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Andrea Conti Il flash Questo articolo riguarda l’utilizzo del flash. Farò una carrellata suoi principali utilizzi e sulle tecniche di base per gestirlo in modo produttivo. L’articolo è rivolto a chi inizia a muovere i primi passi nel mondo della fotografia ed a chi sia già ad un livello intermedio, ma intenda approfondire l’argomento in modo sistematico. Ovviamente si tratta di principi validi come “regole di base”, che ognuno potrà poi infrangere come e dove vuole; però è bene innanzitutto impararle le regole, poi si possono anche dimenticare. In questo articolo non si farà riferimento ad un particolare modello di flash, per questo occorre riferirsi alla documentazione specifica in proprio possesso. Descriverò invece concetti generali, validi per qualsiasi flash, concetti che poi sarà facile applicare alla specifica situazione. Ad es., è importante capire quando e come usare il “TTL standard” anziché il “TTL fill-in”; in seguito per come impostare il flash che si possiede in una di queste due modalità basterà leggere le istruzioni del flash. Si farà riferimento inoltre a “foto di tutti i giorni”, quelle che ci troviamo a fare quando siamo in gita da qualche parte e vogliamo migliorare la qualità delle nostre riprese; sarà quindi escluso dalla trattazione l’uso del flash in studio o l’uso di più flash contemporaneamente, queste sono tecniche avanzate che esulano dagli scopi di questo articolo. In ogni caso le informazioni presenti nell’articolo sono più che sufficiente per iniziare ad avere a che fare con una modella/modello e la/lo vogliamo illuminare correttamente con il flash, sia in esterni che in interni. Cercherò di essere il più pratico e concreto possibile, sia per non annoiare, sia per evitare di parlare troppo di teoria e cose che poi nessuno ha voglia e/o tempo di mettersi a fare. E cercherò il più possibile di fornire delle mie foto di esempio, utili per comprendere meglio ciò che si sta dicendo, dato che si sa che per noi fotografi un’immagine vale più di mille parole. Inutile dire che le foto hanno esclusivamente questo scopo dimostrativo e non vogliono essere delle “belle foto”. Ovviamente sono graditi suggerimenti, segnalazioni di correzioni, aggiunte, sottrazioni, … insomma tutto può essere utile a tutti. Scherzi a parte, spero che questo mio articolo sia utile per il maggior numero di persone, ed avere un feedback dal maggior numero di persone è importante per me, per poter correggere eventualmente il tiro, e per tutti per aumentare l’efficienza e l’efficacia della comunicazione. Ovviamente non potrò essere esaustivo in ogni singolo aspetto, ma volendo è possibile espandere un certo punto, chi è interessato mi può contattare tranquillamente. Bene, iniziamo pure. Flash fill-in Normalmente la frase che si sente dire è: “Il flash non lo uso, perché non mi piace”. In realtà si intende dire: “Non lo uso perché la luce che esce fuori non mi piace”. In effetti il flash è uno dei migliori amici del fotografo, e capire come, dove e quando utilizzarlo consente di fare un vero e proprio salto di qualità nelle proprie riprese. Perché normalmente non piace la luce che esce fuori? Perché normalmente il flash è visto come un oggetto “automatico”, basta accenderlo e scattare. Niente di più sbagliato, il flash ha bisogno delle stesse compensazioni ed attenzioni della luce naturale, una luce che ha però il vantaggio di poter essere controllata completamente e sfruttata a nostro vantaggi; diciamo che possiamo vederlo e sfruttarlo come un

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Andrea Conti

Il flash Questo articolo riguarda l’utilizzo del flash. Farò una carrellata suoi principali utilizzi e sulle tecniche di base per gestirlo in modo produttivo. L’articolo è rivolto a chi inizia a muovere i primi passi nel mondo della fotografia ed a chi sia già ad un livello intermedio, ma intenda

approfondire l’argomento in modo sistematico.

Ovviamente si tratta di principi validi come “regole di base”, che ognuno potrà poi infrangere come e dove vuole; però è bene innanzitutto impararle le regole, poi si possono anche dimenticare. In questo articolo non si farà riferimento ad un particolare modello di flash, per questo occorre riferirsi alla documentazione specifica in proprio possesso. Descriverò invece concetti generali, validi per qualsiasi flash, concetti che poi sarà facile applicare alla specifica situazione. Ad es., è importante capire quando e come usare il “TTL standard” anziché il “TTL fill-in”; in seguito per come impostare il flash che si possiede in una di queste due modalità basterà leggere le istruzioni del flash. Si farà riferimento inoltre a “foto di tutti i giorni”, quelle che ci troviamo a fare quando siamo in gita da qualche parte e vogliamo migliorare la qualità delle nostre riprese; sarà quindi escluso dalla trattazione l’uso del flash in studio o l’uso di più flash contemporaneamente, queste sono tecniche avanzate che esulano dagli scopi di questo articolo. In ogni caso le informazioni presenti nell’articolo sono più che sufficiente per iniziare ad avere a che fare con una modella/modello e la/lo vogliamo illuminare correttamente con il flash, sia in esterni che in interni. Cercherò di essere il più pratico e concreto possibile, sia per non annoiare, sia per evitare di parlare troppo di teoria e cose che poi nessuno ha voglia e/o tempo di mettersi a fare. E cercherò il più possibile di fornire delle mie foto di esempio, utili per comprendere meglio ciò che si sta dicendo, dato che si sa che per noi fotografi un’immagine vale più di mille parole. Inutile dire che le foto hanno esclusivamente

