ANDREA ZINATO Università di Pisa - cvc.cervantes.es · Invece l'amore non corrisposto definito...

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ANDREA ZINATO Università di Pisa "Meus olios morte son de vós, meu cora^n": lo sguardo dell'amore Attraverso la visio, visione e contemplazione, avviene la per- cezione della bellezza la bellezza altera, turba e seduce l'immagina- zione e la fantasia. La vista diviene sguardo, atto interpretativo ed intellettivo della percezione sensoriale. L'innamoramento a prima vista è inizialmente un processo fisiologico, che conduce a uno stato simile all'ebbrezza, che provoca tremori, fa impallidire il viso, ren- de gli occhi secchi e cerchiati ma vivacissimi, fa dimagrire, fa sospi- rare frequentemente perché gli umori corporali hanno perso il loro equilibrio e sono pericolosamente alterati. Nel caso in cui non ven- ga controllato e corrisposto conduce rapidamente al deperimento, perché il cuore, egemone, prevale sull'intelletto, preposto al mante- nimento della mesura, e sul fegato, preposto alla circolazione degli umori 1 . Sono la reciprocità o il rifiuto del sentimento che determi- nano le conseguenze. Nel primo caso si ristabiliscono gli equilibri e avviene la trasformazione dell'uomo o della donna in amante 2 . L'a- more reciproco e corrisposto rientra nel dominio della razionalità e la cupiditas diviene fisiologico e naturale desiderio di unione ses- suale che viene riconosciuta, cristianamente, all'interno del matri- monio. Invece l'amore non corrisposto definito semplice, demoniaco o pandemoniaco, costringe l'amante a una condizione di follia, di cui non vuole liberarsi, di cui si compiace di essere vittima, con la quale egli vuole manifestare e dare a conoscere il suo stato di innamoramento. In tutto questo processo la memoria gioca un ruolo imprescindibile, dato che perpetua e rivitalizza il ricordo e l'imma- 1 Ciavolella [1976], Cátedra [1989] 2 Serés [1996].

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ANDREA ZINATO

Università di Pisa

"Meus olios morte son de vós, meu cora^n":lo sguardo dell'amore

Attraverso la visio, visione e contemplazione, avviene la per-cezione della bellezza la bellezza altera, turba e seduce l'immagina-zione e la fantasia. La vista diviene sguardo, atto interpretativo edintellettivo della percezione sensoriale. L'innamoramento a primavista è inizialmente un processo fisiologico, che conduce a uno statosimile all'ebbrezza, che provoca tremori, fa impallidire il viso, ren-de gli occhi secchi e cerchiati ma vivacissimi, fa dimagrire, fa sospi-rare frequentemente perché gli umori corporali hanno perso il loroequilibrio e sono pericolosamente alterati. Nel caso in cui non ven-ga controllato e corrisposto conduce rapidamente al deperimento,perché il cuore, egemone, prevale sull'intelletto, preposto al mante-nimento della mesura, e sul fegato, preposto alla circolazione degliumori1. Sono la reciprocità o il rifiuto del sentimento che determi-nano le conseguenze. Nel primo caso si ristabiliscono gli equilibri eavviene la trasformazione dell'uomo o della donna in amante2. L'a-more reciproco e corrisposto rientra nel dominio della razionalità ela cupiditas diviene fisiologico e naturale desiderio di unione ses-suale che viene riconosciuta, cristianamente, all'interno del matri-monio. Invece l'amore non corrisposto definito semplice, demoniacoo pandemoniaco, costringe l'amante a una condizione di follia, dicui non vuole liberarsi, di cui si compiace di essere vittima, con laquale egli vuole manifestare e dare a conoscere il suo stato diinnamoramento. In tutto questo processo la memoria gioca un ruoloimprescindibile, dato che perpetua e rivitalizza il ricordo e l'imma-

1 Ciavolella [1976], Cátedra [1989]2 Serés [1996].

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gine dell'amata che, dopo essere stata percepita dagli occhi, si im-prime nel ventricolo posteriore del cervello e si idealizza nel pen-siero.

