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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE (D.M. 1152/ric del 27/12/2011) La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili Coordinatore nazionale: Prof. Leonardo Cascini – Università di Salerno Rapporto scientifico Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente Unità di Ricerca dell’Università degli Studi di Salerno Gaetano Pecoraro, Michele Calvello (Marzo 2016)

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

Coordinatore nazionale: Prof. Leonardo Cascini – Università di Salerno

Rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia

a scala regionale: analisi della normativa vigente

Unità di Ricerca dell’Università degli Studi di Salerno

Gaetano Pecoraro, Michele Calvello

(Marzo 2016)

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Indice

Introduzione ............................................................................................................................................... p. 2

DPCM del 27 febbraio 2004 ...................................................................................................................... p. 3

Fonti consultate ............................................................................................................................... p. 3

Indirizzi generali ............................................................................................................................. p. 3

Zone di allerta, soglie e livelli di criticità ....................................................................................... p. 5

Sistema dei centri funzionali .......................................................................................................... p. 6

Strumenti di comunicazione ........................................................................................................... p. 8

I sistemi di allerta operanti a scala regionale ......................................................................................... p. 10

Emanazione e aggiornamento delle normative regionali ............................................................ p. 11

Rete di monitoraggio ..................................................................................................................... p. 12

Precursori di allerta ....................................................................................................................... p. 13

Strategie di comunicazione ........................................................................................................... p. 15

ALLEGATI: SCHEDE MONOGRAFICHE

Provincia autonoma di Bolzano

Provincia autonoma di Trento

Regione Abruzzo

Regione Basilicata

Regione Calabria

Regione Campania

Regione Emilia-Romagna

Regione Friuli-Venezia Giulia

Regione Lazio

Regione Liguria

Regione Lombardia

Regione Marche

Regione Molise

Regione Piemonte

Regione Puglia

Regione Sardegna

Regione Sicilia

Regione Toscana

Regione Umbria

Regione Valle d’Aosta

Regione Veneto

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Introduzione

In Italia le attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza in tempo reale dei fenomeni

meteorologici con conseguente valutazione degli effetti previsti su persone e cose in un determinato

territorio è effettuata dalla rete dei Centri Funzionali. Tale rete è costituita dal Centro Funzionale

centrale, presso il Dipartimento della Protezione Civile, e da 21 Centri Funzionali decentrati

presso le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano.

Il principale riferimento normativo per la gestione dell’allertamento per il rischio da frana sul

territorio nazionale è la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio

2004 “Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento

nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”. Sulla

base di tale direttiva, ogni Regione e Provincia autonoma ha successivamente definito, attraverso

opportuna normativa di livello regionale, le caratteristiche e le modalità di funzionamento dei vari

sistemi di allertamento gestiti dai centri funzionali decentrati.

Questo rapporto illustra le caratteristiche della normativa vigente, sia di livello nazionale che di livello

regionale, attraverso un confronto ed un’analisi dei principali aspetti considerati nella definizione delle

modalità operative di gestione dell’allertamento per il rischio da frana nell’ambito dei diversi sistemi di

allertamento regionali.

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DPCM del 27 febbraio 2004

Fonti consultate

Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio 2004

“Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale,

statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile”.

http://www.protezionecivile.gov.it/

Indirizzi generali

Il DPCM del 27/02/2004 fornisce gli “indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale

del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini

di protezione civile”.

La normativa, di carattere nazionale, persegue i seguenti scopi:

individuare le autorità a cui compete la decisione e la responsabilità di allertare il sistema

della protezione civile ai diversi livelli, statale e regionale, e nelle diverse fasi dell'eventuale

manifestarsi, nonché del manifestarsi, di calamità, catastrofi e altri eventi che possano

determinare o che determinino situazioni di rischio;

definire i soggetti istituzionali e gli organi territoriali coinvolti nelle attività di previsione e

prevenzione del rischio e di gestione dell'emergenza, nonché i loro legami funzionali ed

organizzativi al fine di sostenere le autorità di protezione civile, sia in tale decisione ed

assunzione di responsabilità che nella organizzazione ed attuazione di adeguate azioni di

contrasto del rischio stesso;

stabilire gli strumenti e le modalità con cui le informazioni relative all'insorgenza ed

evoluzione del rischio idrogeologico ed idraulico, legate al manifestarsi di eventi meteo-

idrologici particolarmente intensi tali da generare nelle diverse aree del Paese situazioni di

dissesto per il territorio, nonché di pericolosità per la popolazione, devono essere raccolte,

analizzate e rese disponibili alle autorità, ai soggetti istituzionali ed agli organi territoriali

individuati e coinvolti nel sistema e nelle attività di protezione civile;

sancire i rapporti funzionali e le relazioni di leale collaborazione tra il sistema della

protezione civile, sia nazionale che regionale, e le altre autorità, i soggetti istituzionali e gli

organi territoriali, preposti, ancorché con altre finalità e strumenti, ma comunque

ordinariamente, alla valutazione e mitigazione del rischio in materia;

organizzare il sistema di allerta nazionale distribuito, ferme restando le prerogative in

materia di legislazione concorrente e nel rispetto delle competenze delle Regioni a statuto

ordinario e quelle autonome a statuto speciale.

Al governo del sistema di allerta nazionale distribuito concorrono:

la Presidenza del Consiglio, attraverso il Dipartimento della protezione civile;

le Presidenze delle Giunte regionali, attraverso diversi soggetti e strutture.

La gestione del sistema di allerta nazionale è assicurata dal Dipartimento della protezione civile e dalle

Regioni attraverso la rete dei Centri Funzionali, nonché le strutture regionali ed i Centri di

Competenza chiamati a concorrere funzionalmente ed operativamente a tale rete.

