Amedeo DAntonio, Maria Rosaria Ingenito Settore SIRCA Linee di indirizzo strategiche dellArea...
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Amedeo D’Antonio, Maria Rosaria IngenitoSettore SIRCA
Linee di indirizzo strategichedell’Area Agricolturaper le Agroenergie
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BILANCIO AMBIENTALEAgricoltura
autonomiaapprovvigionament
oenergetico
Economie a basse emissione
colturetipicità
paesaggio
suolo
biodiversità
Cosa è possibile fare a livello locale (regionale) per
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Il tema dell’agroenergia riveste un importante ruolo nella programmazione comunitaria e regionale degli ultimi anni, suscitando grande interesse nel settore agricolo ed agroindustriale.
L’approccio strategico a livello regionale deve essere necessariamente di tipo multidisciplinare ed intersettoriale: a monte: poiché necessità di una governance basata
sull’interazione di diverse aree dell’Amministrazione regionale (ambiente, agricoltura, attività produttive, politiche del territorio);
a valle: per ottenere il consenso intorno ad un progetto comune che definisca il comportamento di tutta la filiera delle agroenergie.
strategia
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Fondamentale è la costruzione di una politica di governance su scala locale, che si radichi sul territorio sviluppando un sistema competitivo mediante l’incentivazione della filiera corta.
Aggregazione dei soggetti indispensabili:
enti locali;
operatori del settore energetico;
aziende agricole, forestali, agroindustriali anche in
forma associativa (Organizzazioni di produttori,
Cooperative, Consorzi di bonifica);
istituti di credito.
strategia
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l’agricoltura campana, nel contribuire al raggiungimento di una produzione energetica sostenibile, può giovarsi dello sviluppo del settore agroenergetico a patto che si governi il processo in un’ottica di sistema nel pieno contemperamento delle esigenze dei territori e delle comunità locali passando da
a un sistema aperto formato da territorio, filiera e governance, in cui la filiera si integra e si caratterizza grazie alle qualità intrinseche del territorio: idoneità, motivazione e condivisione.
un sistema chiuso di imprese che gestiscono la filiera
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favorire l’integrazione degli impianti a biomassa con altre fonti rinnovabili
favorire la creazione di filiere locali per la produzione di energia da biomassa di origine agro-forestale, ottenuta soprattutto da scarti agricoli, di allevamento e forestali nei territori maggiormente “vocati”;
in aree interne svantaggiate dove la creazione di una filiera della biomassa possa creare occupazione conseguendo l’autosufficienza energetica di piccole comunità;
creare le condizioni per l’ulteriore sviluppo delle agroenergie all’interno delle imprese agricole in un’ottica di filiera locale;
strategia regionale
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Il Il Piano Territorale Regionale (PTR)Piano Territorale Regionale (PTR)
rappresenta il quadro di riferimento rappresenta il quadro di riferimento unitario per tutti i livelli della unitario per tutti i livelli della pianificazione territoriale regionale ed è pianificazione territoriale regionale ed è assunto quale documento di base per la assunto quale documento di base per la territorializzazione della programmazione territorializzazione della programmazione socioeconomica regionale nonché per le socioeconomica regionale nonché per le linee strategiche economiche adottate dal linee strategiche economiche adottate dal Documento Strategico Regionale (DSR) e Documento Strategico Regionale (DSR) e dagli altri documenti di programmazione dagli altri documenti di programmazione dei fondi comunitari. dei fondi comunitari.
Contesto
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Il Il PTR PTR stabilisce in campo energetico ed stabilisce in campo energetico ed ambientale stabilisce i seguenti cardini:ambientale stabilisce i seguenti cardini:
Contesto
rispetto delle Linee Guida per il paesaggio in rispetto delle Linee Guida per il paesaggio in Campania;Campania;
accoglimento e valorizzazione delle differenze accoglimento e valorizzazione delle differenze dei Quadri Territoriali Regionali;dei Quadri Territoriali Regionali;
adozione di tecnologie pulite;adozione di tecnologie pulite;
rifunzionalizzazione di aree agricole rifunzionalizzazione di aree agricole marginali;marginali;
sviluppo di sistemi per il riciclaggio dei rifiuti sviluppo di sistemi per il riciclaggio dei rifiuti e l’utilizzazione economico energetica delle e l’utilizzazione economico energetica delle biomasse.biomasse.