L'insieme di queste credenze e conoscenze e di queste espe-rienze venne elaborato, come è risaputo, non solo in numerosi trat-tati di medicina, che insegnavano a riconoscere, diagnosticare e cu-rare il mal d'amore o amor heroicus o amor héreos, ma anche innumerose opere letterarie di epoche diverse che hanno come ogget-to l'amore3.

Nell'impossibilità di menzionare la gran messe di testi4 che avario titolo si occupano di amore, in questa sede mi pare rilevantericordare, per l'importanza del contesto e del periodo di cui par-liamo, almeno il trattato De amore di Andrea Capellano (o il Ca-pellano)5, soprattutto per la celeberrima definizione dell'amore chein esso viene data:

Amor est passio quaedam innata procedens ex visione et im-moderata cogitatione formae alterius sexus, ob quam aliquissuper omnia cupit alterius potiri amplexibus et omnia deutriusque volúntate in ipsius amplexibus et amplexi amorispraecepta compleri...

L'amore dunque è una passione, innata, -al hombre es nece-sario amar6 o con parole di Juan Ruiz aver juntamiento con fembraplazentera1- che si origina con la vista ed è, soprattutto, un'immo-derata cogitatio, vale a dire un'ossessione per l'altro sesso, che siplaca solo con l'unione fisica.

Infatti nella trattatistica medica una delle cure consigliate almalato d'amore era l'unione con altre donne che permetteva di rie-

3 Si vedano Cátedra [1989] e Serés [1996] con relative bibliografie.* Per un quadro di sintesi della dottrina medievale dell'amore si veda A.

Nygren, Eros e agape. La nozione cristiana e le sue trasformazioni, Bologna, il Mu-lino, 1973, soprattutto pp.623-679.

hapud Ciavolella [1976: 102].8 Cátedra [1989: 113-41].7LBA(ed.cit. 71).

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quilibrare gli umori e di distogliere la cogitatio dall'ossessione perun'unica donna. Tuttavia il melanconico rifiuta l'amore fisico e car-nale, dato che non vuole guarire. Normalmente il malinconico è unuomo perché le donne hanno una costituzione più fredda e dunquemeno soggetta alle alterazioni umorali.

Di tale precettistica si trova eco nei vari codici e contro-codicid'amore elaborati dalla poesia franco-provenzale, dalla letteraturaamorosa araba, dalla letteratura italiana delle origini, dagli stilno-visti, da Dante, da Cavalcanti, da Petrarca8, dalla poesia lirica ga-lego-portoghese9, dall'epigona galego-castigliana10, cui appartieneMaclas, da numerosi poeti cancioneriles iberici11 e da un lungo ecce-tera12.

Inoltre di essa si alimenteranno i castelli, le dispute, i tornei,gli ospedali, le carceri, le navi, le messe, i trionfi, i purgatori, gli in-ferni e i tribunali d'amore, ovvero la religione, la deificazione, la li-turgia, l'ironia, la parodia, l'allegoria, la dissacrazione dell'amore,di cui tanti esempi abbiamo anche nella poesia medievale spagno-la13.

Ritorniamo alla vista. Il trattato in prosa Flor de virtudes,contenuto nel Cancionero de Ixar, così descrive le fasi dell'innamo-ramento, riprendendo alcune considerazioni sull'amore elaboratenella Stimma theologiae dall'Aquinate, che sintetizzano secoli dipensiero filosofico-religioso:

el primero movimento de amor está en la conoscencia o vía deconoscer. Desciende de los cinco sesos principales del cuerpo;

"Ciavolella [1976], [Seres 1997]."Tavani[1988].10 Le Gentil [1949 ], Scudieri Ruggieri [1980], Zinato [1996], Polín [1997].