questo scopo dimostrativo e non vogliono essere delle “belle foto”. Ovviamente sono graditi suggerimenti, segnalazioni di correzioni, aggiunte, sottrazioni, … insomma tutto può essere utile a tutti. Scherzi a parte, spero che questo mio articolo sia utile per il maggior numero di persone, ed avere un feedback dal maggior numero di persone è importante per me, per poter correggere eventualmente il tiro, e per tutti per aumentare l’efficienza e l’efficacia della comunicazione. Ovviamente non potrò essere esaustivo in ogni singolo aspetto, ma volendo è possibile espandere un certo punto, chi è interessato mi può contattare tranquillamente. Bene, iniziamo pure. Flash fill-in Normalmente la frase che si sente dire è: “Il flash non lo uso, perché non mi piace”. In realtà si intende dire: “Non lo uso perché la luce che esce fuori non mi piace”. In effetti il flash è uno dei migliori amici del fotografo, e capire come, dove e quando utilizzarlo consente di fare un vero e proprio salto di qualità nelle proprie riprese. Perché normalmente non piace la luce che esce fuori? Perché normalmente il flash è visto come un oggetto “automatico”, basta accenderlo e scattare. Niente di più sbagliato, il flash ha bisogno delle stesse compensazioni ed attenzioni della luce naturale, una luce che ha però il vantaggio di poter essere controllata completamente e sfruttata a nostro vantaggi; diciamo che possiamo vederlo e sfruttarlo come un

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piccolo “sole portatile”. Inoltre normalmente non piace anche perché spesso è usato come un “faro”. Si pensa “Non c’è luce, è buio, allora accendo il flash …”, e questo è un altro concetto da sfatare: il flash rende il meglio di giorno, non di notte o al buio. Se è buio, normalmente non vale proprio la pena fotografare. Oppure bisogna averne almeno due o tre di flash (e le persone che li gestiscono), o dei veri fari posizionati strategicamente, ma questa è tutta un’altra storia. La luce ambiente forte è uno dei campi di applicazione del flash. Spesso si deve scattare in ombra con uno sfondo in pieno sole. Se non si ha un flash a disposizione, pur esponendo correttamente per il soggetto, otterremo un risultato simile a quello di figura 1. Il soggetto è illuminato correttamente grazie all’esposizione spot sul viso, ma lo sfondo è completamente sovraesposto, e questo purtroppo è inevitabile. Si tenga inoltre presente che questa foto è stata scattata in analogico su pellicola diapositiva dotata di buona latitudine di posa, qualcosa si vede ancora dello sfondo; in digitale con molte macchine con sensori ben più duri di questa pellicola avremmo avuto uno sfondo praticamente bianco. Con il flash invece lo sfondo si può salvare, come si può vedere in figura 2. Questo è uno scatto digitale, come si vede lo sfondo è leggibile nonostante il controluce diretto, ed il soggetto è perfettamente illuminato. Lo stesso effetto si potrebbe avere con un pannello riflettente posizionato dietro o di lato rispetto al fotografo. Ma il pannello riflettente è poco pratico nell’utilizzo di tutti i giorni, ha una serie di svantaggi: per funzionare bene deve essere grande (anche più di un metro), deve essere vicino al soggetto e ci deve essere qualcuno che lo sorregge e lo orienta correttamente. Se queste tre condizioni sono tutte rispettate otterremo però un’illuminazione di qualità ben superiore rispetto al flash singolo (questo è in effetti un metodo molto usato dai professionisti) e potremo aprire di molto il diaframma. Infatti, con il flash acceso non si può superare il cosiddetto tempo di “sincro-flash”, che dipende dalla macchina di cui disponiamo; se va bene vale 1/250 (se va male 1/125 o 1/60 nelle macchine

più vecchi o economiche, io ce l’ho ad 1/180 sulla S3 Pro). Tutto ciò significa non poter scattare a 100 ISO in pieno sole o controluce totale con diaframma più aperto di f/11, un valore totalmente incompatibile con il ritratto, dove si usano diaframmi aperti. Si tenga presente comunque che molti sistemi avanzati consentono l’uso del flash su tutti i tempi, ma sono molti costosi, non tutti ne dispongono e normalmente occorre usare il flash in modo manuale, la cosa più difficile da fare. Riprendendo la nostra trattazione, accade spesso anche di arrivare in un luogo turistico in tarda mattinata, magari d’estate con il sole alto. La classica foto ricordo sotto il sole di mezzogiorno senza flash è un “classico dell’orrore”: si formano ombre nere sotto gli occhi e sotto tutte le parti sporgenti del viso, ed il contrasto fortissimo non consente di riprendere al meglio i soggetti. In questo caso si deve accendere il flash in modalità “TTL fill-in” e controllare di essere nel campo d’azione del flash. Vediamo cos’è il campo d’azione. Campo d’azione

Il campo d’azione è la zona in cui il flash riesce ad illuminare correttamente la scena. E’ perfettamente inutile accendere il “flash-etto” incorporato della macchina a 100 ISO, mettersi a 10 metri dal soggetto, diaframma magari chiuso ad f/8, e dire “cheese!”, il flash in queste condizioni non ce la farà mai ad arrivare bene fin lì. I parametri che influenzano la portata del flash sono:

• sensibilità ISO • diaframma • distanza del soggetto • potenza del flash

Iniziamo dall’ultimo punto. Il flash incorporato nelle macchine raramente arriva oltre qualche metro. I flash più potenti riescono ad illuminare anche a decine di metri, ma comunque non è detto che se ne abbia bisogno. Il diaframma regola la quantità di luce che entra nell’obiettivo, se il diaframma è aperto servirà una quantità di luce flash inferiore. La distanza ovviamente è legata al discorso appena fatto, se il soggetto da illuminare si trova a breve distanza bisognerà emettere una quantità di luce inferiore rispetto ad un

