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Amiga, da informatica a religione1985 – 2013

“Only Amiga makes it possible”

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Prefazione

l presente saggio riassume alcune riflessioni nate in circa treanni di convivenza virtuale con la superstite comunità Amiga,della quale nel dicembre 2009 ignoravo persino l'esistenza. I

Alla ricerca di informazioni utili su come poter riparare il mioAmiga 1200, riposto in armadio ben 14 anni prima, con enormesorpresa venni a conoscenza di questo residuo gruppo di persone lacui passione viscerale e a tratti morbosa per Amiga, è rimasta vivafino a oggi a partire dal lontano 1994, anno nel quale Commodorescomparve dal panorama informatico e tecnologico. Da alloraquesti appassionati utilizzano quotidianamente Amiga o macchine aloro giudizio eredi di Amiga, fermamente convinti che la storicapiattaforma informatica sia ancora “viva”, attuale e adatta asoddisfare le principali necessità dell'odierno utente medio dipersonal computer, anche se priva del supporto e dell'attenzioneche godeva oltre vent'anni fa quando Amiga viaggiava sulla crestadell'onda. Questa scena amighista si presenta ad un occhio estraneocome complessa e variegata, divisa in differenti fazioni o scuole dipensiero, dove spesso le discussioni vertono sul confronto aspro elitigioso di alcuni sistemi operativi di “nicchia” ispirati all'originaleWorkbench.

“Amiga, da informatica a religione” non è da considerarsi lastoria di Amiga, o della Commodore, già dettagliatamente trattatein diversi libri e documentari; è piuttosto l'analisi di un fenomenoforse unico nel suo genere, riguardante la lenta trasformazione delmodo di concepire un'antica realtà informatica lungo il particolaree tortuoso tragitto anticipato dal titolo dell'opera stessa.

Genesi

el lontano 1985 a New York e in grande stile, CommodoreInternational presentò al mondo degli appassionati di

informatica il nuovissimo Commodore Amiga 1000. Tra leimmagini più suggestive di quell'evento troviamo Andy Warholimpegnato a elaborare il volto digitalizzato della cantante modella eattrice Debbie Harry (Blondie.)

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Semplici gesti che oggi, dopo quasi trent'anni, vengonoquotidianamente replicati da milioni di persone grazie ai tantisoftware di fotoritocco e grafica 2D esistenti, commerciali ed opensource.

Erano gli anni in cui impazzava l'amore tra le famiglie e ilfiorente mercato dell'Home Computer, dove la parte del leonetoccava proprio alla pionieristica Commodore e i suoi ottimiprodotti, tra i quali troviamo i principali successi Vic=20, C=64,

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Amiga, da informatica a religione

oltre a dei passi falsi come il C=16 e il Plus 4. Dopo l'uscita discena del padre fondatore Jack Tramiel che andò a dirigere l'Atariin crisi, la grande C= vinse la decisiva disputa legale proprio con lastessa Atari, riuscendo così a mettere definitivamente le manisull'intera tecnologia del progetto Lorraine alla base di Amiga, alfine di creare una nuova famiglia di personal computer che vissecomplessivamente dal 1985 al 1994, vale a dire per tutto il restodella vita di Commodore.

Atari aveva finanziato per prima il prototipo Lorraine, in seguitochiamato Amiga, ma era interessata al solo chip graficodell'architettura proposta dal team capitanato da Jay Miner, quindipossiamo ritenere una fortuna l'acquisizione di questa tecnologia daparte di Commodore che pur cambiando qualcosa del progettooriginale ed estromettendo infine gli stessi creatori, ne fece unpersonal computer di enorme successo.

Amiga irruppe così nella scena, sconvolgendo l'intera dimensioneinformatica di quegli anni, con il suo irresistibile fascino frutto diuna concezione allora moderna ed avanzata; grazie quindi al suosistema operativo multitasking dotato di un'intuitiva interfacciagrafica ad icone e finestre, alla sua architettura che sfruttava deicomplessi coprocessori, a delle capacità sonore evolute, il tutto alservizio di una cpu potente e facile da programmare, il Motorola68000. Tutte caratteristiche che portarono in breve tempo allosviluppo di ottimo software sia professionale che ludico dove lecapacità grafiche e sonore di Amiga raggiungevano il massimorisultato in termini di resa. Con tali numeri a disposizione ilgioiellino di casa Commodore era una macchina molto duttile, fortedi un impareggiabile rapporto prezzo prestazioni e per tantopotenzialmente utile in qualsiasi ambito informatico. Non bisognaaffatto stupirsi se negli anni successivi i computer C=Amigasarebbero finiti nellestanzette di tanti fortunatiadolescenti con il modelloA500 o nei laboratori dellaNASA con gli esemplarihigh-end, divenendo unnuovo brillante astro nelfirmamento delletecnologie informatiche.

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Passione e declino

- Fatemi vedere qualcosa, qualunque cosa- Non siamo computer Sebastian, siamo organismi

n questo dialogo del celeberrimo Blade Runner (1982), ireplicanti della serie Nexus 6 rispondevano stizziti all'ingenua

richiesta dell'ingegnere biomeccanico J.F. Sebastian, ricordandoglila differenza esistente tra macchine e forme di vita. In effettinell'immaginario collettivo degli anni '80 il computer riscuotevaenorme successo perché oltre ai diversi impieghi da strumento dicalcolo, taluni anche molto noiosi, si trattava di una tecnologiainformatica che se programmata a dovere poteva sbalordire l'utentecon animazioni a colori e melodie polifoniche, nonché divertirequando tale scenografia digitale diveniva interattiva come adesempio nei videogiochi.

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Un fenomeno che ha contraddistinto l'intera esistenza Amiga èstato certamente quello della pirateria software, con tanti gruppi dicoder (cracker) specializzati nella neutralizzazione dei sistemianticopia del software commerciale. Le copie così "sprotette"molto diffuse in quel periodo, venivano firmate con delleanimazioni grafichecreate dagli stessicracker, esigue intermini di spaziooccupato su disco einfine viste damilioni di giovanisubito prima dicaricare il propriogioco preferito.

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Il messaggio subliminale di Lotus 2 della Gremlin

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Esplodeva la cosiddetta demoscene, ambito nel quale Amiga eradi certo l'ideale catalizzatore per le abilità di tanti giovaniprogrammatori a causa della massiccia produzione ludica esistente ea una base hardware da sogno per la programmazione in assembly,cioè il linguaggio con il quale il programmatore dialoga a bassolivello con l'hardware, arrivando a sfruttare le risorse disponibili inmodi impensabili. Le demo grafiche Amiga di solito occupavano undischetto da tre pollici e mezzo; pensate che oggi come supporto dimemoria portatile abbiamo comuni memorie da 8 e 16 giga-bytedotate di una capacità d'archiviazione pari a decine di migliaia divolte quella degli storici floppy disk utilizzati negli anni '90.

In queste produzioni dall'indubbio valore tecnico ed artistico eraspesso presente della primordiale grafica 3D, con interessantiforme geometriche tridimensionali che mutavano la propriastruttura in tempo reale. L'obiettivo era per tutti creare la demo piùimpressionante, farsi conoscere e vincere competizioni anche alivello internazionale (tutt'ora esistenti, Amiga inclusa.)

Quando i Pc Ms-Dos della famiglia 8086 (che da ora in poiindicheremo come x86) iniziarono a montare cpu molto più potentidel MC68000 (68k) e schede grafiche dalle capacità superiori aquelle del chip grafico Denise dei Commodore Amiga (che peròoperava nell'architetturacomplessiva del chipset customnoto come OCS*), l'amighistarispondeva estraendo undischetto da qualche ricolmoscatolo, inseriva la demo neldrive del suo Amiga e con questaintratteneva amici e nemici indiversi minuti d'intensospettacolo audiovisivo pressochéinesistente nel mondo dei personal computer professionali x86,cioè in quel ramo dominante che avrebbe infine vinto lacompetizione più importante, quella evolutiva.

Molti di voi leggendo queste righe ricorderanno quel periodocon molta nostalgia ed è facile capire che in quegli anni si era quasitutti giovanissimi in un'età nella quale è istintivo parteggiare o

* Original Chip Set, denominato così all'introduzione del successivo EnhancedChip Set

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Passione e declino

riporre una fede cieca per qualcosa. Però con il senno di poi,possiamo renderci conto che già da allora aveva origine un primodistacco dalla realtà, grazie anche all'abilità estrema deiprogrammatori che nei primi anni '90 conoscevano l'hardwareAmiga come le proprie tasche.

Gran parte della produzione relativa alla piattaforma Amiga eraquindi piuttosto anarchica e lontana dalla direzione infine presadallo sviluppo di software professionale e ludico. Quella situazionepuò oggi essere vista come qualcosa di estremamente affascinante,tant'è che esistono ancora dei team di coder impegnati aprogrammare delle demo Amiga Aga*.

Storia dimostra che si trattava di un modo già antico di pensare eintendere la programmazione, che non guardava avanti e noncontemplava l'eventuale futura evoluzione di Amiga nel periodo incui lo sviluppo tendeva a distaccarsi dalle istruzioni del linguaggiomacchina, astraendosi dall'hardware, a causa della crescentecomplessità del software. Commodore aveva fornito delle lineeguida per lo sviluppo su Amiga, pubblicando anche tutta ladocumentazione necessaria riguardante il sistema operativo esebbene la cosa non interessasse minimamente la demoscene datala sua natura intrinsecamente anarchica, pure tra i miglioriproduttori, specie in ambito ludico, c'era chi non si mostravapropenso a seguire tali dettami facendo spesso e volentieri a modoloro, incapaci di trovare il giusto compromesso tra l'esigenza dicolpire l'utente e la pulizia del codice.

Pur non volendo assolutamente mancare di rispetto ominimizzare alcuni dei software professionali nati per Amiga neglianni d'oro (Cinema4d, Lightwave 3D, Scala), la sua identificazionecome macchina da gioco era invero piuttosto azzeccata, tant'è cheancora oggi diversi ex amighisti riconoscono nelle console da giocolanciate nel mercato, generazione dopo generazione, un caratteresimile ad Amiga. Infatti ogni console segnerà al lancio il nuovostandard tecnologico per la produzione di videogames, finendo conl'essere spremuta a fondo in un arco di tempo piuttosto lungo (daicinque ai sette anni) nel quale l'hardware di partenza diventeràinevitabilmente obsoleto, ma senza mancare di stupire ecoinvolgere l'utente fino alla fine. Anche Amiga ebbe il suo canto

* Advanced Graphics Architecture, l'ultima evoluzione del chipset Amigalanciata da Commodore prima del fallimento

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del cigno con alcuni ottimi giochi pubblicati negli anni seguenti alladipartita di Commodore. Basta citare Pinball Illusion AGA del1995 che ben si adatta a quanto fin'ora detto; ultimo giocoprodotto per Amiga dai Digital Illusions (DICE), team di codernato nella demoscene sotto l'acronimo TSL e oggi autori del piùevoluto motore grafico 3D esistente, oltre che essere noti per laserie Battlefield.

All'epoca l'etichetta di console da gioco poteva suonare come undispregiativo per dei computer con le qualità di Amiga, in quanto ilvideogame non era ancora stato sdoganato ad un pubblico piùampio e adulto come avvenne soltanto grazie alla gloriosa SonyPlaystation, dotata di ottime capacità nella grafica 3D, che traghettòil videogioco dalla sua prima era ad una completamente nuova.

