ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del...

14
E noto ma ancora non del tutto ap- profondito il ruolo che rivestì l’ordine Cistercense, fondato da Roberto di Mole- sme nel 1098 a Clairvaux, in Francia, nel settore dell’innovazione tecnologica: au- tentici ingegneri, i Cistercensi furono i veri fautori delle grandi bonifiche che ri- sanarono la pianura Padana, trasformatasi in paludi ed acquitrini dopo l’abbandono e l’incuria del territorio seguiti alla deca- denza ed alla caduta dell’Impero Romano. Le loro opere di ingegneria idraulica permisero di trasformare l’economia loca- le - nel cui ambito la morte per fame e carestia intorno all’anno Mille era tema quotidiano - ad un sistema tanto florido da avere il problema della gestione dei surplus, e della loro conservazione in una epoca in cui la refrigerazione non era disponibile. Non stupisce quindi che proprio presso quest’Ordine, in cui le conoscenze tecni- che erano assai più diffuse ed organizzate che altrove, si potessero riscontrare inte- ressi e capacità progettuali e realizzative necessari per affrontare problemi com- plessi quale quello della creazione di macchine evolute. ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE MARISA ADDOMINE 1 Alle porte di Milano, lungo l’antica strada che dal centro della città conduceva a Pavia, sorge la bellissima Abbazia Cistercense di Chiaravalle, fondata nel 1135 secondo la linea di filiazione di Clairvaux. Un autentico gioiello architettonico, fu centro di attività religiose, culturali e lavora- tive che ebbero enorme impatto sul territorio circostante sino alla fine del XVIII secolo, epoca in cui i monaci furono allontanati. Un ringraziamento particolare a Padre Alberico Giorgetti, bibliotecario dell’Abbazia di Chiaravalle, ed a Daniele Pons, per il sostegno in questa ricerca.

Transcript of ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del...

Page 1: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

E’ noto ma ancora non del tutto ap-profondito il ruolo che rivestì l’ordine

Cistercense, fondato da Roberto di Mole-sme nel 1098 a Clairvaux, in Francia, nelsettore dell’innovazione tecnologica: au-tentici ingegneri, i Cistercensi furono iveri fautori delle grandi bonifiche che ri-sanarono la pianura Padana, trasformatasiin paludi ed acquitrini dopo l’abbandonoe l’incuria del territorio seguiti alla deca-denza ed alla caduta dell’Impero Romano.

Le loro opere di ingegneria idraulicapermisero di trasformare l’economia loca-le - nel cui ambito la morte per fame e

carestia intorno all’anno Mille era temaquotidiano - ad un sistema tanto floridoda avere il problema della gestione deisurplus, e della loro conservazione in unaepoca in cui la refrigerazione non eradisponibile.

Non stupisce quindi che proprio pressoquest’Ordine, in cui le conoscenze tecni-che erano assai più diffuse ed organizzateche altrove, si potessero riscontrare inte-ressi e capacità progettuali e realizzativenecessari per affrontare problemi com-plessi quale quello della creazione dimacchine evolute.

ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICODI CHIARAVALLE

MARISA ADDOMINE

1

Alle porte di Milano, lungo l’antica strada che dal centro della città conduceva a Pavia, sorge labellissima Abbazia Cistercense di Chiaravalle, fondata nel 1135 secondo la linea di filiazione diClairvaux. Un autentico gioiello architettonico, fu centro di attività religiose, culturali e lavora-tive che ebbero enorme impatto sul territorio circostante sino alla fine del XVIII secolo, epoca incui i monaci furono allontanati.

Un ringraziamento particolare a Padre Alberico Giorgetti, bibliotecario dell’Abbazia di Chiaravalle, ed aDaniele Pons, per il sostegno in questa ricerca.

Page 2: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

Più volte, ed in più occasioni, Autoriche si sono occupati di orologeria medie-vale hanno toccato il tema della presenzadi un orologio astronomico di antica co-struzione all’interno dell’edificio dellaAbbazia. Questo articolo desidera ri-prendere il tema della ricerca, cercandodi trarre le fila tra le tante ipotesi ed itanti percorsi di studio, ed aggiungerequalche elemento, venuto alla luce re-centemente.

Un comune riferimento, parlando del-

l’orologio di Chiaravalle, derivada alcune note che compaionoprincipalmente in due codicileonardeschi: l’Atlantico ed ilMadrid I.