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soggetto lontano. La sensibilità è l’ultimo parametro/risorsa che abbiamo a disposizione quando il flash proprio non ce la fa: alzando la sensibilità ISO si riesce a far entrare più luce nel sensore ed avere quindi un soggetto correttamente illuminato (questo è un modo per risolvere il problema del “flash-etto” incorporato di cui abbiamo parlato sopra). E’ bene però non alzarla troppo (diciamo non oltre i 400-800 ISO), per evitare grana, rumore ed altri problemi. Eravamo alla nostra foto-ricordo giusto? Il flash normalmente ci informa sul suo raggio d’azione, o tramite il pannello LCD, o tramite un diagramma serigrafato sul retro, oppure dopo lo scatto, per mezzo di una spia rossa che lampeggia nel mirino, il cui significato è che il flash ha emesso tutta la potenza disponibile senza essere riuscito ad illuminare correttamente. Mettendoci all’interno del raggio d’azione, possiamo scattare e riuscire ad attenuare o cancellare del tutto le ombre sul viso del soggetto, in modo da illuminarlo correttamente. La machina ed il flash possono gestire tutto in automatico, ma è meglio essere conservativi e sottosporre un po’ il flash, in modo da lasciare cmq un po’ di ombra, cosa del resto naturale per i nostri occhi. Infatti

l’insieme “macchina-flash in TTL fill-in” già sottoespone automaticamente di suo, sta a noi sottoesporre ancora un po’ in base alla nostra esperienza ed in base a quello che vogliamo ottenere. Ma di tutto questo parleremo diffusamente nelle prossime puntate. In conclusione, lo scopo del flash TTL fill-in (fill-in significa “riempire”) è quindi proprio quello di riempire le ombre e rendere naturale la foto in presenza di forte luce ambiente. La luce forte può provenire da qualsiasi direzione, a mezzogiorno dall’alto, al tramonto lateralmente oppure da dietro (il cosiddetto “controluce”), sempre rispetto al soggetto. In questi casi il flash risolve brillantemente il problema della luce dura. Possiamo iniziare a sperimentare, tenendo conto che siamo in tempi digitali e le sperimentazioni sono facili e poco costose (io ho buttato km. e km. di pellicola prima di capire come diavolo funzionasse ‘sto

arnese :-) ).

figura 1

figura 2

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Esempio di fortissima luce laterale da sx, risolto con una flashatina di compensazione fill-in

L’importante è capire che senza la flashata e con un’esposizione media avremmo avuto tutta la parte sx bruciata e la parte destra completamente in ombra, a causa del forte contrasto, contrasto che è stato ridotto al

minimo grazie all’uso del flash. Non abbiamo ancora ottenuto una foto perfetta, ma i capelli non sono bruciati ed il viso e la pelle hanno i giusti toni e luminosità. Ecco un esempio di controluce:

Questo scatto è fatto con il flash-etto incorporato della Fuji S3Pro regolato su fill-in (ho potuto usare il piccolo flash perché ero vicino al soggetto). Notare come le ombre ci sono ancora, il flash le ha solo ridotte, ed è circa così che il nostro occhio le percepisce dal vivo. Il sensore della

macchina (o la pellicola) invece avrebbe reagito in maniera differente, e senza flash (con la stessa esposizione) il viso sarebbe stato illeggibile. Vediamo un altro caso classico di controluce, che si presenta al tramonto:

Il sole era dritto di fronte all’obiettivo (l’ho parzialmente nascosto dietro il soggetto per ridurre il rischio di flare), il colpo di flash fill-in ha equilibrato la luminosità del soggetto, che sarebbe stato altrimenti reso praticamente nero. Per avere un’idea di ciò, si notino le ombre sulla sabbia, dove il flash non può arrivare a schiarire (sono fuori del raggio d’azione, di cui abbiamo parlato la volta scorsa). Vedete come le parti rivolte verso il fotografo sono praticamente nere?

Ultimo esempio per ora, un caso di foto con compattina digitale qualunque. Solo per far vedere che quello che stiamo dicendo è un principio generale valido per qualsiasi macchina e qualsiasi flash, ovvero una volta compreso che esiste la tecnica del fill-in ed i casi in cui serve, basta poi applicarla all’attrezzatura che si ha in mano.

Qui la piccola compatta è stata impostata con il flash acceso e regolato su -2/3 di stop. Per aiutare il flash a far rimanere il

soggetto nel suo campo d’azione è stata alzata la sensibilità a 200 ISO.

Piccola digressione

Questa vuole essere solo un semplice spunto di discussione, ma si può tranquillamente saltare ai fini del corso ed andare avanti al prossimo paragrafo.

Si potrebbe dire: “Ma perché darsi tanto la briga per tutte queste cose? In fondo basta scattare in RAW e poi correggere tutto in Photoshop, che ci vuole?”. Tutto vero, effettivamente basta mettersi lì con Photoshop e si recuperano le ombre chiuse e le alte luci bruciate (entro certi limiti). Tutto vero se si scattano poche foto. Ma io dico che il tempo perso per aggiustare a mano 500 foto sbagliate (ed in un reportage di cerimonia se ne fanno anche 1000, e di reportage se ne possono fare due o tre a settimana ...) è tempo (e salute) perso; senza contare altri problemi, come le necessità di spazio su disco per archiviare i RAW + TIFF (o JPG), o assicurarsi che in futuro tale formato sia supportato dai produttori. Senza contare che uno non può dire di essere fotografo e poi sbagliare 500 foto su 1000, se ne possono sbagliare (ed eventualmente correggere) una su dieci.