Lo stesso Microsoft Windows ha oggi nella pubblicazione digiochi un asso nella manica rispetto alla concorrenza Apple eLinux, anche se con l'apparizione di Steam per Linux sembra che lecose stiano sensibilmente cambiando e nulla esclude che pureApple possa prima o poi entrare nell'ambito dell'intrattenimentoelettronico che tra le altre cose vede in crescita il mercato dei tablete smartphone.

Il quadro che quindi emerge da queste iniziali premesse storicheè quello del passaggio da un'indiscussa condizione di supremaziatecnologica di Amiga nel 1985, al lento ristagnare con il diffondersidi un certo conservatorismo a partire dall'utente finale per nullapropenso a riconoscere le significative e profonde evoluzioni dellaconcorrenza, fino ai vertici dirigenziali della Commodore che puravendo avuto in cantiere un buon prototipo di evoluzione dellapropria piattaforma, rappresentata dal chipset noto come A.A.A*,scelse per l'ultima generazione di modelli Amiga (1992/93) il giàcitato e meno innovativo chipset AGA (A.A) perché questogarantiva una maggiore compatibilità con il passato, ma senzarivoluzionare, imponendo quindi tutta una serie di pesantilimitazioni che si rivelarono infine fatali.

* Advanced Amiga Architecture, prototipo sviluppato dal 1989 al 1993,abbandonato per la progettazione di un altro chipset noto come “Hombre”

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L'alienazione dalla realtà

ell'Aprile del 1994 Commodore International andò inliquidazione volontaria com'è possibile leggere dal

comunicato datato 29/04/1994 e prontamente riportato dalle usernetwork dell'epoca.

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WEST CHESTER, Pa. (AP) _ Commodore International Ltd., a pioneer in thepersonal computer industry, said late Friday it is going out of business. The company plansto transfer its assets to unidentified trustees "for the benefit of its creditors'' and has placedits major subsidiary, Commodore Electronics Ltd., into voluntary liquidatio n.

Un fulmine a ciel sereno si potrebbe pensare immaginando adesempio l'improbabile chiusura repentina di un qualche colosso delsettore tecnologico di oggi. Invece la reazione del mondo diappassionati delle macchine Commodore Amiga, seppur colti dalprofondo sconforto per la dipartita di quel nome che li avevaaccompagnati fin dall'infanzia, non fu proprio l'esatta percezionedell'inizio di un'inevitabile fine. Il periodo storico non era certoquello odierno della notizia in real time, della diffusione di massa ea volte quasi isterica di eventi che riguardano il mondo del mercatotecnologico. Tutte le novità, sia piacevoli che meno, venivanoapprese dalla maggior parte delle persone acquistando mensilmentele tante riviste trattanti il mondo dei personal computer, di cuialcune interamente dedicate a Commodore e Amiga. Una di questetestate giornalistiche, oggi liberamente consultabile in reteall'indirizzo www.amigamagazine.info soltanto nel Giugno 1994avrebbe pubblicato la brevissima notizia della "presunta" chiusuradi Commodore, che invece aveva già provato la disperata mossa

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della liquidazione volontaria. Spinto dall'eccessivo e ingiustificatoottimismo ostentato da C=Italia, il redattore coglieva così alcunirumors sull'imminente esito positivo di presunte trattative conl'azienda coreana Samsung, per rilanciare la del tutto infondataipotesi di un futuro modello Amiga A.A.A* che avrebbe ribaltato lasituazione a quel punto divenuta drammaticamente irrecuperabile.

La liquidazione volontaria di Commodore International nel '94 ela chiusura dei battenti a partire dal quartier generale di WestChester, immortalata nel video “The Deathbed Vigil and other tales ofdigital angst.” ad opera dell'ingegnere progettista Dave Haynie,divenne il netto spartiacque tra la comprensibile partigianeriaindotta dalle oggettive qualità storiche di Amiga e l'inizio dellasuccessiva alienazione dalla realtà con relativo ingresso nell'oscurolimbo dove la speranza sarebbe nel tempo divenuta adorazionecieca di elementi tecnologici obsoleti.

* Chipset purtroppo rimasto allo stato di prototipo e non del tutto operativo

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L'alienazione dalla realtà

Il comune utente Amiga era in quegli anni anche molto vanitoso,per certi versi simile all'odierno utente Apple follementeinnamorato dei prodotti della casa di Cupertino e comequest'ultimo il possessore dei computer Commodore tendevaanch'esso a snobbare prodotti rivali come Pc Ms-Dos, Atari ST eSinclair. Per tanto oltre al piacere di utilizzare dei computerqualitativamente ottimi, seppur relativamente economici (e qui lasimilitudine con Apple viene meno) nonché ampiamente supportatidalle software house, vi era anche il godimento dovuto al possessodi prodotti estremamente desiderati da coetanei, amici e colleghi,come il C=64 ed Amiga nelle rispettive epoche.

Che in realtà tirasse una pesante aria di crisi nel periodoimmediatamente precedente al fallimento di Commodore erainvece già abbastanza chiaro. Nonostante il rinnovo delle fasce highe low end con i modelli A4000 e A1200 del 1992 e il successivolancio della console dotata di cd-rom (CD32), si iniziava a sentire ilpeso di una certa obsolescenza. Basti ricordare come a quel tempoera un continuo susseguirsi di novità e giochi per Pc (le storicheavventure della LucasArts, o i primi giochi in 3D della serieDoom/Quake) e sempre meno per Amiga, CD32 inclusa. Fu anchevana l'attesa di tanti amighisti per dei mancati aggiornamentisoftware di pacchetti professionali o in ogni caso creati per “fare" enon solo per giocare. Personalmente ho inutilmente atteso laversione AGA del potente Amos Professional.

Un ulteriore fattore per il quale si pensava di poter proseguiresenza particolari discontinuità era la produzione di ottimeespansioni acceleratrici progettate da terze parti. Purtroppo talischede venivano prodotte in quantità molto minori rispetto allareale diffusione dei modelli Amiga, cosa che rendeva queste crucialiespansioni particolarmente costose e non accessibili allamaggioranza dei giovani amighisti, magari ancora alla prese con glistudi dove certamente nelle sale computer delle scuole o universitànon trovavano Amiga, ma ovviamente dei Pc e altrettanto dicasiper l'ambito lavorativo. Quindi modelli come Amiga 1200 e A4000,piuttosto bisognosi di espansioni per potersi mantenere utili ecompetitivi, spingevano l'amighista verso significativi esborsieconomici che considerato il fallimento della casa madre, non eranoproprio da intendersi come un buon investimento Nello stessoanno della caduta di C=, Apple entrava nella seconda fase storica

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della sua esistenza con il lancio della prima macchina dotata di cpuPowerPC, in aperta competizione con i Pc Intel Pentium destinatinel lungo termine a sbaragliare i processori con architettura Ppcfrutto dell'alleanza IAM - Ibm Apple Motorola.

Amiga perse così rapidamente di competitività su tutti i fronti apartire dal suo fiore all'occhiello e cioè l'imbattibile rapportoprezzo/prestazioni. Nel giro di pochissimi anni tutte le storichesoftware house che fecero grande C=Amiga iniziarono adabbandonare questa piattaforma, portando i propri progetti su altrisistemi operativi ed hardware. In questo triste quadro di decadenzanon possiamo certo tralasciare il problema più grave e dovuto alfatto che dal 1994 non ci sarebbe mai più stata una casa madre checurasse l'evoluzione tecnologica di Amiga, ma solo aziende capacidi roboanti annunci senza mai raggiungere alcun risultato concretocome la tedesca Escom* che semplicemente rimise in vendita glistessi Amiga, solo ormai divenuti obsoleti e costosi.

A quel punto gli utenti Amiga iniziarono logicamente a ridursidrasticamente e coloro che preferirono restare fedeli allapiattaforma amighista in totale declino, stavano passando da unalunga fase di stagnazione all'ingiustificata speranza di un rilancioormai sempre più improbabile. Parliamo del periodo storico dovel'accelerazione ed evoluzione del personal computer, insieme alleconsole da gioco, determinarono cambiamenti tali da avere unnotevole impatto sulla stessa società umana: multimedialità,interattività, supporti ottici, grafica 3D in tempo reale, il crescenteaffermarsi del web. La condizione peggiore nella quale trovarsifermi, senza un solido punto di riferimento e incapaci di guardare alfuturo con obiettività. Due mesi dopo il fallimento Commodoremorì insieme alla grande C= anche il padre di Amiga, Jay GlennMiner, progettista di circuiti integrati e fondatore della Hi-Toro inseguito rinominata Amiga Corporation. Purtroppo egli non ebbemodo di vedere l'incredibile evoluzione delle cpu e dei chip grafici(divenuti in seguito gpu), iniziata a partire proprio dal periodo deldeclino delle macchine Amiga e oggi avviata verso la realizzazionedi un antico sogno, il rendering foto realistico 3D in real time.

* La casa che infine acquistò tutti i brevetti, licenze e diritti commerciali diAmiga nel 1995. Allora considerata un'azienda piuttosto importante,affidabile e con buone idee per il futuro di Amiga, già l'anno seguente sitrovò in enormi difficoltà finanziarie...

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I neo amighisti

uando si parla di un qualsiasi computer moderno è pressochéinevitabile finire per discutere anche del suo sistema operativo.

Grossolanamente possiamo definire il sistema operativo comel'insieme di componenti software base il cui scopo è gestire lerisorse hardware e permettere l'interazione utente-computer in unambiente dotato d'interfaccia grafica.

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Nell'ambito dei personal computer desktop sappiamo chel'evoluzione tecnologica ha infine premiato l'hardware basato suprocessori ad architettura Intel x86, tanto che nel 2005 ancheApple ha definitivamente traslocato su questa tecnologia dopo averprodotto per oltre un decennio macchine dotate di processoriPowerPC. Prima di questo passaggio Apple aveva già spezzato lacontinuità dei propri sistemi operativi in favore del nuovo Mac OSX (2001) basato su OpenStep, riuscendo così a garantire allapropria utenza il necessario cambiamento in modo rapido eindolore, anche perché chiunque utilizza un computerprevalentemente lo farà interagendo con l'os tramite la suainterfaccia grafica e non essendo tutti informatici poco importaquale infine sarà il "motore" che muove tutto, basta che funzioni. Epare proprio che l'operazione abbia funzionato nel migliore deimodi, visto l'aumento esponenziale delle vendite dei Mac Intel apartire dal 2005 con la crescente soddisfazione da parte dei clientiApple resi più produttivi grazie a sistemi dalla maggior potenza edefficienza.

Il PowerPC è in procinto di salutare anche le console da giocofinora dominio esclusivo di questa architettura, e ciò probabilmenteavverrà già nel corso di questo 2013. Al momento della stesura del

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libro e con l'imminente presentazione della next gen (PS4 e Xbox3), sembra proprio che le prossime console Sony e Microsoftcongederanno definitivamente la tecnologia Power di Ibm peraffidarsi alle cpu AMD x86. Resta la sola Nintendo aggrappata alPpc, ma il motivo è da ricercare nel radicale cambiamento che lacasa nipponica ha intrapreso con la console Wii, insistendo piùsulla progettazione di controller alternativi anziché investire sullapotenza Hardware, come aveva sempre fatto fino al Game Cube.