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Il sistema di allerta nazionale prevede:

1. una fase previsionale costituita dalla valutazione, sostenuta da una adeguata modellistica

numerica, della situazione meteorologica, nivologica, idrologica, idraulica e geomorfologica

attesa, nonché degli effetti che tale situazione può determinare sull'integrità della vita, dei

beni, degli insediamenti e dell'ambiente;

2. una fase di monitoraggio e sorveglianza, a sua volta articolata in: a) osservazione

qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale, dell'evento meteo-idrologico ed idrogeologico

in atto; b) previsione a breve dei relativi effetti attraverso il nowcasting meteorologico e/o

modelli afflussi-deflussi inizializzati da misure raccolte in tempo reale.

Le precedenti fasi attivano:

la fase di prevenzione del rischio, attraverso sia azioni, anche di contrasto dell'evento,

che interventi urgenti anche di natura tecnica;

le diverse fasi della gestione dell'emergenza, in attuazione dei Piani d'emergenza

regionali, provinciali e comunali.

Schema di gestione del Sistema di Protezione Civile (fonte: www.protezionecivile.gov.it)

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Zone di allerta, soglie e livelli di criticità

Ai fini delle attività di previsione e prevenzione, le Regioni, anche cooperando tra loro e d'intesa con il

Dipartimento della protezione civile, suddividono e/o aggregano i bacini idrografici di propria

competenza, o parti di essi, in ambiti territoriali significativamente omogenei per l'atteso manifestarsi

nel tempo reale della tipologia e della severità degli eventi meteo-idrologici intensi e dei relativi effetti.

Tali ambiti territoriali sono denominati Zone di allerta. Le zone di allerta sono quindi identificate e

delimitate tenendo in considerazione:

le possibili tipologie di rischio presenti;

il naturale evolversi nello spazio e nel tempo degli eventi e dei relativi effetti;

le relazioni ed i vincoli geologici, idrologici, idraulici, infrastrutturali, amministrativi e socio-

ambientali tra i diversi

ambiti territoriali e tra i diversi bacini;

le indicazioni e risultanze presenti nei piani stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico;

la più generale pianificazione nazionale, regionale e provinciale in materia.

In ogni zona e per ciascuna tipologia di rischio le Regioni devono identificare adeguate grandezze e

relativi valori, quali precursori ed indicatori del probabile manifestarsi di prefigurati scenari d'evento,

nonché dei conseguenti effetti sull'integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell'ambiente,

qualora non intervenga nessuna azione di contrasto e contenimento, ancorché temporanea e

provvisoria, dell'evento stesso.

Le Regioni, anche cooperando tra loro e d'intesa con il Dipartimento, stabiliscono un insieme di valori

degli indicatori che, singolarmente o concorrendo tra loro, definiscono, per ogni tipologia di rischio, un

sistema di soglie articolato almeno sui due livelli di moderata ed elevata criticità, oltre che un

livello base di situazione ordinaria, in cui le criticità possibili sono ritenute comunemente ed

usualmente accettabili dalle popolazioni. Poiché lo scenario d'evento previsto, monitorato e sorvegliato

nel tempo reale potrebbe manifestarsi in modo ben differente da quanto descritto dallo scenario

d'evento, i valori assunti nel sistema di soglie, nonché i relativi livelli di criticità, devono

precauzionalmente ed adeguatamente includere una quota di "non conoscenza", cioè di incertezza

nella valutazione dei prefigurati scenari di rischio, da associare alle stime fatte in ambito valutativo.

Sarà cura delle Regioni far sì che al raggiungimento e/o superamento di tali soglie, ancorché

semplicemente previsto, siano pianificati e fatti corrispondere i livelli di allerta del sistema della

protezione civile preposti:

prima del manifestarsi dell'evento temuto, alle fasi di attivazione dei sistemi di

contrasto preventivo degli eventi e dei conseguenti effetti, nonché di preparazione

all'emergenza;

durante e dopo il manifestarsi dell'evento, alla fase di governo e superamento

dell'emergenza.

La relazione tra i livelli di criticità e i livelli di allerta, le azioni di protezione civile da attivare

progressivamente nell'ambito di tali livelli di allerta al crescere della criticità, le funzioni di supporto

ed i soggetti responsabili di tali funzioni, devono essere dalle Regioni univocamente stabiliti,

funzionalmente rappresentati e comunicati al Dipartimento della protezione civile.

La valutazione dei livelli di criticità, attesi o in atto, in rapporto ai predefiniti scenari di evento

compete al Centro Funzionale.

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Sistema dei centri funzionali

In linea generale i compiti della rete dei Centri Funzionali sono quelli di far confluire, concentrare

ed integrare tra loro:

i dati qualitativi e quantitativi rilevati dalle reti meteo-idro-pluviometriche, dalla rete

radarmeteorologica nazionale, dalle diverse piattaforme satellitari disponibili per

l'osservazione della terra;

i dati territoriali idrologici, geologici, geomorfologici e quelli derivanti dai sistemi di

monitoraggio delle frane;

le modellazioni meteorologiche, idrologiche, idrogeologiche ed idrauliche.

Tali compiti sono finalizzati a fornire un servizio continuativo per tutti i giorni dell'anno e, se del caso,

su tutto l'arco delle 24 ore giornaliere che sia di supporto alle decisioni delle autorità competenti per le

allerte e per la gestione dell'emergenza, nonché assolva alle necessità operative dei sistemi di

protezione civile.

Il Centro Funzionale centrale presso il Dipartimento della protezione civile è organizzato come i

Centri Funzionali decentrati ed assolve, tra l'altro, ai compiti ed alle funzioni di:

indirizzo e coordinamento generale della rete dei Centri Funzionali; su esplicita richiesta

delle Regioni stesse e/o per giustificati motivi, il Centro Funzionale centrale presso il

Dipartimento potrà sostituire nei compiti e nelle funzioni uno o più Centri Funzionali

decentrati;

generale sorveglianza idropluviometrica e radarmeteorologica, anche di singoli

territori regionali, provinciali e comunali, affiancando i Centri Funzionali decentrati o se del

caso in loro sostituzione;

predisposizione per tutta la rete dei Centri Funzionali della mosaicatura delle

informazioni prodotte dagli impianti radar meteorologici esistenti sul territorio nazionale;

mantenimento di rapporti operativi con il Registro italiano dighe e con il Servizio

Meteorologico dell'Aeronautica Militare, oltre che con l'Agenzia per la protezione

dell'ambiente e per i servizi tecnici, nonché con gli organi internazionali competenti in

materia;

promozione di studi e ricerche, nonché dello sviluppo di prodotti per l'ottimale

funzionamento della rete dei Centri Funzionali e per far progredire complessivamente le

capacità di previsione e prevenzione del sistema della protezione civile nel tempo reale.

