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Andrea Zanchi:
ATTACCO ALLA UOMO “CORNER OFFENSE”
Premessa
L’argomento che s’intitola “Corner offense”, pur scaturendo un’impressione eclatante, non è
altro che, in chiave di lettura della pallacanestro moderna, la ricerca di un insieme di situazioni
di gioco che ci offrano soprattutto la possibilità di allenare efficacemente i giocatori. La
pallacanestro di questi nostri tempi, a prescindere dal pick and roll, che riveste ormai il ruolo di
arma capitale, produce essenzialmente un gioco, da parte di quasi tutte le squadre,
caratterizzato da situazioni predeterminate. Anche gli Istruttori del Settore Giovanile, nell’ambito
della mia società, devono proporre un insieme di situazioni di gioco che siano anche allenanti
per i giocatori. Cosa significa? Non è indicato iniziare la stagione con dei giochi prestabiliti,
com’è ormai uso comune, come situazioni di blocchi, di uscita dai blocchi e quant’altro, ma è più
intelligente sviluppare l’abitudine a situazioni dove i giocatori devono pensare e devono giocare
con i fondamentali. Un tipo di questo gioco in passato s’identificava nel “Passing Game” e poi
nel “Triangolo”. Personalmente mi sono sempre orientato, con lo scopo aggiornarmi, nel
cercare di “rubare con l’occhio” e di studiare nuove proposte di gioco. In riferimento alla
pallacanestro sia professionistica che a tutti i livelli, l’idea del proprio sistema di gioco deve
svilupparsi in un ventaglio di situazioni che consentano di poter allenare la difesa, di poter
correggere gli errori sulle spaziature, sul tempo e sull’esecuzione del gioco ma soprattutto che
consentano di leggere la difesa schierata con molta più precisione. Se nel contesto degli
allenamenti settimanali, che sono alla base di tutto, i giocatori sono consapevoli che ad ogni
“chiamata” del coach corrisponde una determinata situazione, risulta ovvio che in questo senso
prevalgono le situazioni già prestabilite. Ho sempre preferito che il mio gioco si configuri come
fonte di soluzioni facilmente strutturabili sia contro la difesa schierata, sia da varie posizioni ma
soprattutto si attagli alla pallacanestro odierna, dove sono pochi i giocatori interni che fanno la
differenza. Proprio in occasione della finale scudetto di ieri tra Reggio Emilia e Sassari non
sono emersi giocatori di questo tipo. Si sono visti t-roll, tagli, ma non si vedono più giocatori a
cui appoggiare la palla dentro, non si vedono più giochi che condizionano l’attacco a passare la
palla dentro e questo fenomeno si ripete dappertutto. Poter schierare un giocatore
perfettamente consapevole che quando la palla arriva in post consente all’attacco di sfruttare
già un vantaggio costituisce una grandissima fortuna ma ormai molto difficile da godere. Nella
pallacanestro odierna, infatti, proliferano esterni che vanno a giocare spalle a canestro. Occorre
avere, pertanto, una situazione in cui (e si è evidenziato nella finale NBA, nella finale di
EuroLega e nella finale italiana dove le squadre ormai giocano con 4 piccoli, a volte con 5
piccoli) poter sistemare i giocatori per creare un vantaggio di spaziature e di tempo e uno
svantaggio alla difesa che, in questi casi, stenta ad adeguarsi. La pallacanestro dei nostri giorni,
rispetto alla pallacanestro di 20 anni fa, è soprattutto scouting. Questa nostra epoca offre dei
mezzi e degli strumenti tecnologici che permettono di studiare nei minimi dettagli le squadre
avversarie e di preparare tutti i possibili antidoti. Agli inizi degli anni ’90 ero assistente in prima
squadra e con i colleghi si era instaurata una reciproca collaborazione di scambio delle
videocassette attraverso la posta. A volte arrivavano in ritardo o quelle non richieste, oggi già la
domenica sera sul sito della Lega si possono scrutinare tutte le partite, a dimostrazione di
quanti sussidi sono a disposizione della tattica e quanto questi strumenti tecnologici incidano
sul gioco. Oggi abbiamo soltanto degli specialisti, è una pallacanestro di specialisti. Il gioco del
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Banco di Sardegna Sassari, ad esempio, può anche riscuotere sia dissensi che consensi, però
ci ha insegnato che, anche senza un sistema, che poi è un sistema organizzato, con quel
talento ha vinto tutto.
