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ANATOMIA 4 Docente: Lorenzetti Cristina 27/05/2016

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ANATOMIA 4

Docente: Lorenzetti Cristina27/05/2016

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Livelli di organizzazione dell’organismo27/05/2016

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4 Livello di OrganoL’organo è un insieme di tessuti con funzioni specifiche: reni, fegato, polmoni, stomaco ecc.

5 Livello di ApparatoUn apparato è un insieme di organi che cooperano a una specifica funzione: apparato urinario, digerente, respiratorio

6 Livello OrganismoL’organismo è l’insieme degli apparati che formano un sistema complesso evolutivo, si sviluppa, si determina e si mantiene da solo secondo un progetto contenuto nel DNA.

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27/05/2016

5° LEZIONE

APPARATO MUSCOLOSCHELETRICO

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APPARATO SCHELETRICO

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APPARATO SCHELETRICO

E’ formato da ossa e altre strutture che costituiscono le articolazioni scheletriche. Il tessuto è tessuto osseo, cartilagine e tessuto fibroso che forma i legamenti che connettono un osso all’altro.

Le funzioni dello scheletro sono:

Fornire una struttura di sostegno al corpo

Fornire una struttura di riserva per il calcio in eccesso

Proteggere alcuni organi interni dalle lesioni meccaniche Contenere e proteggere il midollo osseo

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La matrice ossea pur non essendo materia vivente, cambia costantemente facendo passare il calcio dalle ossa al sangue e rimpiazzandolo con il calcio

proveniente dalla dieta.

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TIPI DI TESSUTO OSSEO

cellule = osteociti hanno la funzione di rimuovere e rimpiazzare il calcio. matrice = collagene e Sali di calcio: Carbonato di Calcio (CaCO3) e Fosfato di Calcio (Ca3(PO4)2) che forniscono all’osso la resistenza necessaria.

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TIPI DI TESSUTO OSSEO

OSSO COMPATTO OSSO SPUGNOSO

sembra un materiale solido ma è strutturatoin maniera molto precisa e strutturata.

È costituito da sistemi haversiani, cilindrici, microscopici con matrice ossea e osteociti disposti ad anelli concentrici intorno a canali centrali haversiani.

Nei canali decorrono i vasi sanguigni e piccoli canalicoli alimentano gli osteociti.

simile ad una spugna con cavità visibili ad occhio nudo, sono presenti osteociti, matrice e vasi sanguigni, ma non vi sono sistemi haversiani.

Nelle cavità dell’osso spugnoso è presente midollo osseo emopoietico, che produce globuli rossi, piastrine e cinque tipi di globuli bianchi.

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CLASSIFICAZIONE

corpo di un osso lungo è dettodiafisi e le sue estremità sono detteepifisi. La diafisi è formata da ossocompatto e cavo al suo interno in cuicontiene il canale midollare,formato da midollo osseo giallo, aprevalenza di tessuto adiposo negliadulti, mentre nei bambini prevalemidollo osseo rosso. Le epifisisono composte da osso spugnosoricoperto da un sottile strato di ossocompatto. Appartengono alle ossalunghe quelle delle braccia e dellegambe.

Ossa lunghe

EPIFISI

PROSSIMALE

DIAFISI

EPIFISI

DISTALE

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CLASSIFICAZIONE

Ossa corte (brevi):

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CLASSIFICAZIONE Ossa piatte

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Le ossa corte, piatte e irregolari sono formate da osso spugnosorivestito da un sottile strato di osso compatto.

Il midollo osseo rosso o emopoietico, nell’adulto si trovaall’interno dell’osso spugnoso.

Le superfici articolari delle ossa sono ricoperte da cartilaginearticolare, che forma una superficie liscia.

Il resto dell’osso è ricoperto da periostio, una membrana ditessuto connettivo fibroso che tiene legati e ancorati i tendini e ilegamenti, nonché i vasi sanguigni che entrano nell’osso;contiene anche alcuni osteociti che si attivano in caso di dannoall’osso.