Pena [1986: 356]. Per gli aspetti linguistici e stilistico-formali della scuola galego-castigliana è particolarmente utile lo studio di Periñán [1969]. Parimenti impor-tanti sono gli studi di Beltrán [1988] e [1990].

nWhinnom[1981]."S i vedaDutton [1991].13 Le Gentil [1949, I: passim], Dutton [1991]. Le Gentil [197-8]. Per quanto

riguarda i poeti cancioneriles si veda Caravaggi [1986: 15].

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así come es: del veer de los ojos, e del oyr de las orejas e deloler de las narizes, e del gustar de la boca e del palpar de lasmanos. E aun este conoscimiento es en otra parte del cuerpo:esto es, en el seso intelectual, el qual es en la ymaginación14.

Come abbiamo detto, se il primo movimento è recepito, conte-stualmente, nel ventricolo razionale del cervello allora il movented'amore diviene intelleggibile.

Se invece il processo fisico-intellettivo si interrompe,l'innamorato si ammala di una acuta forma paranoico-maniacale,Yaegritudo amoris o amor héreos, di cui ci offre una conosciuta de-scrizione il trattato medico Lilium de medecina scritto nel 1305 daBernardo Gordonio, la cui traduzione castigliana venne pubblicatanel 1495 a Siviglia:

Libro II. Capítulo XX: De amor que se dize héreosDesta passión es corrompimiento determinado por la forma ela figura que fuertemente está apresionada (...). E tanto estácorrompido el juizio e la razón, que continuamente piensa enella e dexa todas sus obras en tal manera que si alguno fablacon él non lo entiende, porque es en continuo pensamiento.Ésta solicitud melancónica se llama (...) E dízese héreos por-que los ricos e los nobles, por los muchos plazeres que han,acostumbran de caer o incurrir en esta passión15.

La vista è la soglia, il primo atto dell'alterazione e del turba-mento. Gli altri sensi sono preposti alla seduzione e alla reciproci-tà: l'udito, Yamor ex audito, ovvero il canto e la voce dell'amato/a16,

14 Cancionero de Juan Fernández de Ixar, ed. de J. M. Azáceta, Madrid,CSIC, 1956, II 687 e apud Serés [1996: 114-115].

16 B. Gordonio, Lilio de medecina, edición crítica de la versión española, Se-villa, 1495, por J. Culi y B. Dutton, Madison, 1991, pp. 107-109. Si veda ancheCátedra [1989: 213].

16 Si vedano P. Pedraza, El canto de las sirenas, in "Fragmentos", 6, 1985,pp. 28-38 ed il recente saggio di A. Egido, La seducción por la palabra o el engañoa los oídos en el Siglo de Oro, "Rivista di Filologia e Letterature Ispaniche", III(2000), pp. 9-33.

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l'odorato e il gusto, ovvero il profumo o il sapore della pelle e dellelabbra, mentre il tatto è preliminare all'unione fisica dei due aman-ti. Lo sguardo è un momento inaspettato, dolorosamente o gioiosa-mente individuale: vedere, guardare, innamorarsi. Desde que vosvi, eu vos vi por meu mal sono due delle formule ricorrenti che nellecantigas galego-portoghesi e galego-castigliane indicano il momentodella visio.

È il principio scatenante del male d'amore, che, come ripetoriguarda inizialmente il fisico, la costituzione stessa della persona,ma che se non curato, e spesso l'innamorato, come Macias, rifiutala cura, investe l'intelletto e conduce alla follia d'amore, alla locurad'amor.

Gli occhi colgono l'immagine della donna, i cui occhi a lorovolta sono, secondo conosciute tradizioni piatomene, aristoteliche ele successive sintesi attuate dal pensiero cristiano17, lo specchio del-l'anima, e l'immagine o delle idee o della divinità: già Saffo percepi-sce divinamente la figura e l'immagine dell'amato/a: phaìnetai moiisos theois, mi appare simile agli dei.