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Il Piano energetico ambientale regionalePiano energetico ambientale regionale (PEAR), assumendo integralmente quanto (PEAR), assumendo integralmente quanto declinato dalle Linee d’indirizzo strategico declinato dalle Linee d’indirizzo strategico in materia approvate nell’ambito del in materia approvate nell’ambito del Piano Piano di azione per lo sviluppo economico di azione per lo sviluppo economico regionaleregionale (PASER), costituisce il quadro di (PASER), costituisce il quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati riferimento per i soggetti pubblici e privati che, in tale campo, assumono iniziative nel che, in tale campo, assumono iniziative nel territorio della Campania ponendosi come territorio della Campania ponendosi come incubatore di indirizzi e obiettivi strategici incubatore di indirizzi e obiettivi strategici in campo energeticoin campo energetico che si articolano in un che si articolano in un orizzonte temporale che si proietta fino al orizzonte temporale che si proietta fino al 2020, con obiettivi intermedi al 2013.2020, con obiettivi intermedi al 2013.
Contesto
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ie Obiettivigenerali e specifici
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Gli obiettivi che sono stati individuati prendono in considerazione le problematiche che quotidianamente interessano l’Area Agricoltura:
Tutela del territorio;
Biodiversità;
Tutela delle produzioni tipiche;
Competitività;
Diversificazione del reddito delle imprese
agricole.
Obiettivi generali
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A) individuazione di bacini agro-energetici
coerenti con la programmazione regionale in
coerenza con la tutela di biodiversità,
produzioni tipiche e preservazione dei suoli
agricoli ad elevata fertilità;
Obiettivi specifici
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ieObiettivi specifici
B) incentivazione per imprese agro-forestali
singole o associate alla realizzazione di
impianti di cogenerazione di piccola taglia
che utilizzino biomassa da residui agricoli e/o
forestali generati in prevalenza all’interno
dell’azienda stessa;
A)
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C) incentivazione per aziende che forniscono
reflui zootecnici ed agroindustriali nell’ambito
di accordi di filiera per la produzione di
biogas ad uso energetico, utilizzando sistemi
di tracciabilità compatibili con la normativa
comunitaria e nazionale;
Obiettivi specifici
B)
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D) incentivazione alla predisposizione di piani di gestione delle aree boscate pubbliche e private finalizzata anche alla produzione di biomassa ad uso energetico certificabili secondo gli standard di certificazione forestale accreditata a livello europeo o internazionale;
Obiettivi specifici
A)
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E) forme di premialità per progetti di filiera
agro-energetica che nascano da partenariati
locali (pubblici, privati o misti) negli areali
individuati dal PEAR e dalle presenti Linee,
oltre quelli già individuati dal Programma di
Sviluppo Rurale della Campania 2007-2013;
Obiettivi specifici
A)
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F) supporto alla progettazione di impianti
cogenerativi/trigenerativi di piccola taglia
alimentati a biogas o biomassa ligneo-
cellulosica, i cui fornitori della materia prima
siano imprese agricole locali, nell’ambito di
accordi di filiera già individuati;
Obiettivi specifici
A)
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G) studi e ricerche finalizzate alla valorizzazione
e recupero a fini energetici di aree sensibili:aree interessate dal cuneo salino;aree con alterazioni significative dello
status agro-ambientale;aree a rischio di marginalità
Obiettivi specifici
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H) incentivazione di governance locali in aree
rurali, che adottino politiche integrate di
efficienza/risparmio energetico, sostenibilità
ambientale ed utilizzo di energie rinnovabili
in un’ottica di filiera;
Obiettivi specifici
A)
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I) formazione specifica indirizzata agli imprenditori, sulle possibilità offerte dallo sfruttamento a fini energetici di prodotti residuali delle attività agricole ed agroindustriali in un’ottica di filiera e valorizzazione economica del mix “risparmio energetico/efficienza nei consumi/ produzione da fonti alternative”
Obiettivi specifici
A)
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ieObiettivi specifici
A) individuazione di bacini agroenergetici
B) incentivazione per imprese agro-forestali singole o associate alla realizzazione di impianti di cogenerazione di piccola taglia
C) incentivazione per aziende che forniscono reflui zootecnici ed agroindustriali nell’ambito di accordi di filiera per la produzione di biogas ad uso energetico
D) incentivazione alla predisposizione di piani di gestione delle aree boscate pubbliche e private
E) forme di premialità per progetti di filiera agro-energetica che nascano da partenariati locali
F) supporto alla progettazione di impianti cogenerativi/trigenerativi di piccola taglia alimentati a biogas o biomassa ligneo-cellulosica
G) studi e ricerche finalizzate alla valorizzazione e recupero a fini energetici di aree sensibili
H) incentivazione di governance locali in aree rurali
I) formazione specifica indirizzata agli imprenditori
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Il reale serbatoio di materia prima utilizzabile per la produzione di bioenergia non è facilmente quantificabile.