Tornando quindi ad Amiga, è noto che tra le sue qualità c'eraanche il sistema operativo chiamato Workbench e non AmigaOScome oggi viene generalmente inteso; un os decisamenteall'avanguardia nell'anno in cui venne proposto al pubblico. Essoera costituito dal microkernel (Exec) dedicato all'esecuzione delleistruzioni fondamentali e risiedente nella rom Kickstart situata sullascheda madre, contenente anche Intuition (il window system delWorkbench), l'autoConfig (attualmente noto come plug and play,inserito dalla release 1.2) e infine anche parte di AmigaDOSdedicato alla memorizzazione dei dati sulla memoria di massa. Lastruttura principale del sistema operativo Amiga risale al progettooriginale Lorraine della Hi-Toro e quindi agli anni 1983/84, mentrealcuni moduli del sistema operativo definitivo sarebbero statisuccessivamente inseriti da Commodore come l'AmigaDOSderivato dal non molto noto sistema operativo TripOS del 1978.

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Impennata di vendite Mac grazie all'abbandono dell'architettura PPC

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Una caratteristica estremamente apprezzata del Workbench cheben si sposava con le capacità hardware di Amiga, era ilmultitasking di tipo preemptive. In poche parole l'utente potevalanciare da Workbench diversi programmi ed avere la perfettapercezione di una loro simultanea esecuzione, con l'interessanteparticolarità che questi programmi potevano anche godere di unarisoluzione grafica indipendente da quella scelta per il desktop,infatti era possibile passare da un programma all'altro tramitel'operazione chiamata DragScreen, cioè trascinando lo schermodall'alto verso il basso scoprendo così la schermata sottostantedove risiedeva un diverso programma in esecuzione.

Molto gradita dagli utenti più smaliziati (smanettoni) era lapresenza di una linea di comando shell che permetteva l'interazionediretta con il sistema tramite l'inserimento di comandi testuali,similmente a quanto avviene oggi con il terminale di Linux. Pur trattandosi di un Os indubbiamente avanzato per appartenerealla metà degli anni ottanta, mancava ovviamente di alcuneproprietà fondamentali che oggi troviamo in qualsiasi sistemaoperativo, uno su tutti la protezione della memoria che impedisce aun processo impazzito o corrotto di coinvolgere altri processi

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gestiti dal kernel. In casi estremi e neanche rari, come molti di voiricorderanno, era possibile vedere la mitica schermata rossalampeggiante: Guru Meditation.

Conclusa questa rapida ed approssimativa analisi del Workbenchalias Amiga o.s.*, che in seguito tornerà utile per comprenderealcuni meccanismi psicologici del culto trattato in questo saggio,vediamo quante e quali versioni del sistema operativo di Amigasono esistite in modo da poter infine introdurre l'elementofondamentale di ogni religione e cioè il dogma dei neo amighisti,come da ora in poi preferirò denominarli per distinguerli dall'utenzaoriginale dei computer C=Amiga.

Il Workbench ha contrassegnato l'intera esistenza della famigliadei personal computer Commodore Amiga e ogni modello venivafornito completo del set di floppy disk necessario per effettuarel'installazione del sistema operativo, le cui parti fondamentali eranocontenute come detto nella rom Kickstart, con la corrispondenzaesatta del numero di versione Workbench x.y - Kickstart x.y. Per laprecisione, sotto l'egida dell'unica e sola vera casa madre di Amigamai esistita, Commodore, si va dal numero di versione 1.0 alla 3.0(con la 3.1 giunta post mortem). Molti anni dopo il fallimentoCommodore e con l'acquisizione del codice originale del sistemaoperativo da parte di vari soggetti, insieme ai brand e marchiannessi, ed esistendo ancora una residua utenza Amiga divenutatecnologia vintage, arrivarono a cavallo del 2000 due sostanzialiaggiornamenti dell'os ad opera di Haage&Partner (incaricati daAmiga.inc, l'attuale inattiva entità giuridica detentrice dei principalimarchi):

• AmigaOS 3.5 - 1999 • AmigaOS 3.9 - 2001

* Nel saggio verranno utilizzate le due diciture Amiga o.s. (operative system) e AmigaOS (marchio registrato), il motivo di ciò verrà spiegato a pag. 29

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In queste due release il nome Workbench venne relegato al solodesktop environment, con l'adozione definitiva del marchioAmigaOS e fu scelta la Boing Ball come logo ufficiale del sistemaoperativo, in onore della celeberrima demo nota al pubblico findall'esordio della tecnologia Lorraine del 1984.

Tali aggiornamenti riguardavano però un sistema operativosaldamente ancorato all'architettura Amiga, cioè alle cpu della serieMotorola 68k più il chipset custom AGA (e precedenti)tecnologicamente fermo al 1992, vale a dire quasi un decennio didistanza prendendo a riferimento la versione 3.9 di AmigaOS. Untempo che in informatica equivale ad un'era geologica! Nelfrattempo i PC x86 Windows non solo si erano moltiplicati innumero, con prezzi più accessibili rispetto ai computerprofessionali Ibm compatibili degli anni 80, ma ormai godevano diprestazioni tali da poter emulare piuttosto bene l'architetturaoriginale Amiga che come avrete intuito era alquanto complessa.

L'emulazione software di hardware vintage tramite dispositiviinformatici moderni, sempre più potenti, è un fenomeno cheriscuote successo perché rende disponibili ai nostalgici tanti vecchi

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giochi e tutto quel software mai dimenticato degli anni 80 e 90.Essa aiuta inoltre a comprendere che con la necessaria potenza dicalcolo (l'emulazione è onerosa in termini di potenzacomputazionale) un computer attuale può trasformarsivirtualmente in qualsiasi altro computer/console della storia,perché emulerà il funzionamento di tutte le loro componentifisiche. L'emulatore Amiga mantiene ancora oggi il nome UAEconferitogli fin dalle primissime versioni quando era ancorainutilizzabile, da qui appunto il nome Unusable Amiga Emulator.Però proprio a partire dal 2000 con l'introduzione dellacompilazione jit (just in time) per una traduzione dinamica delleistruzioni 68k a x86, l'emulazione Amiga su comuni Pc divennesempre più efficiente con prestazioni superiori a quella degli Amigareali. Questa situazione permise il recupero parziale della residuautenza amighista sopravvissuta, la quale scelse di abbandonare lapiattaforma fisica ormai con troppi anni sul groppone, peraffacciarsi finalmente al mondo professionale dei PC, ma nondovendo per ciò rinunciare ad Amiga o.s. grazie all'emulazione.

Vien spontaneo chiedersi come mai non tutti abbandonaronouna piattaforma informatica morta da anni? C'erano i PC Windowscon processori anche di fascia economica AMD e Intel, i Mac PpcApple, la seconda generazione di console da gioco dotate di grafica

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I neo amighisti

3D (ps2, xbox, dreamcast), che senso aveva continuare adindossare i panni dell'amighista senza alcun riferimento affidabile,senza nessun avanzamento tangibile e con quel che restava diAmiga conteso in estenuanti dispute legali, nella miseria e povertàdi software, tirando avanti con costosissime espansioni?

E' possibile rispondere a queste domande soltanto introducendodue elementi di oggettiva irrazionalità. Innanzitutto Intel eWindows erano profondamente odiate da questo gruppo dipersone nel tempo capaci di elaborare anche astruse teorie delcomplotto, del tutto prive di fondamento, riguardo alcoinvolgimento diretto di tali colossi sul fallimento sia diCommodore che di tutti i successivi maldestri tentativi di salvare labaracca da parte di terzi. Oltre a ciò, una qualsiasi evoluzione diAmiga doveva per forza avvenire su architettura PowerPC, unAmiga o.s. x86 era considerato alla stregua di una bestemmia el'emulazione quasi un'eresia, non per nulla ritenuta impossibile neglianni immediatamente precedenti alla sua completa realizzazione.

Si consolidava così la frangia estremista dei neo amighisti, cheproprio a partire dal duemila avrebbe nel giro di un decennioconsumato il passaggio della loro visione di Amiga, dal naturalecontesto informatico di appartenenza ad uno strutturalmentereligioso. Tutto ciò nonostante l'emulazione su piattaforma x86suggerisse già a quel tempo il conveniente passaggio di consegne tral'originale architettura vintage a quella dei comuni PC avviati ormaia un inarrestabile trionfo. In pratica si trattava dell'unica viarealmente praticabile per far si che si potesse andare avantiquantomeno sul piano dell'OS, visto che la piattaforma hardwarevarata da C= era ferma all'ultima generazione del chipset customdatato 1992. Esisteva e maturava persino una soluzione che ben siadattava a tale scopo, cioè AROS (in origine acronimo di AmigaReplacement Operating System) che mirava proprio aun'implementazione open source dell'Amiga o.s. , ma astrattodall'hardware originale e quindi trasportabile su qualsiasiarchitettura come infatti è accaduto su x86 con l'attuale IcarosDesktop gratuito e open source. Ma nulla di tutto ciò avvenne, ledispute legali sui cocci di Amiga e sul codice del sistema operativoproseguirono creando terrificanti ritardi e apparendo ad un occhioesterno sempre più miserabili. Come se ciò non bastasse i neoamighisti passavano la maggior parte del tempo a combattere le

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posizioni di amici appassionati come loro, che in modo molto piùragionevole e intendendo ormai Amiga come un Hobby senza piùalcuna possibilità di ribalta, suggerivano soluzioni per la creazionedi una nicchia basata su Hardware performante come quello x86*

Oggi alcuni ex amighisti recitano il mea culpa per quel fataleottenebramento e iniziale aderenza al nascente fanatismo di naturaintegralista ed adorazione per il PowerPC. Una chiusura mentaleche spinse la comunità residua di utenti Amiga alla successiva einutile ghettizzazione, avvinghiati a nostalgia e ricordi, sviluppandoun comportamento antropologicamente simile a quello delle tribù;sigillati quindi in una “bolla” da difendere ad ogni costo e controogni sensata logica.

Certamente alla base di questo forte desiderio c'era la valida"filosofia" dell'architettura Ppc, diversa dagli odiati microprocessoriIntel, cioè l'architettura Risc che permetteva l'esecuzione del set diistruzioni ridotto con maggiore velocità rispetto alla classicaarchitettura Cisc (che era anche alla base dei Motorola 68000 oltreche del 8086) e nella metà degli anni '90 le cpu Ppc erano deiprocessori molto efficienti sotto ogni punto di vista. Altroelemento di familiarità del progetto PowerPC per gli amighisti era ilcoinvolgimento diretto della Motorola madre di quel 68000 chetanto aveva spopolato a cavallo tra gli anni '80 e '90.

Sebbene Commodore sia fallita senza lasciare nessuna traccia néprogetto di passaggio a questa famiglia di cpu per la linea Amiga èpiuttosto verosimile supporre che la scelta sarebbe ricaduta sulPowerPC. Alcuni osservatori neutrali ritengono ad esempio che lastoria di Apple sia un valido punto di riferimento per capire cosasarebbe potuto accadere in casa Commodore.

Fatto sta che anni dopo la chiusura di C=, intorno al 1997, l'oggidefunta tedesca Phase5 commercializzò espansioni (rare ecostosissime) per i modelli Amiga 4000 e 1200 dotate di doppiacpu, 68k e PPC, con l'intento di favorire il passaggio della residuacomunità in una nuova era, ma occorreva a quel punto innanzituttoriscrivere molte parti del sistema operativo, dato che la forzataconvivenza di queste due architetture, tra loro radicalmente diverse,in un os ancora legato all'hardware Amiga, non era certosoddisfacente. Bocciata quindi l'ipotesi del passaggio ad x86,soluzione che molto probabilmente avrebbe creato in tutto questo

* In seguito divenuto x86-64 per l'estensione a 64bit del set d'istruzioni

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I neo amighisti

tempo una nicchia informatica Amiga o.s. di un certo spessore, ineo amighisti presero sempre più a cuore la via del PowerPC eancora oggi nel 2013, pur trattandosi di un binario ufficialmentemorto, non riescono in alcun modo a distaccarsene e neanche aporlo lontanamente in discussione. La stessa Freescale (derivata daMotorola) ha recentemente annunciato la fine dello sviluppo diquesta tecnologia, oggi relegata strettamente all'ambito embeddeddove per altro avanza l'architettura arm.