Ovviamente non sto dicendo che non bisogna scattare in RAW. Il RAW è impagabile se voglio correggere le aberrazioni cromatiche del mio obiettivo economico e poco corretto otticamente, oppure se mi faccio i miei 40 scatti di paesaggio meditati, in un pomeriggio di camminata tranquilla per i boschi e voglio tutti e 14 i bit di dinamica che mi consente il mio sensore, se mi voglio gustare scatto per scatto l’aggiustamento fine del bilanciamento del bianco, se voglio giocare a sottoesporre di tre stop senza rovianre lo scatto, e così via.

Però scattare in jpg, o comunque con la mentalità della “diapositiva”, aiuta (e sopratutto aiuta chi inizia a fotografare) ad avere fin da subito lo scatto giusto. Senza contare che c’è molto più gusto ad azzeccare (o sbagliare) tutto (o quasi) al primo colpo, è molto educativo soprattutto per chi inizia e non ha esperienza.

La “querelle” tra RAW e JPG è comunque una questione aperta va oltre gli scopi di questo HOWTO, e stiamo rubando spazio al nostro amato flash.

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Il flash TTL e AUTO

Abbiamo parlato di termini come TTL. Che significa? TTL è un acronimo per “through the lens”, ovvero TUTTA la luce che arriva sul sensore viene letta attraverso l’obiettivo e valutata dall’esposimetro della macchina, sia quella ambiente che quella del flash. Esiste anche la modalità AUTO, in cui invece la SOLA LUCE AMBIENTE è letta e valutata dall’esposimetro della macchina, quella del flash è letta da un sensore posto sul flash stesso, il quale in base al diaframma impostato sulla macchina (stesso valore che dovrà essere impostato anche sul flash) dosa il lampo in modo opportuno. Le istruzioni di ogni flash dicono come impostarlo su TTL o su AUTO.

Quale delle due modalità usare e quando?

Ognuno ha le proprie esperienze, preferenze e modalità operative. In generale il TTL è sicuramente il più comodo ed il più veloce, perché lavora in automatismo e sinergia con la macchina, basta accenderlo, eventualmente compensare (vedremo dopo come) e scattare. Ma non è universale. Infatti, se si impara a controllare un flash in AUTO, si è in grado di scattare praticamente con qualsiasi altro flash (anche ad es. i costosi Metz professionali per intenderci) e di macchina fotografica, non solo con lo specifico modello compatibile TTL con la propria macchina.

Una volta capito il funzionamento, si è in grado di comandare il sistema flash-macchina in modo che produca esattamente la foto che vogliamo noi, e non soltanto una foto “ragionevolmente” ben esposta. Diciamo che il TTL è da utilizzare quando non c’è molto tempo per pensare ad altro che non sia inquadrare e comporre bene (reportage di strada, eventi di folla, eventi sportivi, etc...), in sostanza e come sempre, conviene affidarsi all’automatismo totale quando c’è un motivo preciso per farlo.

Il modo AUTO è preferibile quando si è in grado di controllare la situazione di luce senza perdere il soggetto che si sta fotografando. Situazioni di foto ricordo in posa, foto in studio, soggetti in posa in generale (ovviamente con l’esperienza si

riesce perfettamente ad usarlo anche per un reportage di cerimonia, anzi è il metodo che io prediligo in una situazione del genere). Oppure, semplicemente quando non si dispone di un flash TTL. Io ad es. solo recentemente ho potuto acquistare un flash TTL compatibile con la mia macchina digitale. Per lungo tempo mi sono accontentato di usare un vecchio flash economico Nikon di buona potenza, acquistato per pochi soldi. Questo è un altro vantaggio nell’utilizzare il modo AUTO: costa meno.

Come si controlla il flash nelle due modalità?

Veniamo al pratico. Nel modo TTL bisogna che la macchina abbia un apposito tasto di compensazione del flash; con tale tasto è possibile aumentare o diminuire l’esposizione della luce flash rispetto alla luce ambiente, a seconda di quello che si deve fare. Se il tasto non è presente, compensando l’esposizione della macchina si compensa tutto, flash e luce ambiente, ovvero, non è possibile slegare il comportamento del flash dalla luce ambiente.

Nel modo AUTO invece si ha sempre la massima libertà di compensazione, a prezzo però di una minore velocità operativa, bisogna farci un pò la mano. In sostanza si mette sul flash lo stesso diaframma usato per la ripresa (vedere il manuale di istruzioni per il dettaglio) e si scatta. Se si vuole compensare per fare in modo che arrivi più o meno luce flash sul sensore, bisogna cambiare il diaframma sulla macchina o sul flash. Io normalmente lo cambio sul flash, perché se lo cambio sulla macchina cambia la profondità di campo, e normalmente questa cerco di mantenerla. Naturalmente, se si vuole cambiare il diaframma sulla macchina, per mantenere la stessa esposizione per la luce ambiente bisognerà cambiare anche il tempo di scatto, e questo si ottiene facilmente se la macchina è regolata in manuale. La combinazione macchina in manuale-flash in TTL è una dell mie preferita, è comoda e veloce e sarà uno dei prossimi argomenti trattati.