CLASSIFICAZIONE

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CRESCITA EMBRIONALE DELL’OSSO

Nello sviluppo embrionale, lo scheletro è inizialmente costituito da cartilagine e da tessuto connettivo fibroso, che vengono gradualmente sostituiti da osso

La matrice ossea è prodotta da osteoblasti (cellula blastica che “produce”)

L’ossificazione inizia in corrispondenza di un centro di ossificazione in ciascun osso

Le ossa craniche facciali sono inizialmente formate da tessuto connettivo fibroso. Nel terzo mese di sviluppo fetale, i fibroblasti (cellule del tessuto connettivale a forma di fuso) diventano più specializzati e si differenziano in osteoblasti, che producono matrice ossea.

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Da ciascun centro di ossificazione, la crescita ossea si propaga appena i Sali di calcio si sono depositati nel collagene dell’osso in accrescimento.

Questo processo non è completo al momento della nascita; un neonato ha aree di tessuto connettivo residue tra le ossa del cranio: fontanelle o zone molli.

Permettono una certa compressione della testa del neonato durante la nascita salvaguardando le ossa craniche durante il parto e permettendo la crescita dell’encefalo dopo la nascita. Si consolidano a partire dai due anni. Il cranio costituisce una reale protezione per il cervello

CRESCITA EMBRIONALE DELL’OSSO

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Anche nelle ossa lunghe si trovano cellule specializzate, gli osteoclasti, attive nelleossa lunghe embrionali e riassorbono la matrice ossea al centro della diafisi performare il canale midollare. I vasi sanguigni crescono nei canali midollari delle ossalunghe embrionali e si forma il midollo osseo emopoietico.

CRESCITA EMBRIONALE DELL’OSSO

Il resto dello scheletro embrionale è dapprima costituito da cartilagine e l’ossificazione inizia al terzo mese di gestazione nelle ossa lunghe, dove gli osteoblasti producono matrice ossea a partire dal centro delle diafisi e al centro delle ossa brevi, piatte e irregolari, fino a completa sostituzione della cartilagine.

Le ossa lunghe sviluppano nuclei di ossificazione anche nelle proprie epifisi e l’accrescimento avviene a livello dei dischi epifisari, che è ancora cartilagine. L’osso cresce in lunghezza tanto quanta è la cartilagine prodotta dalla parte dell’epifisi

Fra i 16 e i 25 anni, sotto l’influenza degli estrogeni o del testosterone tutta la cartilagine dei dischi epifisari viene sostituita da osso. Si parla di chiusura dei dischi epifisari e il processo di allungamento dell’osso si interrompe.

Dopo la nascita, il midollo osseo emopoietico viene sostituito dal midollo osseo giallo. Il midollo osseo emopoietico rimane nell’osso spugnoso delle ossa brevi, di quelle piatte e di quelle irregolari.

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Nutrizione: l’apporto di sostanze nutritive è basilare, il calcio, fosforo e proteine per la matrice ossea. Vitamina D per i processi di assorbimento del calcio e fosforo nell’intestino tenue. Vitamina A e C per l’ossificazione.

I bambini malnutriti si sviluppano molto lentamente e non raggiungono il proprio potenziale di crescita.

Esercizio o “stress”: l’esercizio mantiene la solidità delle ossa,che senza perderebbero calcio più velocemente, basta una semplicepasseggiata.

Fattori che influenzano la crescita e il mantenimento dell’osso

Ereditarietà: potenziale genetico, ancora inesplorato

Ormoni: le ghiandole endocrine producono ormoni alcuni dei quali hanno un ruolo importante nella crescita e nel mantenimento delle ossa, tiroxina, ormone paratiroideo e l’insulina

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SCHELETROstruttura rigida formata da un insieme di ossa che sostiene il corpo umano.

Alla nascita lo scheletro umano presenta circa 270

ossa

da adulti le ossa si riducono a 206 in quanto, durante lo sviluppo, alcune ossa si uniscono

tra di loro e vanno a formarne uno solo. Questo numero è sottoposto a una varietà di

differenze anatomiche; per esempio, una piccola parte della popolazione umana possiede una costa in più, oppure una

vertebra lombare

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SCHELETROIn un essere adulto medio, lo

scheletro rappresenta circa il 20% del peso corporeo.