Quindi come avrete già capito, nonostante i computer desktopPpc non avessero niente a che fare con Amiga che era un connubiounico di cpu Motorola 68000 e chipset custom, i neo amighistidesideravano un sistema strutturalmente simile ai comuni Pc, conporte di espansione standard, pci, agp e usb, ma dotato diprocessore PowerPC sul quale potesse girare la versione aggiornata(o meglio riscritta) di AmigaOS. Tale desiderio si concretizzòsoltanto parecchi anni dopo, quando tutta questa tecnologiasarebbe anch'essa divenuta poco conveniente e tendenzialmenteobsoleta, esattamente come all'inizio degli anni 2000 era obsoletaAmiga stessa. Nacque dunque il dogma alla base del culto dei neoamighisti: "Amiga è l'hardware in cui gira nativamente AmigaOS"

Con tale dogma il nome della storica famiglia di personalcomputer, creati da Commodore, viene tutt'oggi illegittimamenteassociato dai neo amighisti ad hardware totalmente alieno allatipologia di computer fin'ora discussi sotto il nome Amiga, cioèquelli che magari molti di voi conserveranno ancora in cantina o ingarage. Tutto ciò senza che nessuna azienda coinvolta in questoaffare detenga quantomeno il diritto sul marchio, difatti vengonoutilizzati nomi come AmigaNG ed AmigaOne.

Amiga inteso come marchio o brand era in origine ovviamente diproprietà Commodore, ma attualmente è detenuto da Amiga Inc laquale dopo diverse dispute legali ha definitivamente ceduto allapiccola e sconosciuta software house belga Hyperion, il codiceoriginale dell'Amiga o.s. 3.1, insieme allo sfruttamento perpetuo delmarchio AmigaOS. Tale Hyperion ha quasi interamente riscritto ilsistema operativo per alcuni processori della famiglia Ppc arrivandoalla finale pubblicazione di AmigaOS 4 che da ora in poi percomodità chiameremo OS4. Questo sistema operativo dopo diecianni di lentissimo sviluppo versa in data odierna in un profondostato di arretratezza, mancano alcune componenti fondamentali

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Amiga, da informatica a religione

tipiche di ogni sistema operativo moderno (inclusi quelli opensource e gratuiti delle distribuzioni GNU/Linux), non supporta lecpu Ppc multi-core, non è dotato di una moderna implementazionedi routine destinate alla gestione della grafica 3D, sono assenti idriver per diverse periferiche di uso comune e con il passare deltempo gli update vertono sempre più su parti minori e menosignificative dell'OS stesso, lasciando supporre che la suacondizione finale resterà proprio quella di un sistema operativovintage per costosissime macchine anch'esse dalle caratteristichehardware obsolete, poiché realizzate pescando dal mercatoembedded relativo alla produzione di sistemi special purpose comead esempio i router. In questo scenario di assoluta desolazionemanca totalmente del software professionale, essendo tutto operadi appassionati che per forza di cose non possono garantire unaqualità oltre a quella amatoriale; con al più delle release, spesso betamal funzionanti, di vecchie versioni di noti software open source(Firefox, Blender). In molte occasioni è addirittura preferibileutilizzare ancora del software 68k vecchio almeno di una quindicinadi anni, chiaramente eseguibile su OS4 sfruttando l'emulazione,come avviene su Windows Linux ed Apple quando tutti noidesideriamo ricordare i vecchi tempi. Non può neanche esserci uncontinuo apporto fresco di programmatori perché OS4 è unapiattaforma chiusa, un sistema operativo commerciale dal costo dioltre 100 euro, tutto il contrario della via open source che eradisponibile con il sistema operativo “Amiga o.s. Like” Aros, chenegli ultimi anni ha preso ad evolversi molto più rapidamente diOS4. Per accedere a questo mondo occorrerebbe acquistare unopseudo clone dei vecchi Mac PPC, ottenuti modificando delleschede router dalle prestazioni molto inferiori agli stessi obsoletiprodotti Apple G4 e aventi un costo finale per il neo amighista,che parte dalle diverse centinaia di euro fino a circa tre mila euro.Ragion per cui l'acquisto di un sistema completo OS4,corrispondente al dogma dei neo amighisti, è da considerarsi intutto e per tutto un atto di fede. Chiaramente nessuna softwarehouse professionale può sentirsi invogliata a sviluppare per un ostanto arretrato senza alcun margine di profitto. E' stato chiestodirettamente al superstite Team17 (potenza dei social network) sefosse possibile prendere in considerazione lo sviluppo su questapiattaforma pseudo Amiga (in particolar modo sul computer X1000

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I neo amighisti

che tratterò più avanti), magari mossi da sentimentalismo, maquesti probabilmente ignari persino dell'esistenza di questa"nicchia" hanno risposto:

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Il Dogma

Amiga è oggi come ieri quel computer capace di eseguire nativamente AmigaOS

uesto dogma consentirebbe secondo i neo amighisti ditracciare l'evoluzione di Amiga a partire dal fallimento

Commodore fino ad ora, anche se sotto forma di pseudo nicchiadel mercato tecnologico. Nonostante gli ex utenti Amiga al mondo(forse milioni di persone) da molti anni credono finita, terminata,morta, conclusa, la storica piattaforma informatica varata da C=,alcune migliaia di persone tra miliardi di esseri umaniinformatizzati, sostengono invece il contrario indicando un insiemesconnesso di computer detti AmigaOne come evoluzione diretta ecoerente di Amiga sotto ogni aspetto, a cominciare da quellotecnico e informatico. Vediamo un po' allora che genere dicoerenza è quella dei neo amighisti:

Q

I sistemi operativi che i neo amighisti complessivamenteetichettano con AmigaOS sono i seguenti:

• il Workbench di Commodore dalla release 1.0 alla 3.0(68k) (in seguito aggiornato alla 3.1)

• AmigaOS 3.5 e 3.9 (68k) (dalla release 3.5 il Workbenchritornò ad essere il nome del solo ambiente desktop, el'os rinominato in AmigaOS)

• AmigaOS 4.x (PowerPC) (tutte le versioni prodotte daHyperion per una gamma di sistemi dotati di cpuPowerPC)

Gli OS dei primi due punti (che seguendo la terminologia neoamighista indicheremo con OS3) sono stati scritti per gli Amiga

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Amiga, da informatica a religione

universalmente noti come tali, cioè tutti i modelli la cui architetturaè progettata da Commodore. Trattandosi di un ovvio dato di fatto,per queste release di OS3 vale la corrispondenza biunivoca tra:

computer in cui OS3 (Workbench + AmigaOS 3.5/9) èeseguibile nativamente <=> Amiga

Il dogma diviene una definizione non inesatta, ma inutile eridondante (ci sarebbero anche i cloni hardware come lapiattaforma open source Minimig e una recente nuova versioneAGA, ma questi esulano dal discorso e dai ragionamenti del libro.)Arriviamo ora al controverso OS4 Ppc, la cui storia è moltotravagliata nonché caratterizzata da diverse battaglie legali e dellaquale al momento ci interessa solo il fatto che la software houseproduttrice Hyperion è in possesso del codice originale OS3 finoalla versione 3.1. Non è perfettamente chiaro però se e quali partidel codice di AmigaOS 3.9 siano in loro possesso. Quindisappiamo che i sorgenti originali sono certamente nelle mani diHyperion; un fattore che nella suggestione complessiva dei neoamighisti avrà l'importante ruolo di feticcio.

L'evoluzione informatica negli ultimi vent'anni ha mandato almacero in ambito desktop le architetture 68k e PowerPC,proclamando vincitrice quella Intel x86, con la recente avanzata diarm che inizia a entrare in questa dimensione grazie ad economicimicro computer sempre più prestanti, dai consumi estremamentecontenuti e operativi grazie a delle distro Linux dedicate. Alcuniprogrammatori a conoscenza delle complesse vicissitudini delle“reliquie” Amiga, come ad esempio il codice originale delWrokbench, non hanno problemi a capire e spiegare il perché dellaquasi completa riscrittura del sistema operativo OS4 nonostante isorgenti posseduti da Hyperion. Non c'è alcun bisogno diconoscere il codice legato all'architettura originale, per rifare orealizzare elementi chiave di un OS astraendolo da essa. Grazieall'esistenza fin dai tempi della Commodore di una vastadocumentazione tecnica relativa all'Amiga o.s, OS4 è statopreceduto da due sistemi operativi analoghi come Aros e Morphos,il primo progettato per non dipendere in modo stretto da unaparticolare architettura Hardware e l'altro per i computer Mac G4.

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Il dogma

Negli anni in cui infuriava la guerra fratricida tra questi "figli" delsistema operativo di Amiga, i neo amighisti hanno sempre provatoa rafforzare le proprie convinzioni di purezza basandosi sul fattoche solo il loro sistema operativo potesse legalmente chiamarsiAmigaOS, nonché l'unico ad avere uno stretto legame con ilprecedente OS3 grazie ai sorgenti originali a disposizione diHyperion. Infatti senza la definizione di una stretta parentela traOS4 ed OS3 che ponga OS4 più vicino al "predecessore" rispettoagli altri due Amiga o.s. Like, il core business di Hyperion sarebbein ultima analisi fondato sul mero sfruttamento del marchio“AmigaOS” in loro possesso.

OS4 può legalmente essere chiamato con le varianti AmigaOS,Amiga OS e Amiga O.S.., ma nessuna delle tre risale all'eraCommodore nella quale come sappiamo il sistema operativo deiC=Amiga era denominato Workbench, o al più AmigaDOSlimitatamente alla manualistica originale. E' vero che iprogrammatori potevano intendere e chiamare il Workbench“Amiga o.s.”, ma ciò a causa della terminologia generica usata nellalettura informatica per identificare il sistema operativo di unamacchina o piattaforma con Nomesistema o.s. (es: Windows o.s,Unix o.s). Quindi il fatto che AmigaOS non sia in alcun modo unmarchio da ritenersi legato ai Commodore Amiga, evidenzia ilprimo vizio di forma commesso dai neo amighisti nel tendere adetichettare gli originali Workbench con un marchio a loro carosemplicemente perché esso è in mano ad Hyperion.