E non è per casualità che nell'opera che definitivamente chiu-de, per così dire, il Medioevo, le prime parole che l'innamorato Ca-lixto rivolge a Melibea ancora si riferiscano a Dio, alla natura, allabellezza e alla vista:

Cal.- En esto veo, Melibea, la grandeza de Dios. Mel.-¿En quéCalixto? Cal. - En dar poder a natura que de tan perfectahermosura te dotasse, y fazer a mí, inmérito, tanta mercedque verte alcancasse, y en tan conveniente lugar que mi se-creto dolor manifestarte pudiesse18...

17 Seres [1996:15-86]18 Fernando de Rojas, Comedia o Tragicomedia de Calisto y Melibea, ed. de

Peter E. Russell, Madrid, Castalia, 1991, p. 211. Ne LC Matías è citato nel II atto(ed. cit, p. 271) da Sempronio. Viene menzionato una seconda volta da Pleberio,nel monologo conclusivo della versione di 21 atti: (ed. cit., atto 21, p. 595). Si veda-no anche J. S. Martin, Love's Fools: Aucassin, Troilus, Calisto and thè Parody ofthè Courtly Lover, London, Tamesis, 1972; D. S. Severin, La parodia del amor cor-tés en La Celestina, in "Edad de Oro", 3 (1984), pp. 275-279; M. E. Lacarra, La

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Ho rapidamente e fin troppo schematicamente riassunto te-matiche alquanto complesse, che riguardano discipline molto di-verse, la filosofia, la medicina e la letteratura, che nel Medioevotuttavia erano strettamente legate. Infatti come sintetizza Ciavo-lella:

le correnti che chiameremo (...) scientifico-filosofica e correnteletteraria seguono un loro corso di sviluppo indipendente, maa partire dal primo secolo dell'era cristiana lentamente sicompenetrano influenzandosi a vicenda.

La stessa letteratura fornisce la fenomenologia del mal d'a-more: su di essa si baseranno le teorie mediche che avranno grandediffusione nel Medioevo, e che in ultima sintesi, rappresentano unastraordinaria sapienza sincrética che unisce Ippocrate, Galeno, lamedicina araba, la religione, la filosofia e la stessa letteratura.

Consideriamo ora come in cinque testi dell'innamorato infe-lice per antonomasia delle lettere iberiche19, ovvero Macias, la pa-tologia somatizzata delì'aegritudo amoris, causata dalla cupiditasindotta dalla visione della bellezza femminile, che provoca, nellafattispecie, la condizione di amante non corrisposto, si manifesta esi codifica in completa condivisione di quanto finora abbiamo rias-sunto. Le cinque cantigas sono Cativo de miña tristura [ID 0131],Ay, señora, en que fianca [ID0447], Amor cruel e brioso [IDO 128],

parodia de la ficción sentimental en la Celestina, in "Celestinesca", voi. 13, n. 1(1989), pp. 11-29. Lacarra mette in risalto l'importanza del primo incontro e delprimo dialogo tra Calixto e Melibea in relazione alle dottrine dell'amor cortese e aitrattati sull'amore (pp. 13-17). D. Seniff considera il trattato Lilio de medecina unadelle fonti de LC nel suo breve saggio Bernardo Gordonio's Lilio de medicina: Apossible Source of Celestina, in "Celestinesca", lO.i (1986), pp. 13-18. Si veda ancheF. Maruzzi, La escala de amor de Calisto, in "Celestinesca", voi. 22, n. ii (1998), pp.49-60.

19 E' più che nota la fortuna di Macias nelle lettere iberiche, si vedano Van-derford [1933-4], Rodríguez Sánchez [1970], Zinato [1996], Polín [1997].

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Con tan alto poderyo [ID0130] e Prove de buscar mesura [ID1437]20.Questa sequenza, che rispecchia l'ordine di successione delle canti-gas nel Cancionero de Baena e negli altri testimoni conosciuti21, an-drebbe adeguata all'evoluzione spirituale e al decorso della malat-tia d'amore di Macias.

