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Alma Mater Studiorum Università di Bologna La violenza contro le donne Attività Formativa Seminari (6 cfu) Responsabile scientifico professoressa Valeria Babini Corso di Laurea trieannale in Filosofia Scuola di Lettere e Beni Culturali, a.a. 2013/2014 1

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Alma Mater Studiorum Università di Bologna

La violenza contro le donne

Attività Formativa Seminari (6 cfu)

Responsabile scientifico professoressa Valeria Babini

Corso di Laurea trieannale in Filosofia

Scuola di Lettere e Beni Culturali, a.a. 2013/2014

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SANDRO BELLASSAI

Curriculum vitae

Sandro Bellassai insegna Storia sociale e culturale presso l’Università di Bologna, sede di Forlì. Ha condotto ricerche sulla storia di genere e delle culture politiche in età contemporanea. Svolge attività di formazione sui temi delle identità di genere e della violenza maschile contro le donne; è stato membro del Comitato pari opportunità dell'Università di Bologna; è tra i fondatori dell’associazione nazionale Maschile plurale.

Ha curato, con Maria Malatesta, Genere e mascolinità. Uno sguardo storico (Bulzoni, 2000). È autore, fra l’altro, di: La morale comunista. Pubblico e privato nella rappresentazione del Pci (1947-1956), (Carocci, 2000, Premio Sissco 2001); La mascolinità contemporanea (Carocci, 2004); La legge del desiderio. Il progetto Merlin e l’Italia degli anni Cinquanta (Carocci, 2006); L'invenzione della virilità. Politica e immaginario maschile nell'italia contemporanea (Carocci, 2011).

Consigli bibliografici

- S. Bellassai, Virilità, in M. G. Turri (a cura di), Manifesto per un nuovo femminismo, Milano: Mimesis, 2013 (sarà reso disponibile on-line).- S. Magaraggia, D. Cherubini (a cura di), Uomini contro le donne? Le radici della violenza maschile, Milano: Utet, 2013.

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REMO BODEI

Curriculum vitae

Remo Bodei è professore di filosofia alla University of California, Los Angeles, dopo aver insegnato a lungo alla Scuola Normale Superiore e all’Università di Pisa. Ha studiato e insegnato in diverse università europee (Tubinga, Friburgo, Heidelberg, Bochum, Berlino, Ginevra, King’s College di Cambridge, École Normale Supérieure di Parigi, Bruxelles, Girona, Madrid) e americane (New York University, Ottawa, Toronto, UNAM di Città del Messico), dedicando le sue ricerche all’idealismo classico tedesco, all’età romantica, all’estetica e al pensiero utopico.

Da oltre due decenni si occupa di teoria delle passioni, di modelli della coscienza e di problemi legati all’identità individuale e collettiva.

Tra le sue opere più recenti, tradotte in molte lingue: Scomposizioni. Forme dell’individuo moderno (Torino, Einaudi, 1987); Hölderlin. La filosofía y lo trágico (Madrid, Visor, 1990); Geometria delle passioni (Milano, Feltrinelli, 20057), Ordo amoris. Conflitti terreni e felicità celeste (Bologna, il Mulino, 20053); Le forme del bello (Bologna, Il Mulino, 1995); La filosofia nel Novecento (Roma, Donzelli, 1997, 2005), Il noi diviso. Ethos e idee dell'Italia repubblicana (Torino, Einaudi, 1998); Le logiche del delirio. ragione, affetti, follia (Bari-Roma, Laterza, 2000); Destini personali. L’età della colonizzazione delle coscienze, Milano, Feltrinelli, 20083; Una scintilla di fuoco. Invito alla filosofia (Bologna, Zanichelli, 2005), Piramidi di tempo. Storie e teoria del déjà vu (Bologna, Il Mulino, 2006); Paesaggi sublimi. Gli uomini davanti alla natura selvaggia (Milano, Bompiani, 2008); La vita delle cose (Roma-Bari, Laterza, 2009), Ira. La passione furente (Bologna, Il Mulino, 2011).

Consigli bibliografici

- E. Illouz, Perché l’amore fa soffrire (2011), trad. it. di G. Mancini, Bologna: Il Mulino, 2013.

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LUIGI FOFFANI

Curriculum vitae

Luigi Foffani è Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, nonché professore ordinario di Diritto penale all’Università di Modena e Reggio Emilia, dove attualmente insegna Diritto penale commerciale e Diritto penale comparato, europeo e internazionale.

Laureatosi nell’Università di Bologna (1984), ha conseguito il dottorato di ricerca nell’Università di Firenze (1988-1992) ed è stato ricercatore presso l’Università di Catania (1993-2000) e professore associato nella stessa Università di Modena (2000-2005). Avvocato iscritto all’albo speciale del Foro di Bologna, è autore di oltre un centinaio di lavori scientifici, con una particolare specializzazione nel campo del diritto penale dell’economia e dell’impresa, con pubblicazioni in Italia, in Germania, in Spagna, in Francia e in America Latina. Fra queste si segnalano, in particolare, la monografia su Infedeltà patrimoniale e conflitto d’interessi nella gestione d’impresa. Profili penalistici, Milano, Giuffrè, 1997, la trattazione dei Reati societari e bancari, in PEDRAZZI/ALESSANDRI/FOFFANI/SEMINARA/ SPAGNOLO, Manuale di diritto penale dell’impresa, 2ª ed., Bologna, Monduzzi, 2000, e la cura di diversi atti di convegni (La corruzione fra privati: esperienze comparatistiche e prospettive di riforma, a cura di L. Foffani e R. Acquaroli, Milano, Giuffrè, 2003; Critica e giustificazione del diritto penale nel cambio di secolo. L’analisi critica della Scuola di Francoforte, a cura di L. Stortoni e L. Foffani, Milano, Giuffrè, 2004; Il diritto penale nella prospettiva europea. Quali politiche criminali per quale Europa?, a cura di S. Canestrari e L. Foffani, Milano, Giuffrè, 2005; Diritto penale europeo, comparato e internazionale: prospettive per il XXI secolo. Omaggio a Hans-Heinrich Jescheck per il 92° compleanno, atti del seminario di Modena del 25 settembre 2002, a cura di L. Foffani, Milano, Giuffrè, 2006).

Ha partecipato come relatore a numerosi congressi nazionali ed internazionali, in Italia e all’estero. Ha svolto ripetutamente attività di ricerca all’estero, presso il Max-Planck-Institut für ausländisches und internationales Strafrecht e l’Institut für Kriminologie und Wirtschaftsstrafrecht di Freiburg i.Br. (Germania) e presso l’Università di Barcellona (Spagna). E’ stato professore visitante con attività didattica presso l’Università di Castilla-La Mancha (Spagna), l’Università di Montpellier (Francia) e l’Università Jagiellonsky di Cracovia (Polonia). Ha svolto attività didattica in diversi master nazionali e internazionali, fra i quali il “Corso di studi avanzati di diritto transnazionale” dell’Università di Trento, il “Curso de postgrado en Derecho penal” dell’Università di Castilla-La Mancha (Spagna), il “Curso de postgrado en Derecho penal” dell’Università di Salamanca (Spagna), il “Master en Derecho penal” dell’Università di Mar del Plata (Argentina), il “Master en Derecho y mercado” dell’Università Pablo de Olavide di Siviglia (Spagna), il “Master en Derecho penal de menores” dell’Università di Malaga (Spagna) e il “Master en Derecho penal económico” dell’Università di Cordoba (Argentina). E’ coordinatore di diversi progetti di ricerca, fra i quali un PRIN sul tema «L’europeizzazione del diritto penale alla luce della nuova Costituzioneeuropea» (coord. unità locale) e un progetto di ricerca sul tema «La sicurezza del prodotto agroalimentare tra tutela del produttore e tutela del consumatore nella prospettiva europea (precauzione, prevenzione e repressione)», finanziato dalla Fondazione CRMO. Ha partecipato a numerosi progetti di ricerca internazionali, fra i quali un gruppo di lavoro per l’armonizzazione del diritto penale dell’economia in Europa (coord. da. K. Tiedemann), un gruppo di studio sulla criminalità organizzata (coord. da W. Gropp) ed un gruppo di studio sui conflitti di giurisdizione transnazionali (coord. Da A. Sinn). E’ membro di un gruppo di lavoro internazionale sulla