Nell’Atlantico, al f. 399v-b, èriportato il disegno dettagliatodel meccanismo di Chiaravalle(Fig. 2), completo delle indica-zioni circa il numero di dentidelle ruote, oltre ad alcuni par-ticolari meccanici molto inte-ressanti - sui quali ritorneremonei prossimi paragrafi, anchealla luce delle più recenti sco-perte - e ad una serie di brevinote circa le indicazioni che ilmeccanismo forniva a livello diquadranti.

Una nota di pugno di Leo-nardo cita testualmente “Oriolodella torre di Chiaravalle il qualemostra luna, sole ore e minuti”,subito in calce al disegno cheraffigura il meccanismo, caratte-rizzato dalla posizione ortogona-le degli assi, del tutto inconsue-

ta rispetto alle più comuni strutture con itamburi di carica in linea.

La presenza di questi disegni ha indot-to alcuni studiosi a ritenere erroneamen-te che Leonardo avesse progettato unorologio astronomico per l’Abbazia, difatto mai realizzato.

L’epoca di composizione dell’Atlanticoè collocabile tra il 1478 ed il 1518, e glischizzi sarebbero stati quindi, secondo u-na scuola di pensiero, semplici appuntiprogettuali, un abbozzo per una realizza-

LA VOCE DI HORA2

Fig. 1 - L’abbazia cistercense di Chia-ravalle Milanese (Foto L. Magistretti).

Page 3: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

zione che non avrebbe mai visto la luce.Nel 1966, presso la Biblioteca Nazio-

nale di Madrid, furono identificati duecodici leonardeschi inediti, detti Madrid Ie II, riconosciuti come autentici, di straor-dinaria importanza dal punto di vistadello studio di Leonardo tecnologo. Laloro redazione viene fatta risalire alperiodo tra il 1490 ed il 1496.

Contrariamente all’Atlantico - che ci

appare come uno sterminato repertorio diidee, appunti, schizzi, copie al vero e no-te il cui campo di interesse spazia tra di-scipline di ogni tipo - il Madrid I si pre-senta come un trattato sistematico sulleMacchine, in cui Leonardo, pur con lalibertà di pensiero che caratterizzava isuoi scritti, focalizzava la propria atten-zione su temi meccanici affrontandoliorganicamente.

3SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE

Fig. 2 - Leonardo da Vinci,Codex Atlanticus, f. 399v-b. Ilmovimento dell’orologio a-stronomico di Chiaravalle ri-levato al vero da Leonardo.

Page 4: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

LA VOCE DI HORA4

In particolare, il f. 10v (Fig. 3a) contie-ne alcuni appunti e alcuni disegni di par-ticolari che, analizzati, ci rivelano comeegli si fosse concentrato sull’analisi di al-cuni dettagli meccanici presenti nell’oro-

logio di Chiaravalle, cercando di trovaresoluzioni alternative, magari addiritturamigliorative. Emerge la sua attenzione alproblema della trasmissione del moto at-traverso assi ortogonali e alla rappresen-

Fig. 3a - Leonardo da Vinci, Codex Madrid I: il foglio 10v, in cui Leonardo riporta le varianti di sua conce-zione del cinematismo delle fasi lunari, a partire da quello rilevato al vero a Chiaravalle.

Page 5: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

tazione delle fasi lunari tramite il motorelativo tra un globo rotante parzialmen-te dorato ed un guscio semisferico che loconteneva. Il moto della sfera che rap-presenta le fasi lunari viene ripreso più

volte nella suddetta pagina, in diversevarianti; come se Leonardo intendessesviscerarlo ritenendolo di proprio parti-colare interesse.

Sul tema di questi disegni del Madrid I,

5SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE

Fig. 3b - Il foglio 11r, sempre dal Codex Madrid I.

Page 6: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

(si vedano anche le Figg. 3a-g) il Colon-nello Antonio Simoni si espresse con ve-emenza, in un articolo intitolato Leonar-

do and the Chiaravalle Abbey Clock pub-blicato nel Giugno 1975 su AntiquarianHorology.