Questo nuovo ordine, vale a dire Ay, señora, en que fianca,Amor cruel e brioso, Con tan alto poderyo, Cativo de miña tristura eProve de buscar mesura corrisponde alle varie fasi della malattiad'amore di Macias, fermo restando che ogni singolo testo, in modidiversi, contiene riferimenti ai vari stadi dell'infermità.

In effetti in Ay señora en que fianqa [I], l'innamorato, che hagià visto la donna, le si rivolge direttamente dichiarandole il vas-sallaggio d'amore (w. 5-14) a ti adoro agorai e todavía de todo lealtálente, I miémbrate de mí, Señora, I por cortesía I e sempre te vengaen miente I e non dexes tu serviente/ perder por olvidanqal e tú fa-rás buenestanqal e mesura, versi che contengono echi dei codicidell'amor cortese: leal tálente, serviente, buenestanqa, cortesía, me-sura ecc... Maclas nutre ancora speranze di corrispondenza, benchéil processo di alienazione sia già in atto, dato che la memoria del-l'amata vacilla, mentre quella del poeta è preda di un'immoderatacogitatio. Infatti il ricordo dell'amata occupa completamente il pen-siero (w. 21-24): faz que non sea perdida/ en ty la mi esperanqa,/pues que toda mi nenbranqal es tu figura.

In questa cantiga la cupiditas, celata sotto la esperanqa, non èancora frustrata e la pur crescente alienazione dell'innamoratomelanconico, eroico, non è ancora lacerante, visto che, almeno neiversi 1-30, il poeta si rivolge a mha señor. Non è ancora avvenutoquel triplice processo che, come segnala Serés [1996: passim], con-duce l'innamorato non corrisposto dalla primitiva contemplación

20 Utilizzo Zinato [1996] e Polín [1997]. Tra parentesi indico il numerod'identità proposto da Dutton [1991: VII]. Le cinque poesie sono quelle attribuite aMacias con argomentazioni attendibili e in base ai dati filologici delle edizioni ci-tate. Una preziosa analisi filologica e un'interessante lettura stilistico-tematicadei testi considerati è data da Casas Rigali [1996].

21 Dutton [1991], Zinato [1996], Polín [1997].

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alla enajenación e alla ineluttabile muerte simbòlica, evocata neiversi 28-29: en ty tengo yo la morte/ syn contenda, priva o meno deldoppio senso sessuale.

Tuttavia l'amata nell'esasperazione dell'amor héreos, è desti-nata a sparire, la sostituisce come unico interlocutore il dio d'amoredei melanconici, ovvero Eros, l'amore pandemico, divinità oggettodi culto della religio amoris cui l'innamorato si vota.

Amor cruel e brioso [II], così Magias si rivolge a Eros aggiun-gendo (w. 10-12): por la tu grant crueza I mi coraqón con tristeza/es puesto en pensamiento: amore rompe il patto di fiducia (w. 27-8),abaxas la nobleza de qui en ty ovo fianca, il cuore diviene egemone,domina su cervello e fegato preposti all'equilibrio psico-fisico, edunque la passione si traduce in tristezza, melanconia, deperimen-to e impossibilità di liberarsi del ricordo-immagine dell'amata.

Il potere dell'amore è illimitato: se il poeta, incauto, tenta dimisurarsi con lui, l'impari lotta si traduce in sconfitta e prigionia.Nella cantiga Con tan alto poderío [III] Maclas elenca, in un allego-rico corteo dell'eros ouranios, le ancelle e il sodale di Amore (w. 9-14): con el venía Mesura/ e la noble Cortesyal la poderosa Cor-dura/ la briosa LoqaníaJ reglávalos Fermosural que traya grantValor. La trasformazione in amante corrisposto viene interrottaperché (w. 15-6) amor venció la mi grant locura: il cuore ancorauna volta diventa egemone (v. 17) mi coraqón syn seso. Ne conseguela topica prigionia d'amore (w. 27-32): Eprisome con crueza/ ondebivo encargelado;/ las mis guardas son Trystezal e Cuydado en quebevi I después que vyl la su muy grant realeza22.