Ciascun Centro Funzionale decentrato è un sistema generalmente organizzato in tre grandi

aree, a cui possono concorrere per lo svolgimento delle diverse funzioni, unitariamente dirette e

coordinate a tal fine, altre strutture regionali e/o Centri di Competenza.

La prima area è dedicata alla raccolta, concentrazione, elaborazione, archiviazione e validazione dei

dati rilevati nel territorio di competenza che dovranno quindi essere trasmessi al Centro Funzionale

centrale presso il Dipartimento, nonché, qualora ciò sia previsto da intese o accordi tra

Amministrazioni diverse, alla raccolta di dati provenienti da altre reti di rilevamento e sorveglianza dei

parametri meteo -pluvio-idrometrici.

La seconda area è dedicata all'interpretazione nonché all'utilizzo integrato dei dati rilevati e delle

informazioni prodotte dai modelli previsionali relativi al dominio territoriale di competenza di ciascun

Centro Funzionale decentrato, nonché a fornire pieno supporto alle decisioni delle Autorità di

protezione civile competenti per gli allertamenti.

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La terza area è dedicata alla gestione del sistema di scambio informativo che garantisce il

funzionamento dei sistemi di comunicazione, cura l'interscambio dei dati, anche in forma grafica e

della messaggistica tra i Centri Funzionali anche ai fini dell'esercizio dei compiti nazionali ed è la sede

di connessione tra i Centri Funzionali ed i Centri di Competenza laddove esistenti.

Il servizio svolto dalla rete dei Centri Funzionali nel tempo reale assume in sé, sia la fase di previsione

che la fase di monitoraggio e sorveglianza.

I Centri di Competenza sono dei soggetti che forniscono servizi, informazioni, dati, elaborazioni e

contributi tecnico-scientifici in ambiti specifici. Essi possono coincidere con i Centri Funzionali stessi,

oppure essere rappresentati da soggetti, pubblici e privati, e sterni alla rete dei Centri Funzionali, ma

ad essa connessi, organizzativamente ed amministrativamente, attraverso la stipula di convenzioni.

Sono Centri di Competenza nazionale:

l'Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici;

il Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare per il tramite del proprio CNMCA

di Pratica di Mare.

Rete dei Centri Funzionali decentrati (fonte: www.protezionecivile.gov.it)

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Strumenti di comunicazione

La modellazione a scala sinottica degli eventi meteorologici rappresenta una condizione irrinunciabile

per la modellazione ad area limitata e le previsioni meteorologiche numeriche rappresentano il primo

passo verso la predisposizione della previsione deterministica degli effetti al suolo ed una prima

manifesta affermazione della loro possibile criticità. Per questi motivi è stato predisposto presso il

Dipartimento della protezione civile un Gruppo Tecnico, che predispone e comunica formalmente al

Capo Dipartimento della protezione civile entro le ore 12:00 di ogni giorno le previsioni

meteorologiche a scala sinottica ai fini della protezione civile per le successive 24, 48 e 72 ore.

Tali previsioni, rappresentate in forma numerica da modelli adeguatamente commentati almeno a

scala regionale o in forma descritti va e grafica, sono predisposte al fine di consentire al Dipartimento

di emettere, quotidianamente, un Bollettino di vigilanza meteo.

Le Regioni, sulla base delle previsioni meteorologiche a scala sinottica, hanno la facoltà di emettere

degli Avvisi meteo regionali, i quali avranno efficacia, a meno di specifici accordi tra le Regioni

limitrofe, solo sul territorio regionale in cui ha sede il Centro Funzionale decentrato e verranno

trasmessi dalle Regioni agli Uffici territoriali di Governo, alle Province ed ai Comuni interessati

secondo proprie procedure, nonché al Dipartimento della protezione civile.

Gli Avvisi meteo regionali dovranno quantomeno contenere indicazioni circa il periodo di validità, la

tipologia di evento atteso e/o in atto, il relativo tempo di avvento, durata ed evoluzione a scala

regionale, nonché una valutazione anche solo aggettivale delle grandezze meteo-idrologiche attese, con

riferimento alle zone d'allerta interessate ed indicate in forma singola e/o aggregata.

L'effetto di un Avviso meteo regionale, è quello di attivare presso il Centro Funzionale decentrato le

attività di presidio e sorveglianza, secondo le procedure adottate autonomamente dalla Regione stessa.

I Centri Funzionali interessati dall'Avviso meteo si attiveranno per estendere il servizio a tutto l'arco

delle 24 ore e, per le 48 ore successive o, comunque, sino a quando autonomamente o tramite

l’Autorità di protezione civile non siano stato valutate cessate le condizioni di rischio.

Nel caso di più Avvisi meteo regionali e/o di eventi stimati dal Dipartimento della protezione civile di

riconosciuta rilevanza a scala sovra regionale, il Dipartimento stesso provvederà ad emettere un

Avviso meteo nazionale, costituito dall'integrazione degli Avvisi meteo regionali pervenuti.

L'Avviso meteo nazionale oltre a prendere atto degli avvisi meteo regionali emessi, analogamente a

questi contiene indicazioni circa il suo periodo di validità e le Regioni interessate. Tali indicazioni

saranno, altresì, accompagnate da una breve sintesi della situazione meteorologica in atto e prevista

dal Gruppo Tecnico, da una descrizione sintetica del tipo di evento atteso, da una valutazione del suo

tempo di avvento e della durata della sua evoluzione spazio-temporale, nonché da una valutazione

anche solo aggettivale delle grandezze meteo-idrologiche attese.