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Regoletta generica per compensazione in AUTO

compensazione flash +1 chiudere di 1 diaframma sul flash

compensazione flash –1 aprire di 1 diaframma sul flash

Un esempio pratico : voglio scattare una foto con il flash in AUTO sottoesposto di uno stop e la macchina regolata con un diaframma f/5.6. Normalmente (cioè per un'esposizione "Standard", non compensata) in questo caso metterei 5.6 sul flash, ma mi ricordo che devo compensare il flash a -1: la regoletta (seconda riga) ci dice che devo aprire di un diaframma sul flash e quindi metterò f/4. Il flash è convinto che stiamo scattamdo veramente ad f/4 ed emetterà meno luce, ma noi lo "freghiamo" perchè

scattiamo a 5.6 comunque, il flash in modo AUTO non può saperlo. La stessa cosa in TTL si risolve senza tanti ragionamenti girando la rotella del controllo flash (se disponibile sulla macchina) fino a leggere il valore -1 nel mirino o nel pannello di controllo del flash.

L’importante è capire che slegare l’esposizione flash da quella per la luce ambiente è la chiave per riuscire ad avere una bella luce flash.

Come fare per sapere quando e quanto compensare il flash?

Al di là del modo utilizzato sul flash (TTL o AUTO), per la compensazione della luce flash valgono le stesse considerazioni della compensazione per la luce ambiente. Esempio pratico: supponiamo che si debba fotografare una sposa candida con una bella flashata. Metto il flash in TTL o in AUTO senza compensare niente e scatto. Bisogna sapere che così facendo otterrò una bellissima sposa grigia. Infatti il sistema esposimetrico tenderà a sottoesporre, ingannato dalla predominanza di bianco. In questo caso occorre compensare in sovraesposizione, tentando +1.5 o anche +2 sul flash. Occorrerà regolarsi al contrario per fotografare il gatto nero che cammina sulla cattedra davanti ad una lavagna.

Il fill-in con un flash in AUTO

Abbiamo visto la volta scorsa che normalmente la tecnica del fill-in si può utilizzare con il modo TTL, specialmente quando non c’è molto tempo se non per inquadrare e scattare. Se si deve (o si vuole) usare il modo AUTO per far il fill-in (ne abbiamo già parlato), basterà compensare l’esposizione del flash rispetto alla luce ambiente, sottoesponendo in base alla situazione ed alla propria esperienza, e seguendo la regoletta vista nel paragrafo precedente. Il valore base è -1, si può iniziare a fare esperienza con questo valore e vedere poi come, quando e quanto aggiustare questo settaggio. Vediamo ora una carrellata di esempi di tutto quello che abbiamo detto.

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Vediamo un esempio di luce forte e compensazione flash fill-in necessaria:

Scatto in pellicola, con compensazione flash a circa +0.5 e luce ambiente a +1.5 o giù di lì (non ricordo esattamente). Senza flash e senza compensazioni il soggetto (ed anche lo sfondo) sarebbe stato non correttamente esposto (sottoesposto), a causa del bianco predominante. Altro esempio di fill-in:

Qui è stata operata una compensazione a -1 del flash in AUTO, dopo aver esposto per la luce alta di sfondo.

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Ed ora due esempi di foto sbagliate:

Troppo flash, ho tentato una compensazione a +2.

Poco flash, ero troppo distante, con sensibilità bassa, diaframma troppo chiuso e flash compensato a -1, non ce l’ha fatta, il volto è scuro.

Ripeto, si recupera tutto tranquillamente in Photoshop (ed anche scattando in JPG), ma lo scopo qui non è capire come funziona Photoshop, ma come funzione il flash.

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Parliamo adesso di uso del flash in luce scarsa e del TTL standard. Al solito iniziamo con qualche ulteriore esempio relativo alla volta scorsa, ma che ci serve per passare con gradualità ai prossimi temi.

Un esempio di fill-in in luce scarsa

In questo caso è stato necessario, perchè la forte luce artificiale posteriore faceva stare il soggetto in controluce. La flashata ha compensato il controluce. Vediamo la prossima foto:

Ecco un caso di luce difficile, senza flash qui era difficile far rientrare sia il soggetto che lo sfondo nella latitudine di posa della pellicola (col digitale sarebbe stato peggio); per non bruciare le insegne dei cartelli e le alte luci in genere, si è scelto di misurare in

spot la facciata del palazzo illuminata dal sole, bloccare l'esposizione e scattare con il flash acceso in TTL. Al solito, non è una foto perfetta, è una foto di tutti i giorni ben esposta, ed un ricordo salvato e non buttato nel cestino.

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Altro caso di luce difficile :

Nello sfondo c'è ombra piena, mentre il soggetto si trova in piena e forte luce laterale da dx. Scattando in totale automantismo e senza flash, con fortissima probabilità la macchina avrebbe letto lo sfondo scuro, avrebbe pensato che ci fosse poca luce ed avrebbe tirato sù l'esposizione, mandando all'aria le alte luci ed i bianchi del soggetto. Lo scatto precedente era posato ed avevamo tutto il tempo a nostra disposizione; questo invece è rubato e si deve cogliere al volo il soggetto. Che fare? Con la macchina in esposizione automatica avremmo dovuto trovare le alte luci, misurare l'esposizione su di esse, compensare, bloccare l'esposizione, ricomporre, scattare ... nel frattempo il soggetto è passato ad un altro negozio...

Il flash in TTL e la macchina in manuale

In questi casi conviene mettere (e tenere) la macchina in modalità di esposizione manuale, misurare le alte luci, e poi non toccarla più. Flash acceso in TTL. In questo modo l'esposizione per lo sfondo sarà sempre regolata per le alte luci in modo permanente, il flash illumina a riempire, e nessuuna parte dell'immagine sarà bruciata. Con la pellicola (questo è uno scatto in pellicola) ci vuole più esperienza per prevedere con sicurezza i risultati, i risultati in analogico si possono verificare solo a posteriori quando ormai si è lontani dal luogo dello scatto (e con molte

parolacce dette a se stessi e pensieri del tipo "Andrea: perchè l'hai sbagliata di nuovo?" :-) :-) ). Col digitale è semplice: quando ci infiliamo in un vicolo al tramonto pieno di forti luci ed ombre piene, mettiamo la macchina in manuale, regoliamola e facciamo uno scatto di prova. Se va bene, non tocchiamola più. Pensiamo a tenere acceso il flash ed a scattare componendo bene, saremo SICURI dell'esposizione. Un altro vantaggio di tenere la macchina in manuale è che possimao regolarla più velocemente quando il flash è acceso, e specialmente in modalità AUTO. Con la rotella dei tempi controlliamo l'esposizione per lo sfondo, con quella dei diaframmi quella per il flash e la pdc. E' rapido ed efficiente.