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politica criminale europea (European Criminal Policy Initiative). Dal 1999 è corrispondente per l’Italia e membro del comitato scientifico della Revista penal, per la quale cura la parte italiana della rubrica Sistemas penales comparados. Fa parte della redazione bolognese della rivista Giurisprudenza commerciale. Dal 2003 è segretario generale aggiunto della Société internationale de défense sociale. Dal 2010 è membro del comitato di direzione della rivista internazionale European Criminal Law Review. Dal 2012 è membro di un gruppo di esperti sulla politica criminale europea (Expert Group on EU Criminal Policy), nominato dalla Commissione europea (Decisione della Commissione 21 febbraio 2012, 2012/C 53/05).

Consigli bibliografici

- Orientamenti dell'UE sulle violenze contro le donne e la lotta contro tutte le forme di discriminazione nei loro confronti (sarà reso disponibile on-line).- Proposta di risoluzione presentata a seguito dell'interrogazione con richiesta di risposta orale B7-0111/2013 a norma dell'articolo 115, paragrafo 5, del regolamento sulla 57a sessione della commissione sullo status delle donne (CSW) delle Nazioni Unite: prevenzione ed eliminazione di ogni forma di violenza contro le donne e le ragazze (2012/2922(RSP)), Mikael Gustafsson a nome della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (sarà reso disponibile on-line).- Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, Istanbul, 11 maggio 2011 (sarà reso disponibile on-line).

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ADRIANO PROSPERI

Curriculum vitae

Storico italiano (nato a Cerreto Guidi, Firenze, 1939). Ha insegnato Storia moderna nelle università della Calabria, di Bologna e di Pisa; nel 2002 è stato chiamato a coprire la cattedra di Storia dell'età della Riforma e della Controriforma presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Avviato alla ricerca da D. Cantimori e H. Jedin, si è occupato delle istituzioni ecclesiastiche e delle idee religiose nel periodo che va dal tardo Medioevo sino alla prima età moderna, soffermandosi in particolare sul ruolo dei missionari e sulla storia dell'Inquisizione in Italia; a questi temi ha dedicato i suoi volumi più significativi: Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari (1996); L'eresia del Libro grande (2000); L'Inquisizione Romana. Letture e ricerche (2003). Ha inoltre studiato la pratica dell'infanticidio ricostruendo la storia del dibattito morale, teologico e scientifico intorno all'attimo iniziale della vita (Dare l'anima. Storia di un infanticidio, 2005). Nel 2008 ha scritto Giustizia bendata. Percorsi storici di un'immagine, un'indagine sull'iconografia della giustizia, con cui ha vinto il premio Viareggio, mentre tra le sue pubblicazioni successive vanno citate la raccolta di articoli Cause perse. Un diario civile (2008), il saggio sulle radici sociali del razzismo Il seme dell'intolleranza (2011) e la riflessione sulla pena di morte Delitto e perdono (2013). Per otto anni ha coordinato l'opera monumentale, in quattro volumi, Dizionario storico dell'Inquisizione, uscita nel 2010. Socio nazionale dei Lincei (2001).

http://www.treccani.it/enciclopedia/adriano-prosperi/

Consigli bibliografici

- O. Niccoli, Storie d'ogni giorno in una città del Seicento, Roma-Bari: Laterza, 2000.- C. Pancino, Il bambino e l'acqua sporca. Storia dell'assistenza al parto dalle mammane alle ostetriche (secoli XVI-XIX), Milano: Franco Angeli, 1984.- C. W. Bynum, Sacro convivio sacro digiuno. Il significato religioso del cibo per le donne del Medioevo, Milano: Feltrinelli, 2001 (meno attinente al caso, ma molto innovativo per la storia delle donne).

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DANIELA MINERVA

Curriculum vitae

Nata a Bologna nel 1958, è attualmente responsabile delle pagine di Scienze, medicina e sanità de “L’Espresso”. Blogger con “Il vaso di Pandora”.

Membro del consiglio direttivo dei Master in Comunicazione della scienza di: Università di Roma La Sapienza; Sissa di Trieste; Seconda Università di Napoli.

Si è laureata in Filosofia nel 1982 presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bologna, e diplomata nel 1984 con un master in Science Communication rilasciato dalla University of California at Santa Cruz conseguito grazie a una borsa di studio della Fullbright Foundation e a un grant degli University of California Regents.

Prima di approdare a “L'Espresso” nel 1991, è stata vicedirettore della rivista “Sapere”, e ha svolto attività giornalistica per molte testate, tra le quali: “Noi Donne”, “Rinascita”, “Paese Sera”, “L'Unità”, “La Repubblica”, “Rai Radio3”.

Ha pubblicato diversi libri: Il potere degli ingegni (con Carlo Bernardini), Sansoni, Firenze 1992; La ricerca di Eva. Viaggio all’origine dell’uomo moderno (con Fabrizio Ardito), Giunti, Firenze 1995; La leggenda del santo guaritore. Il caso Di Bella, Editori Riuniti, Roma 1998; No Aids - Globalizzare la salute (con Stefano Vella), Avverbi, Roma 2001; Di cosa parliamo quando parliamo di medicina (con Giancarlo Sturloni), Codice, Torino 2007; “La fiera delle sanità” , Rizzoli, Milano 2009; “Il fuoco dentro”, Springer, Milano 2011.

Nell'ottobre scorso ha pubblicato “Il bagnino e i samurai. La ricerca biomedica in Italia: un'occasione mancata” (con Silvio Monfardini), Codice, Torino 2013. È socio fondatore dell'associazione “Donna e Scienza”, dal 2003.

Consigli bibliografici

- M. Cavina, Nozze di Sangue. Storia della violenza coniugale, Roma-Bari: Laterza, 2011.- D. Humphries, Women, violence and the media, Northeastern University Press, 2009.- M. Meyers, News Coverage of Violence against women: Engendering Blame, Sage Publications, 1996.- J. C. Oates, Rape: A love story, Atlantic Books, 2006.

