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Amicizia Numero 4 – Settembre 2012

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Amicizia

Foglio di comunicazione dedicato a

Pavel A. Florenskij

Numero 4 – Settembre 2012

Raggiunge gli amici di: Carate Brianza, Concorezzo, Faenza, Gardone Riviera, Gragnano, Lugano, Malta, Modena,

Monaco di Baviera, Monza, Ronco Scrivia, Roma, Siena, Sora, Torino, Verbania.

L’amico ama in ogni evento ed è come un fratello nelle avversità (Pr. 17,17)

Amicizia Numero 4 – Settembre 2012

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INDICE

01 Un autunno caldo 02 Religione e Amicizia: l’esperienza di Pavel Florenskij 03 Dalla viva voce 04 Segnalazioni bibliografiche 05 Autunno florenskijano 06 Invito 07 Eventi

08 Risorse audiovisive

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01 Un autunno caldo

Giuseppe da Gragnano

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02 Religione e Amicizia: l’esperienza di Pavel

Florenskij

Cari amici,

pochi giorni prima della mia laurea in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di

Milano sono stata contattata da Giuseppe Malafronte, il quale avendo saputo della tesi che avevo

scritto su Padre Pavel, voleva chiedermi da dove era nato questo interesse e quale lavoro avevo

svolto nei mesi di tesi. Ho così deciso di raccontare anche a voi della mia tesi e di come padre Pavel

non sia per me solo un grande uomo vissuto circa settant’anni fa ma soprattutto un Amico che mi

accompagna nella vita.

Ho conosciuto la figura di Pavel attraverso la mostra del Meeting di Rimini allestita nei chiostri

della Cattolica nell’ottobre del 2010 dal titolo: Nulla va perduto. L’esperienza di Pavel Florenskij

curata da Adriano dell’Asta e Lubomir Zak con la collaborazione di Fondazione Russia Cristiana;

sono rimasta molto colpita dall’umanità e dalla certezza interiore del pope russo. Mi chiedevo come

fosse possibile non fuggire dalla Russia sovietica nel periodo più cruento di vessazioni e

persecuzioni contro i cristiani e come fosse possibile accettare con semplicità o meglio con povertà

di spirito una strada che è già pronta per ognuno di noi semplicemente dicendo di sì, rimanere

cristiano in ogni circostanza. Così sono andata dal mio professore di antropologia filosofica,

Massimo Marassi, per chiedergli se gli interessava iniziare un lavoro di tesi su questo teologo,

filosofo, scienziato o meglio Leonardo da Vinci russo ancora poco conosciuto. Ottenuta la risposta

che speravo, ho iniziato a leggere la maggior parte delle opere tradotte in italiano, non conoscendo

il russo, come ad esempio: Non dimenticatemi, Ai miei figli, La colonna e il fondamento della

Verità, Bellezza e liturgia, La concezione cristiana del mondo e Il concetto di Chiesa nella Sacra

Scrittura. Il mio interesse nei confronti della figura di padre Pavel si è rafforzato notevolmente dopo

aver seguito un seminario tenutosi in Cattolica nel maggio 2011 tenuto da Timofei L. Voronin,

docente all’Università Umanistica Ortodossa San Tichon di Mosca. La personalità, la forza e la

certezza sono le caratteristiche che più mi hanno colpito del pope russo a livello antropologico e

spirituale. Oggigiorno padre Pavel viene definito il Leonardo da Vinci russo per la molteplicità dei

suoi interessi e del suo sapere enciclopedico che comprende: filosofia, teologia, arte, scienza, fisica

e logic. Martire della Chiesa ortodossa russa, viene fucilato l’8 dicembre nei pressi dell’odierna

Leningrado dopo anni di gulag scontati soltanto per essere una personalità la cui esperienza di vita,

in quanto sacerdote, era contraria al regime sovietico e una grave minaccia per lo stesso. Il pensiero

di padre Pavel viene considerato un esempio di cammino di ricerca filosofica che ha tratto

considerevoli vantaggi dal confronto con i dati della fede come afferma anche Giovanni Paolo II

nell’Enciclica Fide set ratio.