Il Dipartimento della protezione civile renderà tempestivamente disponibile l'Avviso meteo nazionale

adottato dal Capo Dipartimento con notifica: alle Regioni; agli Uffici territoriali di Governo interessati

dalle probabili criticità; al Ministero dell'interno, al Ministero per le politiche agricole e forestali, al

Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.

Le Regioni interessate dall'Avviso nazionale, alle quali non sia stata preventivamente riconosciuta la

capacità di emettere Avvisi meteo regionali, oppure nelle quali il Centro funzionale decentrato non sia

operativo, provvederanno, nei modi ritenuti più opportuni ed adeguati, a trasmettere tale Avviso alle

Province ed ai Comuni, nonché a prendere contatto con gli Uffici territoriali di Governo interessati, ai

fini di indirizzare e predisporre le attività di coordinamento e le iniziative ritenute necessarie.

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L'effetto di un avviso meteo nazionale è quello di far conoscere e condividere con tutte le regioni una

prima speditiva valutazione previsionale del possibile manifestarsi di criticità almeno a scala regionale,

sia per valutare i livelli di criticità nelle zone di allertamento che per svolgere, se del caso, le attività di

monitoraggio e sorveglianza degli eventi e dei conseguenti effetti sul territorio regionale.

All'emissione di un Avviso meteo regionale, il Centro Funzionale:

valuta gli scenari di rischio probabili e, anche sulla base della classificazione del territorio

regionale in zone di allerta e delle relative soglie, si esprime sui livelli di criticità raggiungibili;

dichiara le proprie valutazioni in un Avviso di criticità regionale, in cui riporta per

ciascuna zona d'allerta il tipo di rischio, il livello di criticità, nonché, se possibile, le previsioni

relative ad alcuni indicatori di criticità e lo scenario d'evento atteso per le successive 24 ore;

assunto lo stato di attenzione, ancorché relativo ad uno scenario di criticità ordinaria,

trasmette l'Avviso di criticità regionale alla Presidenza della Giunta regionale o al soggetto da

questi delegato che, dopo averlo adottato, lo dirama agli Uffici territoriali di Governo ed ai

soggetti interessati, nonché ai Centri Funzionali decentrati delle Regioni dei bacini idrografici

interregionali con cui sono in vigore accordi per la gestione integrata dei bacini idrografici.

Quotidianamente il Dipartimento della protezione civile emetterà entro le ore 16:00 un Bollettino di

criticità nazionale, in cui raccoglierà in forma sintetica:

il bollettino di vigilanza meteorologica giornaliera nazionale, contenente una sintesi delle

previsioni a scala sinottica;

gli Avvisi meteo emessi sia a livello nazionale che regionale;

gli Avvisi di criticità emessi dalle Regioni pervenuti.

Il Dipartimento della protezione civile renderà tempestivamente disponibile il bollettino di criticità

nazionale:

alle Regioni;

al Ministero dell'interno, al Ministero per le politiche agricole e forestali, al Ministero delle

infrastrutture e dei trasporti, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.

Flussi informativi del Sistema di allertamento (fonte: www.protezionecivile.gov.it)

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I sistemi di allerta operanti a scala regionale

Per analizzare e confrontare i sistemi di allerta per il rischio idrogeologico operanti, a scala regionale,

sul territorio italiano sono state utilizzate, come fonti di dati contenenti le informazioni necessarie ad

analizzare gli aspetti peculiari di tali sistemi, le diverse normative regionali e/o provinciali emanate in

attuazione delle indicazioni contenute nel DPCM del 27/02/2004.

È possibile affermare che le normative consultate consentono di disporre di informazioni esaustive,

per tutti i 21 Sistemi di Allerta analizzati, relativamente ai seguenti aspetti: suddivisione del territorio

in Zone di Allerta Meteo, caratteristiche della rete di monitoraggio, strategie di comunicazione. Con

riferimento ai modelli meteorologici adottati per le previsioni, le informazioni disponibili nei

documenti normativi risultano piuttosto scarse e quindi esse sono state desunte, laddove possibile, da

altre fonti di informazione. Per quanto riguarda gli indicatori utilizzati e le relative soglie adottate per

l’emissione delle allerte, non è stato possibile trovare informazioni quantitative solo in 4 casi, ovvero

per i sistemi di allerta operanti nelle Provincia Autonome di Trento e di Bolzano e nelle Regioni Friuli-

Venezia Giulia e Valle d’Aosta.

Per confrontare le caratteristiche dei vari sistema di allerta (vedi: pagine seguenti in questa sezione,

Schede monografiche Allegate) sono stati analizzati, principalmente, i seguenti aspetti: promulgazione

e aggiornamento della normativa regionale; rete di monitoraggio; tipologia di evento; zone di allerta

meteo; modelli previsionali, precursori di allerta pluviometrica; presenza di eventuali precursori

aggiuntivi; strategie di comunicazione.

Disponibilità di informazioni su diversi aspetti dei 21 sistemi di allerta operanti a scale regionale.

0

3

6

9

12

15

18

21

Zone AllertaMeteo

Retemonitoraggio

Modellometeorologico

Precursori diallerta

Strategie dicomunicazione

No

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Emanazione e aggiornamento delle normative regionali

Un primo parametro di confronto è rappresentato dagli anni di promulgazione e di eventuale

aggiornamento delle 21 normative regionali.

L’analisi permette di mettere in evidenza che la maggior parte degli enti ha recepito il DPCM

27/02/2004 in tempi relativamente brevi ed in due casi, Regione Puglia e Provincia Autonoma di

Bolzano, era già stato predisposto un Centro Funzionale per il rischio idrogeologico prima

dell’emanazione della norma statale. Il discorso cambia se si prende invece in considerazione l’ultimo

aggiornamento, in quanto quasi la metà degli enti non ha aggiornato le procedure negli ultimi 5 anni.