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LEA MELANDRI

Curriculum vitae

Nata a Fusignano nel 1941, è una figura tra le più significative e autorevoli del femminismo italiano, autrice di testi teorici fondamentali come L'infamia originaria, Lea Melandri aggiunge al suo complesso profilo intellettuale una grande simpatia, una bellissima voce da mondina (di cui conosce l'intero repertorio), una testa di capelli rossi e ribelli che insieme agli occhi di un azzurro profondo fanno di lei una donna molto bella. Lea (Maddalena) nasce a Fusignano, paese della campagna romagnola, in una famiglia di mezzadri, allargata, come usava allora, a zii, nonni e cugini che condividevano, in povertà, poche stanze di una cascina senza servizi igienici e senza riscaldamento. Figlia unica, Lea mostra molto presto una spiccata personalità e una notevole intelligenza che le consentono un percorso scolastico piuttosto eccezionale per la sua provenienza. Grazie ai sacrifici dei genitori, frequenta infatti il Liceo Classico di Lugo pedalando ogni giorno per gli otto chilometri del tragitto tra casa e scuola, un'esperienza che porterà per sempre nella memoria. Conseguita la maturità col massimo dei voti, vince nientemeno che il concorso per la Scuola Normale di Pisa, università di eccellenza che ha formato buona parte della classe dirigente e del ceto intellettuale italiano del dopoguerra. Ma, superato il biennio, decide che la Normale non fa per lei. Torna al paese e inizia a insegnare come supplente nello stesso Liceo dal quale era appena uscita, sostituendo il suo ex professore di filosofia, Ernesto Maggioni, un pensatore di particolare finezza intellettuale e morale, destinato a lasciare un segno profondo e duraturo nella sua formazione. Si laurea poi in Lettere e Filosofia all'Università di Bologna con una tesi di storia moderna, ma la sua vera passione è la letteratura, in particolare la poetica del Pascoli. Una passione, quella letteraria, cui darà ampio spazio anni dopo con una fondamentale rilettura della figura e dell’opera di Sibilla Aleramo contenuta nel libro Come nasce il sogno d’amore. Inizia nel 1966 la sua carriera di insegnate di ruolo al Liceo Scientifico, e tutto sembra avviarsi verso una tranquilla routine, quando con un colpo di scena degno della protagonista di un romanzo, fugge improvvisamente a Milano lasciando tutto alle spalle: la famiglia, il lavoro, il paese ma soprattutto un matrimonio forzato che verrà annullato solo molti anni dopo. A dispetto delle conseguenze dolorose che agiteranno per anni i rapporti con la sua famiglia d'origine, questa scelta di libertà risulta davvero determinante per gli sviluppi futuri della sua vita. Di lì a poco scoppia il '68 e dalla scuola media di Melegnano dove insegna, Lea scopre quasi per caso le assemblee del movimento non autoritario degli insegnanti, cui darà subito un’adesione appassionata. Nello stesso milieu politico e culturale avviene poi l'incontro con Elvio Fachinelli, psicoanalista e leader della pratica non autoritaria nella scuola, determinante per la sua vita e il suo impegno politico. Insieme fondano la rivista «L’erba voglio» (1971-1977), una pubblicazione che avrà grande impatto sul mondo della scuola italiana. Negli stessi anni Lea comincia a far parte dei gruppi femministi milanesi, cercando di mantenere una relazione tra l’una e l’altra esperienza. Della partecipazione al movimento non autoritario nella scuola e al movimento delle donne sono testimonianza gli scritti che escono sulla rivista e che verranno poi in gran parte raccolti nel suo primo libro, L’infamia originaria (tradotto in francese e spagnolo) un vero manifesto del femminismo italiano. Gli anni Settanta e il grande cambiamento personale e collettivo che hanno determinato nella sua vita e in quella di tante altre resta tuttavia un tema ricorrente nel suo lavoro teorico e pratico. Altra esperienza cruciale l'insegnamento ai corsi 150 ore voluti dal sindacato per favorire la formazione dei lavoratori e delle lavoratrici, ma anche di chi non aveva potuto conseguire la licenza media. Nel quartiere milanese Affori Bovisasca si trova a insegnare al primo gruppo di donne, prevalentemente casalinghe, che avevano

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deciso di tornare a scuola soprattutto per il desiderio di uscire dallo spazio ristretto delle loro case. Questo felice incontro permette a Lea di ritrovare figure familiari, storie di donne simili a quelle della sua infanzia al paese e di ripensare le teorie del femminismo sulla base dei loro vissuti concreti. Tutto ciò avrà un seguito molto importante per la storia del movimento delle donne di Milano, costituendo il primo esempio di una “scuola delle donne” che presto sarà imitato da altre in molte differenti esperienze: corsi monografici, bienni sperimentali, cooperative, fino alla nascita nel 1987 dell’Associazione per una Libera Università delle donne di Milano. Nel 1975, a seguito di un incontro con femministe all’Università di Cagliari, scopre Carloforte, dove si terrà nell’estate dello stesso anno la prima vacanza femminista in Italia, e dove Lea tornerà da allora ogni anno; così, come premio alla sua fedeltà, nel 2009, le viene conferita la cittadinanza onoraria. Nel 1986, Lea lascia definitivamente l'insegnamento per dedicarsi interamente al suo impegno nel movimento delle donne e ai suoi studi. Scelta che le permetterà un impegno non comune nelle associazioni del femminismo e la possibilità di destinare più tempo alla scrittura, ma che le costerà uno stato permanente di precarietà economica. Molte sono in questi anni le attività di Lea Melandri nel femminismo: dai gruppi di autocoscienza ai gruppi di pratica dell’inconscio, al gruppo “sessualità e scrittura”, per arrivare alla creazione e direzione della rivista «Lapis. Percorsi della riflessione femminile» (1987-1997). La sua attività è davvero ricca e sfaccettata: tiene infatti una rubrica di “Posta del cuore” sul settimanale «Ragazza In», un’esperienza su cui tornerà più volte in occasione di scritti e conferenze relative alla “scrittura di esperienza”, vista come un seguito della “pratica dell’autocoscienza” del femminismo. Così come un’altra rubrica, sempre dedicata alle scritture di esperienza delle donne, Le periferie della memoria questa volta sul mensile «Noi donne». Una volta rimarginate le ferite di antiche incomprensioni, i vecchi genitori, una coppia di imbattibili ballerini di liscio, continueranno pur da lontano a sostenere le sue scelte, affettivamente e materialmente; questa vicinanza contribuirà a mantenere saldo e profondo il legame con la sua terra d'origine. Nel 1999 muore il padre e comincia per Lea un doloroso andirivieni tra Milano e la Romagna dove vive la madre, ormai bisognosa di cure e assistenza. Delle ansie e della fatica del lavoro di cura che segnano gli ultimi anni di vita della madre, vissuti in solitudine e con scarsi mezzi economici per l’assistenza necessaria, scriverà nel libro La perdita pubblicato nel 2006. Impossibile contare le collaborazioni occasionali a quotidiani e riviste da «Carnet» a «Liberazione», a «Gli Altri» così come le conferenze e i seminari a cui partecipa in varie città d’Italia. Oggi è presidente della Libera Università delle Donne di Milano.

http://enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=952

Consigli bibliografici

- L. Melandri, Il sogno d’amore. La violenza invisibile (in corso di pubblicazione, il saggio sarà reso disponibile on-line).

