv. Raffaele De Luca

    Fonte: Archivio ICSAIC - Cosenza

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    15) Testamento spirituale e politico scritto dallAvv. Raffaele De Luca nella notte che doveva

    segnare la fine della sua vita. Il documento fu affidato al suo compagno di prigionia Avv.

    Stefano Siglienti.

    Fonte: Isolo Sangineto. I Calabresi nella guerra di Liberazione.1 I Partigiani della Provincia di

    Cosenza. ICSAIC- Cosenza 1992-Luigi Pellegrini Editore.

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    16) Settembre 1897, a Catanzaro si tenne il 1 Congresso Socialista Calabrese presieduto da

    Andrea Costa ( 18511910 ) (al centro della foto con i baffi).

    Il segretario del Congresso fu Maurizio Maraviglia (in seguito ader al fascismo), intervennero

    tra gli altri:

    Giovanni Romanico da Rogliano, Antonio Rende da Catanzaro (in seguito Prof. di Filosofia

    allUniversit diPalermo), Carlo Turano (in seguito Notaio e poi sindaco di Crotone),De Bella da

    Nicastro, Germinosa ( in seguito chirurgo a Nicastro), Camillo Loiedo (in seguito avvocato e

    sindaco di Nicastro) Minici da Catanzaro (in seguito avvocato), Marincola (avvocato da

    Catanzaro) , Mosciaro da S.Benedetto Ullano, Maddalena Francesco (in seguito notaio daPaola).

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    17) Componenti la Sezione del Partito Operaio Socialista di Paola 1892

    Borgia Pietro fu Gennarocontadino

    Candela Giuseppe fu Francescostudente

    Cesario Fedele fu Francescosarto

    De Luca Raffaele fu FlorindostudenteFalbo Salvatore fu Giuseppesarto (*)

    Fuoco Enrico fu Federicopossidente

    Itria Giacomo fu Antoniostudente

    Logatto Enrico fu Giuseppestudente

    Logatto Natale fu Giuseppestudente

    Maddalena Francesco fu Ferdinandostudente

    Maraviglia Giuseppe fu Pietrostudente

    Maraviglia Maurizio fu Pietro - studente (**)

    Magnavita Luciano fu Benino

    Maselli Francesco fu Fedelesarto

    Maselli Ignazio fu SalvatoresartoMinervino Giuseppe fu Alfonsooperaio

    Pizzini Benedetto fu Francescostudente

    Rossi Eugenio fu Francescogeometra

    Stella Nicola fu Antoniooperaio

    Storino Salvatore fu Giuseppecostruttore

    Scovino Pietro fu Gennaro - contadino

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    (*) sulla presenza di Falbo Salvatore e degli anarchici paolani in Brasile e Argentina siveda:

    Katia Massara, Lemigrazione sovversiva. Storie di anarchici calabresi allestero, Ed.

    Le Nuvole, Cosenza 2002.

    Falbo Salvatore fu Giuseppe (sarto) lo ritroveremo in Brasile, a Rio de Janeiro, militante neigruppi anarchici che operano in quella nazione con il suo compagno di fede Antonio Trotta(giornalista) in collegamento con altri paolani anarchici come Antonio Maddalena (calzolaio)

    che si stabilisce prima a Petropolis e poi a Rio e Antonio Federico Gentile (muratore) aS.Paolo del Brasile. De Luca Salvatore(stivatore), Medaglia FrancescoGiuseppe(meccanico

    commerciante ) e Paradiso Francesco(calzolaio) tutti paolani, si stabilirono a Buenos Aires

    in Argentina. Nel novembre 1902 De Luca Salvatore , tesoriere onorario della societ di

    resistenza lavoratori del porto, aderente alla Federacn Obrera Regional Argentina (F.O.R.A.)

    nel corso di uno sciopero generale fu arrestato e nel febbraio 1905 fu espulso e tradotto in

    Uruguay.

    (**) sulla vicenda politica di Maraviglia Maurizio fu Pietro, nato a Paola nel 1881,

    si veda:

    E. Misefari- A. Marzotti. Lavvento del fascismo in Calabria.Cosenza ,1980.

    Antonio Eboli. I 100 anni del P.S.I. Paola e dintorni. Anno 1 n. 1-2 Gennaio Febbraio 1993

    pag. 7-8-9

    Maraviglia Maurizio fu, nel 1892, uno dei 21 componenti della sezione del Partito Operaio

    Socialista di Paola. Partecip, nel Settembre 1897, a Catanzaro al 1 Congresso Socialista Calabrese

    presieduto da Andrea Costa. In seguito, come fece Miele Bianchi, ader al fascismo e nel Marzo del

    1923 entr nel Direttivo Nazionale del Partito Nazionale Fascista . Divent Senatore. Caduto ilFascismo , trascorse qualche tempo in un tranquillo campo di concentramento alleato . Fu rilasciato

    e invecchi, in tranquillit, scrivendo memorie.

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    Sindacato Ferrovieri Italiani, Sezione di Paola

    18) Manifesto commemorativo dello Sciopero del 1920 (Conservato in cornice e visibile

    presso la sede sindacale dello S.F.I. di Paola).

    A Paola, i ferrovieri, erano la punta di diamante della classe operaia. Il Prof. Francesco Itriafu uno dei maggiori organizzatori degli scioperi che videro protagonisti i ferrovieri.

    Anche il segretario della sezione paolana del Partito Comunista dItalia, che nel 1921 contava una

    diecina di tesserati, Giuliano Quattrocchi (1),era un ferroviere.

    (1) Il Comunista Quattrocchi, il 27 Dicembre 1922, venne fermato dai fascisti e in ossequio alle

    direttive impartite da M. Bianchi, gli venne propinato lolio di ricino.

    Ai due ferrovieri che passeggiavano con lui furono elargiti calci e manganellate.Il giorno dopo, 28 Dicembre 1922 , a S.Lucido, verso due gerarchi furono esplosi colpi di pistola

    lungo una strada di campagna. La ritorsione fascista si rivolse di nuovo contro il ComunistaQuattrocchi di Paola purgato il giorno prima. I fascisti andarono a stanarlo in casa sua e

    Quattrocchi si salv dalla rappresaglia scappando da una uscita secondaria e nascondendosi inuna scarpata vicino la Villa Comunale.

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    19)Ferrovieri licenziati per motivi politici:

    Giuseppe Bottino

    Giovanni Chimera

    Pasquale Gravina

    Pasquale Matera

    Domenico Nillo

    Antonio Sacco

    Francesco Scovino

    Pasquale Siciliano

    Pasquale Gravina, uno dei ferrovieri, licenziati per motivi politici, dovette attendere il 1943

    per essere riassunto nelle F.F.S.S.

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    20) ALCUNE DELLE TESTATE DI GIORNALI DEMOCRATICI, PUBBLICATI A

    COSENZA, DURANTE IL FASCISMO E NELLIMMEDIATEZZA DELLA CADUTA DI

    MUSSOLINI.

    Fonte: Emeroteca ICSAICCosenza

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