Il flash in luce scarsa: il "TTL standard"

Un altro possibile uso del flash è quello in luce ambiente scarsa. Che significa "scarsa"? Quanto "scarsa". Dipende. E' importante imparare a valutare con la vista la luce che ci troviamo di fronte e catalogarla in "caselle" standard, in modo che sappiamo sempre come comportarci. La luce può essere valutata "scarsa ma sufficiente" quando ci sono lampadine, fonti di luce direttamente nell'inquadratura, insomma qualsiasi fonte di luce naturale o artificiale che sia chiaramente visibile nella scena. Ad es. in interni con le luci accese, oppure in notturna quando ci sono dei

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lampioni, delle illuminazioni stradali, e così via. La luce invece è "scarsa ed insufficiente" quando ce n'è veramente poca, talmente poca, diffusa e lontana che neanche a 3200 ISO riusciremmo a scattare con sicurezza. Ad es. in notturna lontano da lampioni o in interni con le luci spente, o accese in un'altra stanza.

In entrambi i casi è conveniente mettere il flash in "TTL standard"; in questa modalità la macchina non fa nessun tipo di

compensazione automatica, ma espone il soggetto normalmente. Perchè dobbiamo escludere le compensazioni automatiche? Perchè ora il flash non deve soltanto riampire le ombre e basta, mischiandosi con la luce ambiente, ma è proprio la fonte di luce principale, deve illuminare completamente il soggetto. Ciò non significa che noi poi possimao introdurre manualmente delle compensazioni (sposa bianca, gatto nero, etc etc...), ma l'importante è escludere quelle della macchina.

Luce scarsa ma sufficiente

Vediamo un esempio, e poi lo raccontiamo a parole.

Questo è il tipico caso di foto in interni, con luce scarsa ma sufficiente. Lo sfondo è illuminato da punti luce visibili, ma il primo piano si trova con meno luce. Accendiamo immediatamente il flash! Macchina in manuale, misuriamo lo sfondo. L'esposimetro ci dirà, a 100 ISO (la foto è stata fatta in pellicola negativa 100 ISO) ad es. un valore di 1/10-1/15 @ 2.8. Foto mossa, sicuro. NON scattiamo, ma

sottoesponiamo almeno di 1.5 stop, meglio 2, portando l'esposizione ad un valore 1/30-1/45, tempo sicuro. Scattiamo. Le luci garantiscono comunque la visibilità dello sfondo, pur se sottoesposto, mentre il flash illumina correttamente il primo piano, congelandolo. Foto e ricodri di una cena salvi. C'è ancora un "trucco" in questa foto, ma lo sveliamo più tardi. Vediamo l'altro caso.

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Luce scarsa ed insufficiente

Ecco il caso di foto in interni con luce non sufficiente. Paradossalmente è il caso più facile. Questo scatto (digitale) è stato fatto praticamente al buio, le luci accese erano quelle di un'altra stanza, molto lontana, ho dovuto usare l'illuminatore AF del flash per mettere a fuoco. In questo caso il flash è indispensabile. Visto che non c'è luce ambiente non dobbiamo fare tutti i

ragionamenti appena visti: ce ne freghiamo della luce ambiente. Macchina in manuale al tempo di sincro-flash (o il più rapido possibile). Flash acceso. Si scatta. Questa foto è stata fatta con soggetto in movimento libero, ma il flash ed il tempo rapido l'hanno congelata. Anche qui c'è un trucco. Ok, è arrivato il momento di "svelarlo", vediamo.

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Bounce-flash

Avrete notato la morbidezza della luce nell'ultimo scatto (ma anche nel precedente), non sembrano le solite foto

fatte con il flash. In effetti, la classica flashata in luce scarsa assomiglia a questo:

Soggetto ben illuminato, sfondo visibile, ma luce dura, ci sono ombre nette sul viso e sul corpo. Qui tra l'altro non c'era scelta. Invece nei casi precedenti ho potuto usare la tecnica del "bounce-flash", perchè avevo qualcos'altro contro cui puntare il flash. Infatti, si orienta il flash (impostato sempre in TTL standard) in alto verso il soffitto o lateralmente verso una parete e si scatta. E' questo il "trucco". Si fa rimbalzare la luce su una grande superficie, senza mandarla direttamente sul soggetto. Su di esso cadrà una morbida "cascata" di luce, anzichè una dura "sparata" di flash. Vediamo un altro esempio: foto6

Anche in questo caso il flash è puntato, in TTL standard, verso l'alto, ed è estratto il piccolo cartoncino bianco che molti flash possiedono per mettere un punto di luce negli occhi, per renderli vivi. Il cartoncino bianco è estratto anche nella foto3.

Uno dei vantaggi del bounce-flash è che si riesce a scattare con sensibilità di 100 ISO in interni, con una bella luce, e senza grana nelle immagini. Le reflex che già ad 800 ISO sono rumorose possono avvantaggiarsi di queta tecnica, oppure le analogiche con una economica 100 ISO negativa del supermercato.