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FABRIZIO BATTISTELLI

Curriculum vitae

Fabrizio Battistelli è professore ordinario di Sociologia presso il Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche – DiSSE della Sapienza Università di Roma, dove ha insegnato anche Sociologia dell’organizzazione e Organizzazione internazionale. Già presidente del Corso di laurea in Governo, organizzazione e risorse umane, coordinatore del Dottorato in Sistemi sociali, organizzazione e analisi delle politiche pubbliche e direttore del Dipartimento Innovazione e Società – DieS, attualmente è direttore del Dipartimento di Scienze Sociali.

Ha svolto attività di insegnamento in numerose università italiane ed estere e ha compiuto ricerche sugli aspetti sociologici delle istituzioni pubbliche con particolare riferimento alle funzioni della sicurezza interna ed esterna. È membro dell’Associazione italiana di sociologia, della Società italiana di scienza politica, dell’Inter-University Seminar on Armed Forces and Society (Usa).

È autore di oltre 120 pubblicazioni, tra le quali 17 volumi e oltre 50 articoli su riviste italiane e internazionali.

Consigli bibliografici

- F. Battistelli, Italia 1944: licenza di stupro. I francesi nel Lazio meridionale, «Il Ponte», n. 6, 2004, pp. 85-112. (sarà reso disponibile online)- J. Bourke, Le seduzioni della guerra. Miti e storie di soldati in battaglia, trad. it. di M. C. Coldagelli e D. Ballarini Roma: Carocci, 2003.- A. Bravo, Donne e uomini nelle guerre mondiali, Roma-Bari: Laterza, 2008.- A. Bravo, A. M. Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne (1940-1945), Roma-Bari: Laterza, 1995.- S. Brownmiller, Contro la nostra volontà. Uomini, donne e violenza sessuale, trad. it. di A. D’Anna, Milano: Bompiani, 1976.- J. B. Elshtain, Donne e guerra, trad. it. di L. P. Capano, Bologna: Il Mulino, 1991.- A. Garapon, Crimini che non si possono nè punire nè perdonare. L'emergere di una giustizia internazionale, trad. it. di S. Allegrezza, Bologna: Il Mulino, 2005.- R. Lilly, Stupri di guerra. Le violenze commesse dai soldati americani in Gran Bretagna, Francia e Germania 1942-1945, Milano: Mursia, 2003.- G. Magherini, Codice della donna e codice militare: un punto di vista psicoanalitico, in F. Battistelli (a cura), Donne e Forze Armate, Franco Angeli: Milano, 1997, pp. 157-162.- G. Rochat, Il mondo militare e le donne. Uno sguardo retrospettivo, in F. Battistelli (a cura), Donne e Forze Armate, Franco Angeli: Milano, 1997, pp. 41-46.- M. Van Creveld, Le donne e la guerra. Ieri, oggi, domani, trad. it. di R. M. Varrocchi, Gorizia: Libreria editrice goriziana, 2007.

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DACIA MARAINI

Curriculum vitae

«Nella mia famiglia tutti scrivevano, avevo una nonna scrittrice, un padre che scriveva libri di viaggio, un altro nonno che scriveva libri di filosofia. Insomma, era un po’ un mestiere di famiglia. A casa mia mancava di tutto ma non i libri».

Prima di tutto lettrice insaziabile – oggi ha una biblioteca di quasi diecimila libri –, Dacia Maraini è uno dei nomi della letteratura italiana più tradotti nel mondo. Romanziera, poetessa, drammaturga, critica, assidua collaboratrice di riviste e giornali, tra cui il «Corriere della Sera» sul quale scrive una rubrica con cadenza quindicinale, è nota al grande pubblico anche per il suo notevole impegno civile e sociale. Comincia la sua carriera letteraria a diciassette anni, nel tentativo di far fronte a un sentimento di inadeguatezza. «Nel mio caso si è espressa, da piccola, in una difficoltà nel parlare, in una timidezza morbosa che mi ha fatto molto soffrire. Ma forse è stata proprio l’inadeguatezza a spingermi verso la scrittura. Mi trovavo infatti meglio a scrivere che non a parlare». Per il lavoro di scrittura Dacia Maraini si definisce una certosina. Tutte le mattine si alza alle otto e mezza e si mette al tavolo di lavoro fino alle due, poi riprende nel pomeriggio. Si sofferma con disciplina sui testi, scrive e riscrive tante volte, al computer. Non termina mai un romanzo prima dei tre anni. Il momento ispirativo è un mistero anche per lei, mentre nella stesura della trama si dice guidata dagli stessi personaggi. La prosa, ruvida ed essenziale agli esordi, diviene a mano a mano più morbida, sensuale, odorosa. La sua è una scrittura fortemente “realistica”, di analisi e denuncia delle piaghe dell’umanità, prima tra tutte quella della violenza sulle donne, uniche protagoniste dei suoi romanzi; ma anche dell’infanzia violata, della mafia, degli abusi edilizi, del maltrattamento sugli animali e altro ancora.

Dacia Maraini nasce a Fiesole nel 1936. Il padre, Fosco, è un etnologo con l’amore per la cultura orientale, mentre la madre, Topazia Alliata di Salaparuta, erede di una nobile famiglia siciliana, è pittrice e appassionata d’arte. Nel ’38, a seguito di una borsa di studio vinta dal padre per una ricerca sugli Hainu, la famiglia si trasferisce nel nord del Giappone. Avendo rifiutato l’adesione alla Repubblica di Salò, nel ’43 i coniugi Maraini vengono internati insieme alle tre figlie nel campo di concentramento a Nagoya. Trascorrono due anni di orrori, sui quali la memoria della scrittrice continua ancora «a puntare i piedi». Il rapporto con la fame resta uno dei più difficili da affrontare. «Il cibo era diventato un’ossessione, un incubo, il nostro mito quotidiano. Chi conosce i miei libri sa infatti che parlo spesso di cibo, mi soffermo sui dolci o sui primi piatti, con molta attenzione e sensualità».

Nel ‘46 i Maraini rientrano in Italia, recandosi prima a Firenze e poi stabilendosi in Sicilia presso i nonni materni, nella Villa Valguarnera di Bagheria. Le difficoltà di adattamento al nuovo ambiente portano la giovane Dacia a rifugiarsi nei libri: mentre le sue coetanee vanno a ballare o in gita, lei si immerge nella lettura fino a dimenticarsi di tutto. Qualche anno dopo i genitori si separano e il padre va a vivere a Roma, dove lei lo raggiunge compiuti i diciotto anni. Per vivere si arrangia facendo diversi lavori, dalla segretaria all’archivista. Più tardi si sposa con il pittore milanese Lucio Pozzi e nel ‘62 pubblica il suo primo romanzo, La Vacanza. A questi anni risale l’incontro con Alberto Moravia, che si è appena separato dalla moglie, Elsa Morante. Uomo sempre «in fuga per inquietudine intellettuale e psicologica» – simile in questo all’amatissimo padre Fosco – lo scrittore romano sarà suo compagno di vita fino al ’78. I due faranno numerosi viaggi in Africa, India, Cina e altri paesi, molti dei quali insieme a Pier Paolo Pasolini. Al pari della scrittura, il viaggio è considerato da Dacia Maraini come parte naturale del suo destino: il viaggio fisico, alla scoperta di nuove terre e culture (già a un anno viene fatta

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salire su una nave per Kobe), ma soprattutto quello attraverso i libri, per lei il più affascinante. Nonostante il successo di pubblico, molta critica è diffidente nei confronti della sue prime opere, considerate scandalose per alcuni temi che precorrono quelli del movimento femminista degli anni Settanta. Nel ’63, con l’assegnazione del prestigioso Premio Formentor a L’età del malessere, la polemica infuria sui giornali e Dacia Maraini viene pubblicamente accusata di essere una protetta di Moravia. Ci vorranno anni di duro impegno e decine di migliaia di copie vendute prima di riscattarsi da tali accuse, anche se la sua opera rimane ancora oggi inadeguatamente studiata.