A detta del Simoni, gli schizzi non e-rano altro che improponibili falsi, da cuiemergevano ingenuità meccaniche nonascrivibili a Leonardo. L’articolo fu fontedi un dibattito e diede luogo ad una pun-tuale risposta da parte di Bert S. Hall eIan Bates, in un articolo, sempre su Anti-quarian Horology dello stesso anno, inti-tolato Leonardo, the Chiaravalle Clock andEpicyclic Gearing: A Reply to Antonio Si-moni: le posizioni espostevi erano in com-

Fig. 3c, d, e, f, g - Dettagli del cinematismo delle fasi lunari,dal Codex Madrid I, fogli precedentemente illustrati.

LA VOCE DI HORA6

Page 7: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

pleto dissenso rispetto a quelle formulatedall’orologista italiano. Poco dopo, le po-lemiche si sopirono e l’orologio di Chia-ravalle continuò a restare avvolto nel mi-stero.

Uno spunto notevole fu dato dalle ri-cerche di Silvio Bedini. Nel capitolo de-dicato alle attività di Leonardo nel setto-re dell’orologeria, da lui curato nel belvolume The Unknown Leonardo, (Leo-nardo Sconosciuto, a cura di Ladislao Reti,McGraw-Hill 1974), Bedini portò allaluce una serie di informazioni di grandeinteresse a corollario dell’analisi deglischizzi vinciani. Mi sembra opportunoricordarle in questa sede.

In primo luogo, l’epoca in cui Leonar-do compose l’Atlantico corrisponde alperiodo in cui egli abitava a Milano, chelasciò nel 1499. Ma si recava spesso a Pa-via, non senza frequentare Vigevano.

Il piccolo centro aveva dato i natali aLudovico il Moro (1466-1480), che ave-va deciso di trasformarlo in un nobileborgo - quasi una città ideale, secondoun’utopia architettonica cara al Rinasci-mento - al punto di chiamare i miglioriartisti del tempo per la costruzione delCastello e l’impostazione dell’urbanistica,e di affidare la realizzazione delle decora-zioni parietali del Castello stesso a Do-nato Bramante (1444-1514). E’ storica-mente accertato che nel medesimo perio-do anche Leonardo fu invitato più voltea Vigevano, dove progettò opere idrauli-che. Ed il Bedini ci dà notizia del fattoche al Bramante venne commissionata larealizzazione di una sala affrescata in cuiil tema delle decorazioni fosse il Tempo,e che il soggetto di una delle pareti do-vesse essere la raffigurazione dell’Astrariodel Dondi, che in quegli anni si trovava

presso la Libreria Ducale del PalazzoVisconteo di Pavia, dove l’artista marchi-giano si recò nel Marzo 1495 per pren-derne schizzi al vero. Nessuna traccia ci èpervenuta di tale affresco.

Inoltre, Bramante non solo si sarebbepotuto a propria volta recare con facilitàa Chiaravalle - che si trovava, ricordia-mo, lungo la strada che portava a Pavia -ma ne progettò addirittura il ChiostroGrande, su incarico del Cardinale Asca-nio Maria Sforza Visconti (1455-1505).Il chiostro fu purtroppo distrutto nel cor-so dei lavori per la realizzazione dellavicina linea ferroviaria, nel 1861.

D’altro canto, al f. 92v del Codice L,conservato presso l’Institut de France,Leonardo raffigurò con ogni probabilitàuno dei quadranti dell’Astrario del Don-di, quello di Venere: né deve stupire cheun genio meccanico del suo calibro aves-se approfondito lo studio di ciò che eraconsiderata la più straordinaria creazioneorologistica del tempo, di cui si favoleg-giava in tutta Europa e che egli aveva lapossibilità di studiare al vero.

Molteplici testimonianze ci portanoquindi a considerare come, alla fine delXV secolo, l’asse Milano-Pavia costituis-se un vero crocevia di scambi culturalitra quelli che erano i massimi ingegni deltempo, che troviamo coinvolti in attivitàin cui la misura del tempo e l’Arte siintersecano e compenetrano.

Nel saggio di Bedini si fa riferimentoad un testo conservato presso la Biblio-teca di Brera, cui l’autore fa concisamen-te cenno: esso narra di come una cronacadell’Abbazia riferisse che nel 1568 fossestata eretta una torre per ospitare il mec-canismo dell’orologio astronomico. Iltesto risultava essere una copia ottocen-

7SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE

Page 8: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

tesca di un originale più antico, non re-perito.

Una ricostruzione dell’orologio sullabase di tale descrizione è stata tentata dalnostro Socio Alberto Gorla ed è stata og-getto di esposizione in diverse mostre inItalia ed all’Estero.