Lo scheletro può essere suddiviso in

assiale, ossa della testa e ossa del tronco e

appendicolare, ossa degli arti,cintura scapolare cintura pelv ica

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• deposito di Sali minerali

SCHELETROLe funzioni dello scheletro sonomolteplici:

• sostegno

• protezione di parti molli e delicate,come nella scatola cranicae nella gabbiatoracica

• equilibrio insieme a muscoli earticolazioni e sotto il controllo dei nervi

• movimento essendo strettamenteconnesso ai muscoli

• emopoietica, ovvero la produzione diglobuli rossi, bianchi e piastrine tramite ilmidollo osseo

• plastica, in quanto dà forma alcorpo

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CRANIO

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L’osso frontale, le ossa parietali, le ossa temporali, l’osso occipitale ed etmoide formano la base della scatola cranica e orbite. L’osso sfenoide racchiude anche la ghiandola pituitaria (ipofisi) all’interno di una cavità chiamata sella turcica.

Tutte le giunture tra le ossa craniche sono rigide e chiamate suture.

CRANIO

contiene e protegge l’encefalo ed altri apparati di senso: visivo, olfattivo e acustico ecc. Al contempo rappresenta la struttura di supporto per l’apparato respiratorio e masticatorio.

Nel corso del processo evolutivo, il cranio ha subìto notevoli trasformazioni anche in funzione del suo rapporto con gli organi che accoglie

È formato da otto ossa craniche e quattordici ossa facciali

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Delle 14 ossa facciali, solo la mandibola è mobile, forma un’articolazione condiloidea con ciascun osso temporale.

Le mascelle, sono le ossa della mascella superiore e formano anche la porzione anteriore del palato duro (volta palatina).

Le cavità per le radici dentali si trovano nella mascella e nella mandibola.

I seni paranasali sono cavità aeree situate nelle mascelle e nelle ossa frontale, sfenoide ed etmoide, rivestite di epitelio ciliato.

I seni mastoidei sono cavità nel processo mastoideo di ciascun osso temporale; si aprono nell’orecchio medio e contengono le ossa uditive.

CRANIO

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Detta anche spina dorsale, è costituitada ossa distinte dette vertebre:- 7 vertebre cervicali: costituiscono levertebre del collo. La prima si chiamaatlante, sorregge il cranio e forma unaarticolazione trocoide con la secondavertebra, epistrofeo ed insiemepermettono la rotazione della testa da unlato all’altro.- 12 vertebre toraciche: si articolanocon le coste nella parte posteriore deltorace.- 5 vertebre lombari: formano ossalarghe e robuste in cui si concentra latensione della postura.- 5 vertebre sacrali: che permettonol’articolazione delle ossa dell’anca, detteanche articolazioni sacro-ilache. Ilcoccige è un residuo delle vertebre dellacoda, fornisce l’inserzione ossea adalcuni muscoli del perineo (pavimentopelvico).

COLONNA VERTEBRALE

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I processi spinosi e trasversicostituiscono protuberanze per l’inserzione dei muscoli che fissano la colonna vertebrale.

COLONNA VERTEBRALE

Tutte le vertebre si articolano tra loro in successione formando una colonna flessibile che sorregge il tronco e la testa.

Formano anche il canale vertebrale, un tunnel continuo, rivestito dalle meningi, nelle ossa che contiene il midollo spinale e lo protegge da lesioni meccaniche.

La parte portante della vertebra è il corpo vertebrale, separato l’uno dall’altro da dischi di cartilagine fibrosa che attutiscono gli urti e permettono il movimento tra le vertebre.

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La normale spina dorsale in posizione anatomica presenta quattro curvature naturali, che prendono il nome dalle vertebre che le formano.

La curva cervicale è volta in avanti, quella toracica all’indietro, la lombare in avanti e la sacrale indietro. Questo permette di centrare il cranio sul resto del corpo, facilitando la posizione eretta.

L’alterazione di queste curvature porta a cifosi o lordosi con compromissione del mantenimento della postura, della deambulazione e dolori a vari distretti, associate spesso alla presenza di alterazione dei dischi intervertebrali che formano ernie

COLONNA VERTEBRALE

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12 paia di coste e lo sterno. Questo a suavolta si divide: manubrio, corpo eprocesso xifoideo.

Le coste si articolano nella parte posteriorecon le vertebre toraciche:

- Le prime sette sono dette coste vere, si articolano direttamente con il manubrio e con il corpo dello sterno per mezzo di cartilagini costali. - Le successive tre paia sono chiamate coste false e le loro cartilagini si articolanocon la settima cartilagine costale.