Il codice di OS4 è closed e non si può quindi curiosare su cosa cisia dentro, tuttavia la logica, insieme a una serie di dati storici, aiutaa capire che fondamentalmente questo legame con OS3 riguardaprincipalmente la clonazione della sua struttura e riproposizionedella “filosofia". I neo amighisti ai quali evidentemente nullaimporta di affacciarsi alla modernità, non vogliono (e non possono)rinunciare all'idea dell'esclusivo cordone ombelicale tra OS4 e OS3,pena il crollo dell'intero costrutto mentale che portano avantiquotidianamente da diversi anni, fino a quella che pare essere ormaidivenuta una religione informatica. Purtroppo per loro, gli adeptidel culto dogmatico AmigaOS, a supporto delle proprie tesi nonhanno esibito altro che il giudizio di gradimento verso OS4 daparte di Carl Sassenrath, appartenente al gruppo di creatori

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Amiga, da informatica a religione

dell'originale sistema operativo di Amiga e pubblicato oltre unquarto di secolo fa. Un giudizio di gradimento dunque e nonun'analisi tecnica; soltanto del fumo negli occhi. Risultando persinooffensivi nei riguardi di chi aveva provato con calma e pazienza ariportare Amiga in un dibattito quantomeno di natura informatica.Per tanto il filo al quale i neo amighisti restano aggrappati per darmaggior peso al dogma di partenza, più che sottile a questo puntoappare del tutto immaginario. E d'altro canto non sarebbe neanchecomprensibile quale vanto possa mai essere per OS4 lo strettolegame nel 2013, fino al livello dei sorgenti, con un sistemaoperativo tanto antico e creato per le risorse hardware di computervecchi fino a oltre 20 anni fa, ma si sa che negli ambienti fondati suldogma la ragione e la logica non sono certo prioritarie. Il businessdegli AmigaOne di fatto è basato sull'applicazione di stickers suHardware obsoleto supportato di volta in volta da Hyperion con ilsuo OS4 e cioè dei computer Ppc con il peggior rapportoprezzo/prestazioni di sempre, che nulla hanno da spartire con iCommodore Amiga originali.

Secondo la definizione/dogma fin ora trattata se Hyperionrealizzasse un porting di OS4 per qualsivoglia architettura X questadiverrebbe istantaneamente Amigafosse anche l'hardware di unastampante multifunzione o di untostapane e a ruota qualsiasiazienda potrebbe apporre l'adesivoAmigaOne con tanti salutiall'evoluzione diretta e coerente daAmiga ad AmigaOne professatafin'ora dai ministri del culto. Taleragionamento a mio parere spiegail perché Hyperion mai procederàa un porting di OS4 su x86, vistoche il loro business trova ragiond'essere anche e soprattutto graziealle convinzioni di naturadogmatica dei propri clienti, tra lequali rientra anche una sorta diatavico odio e rivalità versol'evoluta architettura Intel.

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A1-X1000, il peggior computer mai creato?

l culmine e probabilmente l'ufficializzazione della prima federeligiosa nata all'interno di un preciso contesto della storia

dell'informatica (che ricordo essere anche una scienza), è statoraggiunto con la creazione del più assurdo computer mai concepito,l'AmigaONE X1000, nato nella triste realtà neo amighistasconfortante per qualsiasi appassionato di informatica proprio apartire da chi ha vissuto in prima persona l'epopea CommodoreAmiga.

I

L'AmigaONE X1000 era la solenne promessa di rinascita chel'azienda A-Eon rivolse al piccolo gruppo di appassionati delsistema operativo AmigaOS 4.x (OS4), ancora oggi ostiliall'incontrovertibile realtà storica della morte di una grandiosapiattaforma informatica, Amiga, in seguito alla scomparsa diCommodore nel lontano 1994; fallimento che decretò l'inizio dellafine del supporto ad Amiga da parte delle principali software housedell'epoca, determinando di conseguenza la migrazione in massadegli amighisti verso altri sistemi.

A-Eon fondata nel 2009 ritenne che allora i tempi fossero maturiper la commercializzazione di un nuovo hardware appositamenteideato per OS4 e per tanto destinato a rappresentare agli occhi delmondo informatico il clamoroso ritorno nel 2010 di Amiga, 25 annidopo la presentazione dell'A1000 datata 1985. I primi annunci sullaproduzione dell'x1000 risalgono circa a fine 2009 - inizio 2010, condietro già una fase di sviluppo del progetto lunga forse qualcheanno. La data di commercializzazione di questo computer fuimpressa nella testa dei fans come estate 2010 tramite varie

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Amiga, da informatica a religione

immagini promozionali di cui alcune ispirate all'avvento del divinomonolito nero del romanzo (e poi film culto) 2001 odissea nellospazio...

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I neo amighisti credono...

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A1-X1000, il peggior computer mai creato?

Due anni dopo venne faticosamente raggiunto il traguardo dellavendita di una prima serie limitata dell'A1-X1000, si pensanell'ordine massimo di alcune decine di modelli, mentre l'entratadefinitiva in commercio non è mai avvenuta perché questicomputer vengono attualmente realizzati in base a delleordinazioni. Per cui tra il 2009 e il 2012, si è passati per tutta unaserie di rinvii che a molti parvero il preludio di un più che probabilefallimento, suscitando anche notevoli polemiche e scavando unprofondo solco tra le opinioni generali della scena di appassionati ecuriosi ben prima che l'X1000 giungesse finalmente nelle case deisuoi primi acquirenti. Nel tentativo di reprimere in qualche modo ilserpeggiante malumore dei fan OS4, allo scadere delle diverse datedi uscita sul mercato man mano posticipate da A-Eon, la stessaazienda era solita fornire scuse come ad esempio dei ritardi dovutial capodanno cinese (2011) o spediva dolcetti a qualche testatagiornalistica svelando così finalmente, a fine 2010, la cpu PowerPcda montare in questa scheda, la PA6T-1682M dual core 2.0 Ghz,fino a quel momento tenuta segreta. Questa cpu da dolcetto si èrivelata infine un brutto scherzetto per chiunque credevaingenuamente che si trattasse di una scelta vincente.

Prima di mostrarvi alcuni benchmark su AmigaOS di questa cpuil cui costo iniziale è stato di ben 500$ al pezzo, per poi diventare1000$, passiamo per un'ulteriore premessa.

Il sistema operativo dalle caratteristiche vintage AmigaOS 4.x hauna concorrenza nella soluzione Amiga o.s. Like offerta dal sistemaoperativo chiamato Morphos, che sotto vari aspetti è molto similead OS4 e sviluppato da un diverso team, tedesco, che da circa treanni è riuscito nell'impresa di supportare egregiamente l'originalehardware Apple PowerPC prodotto dalla casa di Cupertino nellaprima metà degli anni 2000, cioè svariati modelli Mac antecedenti loswitch di Apple alla ben più conveniente architettura Intel x86 altempo della seconda migrazione storica dopo la precedente 68k-PowerPC. I Mac Ppc della Apple supportati da Morphos(Powermac, Macmini, E-mac, Powerbook) sono quindi il diretto eovvio metro di paragone per questo X1000 e lo dimostra il fattoche negli ultimi anni i fan di OS4 ipotizzavano la netta supremaziaprestazionale del venturo monolite di A-Eon, nei confronti deicomputer Mac dichiarati obsoleti dalla stessa Apple.

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Amiga, da informatica a religione

L'A1-X1000 era destinato a divenire il più potente sistema desktop conCPU PowerPC mai prodotto

E intendiamoci, l'X1000 non ha niente a che vedere conl'architettura originale Amiga alla stregua di qualsiasi PC in venditaoggi nei supermercati, in quanto la principale differenza tra i PC el'X1000 sarebbe l'impiego di una CPU Ppc anziché x86-64; con inpiù la presenza di un coprocessore dual core Xena a 500 Mhz, lacui utilità non è stata fino ad ora chiarita né da A-Eon né pareessere nota ai pochissimi sviluppatori amatoriali della scena e chelascia la netta impressione di esser stato inserito nell'X1000 comesoprammobile, o al più per innescare la notevole fantasia degliutenti OS4 che spesso e volentieri si spinge oltre i confini dellarealtà oggettiva.

Ancora oggi pesa l'intervento a gamba tesa risalente a circa metà2011 del famoso ex ingegnere Commodore, Dave Haynie,personaggio fino ad allora molto apprezzato dagli amighisti spessomorbosamente attaccati a tutto ciò che è pertinente alla storiaAmiga, il quale bocciò su tutta la linea l'X1000, scatenando lepeggiori ire dei neo amighisti, sempre più nervosi.

Dicevamo quindi che dall'A1-X1000 ci si attendeva delleprestazioni che pur essendo destinate a restare lontane daiprocessori Intel e Amd, sia attuali che di svariati anni fa, avrebberoquanto meno raggiunto e superato qualsiasi sistema desktopprofessionale Ppcprodotto prima deldefinitivo abbandonoin tale ambito dicodesta architettura,ma i fatti hanno infinedipinto ben altroscenario, ed ecco irisultati di una batteriadi bench effettuati suqueste macchine:

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Gli ultimi tre grafici consentono il confronto con delle cpu x86ormai antiquate e fuori mercato e non si è proceduto a inserire datidi processori Intel o Amd attuali perché il risultato in questi benchsarebbe stato particolarmente impietoso. La conclusione a cuirapidamente si giunge osservando questi benchmark è che l'X1000con AmigaOS 4.x non solo non surclassa le macchine Apple dotatedi CPU PowerPc G4 (risalenti ai primi anni 2000) ma in certesituazioni riesce persino a prenderle sonoramente. Io stesso,possessore di un Powermac Quicksilver 2002 con CPU G4933Mhz, acquistato su ebay due anni fa alla cifra di 80€, conneanche 1 ghz a disposizione non mi ritroverei molto lontano intermini prestazionali dall'X1000 in analoghi test e/o applicazionieseguite sotto Morphos, un sistema operativo come dettoabbastanza simile a OS4. Ed è importante sottolineare che la naturadei test effettuati è tale che i bench non possono esseresignificativamente influenzati dall'OS utilizzato.

Tutto ciò delinea senz'altro i contorni netti e indiscutibili delfallimento di tutta l'operazione AmigaOne X1000 e risulta di scarsaconsolazione che esso resti la migliore macchina per l'esecuzione diOS4 (dettaglio rilevante in base al dogma già esposto), in quantonon solo ciò fa capire che questa scena neo amighista non siaffaccerà mai sul mondo informatico contemporaneo (x86 o arm),ma getta una pessima ombra sull'altro AmigaOne in commercio, lasam460 prodotta dall'italiana Acube Systems che nei test escesconfitta da computer di 12/13 anni fa che realmente oggigiacciono nelle discariche a pezzi. D'altronde parliamo di Aziendeche non pubblicano dati e bench ufficiali dei propri prodotti, quindiè necessario far fronte a questa mancanza snocciolando i datiforniti dai diretti interessati, cioè gli acquirenti.

Un triste "primato" quello dell'A1-X1000 in ambito OS4, che trale altre cose cadrebbe istantaneamente se venisse ad esempiorealizzato un emulatore, su base PearPC, di queste macchinePowerPC per Windows o Linux.

E' facile comprendere come la scelta di una via così estrema econtrocorrente seguita nel 2012/13 dall'X1000 e l'ostinarsi adarrancare sul binario morto dei sistemi desktop PowerPC, presentainfine un conto terribilmente salato per dei risultati che comeabbiamo visto vengono ridicolizzati dall'hardware mainstream

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A1-X1000, il peggior computer mai creato?

prodotto su ampia scala con tecnologia molto più avanzata. Infattiqui non stiamo parlando di aziende che operano nel mercatoinformatico ordinario, ma in un particolare settore detto di"nicchia", che tende a soddisfare i desideri di una piccolissimacomunità che ha fatto di questi cosiddetti AmigaNG più un cultoreligioso che un semplice hobby.