Un prezioso aiuto per comprendere meglio la vita e l’esperienza di padre Pavel l’ho trovato

nella biografia molto dettagliata e curata di Avril Pyman, consigliatami da un’amica russista.

Mentre leggevo si facevano strada in me molte domande e alla fine ho scelto di cercare di

rispondere a due tra queste, quella sulla religione e quella sull’Amicizia, inserendole nei vari

capitoli. Il titolo della tesi è diventato: Religione e Amicizia: L’esperienza di Pavel Florenskij.

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La tesi è stata strutturata in tre capitoli, il primo, dedicato alla biografia di padre Pavel e ad un

riassunto particolareggiato delle dodici lettere che compongono La colonna e il fondamento della

Verità, pubblicata nel 1914 dopo la sua seconda laurea in teologia e dedicata all’amico e fratello in

Cristo Troickij. Essa viene considerata la summa del pensiero teologico ortodosso e un ponte per

coloro i quali vogliono avvicinarsi alla Chiesa ortodossa abbandonando le incertezze.

Il secondo capitolo è dedicato al tema della religione, il quale occupa uno spazio preponderante

nella vita di Florenskij. Al liceo Pavel si converte al cristianesimo e dopo gli anni universitari e il

matrimonio trova il suo posto all’interno della Chiesa ortodossa russa. Cos’è dunque la religione?

La religione è artefice di salvezza, dunque il suo compito è salvare. Da che cosa ci salva la

religione? Essa ci salva da noi stessi, salva il nostro mondo interiore dal caos che in esso si cela.

Florenskij parla di due vie della religione dalle quali viene costituita l’unica via dell’esperienza

ecclesiale. La prima è la via della giustificazione di Dio o teodicea. Essa nasce dal fatto che l’uomo,

desideroso di avvicinarsi personalmente a Dio, non si accontenta della sola fede nella Sua esistenza:

vuole sapere chi è Dio, come Egli è. La seconda via, invece, è la via della giustificazione dell’uomo

o antropodicea, che cerca di rispondere alla domanda: chi è l’uomo nella luce della Verità?

A mio avviso è molto interessante il paragrafo che conclude questo secondo capitolo dal titolo:

È uno sforzo eroico quello che porta alla croce nel quale ci si chiede se si può considerare padre

Pavel un martire?. Per rispondere a questa domanda mi sono aiutata con gli appunti presi durante

un colloquio che ho avuto la possibilità di avere con Lubomir Zak. Egli sostiene che è possibile

considerare padre Pavel un martire in quanto ha scelto di seguire la sua vocazione e il suo sì a

Cristo fino alla fine senza tirarsi indietro. Si può dire che egli abbia scelto la strada del martirio, le

isole-gulag Solovki al posto della salvezza offertagli in Cecoslovacchia.

Il terzo e ultimo capitolo di questo lavoro tratta un tema molto caro al nostro autore: l’Amicizia.

Come intende l’Amicizia? Essa è la contemplazione di sé attraverso l’Amico in Dio. Quindi

l’amicizia tra due persone, tra due amici viene vista al cospetto di un Terzo, Dio. Sorgente e

fondamento dell’amicizia duratura non può che essere Cristo, colui che non muore mai. In questo

capitolo ho voluto sottolineare come Florenskij abbia riportato in luce l’importanza del valore

dell’amicizia come quel rapporto che apre l’uomo all’altro, alla relazione. L’uomo nel rapporto

amicale può uscire dal suo solipsismo. Florenskij scrive nella Colonna: «Guai all’uomo solo. Il

fratello è fortificato dal fratello come una roccaforte» e ancora: «L’amicizia è dono di sé ad un altro,

è verità, è sostegno, è scambio di idee ma è anche difficoltà perché esige auto-rinuncia, pazienza,

cura dell’altro. Essa implica il saper portare la croce dell’amico». È interessante ripensare oggi il

concetto-esperienza di amicizia in quanto la cultura del presente ha progressivamente smarrito il

fondamento ontologico dell’essere in relazione e ha ridotto l’amicizia alla categoria dell’utile o del

vago sentimentalismo.

