«And one day DIRITTI we will be free» - eastwest.eu · Bagno di folla per Aung San Suu Kyi ......

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ma (Dvb) scandisce con forza le sue parole. . Il Dvb è la più grande organizzazione di media no profit, che dall’Europa (Oslo) fa informazio- ne televisiva e radiofonica antigovernativa sul- la Birmania. . a cura di Alessandra Garusi 124 . east . europe and asia strategies numero 34 . febbraio 2011 . 125 «And one day we will be free» «Il nostro sogno è che la Birmania sia un giorno un Paese libero e che la giunta militare se ne va- da. . Se la democrazia e la libertà stanno dalla parte giusta della Storia e la dittatura da quel- la sbagliata, allora i generali non potranno durare per sempre… And one day we’ll be free». . Kihin Maung Win, uno dei membri fondatori e attuale vicedirettore del Democratic Voice of Bur- DIRITTI I l Myanmar resta un luogo dove non è permesso comu- nicare e muoversi liberamente. All’indomani delle ele- zioni del 7 novembre e del rilascio di Aung San Suu Kyi, per comprendere quello che sta accadendo a Rango- on, bisogna venire qui, in Norvegia. Ecco l’intervista a tutto campo che Kihin Maung Win ha rilasciato a east. Cosa cambierà dopo le recenti elezioni? Prima quello birmano era a tutti gli effetti un regime militare. Ora quegli stessi militari pretendono di aver fat- to nascere, in una notte, un vero governo: semplicemen- te, si sono tolti le divise e ora indossano gli abiti civili… In termini di politica, non è cambiato nulla. Tutti i pro- blemi restano sul piatto, gli stessi uomini detengono il potere. Solo che ora alcuni partiti sono rappresentati in parlamento, mentre prima non esisteva alcun parlamen- to. Tuttavia, siamo ben consapevoli che il parlamento non potrà in alcun modo sfidare il regime. L’Usdp (Union Solidarity and Development Party), il partito pro giunta, più di molti Paesi occidentali. Ciononostante, un nume- ro elevato di partiti non equivale necessariamente a una politica multipartitica. Un solo partito, l’Usdp, control- la l’80% del parlamento; tutti gli altri, il restante 20%. Ci sono poi molti partiti che non sono riusciti ad aggiudi- carsi nemmeno un seggio e, dunque, non sono rappre- sentati. Comunque, in totale, meno di dieci partiti sono riusciti a entrare in parlamento; di questi, circa quattro o cinque possono essere definiti “partiti indipendenti”. Ma i seggi di cui essi dispongono sono molto pochi. Che ruolo avrà Aung San Suu Kyi? È libera di girare nel Paese? Questa è una domanda molto interessante. Ora può gi- ha occupato i posti chiave. Quindi l’esercito controlla an- cora ogni cosa. Trentasette partiti hanno partecipato alle elezioni. Quanti di questi sono veri partiti? Quanti sono indipendenti? Se si guarda al numero di partiti, sono addirittura di Bagno di folla per Aung San Suu Kyi tra i suoi sostenitori al quartier generale della National League for Democracy a Yangon all’indomani delle elezioni di novembre. Ora che è tornata libera, dopo una reclusione durata 15 anni, si attende di vedere quale ruolo potrà giocare nel Paese. I Ckn / Getty Images

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ma (Dvb) scandisce con forza le sue parole. .Il Dvb è la più grande organizzazione di media

no profit, che dall’Europa (Oslo) fa informazio-

ne televisiva e radiofonica antigovernativa sul-

la Birmania. . a cura di Alessandra Garusi

124 . east . europe and asia strategies numero 34 . febbraio 2011 . 125

«And one day we will be free»«Il nostro sogno è che la Birmania sia un giorno un Paese libero e che la giunta militare se ne va-

da. . Se la democrazia e la libertà stanno dalla parte giusta della Storia e la dittatura da quel-

la sbagliata, allora i generali non potranno durare per sempre… And one day we’ll be free». .Kihin Maung Win, uno dei membri fondatori e attuale vicedirettore del Democratic Voice of Bur-

DIRITTI

Il Myanmar resta un luogo dove non è permesso comu-nicare e muoversi liberamente. All’indomani delle ele-zioni del 7 novembre e del rilascio di Aung San Suu

Kyi, per comprendere quello che sta accadendo a Rango-on, bisogna venire qui, in Norvegia.