L’ideatore della Corner Offense: Pete Carril
Un allenatore che ha allenato i Sacramento Kings, che ha allenato gli Houston Rockets ad un
certo punto della sua carriera ha avuto la fortuna di avere come assistente un santone della
pallacanestro. In Italia non si ripete questa situazione di espertissimi vip come ad esempio
Sandro Gamba, Alberto Bucci che rivestono il ruolo di “coach senior”. Questo allenatore,
invece, aveva come assistente Pete Carril, che ha insegnato a Princepton per lunghi anni.
Quella squadra schierava dei giocatori che avevano la predisposizione a giocare esterni
anzichè giocare interni e grandi capacità di passaggio. Oggi avere in squadra giocatori molto
capaci di passare la palla è una fortuna incredibile.
Caratteristiche della Corner Offense
Attualmente viene usato da quasi tutte le squadre NBA:
a. come transizione
b. come Wolf court offense
c. come motion
E’ necessario poter annoverare, tra le proprie file, guardie dotate di un buon tiro e lunghi
abili nel passaggio.
Deve instaurarsi un perfetto equilibrio tra gioco strutturato e libero.
Al giorno d’oggi sono pochi i lunghi che giocano spalle a canestro.
L’intercambiabilità dei ruoli deve risultare elevata.
Esige un’intensa ricerca dello spacing.
Non necessita di ruoli classici per essere impostato (si può proporre anche senza play di
ruolo o centro).
Abitua i giocatori a leggere la difesa e a passarsi la palla.
E’ un sistemo di gioco quasi perfetto per assemblare le squadre in pre-season e lavorare
su timing-spacing-lettura gioco.
Risulta difficile da scrutinare.
Risulta ideale in allenamento per esercitare la difesa, che deve leggere i tagli e i blocchi
non riconoscibili da chiamata.
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Di fatto si parte dividendo il campo in due situazioni, una di 3>3 e una di 2>2.
Già molte squadre ne usano stralci all’interno dei loro attacchi, soprattutto partendo con
due post alti.
Esemplificazioni pratiche.
Personalmente amo iniziare con degli spunti che offrano la possibilità di pensare a giocare, a
capire lo spazio operativo, a capire il ritmo del gioco, a capire come muoversi sul campo e cosa
poter costruire con i compagni. Questa è la base su cui fondare questo tipo di gioco.
Corner Offense non è altro che questa situazione, una conduzione laterale della palla.
Da transizione
Conduzione laterale della palla
Diagramma 1
Il 1° rimorchio, il numero (5), corre al ferro,
Il 2° rimorchio, il numero (4), al gomito
opposto alla palla
Le due guardie corrono ad occupare il
prima possibile gli angoli (Diagramma 1).
La foto 1 raffigura una situazione normale di sviluppo del contropiede. Molto tempo fa la
conduzione della palla, per lo sviluppo del contropiede, si snodava sulla fascia centrale, oggi è
molto difficile poter gestire la palla centralmente perché, sembrerebbe un controsenso ma in
effetti non lo è, questa scelta comprime determinati spazi e non permette ai lunghi di giocare
nelle posizioni di esterni. Per questi motivi è preferibile manovrare la palla nell’ambito degli
spazi laterali.
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Foto 1
Da questo sviluppo (vedi sempre Foto 1) si possono a creare situazioni del tipo: (1) passa a (5),
ossia di contropiede primario; oppure situazioni di tipo palla su un angolo, ovvero passaggio di
(1) a (3) con quest’ultimo che attacca il ferro sul corridoio di fondo campo e quindi giochiamo
sulle penetrazioni; oppure passaggio di (1) a (4) con quest’ultimo che passa dentro a (5) e
quindi si gioca alto-basso (vedi anche Diagramma 1);
Foto 2
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oppure una situazione di pick and roll sulla palla [blocco di (4) per (1), con (3) che taglia sotto,
vedi Foto 2 e Diagramma 2].
Diagramma 2
Se non viene concluso il contropiede
primario con penetrazioni a canestro o
drag su palleggiatore
O passaggio interno.
Foto 3
La palla è laterale, in possesso di (1), vedi posizioni Foto 3. Pick and roll laterale di (5) per (1)
mentre (4) sale in post alto sul gomito opposto e queste sono tutte le situazioni di cui tutte le
squadre dispongono.