Fino ad ora, abbiamo seguito quantonegli anni si sia scritto e detto circa l’oro-logio. Cercherò quindi di fornire unabreve sintesi delle sue caratteristichemeccaniche - già descritte con dovizia didettaglio nelle sedi sopra indicate - perpoi ritornare alle fonti documentarie.

L’orologio di Chiaravalle indicava oree minuti su due quadranti distinti, men-tre altre lancette mostravano il giornodell’anno, il mese ed il segno zodiacale,oltre a fornire le grandezze del mese sino-dico e sidereo, visualizzando le fasi dellaluna per il tramite di un globo dorato.Era presente una suoneria ad ore e mezze,in dodici.

Lo scorso anno, recatami presso la Bi-blioteca dell’Abbazia in cerca di docu-mentazione sulle attività tecnologichedei monaci, dopo un’interessantissimaconversazione con Padre Alberico Gior-getti, bibliotecario, emerse il fatto che inbiblioteca fosse presente un antico mano-scritto che parlava diffusamente dell’oro-logio.

Nonostante la chiusura al pubblico perristrutturazione, la cortesia di Padre Al-berico fece sì che mi fosse data l’opportu-nità di prendere ugualmente visione deltesto e di ottenere fotocopie delle paginedi mio interesse.

Si trattava di un manoscritto del 1591,redatto da Benedetto De Blachis da Par-ma, converso presso l’Abbazia. I fratelliconversi, pur non prerogativa esclusiva

dei Cistercensi, erano religiosi a tutti glieffetti che venivano incaricati di tenere irapporti con le istituzioni laiche e co-munque esterne al monastero: l’istituzio-ne dei fratelli conversi fu presso i Cister-censi molto più importante che pressoaltri Ordini.

Il volume indicato da Padre Albericoera chiaramente il testo originale tardo-cinquecentesco da cui era stata posterior-mente tratta la copia conservata a Brerae citata da Silvio Bedini: un codice carta-ceo, in quarto, legato in pergamena, inottimo stato di conservazione. Il testo eravergato in una grafia nitida e ben leggibi-le, sebbene nello stile e con le regolescrittorie dell’epoca (Fig. 4).

Vi si narrava in forma sintetica la sto-ria dell’Abbazia, tratta da altre fonti piùantiche al tempo presenti nella Biblio-teca del Monastero, e doveva costituiredegno omaggio per un importante perso-naggio in visita presso il Monastero, co-me risulta dalla lettura della pagina ini-ziale.

Nel capitolo nono viene dato ampiospazio alla descrizione dell’orologio. Hoquindi il piacere di poter presentare quila trascrizione del testo da me effettuata apartire dall’originale manoscritto.

Essa riporta tra parentesi la risoluzionedelle abbreviazioni paleografiche, ed èassolutamente fedele - anche laddovepotrebbe sembrare inconsueta od erronea- al testo originale.

LA VOCE DI HORA8

Fig. 4 (nella pagina a fianco) - Il capitolo sull’o-rologio di Chiaravalle, tratto dal manoscritto diBenedetto De Blachis, risalente al 1591 secoloe conservato presso la biblioteca dell’Abbazia diChiaravalle Milanese.Per cortesia dell’Abbazia di Chiaravalle.

Page 9: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

9SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE

Page 10: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

Del campanile de Horologio cap. IX

Per che s’è fatto menzione di sopra dilCampanile del Horologio questo è un cam-panile fatto a posta l’an(n)o 1368 p(er)questo Horologio, qual è antico ma traspor-tato nel fabricare, era a quei tempi qua(n)dofu fatto detto artificio cosa rara p(er)chequesta scienza ed arte no(n) era tenuta tan-to in prezzo come hora è né ma(n)cho p(er)questo resta che questo horologio no(n) siacosa rara p(er) soi effetti di più delli altriordinarij. Primo contiene una sfera chemo(n)stra li Minuti che son n° 60 p(er) ho-ra co(n) li quarti, e circuisse ogni hora unavolta la detta Sfera. Nella seconda Sferamostra le hore qua(n)to sono da una finoalle 24 e circuisse la detta sfera in spazio dihore 24 e queste due sfere sono al paro etutte due di una medesima gra(n)dezza.