Successivamente ho analizzato le amicizie di padre Pavel a livello antropologico, dalle prime ai

tempi del liceo, fino ad arrivare a Belij, Troickij, la Judina, per concludere con il suo più grande

rapporto terreno d’amicizia, quello con la moglie Anna. Padre Pavel scriverà all’amico Rozanov:

«L’amicizia, vissuta in una famiglia o altro: per dirla in breve, ciò che costituisce il mio sogno sono

i rapporti personali profondi». Ed è proprio così che intese il matrimonio, come l’Amicizia come

rapporto per la vita. L’ultimo paragrafo a mio avviso il più interessante, è costituito da una domanda

struggente: È possibile un’esperienza di Amicizia alle Solovki?. È difficile stabilire con assoluta

certezza se padre Pavel strinse legami di amicizia veri e propri con altri detenuti. Quel che è certo,

come attesta il libro I manoscritti non bruciano, è che molti detenuti rimasero molto colpiti dalla

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figura di padre Pavel, dalla sua forza e dalla sua certezza interiore, talmente colpiti che decisero di

convertirsi. A Pavel interessavano i rapporti personali profondi. In un rapporto personale profondo

l’uomo non può di certo tralasciare chi è, da dove viene, in che cosa o meglio in Chi crede. Se altri

detenuti si sono avvicinati al cristianesimo dopo averlo conosciuto, significa che hanno instaurato

un rapporto personale profondo con lui e nel quale si sono messi in gioco esprimendo ciò che gli

stava più a cuore. Non è forse già questo un segno di Amicizia?

Spero, con queste semplici parole di avervi dato un sguardo alternativo e diverso

sull’esperienza di vita e sull’opera di padre Pavel.

Federica Esposito da Milano

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03 Dalla viva voce

(...) contemplata a partire da Dio in direzione del nulla, Sofija è vista

come Azzurra o Viola. (...) come l’onda che avanza dell’energia divina,

come forza di Dio che si avvia a superare l’oscurità, cioè contemplata a

partire dal mondo in direzione di Dio, Sofija è vista come Rosa o Rossa. (...)

Per finire c’è anche una terza direzione metafisica, né verso la luce, né in

direzione contraria alla luce: questo è Sofija al di fuori della sua

definizione o autodefinizione nei confronti di Dio quell’aspetto spirituale

dell’essere, che si può chiamare aspetto paradisiaco, in cui non c’è ancora

la conoscenza del bene o del male. Non c’è ancora una diretta aspirazione

né ad avvicinarsi a Dio, né ad allontanarsi da Dio (...) ma c’è solo

movimento attorno a Dio. (...) Questa Sofija, questo aspetto della Sofija,

viene visto color Verde-dorato o trasparente Smeraldo. (...) I tre principali

aspetti della creatura originaria determinano i tre principali colori della

simbologia dei colori, e i rimanenti colori si collocano nel loro valore di

colori intermedi. Ma qualunque sia la varietà dei colori, tutti loro parlano

della correlazione, per quanto diversa, della stessa e unica Sofija con la

stessa e unica Luce Celeste. Il Sole, il pulviscolo finissimo e la tenebra del

buio, nel mondo sensibile, Dio, Sofija e la tenebra infernale, la tenebra del

non-essere metafisico, nel mondo spirituale: ecco i principi da cui è

determinata la varietà dei colori, qui, come là, sempre in piena

corrispondenza reciproca degli uni e degli altri.

P. A. FLORENSKIJ, Segni celesti. Riflessioni sulla simbologia dei colori, in ID., La prospettiva

rovesciata e altri scritti, Gangemi Editore, Roma 20032, pp. 68-72.