La malattia fisica provoca tristezza, alienazione e isolamento,tant'è che i trattati medici, per curare il mal d'amore, consigliavanoi bagni, la conversazione, la vita sociale, l'ascolto di musica ed unaattività sessuale che potesse distogliere la memoria dell'innamora-to dall'imago dell'amata23.

Maclas è dunque prigioniero della sua tristezza cioè delle con-

22 Per una interpretazione di questi versi si veda anche Le Gentil [1949:180].

23 Lilio de medecina [Dutton 1991: 108].

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seguenze psico-fisiche della sua malattia, si dichiara Cativo demiña tristura [IV]. La malattia, che è riconoscibile in base ai sin-tomi cui accennavo prima, intimorisce chi gli è vicino (w.2), ja to-dos prenden espanto, se non viene curata, come diagnosticano i me-dici, conduce alla solitudine, alla condizione ferina, alla licantropiae infine alla morte.

E infatti non meglio identificati ellos riconoscono lo stadioestremo della malattia e nel trebello conclusivo della cantiga si rife-riscono esplicitamente al cane rabbioso che si rivolta contro il pa-drone (w. 34-36): por én asy dirán:/ can ravioso è cosa brava/ de suseñor sé que trava.

La morte simbolica suggella il processo (w. 13-14): que moyrodesanparado I con pesar e con desejo, l'innamorato rifiuta la tera-pia, la locura ha effetti devastanti sugli equilibri umorali e provocauna dipendenza psico-fisica (21-22): miña locura asy cresce/ quemoyro por én tornar, e ancora una volta, con ripetitività ossessio-nante, il cuore egemone non solo impedisce la reciprocità dell'amo-re (w. 30-31), meu coraqón me mandai que seja sempre negada, maanche la cura (w. 32-33) pero mays non saberánl de miña coytalazdrada, il malato d'amore sceglie l'isolamento, rifiuta la simpa-theia, la condivisione con gli altri della coita come consigliato daimedici.

Nonostante il poeta sia cosciente e in parte compiaciuta vit-tima dell'amor héreos, ha comunque cercato di guarire la sua infer-mità, cercando di ristabilire la mesura e l'equilibrio psico-fisico:Prove de buscar mesura \V\. Il processo tuttavia è ineluttabile, ladonna è evocata solo attraverso la sua bellezza, che gli occhi del po-eta hanno visto, memorizzato e continuano a immaginare (w. 10-13): meus olios tal fermosural fueron ver porque peresqel meu cora-qón con tristura/ e amor non me guaresqe... La sequenza si ripete:vista, egemonia del cuore, melanconia, malattia cui l'amore nonpuò porre rimedio. A loro volta gli occhi provocano la morte del cuo-re: la sendeqe (v.4) si contrappone alla mesura (v. 1) e la triste-za/tristura (w. 12, 33) alla ledeqe (v. 15).

La cura, questa volta, sarebbe riposta nella volontà di Dio (w.17-18): ben puede Deus fazerl tras grani pesar, plazer. Il poeta cer-

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ca la ricompensa per la sua tenada e ostinazione nel perseguirel'insano amor héreos che è la causa della coita e della locura. Tutta-via nell'atto simbolico della morte Macias invoca la misura, vale adire l'amore razionale, corrisposto (w. 23-24): ¡Mesura! morrey cha-mando; e tra i sospiri, che sono provocati dall'alterazione della re-golarità della respirazione, un altro dei sintomi della malattia,Macias proclama e ribadisce (w. 26-27): meus olios morte soni devós, meu coragón2*.