Negli anni ’70, facendosi incalzante l’impegno femminista, è co-fondatrice del teatro gestito da sole donne La Maddalena (1973), che verrà dopo la Compagnia del Porcospino (1967) e della Compagnia Blu a Centocelle (1970). La notorietà internazionale arriva con Maria Stuarda (1980), dramma tradotto e messo in scena in 22 paesi, mentre il primo grande successo di pubblico e di critica l’abbraccia con il romanzo La lunga vita di Marianna Ucrìa (1990, vincitore del premio Campiello. Buio, del 1999, vincerà invece lo Strega). Con Bagheria (1993), romanzo attraverso cui la scrittrice insegue il fantasma di un padre tanto amato ripercorrendo le tappe della sua infanzia in Sicilia, si apre il genere autobiografico, finora inesplorato e riproposto poi con La nave per Kobe (2001) e Il gioco dell’universo. Dialoghi immaginari fra un padre e una figlia (2007). Il recupero di memorie sommerse si fa negli anni sempre più urgente. Contro la cultura del consumismo, Dacia Maraini dirà di sentirsi in dovere di coltivare la memoria come una «giardiniera paziente». In questa direzione vanno i racconti di La ragazza di via Maqueda (2009) e gli articoli de La seduzione dell’altrove (2010), opere che ai ricordi personali uniscono acute analisi sulla società. Molte sue opere sono trasposte cinematograficamente e lei stessa, del resto, collabora a sceneggiature televisive e cinematografiche (tra le altre, risalta la sceneggiatura de Il fiore delle mille e una notte, 1973-1974, scritta insieme a Pasolini).

Riceve quattro lauree Honoris Causa, di cui una dell’Università Americana Middlebury College del Vermont. L’ultima nel novembre 2010 in Scienze della Formazione presso l’università degli Studi di Foggia. Svolge moltissime attività culturali. Tra l’altro presiede la giuria del Premio Elsa Morante, oltre a essere giurata del Premio Strega e del Premio Benedetto Croce.

Scrittrice sempre in prima linea, è continuamente in giro per il l’Italia e per il mondo onorando i molti inviti che riceve. Appena può si ritira nella sua casa in Abruzzo, luogo della maturità e della solitudine scelto per dedicarsi al suo lavoro di scrittura.

http://enciclopediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=576

Consigli bibliografici- D. Maraini, La lunga vita di Marianna Ucria, Milano: Rizzoli, 1992.- D. Maraini, L’amore rubato, Milano: Rizzoli, 2012.- D. Maraini, Mio marito, Milano: Rizzoli, 1999.- D. Maraini, Voci, Milano: Rizzoli, 2002.

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MILLI VIRGILIO

Curriculum vitae

E' nata e risiede a Bologna. Il 20.3.1970 si è laureata con lode in diritto penale con il prof. Franco Bricola, e ha poi svolto attività didattica e di ricerca scientifica in diritto penale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’UNIBO. Dal 13.7.1984 al 2012 è stata ricercatrice confermata di diritto penale dell'Università di Bologna; Docente presso la facoltà di giurisprudenza di Bologna dall'a.a. 1996/97 al 2004 di diritto penale comparato e nell’a.a. 2010/11 di diritto penale informatico.

Avvocata libero-professionista, esercita dal 1970; si è particolarmente dedicata alla difesa delle donne colpite da violenza e discriminazione, in generale, alla tutela dei diritti civili e politici di donne e uomini e al patrocinio di vittime di atti terroristici. Questa attività è stata esercitata in campo penale, civile e amministrativo e a tutti i livelli di giurisdizione da quella locale fino alla Corte di Giustizia della Comunità Europea, alla Corte di cassazione e alla Corte Costituzionale. Per la sua rilevanza sociale e politica questa attività è stata condotta in stretto collegamento con enti e associazioni esponenziali di interessi collettivi.

Dal 1996 al 2000 è stata componente del Comitato di coordinamento delle azioni di governo contro la tratta di donne e minori a fini di sfruttamento sessuale (Min. Finocchiaro, Balbo e Bellillo) e consulente dell’Ufficio legislativo del Dipartimento pari opportunità ( sui temi della violenza maschile sulle donne e della predisposizione dell’Osservatorio di cui alla Direttiva 1997 Prodi-Finocchiaro).

Svolge una intensa attività di formazione professionale - in campo regionale, nazionale e internazionale - rivolta agli operatori che si dedicano a contrastare la violenza maschile contro le donne.

Ha partecipato a vari programmi dell’Unione Europea: Stop (direzione scientifica del programma Stop- Commissione Europea della Regione Emilia Romagna “Osservatorio sull'applicazione dell'art. 18 del D.Lgs. n. 286 del 25.7.1998 nel contesto delle norme di contrasto della criminalità contro i migranti”); Daphne (Ass. THEMIS, Spagna); “PROTEGER - European Protection Conference for Matters of Violence against Women and Children”; Daphne II MUVI Developing Intervention Strategies to work with men that use violence against women in their intimate relations (promosso dal Comune di Bologna).

E’ componente del gruppo di lavoro avente compiti di supporto scientifico alla Task force interministeriale sulla violenza contro le donne, istituito nell’ottobre 2013. E’ stata responsabile scientifica del progetto Daphne III Lexop - Gli operatori della legge tutti insieme per le donne vittime di violenza del partner nelle relazioni di intimità, di cui è capofila UNIBO ( attività di formazione e redazione di un Vademecum per operatori della legge). Ha partecipato (quale Assessora proponente del Comune di Bologna) al progetto nazionale “INSIEME contro la violenza di genere”, finanziato dal Dipartimento per le pari opportunità.

Come studiosa ha scritto in tema di libertà femminile, violenza alle donne (domestica e sessuale), prostituzione, traffico di esseri umani, crimini internazionali. Oltre alla attività di ricerca scientifica tradizionale, ha svolto una attività costante di intervento nel dibattito in atto nel paese con corsivi su quotidiani e riviste, interventi e relazioni scritte e orali a convegni ed incontri, nazionali e internazionali.

Tra le sue pubblicazioni più recenti: Le persone che esercitano la prostituzione, in “I nuovi danni alla persona. I soggetti deboli”, Volume I, a cura di Paolo Cendon, Stefano Rossi, novembre 2013, Aracne, Roma; Il trattamento penale degli uomini violenti contro le donne. Profili giuridici (unitamente a Bruno Guazzaloca), in “Il lato oscuro degli uomini. La violenza maschile contro le donne: modelli culturali di

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intervento” a cura di Alessandra Bozzoli, Maria Merelli, Maria Grazia Ruggerini, ottobre 2013, Ediesse, Roma. La violenza maschile contro le donne. Una lettura giuridica aggiornata, in “Speak Out! Migranti e Mentor di comunità contro la violenza di genere” a cura di Franca Bimbi e Alberta Basaglia, aprile 2013, Cleup, Padova; Nei dintorni della legge contro la violenza sessuale: un bilancio oltre la giurisprudenza, in “La violenza sessuale a cinque anni dalla entrata in vigore della legge n. 66/96. Profili giuridici e criminologici”, edited by Alberto Cadoppi, Padova, CEDAM, 2001, p. 175-186; Recenti strumenti di contrasto della violenza sulle donne: nei dintorni del diritto penale, in “Generi della violenza. Tipologie di violenza contro donne e minori e politiche di contrasto”, - Progetto Urban, a cura di Del Giudice, Bambara, Adami, Milano, FrancoAngeli editore, 2001. La violenza alle donne: risposte delle istituzioni dopo la legge contro la violenza sessuale, a cura di Patrizia Romito, Angeli Editore, 2000; Violenza sessuale e norma. Legislazioni penali a confronto, Nuove Ricerche, Ancona, 1997.