Su queste riflessioni di padre Pavel Florenskij meditava, assorto, in una notte d’inverno, un

pittore intento a dipingere un’Icona della Madre di Dio della Tenerezza. Il silenzio avvolgeva il

piccolo studio reso ancora più piccolo dal gran numero di scodelle sparse un po’ ovunque in quello

spazio angusto: contenitori di gesso, colle, pigmenti polverosi e puri. Una fiammella bruciava gli

incensi odorosi di Pathmos e allungava le ombre proiettate sui muri, unica compagnia a volte

sinistra, a volte vivace e assorta.

La preghiera era affidata all’umile pennello, timoroso di offendere la Bellezza della

Vergine:...il rosso per il Suo maforion, il velo che Le copre il capo; il verde per la Sua veste;

l’azzurro per l’etere che La circonda.... Meditava il pittore e osava sperare che la Sofija volteggiasse

intorno a lui in una nube profumata. Desiderava non essere più nel mondo e del mondo sensibile.

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Aveva cura, pur nella fretta, ansioso di riposare, di ottenere buone mescole, perché sapeva

quanto i colori che avrebbe usato coniugassero così strettamente terra e Cielo e parlassero della

Luce Celeste.

Questa stessa Luce gli sembrò che gli parlasse, a notte inoltrata, quando gli parve di vedere un

sorriso sul Volto Santo della Vergine Madre di Dio.

Quel pittore sono io.

Maria Lucia

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04 Segnalazioni bibliografiche

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05 Autunno florenskijano

Autunno Florenskijano N O V E M B R E 2 0 1 2

Incontri e iniziative di riflessione sul pensiero e la testimonianza di

Pavel A. Florenskij (1882 – 1937) mistico, scienziato, filosofo, prete ortodosso,

padre di famiglia, testimone della fede

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INCONTRI

7 Novembre 2012 - GRAGNANO (NA)

- Biblioteca comunale, ore 16 / 19

Incontro, letture e immagini dedicati a Pavel A. Florenskij: Nulla va perduto

Intervengono: Pierluigi Parisi, Viola Sanvito

Con la partecipazione degli allievi della classi V del Liceo Scientifico don Milano

contatto: Giuseppe Malafronte ([email protected])

8 Novembre 2012 - NAPOLI

- Istituto Italiano di Studi Filosofici (via Monte di Dio, 14), ore 16 / 19

Incontro: L’attualità di Pavel A. Florenskij tra scienza e simbolo

Intervengono: Chiara Cantelli, Giuseppe Malafronte, Glauco Tiengo

contatto: Giuseppe Malafronte ([email protected])

14 novembre 2012 - MODENA

- Istituto Filosofico di Studi Tomistici (via Bentivoglio, 16), ore 19 / 22

Incontro dedicato a Pavel A. Florenskij: Due mondi

Intervengono: Enrico M. Cerrigone, Massimo Angelini, Silvano Tagliagambe

contatto: Enrico M. Cerrigone ([email protected])

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“Ogni concezione del mondo autentica, della quale abbiamo bisogno per

noi, per i nostri amici e la nostra famiglia, e non per lo studio, la cattedra e

così via, non può che essere simbolica”.

In queste brevi considerazioni di Florenskij è racchiusa l’essenza di questo ciclo di incontri e,

potremmo dire, ne rappresentano il manifesto. Per chi ancora si domanda che senso abbia oggi

pensare e fare cultura, la risposta data da Florenskij indica un sentiero tanto dimenticato da poter

apparire nuovo. Addirittura, l’idea che la cultura debba essere rivolta prima di tutto alle persone

care (agli amici, alla famiglia…) potrebbe essere scambiato per un atteggiamento dilettantesco,

quasi casalingo!

Ma bisogna osare… Quelle parole di Florenskij, in realtà, si piantano come macigni nel cuore

della nostra epoca perché rivelano che non c’è cultura senza che questa produca, appunto, diletto e

che di una concezione del mondo ne abbiamo davvero bisogno prima di tutto noi e chi ci sta accanto

e ci è caro. Il resto è un di più, quasi una tentazione. Ma l’esser caro, l’amicizia, non va intesa come

un connotato elitario, un contenuto campanilistico da setta o da carboneria. Semplicemente ci è

caro, ci è amico, chiunque abbia potuto condividere con noi un’esperienza profonda, di quelle che,

come dice Platone, non sono comunicabili come le altre conoscenze. La conoscenza autentica

davvero non è una questione di cattedre, ma di amicizia, di condivisione e di presenza.