Ecco l’intervista a tutto campo che Kihin Maung Winha rilasciato a east.

Cosa cambierà dopo le recenti elezioni?Prima quello birmano era a tutti gli effetti un regime

militare. Ora quegli stessi militari pretendono di aver fat-to nascere, in una notte, un vero governo: semplicemen-te, si sono tolti le divise e ora indossano gli abiti civili…In termini di politica, non è cambiato nulla. Tutti i pro-blemi restano sul piatto, gli stessi uomini detengono ilpotere. Solo che ora alcuni partiti sono rappresentati inparlamento, mentre prima non esisteva alcun parlamen-to. Tuttavia, siamo ben consapevoli che il parlamentonon potrà in alcun modo sfidare il regime. L’Usdp (UnionSolidarity and Development Party), il partito pro giunta,

più di molti Paesi occidentali. Ciononostante, un nume-ro elevato di partiti non equivale necessariamente a unapolitica multipartitica. Un solo partito, l’Usdp, control-la l’80% del parlamento; tutti gli altri, il restante 20%. Cisono poi molti partiti che non sono riusciti ad aggiudi-carsi nemmeno un seggio e, dunque, non sono rappre-sentati. Comunque, in totale, meno di dieci partiti sonoriusciti a entrare in parlamento; di questi, circa quattro ocinque possono essere definiti “partiti indipendenti”. Mai seggi di cui essi dispongono sono molto pochi.

Che ruolo avrà Aung San Suu Kyi?È libera di girare nel Paese?Questa è una domanda molto interessante. Ora può gi-

ha occupato i posti chiave. Quindi l’esercito controlla an-cora ogni cosa.

Trentasette partiti hanno partecipato alle elezioni.Quanti di questi sono veri partiti? Quanti sono indipendenti?Se si guarda al numero di partiti, sono addirittura di

Bagno di folla per Aung San Suu Kyi

tra i suoi sostenitori al quartier generale

della National League for Democracy a Yangon

all’indomani delle elezioni di novembre.

Ora che è tornata libera,

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si attende di vedere quale ruolo potrà giocare nel Paese.

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scono il bottino, mentre la popolazione vive sotto la so-glia di povertà.

Pensa che un giorno i magnati potrebbero ribellarsi contro uncontrollo così stretto dell’economia da parte della giunta?

No. Per i miliardari i profitti sono certi fino a quando imilitari resteranno al potere. Se la Birmania dovesse ungiorno diventare una zona di libero mercato, ci sarebbeuna reale competizione. Tutto sarebbe molto più diffici-le. Oggi non devono invece confrontarsi con nessuno;hanno solo bisogno di conservare un’ottima relazione coni generali. In barba alle leggi sull’ambiente, possono adesempio decidere di abbattere tutti gli alberi del Paese.

Secondo lei, gli undici generali che compongono la giuntabirmana assomigliano in qualche modo agli oligarchi russi?Il paragone è lecito. Ma la situazione birmana è addi-

rittura peggiore. In Russia la politica non è controllatadall’esercito, ma da forze nuove, emergenti. Mentre aRangoon è l’esercito che decide su tutto.

Alcuni degli oltre 2200 prigionieri politiciverranno rilasciati?No, non penso proprio. Ovviamente, ce lo augurerem-

mo. Sono tutte persone che amano il proprio Paese el’unico crimine che hanno commesso è quello di averpromosso la democrazia e la libertà. Quindi dovrebberoessere rilasciati. Ma, per essere realisti, non c’è ragioneper cui l’esercito decida di farlo ora. Aung San Suu Kyiè stata liberata; la giunta incassa il successo sul piano in-ternazionale, ma non farà un secondo passo in questa di-rezione.

Dei 2200 prigionieri politici 256 sono monaci.Com’è possibile che questo accada in un Paese in cuila comunità monastica buddhista gode di massimo rispetto?Ai generali non importa nulla al di là del proprio po-

tere e del proprio interesse. Queste sono le loro due uni-

che priorità. Di conseguenza non esitano a uccidere o aincarcerare chiunque ostacoli il loro cammino, monacicompresi.

U Gambira, 31 anni, monaco e leader delle protestedel settembre 2007, ha recentemente dichiarato dal carceredi Kalay: «Perdonerò e dimenticherò la brutale torturasubita, le minacce alla mia famiglia: voglio che oggi tuttisi concentrino sulla riconciliazione nazionale». Per qualeragione tutti, compresa la Lady, invitano alla riconciliazione?La Birmania ha un estremo bisogno di riconciliazione.