Consigli bibliografici

- M. Virgilio,Violenza maschile sulle donne e strumentario giuridico, in “Genesis”, IX/2, 2010.

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GIUDITTA CREAZZO

Curriculum vitae

Vivo e lavoro a Bologna. Sono una ricercatrice indipendente, una libera professionista, dal 1990 socia della Casa delle donne per non subire violenza. Da qui mi sono avvicinata per la prima volta al tema della violenza maschile contro le donne e ho condiviso con le fondatrici – Rosa Alberti, Elsa Antonioni, Loretta Alberani, Mirella Morotti, Maria Grazia Negrini, Nadia Ortensi, Anna Pramstrahler – l’entusiasmo e le fatiche di un’impresa nuova, pensata con uno sguardo rivolto all’Europa femminista. E’ stato un incontro importante, come quello con il Centro Documentazione delle donne, con Maria Grazia Negrini e Raffaella Lamberti.

Sono nata nel 1961 in una famiglia operaia di prima generazione di un piccolo paese dell’entroterra veneto, in cui avvenimenti politici e culturali giungevano di riflesso, come eco lontana di eventi che accadevano altrove; dove i tesori di una biblioteca e di un cinema parrocchiale sono stati, a lungo, l’unica risorsa per adolescenti inquiete e avventurose. Ho una formazione giuridico-criminologica. Mi sono laureata a Bologna, in diritto penitenziario, con una tesi sull’influenza del positivismo criminologico italiano in Argentina, pubblicata a Buenos Aires, dove ho soggiornato nella seconda metà degli anni ’80. Lì ho conosciuto e collaborato con Raul Zaffaroni, penalista, criminologo e magistrato e ho sperimentato e riconosciuto il piacere e il desiderio del fare ricerca.

Agli inizi degli anni ’90 ho partecipato al percorso che ha introdotto a Bologna e in Emilia-Romagna il tema della sicurezza urbana e della prevenzione della criminalità, declinati in alternativa alle politiche securitarie di legge e ordine, invitata da Massimo Pavarini con cui mi sono formata. Sono stata nella redazione della rivista Sicurezza e Territorio, che ho diretto nell’ultimo anno, e marginalmente nel Comitato scientifico e nelle attività di Città sicure, nato a metà degli anni ’90. Dalla seconda metà degli anni ’90 ho lavorato prevalentemente sulla violenza maschile contro le donne. Su questo tema ho pubblicato alcuni libri e articoli scientifici; ho elaborato, presentato e coordinato diversi progetti di ricerca e di intervento a livello locale, regionale ed europeo; ho fatto formazione e consulenza. In occasione di un progetto Daphne, MUVI – Sviluppare strategie di intervento per uomini che usano violenza contro le donne nelle relazioni di intimità, è iniziata la collaborazione, lo scambio e l’amicizia con Letizia Bianchi, ad oggi per me un riferimento importante. Ho conosciuto Patrizia Romito, con cui ho spesso discusso e collaborato, in occasione di un convegno tenutosi a Bologna nel 1996; Carmine Ventimiglia con la prima indagine diretta a raccogliere i dati dei Centri antiviolenza della regione Emilia-Romagna.

Dal 1997 coordino il Gruppo di lavoro del Coordinamento regionale delle Case delle donne e dei centri antiviolenza, che si occupa della raccolta dati. Da questa attività di ricerca sono nati due volumi pubblicati con la Franco Angeli: “Mi prendo e mi porto via” (2003) e “Scegliere la libertà, affrontare la violenza” (2008). Attraverso la progettazione europea mi sono occupata del che fare con i partner maltrattanti e della domanda di giustizia e di protezione delle donne che subiscono violenza in una relazione intima. I risultati sono stati pubblicati dalla Carocci “Uomini che maltrattano le donne che fare?” (2009) e dal Mulino “Se le donne chiedono giustizia” (2013).Come donna riconosco il debito storico con il movimento politico delle donne, ovvero con i gruppi e con le singole che hanno dato rappresentazione, nella storia, alla differenza sessuale, nel doppio movimento della critica all’esistente (decostruzione del femminile socialmente costruito e spesso interiorizzato) e della sua invenzione nel qui e ora di ciò che si è e di ciò che si vuole essere. Molte sono

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le donne di ieri e di oggi cui mi sento legata da un sentimento di gratitudine profonda. Con alcune ho avuto la fortuna di avviare percorsi duraturi di scambio e di amicizia; con altre ho vissuto momenti o eventi importanti; con altre ancora il dialogo avviene attraverso pubblicazioni e scritti.Con le donne dei Centri antiviolenza condivido la necessità di attraversare con il pensiero e con la parola la violenza maschile che ci circonda e ci attraversa in tanti modi e misure diverse e il desiderio di politica, ovvero la ricerca di un orizzonte di lavoro e di pensiero capace di collocare il qui e ora del quotidiano nella storia e nel mondo, a partire da un corpo di donna, da un’esperienza e da una parola che da esso prende forma.

Come ricercatrice ho sviluppato nel corso degli anni una modalità di lavoro che attinge dall’esperienza personale e collettiva e tende ad attraversare saperi e discipline diverse nella fedeltà ad un tema, quello della violenza maschile contro le donne e ad un rigore interiore oltre che metodologico. Il tentativo è di produrre un sapere che “non tradisca” l’esperienza e capace al contempo di trascenderla.

L’approccio che ho privilegiato parte da un’assunzione di parzialità che non significa relativismo né indifferenziazione: non tutte le asserzioni sono vere, non tutte le argomentazioni sono fondate. Produrre conoscenza (e fare politica) richiede esercizio critico e giudizio rigoroso prima di tutto verso se stessi. E’ la parzialità a cui invita Donna Haraway quando parla di «saperi situati». Una parzialità che impone il riconoscimento di pluralità, opacità, contraddizione e cambiamento non solo nella realtà che ci circonda, ma innanzitutto in noi stessi, nel soggetto che conosce e che produce conoscenza. Sandra Harding ha parlato, a questo riguardo, di «un’obiettività forte» che si costruisce su una riflessività forte, «forte» perché si approccia criticamente anche al soggetto della conoscenza. Una prospettiva epistemologica presente anche nella tradizione dei Subaltern Studies, oggi più che mai attuale e capace di offrire un argine alla tentazione costante di ridurre e/o ricondurre l’altro/l’altra, vuoi nelle politiche, vuoi nella ricerca, a posizioni e a categorie predefinite, che tendono all’omologazione. Questo accade non solo nei confronti dei “cattivi” o delle “cattive” di turno, ma anche e forse soprattutto verso chi si vuole aiutare e sostenere, oggi un po’ più di ieri, nella società italiana di questa seconda decade di secondo millennio, donne che subiscono violenza.