2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

Campania Marche Calabria Lombardia Molise

Lazio Puglia

(2003) Sicilia

Toscana

(2006)

(2010)

Emilia-

Romagna Umbria

P.A. di

Bolzano

(2002)

Valle

d'Aosta

(2009)

Liguria

(2007)

Piemonte

Basilicata

P.A. di

Trento

Friuli-

Venezia

Giulia

Sardegna

Abruzzo

(2007)

Veneto

(2009)

Anno di emanazione delle normative regionali vigenti (in rosso anni di promulgazione)

16

5

Recepimento DPCM 27/02/2004

<5 anni

> 5 anni

12

9

Ultimo aggiornamento

<5 anni

> 5 anni

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Rete di monitoraggio

Componente essenziale di un Sistema di Allerta Meteo è la rete di monitoraggio, la cui consistenza

è fondamentale al fine di ottenere i dati necessari per le previsioni e le valutazioni del rischio

idrogeologico nel tempo.

Com’era ovvio attendersi, tutti i sistemi fanno affidamento su reti pluviometriche, le quali, nella

maggior parte dei casi, sono state recentemente ampliate o sono in fase di ampliamento. Accanto ad

esse, è sempre più frequente il ricorso a tecnologie radar o, come nel caso delle regioni Liguria e

Veneto, a dati satellitari che consentono di rendere più precise ed affidabili le previsioni

meteorologiche. Infine, va segnalato il ricorso, in alcuni casi, a un monitoraggio in tempo reale del

cinematismo di fenomeni franosi significativi (in particolare nelle regioni Emilia-Romagna e Valle

d’Aosta) e l’utilizzo di sensori di umidità del suolo nella regione Umbria nell’ambito del Progetto

LandWarn, il quale prevede di definire soglie di allerta che tengano conto anche delle condizioni del

suolo e non solamente del regime pluviometrico.

Ente territoriale Pluviometri Radar Dati satellitari Monitoraggio

geotecnico

P.A. di BOLZANO X X

P.A. di TRENTO X X

X

ABRUZZO X X

BASILICATA X

CALABRIA X

CAMPANIA X X

EMILIA-ROMAGNA X X

X

FRIULI-VENEZIA GIULIA X X

LAZIO X X

LIGURIA X X X

LOMBARDIA X

MARCHE X

MOLISE X

PIEMONTE X X

PUGLIA X

SARDEGNA X X

SICILIA X

TOSCANA X

UMBRIA X

X X

VALLE D'AOSTA X

X

VENETO X X X

Componenti delle reti di monitoraggio nei 21 sistemi di allerta operanti a scale regionale

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Precursori di allerta

Uno dei passi più importanti nell’impostazione di un Sistema di Allerta è quello della definizione dei

precursori di allerta. Nella quasi totalità dei casi, i precursori di allerta utilizzati sono valori

cumulati di precipitazione in un certo intervallo temporale, ovvero soglie pluviometriche al

superamento delle quali sono attesi effetti al suolo di diversa entità.

L’analisi dei valori delle soglie pluviometriche adottate a livello regionale per la definizione dei livelli di

allerta nei riguardi del rischio idrogeologico permette innanzitutto di evidenziare come vi sia una certa

eterogeneità nelle scelte effettuate dai vari Centri Funzionali decentrati. Ciò può essere giustificato

dalla specificità, nei territori di competenza dei Centri Funzionali, di una serie di fattori che

influenzano l’innesco di fenomeno franosi, tra cui: le caratteristiche del regime pluviometrico tipico, le

tipologie di frana, le caratteristiche idro-geo-morfologiche del territorio, le caratteristiche meccaniche

dei terreni coinvolti. Si può segnalare che le soglie adottate fanno riferimento, nella maggior parte dei

casi, all’intervallo 1 h – 24 h. Solo in alcuni casi sono state adottate delle strategie differenti: ad

esempio in Calabria si fa riferimento al concetto di “pioggia critica”, mentre in Valle d’Aosta vengono

considerate soglie multiparametriche, le quali portano in conto anche il contributo dello scioglimento

delle nevi, particolarmente significativo in quel contesto territoriale.

Ente territoriale

Precursori pluviometrici

Altro n.d. mm/

0,5 h

mm/

1 h

mm/

3 h

mm/

6 h

mm/

12 h

mm/

24 h

mm/

36 h

mm/

48 h

mm/

72 h

P.A. di BOLZANO

X

P.A. di TRENTO

X

ABRUZZO

X X X X X

X

BASILICATA

X X X X X

X

CALABRIA

X X X X X

CAMPANIA

X

X X

EMILIA-ROMAGNA

X

X X

FRIULI-VENEZIA GIULIA

X

LAZIO

X X X X X

X

LIGURIA

X

X

LOMBARDIA

X X

MARCHE

X

X

MOLISE

X

PIEMONTE

X X X

X

PUGLIA

X X X X X

SARDEGNA

X X X X X

X

SICILIA X X X X X X

X

TOSCANA

X X X X X

X

UMBRIA

X X X X X X X

X

VALLE D'AOSTA

X

VENETO

X X X X X

X

Precursori considerati dai 21 sistemi di allerta operanti a scale regionale

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

14

In alcuni dei sistemi di allerta, all’interno del modello di allertamento i precursori pluviometrici sono

integrati da ulteriori precursori che portano in conto, in maniera per lo più indiretta, altri fattori

predisponenti la franosità e/o ulteriori cause innescanti. In più della metà dei casi si tiene conto della

condizione di saturazione del suolo, tipicamente andando a considerare valori di pioggia cumulata

riferita a periodi relativamente lunghi; in 2 casi (regioni Emilia-Romagna e Valle d’Aosta) si tiene

conto anche dello scioglimento delle nevi, in quanto questa variabile che può avere effetti significativi

in particolari contesti geo-ambientali.

Variabili aggiuntive considerate da una parte dei sistemi di allerta operanti a scale regionale

12

7

2

Variabili aggiuntive

No

n.d.

0

2

4

6

8

10

12

Condizione del suolo Scioglimento nevi

Variabili considerate

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

15

Strategie di comunicazione

L’ultima parte della breve analisi comparativa condotta prende in considerazione le strategie di

comunicazione, ovvero le modalità con le quali i Centri Funzionali decentrati informano i soggetti

interessati e la popolazione dell’eventuale presenza di situazioni di rischio idrogeologico.