- Le ultime due paia sono chiamate coste fluttuanti perché non si articolano con lo sterno.La gabbia toracica protegge cuore, polmonie organi della cavità addominale superiorE

come fegato e milza e allo stesso tempo allargandosi fa aumentare il volume della

cavità espandendo i polmoni e contribuendo all’inspirazione.

GABBIA TORACICA

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La scapola è un osso piatto e largo a cui siancorano alcuni muscoli che muovono l’artosuperiore.

La fossa glenoidea, forma un’articolazionesferoidale con l’omero

Ogni clavicola si articola anteriormente con lacorrispondente scapola e medialmente con ilmanubrio dello sterno, agendo da supportoper la scapola e condizionando l’eccessivospostamento delle spalle verso l’esterno.

L’omero prossimalmente forma l’articolazionecon la scapola, distalmente formaun’articolazione cardine con l’ulna el’avambraccio (il gomito), che possiedemovimenti solo su un piano, avanti e indietro.Le ossa che formano l’avambraccio sono l’ulnae il radio che insieme formanoun’articolazione trocoide, che permette larotazione della palma della mano.

SPALLA E ARTO SUPERIORE

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Le ossa carapali formano le ossa del polso;

articolazioni piane fra loro permettono un movimento di scivolamento, mentre la mano è formata da cinque ossa metacarpali.

Le falangi sono le ossa che formano le dita, ve ne sono due nel pollice con articolazione a sella, che gli permette di piegarsi verso il palmo e di avere azione pensile, mentre le altre dita sono formate da tre falangi con articolazioni cardine.

SPALLA E ARTO SUPERIORE

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Il cingolo pelvico è formato dalle ossadell’anca destra e sinistra (ossainnominate), che si articolano con lo scheletroassiale a livello del sacro.

Ogni osso è formato da tre parti, l’ileoporzione superiore che forma l’articolazionesacro iliaca; l’ischio parte inferiore oposteriore e il pube parte inferiore eanteriore.

Le due ossa pubiche si articolano tra loronella sinfisi pubica, con un disco dicartilagine fibrosa in mezzo.

L’acetabolo è la cavità situata nell’ossodell’anca che forma un’articolazionesferoidale con il femore, l’osso lungo dellacoscia. Molto più ampia e profonda rispetto aquella omerale per il peso che deve reggere..

ANCA E ARTO INFERIORE

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ANCA E ARTO INFERIOREAll’estremità distale il femore formaun’articolazione cardine con la tibia, osso lungodella gamba, detta ginocchio.

La rotula o patella è posta anteriormenteall’articolazione del ginocchio, racchiusa neltendine del quadricipite femorale, muscolo dellacoscia.

La fibula o perone è un osso che si ancora sottol’articolazione del ginocchio e non intervienenell’articolazione stessa, ha la funzione direndere più stabile la gamba.

Le ossa tarzali sono sette e corrispondono allacaviglia, la più grande è il calcagno; l’astragalosituato sopra il calcagno distribuisce il peso tra ilcalcagno e la tibia.

Il piede è formato da cinque ossa metatarsali,e da falangi come nella mano, tutte conarticolazioni carpali

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APPARATO SCHELETRICO27/05/2016

È la sede in cui le ossa si connettono e si articolano tra loro.

La classificazione è basata sulla quantità di movimentipossibili:

Sinartrosi: è un’articolazione immobile come la sutura fradue ossa del cranio.

Anfiartrosi: è un’articolazione scarsamente mobile, come lasinfisi fra vertebre contigue.

Diartrosi: articolazione a movimento libero..

ARTICOLAZIONI

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APPARATO SCHELETRICO27/05/2016

Le Diartrosi sono articolazioni sinoviali

caratterizzate dalla presenza di cartilagine

articolare che fornisce una superficie liscia,

costituita da tessuto connettivo fibroso.

È racchiusa in una guaina robusta, come un

manicotto, la membrana sinoviale, che

secerne il liquido sinoviale, denso e scivoloso

che ha il compito di prevenire l’attrito durante il

movimento.

Molte articolazioni sinoviali presentano borse,

piccole sacche di liquido sinoviale che si

trovano tra l’articolazione e i tendini con il

compito di facilitare lo scivolamento dei

tendini stessi.