Per questo il movimento democratico birmano e la stes-sa Aung San Suu Kyi l’hanno chiesta pubblicamente. C’èstata una guerra civile e c’è tuttora un conflitto in atto frai diversi gruppi etnici. Chiunque, a parte la giunta, vuo-le che inizi un processo di riconciliazione, per ridurre iproblemi attuali e costruire un’ipotesi di futuro. Dal can-

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chiunque. Gli stessi militari sono stati invitati al dialo-go, anche se, al momento, non hanno raccolto l’offerta.

Newsweek ha scritto che, fra gli eletti in parlamento,un buon numero di loro sono miliardari,che dovrebbero aiutare i generali a gestire il potere.Si tratta di una forza consistente? Sì. I generali si sono circondati di una cricca di miliar-

dari. Il 2 novembre il secondo magnate più ricco del Pae-se ha firmato un contratto con la italo-thailandese Deve-lopment Plc, basata a Bangkok, per la realizzazione diun’enorme area portuale a Dawei, nel Sud. Si parla di di-versi miliardi di dollari.

Di fatto, i magnati controllano l’economia birmana,con il sostegno e la cooperazione dei generali. Si sparti-

rare liberamente, può incontrare persone, parlare ecc. Mail regime calcola ogni sua mossa. Se dovesse diventare“pericolosa” ai loro occhi, i generali faranno presto a tor-nare indietro, ripristinando gli arresti domiciliari. Nel2003 è successo questo. I grossi problemi – come la po-vertà endemica, i conflitti etnici, il clima repressivo chesi respira ovunque – non sono risolti. Aung San Suu Kyipotrebbe avere un ruolo sempre maggiore.

Non pensa che potrebbero essercitroppe aspettative sulla “Lady”?Sì, esiste questo rischio. Ovviamente ognuno ha delle

aspettative su di lei. Ma una cosa è chiara: da sola AungSan Suu Kyi, o il suo partito, l’Nld (National League forDemocracy), non possono fare niente. Di questo, la Ladyvuole rendere consapevole la gente comune: ha un estre-mo bisogno di sostegno e di cooperazione. Per questa ra-gione ha già cominciato ad avviare dei colloqui con glialtri partiti, con i candidati indipendenti ecc.: parla con

Alcuni bambini

nelle baracche di Hlaing Thaya

a Yangon vivono in condizioni sanitarie più che precarie.

Fuochi d’artifici0 salutano il 2011

al parco Kan Daw Gyi a Yangon

e illuminano la pagoda Shwedagon.

Aung San Suu Kyi ha invitato

la gente del suo Paese

a lottare con rinnovata forza e resistenza

e parole diverse nel nuovo anno. Get

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to loro i generali temono invece che riconciliarsi signifi-chi perdere il potere. La rifiutano categoricamente.

Come ha più volte ribadito la Lady: «Questo è un com-pito arduo, ma necessario. Continueremo a cercarla».

È la prima volta dal 1962 che la giunta militare birmanadecide di privatizzare (dalla telecomunicazioni ai porti,agli edifici storici). Chi sta traendo vantaggida questa privatizzazione?La privatizzazione riguarda solo i miliardari e i gene-

rali. Non avrà alcuna ricaduta sull’economia locale e sul-la popolazione che diventa ogni giorno più povera: gliospedali, le scuole ecc. sono sempre più fatiscenti. Alcontempo i magnati diventano sempre più ricchi. Il di-vario fra gli uni e gli altri – rispettivamente l’1% e il re-stante 99% della popolazione – è ormai incolmabile.

In questo scenario, che cosa rappresenta

The Democratic Voice of Burma?Siamo un gruppo di media indipendenti, con lo status

di esiliati. Cerchiamo di promuovere la democrazia nelPaese, dando la possibilità alle forze democratiche d’op-posizione di avere accesso ai media. Ad esempio, duran-te le scorse elezioni, tutti i partiti hanno potuto prende-re la parola solo tramite The Democratic Voice of Burma.È stata un’enorme soddisfazione. .

La leader dell’opposizione,

Aung San Suu Kyi, sorridente

nel quartier generale del suo partito,

la National League for Democracy (Nld).

La Birmania ha bisogno di riconciliazione

dopo aver vissuto una guerra civile

ed essere tuttora alle prese

con conflitti tra i diversi gruppi etnici.

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