America, troppi homeless - Ci vogliono tutti morti

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17il Fatto Quotidiano MERCOLEDÌ 6 AGOSTO 2 01 4

di David Usborne

Con la faccia solcatadalle rughe, segnoindelebile di anni divita per la strada, Gil

infila faticosamente la manonel taschino della camicia e ti-ra fuori un mucchio di fogliettidi carta spiegazzati. Sono lapreziosa testimonianza dellasua esistenza, documenti chela maggior parte di noi tienenel cassetto della scrivania acasa. Frugando riesce a trovarequello che cerca: un fogliettogiallo che sembra il ticket delparcheggio. Non siamo andatilontano dalla realtà. Gil non ècerto un uomo da possedereun’automobile, ma ha 44 discarpe. Quella che mi mostra èuna notifica della polizia mu-nicipale risalente a qualchesettimana prima quando unagente lo ha sorpreso sedutosul marciapiedi con i piedi sul-la strada. Secondo la citazione“i piedi disturbavano la circo-lazione delle auto”.Ci troviamo a Fort Lauderda-le, contea di Broward, Florida,tra Miami e Palm Beach e lamulta di Gil – che si rifiuta didirci il suo cognome - è la pro-va di quanto vanno afferman-do da tempo alcune organiz-zazioni per i diritti civili se-condo cui molti comuni ame-ricani avrebbero scatenatouna vera e propria campagnadi persecuzione nei confrontidei senzatetto sfornando a get-to continuo ordinanze comu-nali sempre più severe.A Fort Lauderdale quest’annosono state approvate due or-dinanze del genere: la primavieta di urinare in pubblico e laseconda consente alle forzedell’ordine di confiscare qua-

lunque oggetto lasciato incu-stodito in strada. Altre ordi-nanze sono allo studio, unadelle quali – particolarmenteodiosa – renderebbe difficol-toso alle organizzazioni uma-nitarie il compito di servirepasti caldi ai senzatetto in luo-ghi pubblici.

“IN PARTE è una questioneeconomica, in parte è il fruttodi una mentalità classista”,spiega Jeff Weinberger dellaBroward Homeles Campaign.

“Non vogliono nulla che di-sturbi la loro fantasia di unavita perfetta”. I senzatetto sonoun motivo di imbarazzo per lacittà, dice il novantenne Ar-nold Abbott, ex capo della po-lizia in Pennsylvania e diretto-re di Love thy Neighbour(Ama il tuo vicino), una orga-nizzazione che dà da mangiareai senzatetto da oltre 20 anni.Per ben cinque volte il muni-cipio lo ha trascinato in tribu-nale tentando di impedirgli diservire pasti caldi ogni merco-ledì sulla spiaggia proprio die-tro le cabine dei turisti. E percinque volte il tribunale ha re-spinto la richieste del Comune.La città, spiega Abbott, vuole

che i senzatetto se ne vadano.“Vorrebbero caricarli su unautobus e spedirli a Miami o aPalm Beach. Siamo quasi allapulizia etnica. Ma non riusci-ranno nel loro intento”, com-menta Abbott.

“VOGLIONO CACCIARCI datutte le città in ogni modo pos-sibile”, dice Jimmy Singleton,59 anni, che un tempo faceva ilbarbiere a New York e ora viveper la strada. “Ci vorrebberomorti, questa è verità, nuda ecruda”. Ma a protestare e amuoversi non sono solamentele organizzazioni per la difesadei diritti civili. Secondo l’An -nual Homeless Assessment

Report to Congress (Ahar) delDipartimento della casa e dellosviluppo urbano degli StatiUniti, si contavano 610.042homeless, sino alla fine del2013. Un recente studio delCentro nazionale giuridico suisenzatetto e la povertà (Nlchp)segnala tentativi di criminaliz-zare la gente costretta a viverein strada in 187 città degli StatiUniti. Nello studio si legge:“Molte città hanno deciso disanzionare penalmente la gen-te costretta a vivere per la stra-da che ha una sola colpa: ten-tare di sopravvivere”. Dal2011, sostiene il rapporto, leleggi che vietano di campeg-giare in spazi pubblici sono au-

mentate del 60% e la conse-guenza è che i senzatetto vio-lano la legge anche semplice-mente dormendo. In moltecittà è vietato stare seduti o di-stesi in luoghi quali i parchi e lespiagge.“Molte città hanno deciso cheil senzatetto è un criminale”,dice Maria Foscarinis, direttri-ce dell’Nlchp. “Sono leggi cheminacciano i diritti civili e co-stituzionali dei senzatetto, ac-collano costi inutili alle città enon risolvono il problema cheaffermano di voler affronta-re”.“Dire che vogliamo crimina-lizzare i senzatetto è una affer-mazione risibile. Fort Lauder-

dale ha una lunga storia di po-litiche sociali a favore dei bi-sognosi”, afferma il portavocedel Comune Matt Little. Manon può fare a meno di am-mettere che gli esercenti delleattività commerciali esercita-no forti pressioni sulle forzedell’ordine. “Proteggere laqualità della vita e le attivitàcommerciali garantisce i fondinecessari a far fronte ai bisognisociali”. Ma a quanto ammon-ta la multa elevata a Gil peraver osato posare i piedi sullastrada? “Non lo so. E comun-que non ho un penny”, rispon-de sorridendo.