Analizzando le modalità di comunicazione adottate, appare evidente come sia ormai consolidata la

consuetudine di ricorrere a piattaforme web per rendere pubblici i vari bollettini e avvisi alla

popolazione. Per notificare i documenti a soggetti istituzionali le strategie sono diverse e

comprendono: fax, e-mail, PEC, SMS e verifiche telefoniche.

Ente

territoriale

P.A

di

BO

LZ

AN

O

P.A

. d

i T

RE

NT

O

AB

RU

ZZ

O

BA

SIL

ICA

TA

CA

LA

BR

IA

CA

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IA

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ILIA

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ZIO

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IA

LO

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MO

LIS

E

PIE

MO

NT

E

PU

GL

IA

SA

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EG

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SIC

ILIA

TO

SC

AN

A

UM

BR

IA

VA

LL

E D

'AO

ST

A

VE

NE

TO

Fax X X X X X X X X X X X X X X X

Sito web X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X

E-mail X X X X X X X X X X X X

SMS X X X X X X X X X X X X X

Altro X X X X X X X X X X X

Strategie di comunicazione adottate dai Centri Funzionali decentrati

0

3

6

9

12

15

18

21

Fax Sito web E-mail SMS Altro

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

P.A. di Bolzano Testo unico dell'ordinamento dei servizi antincendi e per la protezione civile

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Bolzano – p. 1

P.A. di Bolzano Testo unico dell'ordinamento dei servizi antincendi e per la protezione civile

Normativa

Legge Provinciale n° 15 del 18 dicembre 2002

Testo unico dell'ordinamento dei servizi antincendi e per la protezione civile.

Art. 7, comma 3 della Legge Provinciale n° 7 del 15 maggio 2013 (Aggiornamento)

Commissioni valanghe e modifiche di varie leggi provinciali.

Altre fonti consultate

http://www.provincia.bz.it/protezione-civile/allarme/centro-funzionale.asp

http://polaris.irpi.cnr.it/elenco-zone-allerta/

http://www.provincia.bz.it/meteo/stazioni-meteo-valle.asp

http://www.alto-adige.com/bassa-atesina/andriano/monte-macaion

http://www.centrometeo.com/modelli-numerici/radiosondaggi-wrf/810-

radiosondaggi-bolzano-wrf

http://www.provincia.bz.it/protezione-civile/allarme/1106.asp

http://www.provincia.bz.it/protezione-civile/allarme/centro-funzionale.asp

Dati generali

La Provincia Autonoma di Bolzano ha istituito nell’anno 2004 il Centro Funzionale Provinciale (CFP).

In virtù delle competenze riconosciute dallo Statuto Speciale per la Regione Trentino Alto Adige e

relative norme di attuazione, la Direttiva del PCM 27 febbraio 2004 istitutiva dei Centri funzionali in

Italia non ha trovato diretta applicazione in Trentino Alto Adige. Il Centro Funzionale della Provincia

di Bolzano ha invece aderito alla rete dei Centri Funzionali con la stipula di una convenzione tra la

Provincia Autonoma di Bolzano e la Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento della

Protezione Civile il 1° dicembre 2004.

Il Centro Funzionale Provinciale provvede al Sistema di Allerta Provinciale. Esso è diretto dalla

Ripartizione protezione Antincendi e Civile, che si avvale della collaborazione di Servizi appartenenti

anche ad altre Ripartizioni in materia di previsione meteorologica, rilevazione e acquisizione dati,

geologia, idrologia, idraulica, valanghe, pianificazione.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Bolzano – p. 2

Per gli aspetti relativi al sistema di allertamento, è garantito un servizio continuativo per tutti i giorni

dell’anno e, quando necessario, su tutto l’arco delle 24 ore giornaliere, avvalendosi del Centro

Situazioni Provinciale e di vari servizi di reperibilità. Nel corso del tempo il Centro Funzionale

Provinciale ha inoltre sviluppato un approccio multirischio delle proprie attività.

Si stabilisce che:

il Centro Funzionale Provinciale è istituito presso la ripartizione competente in materia di

protezione antincendi e civile;

il Centro Funzionale Provinciale svolge funzioni di supporto tecnico scientifico per i servizi

antincendi e per la protezione civile;

nel Centro Funzionale Provinciale confluiscono dati di rilievo per i rischi e sistemi di

monitoraggio a fini previsionali;

nel Centro Funzionale Provinciale vengono coordinate le analisi e le valutazioni degli scenari

di rischio e redatti allertamenti per la riduzione dei rischi.

L’attività del Centro Funzionale Provinciale è basata sulle seguenti fasi:

osservazione;

previsione;

allertamento.

Ciò viene fatto sia in cosiddetto “tempo di pace” ai fini dell’allertamento preventivo e quindi per

consentire la preparazione all’evento, che ad evento in corso al fine di fornire un adeguato supporto

decisionale ed il coordinamento delle competenze tecnico scientifiche in merito all’analisi degli scenari

e la loro evoluzione.

Per consentire al Centro Funzionale Provinciale di disporre di locali ed infrastrutture adeguate per

poter svolgere al meglio i propri compiti, nel novembre 2008 la Giunta Provinciale ha approvato la

costruzione del Centro Funzionale Provinciale nell’ambito della sistemazione dell’Ufficio idrografico

presso un ampliamento della Sede della Protezione Civile a Bolzano.

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Provinciale ci si riferisce alle seguenti tipologie di evento:

idraulico;

idrogeologico;

valanghe.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Bolzano – p. 3

Zone di allerta meteo

Le Zone di Allerta Meteo sono ambiti territoriali significativamente omogenei per l'atteso

manifestarsi della tipologia e della severità degli eventi meteo-idrologici intensi e dei relativi effetti al

suolo.