Consigli bibliografici

- AAVV, Testimonianze, in «Genesis», n.2, 2010, pp. 139- 169.- E. Baeri, Cerniere di cittadinanza. Il protagonismo femminile degli anni Settanta, in Una democrazia incompiuta. Donne e politica in Italia dall’Ottocento ai nostri giorni, a cura di Nadia Maria Filippini e Anna Scattigno, Milano: Franco Angeli 2007.- G. Creazzo, Affrontare la violenza alle radici. 15 anni di storia della casa delle donne contro la violenza di Modena, Bologna: Editografica, 2010.- G. Creazzo, La costruzione sociale della violenza contro le donne, in «Studi sulla questione criminale», III, n. 2, 2008, pp. 15-42.- G. Creazzo, Mi prendo e mi porto via. Le donne che hanno chiesto aiuto ai Centri antiviolenza in Emilia-Romagna, Milano: FrancoAngeli, 2003.- G. Creazzo (a cura di), Scegliere la libertà: affrontare la violenza. Indagini ed esperienze dei Centri antiviolenza in Emilia Romagna, Milano: FrancoAngeli, 2008.- C. Cretella (a cura di), Un posto per ricominciare. Un ventennio con la Casa delle donne, Bologna: Edizioni la Linea, 2011.- M.C. Donato e L. Ferrante (a cura di), I centri antiviolenza, in «Genesis», n.2, 2010, pp. 135-138.

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- Gruppo di lavoro e ricerca sulla violenza alle donne, SOS Donna. Documentazione sulle case delle donne maltrattate in Europa, Bologna: Comune di Bologna, 1988.

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MARCO BALBONI

Curriculum vitae

1989 Laurea in Giurisprudenza conseguita presso l'Università di Bologna con 110/110 e lode. 1990 Ammissione al 2° anno della Scuola di Specializzazione in Istituzioni e Tecniche di tutela dei diritti dell'uomo conseguita con 50/50 e lode presso l'Università degli Studi di Padova. 1994 Conseguimento del titolo di Dottore di Ricerca in Diritto delle Comunità europee presso l'Università degli Studi di Bologna.

1995 Conseguimento del Diplome de Droit international et de Droit comparé des Droits de l'homme presso l'Institut International des Droits de l'homme, Strasburgo.

1997 A partire dal 1 novembre 1995, per la durata di un biennio, titolare di borsa di studio per lo svolgimento di attività di ricerca Post-Dottorato nell'area disciplinare "Scienze Giuridiche,Politologiche, Economiche" presso l'Università degli Studi di Bologna. 2002 (marzo) Nomina come ricercatore nella Facoltà di Scienze Politiche – Sede di Forlì nel settore scientifico disciplinare JUS 13 – Diritto internazionale a partire dal 1 marzo 2002 con D.R. 22 febbraio 2002, n. 370, in seguito al superamento di un libero concorso bandito dalla stessa Facoltà, che si è tenuto nel settembre 2001. 2005 (marzo) Conferma come ricercatore nella Facoltà di Scienze Politiche – Sede di Forlì nel settore scientifico disciplinare JUS 13 – Diritto internazionale a partire dal 1 marzo 2005 con disposizione dirigenziale n. 1562 – 2005.

2006 (aprile) Conseguimento dell'idoneità di professore di seconda fascia per il settore scientifico disciplinare JUS/14 – Diritto dell'Unione europea in seguito a superamento di una procedura di valutazione comparativa bandita dall'Università degli Studi di Ferrara con D.R. 10 maggio 2005, n. 705, i cui atti sono stati approvati dalla stessa Università con D.R. 9 maggio 2006, n. 732.

2007 (ottobre) Nomina come Professore associato nella Facoltà di Scienze Politiche – Sede di Forlì nel settore scientifico disciplinare JUS /14 – Diritto dell'Unione europea a partire dal 1 ottobre 2007.

Consigli bibliografici

- Assemblea generale ONU, Indepth Study on All Form of Violence Against Women, 6 luglio 2006, A/6/122/Add. 1.- M. Balboni, La protezione internazionale in ragione del genere, dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere. Aspetti di diritto internazionale e dell'Unione europea, Torino, 2012.- M. Balboni, Gli strumenti di protezione internazionale e comunitaria dei diritti delle donne, Bologna, 2004, inhttp://cedaw30.files.wordpress.com/2010/05/balboni_-gli-strumenti-di-protezione-internazionale-e-comunitaria-dei-diritti-delle-donne.pdf .- Comitato Cedaw, General Recommendation n. 19: Violence against Women, 1992.- Consiglio d'Europa, Legislation in the Member States of the Council of Europe in the Field of Violence Against Women, vol. I e II, Strasbourg, 2009, in www.coe.int.- P. Degani, Diritti umani e violenza contro le donne: recenti sviluppi in materia di tutela internazionale, Padova, 2000.- C. Danisi, Diritto alla vita, crimini d'onore e violenza domestica: il caso Opuz c. Turchia, in «Famiglia e

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diritto», n. 4, 2010.- C. Maffei, La condizione della donna tra protezione e divieto di discriminazione, in La tutela internazionale dei diritti umani, L. Pineschi (a cura di), Milano, 2006, pp. 173 ss.- E. Rude-Antoine, Forced Marriages in Council of Europe Member States, A Comparative Study of Legislation and Political Initiatives, Strasbourg, 2005, in www.coe.int .- G. Venturini, Diritto internazionale umanitario e diritti umani: una prospettiva di genere, in A. Di Stefano, R. Sapienza (a cura di), La tutela dei diritti umani e il diritto internazionale, XVI Convegno Sidi, Napoli, 2012, p. 93 ss. - Zupi, S. Hassan, La convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, Cispi (a cura di), dicembre 2013, in

http://www.parlamento.it/application/xmanager/projects/parlamento/file/repository/affariinternazionali/osservatorio/approfondimenti/85_CeSPI_Convenzione_Istanbul.pdf

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MARIANNA BOLKO

Curriculum vitae

Marianna Bolko, psicoanalista, è specialista nelle malattie nervose e mentali e in neuropsichatria infantile. Laureata in Medicina e chirurgia a Bologna, ha lavorato presso l’ospedale psichiatrico di Sondrio e successivamente come assistente presso la clinica psichiatrica universitaria (Burghoelzli) di Zurigo, diretta da Manfred Bleuler. In seguito è stata assistente nella clinica psichiatrica "Schloessli" di Oetwil am See diretta da Edgar Heim occupandosi in particolare degli emigrati.

Ha ricevuto una formazione psicoanalitica presso il Seminario psicoanalitico di Zurigo, ove ha svolto anche attività didattica. Attualmente lavora come psicoanalista e psicoterapeuta per adolescenti e adulti a Bologna, dove conduce da vent’anni un gruppo di studio sull’adolescenza. Co-direttrice della rivista "Psicoterapia e Scienze umane" è impegnata in attività di formazione nell’ambito della psicoterapia psicoanalitica e della psicoanalisi. Ha partecipato a un gruppo di ricerca sulla violenza nei confronti delle donne durante la guerra dei Balcani e attualmente fa parte di un gruppo di studio interuniversitario sul male, la violenza e il razzismo, costituitosi su iniziativa di docenti di Bologna e di Padova.