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Entriamo nel gioco
Diagramma 3
Da questo sviluppo, (5) ha preso il ferro ed
esegue un movimento a “L” (vedi anche
sequenza foto 4 dove coach Zanchi simula
il movimento di ricevere dentro e poi in post
basso). (1) passa a (3) che può servire (5)
in post basso (Diagramma3).
Foto 4
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Diagramma 4
O in palleggio
Il lungo (5) esegue una “L rovescia”
muovendosi da ferro a post basso per poi
salire sul gomito.
Lato debole
Diagramma 5
Diagramma 6
Sul lato debole invece avviene uno scambio tra (4), che taglia stretto sulla prima tacca, e (2) che
si muove largo a salire verso il gomito opposto, fuori da 3 punti per lasciare spazio (vedi anche
Foto 5).
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Foto 5: coach Zanchi indica le posizioni di (4) e (2) a seguito dello scambio (vedi anche
Diagrammi 5 e 6).
Svariate possibilità di entrata nel gioco.
Diagramma 7
(1) passa a (5), che fronteggia il canestro e
guarda il ferro in modo da avere sotto il suo
campo visivo tutti i suoi compagni
(Diagramma 7; Vedi anche Foto 6).
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Foto 6. Passaggio a (5) in post alto (vedi anche Diagramma 7). (5) apre il perno e fronteggia il
canestro guardando il ferro.
Diagramma 8
Se il gomito è anticipato, avremo back
door più scambio tra i lunghi
(Diagramma 8; vedi anche foto 7).
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Foto 7. Se X5 anticipa forte su (5), quest’ultimo esegue giro dorsale e rolla a canestro per
ricevere. (4) sale per rimpiazzare (5), il quale, se sul taglio a canestro non riceve da (1), va ad
occupare la posizione lasciata libera da(4).
Foto 8. I lunghi hanno la tendenza, quando ricevono la palla sul gomito di lunetta, a
posizionarsi come indicato da coach Zanchi, ossia guardando soltanto su un lato e questa non
è una posizione efficace. Il campo visivo, da questa posizione, deve spaziare a 180°.
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Foto 9. La posizione più efficace è invece questa indicata da coach Zanchi, ossia a guardare il
ferro allargando il campo visivo.
Questo attacco permette di giocare 3>3 su un lato e 2>2 sul lato opposto. Mai avere il lato
debole che permette ai difensori di occupare l’area!
Foto 10. Gioco sul lato debole: (2) sfrutta il blocco di (4). Se avviene cambio difensivo, (4) rolla
a canestro e può ricevere da (5), il quale può servire anche (2) che si è nel frattempo allargato
in fuori.
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Foto 11. (1) deve giocare contro il suo avversario. Su questa situazione di blocco prepariamo i
nostri giocatori a leggere la difesa e quindi ad essere pronti a qualsiasi soluzione. (1) finta di
portare un blocco per (3), il quale si prepara per il cambio difensivo. (1) invece taglia verso
canestro e può ricevere da (5).
Foto 12. X1 e X3 rimangono sul blocco, passaggio di (5) in angolo per (3).
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Foto 13. Su cambio difensivo sul blocco, (1) rolla a canestro e può ricevere da (5).
Foto 14. (3) taglia a canestro essendo riuscito a passare sopra il blocco portato da (1), il quale
risale.
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Diagramma 9
Se X3 rimane sul blocco, (3) sale e riceve
consegnato da (5).
Nel momento in cui (3) sta palleggiando, se
sul lato debole non è successo niente, (3)
attacca l’area mentre (4) porta un blocco
largo per (2). Soluzioni in base alle letture:
(2) passa sopra il blocco oppure passa
sotto; (4) rolla a canestro dopo il blocco
(Diagramma 9).
Diagramma 10
Altra soluzione: (1) esce dal blocco
portatogli da (5) che è sceso in post basso
e va in angolo e può ricevere sempre da
(3), che può tirare oppure servire lo stesso
(5) che scivola a canestro (Diagramma 10).
In questo sistema di gioco si può attaccare con un giocatore interno ma si può giocare anche
senza un giocatore interno.
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Diagramma 11
Come “aprire il campo”.
(1) scende in palleggio e passa consegnato
a (2), il quale serve (5) in post alto; (1) si
allarga in angolo.
Sul lato debole: gioco a due fra (3) e (4).
