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ANCH'IO GIOCOANCH'IO GIOCO:

L'INTERVENTO NEUROPSICOMOTORIO NEI

DISTURBI PERVASIVI DELLO SVILUPPO

Dott.ssa Francesca Mazzarelli

LE LINEE GUIDA DELLA RIABILITAZIONE

anno 2005

“La finalità a lungo termine del progetto terapeutico è quella di favorire l'adattamento

del soggetto al suo ambiente... al fine di garantire una soddisfacente qualità di vita al

soggetto e... (alla) famiglia”

“... interventi finalizzati a:

- correggere comportamenti disadattivi;

- … facilitare l'emergenza di competenze (per) favorire … l'adattamento del soggetto

all'ambiente;

- favorire lo sviluppo di un soddisfacente adattamento emozionale”

Gli obiettivi del progetto terapeutico sono quindi:

- migliorare l'interazione sociale;

- arricchire la comunicazione;

- favorire l'ampliamento degli interessi ed una maggiore flessibilità degli schemi di

azione.

IL TNPEECompito del neuro-psicomotricista:

favorire la crescita dei bambini partendo

dalle abilità emergenti nelle specifiche aree di sviluppo, ma prestando attenzione alle abilità trasversali quali l'elaborazione senso-percettiva e motoria, la memoria di lavoro, il sistema attentivo, i centri inibitori

e di controllo, la stabilità emotiva.

Caratteristica peculiare del TNPEE è l'attenzione alla corporeità quale

strumento di crescita nella conoscenza di sé, dell'altro e dell'ambiente, quindi come

tramite nello sviluppo delle capacità cognitive, sociali e relazionali

Nel trattamento riabilitativo si favorisce l'osservazione e l'intervento nell'azione

spontanea e nella dimensione del gioco;

il gioco è infatti lo spazio in cui il bambino elabora e integra le acquisizioni e

attraverso cui impara a generalizzarle in contesti differenti

IL GIOCO

Tramite il gioco il bambino si approccia alla realtà ad impara a conoscerla utilizzando

tutte le sue competenze.

Sviluppo tipico: evolve in modo progressivo e integrato con le altre aree di sviluppo

Piaget:

● Gioco senso-motorio

● Gioco di costruzione

● Gioco di finzione

● Gioco socio-drammatico

● Gioco disciplinato da regole

GIOCO FUNZIONALE O DI ESERCIZIO (PERIODO SENSO-MOTORIO)Prevalente nei primi 18 mesi

Comportamenti volti alla conoscenza del proprio corpo, dell'ambiente, delle persone

e delle cose.

Ripetizione di gesti che diventano sempre più finalizzati e intenzionali, acquisizioni

motorie, dialogo tonico.

Il gioco è finalizzato al ricavare piacere dal movimento stesso, che permette di fare

esperienza del proprio corpo.

Vengono stimolate le sensazioni propriocettive e si approfondisce la

conoscenza dello spazio.

GIOCO DI COSTRUZIONE

Inizia durante il secondo anno; il bambino inizia ad usare gli oggetti per costruire

altre cose(es. torre di cubi o trenino)

GIOCO DI FINZIONE(secondo anno)

Il gioco diventa veicolo per la fantasia del bambino:

gli oggetti vengono usati per rappresentare ciò che il bambino desidera

Implica quattro aspetti:

● la capacità di agire “come se” al di fuori del contesto normale

● la capacità di usare come materiale di gioco oggetti sostitutivi di quelli reali

● l’abilità di eseguire azioni abitualmente messe in atto da altri

● l’abilità di collegare schemi di azioni differenti in sequenze tematiche coerenti

GIOCO SIMBOLICO, GIOCO DI FINZIONE O IMMAGINATIVO

GIOCO SOCIO-DRAMMATICO(Dai 4 anni circa)

Il gioco di finzione si evolve e il bambino sicala in ruoli definiti, es. personaggi della

televisione o delle fiabe

GIOCO DISCIPLINATO DA REGOLE(Età scolare)

I bambini strutturano il gioco condividendone le regole che devono essere rispettate dal gruppo:

sono stabiliti a priori il momento e il modo in cui deve essere realizzato l’esercizio e la finzione.