Un eccessivo stress può causare la loro

infiammazione denominata borsite

ARTICOLAZIONI

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APPARATO SCHELETRICO27/05/2016

Con l’invecchiamento il tessutoosseo perde più calcio, dovuto aminor introduzione e ridottomovimento.

Una persona allettata tende adivenire ancor più fragile. Lamatrice ossea diviene sottileportando ad una marcataosteoporosi e possibilità di fratturespontanee.

Le cartilagini sono erose erallentano o alterano il movimentofino all’immobilità è importantequindi un corretto apportoalimentare associato ad eserciziofisico anche nell’anziano.

Apparato scheletrico e invecchiamento

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APPARATO MUSCOLARE27/05/2016

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Apparato muscolare

STRUTTURA MUSCOLARETutte le cellule muscolari, dette fibre muscolari, sono specializzate nella contrazione. A seconda del tipo di movimento richiesto a ogni muscolo, si contrae un numero variabile di fibre muscolari.

I tendini sono costituiti da tessuto connettivo fibroso, molto resistente che va a fondersi con la fascia che riveste il muscolo e con il periostio. In genere un muscolo ha almeno due tendini, ciascuno connesso ad un osso differente.

L’attaccamento del muscolo più immobile e stabile costituisce l’origine, la più mobile inserzione. Il muscolo stesso oltrepassa l’articolazione delle ossa e quando si contrae spinge sulla sua inserzione muovendo l’osso in una direzione specifica

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APPARATO MUSCOLARE27/05/2016

ognuna di esse ha una propria terminazione nervosa motoria, giunzione neuromuscolare, situata dove il neurone motorio termina nella fibra muscolare.

Il terminale assonico è la punta allargata del neurone motorio in cui è contenuto un neurotrasmettitore acetilcolina (ACh), responsabile in molti organismi della neurotrasmissione sia a livello di SNC che di SNP.

La membrana della fibra muscolare è il sarcolemma, che contiene i siti recettoriali per l’acetilcolina e un enzima in attivatore, la colinesterasi.

La sinapsi (o fessura sinaptica) è l’esiguo spazio tra l’assone terminale e il sarcolemma.

Nella fibra muscolare sono contenute migliaia di unità contrattili individuali chiamate sarcomeri, che sono posizionate con le estremità adiacenti formando dei cilindri, miofibrille.

Fibra muscolare.

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Al centro del sarcomero vi sono i filamenti di una proteina miosina,

all’estremità vi sono i filamenti di un’altra proteina, l’actina che vanno ad attaccarsi alle linee Z.

Queste due proteine sono responsabili della contrazione muscolare,

i loro antagonisti inibitori sono la troponina e tropomiosina,che prevengono lo scivolamento della miosina e dell’actina durante la fase di rilasciamento della fibra muscolare.

Intorno ai sarcomeri vi è il reticolo sarcoplasmatico, una riserva di ioni calcio (Ca+2), essenziale nel processo della contrazione.

Fibra muscolare.

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Inizia quando l’impulso nervoso giunge al terminale assonico e stimola il rilascio di acetilcolina.

Questa genera cambiamenti elettrici (movimenti di ioni) nel sarcolemma della fibra muscolare che danno inizio ad una sequenza di eventi nella fibra muscolare costituendo la teoria da scivolamento dei filamenti della contrazione muscolare.

L’impulso nervoso causa la depolarizzazione di una fibra muscolare e questa variazione elettrica rende i filamenti di miosina capaci di spingere i filamenti di actina verso il centro del sarcomero, rendendolo più corto.

Tutti i sarcomeri si accorciano e la fibra muscolare si contrae.

Contrazione

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Queste pompe sono sistemi di trasporto attivo che necessitano di ATP e mantengono la polarizzazione finché

un impulso nervoso non stimola una variazione.