La valutazione del potenziale di biomassa è stata focalizzata sulla disponibilità della biomassa residuale, vale a dire quella derivante da scarti e/o sottoprodotti di origine agricola, agroindustriale e forestale (che, se non correttamente smaltiti, avrebbero conseguenze negative per l’ambiente).
Secondo questo approccio, il comparto agricolo rappresenta il primo passo per uno start-up della filiera basato sulla determinazione del quantitativo di biomassa potenzialmente disponibile.
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Nelle LIS è stato condotto uno studio, per i vari comparti (agricolo, forestale ed agroindustriale) finalizzato all’individuazione dei residui che maggiormente si prestano al recupero ed alla valorizzazione energetica sul territorio, mediante analisi multidisciplinare.
Non è stato considerato, per le caratteristiche strutturali dell’agricoltura campana, lo sfruttamento di terreni fertili per la produzione di biocombustibili, dovendo interessare grandi superfici dedicate a colture estensive e con basso impiego di manodopera per raggiungere livelli economici competitivi.
Pertanto, e coerentemente con il PEAR, sia la filiera amidaceo zuccherina (prevalentemente per la produzione di bioetanolo) che la filiera oleaginosa (prevalentemente per la produzione di biodiesel), non sono state valutate.
Territorializzazione
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deiezioni animali residui lattiero-caseari scarti industria conserviera residui dei frantoi scarti ortofrutticoli [scarti di insilati]
[residui agroindustriali ligneocellulosici]
[scarti di lavorazione del legno vergine]
scarti di potatura [scarti della manutenzione
del verde pubblico ] ramaglia forestale
Filiera del biogas
Filiera lignocellulosica
Territorializzazione
Line
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L’individuazione dei due processi di conversione energetica deve scaturire a seguito di valutazioni concernenti:
Territorializzazione
sostenibilità ambientale dei processi analisi di mercato dei sottoprodotti individuati maturità tecnologica delle soluzioni
impiantistiche analisi di fattibilità tecnico-economiche contesto normativo possibilità di recupero di quantitativi sufficienti
ad alimentare le filiere (stagionalità) aspetti logistici legati al trasporto ed alla
distribuzione della biomassa potenziale energetico complessivo ricavabile e
massimizzazione delle rese energetiche possibilità di implementazione della filiera
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deiezioni animali ~ 3.800.000 m3 anno-
1
residui lattiero-caseari ~ 70.000 t anno-1
scarti industria conserviera ~ 57.000 t anno-1
residui dei frantoi ~ 75.500 t anno-1
scarti ortofrutticoli ~ 5.500 t anno-1
scarti di potatura ~ 277.000 t anno-
1
ramaglia forestale ~ 950.000 t anno-
1
Filiera del biogas
Filiera lignocellulosica
Territorializzazione
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BiomassaPotenza elettrica installabile (MWe)
Potenza termica installabile (MWt)
reflui zootecnici bovini 17 18
reflui zootecnici bufalini 20,5 21,7
reflui zootecnici suini 3,7 3,9
siero 0,29 0,3buccette di pomodoro 1,16 1,23
sansa vergine 3 3.2scarti vegetali 0,06 0,06
Territorializzazione
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ieTerritorializzazione
Biomassa
Potenza (*) elettrica
installabile (MWe)
Potenza (*) termica
installabile (MWt)
ramaglia forestale 22 96residui di potatura 76 331
(*) potenza calcolata sull’intero valore di stima della biomassa, non tenendo conto della parte della massa legnosa necessaria per conservare la fertilità del suolo e dei parametri di ritraibilità ed accessibilità dei siti.