I sostenitori di A-Eon e AmigaOS 4.x, oppressi dall'amara realtàdi queste misere prestazioni ed essendo generalmente inclini allamenzogna, hanno persino provato a ricorrere dei bench alternativitrovati sul web a loro più graditi, esibendo così risultati di test nonreplicabili, addirittura estrapolati da fonti militari, in cui suddettacpu operava certamente su processi altamente ottimizzati, il tuttoignorando volutamente le scadenti prestazioni ottenute nell'impiegostesso per cui l'X1000 esiste ed è stato prodotto, cioè l'esecuzionedi AmigaOS. Questa incapacità congenita dei neo amighisti diguardare in faccia la realtà, li ha infine portati a dichiarare che nonsi potrà giungere a nessuna conclusione degna di esser presa inconsiderazione, senza prima passare esclusivamente per deiBenchmark effettuati in condizioni di maggiore e assoluto rigore.Ma chi dovrebbe compiere tali test? Il Cern? La Nasa? Non è datoa sapersi. Anzi, nei convulsi giorni in cui infuriava una siffatta eridicola polemica, il fautore stesso di questa macchina e fondatoredi A-Eon, Trevor Dickinson, è stato capace di una dichiarazione inmerito ai benchmark che a molti è apparsa come sconcertante enon di certo orientata al suddetto rigore invocato con forza dai neoamighisti; qui una parte:

"As for benchmarks I don't really care about them myself. All Iknow is that performance in regular use is much faster and moreresponsive than that my either my A1-XE and Peg II runningsimilar programs under AmigaOS 4.1"

In breve, non gli importa molto dei bench perché l'esecuzione oil caricamento di certi software, tra cui un porting di una vecchiaversione di Firefox in versione perennemente alpha, caricano piùvelocemente o egli li percepisce come più reattivi. Non credo cheTrevor Dickinson come chiunque di noi, acquisterebbe ad esempiouna nuova automobile basandosi soltanto sull'assunto secondo cuiil rivenditore è giunto al concessionario, partendo da casa propria,

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Amiga, da informatica a religione

impiegando 5 minuti di meno rispetto ad un altro modello diautomobile, neanche credo che il Trevor acquisterebbe un'utilitariadegli anni 90 al prezzo di una berlina di lusso del 2012. Peròsenz'altro egli ritiene che sia il caso di promuovere il proprioX1000 senza dar peso alle prestazioni dello stesso e senza volerquantificarle in modo più preciso.

Nonostante la mancanza di una qualsivoglia analisi tecnica daparte dei produttori di questo X1000, non si è rivelato poi moltocomplesso trovare le cause di risultati tanto fallimentari. La PA6T èstata progettata ponendo come priorità il basso consumoenergetico (5-13 watt) e per questo successivamente è stataimpiegata in svariati ambiti quali router, sistemi di storage, apparatidi telecomunicazione, computer di bordo, device militari oaerospaziali (fonte: puntoinformatico.it), e non sono quindi delle cpupensate per i sistemi desktop, dove ad esempio nella fascia alta-entusiasta è la potenza ad essere la priorità rispetto ai consumi (etrascuriamo il fatto che l'X1000 prende severe bastonate anche dalmodello più debole e low-power Intel Atom, figuratevi da un Corei7). Inoltre c'è da dire che lo sviluppo di questa cpu è statointerrotto, si tratta quindi di un ramo morto.

Dopo la dichiarazione del fondatore di A-Eon, che haimplicitamente ammesso la debolezza dell'X1000 emersa dalleprove sul campo, i toni della polemica nei forum dedicati ad OS4 sisono smorzati per dar spazio al classico dogma neo amighista,condito dal tipico vittimismo di quando trovandosi con le spalle almuro non vogliono assumersi la benché minima responsabilitàdelle loro scelte assurde:

" AmigaOS è un hobby e l'X1000 resta il miglior Computer perAmigaOS"

Sul fatto soggettivo che possa o meno interessare AmigaOS,nessuno ha ovviamente nulla da ridire, ma sull'utilizzo del concettodi hobby in effetti a questo punto qualche perplessità sussiste. Chesi sappia esistono molti hobby che comportano delle spese di uncerto livello, inutile anche fare esempi, ma un po' tutti condividonola fondamentale proprietà che a maggiore spesa corrisponde unamaggiore e oggettiva qualità, cosa che non avviene affatto nellascena di nicchia dei sistemi operativi Amiga o.s. like intesa nel suo

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A1-X1000, il peggior computer mai creato?

insieme, dove altri os "hobbystici" al pari di OS4 sono:

• Aros: open source, gratuito e sviluppato anche perhardware mainstream x86, oltre che per i veri Amiga 68k

• Morphos: meno costoso e sviluppato per economicohardware vintage (Apple Ppc), con la possibilità di usarlo ingratuita modalità trial per sessioni lunghe mezz'ora.

Due sistemi operativi da molti ritenuti più completi einternamente consistenti di AmigaOS 4.x, che invece soffre deimaggiori ritardi nello sviluppo, come nell'esempio lampante del 3Dreal-time assente a tempo indeterminato per questo A1, tanto cheper lo stesso X1000 è stata pubblicata una demo remakedell'originale boing-ball in uno pseudo 3D ottenuto tramite i driver2D, similmente a quanto avveniva ai tempi dei primi giochi 3D delSuper Nintendo.

A questo punto non resta che parlare del prezzo dell'X1000. Laconfigurazione base dell'X1000 con un masterizzatore, 1Gb di ramDDR2, una scheda grafica ATI HD4650 1GB, e ovviamenteAmigaOS 4.x, si porta sulle 2600€ iva inclusa. Se poi volete unatastiera con uno sticker boing-ball, un mouse, un giga aggiuntivo diram (il massimo supportato da OS4 è 2 giga), il prezzocomprensivo di tasse e spedizione credo possa sfiorare le 3milaeuro. L'X1000 fin dal principio era da intendersi al più come unoggetto da collezione per irriducibili Geek, ma il risultato della suamessa in commercio a questo prezzo e con simili prestazioni, hascatenato un po' in tutti i forum Geek, in qualche modo aconoscenza dell'X1000, un'opera goliardica di messa alla gogna disuddetto A1, dove gli utenti andando a scovare nelle propriecantine qualsiasi catorcio di PC fine anni 90 inizio 2000 hannoprovato a replicare i test visti in precedenza allo scopo di rendereancor più tragicomica la situazione che aveva già di suo un notevolecarattere grottesco.

Per concludere l'ultima amara osservazione da fare è propriosulla questione collezionismo. Chi ancora oggi parla e s'interessa diAmiga, inevitabilmente sarà un nostalgico possessore di diversicomputer vintage e appassionato più degli oggetti in se chedell'effettivo utilizzo che se ne possa ancora fare. Le quotazioni deicomputer Commodore e Amiga nell'usato possono raggiungere

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Amiga, da informatica a religione

cifre piuttosto alte e in presenza del package originale, magari incondizioni ottime, esse salgono ancora.

L'X1000 nonostante il prezzo da workstation di lusso, verràspedito senza la benché minima cura per il dettaglio in quantorealizzato da una casa del tutto priva delle più elementari nozioni dimarketing, oltre all'essersi dimostrati dei dilettanti allo sbaraglionella produzione di hardware.

La domanda è: come si fa a riconoscere che questo prodotto siaun Amiga?

• Non esiste un solo motivo tecnico oggettivo per definire

tale hardware un Amiga• Non hanno i diritti sui marchi Commodore, Amiga e

relativi loghi• Non si sforzano di creare un'identità alternativa, d'impatto,

o che sia minimamente colta• Non è una macchina il cui Hardware sia competitivo come

invece era Amiga; e nonché OS4 un sistema operativo deltutto privo di software moderno, ludico e professionale.

• E' probabilmente uno dei più inutili computer mai creati,con il peggior rapporto prezzo prestazioni della storia

La risposta a questa domanda ovviamente è quella già data daltitolo dell'opera: la comunità dei neo amighisti è di fatto dedita aprofessare una religione che resta del tutto estranea alle realiesigenze informatiche di qualsiasi tipologia d'utente moderno.

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L'ingannevole nomenclatura neo amighista

ell'attuale scena Amiga che ovviamente include anche i neoamighisti, si è soliti utilizzare la seguente terminologia:N

• Amiga NG per indicare gli attuali router (e chissà cos'altroin futuro) riadattati ad uso desktop con relativo porting diOS4

• Amiga Like per indicare i sistemi operativi Aros eMorphos ispirati all'originale Amiga o.s., ma non OS4 chegode del marchio AmigaOS

• Amiga Classic gli Amiga 68k o degli "ibridi" Ppc nel caso imodelli progettati da Commodore siano espansi con rare ecostose espansioni dotate di doppia cpu 68k e Ppc,prodotte sul finire degli anni '90.

Ritengo questo insieme di "definizioni" nel complesso fuorviantein quanto mirato a dipingere un inesistente legame tra i veri Amigae le routerboard discusse nei capitoli precedenti. Quindi è ilmomento di spiegare l'alternativa nomenclatura impiegata in questolibro più rigorosa e non ingannevole. Ciò che oggi può essere chiamato Amiga consiste in:

• Un eventuale prodotto promosso da chi ne detienelegalmente il marchio

• I personal Computer progettati da Commodore,ampiamente descritti nella prima parte del libro.

Chi utilizzava, o utilizza ancora queste macchine originali, perchéappassionato di retrocomputer, possiamo serenamente definirlo"amighista" e lo collocheremo nel sottostante diagramma

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Amiga, da informatica a religione

nell'insieme A. Sia Aros che Morphos ed OS4 (in ordine dianzianità) li chiameremo Amiga o.s. Like* in quanto tutti cloni oimplementazioni moderne dell'originale Workbench. Coloro cheseguono e utilizzano questi OS, li rappresenteremo con l'insiemeN.

Nell'intersezione, o la parte comune dei due insieme così definiti,ritroviamo anche gli utenti OS4 dei quali solo una parte (quindi nonproprio tutti...) è dedita a seguire la dottrina religiosa degli AmigaNg, i neo amighisti. Quando ancora i contorni di questo cultoerano nebulosi e poco nitidi, come reso nel precedente grafico,alcuni acquirenti di tali macchine (AmigaONE, Sam4x0) e sistemaoperativo (OS4) probabilmente erano mossi dai migliori intenti; traquesti troviamo anche degli sviluppatori indie che non essendo maineanche riusciti a rientrare della spesa relativa all'hardware inquestione, hanno finito per allontanarsi gradualmente da unadimensione che ormai ai più pare definitivamente fuoriuscita dallasfera della razionalità.

I neo amighisti al contrario respingono le critiche cheininterrottamente piovono sull'esistenza di simili sistemi, daacquistare per un atto di fede anziché per qualsivoglia esigenzainformatica, rispondendo che tale critica è mossa da chi non ne èutente (l'infedele), poco importa se si tratta magari di professionisti

* Amiga era un computer univocamente definito dall'architettura hardware deiprodotti C=Amiga, e non un sistema operativo, da qui l'errore nell'indicarecome “Amiga Like” un OS

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L'ingannevole nomenclatura neo amighista

dell'ambito informatico perfettamente consci di quel che si tratta eche infine argomentano sempre in modo esaustivo le loroimpressioni. Paradossalmente alcuni seguaci di tale cultoinformatico, piuttosto integralisti, neanche loro sono utenti disistemi OS4, soprattutto a causa dei prezzi elevatissimi che intempo di profonda crisi economica internazionale diventanochiaramente impossibili.

La crescente opposizione nei confronti di questo piccolo mondofondato sull'alterazione di verità storiche che spesso ricorre anche adelle spudorate menzogne, in parte la si spiega con il notevoleritorno d'interesse e di moda per molte produzioni e prodottiinformatici degli anni 80 - 90.