Prima avevo detto che non avevo scelta nella foto precedente, che non potevo usare il bounce-flash, perchè?

Quando non si può usare il bounce-flash?

Quando non c'è una superfice di rimbalzo adatta, un soffitto scuro, o altissimo (molte

chiese non consentono l'uso del bounce-flash) o di colore non adatto. Il soffitto deve essere di colore chiaro, bianco, beige, rosato va bene, ma marrone scuro, rosso fuoco, violetto etc. no, ne verrebbero fuori dominanti incorreggibili neanche dal raw-converter più sofisticato.

Non si può usare neanche se non disponiamo di un flash con al testa rotante o poco potente; ci vuole molta potenza per far cadere sul soggetto abbastanza luce. A volte, per usare tempi di sicurezza di 1/250 (capita in interni se vogliamo usare il telezoom) bisogna anche alzare la sensibilità ad 800 ISO per avere abbastanza luce flash di rimbalzo.

Luce scarsa in esterni

Concludiamo con un esempio di luce scarsa in esterni. Capita spesso di fotografare in ombra, con poca luce. Anche qui: macchina in manuale, flash TTL standard e si scatta. Ecco un esempio.

Andrea Conti, [email protected]

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Vorrei concludere con una carrellata totalmente "pratica", senza teoria. Presenterò una serie di foto in cui ho usato il flash per scelta precisa, spiegando di volta in volta la foto. Questo perchè sono convinto che l'analisi e la spiegazione di una foto valga più di mille parole, di corsi teorici, e di noiose spiegazioni. La cosa importante è saper prendere la decisione "corretta" (in base a quello che si vuole fare) direttamente sul campo, per avere subito lo scatto giusto. Ho raggruppato le scelte fatte in base alle "caselle mentali" che mi creo quanto scatto sul campo. Infatti, se vedo una scena cerco di catalogarla nel minor tempo possibile (nel caso di reportage spesso non bisogna metterci più di un paio di secondi, altrimenti si perde lo scatto) in una "casella mentale" già collaudata per un certo tipo di risultato. La casella corrisponde ad una certa

regolazione della macchina per il risultato che voglio ottenere. Bisognerebbe crearsi il più alto numero possibile di queste caselle, che poi alla fine costituiscono parte integrante della cosiddetta "esperienza". Ovviamente le caselle che descriverò qui sono poche, per ovvie ragioni, ma è sufficiente a far capire cosa fare sul campo in determinate situzioni per ottenere determinati risultati, a "botta sicura". La maggior parte delle foto di questo articolo sono su pellicola e sono ovviamente piccole e compresse per ragioni di spazio. Chi volesse la versione grande di una o più foto per studiarle bene può richiedermele via email ([email protected]). Prima di descrivere gli esempi raggruppati per "caselle", iniziamo con un confronto diretto di due situazioni, una con due impostazioni differenti della macchina ed una con/senza flash.

Foto in interni con macchina in mauale ed esposizione con tempo rapido (1/125). Il flash è acceso e puntato verso l'alto, con cartoncino bianco estratto. Lo sfondo è molto scuro, pur essendo il soggetto illuminato bene. Cosa fare? Questa è una foto su pellicola 100 ISO, ed anche non potendo controllare subito il risultato, avevo cmq "previsualizzato" il risultato in base alla casella mentale (da qui si capisce la sua utilità), cioè sapevo esattamente come sarebbe venuta la foto. Con la macchina in manuale, non ho fatto altro che girare la rotella dei tempi ad 1/30 o giù di lì (l'esposimetro mi dava ancora una sottoesposizione di circa 2/3 di stop) e scattare di nuovo. Ecco il risultato:

Piccola digressione: ormai col digitale si spreca tempo prezioso sul campo per "controllare" la foto (che mai si potrà controllare poi sul campo, al massimo l'istogramma). Io lo faccio spesso, non è una cosa cattiva, dopotutto la tecnologia è qui per aiutarci. Però il tempo perso per controllare la foto è perso, non torna, spesso si perdono scatti ed attimi preziosi.

Anche il sapere come verrà la foto prima di controllarla o addirittura senza controllarla è fondamentale per ottimizzare al massimo i tempi sul campo ed ottenere rapidamente un maggior numero di foto buone. Io in un reportage di matrimonio faccio gli esterni in non più di venti minuti-mezzora.

Altra situazione, reportage di matrimonio. Il flash io nel reportage di matrimonio lo uso nel 5% delle foto che faccio, pochissimo, solo luce ambiente. Ma ci sono foto che bisogna portare nitide a casa a tutti i costi, come lo scambio degli anelli. Prima foto senza flash, foto digitale:

Per dare varietà agli scatti e per garantirmi cmq la foto importante non mossa, accendo rapidamente il flash puntato verso l'alto, cartoncino estratto, sottoespongo lo sfondo di uno stop e scatto in AUTO non compensato (questo è lo scatto "grezzo", ha bisogno di una leggera reinquadratura in stampa).

Vedete come lo sfondo è più scuro rispetto al primo scatto? Questo è lo scatto che non bisogna perdere, per cui l'accorciamento del tempo di scatto è fondamentale.

Andrea Conti, [email protected]

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- Casella "Bounce-flash"

Reportage di matrimonio, casa della sposa... La luce è poca e non buona, che fare? Macchina digitale, accendo il flash in AUTO, verso l'alto, cartoncino estratto, macchina in verticale, tempo rapido, sensibilità alta 800 ISO. Ecco il risultato:

Il volto presenta leggere ombre che lo modellano, buone luci morbide, nessuna parte bruciata.