POLARIZZAZIONEQuando una fibra muscolare è rilasciata il sarcolemma è polarizzato, cioè ha un potenziale a riposo e vi è una differenza di carica elettrica tra l’esterno e l’interno

Durante la polarizzazione, l’esterno ha una carica positiva rispetto all’interno, considerata negativa, gli ioni sodio (Na+) sono più abbondanti all’esterno della cellula mentre gli ioni potassio (k+) e quelli con carica negativa sono all’interno. Gli ioni sodio tendono a diffondersi verso l’interno, ma la pompa del sodio, li riporta all’esterno, così per gli ioni K+ tendono a diffondersi all’esterno e la pompa del potassio, li riconduce all’interno

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DEPOLARIZZAZIONE

L’interno del sarcolemma è ora positivo e l’esterno negativo. L’impulso elettrico generato, potenziale di azione, si propaga quindi lungo l’intero sarcolemma di una fibra muscolare. Il sarcolemma possiede delle invaginazioni interne dette tubuli a T (tubuli trasversi) che conducono il potenziale d’azione all’interno della cellula muscolare. La depolarizzazione dà origine a cambiamenti nella cellula che inizia a contrarsi

Avviene quando un impulso nervoso giunge al terminale assonico, causa il rilascio dell’acetilcolina che diffonde attraverso le sinapsi e si lega ai recettori ACh sul sarcolemma rendendolo permeabile agli ioni Na+ che confluiscono all’interno della cellula

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I muscoli sono disposti in modo da svolgere una considerevole varietà di movimenti. Due sono le disposizioni principali: quella dei muscoli antagonistie quella dei muscoli sinergici

MUSCOLI

ANTAGONISTI

I muscoli antagonisti si contrappongono al muscolo che effettua l’azione e quando questo si contrae l’altro si rilascia o viceversa.

Le articolazioni sono in grado di svolgere vari movimenti e hanno diversi gruppi di antagonisti.

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I muscoli sinergici sono quelli che svolgono la stessa funzione o operano insieme per svolgere una funzione particolare, come ad esempio quelli della mano nel gesto della prensione.

Gli impulsi nervosi per il movimento provengono dai lobi frontali dell’encefalo, viaggiano lungo i nervi motori fino alle fibre muscolari, causando la loro contrazione.

Per camminare è necessario una coordinamento delle contrazioni muscolari.

MUSCOLI SINERGICI

La coordinazione è un processo che ha luogo ad un livello inferiore rispetto al pensiero cosciente, essendo regolata dal cervelletto, posto sotto i lobi occipitali dell’encefalo

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Isotonico: i muscoli si contraggono e producono movimento, jogging, nuoto esollevamento pesi ne sono esempi. Rafforza e mantiene il tono muscolare,incrementa anche l’efficienza cardiovascolare e respiratoria. Se svolto per trentao più minuti questo tipo di esercizio si definisce “aerobico”.

Isometrico: implica contrazione senza movimento, come premere le palmedella mani, rafforzano e aumentano il tono muscolare, ma non sono consideratiaerobici.

TONO MUSCOLARETranne che durante alcune fasi del sonno, la maggior parte dei nostri muscoli è costantemente in uno stato di leggera contrazione detto tono muscolare

Per mantenere un muscolo in stato di leggera contrazione è sufficiente che a contrarsi siano solo poche fibre in modo alternato così da non affaticarlo

Un buon tono muscolare aumenta la coordinazione e permette di reagireprontamente in caso di necessità. I muscoli con un tono modesto sono ingenere molli e flaccidi, ma l’esercizio può rafforzarli. Esistono due tipi principalidi esercizio isotonico e isometrico.

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Nei muscoli si trovano dei recettori chiamati recettori ditensione (o propriocettori o fusi muscolari) che hanno ilcompito di registrare le variazioni di lunghezza di un muscoloquando questo si estende.

PROPRIOCEZIONE

È la capacità del cervello di conoscere in ogni momento la dislocazione dei nostri muscoli e l’attività che stanno svolgendo senza che sia necessario pensare in continuazione al tipo di movimento che è necessario fare, ad esempio, per salire una scala

Gli impulsi arrivano ai lobi parietali del cervello come una “fotografia” mentale della posizione del muscolo in quel momento. (scrivere a macchina)

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glicogeno: (polimero del glucosio) usato per contrazioni sostenute per pochi secondi, inizialmente viene scisso nelle singole molecole di glucosio e successivamente viene ulteriormente degradato (ossidato) nel processo di respirazione cellulare per produrre ATP e mantenere la contrazione.