Non passa mese senza che venga pubblicato o annunciato uno opiù remake degli storici videogames dell'epoca, sono stati celebratigli anniversari dell'entrata in commercio prima di Amiga (25 anninel 2010) e poi del C=64 (30 anni nel 2012); spopolano diversiemulatori per Android e iOS; esiste una moltitudine di siti forum epagine social dedicate al retrogaming; nascono diversi musei comead esempio il noto Vigamus di Roma

Inevitabilmente chiunque si avventuri sul web alla ricerca diinformazioni sulle macchine originali Amiga, avrà una discretaprobabilità di finire per imbattersi in questa grottesca situazione,che spero la pubblicazione del presente libro potrà contribuire aportare alla luce per quel che essa è nella realtà. Esistono anche

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Amiga, da informatica a religione

altre dimensioni legate al retrocomputer e al retrogaming, molto piùsensate e coerenti con la memoria storica, rispetto alla malsanatrasformazione del ricordo di Amiga operata dal cieco fanatismodei neo amighisti. Ad esempio tutta la scena relativa ai miticicomputer 8 Bit, ZX Spectrum, C=64 è ricca di produzioni di ognigenere, demo, porting, giochi nuovi commerciali e non, espansioni,etc etc. Intorno a queste storiche macchine si sono create comunitàamichevoli e decisamente produttive.

In un qualsiasi forum dedicato ad Amiga è raro che venga allaluce un topic che non degeneri in rissa, specie se questo riguarderàalcuni temi "sensibili" e la maggioranza dei neo amighisti sembranoassolutamente incapaci di produrre qualcosa di interessante o bellocon i loro amati sistemi. Spesso nei forum Amiga condizionati dallareligione OS4, la calma viene imposta tramite censura e sistemi nondissimili a quelli di un ordinamento di natura dittatoriale.

E' certamente possibile vedere oggi Amiga come una "ragazzainterrotta", un argomento che al contrario di altre realtà storichepossa facilmente sconfinare nel mito, una Marilyn Monroedell'informatica, ma non credo ci si possa illudere di rendere unfavore agli antichi gioiellini Commodore, alterando delle veritàstoriche, al fine di mantenere in vita tale ricordo edulcorato equindi costruire su esso una vera e propria religione; l'antitesi stessadella scienza informatica.

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Tributo di Eric Schwartz (Superfrog) ad Amiga del 2010

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Struttura del culto neo amighista

enché non sia semplice dare una definizione rigorosa dellaReligione, è comunque ovvia la sua inerenza ai concetti di

Sacro e Divino. Quasi tutti i culti religiosi possiedono una strutturafinale abbastanza ben definita, con tanto di similitudini e parti incomune per le religioni tra loro imparentate. Per tanto la religioneinformatica esposta in questo trattato è definita principalmentegrazie a delle evidenti analogie antropologiche del neo amighismocon i culti religiosi più diffusi.

B

Oltre alla presenza del dogma fino ad ora sviscerato neldettaglio, abbiamo nel mondo dei neo amighisti delle "istituzioni"similari a quelle della chiesa e vale a dire le aziende coinvolte nelmondo OS4:

• Hyperion Entertainment (AmigaOS 4)• A-Eon Technology Ltd (AmigaOne x1000)• Acube Systems Srl (AmigaOne 500 / Sam460)

Chiaramente queste aziende non si presentano affatto alpubblico come istituzioni religiose, basta vedere i relativi websiteper rendersi conto di come tutto sia in ordine e in regola per quelche concerne la presentazione e vendita dei loro prodotti, ma nellapratica queste vengono trattate e venerate dai propri clienti allastessa stregua di cattedrali. L'esempio più lampante, oltreall'assoluta riverenza degli utenti OS4 che ritengono inammissibilepraticamente ogni forma di critica rivolta a tali entità commerciali, èla tendenza dei neo amighisti a considerare i nomi elencati inprecedenza come delle ONLUS anziché per quel che realmentesono da un punto di vista giuridico, cioè aziende srl o ltd. Quindi sead esempio si rendesse necessario creare il sito ufficiale per OS4

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Amiga, da informatica a religione

prodotto da Hyperion, ecco che i fans/clienti si adoperano nelcrearlo gratuitamente. Oppure se una di queste aziendeorganizzasse una mostra dei propri prodotti a scopo promozionale,ecco che i clienti si lanceranno in offerte in danaro. Più mille altrepiccole sfaccettature che è possibile cogliere leggendo o scrivendonei forum Amighisti più gettonati, come amigaworld.net o l'italianoamiganews.it luoghi che rigettano a priori un pluralismo"filosofico" perché basati sul puro integralismo tipico dei neoamighisti. D'altronde senza una passione da parte dei propri clienticome quella religiosa difficilmente tali aziende potrebbero esistere esopravvivere sul competitivo mercato dell'informatica.

Esporrò ora alcune dirette conseguenze di questa assurdasituazione, tra cui il grave episodio della pubblicazione di una listadi proscrizione stilata da un neo amighista serbo, riportante i nick enomi di singole persone giudicate colpevoli di una serrata criticaverso OS4; partendo però prima dal delirante manifesto della scenaAmiga Ng, stavolta tutto italiano, che ben dipinge la ristrettamentalità tipica del neo amighista e la sua completa sua alienazionedalla realtà oggettiva:

"...il marchio Amiga non è mai morto: ha solo avuto un passaggio di consegne,passando prima dalla Commodore e altre società, e poi attualmente venendo acquisitoda Hyperion, che ne detiene i diritti e le possibilità di sviluppo.

In definitiva, possiamo quindi riaffermare i seguenti punti:1) Il marchio Amiga non è mai morto, e anche se ha subito un deciso

rallentamento nel suo sviluppo, ora sta riemergendo e riaffermandosi alla grande, vistoche oramai è il quarto OS più diffuso. Al tempo stesso si può però affermare che il suovecchio propietario, il marchio Commodore, ultimamente riapparso, lui sì che è davveromorto, in quanto si limita a fare sistemi e hardware basati su distro lunux.

2) Diffidate da sistemi cloni, soprattutto Aros e Icaros Desktop, che sipermettono di autodefinifirsi “sistemi operativi Amiga” ma che in realtà non fannoaltro che andare contro la stessa filosofia di Amiga, oltre al fatto di rallentare losviluppo degli os ufficiali, di creare confusione e di non essere compatibili. Amiga os ex86 non avranno mai nulla a che fare tra loro.

3) Amiga Os è la diretta evoluzione del Workbench, 20 anni circa di continuirinnovamenti, aggiornamenti e upgrade, insomma un s.o. storico e seminale perl’evoluzione informatica.

4) Alcuni siti e e fonti danno per scaduto, bollito e fuso il progetto Amigaufficiale, quando in realtà il suo futuro è piu roseo che mai, vista la situazione in cui

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Struttura del culto neo amighista

versano gli altri os: Windows: un s.o. che punta presto alla fine della sua esistenza;dopo il collasso di Windows Vista, un leggero miglioramento da parte di Windows 7 epresto Windows 8, che dalle premesse segnerà la fine del suddetto s.o.; Linux: unsemplice giocattolo per smanettoni, un s.o. che dipende quasi esclusivamente dalla rete:provate ad installare un programma, sarete sempre costretti a prelevarlo dal repository,e dove è la caratteristica base, l’auto-installazione??? Mac os un tempo si definiva“pensa differente”, utilizzando un’architettura ppc, e poi, cosa ha fatto? Ha scelto lastrada più facile, passando agli x86 e avvicinandosi allo stesso Windows da cui untempo prendeva le distanze.

La soluzione quindi è una sola, un s.o. che ha fondato le basi, moderno e antico altempo stesso,che appena sarà maturato sarà in grado di imporsi come validaalternativa al classico Windows pensiero, un nuovo ma al tempo stesso antico modo dipensare all’informatica, come accadeva all’inizio degli anni 80, come accadeva alCommodore Amiga durante il suo periodo d’oro. degli anni Novanta, un’aziendacapace di imporsi e diventare punto di riferimento sbaragliando la concorrenzadell’epoca (Home computer come Atari ST, Spectrum, Msx, Amstrad, e lo stesso PcMsDos ultraoneroso a cui sia il Commodore 64 che l’Amiga hanno dato una giustalezione) sia a livello professionale che ludico.

Il fallimento di Commodore purtroppo ha modificato la storia… ma ora è arrivatoil momento di riprendere quello che appartenava ad Amiga: il giusto tributo ad unapiattaforma rivoluzionaria e indispensabile per il futuro informatico."

Testo integrale all'indirizzo :http://k-retrogaming.blogspot.it/2012/04/il-futuro-dellinformatica-amiga-os.html

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Amiga, da informatica a religione

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Struttura del culto neo amighista

In questo ambiente è possibile riscontrare anche delle particolariforme di animismo e non di rado viene attribuita ad Amiga uncuore, un'anima o comunque sia un'essenza vitale ovviamente deltutto assente nel resto della tecnologia mai prodotta, come se lastessa fisica dei semiconduttori cedesse il passo a qualche entità dinatura spirituale. Inizialmente vien spontaneo prendere frasi odefinizioni simili come metaforiche o eccessivamente appassionate,però dopo alcuni anni che mi è capitato di leggere cose del genere,il dubbio che essi ci credano davvero è divenuto abbastanza serio.Non manca neanche una notevole mitologia intorno alle macchineoriginali Amiga e nuovamente la similitudine con la religionediviene netta e precisa. In diverse feste del culto cattolico, adesempio come quelle dei santi patroni, sono spesso presenti alcunirituali riconducibili ad epoche lontane quando imperava un cultopagano. Amiga NG (la fuorviante definizione data dai neo amighistialle loro macchine) viene spesso associata a un immaginario riccodi assurdi racconti dove Amiga (quella che loro definiscono classic)era praticamente capace di ogni cosa* e quasi astratta dal normale eovvio contesto evolutivo informatico che, come detto nei primicapitoli, vide Amiga prima ristagnare e quindi giungere alla sua fine,seppur con ogni probabilità prematura.

D'altro canto è impossibile intendere il neo amighismodiversamente da un culto religioso, come ad esempio un'ideologia,perché in tutti questi anni di lotte interne, teorie campate in aria sucospirazioni, battaglie legali, annunci e colpi di scena maiconcretizzati, non si è riusciti a stendere un condivisibile insieme diprincipi informatici per la definizione di un nuovo Amiga, per forzadi cose diverso dall'originale, ma pur sempre parte sensata delmercato odierno come prodotto di nicchia. In linea generale lequalità desiderate per un ipotetico Amiga NG sarebbero unapotenza hardware quantomeno in linea con quella moderna, datoche ormai è impensabile di presentarsi “avanti” come accadde nel1985; un sistema operativo molto leggero scritto da zero e il cuisoftware godrà di un'ottimizzazione tale da prevedere ancora, nel2013, la programmazione assembly come quella praticata adesempio nell'ambito delle console da gioco, seppur marginalmente.Cioè tutte caratteristiche che all'atto pratico saranno destinate

* Il vecchio slogan anni '80 “Only Amiga makes it possible” è ora diventato l'equivalente di un mantra

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Amiga, da informatica a religione

ineluttabilmente alla reinvenzione della ruota, cioè a qualcosa chemai potrà essere economicamente conveniente o capace di attrarre inecessari investimenti. Ancora una volta, si tratta di un modo dipensare profondamente sbagliato.