È caratterizzato dal carattere competitivo e dal fatto che il comportamento dei partecipanti è

stabilito in anticipo da regole condivise.

Nel trattamento riabilitativo il terapista si inserisce nel gioco del bambino, che per lui è fonte di gratificazione e favorisce il

senso di efficacia;

tramite questo va a stimolare le abilità che invece risultano più deficitarie nel profilo di

quello specifico bambino.

IL GIOCO E I DISTURBI SENSORIALI

Tramite il gioco non solo stimoliamo lo sviluppo sociale e cognitivo dei bambini,

ma ci è utile anche per lavorare sui disturbi sensoriali che spesso sono così invalidanti

per i nostri bambini

IL PROCESSO SENSORIALE

E' la capacità del cervello di elaborare correttamente le informazioni pervenute

dagli organi di senso

Avviene per 4 fasi:➔ Registrazione➔ Orientamento➔ Interpretazione➔ Organizzazione

DISTURBO DEL PROCESSO SENSORIALE

Difficoltà di percepire se stessi e l'ambiente che li circonda

Difficoltà di adattarsi alle circostanze

Si possono distinguere IPERSENSIBILITA' o IPOSENSIBILITA' agli stimoli sensoriali;

spesso sono presenti entrambe

Il sistema vestibolare

Il sistema tattile

Il sistema propriocettivo

Il processo visivo e uditivo

I SISTEMI SENSORIALI

IL PROCESSO SENSORIALE E LA RELAZIONE

I disturbi sensoriali possono essere causa di difficoltà nella relazione con gli altri, sia

perché il bambino non è in grado di comprendere la realtà e quindi di

adeguarvisi, sia perché i compagni non comprendono le reazioni “bizzarre” dei

nostri bimbi e possono tendere ad emarginarli o ad additarli

IL GIOCO E LE “QUESTIONI SENSORIALI”

I principali obiettivi del giocare insieme sono:

Stimolare la capacità di concentrarsi su una attività, quindi l'attenzione condivisa

Incrementare la coordinazione, ossia la capacità di “giocare meglio”

Provare piacere nel gioco e quindi il desiderio di ripetere questa attività sociale

Per ottenere questo è fondamentale partire dai punti di forza,

cioè dalle capacità già acquisite dal bambino, per restituirgli il senso di

adeguatezza e il desiderio di rimanere nella relazione

E' inoltre indispensabile prendersi tempo per analizzare le peculiarità del bambino con cui ci stiamo relazionando, il suo schema sensoriale, il livello di sviluppo del suo gioco, la sua capacità comunicativa sia

ricettiva che espressiva

Inserirsi nel gioco del bambino portandolo a riconoscere la nostra presenza, ad accettarla e alla fine a ricercarla.

Ricercare lo sguardo del bambino

Ridurre lo spazio di gioco per provocare lo “scontro”

Utilizzo dello specchio per “moltiplicare” le figure

IN PRATICA...

Favorire inizialmente il gioco corporeo, cercando di conquistare per primo il canale tattile, che ci permette un aggancio prolungato nel tempo e gestibile da noi terapisti

Procedere per step nelle acquisizioni, partendo sempre dalle più semplici: ricordiamo di rinforzare la MOTIVAZIONE alla relazione

“Strutturare” il trattamento senza “stereotipizzarlo”

Cogliere le piccole brecce di apertura al nuovo per aprire degli sbocchi per la maturazione del gioco e delle competenze

Utilizzo di materiali “poveri” ma versatili, che ci aiuteranno nel traghettamento al gioco di finzione

STRUMENTI

Esistono molti metodi diversi per la riabilitazione del bambino autistico:

ABA, TEACCH, Floortime, strumenti di rinforzo quali il Pivotage Response Training, …

Al di là dell'applicazione sistematica di un metodo specifico è necessario individuare quale metodologia si addice alle caratteristiche del bambino con cui stiamo

“giocando”

Pertanto, oltre ad un ampia conoscenza, abbiamo bisogno di:

Versatilità Elasticità

Capacità di adattamento Capacità di improvvisazione

Capacità di autoanalisi e autocritica

Per cui a tutti voi auguro

Buono Studioe

Buon Gioco!!!

Grazie!