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ie Strumenti
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Agricoltura per assicurare la
produzione di cibo e con funzione
sociale
Agricolturacome sistema
multifunzionale per uno sviluppo
economico, ambientale e rurale
Conferma sostegno e attenzione al tema
ambientale [Condizionalità]
Agenda2000
Trattatodi Roma
Nuova PAC(2003)
Politica Agricola Comunitaria
Strumenti
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Gli indirizzi comunitari per la programmazione di sviluppo rurale hanno spinto sin dall’inizio verso la diversificazione delle economie rurali e verso la promozione di nuove fonti di reddito agricolo, come la produzione delle biomasse.
Il Reg. CE 1698/05 (inerente il sostegno da parte del Fondo Europeo Agricolo) evidenzia la necessità di incentivare i miglioramenti nei settori della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali primari sostenendo gli investimenti finalizzati a rendere tali settori più efficienti, a promuovere la produzione di energie rinnovabile da biomasse agricole e forestali, ad introdurre nuove tecnologie ed innovazione, ad aprire nuovi sbocchi di mercato
Strumenti
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ieStrumenti
il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 della Regione Campania, affronta anche il tema della produzione di energia da fonti alternative prevedendo misure che investono direttamente nella produzione di biomassa per scopi energetici e che prevedono premialità per tutti gli interventi tesi all’uso di fonti di energia rinnovabile.
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ieStrumenti
il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 ha una durata di 7 anni, può essere aggiornato annualmente, e si configura quale strumento politico e finanziario molto importante per lo sviluppo delle filiere agro-energetiche in un contesto temporale di medio e lungo periodo e con un approccio integrato di programmazione (partenariato pubblico/privato, approccio bottom-up, integrazione multisettoriale).
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le 5 Nuove Sfide, di cui allo “Stato di Salute” (Health Chek), della PAC:
In coerenza con il libro bianco sui cambiamenti climatici e con la decisione 2009/61/CE, che modifica gli Orientamenti Strategici Comunitari per lo sviluppo rurale [Reg. (CE) 1698/05], si rafforza la priorità attraverso il nuovo orientamento strategico, richiedendo al settore agricolo e forestale “un maggiore contributo alla limitazione dell’emissione di gas a effetto serra e all’aumento del sequestro del carbonio”.
cambiamenti climatici;
energie rinnovabili;
gestione delle risorse idriche;
biodiversità;
misure di accompagnamento della ristrutturazione del settore lattiero-caseario;
innovazione connessa alle priorità di cui alle lettere a) - d).
Strumenti
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ieStrumenti
Gli obiettivi del PSR 2007-2013 della Regione Campania nel settore della biomassa sono:
1) incentivare il ricorso alla consulenza ed alla formazione nel campo della produzione di materie prime a finalità energetica o di energie da biomassa;
2)sostegno all’utilizzazione forestale dei terreni a scopo energetico, mediante erogazione di contributi alle specie a rapido accrescimento
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ieStrumenti
Gli obiettivi del PSR 2007-2013 della Regione Campania nel settore della biomassa sono:
3)stimolare la raccolta e conferimento di biomasse ad elevato potenziale energetico concentrate in particolari distretti territoriali;
4) incentivare la produzione di impianti per la produzione di energia termica e/o elettrica alimentati da biomasse agro-forestali;
5) incentivare il recupero di biogas prodotto da biomasse agricole e da effluenti zootecnici.