- Casella "Evidenziare"

Evidenziare è l'esigenza che si ha quando si vuole far risaltare un soggetto rispetto ad uno sfondo uniforme o poco interessate ma che deve rimanere visibile, oppure per illuminarlo in modo diverso dallo sfondo. Primo esempio. Reportage di matrimonio, uscita dalla cerimonia, sposa felice. Siamo in ombra, e voglio evidenziare la felicità della sposa. Macchina digitale, flash in auto, sfondo a -1, si scatta. Ecco il risultato:

Altro esempio. Parigi, vedo una foto in "stile" Martin Parr, famoso per l'uso del flash per evidenziare un soggetto. Siamo in ombra piena, al crepuscolo, quasi buio, pellicola diapositiva 100 ISO. Stesso comportamento: flash acceso in TTL standard, sfondo a -1 e si scatta. Capisco che se Martin Parr vede questa foto, come minimo mi mena, però lo scatto non è malaccio :-)

Il flash

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Altro esempio. Parigi, volevo evidenziare le parti metalliche con i loro riflessi. Stesso comportamento: pellicola 100 ISO, sfondo a -1, flash e si scatta.

Ultimo esempio parigino. Evidenziazione di un soggetto in pieno sole. Sempre uguale, si sottoespone lo sfondo e si usa il flash. Pellicola 100 ISO.

Qui il flash è il TTL +1, la gabbia è bianco puro. Piccioni "fermati" con doppia esposizione, nessuna parte bruciata, senza poter controllare lo scatto, siamo in pellicola, e non abbiamo ancora troppi rullini da esporre, dobbiamo centellinare gli scatti.

Andrea Conti, [email protected]

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Vediamo l'evidenziazione in foto di paesaggio. Goccioline di rugiada (foto con compattina digitale di poche pretese):

Evidenziazione di fiori contro sfondo scuro (pellicola 100 ISO):

Evidenziazione di girasole contro il cielo (pellicola 100 ISO):

Il flash

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Evidenziazione di foglia contro masso nero (pellicola 100 ISO). Qui il flash è stato sottesposto di parecchio, circa -2, il masso deve rimanere nero, e la foglia non si deve bruciare.

Evidenziazione di goccioline. Qui il flash è stato usato staccato dalla macchina e puntato verso il basso sia per evidenziare le goccioline che per illuminare lo sfondo. La foto è stata fatta praticamente al buio in un bosco in pellicola a 50 ISO, macchina su cavalletto, fuoco preimpostato e con imprecazioni varie a causa del vento continuo. Ho sprecato due rulli di VELVIA per fare questo scatto.

Altro esempio di flash staccato dalla macchina (pellicola 100 ISO). Notare come il flash staccato dalla macchina modelli le ombre, in modo da non far risultare il soggetto piatto. La flashata frontale classica sarebbe stata bruttissima e piattissima.

Andrea Conti, [email protected]

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Casella "Illuminare senza perdere dettaglio" : questa situazione si ha quando si vuole esporre il soggetto in modo da non perdere dettaglio alle altre parti del fotogramma. Accade tipicamente in situazioni di forte contrasto. Vediamo.

Reportage di matrimonio. Scatto digitale. Gruppo sullo sfondo in luce mista forte contrasto, soggetto vicino in piena ombra. Senza flash il soggetto viene bene, ma lo sfondo me lo perdo sicuro. Espongo per lo sfondo (alte luci), accendo il flash, sottoesposto a -1, puntato verso l'alto, e scatto.

Parigi, giostra di Montmartre, pellicola 100 ISO. Il flash serve per illuminare i dettagli della giostra senza perdere i dettagli della chiesa Le Sacree Coeur sullo sfondo.

Reportage di manifestazione folkoristica. Sfondo in pieno sole. Per non bruciarlo, stesso comportamento: pellicola B/N 400 ISO, misurazione delle alte luci, flash in TTL fill-in a -1 e si scatta.

Ferrara, esterni in luce bassissima. Pellicola 100 ISO. Senza flash (senza computer e senza HDR ... ) è impossibile far vedere qualche dettaglio della bicicletta al buio senza perdere i dettagli della finestra di sfondo. Che fare? Misuro in spot la finestra, blocco l'esposizione, accendo il flash in TTL a -2 (il luogo è buio e deve rimanere scuro, ma con dettagli visibili) e scatto. Ecco il risultato, come si vede mi sono risparmiato estenuanti sessioni al PC per "rimediare" allo scatto che avrei fatto senza flash, o per comporre un HDR, ho ottenuto subito, ed in pellicola, uno scatto ragionevolmente buono.

Il flash

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Casella "Riempimento"

Parigi, interni, luce artificiale bassissima, pellicola 100 ISO. Voglio dare una pennellata di luce per rendere meglio il soggetto, per cancellare le ombre sotto gli occhi e per mettere il puntino di luce negli occhi stessi. Accendo il flash in TTL a -2, esposizione per lo sfondo a -1, scatto, flash puntato verso l'alto. Nello specchio (che per fortuna non si è rotto ... :-) ) mi si può vedere mentre catturo la foto al volo rubando la scena ed inquadrando "ad istinto" col 20 2.8.

Parigi, esterni al crepuscolo, 100 ISO. Per riempire i dettagli della strada, che possiedono linee geoetriche interessanti, accendo il il flash in TTL standard, sfondo sottoesposto a -1.5 e scatto. Nessuna alta luce bruciata, foto ferma.

Ritratto in esterni, pellicola 100 ISO. Il corpo è al sole, il viso in ombra. Flash in TTL a -1, si scatta.

Stessa situazione, fill-in classico.

Arrivederci al prossimo tutorial da Andrea Conti, [email protected]