(Glucosio (C6H12O6) + 6O2 6CO2 + 6H2O + ATP + calore )

FONTI DI ENERGIA PER LA CONTRAZIONE MUSCOLARE

ATP, come fonte primaria

creatina fosfato: molecola in cui l’energia si libera durante la scissione in creatina e fosfato per mezzo di un enzima. La creatina è riutilizzata per formare nuovamente creatina fosfato, ma una parte si converte in creatinina, come prodotto di rifiuto che viene espulso dai reni. (un livello elevato nel sangue di creatinina, può indicare un malfunzionamento renale)

Ossigeno fornito sia dalla proteina emoglobina, del sangue, che immagazzinato dalla mioglobina del muscolo in cui l’O2 si lega a molecole di ferro presenti in esse. Il ferro conferisce il colore rosso alle proteine e ai muscoli.

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DEBITO DI OSSIGENO

Durante un esercizio fisico intenso può esser utilizzato tutto l’ossigeno a disposizione, pur aumentando la frequenza respiratoria. Questa condizione è detta debito di ossigeno e il glucosio non può essere scisso in anidride carbonica e acqua.

In questa fase il glucosio viene trasformato in una molecola intermedia chiamata acido lattico, che è responsabile dell’affaticamento muscolare. Dal muscolo esso normalmente si riversa nel sangue , attraverso il quale raggiunge cuore, fegato e muscoli inattivi, dove viene riconvertito in glucosio

Durante un esercizio fisico intenso e prolungato, può accadere che i muscoli producano nel tempo più acido lattico di quanto gli organi sopra detti ed i restanti muscoli inattivi riescano a metabolizzare; in questo caso, la concentrazione di acido lattico nel sangue aumenta fino al punto in cui non è

più possibile che venga smaltito a livello dei muscoli attivi. Ecco che si presentano i noti effetti di affaticamento e successiva incapacità locale allo sforzo, talvolta accompagnati da bruciore

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DEBITO DI OSSIGENO

Solo una piccola parte permane all'interno del muscolo, sempre a seguito di attività anaerobica, ed è nota come "scoria naturale della contrazione muscolare".

I sintomi da presenza di acido lattico, pertanto, in generale non sono assolutamente da confondere con quelli da indolenzimento muscolare ad insorgenza ritardata, i cui effetti colpiscono solo i muscoli scheletrici, e che solitamente si palesano tra le 12 e le 72 ore circa dallo sforzo fisico intenso, perdurando anche per 5-6 giorni consecutivi.

A causa del suo ciclo metabolico, una volta che i muscoli hanno ripreso la loro normale attività aerobica, e che il livello in circolo nel sangue è sceso sotto la soglia critica di concentrazione, l'acido lattico viene immediatamente eliminato dal circolo sanguigno (nel giro di qualche decina di secondi o di pochi minuti), e larga parte di quanto se n'era accumulato nei muscoli attivi viene rapidamente smaltito, tutt'al più entro un'ora circa dall'attività fisica

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- assenza di impulsi nervosi alla fibra muscolare, come nel caso dilesioni al midollo spinale o ictus a livello dei lobi frontali che non fannogenerare impulsi paralizzando i muscoli che alla fine vanno incontro adatrofia, divenendo piccoli per mancanza di attività.

- distrofia muscolare, un gruppo di malattie genetiche in cui il tessutomuscolare è sostituito da tessuto connettivo fibroso o da grasso.

- tetano (Clostridiun tetani) una tossina che causa la contrazionecontinua dei muscoli (trisma, primo sintomo che indica la difficoltà diaprire la bocca)

- botulino (Clostridium botulinum) che impedisce il rilascio diacetilcolina nelle giunzioni neuromuscolari (primi sintomi vista offuscatao sdoppiata e difficoltà di parola e di deglutizione).

- mioastenia gravis, malattia autoimmune in cui gli autoanticorpidistruggono i recettori dell’acetilcolina sul sarcolemma.

DISFUNZIONI

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Con l’invecchiamento le cellule muscolari muoiono e vengono sostituite da tessuto connettivo fibroso o adiposo.

L’esercizio regolare ritarda l’atrofizzazione muscolare.

Sebbene i muscoli divengano più lenti nella contrazione e diminuisca la forza massimale, l’esercizio può mantenere il funzionamento muscolare ad un livello ottimale per los volgimento delle funzione della vita quotidiana.

Il sollevamento di piccoli pesi è uin esercizio che si raccomanda a tutti i soggetti anziani, uomini e donne, utile anche per i sistemi cardiovascolare, respiratori e osteoarticolare

APPARATO MUSCOLARE E INVECCHIAMENTO