Consigli bibliografici

- J. Alexander, L’affetto dell’orrore in «Orrore, pathos, trauma», n.22 della serie L’osservazione psicoanalitica, Milano: Bollati Boringhieri 1995.- M. Bolko, La diagnosi di normalità, in «Psicoterapia e scienze umane», n.4, 2004.- M. Bolko, L’estraneo sul confine. «Psicoterapia e scienze umane», n.2, 2012.- E. Jakobson, La paranoia e il bisogno di tradire in «Bugiardi e traditori», n.13 della serie L’osservazione psicoanalitica, Milano: Bollati Boringhieri, 1994.- C. Volpato, Psicosociologia del maschilismo, Roma-Bari: Laterza, 2013.- Capacità di amare, N. 8 della serie L’osservazione psicoanalitica, Milano: Bollati Boringhieri, 1992.

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CECILIA ROBUSTELLI

Curriculum vitae

Cecilia Robustelli (Dott lett Univ. Pisa, MA e PhD Univ. Reading) è Associata di Linguistica Italiana all'Università di Modena e Reggio Emilia. Ha svolto attività scientifica e didattica in Inghilterra (Univ. di Reading, Londra Royal Holloway e Cambridge) e Stati Uniti come Fullbright Visiting Scholar presso la Cornell University. È autrice di saggi sulla sintassi storica dell’italano, sulla storia della grammatica, sul linguaggio di genere e sul multilinguismo. Fa parte del Comitato di 27 esperti/e della Rete di Eccellenza dell'Italiano Istituzionale (REI, www.reterei.org) presso il Dipartimento di Italiano della Commissione Europea e del Comitato Direttivo della European Federation of National Institutions for Language (EFNIL, www.efnil.org). Collabora con l'Accademia della Crusca sui temi del genere e della politica linguistica italiana in Europa. Ha diretto il progetto Lingua e Genere organizzato da Accademia della Crusca e Comune di Firenze (2012) ed è autrice delle Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo. Svolge da molti anni una intensa attività di formazione sul rapporto lingua-genere attraverso la collaborazione con Università, Comitati PO e altre istituzioni e presiede la Commissione PO del Dipartimento di Studi linguistici e culturali dell’Università di Modena.

Curriculum completo e lista pubblicazioni al sito:http://unimore.academia.edu/CeciliaRobustelli

Consigli bibliografici

- ‘Lingua e identità di genere’, Studi Ital. di Ling. Teorica e Applicata, XXIX, 2000, 507-527.- ‘L’italiano per parlare delle Italiane. Riflessioni su linguaggio e genere’, Atti del Convegno Significar per Verba, Edizioni dell’Accademia, Gradisca d’Isonzo, 2004, pp. 51-66.- ‘Tipologie testuali e scelte di genere nell’italiano contemporaneo’, in Identità e diversità nella lingua e nella letteratura italiana, Atti del XVIII Congresso Internazionale dell'A.I.S.L.L.I. (Louvain-la Neuve 16-19.7.2003), Cesati, Firenze, 2007, pp.133-146.- 'Il genere femminile nell'italiano di oggi', Direzione Generale della Traduzione della Commissione Europea, Bruxelles, 2007: http://ec.europa.eu/dgs/translation/rei/documenti/rete/genere_femminile.pdf- Buongiorno dottoressa! Vademecum per la sensibilizzazione all'uso di una lingua non sessista (co-autrice Gabriella Kustatscher), Komitees für Chancengleichheit in den Sanitätsbetrieben, Bozen, Meran, Brixen, Bruneck, 2008.- ‘L’uso del genere femminile nell’italiano contemporaneo: teoria, prassi e proposte’, Atti della X Giornata REI (Roma, 29.11.2010) ‘Politicamente o linguisticamente corretto?’ Maschile e femminile: usi correnti della denominazione di cariche e professioni, a cura di Michele Cortelazzo Commissione Europea -DG Traduzione, Bruxelles, 2011: http://ec.europa.eu/dgs/translation/rei/documenti/10rei_robustelli.pdf - ‘Lingua, genere e politica linguistica nell’Italia dopo l’Unità’, in Storia della lingua e storia dell’Italia unita. L’italiano e lo stato nazionale, Atti del IX Convegno dell’Associazione per la Storia della lingua italiana (Firenze, 2-4 dicembre 2010), Firenze, Cesati, 2011, pp. 587-600.- ‘L’educazione linguistica al femminile’, in Una di lingua. La lingua italiana negli anni dell’unità

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d’Italia, catalogo della Mostra (Firenze, Biblioteca delle Oblate, 11 ottobre-30 novembre 2011), a cura di Società Dante Alighieri, Accademia della Crusca, Associazione per la storia della lingua italiana. Direzione scientifica di Luca Serianni e Nicoletta Maraschio, 2011.- ‘Donne che scrivono tra Otto e Novecento: dalle carte private ai saggi scientifici’, ‘Antologia’, ‘Parole al femminile’, in Italia linguistica: gli ultimi 150 anni. Nuovi soggetti, nuove voci, un nuovo immaginario, a cura di Elisabetta Benucci e Raffaella Setti. Presentazione di Nicoletta Maraschio, Firenze, Accademia della Crusca - Le Lettere, 2011, pp. 3-19, pp. 34-57, pp. 58-65.- ‘Pari trattamento linguistico di uomo e donna, coerenza terminologica e linguaggio giuridico’, in La buona scrittura delle leggi, a cura di Roberto Zaccaria, Atti del convegno (Roma, 15.9.2011), Roma, Camera dei deputati, 2012, pp. 181-198.- ‘Uso della lingua e valorizzazione delle differenze di genere nella gestione delle risorse umane’, in La rivoluzione organizzativa. Le differenze di genere nella gestione delle risorse umane, a cura di Rita Biancheri, Collana Studi di genere e pari opportunità, Pisa, Plus – Pisa University Press, 2012, pp.115-123. - ‘Il sessismo nella lingua italiana oggi’, Enciclopedia Treccani online, 2012: http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/speciali/femminile/Robustelli.html- Linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo, Firenze: Comune di Firenze e Accademia della Crusca, 2012. http://www.accademiadellacrusca.it/it/tema-del-mese/infermiera-s-ingegnera

Articoli, interviste, filmati online

http://www.toscanaoggi.it/notizia_3.php?IDNotizia=4586&IDCategoria=205

http://www.leggendaria.it/index.php?option=com_content&task=view&id=14&Itemid=28

http://www.noidonne.org/articolo.php?ID=01578

http://www.arpat.toscana.it/arpatnews/2009/200-09-linguaggio-al-femminile

http://archivio.lastampa.it/LaStampaArchivio/main/History/tmpl_viewObj.jsp?objid=12011749

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/03/14/dalle-riviste-alle-canzoni-le-parole-delle.html?ref=search

http://lettura.corriere.it/infermiera-si-perche-ministra-no/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/22/lingua-italiana-e-sessismo-se-parole-rafforzano-ancora-stereotipi/453702/ http://www.streamago.tv/general/24619/robustelli-crusca.html

Il salvalingua, 30.11.2012, https://soundcloud.com/salvalingua/121130-cecilia-robustelli

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