Si noti la pausata scansione del distico che costituisce il tre-bello introdotto da un verbum dicendi (v. 24, diziendo): due sette-nari di ritmo trocaico la cui rima ossitona, maschile, richiama l'ine-luttabilità, simbolica della morte, sottolineata dal!'encabalgamientoe dalla pausa interna che segue il primo ictus del secondo verso25. Ilcuore egemone è il solo interlocutore, si è sostituito a mha señor:appartiene al poeta come gli occhi che ne hanno causato la morte:meus olios, meu coragón26. Gli occhi non sono la morte, ma ne sonoil veicolo.

Sono occhi privi di lacrime perché la malattia le ha seccate27.Tuttavia la búsqueda della mesura non viene soddisfatta: es-

sa manca dove è solita trovarsi, nell'equilibrio umorale e nel razio-cinio d'amore (w. 1-2) prove de buscar mesura I ó mesura nonfallesce. Il poeta è consapevole che solo l'amore corrisposto da pia-cere e che comporta l'evoluzione della cupiditas nella cantasiamistad e dunque la guarigione. Con un estremo, ultimo atto di in-dividualità, di solitudine e di rassegnata accettazione della sedu-cente malattia, che sancisce l'identificazione spirituale e psico-fi-

M Casas Rigali [1993].25 E' ancora aperta la questione se alle poesie di Macias vada applicata o

meno la legge di Mussati a nei versi con terminazione ossitona. Alcuni problemimetrici che presentano le poesie di Macias sono abbastanza complessi. Una buonaanalisi si trova ancora in Casas Rigali [1996: 39-45].

26 Casas Rigali [1996: 36]: "(...) En Macias, el coragón y los ojos pueden en-frentarse entre sí y plasmar, de este modo, el caos interior del yo lírico, que nosabe dominar sus emociones". Secondo la lettura da me proposta olios e coragónnon si contrappongono, ma partecipano in modi diversi a un'unico processo psico-fisico.

27 Si veda Dutton [1991:108].

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sica con la locura d'amor, con Yamor héreos, e che dunque consacre-rà il sacrificio di Macias, questi ci dice (w. 30-36): mesura logo ol-videyl e quanto plazer avyal con pesar que teño migo I e trystezatodavya,/ aqueste trebello digo: I Bon Deus, a mí faz vezerl porgran pesar plazer2*.

II tormento amoroso e la malattia d'amore diventano, con unconsapevole processo di entelechia, la forza e il piacere che Maciasrichiede al dio Amore. I termini utilizzati trasferiscono alla lettera-tura i sintomi, le manifestazioni e le conseguenze dell'amor héreos,così i sostantivi: tristura, coyta, quebranto, tormento, sandece, lo-cura, morte I muerte e gli aggettivi cativo, encarqelado, preso, mal fa-dado, denodado, desbaratado, desanparado, lazdrado, sandio, fe-rido.

Macias, sostanzialmente e in conclusione, è innamorato del-l'amore29, il quale, secondo Gordonio, "es locura de la voluntad por-que el coragón fuelga por las vanidades mezclando algunas alegríascon grandes dolores y pocos gozos30".

28 Martínez Barbeito [1951: 63] considera la poesia "un tanto oscura y confu-sa (...) que insiste en su melancolía y desengaño del mundo". Forse interpretan-dolo alla luce della diagnostica dell'amor héreos il testo risulta più coerente.

29 È molto interessante notare come nel Laberinto de fortuna di Juan deMena (ed. Carla de Nigris, Barcelona, Crítica, 1994, coplas 105-107) Macias invitigli innamorati a non amare l'amore e dia consigli per guarire dall'amor héreos (ilgrassetto è mio): (e. 106) "(...) Sabed al amor desamar, amadores".// (c. 107)Tuid un peligro tan apasionado/ sabed ser alegres, dexad de ser tristes;/ sa-bed deservir a quien tan servistes/ a otro que amores dad vuestro cuidado(...)".

30 Dutton [1991:108]

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* Si rimanda anche alle bibliografie delle opere indicate.

"Meus olios morte son de vos, meu corasen": lo sguardo dell'amore 363

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LETTERATURA ISPANO-AMERICANA