© The IndependentTraduzione di Carlo A. Biscotto

CACCIA APERTA

Il Dipartimento

della Casa sino al 2013

contava 610mila persone

senza una dimora

Molte città vogliono

eliminare il problema

New York

John Henry Skillern, 41 anni, arrestato con l’accusa dipedofilia in Texas, lavorava come cuoco nel fast food

Denny’s di Pasadena e, fra la cottura di un hamburger el’altro, amava filmare i bambini, accompagnati dai geni-tori, che facevano visita al ristorante. Un elemento, rivelatodalla polizia, che confermerebbe l’ossessione malata chelegava Skillern ai giovanissimi e che in passato lo avevamesso nei guai con un accusa di molestia sessuale verso unbambino di otto anni. Questa volta a incastrarlo è statoGoogle, grazie a un controllo delle mail: il motore di ricercane ha “rintracciate” diverse che contenevano immaginisessualmente esplicite. Nel momento in cui l’allarme è sta-to lanciato al National Center for Missingand Exploited Children, sono scattate le in-dagini che hanno condotto all’arresto diSkillern. Gli investigatori, che hanno per-quisito la sua abitazione hanno trovato unagran quantità di materiale pedopornogra-fico, inclusi sms ed e-mail in cui rendevamanifesto il suo “interesse” per i bambini.Inevitabili le polemiche sul mancato rispet-to della privacy, nonostante la legittimitàdell’arresto. “Nascondeva tutto nelle sue mail – ha spiegatoil detective David Nettle, giustificando l’operazione – ionon posso vedere queste informazioni, non posso vederequeste foto, ma Google può”. Da ricordare che l’aziendadall’aprile dello scorso anno ha avvisato i suoi utenti che iloro messaggi di posta elettronica sono sottoposti a un con-trollo automatico che me può evidenziare contenuti “com -promettenti”. Il dibattito sulla tutela della privacy, però, èdestinato a proseguire.

a .v.

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Homeless nella metropolitana di New York La Pre ss e

Turchia, ora Erdogan teme i gayGLI OMOSESSUALI NON AMANO IL PREMIER, HANNO UN LORO GIORNALE, E VOGLIONO PESARE SULLE ELEZIONI

di Roberta Zunini

È la star dellamusica pop

americana MariahCarey, icona gayinternazionale, latestimone del pri-mo numero delprima rivista peromosessuali turcaGayMag distribuita gratuitamente da oggi nel-le librerie della catena D&R. Per gli omoses-suali che vivono in Anatolia e in Kurdistan,rispettivamente nel centro e nell’est della Tur-chia, le regioni cioè più tradizionaliste e po-vere, la vita è ancora molto difficile. “V o g l i a-mo rompere tutti i tabu”, ha spiegato il di-rettore di “Gm”, Emir Akgun. Anche recen-temente ci sono state aggressioni nei confrontidi giovani gay e si sono registrati persino omi-cidi, soprattutto in ambito familiare. Solo aIstanbul, dove si sono celebrati negli ultimidue anni gay pride a cui hanno partecipato

migliaia di esponenti del mondo Lgbt, e nellecittà della costa occidentale legate all’Europa,la situazione è migliore. Ma la maggior partedei gay, lesbiche e transgender, il cosiddettomovimento Lgbt, della Turchia occidentale te-mono che la vittoria quasi sicuramente ple-biscitaria dell’attuale premier Tayyip Erdoganalle lezioni presidenziali di domenica – le pri-me a suffragio universale e diretto - peggioreràla loro condizione. Erdogan, che è leader delpartito islamico, sempre me-no moderato, Akp, acronimodi Giustizia e Sviluppo, è losponsor più convinto della fa-miglia islamica tradizionale edi diritti gay non ne ha maivoluto sentire parlare. Loscorso anno il movimentoLgbt fu tra i protagonisti dellarivolta popolare di Gezi Parkcontro l’autoritarismo cre-scente e violento del “sultano”Tayyip. Anche il suo sfidante,il settantenne professore uni-

AU T O R I TA R I OIl premier Erdogan

favorito alle elezioniAnsa

versitario di studi islamici Ekmeleddin Ihsa-noglu - legato all’establishment saudita, tra ipiù conservatori in materia di diritti civili -pur essendo il candidato dei laici repubblicanikemalisti del Chp (partito repubblicano delpopolo) non ha certo a cuore i problemi dellaminoranza omosessuale. Non se ne è inte-ressato prima, non se ne sta interessando ora.E non solo per i suoi legami con gli oscu-rantisti sauditi ma perché è anche candidato

del Mhp, il partito ultranazio-nalista e tradizionalista, deiLupi grigi, grazie a una ine-dita coalizione che ha solle-vato le critiche dei progres-sisti laici del partito kemali-sta.

QUESTI HANNO fatto sapereche si asterranno dal voto per-ché non si sentono rappresen-tati da un esponente del mon-do, seppur accademico, isla-mico, né , tantomeno, da una

coalizione con il Mhp, zeppo di fanatici e ma -chisti. L’unico che porta avanti le istanze gay edelle minoranze, è il quarantenne candidatodel neo partito Hdp (partito Democratico delPopolo) Selahattin Demirtas, avvocato specia-lizzato in diritti umani, ha lavorato per Am-nesty International, ed ex leader del partitocurdo Bdp. “Io voterò per lui - dice al Fa t tol’intellettuale Mehmet Binay, co-regista delfilm Ze n n e sulla storia di uno studente di fisicagay che nel 2008 fu ucciso dal padre - non soloperché sono gay ma perché Demirtas portaavanti anche le istanze della sinistra e dei curdi.So che non vincerà ma merita comunque ilnostro voto”. Proprio l’8% che Demirtas do-vrebbe riuscire a ottenere, e sempre che Ihsa-noglu ottenga almeno il 43% , traghetterà Er-dogan al ballottaggio, previsto per il 24 agosto.Per colui che ha voluto il suffragio universale ediretto, per poter dichiarare a una società sem-pre più polarizzata, di essere stato investitodella nuova carica dall’intera nazione, sarebbeuno smacco. A cui potrebbe contribuire pro-prio la comunità gay.

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