Nel caso specifico, dato l’ambito territoriale di riferimento, si è ritenuto opportuno individuare

un’unica Zona di Allerta Meteo coincidente con l’intero territorio provinciale.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

TRENT-A Provincia Autonoma di Bolzano Bolzano

Zona di allerta meteo della P.A. di Bolzano

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Bolzano – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, temperatura dell’aria,

velocità media del vento, velocità della raffica, direzione del vento, umidità relativa e pressione

atmosferica.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio provinciale 25 pluviometri.

Inoltre il Centro Funzionale riceve i dati forniti dal radar meteorologico del monte Macaion

(TN), le cui informazioni permettono di stimare l’intensità di precipitazioni in atto, seguire in tempo

reale la loro evoluzione e fare delle previsioni a breve termine molto precise.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica e per la previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della

valutazione dei livelli di criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, il Centro Funzionale Provinciale si avvale del

modello fisico-matematico ad area limitata Weather Research and Forecasting model

(WRF), il quale gira a diverse risoluzioni e con più corse giornaliere che permettono di produrre

previsioni operative ad altissima risoluzione.

Per la previsione degli effetti al suolo non vi sono disponibili informazioni disponibili.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Bolzano – p. 5

Strumenti di comunicazione

Il Centro Funzionale Provinciale emette diversi documenti relativamente al rischio idrogeologico.

Giornalmente alle ore 10:00 vengono emessi dal servizio Meteorologico Provinciale i Bollettini Speciali

di Previsione di Eventi Estremi, nei quali sono identificati i fenomeni che possono interessare il

territorio provinciale nel giorno in corso e nei 3 giorni a seguire, con un dettaglio su 6 aree meteo

climatiche di riferimento, e per ulteriori 2 giorni a seguire come tendenza generale valido per l’intero

territorio provinciale. Ogni bollettino fornisce una rappresentazione sintetica delle previsioni relative a

5 fenomeni naturali.

Quotidianamente alle ore 10:00 vengono emessi dal servizio Meteorologico Provinciale i Bollettini

Speciali di Previsione di Eventi Estremi, nei quali sono identificati i fenomeni che possono

interessare il territorio provinciale nel giorno in corso e nei 3 giorni a seguire, con un dettaglio su 6

aree meteo climatiche di riferimento, e per ulteriori 2 giorni a seguire come tendenza generale valido

per l’intero territorio provinciale. Il bollettino speciale fornisce una rappresentazione sintetica delle

previsioni relative a 5 fenomeni naturali.

Per ciascun fenomeno sono classificati livelli crescenti di intensità dei fenomeni al fine di una

valutazione oggettiva e sistematica del bollettino rispetto ad un bollettino meteo descrittivo-testuale, e

per l’identificazione di soglie di riferimento per l’intensità dei fenomeni.

Il bollettino è reso disponibile ai soggetti afferenti al sistema di protezione civile sia tramite liste di

distribuzione che mediante pubblicazione on-line. Esso non rappresenta uno strumento di

allertamento ma uno strumento finalizzato alla valutazione al fine della attivazione di una successiva

fase di valutazione da parte dei soggetti coinvolti nel sistema di protezione civile. È compito di ciascun

soggetto interpretare il bollettino speciale secondo le proprie competenze e di segnalare alla Direzione

del Centro Funzionale Provinciale (CFP) eventuali potenziali pericoli al fine della convocazione di una

conferenza di valutazione.

Qualora al seguito di valutazione congiunta da parte dei servizi competenti vengano riscontrati livelli

di criticità almeno moderata o elevata correlati ai fenomeni attesi viene dichiarato tramite emissione di

un’Allerta lo stato di protezione di attenzione, che corrisponde allo stato di protezione civile relativo

alla fase di attesa, osservazione mirata e preparazione all’evento. In caso di emissione, l’allerta viene

notificata tramite sistemi ridondanti automatizzati tramite campagne fax, SMS ed e-mail ai soggetti

a vario titolo interessati.

Il documento di notifica della dichiarazione dello stato di protezione civile (Allerta) contiene i seguenti

elementi essenziali: riferimenti del documento (protocollo, data ed ora di emissione); riferimenti alle

basi di valutazione (previsioni, valutazioni congiunte, altri documenti) sui fenomeni attesi; elenco delle

criticità riscontrate relative ai possibili effetti (grado di criticità legato a eventi derivanti dai fenomeni o

dalle combinazioni dei fenomeni attesi); dichiarazione dello stato di protezione civile relativamente a

tipologie di rischio (idrogeologico, idraulico, valanghe); validità temporale; indicazione prossimo

aggiornamento fatte salve evoluzioni ulteriori; riferimenti alla lista di distribuzione.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

P.A. di Trento Sistema di Allerta Provinciale per fini di protezione civile

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Trento – p. 1

P.A. di Trento Sistema di Allerta Provinciale per fini di protezione civile

Normativa

Deliberazione della Giunta Provinciale n° 972 del 13 maggio 2005

Aggiornamento del Sistema di Allerta Provinciale per fini di protezione civile approvato con

deliberazione n° 2488 di data 29/10/2004.

Altre fonti consultate

http://polaris.irpi.cnr.it/elenco-zone-allerta/

http://www.meteotrentino.it/dati-meteo/stazioni/elenco-staz-hydstra.aspx?ID=151

http://www.protezionecivile.tn.it/territorio/FraneMonitoraggio

http://www.meteotrentino.it/Meteotrentino/SettoreMeteo.aspx?id=22

Dati generali

Il Sistema di Allerta costituisce una parte essenziale delle attività di protezione civile a livello

provinciale.

Esso infatti disciplina l’insieme dei processi organizzativi, procedurali e comunicativi che coinvolgono

numerose strutture ed Enti al fine di ottimizzarne l’attivazione, sia nei modi che nei tempi, assicurando

che tutti gli interessati siano opportunamente informati e mobilitati ed evitando allo stesso tempo

ridondanza o sovrapposizione tra le forze in campo.