Nel altra sfera, ch’è maggiore e tienetutta la facciata del Campanile gli son dipintili XII mesi del anno dalla parte di fuori,co(n) li XII segni del Zodiaco e ivi si vede amese p(er) mese quando il Sole entra in cia-scuno di detti mesi et segni, quando son lidoi Equinozij Vernale et Autunnale, equa(n)do sono li doi Solstizij Estivo et Hie-male co(n) alcuni segni bianchi e rossi qualiil Sole ne passa uno ogni giorno co(n) bel-l’ordine e sono tutto n° 365 qua(n)ti sono igiorni del an(n)o.

Per il segno dil Sole vi è una bachetta diferro co(n) un sole piano adorato.

Nella medesima Sfera gli è parime(n)teuna bacheta di ferro ch’è busa come unacana dove passa un’altra bachetta che tieneuna balla d’ottone adorata la metà e l’altrametà nera qual balla d’ottone è governata daun’altra mezza balla e si va girando intornoalla detta Sfera volta(n)dosi la parte adora-ta, ora ascondendosi come fa la Luna nel

suo Cielo: e talche qua(n)do si fa la con-giunzione della Luna co(n) il Sole, la Lunaè p(er) scontro a esso Sole et dalla parte difuori appare come nera, p(er)ché la parteadorata è tutta ascosa. Partendosi poi dalSole si va scoprendo a poco a poco a tal chein XIIII giorni e alcune hore si ritrova p(er)diametro col Sole e così appare a noi tuttascoperta e diciamo che è l’opposizione ciò èLuna piena. E ancora si ritorna a serrarecome è suo ordinario che fugendo dal Sole siscopre e cresce e seguitando esso Sole si a-sconde e cala. E a circuire tutto il Zodiaco ingiorni 27 e ore 9. Ma p(er) aggiongere ilSole p(er)che è caminato inanzi un segno deldetto Zodiaco gli pena doi di e ore 3 che sonoin tutto giorni 29 e ore 12.

E si sta a passare p(er) ogni segno deigiorni hore 6 e minuti 45. Ha molte ruote etvite p(er)petue che gli fanno far tutto quelche si è detto, e però una sol’ruota che fa iltutto, qual è la ruota dil Tempo, fermatoquella ogni cosa si ferma, sole, luna, hore eminuti. Detto horologio batte poi le hore aXII come fanno li altri Italiani, batte poi unbotto ogni mezza hora. Et è fabricato informa di croce no(n) come son li altri qualison fatti su quatro colo(n)ne.

Emerge immediatamente che la datadi erezione della torretta campanaria -ancor oggi visibile a destra della facciatadella Chiesa dell’Abbazia, e da non con-fondersi con il sontuoso campanile deno-minato popolarmente Ciribiciacola, dasempre icona di Chiaravalle - non era il1568, come erroneamente trascritto nellacopia del XIX secolo, bensì il 1368: unaerrata lettura dell’indicazione dataria, si-curamente dettata da una trascrizioneimprecisa.

La descrizione del meccanismo è det-

LA VOCE DI HORA10

Page 11: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

tagliata e puntuale, sicuramente scrittadal converso sotto la dettatura o con lasupervisione di una persona esperta, conogni probabilità il temperatore.

A distanza di oltre duecento anni,emerge l’orgoglio del cronista per la pre-senza di un dispositivo straordinario (...e-ra a quei tempi quando fu fatto detto artifi-cio cosa rara...), e l’attenzione puntiglio-sa con cui le note lo descrivono.

Alcuni dettagli colpiscono immediata-mente: la descrizione delle complicazionicoincide perfettamente con le diciture egli appunti dei codici vinciani, ed alcunipunti sembrano essere stati trascuratidagli Autori che hanno precedentementetrattato la materia.

Il De Blachis rimarca l’originalità dellastruttura meccanica (Et è fabricato in for-ma di croce..., si veda il disegno di Leo-nardo in cui gli assi ortogonali sono benvisibili), in contrapposizione alle più co-muni strutture su montanti a gabbia(...son fatti su quatro colonne...).

Non può passare inosservato l’uso ditrasmissioni ortogonali basate su vitisenza fine ad un solo giro, che sono de-scritte nel testo come ...et ha molte ruoteet vite perpetue, e che compaiono nelcelebre disegno dell’Atlantico, f. 399v-b,soluzione anch’essa originale, su cui forsenon ci si è soffermati a sufficienza.