Un simbolico contrasto tra lamitologia neo amighista e la crudarealtà lo si è avuto quando il giàcitato Dave Haynie, alla ricerca diun sostegno economico per lecure della moglie purtroppocolpita dal cancro, mise in vendital'originale scheda prototiporealizzata per testare il chipsetA.A.A. e relativa documentazione.Questo chipset che forse avrebbepotuto permettere a C= dievolvere in tempo la propriapiattaforma informatica Amiga,considerato una sorta di SacroGraal dalla comunità di neoamighisti, apparve invece nell'astaebay del 2011 per quel cherealmente era moltissimi annidopo il fallimento Commodore,vale a dire dell'inutile ferragliaimpolverata, non funzionante,tenuta in garage e fotografatasenza nessuna particolareriverenza sul suolo antistantel'abitazione dell'ex ingegnere C=

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Il caso Commodore USA

na volta esposto il dogma della religione praticata dai neoamighisti, il mito, le origini, i meccanismi psicologici e la

struttura antropologica della loro comunità, resta da trattare la partepiù perniciosa di ogni culto fondamentalista e cioè la reazioneviolenta contro quello che è considerato blasfemo e oltraggioso.

U

Nel 2010 l'azienda statunitense Commodore USA annunciòl'acquisizione dei diritti per la commercializzazione di nuovipersonal computer sotto i brand Commodore e Amiga. Nell'apriledel 2011 C=USA giunse così a lanciare la riproposizione in chiavemoderna del Commodore 64, chiamato C=64x, una fedele replicadel leggendario biscottone creato per poter alloggiare al propriointerno una scheda madre standard mini itx, un lettore Blu-Ray einfine una tastiera in perfetto stile originale ovviamente riadattataper uso moderno.

Il lancio del C=64x ha immediatamente scatenato l'interesse ditutta l'informazione sia tecnologica che generica, grazie anche allospot virale che reclamizzava il nuovo C=64 nella promozioneincrociata con l'edizione Blu-Ray di Tron Legacy della Disney,similmente a quanto accadde trent'anni fa con il C64 reclamizzatoinsieme al film Tron .

C=USA aveva nelle proprie intenzioni, in seguito rispettate, didotare i propri computer del sistema operativo Commodore OS,derivato da Linux Mint/Ubuntu, ciò per stuzzicare l'interesse deinostalgici fornendo loro anche il notevole parco software modernodel mondo open source. A voler essere pignoli avrebbero potutotranquillamente vendere il C=64x con una versione di Windows,

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Amiga, da informatica a religione

visto che il Basic V2 del mitico C=64 era programmato dalla stessaMicrosoft.

Tutto ciò, tra censure e malumori, non venne affatto graditodalla comunità dei neo amighisti che vedeva in questa operazionecommerciale, cristallina e semplice, un qualche pericolo di naturaocculta. Oltre al fatto che era annunciata da C=Usa la lineaCommodore Amiga con sistema operativo Linux 64 bit, cpu Intel egpu Nvidia (blasfemia pura), l'odio della comunità neo amighistaverso l'operato di questa azienda derivava anche dalla presuntamancanza di "rispetto" da parte della stessa nei confronti di talionorabili amighisti duri e puri!

A mio avviso una simile reazione era invece scatenata da duefattori:

• Le critiche rivolte a C=USA dai neo amighisti, cioè di voleretichettare come Amiga dei sistemi x86 Linux, rischiavano didivenire un boomerang dato che loro stessi etichettano hardwareestraneo ad Amiga come tale e in base a ciò da sempre snobbano isistemi operativi di nicchia Aros e Morphos perché non ufficiali enon in possesso del nome (marchio) AmigaOS (che comunqueneanche appartiene all'epopea Commodore)• Il loro culto underground, per certi versi fino ad alloraprotetto da un velo di pudore nonché ignoto alla maggior partedelle persone, rischiava di venire a galla nel peggiore dei modi, cosache è infine puntualmente accaduta.

Il CEO, fondatore e principaleinvestitore di Commodore USA,Barry Altman, è deceduto a inizioDicembre 2012 all'età di 62 annidopo un anno di lotta al cancro. Un2012 quindi funesto per il nomeCommodore, nel quale è venuto amancare lo stesso padre della grandeC= Jack Tramiel.

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Barry Altman 1949 - 2012

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Il caso Commodore USA

Credo sia importante precisare che non tutti gli ex amighisti(anche quelli più critici con la religione finora esposta) nutronomolto affetto verso lo storico nome Commodore, perché imputanoalla cecità della dirigenza C= degli anni 90, le principali colpe dellaprematura scomparsa di Amiga e con essa la morte dei sogni dimilioni di utenti.

Benché tale risentimento sia per certi versi comprensibile,bisogna anche considerare che già nel '92 Commodore versava inuna condizione economica disastrata con un deficit di 647 milionidi dollari. In seguito ridusse parzialmente le perdite tagliandoparecchi progetti e modificando la propria struttura con diversilicenziamenti, ma il calo delle vendite di Amiga a quel punto eradivenuto drastico e irreversibile a causa dell'esplosione prepotentedei PC in un mercato come quello dei videogiochi per altro prontoalla rivoluzione Sony Playstation, le cui notevoli caratteristichetecnologiche erano note già nel 94.

Quella videoludica era a quel punto un'industria avviata aun'espansione tale che le avrebbe permesso, anni dopo, disorpassare in termini di fatturato persino la settima arte, il cinema.Nessuno può realmente dire con certezza che il rinnovo delchipset*, o un cambio radicale di direzione, avrebbe preservatointegro quanto era caro agli amighisti dell'epoca, né si potevapretendere che una piattaforma informatica in declino vivesse persempre nella dura competizione come quella nata in quegli anni, oche un nuovo team di poche persone potesse nuovamenteinfluenzare l'industria tecnologica ormai diventata enorme ecomplessa, dall'inerzia schiacciante, grazie ad investimentieconomici immensi su ricerca e sviluppo.

Tuttavia a sentire alcuni neo amighisti sembra quasi che fu unapura cattiveria l'aver chiuso baracca, un'azione meramentemalvagia, per di più partendo da una piattaforma informatica avantidi 10 anni (almeno!), come spesso amano ripetere fino allosfinimento. Eppure 10 anni dopo il 1985 si trovavano incommercio computer dotati di processori a 3.3 milioni di transistor,i primi esemplari di schede grafiche con accelerazione 3D,nascevano le Api DirectX di Microsoft, software multimediali

* In linea teorica nel 1990 l'AAA avrebbe rappresentato l'ideale evoluzione diAmiga e garantito ancora alcuni anni di superiorità rispetto all'agguerritaconcorrenza

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Amiga, da informatica a religione

interattivi su Cd rom, sistemi operativi non ancora perfetti, ma concaratteristiche più evolute dell'Amiga o.s. La differenza tra l'esserestata Amiga una piattaforma indiscutibilmente pionieristica nel1985, con quanto invece dipinge il mito neo amighista, èprobabilmente molto ampia.

Ci sarebbero tanti episodi da raccontare e tristemente legatiall'odio dei neo amighisti contro C=USA, ma dopo un'attentariflessione ho scelto di non citarli in questo libro per mantenerel'opera orientata ad un'analisi il più possibile asettica dellacontroversa dimensione finora descritta. Molti dettagli e retroscenapotete comunque trovarli nella critica ad OS4 nell'apposita sezionedi Commodore Computer Blog.

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Conclusioni

nquadrato un simile culto come qualcosa di sterile e dannoso allastessa memoria storica di Amiga e ormai consapevoli

dell'impossibilità di rivivere un'epoca come quella degli anni '80 e'90, nonché certi dell'inutilità di procedere alla reinvenzione dellaruota riscrivendo da zero interi sistemi operativi con la missioneimpossibile di renderli attraenti al grande pubblico sempre menoaffezionato al personal computer; escludendo dunque la malsanavia teologica e quella ormai impraticabile tecnico informatica,parlare di un ipotetico Amiga di nuova generazione diverrebbeinevitabilmente qualcosa di molto simile a un dibattito filosofico,magari anche interessante, ma destinato a restare fine a se stesso.Non raccolgo tale sfida per un motivo ben preciso, Amiga erasenza dubbio il prototipo del computer moderno e da molti anni icomputer servono per rendere l'utente il più possibile produttivo inmolteplici ambiti, tenendo ovviamente conto dello stato diavanzamento delle tecnologie hardware e software. Cioè, in pocheparole il computer serve per fare qualcosa dalla complessità tale chene giustifichi l'impiego. Il successo dei tablet e smartphone nondeve meravigliare perché prima della loro apparizione sono stativenduti centinaia di milioni di computer destinati allacomunicazione e al web, con in più la gradita possibilità di accedereai diversi elementi multimediali presenti in rete, più pesanti intermini di potenza computazionale.

I

Quindi quel che a mio parere un nostalgico delle macchineCommodore dovrebbe fare è semplicemente godere degli attualifrutti di quel filo evolutivo, che pur avendo estromesso dai giochiAmiga nella metà degli anni '90, mantiene sempre vivo quanto

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Amiga, da informatica a religione

seminato dai programmatori che fecero mitici i prodotti dellagrande Commodore. Non riversare dunque l'affetto e la nostalgiaper un'epoca ormai lontana, interamente sulla fredda macchinaAmiga intesa come circuiti, transistor o Workbench, cercando diadattarli male e a forza a prodotti pseudo vintage, inutili e scadenti,ma piuttosto accarezzare sempre il ricordo delle prime linee dicodice scritte, dei primi disegni bitmap o in poligoni 3D; il ricordodella nostra gioventù e dello stupore per la nascita diquell'informatica che oggi si presenta realmente evoluta, matura,come lo siamo noi stessi.

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Indice

Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Genesi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Passione e declino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .L'alienazione dalla realtà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .I neo amighisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Il Dogma . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .A1-X1000 il peggior computer mai creato? . . . . . . . . . . . . . . .L'ingannevole nomenclatura neo amighista . . . . . . . . . . . . . . .Struttura del culto neo amighista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Il caso Commodore USA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

III

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“Amiga, da informatica a religione”

Scritto e impaginato con LibreOffice Writer 4.0Grafica copertina realizzata con Blender 2.65

E' possibile supportare future pubblicazioni con unadonazione a www.commodorecomputerblog.com

(Unofficial and non-profit fan blog)

La gloriosa Commodore, casa madre di successi mondiali come C=64,Amiga e un po' mamma per tantissimi appassionati di informatica, nel lon-tano 1994 scomparve improvvisamente dal firmamento delle maggioricase produttrici di personal computer. Non fu semplice per l'amighistatrovarsi “orfano” a partire dalla seconda metà degli anni '90, al principiodi una decisiva e serrata evoluzione tecnologia che nel giro di un decennioavrebbe rivoluzionato la nostra stessa società. Chiunque allora apprezzavaAmiga per il suo ricco parco software professionale e creativo, oltre cheper i suoi mitici giochi, rimase così disorientato e inizialmente senza alcunpunto di riferimento. Trascorsi ormai quasi vent'anni dal fatidico anno incui cadde Commodore, con tanti di noi resi oggi produttivi dalle moltepli-ci soluzioni presenti nell'ambito informatico moderno, esiste tutt'oraun'intricata scena Amiga che fa della passione per quelle antiche macchineuno stile di vita, una filosofia, un vero e proprio culto. Questo libro analiz-za la parte più estrema e radicale di tale comunità, giunta di fatto alla crea-zione di una “religione informatica”. Un ossimoro quest'ultimo che verràmeglio compreso con la lettura completa del saggio, un documento uniconel suo genere... così come unica fu Amiga.