(4) porta un blocco per (3), se il difensore
X3 si allarga e avviene cambio difensivo sul
blocco, (4) rolla a canestro. Se invece X3
va sotto (ossia dietro al blocco), (3) risale
sopra (Diagramma 11).
Diagramma 12
(1) si muove in palleggio, passa a (3) e
taglia dentro. (3) passa a (5) salito in post
alto a seguito del movimento “L” rovesciata.
(5) fronteggia il canestro (Diagramma 12).
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Diagramma 13
(3) blocca per (1) e va a ricevere
consegnato da (5) per un pick and roll. Se
(3) decide di giocare con il lato debole, può
sparare la palla o a (3) o a (2).
(Diagramma 13)
Foto 15. Lettura sul comportamento del difensore di (2): se anticipa, come indicato da questa
foto, (4) rolla a canestro; se invece passa in mezzo (2) si allarga in fuori; se invece lo segue
cercando di passare sopra al blocco, (2) “ricciola” sopra il blocco.
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Diagramma 14
Diagramma 15
Se noi giochiamo con la palla sotto la linea del tiro libero, la difesa si stacca e si riempie l’area.
La qualità della difesa è data dalla pressione sulla palla e dai giocatori che non marcano la
palla. Più la difesa riempie l’area e più la difesa è forte. Meno giocatori riempiono l’area, minore
è la qualità della difesa. Questo sistema di gioco presenta un vantaggio non indifferente che si
configura nello sviluppare contemporaneamente sul lato forte un gioco a tre e sul lato debole un
gioco a due (Vedi anche Diagrammi 16 e 17).
Foto 16. Posizione di blocco di (5) per (2).
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Diagramma 16
Diagramma 17
Diagramma 18
Altra soluzione: (2) “ricciola” sul blocco di (5)
(Diagramma 18).
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Diagramma 19
Diagramma 20
Nel momento in cui la palla arriva a (2), si crea questa situazione: (2) esegue un dai e segui con
(4), che consegna la palla a (2) eseguendo un giro dorsale a protezione della palla (vedi
sequenza nei Diagramma 19 e 20 e dimostrazione visiva nella Foto 17).
Foto 17
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Diagramma 21
(1) blocca per (3) che va a ricevere da (2).
(1), dopo il blocco, “ricciola” sul blocco di
(5), che va ad eseguire un pick and roll con
(3).
Sul lato debole, blocco di (4) per (2), dopo il
blocco (4) sale.
(Diagramma 21)
Importante: ogni volta che si porta un
blocco sul lato debole, il bloccante sul lato
forte deve guardare con la coda dell’occhio
i movimenti che si susseguono sul lato
debole!
Foto 18 triangolazione (2) – (5) – (4): passaggio dal post alto al post basso.
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Diagramma 22
L’inizio più cercato è quello con palla al
gomito da cui poi si sviluppa il gioco.
(Diagramma 22).
Diagramma 23
Se sul primo lato riceve un’ala, spesso
abbiamo una situazione di “duck in” del
n. (5).
(Diagramma 23).
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Diagramma 24
Diagramma 25
A questo punto ci si addentra nel vivo del gioco di squadra. Palla dentro, (1) “ricciola” su (5)
[vedi Diagramma 25] e può ricevere da (4), se non è possibile questo passaggio, palla a (5) in
post alto.
Queste sono le nostre soluzioni con la palla “dentro”.
Diagramma 26
Se (5) è anticipato e non riceve, blocca per
(3) che “ricciola” e può ricevere sempre da
(4).
(Diagramma 26)
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Diagramma 27
Diagramma 28
Un’altra situazione che può essere devastante è la seguente: situazione di passaggio in angolo,
(1) taglia; se X1 è un buon difensore e anticipa, (1) può fintare verso la palla, fiondarsi dentro
con taglio back door ed uscire nell’angolo opposto (Diagramma 27).
(3) esegue pick and roll con (5), passaggio sponda a (4) salito in post alto, il quale serve (5) che
nel frattempo ha rollato a canestro. (Diagramma 28).
L’efficacia di questo attacco si realizza nell’aprire gli spazi.
Apro un inciso: credo moltissimo nel lavoro difensivo. E’ mia convinzione che l’ottenere
determinati risultati non può prescindere dall’avere una difesa arcigna e tosta. Una squadra che
non ha una difesa di qualità non può rivelarsi vincente anche perché difesa è sinonimo di
comunicazione, di capacità di lavorare assieme e possibilità di concedere, a chi ha talento, lo
spazio per giocare. Per allenare la difesa occorrono una catena di ottimi fondamentali di
attacco: palleggio, passaggio, tiro, taglio e quindi, di riflesso, anche l’attacco ritrova i giusti
stimoli per crescere.