Ultima, ma non da ultimo, la descri-zione dettagliata di come si sia ottenutol’effetto di rotazione del globo lunare perla rappresentazione delle fasi, attraversouna sfera cava che contiene un’altra sferaparzialmente dorata, e che il moto relati-vo tra le due avvenga attraverso una tra-smissione per mezzo di aste tubolari con-centriche: una realizzazione tutt’altro chebanale per la tecnologia dei tempi.

Nel Madrid I, f. 10v, troviamo a frontedi uno schizzo sulla realizzazione di assiconcentrici per la trasmissione di motitramite ruote dentate, l’indicazione “poliin poli, come a Chiaravalle”, e questo cipermette di desumere che a Leonardo labrillante ed inconsueta soluzione fossepassata tutt’altro che inosservata.

La data del 1368 fissa un ante quemche ci permette di stabilire come, a tut-t’oggi, si sia di fronte alla descrizione delpiù antico meccanismo orario in grado difornire l’indicazione dei minuti.

Nessuna menzione purtroppo vienefatta circa l’autore del movimento.

Il metodo per la rappresentazione dellefasi lunari trova peraltro uno straordina-rio riscontro in un reperto geografica-mente lontano ma culturalmente vicino.

Nel periodo che va dal XIV al XVIsecolo, nell’area dei Paesi che si affaccia-no sul Mare Baltico furono realizzati oro-logi astronomici collocati all’internodelle strutture ecclesiastiche: di grandebellezza e notevole complessità, presenta-no tutti notevoli analogie progettuali cheli rendono interessantissimi. Il tema mi èparticolarmente caro e mi auguro dipoterlo affrontare prossimamente da que-ste stesse pagine.

Una fioritura di competenze orologisti-che nella zona che vide la fioritura delleCittà Anseatiche e la presenza dei Cava-lieri Teutonici - sulla cui importanza co-me tramite culturale ancora molto deveessere approfondito - permise la costru-zione di movimenti di grande complessitàe straordinaria bellezza. Alcuni di essi an-darono disgraziatamente distrutti neibombardamenti del secondo conflittomondiale, altri furono oggetto di rifaci-menti. Un paio si sono conservati com-

11SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE

Page 12: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

plessivamente in buono stato e, per unoin particolare, solo il quadrante e pocheparti superstiti sono giunti sino a noi esono conservati nel Museo cittadino.

Si tratta dell’orologio astronomico diBad Doberan - località tedesca sul Bal-tico, in Pomerania - anticamente postoall’interno del Chiostro della locale ab-bazia Cistercense (una coincidenza chenon ritengo certo casuale), fondata nel1171.

I resti dell’orologio mostrano un mera-viglioso quadrante con decorazioni goti-che caratteristiche, con i ritratti di quat-tro ‘Savi dell’Antichità’ ad occupare lequattro riserve che si formano tra la cir-conferenza esterna del quadrante vero eproprio e la cornice quadrata entro laquale è iscritto, e la raffigurazione sullo

sfondo del quadrante vero eproprio della proiezione stereo-grafica su cui si muoveva la reteastrolabica (Fig. 5).

Il quadrante di Bad Doberan(in Pomerania) è del tutto simi-le a quello dell’orologio dellachiesa di San Nicola a Stral-sund (Fig. 6, pure in Pomera-nia), assai meglio conservato,ed a quello della Marienkirchedi Wismar, in cui compare unindicatore delle fasi lunari asso-lutamente assimilabile a quellodettagliatamente descritto daDe Blachis e raffigurato da Leo-nardo.

L’orologio di Bad Doberanrisale al 1390, mentre il grande astro-nomico della Chiesa di San Nicola aStralsund viene datato dagli esperti comeopera del terzo quarto del Trecento (peruna trattazione sugli orologi astronomicidell’area Baltica si veda l’ottimo volumeWunderuhren, di Manfred Schukowski,edito da Thomas Helms Verlag nel 2006e purtroppo attualmente disponibile soloin lingua tedesca).

Analogie meccaniche ed architetturalisono presenti anche con il bellissimoorologio della Marienkirche di Wismar,databile intorno agli anni Trenta delquindicesimo secolo (Fig. 7).