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Asse 1 - Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale
Asse 2 - Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale
Asse 3 - Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale
Asse 4 - Leader
Strumenti
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Innovazione nuove sfide
124
Lattiero caseario
Gestione risorse idriche
121
123
331
111
Energie Rinnovabili
111
121
123
311
331
Health check e Recovery Package:
le strategie della Regione Campania nel PSR 2007-2013
Banda Larga
321
Biodiversità
Cambiamenti climatici
123
121
124124
214
331
323
227
111
111114
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121123
Strumenti
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Misura
Intervento BeneficiariTerritorializzazion
e
111 Interventi di formazione e di
informazione che mirano ad aumentare la sensibilizzazione su tematiche di carattere
ambientale con riferimento alle
energie rinnovabili
operatori del comparto agricolo, forestale ed agroalimentare
intero territorio regionale
121 Finanziamenti relativi ad interventi per l’utilizzo di fonti
energetiche rinnovabili e/o alternative; gli
investimenti tesi alla produzione di energia
dovranno essere dimensionati per non superare la soglia di 1
MW e l’energia prodotta dovrà essere
utilizzata in prevalenza in ambito aziendale.
imprenditori agricoli singoli o associati
a seconda del comparto produttivo
… … … ….
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ie Attività disperimentazion
e e ricerca
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ieAttività di sperimentazione e ricerca
L'Assessorato regionale all’Agricoltura ha avviato già da alcuni anni alcune indagini e iniziative in campo sperimentale sulla coltivazione e l'impiego di fonti agroenergetiche. Le più significative sono:
Progetto sulla Produzione di biomasse da energia in Irpinia a cura del Dipartimento di Ingegneria Agraria ed Agronomia del Territorio – Università degli Studi di Napoli “Federico II”
Progetto interregionale RAMSES dal titolo “Risorse Agro-forestali-energetiche per il Mezzogiorno e lo Sviluppo Economico Sostenibile” in attuazione del PROBIO-Programma Nazionale Biocombustibili
Progetto relativo alla Produzione e stoccaggio di biomasse legnose derivanti da cedui a turno breve, a cura del Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia vegetale. Università degli Studi di Napoli ”Federico II”
Progetto per lo Sviluppo di filiere agroenergetiche nella Regione Campania (2008-09), a cura del CRAA
STUDIO DI FATTIBILITÀ DI UN SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATA DEI REFLUI ZOOTECNICI IN UN COMPRENSORIO DELLA PROVINCIA DI CASERTA
acquisizione ed integrazione di banche dati territoriali per la messa a punto del GIS necessario alla valutazione della possibilità di gestione dei reflui bovini e bufalini;
analisi dei risultati ottenuti in altri contesti, con analoghe problematiche, in cui sono state adottate tecniche di gestione e/o di trattamento di frazioni di reflui;
realizzazione di una scheda di proposta contenente uno o più interventi sul territorio, in base ad un moderno processo pianificatorio.
Preparare una strategia integrata di soluzioni per trattare opportunamente i reflui zootecnici attraverso:
Reg. Campania -Assessorato Agricoltura / Università federico II - Facoltà di Scienze Agrarie
Fin
ali
tà
Attività di sperimentazione e ricerca
DETERMINAZIONE DEL TENORE DI AZOTO NEGLI EFFLUENTI BUFALINI IN CAMPANIA, TECNICHE DI STOCCAGGIO E GESTIONE DELLO SPANDIMENTO
a) verificare, mediante campionamenti ed analisi, il contenuto di azoto nei reflui di allevamento bufalini correlandolo alle tecniche di allevamento ed alla razione alimentare;
b) determinare la quantità di azoto al campo in funzione della tecnica di stoccaggio e di spandimento e le opportunità di gestione e di spandimento in funzione del cantiere di meccanizzazione;
c) redazione di un documento di sintesi e divulgazione dei risultati
Fin
ali
tàReg. Campania Università Federico II - Facoltà di Scienze Agrarie e Medicina Veterinaria
Attività di sperimentazione e ricerca