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Diagramma 29
Diagramma 30
Inizio della settimana di allenamento, al martedì proviamo di movimenti di attacco senza la
difesa, 3>0 lato forte (Diagramma 29). Nel successivo diagramma 30, (1), sul blocco portatogli
da (3), deve con piccoli passi condizionare la difesa.
Foto 19.
Step successivo: l’assistente è in difesa su (5). L’assistente ha via libera di aggredire con le
mani il pallone, (5) deve usare il perno a proteggere e quindi ad aprire per poi attaccare.
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Diagramma 31
Se X2 rimane sul blocco.
Step successivo: un difensore
sull’attaccante in angolo, se il difensore
rimane sul blocco, (1) sale e va a ricevere
consegnato da (5).
(Diagramma 31).
Diagramma 32
Situazione sull’altro lato del campo:
2>0 più appoggio del coach, “dai e segui”,
(2) attacca il ferro, (4), susseguentemente a
quando ha passato consegnato a (2),
esegue perno ad aprire e fronteggia il ferro;
altra soluzione: (2) appena ricevuto dal
coach () esegue pick and roll con (4) con
(2) che attacca il ferro, oppure pick and roll
“ad uscire” con (4) che rolla (vedi Foto 20).
In quest’ultimo caso noi insistiamo molto
con quello che è il passaggio della “task”
(Diagramma 32).
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Foto 20. In questi due fotogrammi coach Zanchi dimostra la sequenza del pick and roll “ad
uscire” tra (2) e (4). Coach Zanchi simula i movimenti di (2).
Nel nostro allenamento, finito il riscaldamento, si gioca 3>3 su un lato e 2>2 sull’altro lato.
Foto 21. Disposizione iniziale. Passaggio di (1) a (3)
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Foto 22. 3>3 sul lato della palla, con (3) il quale, passata la palla a (5), va a bloccare in angolo
per (1) che risale. Sul lato debole, vedi movimenti di (2) e di (4).
Foto 23. Cambio lato alla palla: coach Zanchi simula di passaggio a (2).
Foto 24. (4) taglia e riceve da (2)
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Foto 25. (5) blocca per (1), che “ricciola”. Palla sempre in possesso di (4).
Foto 26. (5) porta un blocco anche per (3) che sale.
Foto 27. Coach Zanchi simula il posizionamento del difensore di (2): in questo caso (2) sale.
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Foto 28. Con difensore nella posizione simulata da coach Zanchi, (2) scende.
Ultima opzione
Foto 29. Blocco di (4) per (2).
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Foto 30. Passaggio di (1) a (2), appena uscito dal blocco portatogli da (4).
Foto 31. (1) “ricciola”, passa sopra il blocco di (5).
Foto 32. Pick and roll di (5) per (2).
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Foto 33. Oppure: (2) passa a (4) e passa sopra il blocco di (5).
Foto 34. Oppure: passaggio di (4) a (1) che si era posizionato in post basso spalle a canestro.
Foto 35. Se il difensore di (5) è staccato, (1) scarica a (4) che sponda con (5). Coach Zanchi
simula (5) che ha ricevuto palla e può o passare sotto a (1) o cambiare lato alla palla
scaricando a (3).
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Rimessa laterale
Diagramma 33
SLOB
(5) finta di portare un blocco su (1) e poi
risale a ricevere da (3). Subito dopo il
passaggio, (3) entra in campo e sfrutta il
blocco portatogli da (1).
(Diagramma 33).
Diagramma 34
Variante:
(5) finta di portare un blocco su (1) e
poi risale a ricevere da (3).
Appena passata la palla, (3) entra e
porta un blocco per (1) che sale.
(Diagramma 34).
E da questo momento si ricomincia a
giocare.
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Foto 36. Posizioni sulla rimessa laterale.
Foto 37. (5) ha ricevuto la palla su rimessa da (3) che va a bloccare per (1), sul lato debole
blocco di (4) per (2).
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Foto 38. (5) ribalta la palla per (2) che passa a (4) in post alto per un back door; (5) va poi a
bloccare per (1): (4) passa a (2) in angolo e taglia verso canestro.
Estensore: Guido De Alexandris