Molto resta sicuramente da compren-dere sul tema della circolazione dellecompetenze tecniche e scientifiche nelmondo del XIV secolo, ed in particolar

Fig. 5 - Il quadrante superstite dell’o-rologio astronomico del chiostro del-l’abbazia cistercense di Bad Doberan,circa 1390.Da Wunderuhren.

LA VOCE DI HORA12

Page 13: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

modo sul ruolo degli ordinimonastici, che sempre piùemergono come dei veri epropri network di scambio disaperi e conoscenze.

Dopo l’emozione dellalettura ed il confronto conPadre Alberico per il con-forto circa la correttezza del-la trascrizione da me effet-tuata, non restava natural-mente che chiedere se qual-cosa rimanesse dell’anticoorologio.

Nel primo Ottocento, l’o-rologio era ancora presente sulla torrecampanaria - come troviamo indicato nelvolume Dell’Abbazia di Chiaravalle inLombardia, di Michele Caffi, edito a Mi-

lano nel 1842 per i tipi di Giacomo Gnoc-chi (Fig. 8, pagina successiva) - seppuremutilo dopo il saccheggio dell’Abbaziaperpetrato dalle truppe francesi alla finedel XVIII secolo.

Le note del Caffi ci dicono infatti:“Nell’anno 1568 (n.d.A.: sempre la

solita trascrizione errata), s’innalzò la tor-re, e vi si trasportò un antico orologio ch’esi-steva ivi presso, e che era uno de’ primiintrodotti in Milano nel secolo XIV. Questo,riformato in gran parte, sta tuttora al pri-miero suo posto”.

Ottenuto il permesso di salire sino allatorre, attraverso un dedalo di passaggi trai sottotetti, non mi è rimasto che riscon-trare come nulla fosse sopravvissuto del-l’antico e meraviglioso meccanismo. Al

Fig. 6 - Il quadrante dell’orologioastronomico di S. Nicola a Stral-sund, XV secolo.Da Wunderuhren.

Fig. 7 - Il cinematismo delle fasi lunari dell’antico orologio astro-nomico della Marienkirche di Wismar (Germania), XV secolo, deltutto analogo a quello riprodotto da Leonardo e descritto detta-gliatamente dal De Blachis.

13SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE

Page 14: ANCORA SULL’OROLOGIO ASTRONOMICO DI CHIARAVALLE · riportato il disegno dettagliato del meccanismo di Chiaravalle (Fig. 2), completo delle indica- ... na scuola di pensiero, semplici

suo posto, un movimento realizzato nel1862 dai Fratelli Cappè di Casorate (Fig.9, dei quali un altro esemplare è presentenella collezione del Museo Arte Tempodi Clusone), autori sconosciuti sia al Di-zionario degli Orologiai Italiani del Mor-purgo che all’Addenda curata da GianCarlo Del Vecchio, e su cui non ho sino-ra personalmente reperito alcuna notizianelle fonti d’archivio.

Il movimento, con due treni ad assiaffiancati, è interessante per la suoneria -in dodici, con ripetizione delle ore in

corrispondenza delle mezze - ottenutacon una inusuale cremagliera: certo, nontanto interessante da sopire in me ladelusione per la perdita dell’astronomico.

Ciononostante, ritengo che il reperi-mento del testo manoscritto ed il riscon-tro con gli scritti leonardeschi mi abbia-no comunque ben ripagato per il tempodedicato a questa ricerca.

Quanto sopra esposto sottolinea unavolta di più quanto le nostre conoscenzecirca le capacità tecnologiche e la circo-lazione delle idee nel mondo del XIVsecolo siano lungi dall’essere complete.Molte delle opinioni correnti, frutto inbuona parte di una storiografia ottocen-tesca che voleva a tutti i costi attribuireal Medio Evo una connotazione di oscu-rantismo totale, meritano di essere rivisi-tate non tanto alla luce di nuove opinio-ni, quanto tramite il confronto con lefonti autentiche, non mediate da inter-pretazioni e trascrizioni filtrate dal pre-concetto.

Fig. 8 - Il frontespizio del volume del Caffi, Mi-lano 1842. In esso l’ultima notizia pervenutacidella sopravvivenza dell’antico orologio astro-nomico, seppure rimaneggiato.

LA VOCE DI HORA14

Fig. 9 - L’orologio attualmente presente nella torret-ta dell’abbazia di Chiaravalle reca la firma Cappé aCasorate. Foto di Daniele Marini.