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Data di rilevamento del patrimonio bufalino
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AZIONI PER UNA STRATEGIA INTEGRATA DI ALCUNE BIOMASSE PRODOTTE IN AGRICOLTURA
Attività di sperimentazione e ricerca
Elaborazione Dip. Economia e Politica Agraria Fac. Agraria su DB Teramo
+73%
PATRIMONIO BUFALINO IN CAMPANIA (ottobre 2002-ottobre 2009)
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ieDescrizione voci UM Valori Totale
RICAVI - Produzione energia Kw 8,000,000 - Prezzo €/Kw 0.28
€ 2,240,000
COSTI1. Impianto a) Ammortamento - Costo € 2,200,000 - durata anni 15 - Quota ammortamento € 146,667 b) Manutenzione € 195,276
2.Costo d'uso del terreno 5,000
3.Materia prima a) Acquisto silomais - quantità t 7,500 - costo (comprensivo del trasporto) €/t 60
€ 450,000 b) Liquami zootecnici - Quantità mc 15,000 - Prezzo € - -
4.Personale - Addetti n: 5 125,000 - Direzione tecnica €/anno 40,000 - Amministrazione €/anno 30,000
195,000
5.Consumi energetici - quantità Kwh 400,000 - costo €/Kwh 0.18
€ 72,000
6.Trasporti (entro 10 km) - Liquami mc 15,000 - Costo unitario €/mc 4
€ 60,000 - Digestato mc 6000 - Costo unitario €/mc 2
€ 12,000 Totale costi € 1,123,943
7.Capitale di anticipazione (10%) € 56,197
Descrizione voci UM Valori Totale
REDDITO al lordo delle imposte € 1,116,057 Tasse sui profitti (33%) € 368,299
8.REDDITO NETTO € 747,758 Redditività del capitale investito % 17.0
COSTI %
Quota ammortamento 12.3Manutenzione 16.4Costo d'uso del terreno 0.4Acquisto silomais 37.7
Personale 16.4Consumi energetici 6.0Trasporti 6.0Capitale di anticipazione 4.7
Bilancio economico per un impianto: potenza 1Mw, 8000 ore annue
ElaborazioneDip. Economia e Politica Agraria - Facoltà Agraria
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Quota ammortamento12%
Manutenzione16%
Costo d'uso del terreno0%
Acquisto silomais39%
Personale16%
Consumi energetici6%
Trasporti6%
Capitale di anticipazione5%
ElaborazioneDip. Economia e Politica Agraria - Facoltà Agraria
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Descrizione Valori NOTE
Fabbisogno di insilato dell'impianto biogas-t (1) 7,500
Produzione unitaria di insilato- t/ha (2) 55
Superficie necessaria ad alimentare l'impianto-ha (3)=(1)/(2) 136
Bufale adulte con relativa rimonta allevabili su un ettaro-n./ha (4) 3.50 15.400 UFL (55t*280ufl/t): 3,5 bufale con relativa rimonta
Bufale totali allevabili sulla superficie considerata-n. (5)=(3)*(4) 477
Capi totali allevabili sulla superficie considerata-n. (6)=(5)*2 955 le bufale rappresentano la met dei capi totali allevati
Produzione per bufale annua di latte- q (7) 20
Produzione totale di latte-q (8)=(7)*(5) 9,545
Prezzo ponderato latte-Ū/q (9) 118
Valore produzione latte-Ū (10)=(9)*(8) 1,126,364 dato che non include la produzione in carne
Produzione in mozzarella-q (11)=(9)*0,25 2,386 resa del 25%
Prezzo mozzarella-Ū/q (12) 1,100
Valore produzione mozzarella-Ū (13)=(12)*(11) 2,625,000
Ricaduta occupazionale allevamento-n. (14)=2*6 12 955 capi in 2 allevamenti ciascuno con 6 ULU
Ricaduta occupazionale trasformazione-n. (15)=2*6 12 6 addetti per caseificio
Ricaduta occupazionale complessiva-n. (16)=(14)+(15) 24
Alternativa in valore e in ricaduta occupazionale
ElaborazioneDip. Economia e Politica Agraria - Facoltà Agraria
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Linee strategiche di indirizzo delle agroenergie come strumento aperto di pianificazione
Conclusioni
Necessità di acquisire conoscenze attraverso studi di settore
Necessità di monitorare:
Utilizzo delle aree agroenergetiche Utilizzo dei Fondi comunitari per le
agroenergie Effetti sul mercato
Fattori critici per lo sviluppo delle filiere (normativa; competitori;…)
Trasferimento delle innovazioni provenienti dal settore della ricerca e della sperimentazione
E’ finita l’era dei presidenti petrolieri, dei presidenti che fanno i soldi con il petrolio, e
poi li buttano con alcuni giocatori …, e inizia l’era del presidente solare, il Moratti
del solare, del fotovoltaico, il presidente della Spal che ha investito nel futuro, 63
mila pannelli solari…
Caterpillar, Radio 2