Questa è la cornice in cui si calerà questo ciclo di incontri su Florenskij, il cui scopo è quello di

promuovere la conoscenza di questo straordinario pensatore nei confronti di un pubblico sempre più

ampio e, per questo, al di fuori di ogni accademismo di sorta. Così, ciascun incontro, sarà

caratterizzato da un tema florenskijano che fungerà da filo comune per gli interventi dei relatori che,

naturalmente, potranno muoversi secondo echi e modalità diverse.

Quanto poi sia vero, e cosa possa significare nel profondo, ciò che dice Florenskij, ovvero che

ogni autentica concezione del mondo non può che essere simbolica, spetterà giudicare chi sarà

presente.

Mario Enrico Cerrigone da Bologna

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06 Invito

8 dicembre – Ricordo di Padre Pavel

L’8 dicembre ricorre il settantacinquesimo anniversario dell’estrema testimonianza di

padre Pavel.

Come lo scorso anno, anche quest’anno vorremmo riunirci presso il monastero

benedettino di santa Cecilia in Trastevere a Roma.

Ci riuniremo in spirito di amicizia e gratitudine. Non ci saranno discorsi

commemorativi, non ci saranno relazioni, nulla che possa fare assomigliare l’incontro a un

seminario di studi o a un evento animato da un programma. Sarà solo un semplice stare

insieme nel ricordo di padre Pavel, senza “attori”, senza “spettatori”: solo amici.

Per questo, incoraggiamo chi vuole partecipare a portare se stesso e a portare con sé una

breve lettura o una breve riflessione, comunque qualcosa di buono da spezzare e

condividere con gli altri. E perché gli spazi sono contenuti ed è giusto informare chi ci

ospita su quanti saremo, chiediamo a chi vuole partecipare di comunicarlo per tempo a

Giuseppe Malafronte a questo indirizzo: [email protected].

L’appuntamento è davanti al monastero alle 10. L’incontro si aprirà alle 10 e 30. Alle

12 e 30 condivideremo il cibo di chi lo preparerà e di chi ne vorrà portare. Poi, dopo il

piccolo convivio, riprenderemo fino alle 15 e 30. Infine, alle 15 e 30, chi vorrà potrà

assistere alla messa in suffragio di padre Pavel che sarà celebrata nella cripta della chiesa di

s. Cecilia.

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07 Eventi

PROSSIMI EVENTI

Pavel A. Florenskij (1882-1937) - Lo stupore del credere:

l’uomo di fronte al risplendere misterioso del divino

Centro Congressi Giovanni XXIII – 12 Ottobre ore 20:45

PIERGIUSEPPE BERNARDI (Facoltà Teologica di Milano)

All’interno della rassegna Invito alla teologia che si propone di accostare la teologia attraverso

le grandi figure di alcuni autori del Novecento il 12 Ottobre sarà presentato Pavel A. Florenskij.

Per maggiori informazioni: http://www.fondazionebernareggi.it/it/cultura/iniziative/invito-alla-

teologia-1797.

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06 Risorse audiovisive

Ho trovato in rete alcuni video (in russo) dedicati a Pavel A. Florenskij. Se qualcuno li

desiderasse può inviarmi una mail:

Двойной портрет. Булгаков и Флоренский РТР 2008 (Doppio

ritratto. Bulgakov e Florenskij PTP 2008);

Павел Флоренский. Русский Леонардо (Pavel Florenskij. Il Leonardo

russo);

ПАВЕЛ ФЛОРЕНСКИЙ (Pavel Florenskij);

Прозрение. Сон о Флоренском (Epifania. Sogno su Florenskij).

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