Analogamente a quanto già definito per il sistema nazionale dei centri funzionali di protezione civile, il

Sistema di Allerta è riferito principalmente ai rischi di tipo idrogeologico e idraulico, ovvero ad eventi

che dipendono essenzialmente dalle condizioni meteorologiche e dalle dinamiche naturali del

territorio; esso può rappresentare tuttavia un valido riferimento anche per altre tipologie di rischio (di

incendio, chimico, ecc.), rispetto alle quali si dovranno apportare in futuro gli opportuni

aggiustamenti.

Con riferimento alla natura dei rischi idrogeologico e idraulico il presente sistema mira quindi ad

assicurare:

costante attenzione all’insorgenza di fenomeni avversi;

efficienza al flusso di informazioni tra tutti i soggetti interessati;

tempestiva attivazione dei presidi e degli interventi necessari e sufficienti;

autonoma capacità di azione nell’ambito del sistema nazionale.

Tale sistema è articolato nelle seguenti tre fasi che si concatenano in successione cronologica a

seconda degli esiti a cui le stesse pervengono:

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Trento – p. 2

fase di previsione: è curata direttamente dalla struttura competente in materia di previsioni

meteorologiche, che opera mediante propri previsori avvalendosi dei dati provenienti in tempo

reale da strumenti a terra (radar, stazioni meteorologiche e apparati di rilevamento fulmini),

da satellite e da modelli fisico-matematici;

fase di valutazione: è finalizzata all’analisi dei possibili effetti che possono essere prodotti

dai fenomeni avversi previsti e resi noti in quella precedente; all’esame dell’intensità e della

probabilità degli eventi si viene quindi ad aggiungere quello delle loro potenziali ripercussioni

a carico della popolazione, delle strutture, delle infrastrutture e più in generale del territorio;

fase di allertamento: in base agli esiti della valutazione congiunta con cui si conclude la

fase precedente, il Dirigente generale del Dipartimento Protezione Civile decide in merito al

livello di criticità dei fenomeni.

Qualora non sia riconosciuta la sussistenza di elementi tali da determinare una criticità

almeno ordinaria, dispone, mediante apposito verbale, la cessazione della procedura di allerta.

In caso contrario, si provvede all’emissione di un avviso di allerta riportante indicazioni

relative alla tipologia ed alla criticità dei fenomeni, e nel quale viene definito il corrispondente

livello di allerta.

Tipologie di evento

Non vi sono informazioni disponibili.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Trento – p. 3

Zone di allerta meteo

Le Zone di Allerta Meteo sono ambiti territoriali significativamente omogenei per l'atteso

manifestarsi della tipologia e della severità degli eventi meteo-idrologici intensi e dei relativi effetti al

suolo.

Nel caso specifico, dato l’ambito territoriale di riferimento, si è ritenuto opportuno individuare

un’unica Zona di Allerta Meteo coincidente con l’intero territorio provinciale.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

TRENT-B Provincia Autonoma di Trento Trento

Zona di allerta meteo della P.A. di Trento

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Trento – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, temperatura dell’aria,

direzione e velocità del vento e precipitazione nevosa.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio provinciale 43 pluviometri.

Inoltre il Centro Funzionale riceve i dati forniti dal radar meteorologico del monte Macaion

(TN), le cui informazioni permettono di stimare l’intensità di precipitazioni in atto, seguire in tempo

reale la loro evoluzione e fare delle previsioni a breve termine molto precise.

Infine, per approfondire le conoscenze e per definire l’evoluzione nel tempo dei movimenti, molti

fenomeni franosi sono attualmente monitorati con l’ausilio di strumentazione dedicata alla rilevazione

di dati utili allo studio e alla sorveglianza dei loro movimenti.

Varie sono le tecniche utilizzate tra le quali: monitoraggio topografico di precisione mediante l'uso di

stazione ottica totale, livello e strumentazione GPS; monitoraggio con strumentazione

geotecnica di superficie (estensimetri e fessurimetri) predisposta anche per la trasmissione dei

dati in continuo; monitoraggio con strumentazione geotecnica in foro (inclinometri); controllo e

misurazione della falda nel sottosuolo (piezometri).

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica e alla mesoscala, per la conseguente redazione del Bollettino

Meteorologico Regionale, per l'adozione degli Avvisi di Avverse Condizioni Meteorologiche e per la

previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di

criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, la previsione con i modelli numerici presso

Meteotrentino si trova un sistema hardware e software per la ricezione ed elaborazione dei campi del

modello a circolazione globale del Centro Europeo di Reading (ECMWF), grazie alla

convenzione avviata con l'Ufficio Generale di Meteorologia dell'Aeronautica Militare. Il collegamento a

Internet consente di accedere a numerose altre informazioni di carattere meteorologico. Per avere un

quadro più accurato della previsione ogni giorno, infatti, i dati del modello europeo di Reading

vengono confrontati con quelli di altri modelli ad area limitata quali ALADIN e BOLAM.

Per la previsione degli effetti al suolo non vi sono disponibili informazioni disponibili.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Provincia Autonoma di Trento – p. 5

Strumenti di comunicazione

Le previsioni effettuate con riguardo alle finalità del presente sistema di allerta sono divulgate

mediante appositi bollettini e avvisi, che si affiancano a quelli ordinari nel rispetto di varie scadenze.

I documenti che vengono prodotti possono essere riassunti in questa maniera:

Bollettino Sintetico: emesso quotidianamente entro le ore 6:45, fornisce sintetiche

indicazioni riguardo alle ordinarie previsioni meteorologiche per la giornata in corso, che sono

poi dettagliate con il bollettino delle ore 13:00;

Bollettino Probabilistico: emesso quotidianamente entro le ore 10:00, fornisce indicazioni

sulla probabilità che si verifichino fenomeni di particolare intensità nei tre giorni a venire, con

indicazioni di tendenza anche per i due successivi;

Avviso di Condizioni Meteo Avverse: emesso qualora si prevedano condizioni

meteorologiche avverse, fornisce indicazioni sull’intensità e sulla probabilità dei fenomeni

previsti. L’orario per l’emissione di tale avviso è fissato per le 11:00.

Nell’ambito del Sistema di Allerta assume tale avviso assume particolare rilevanza, in quanto

va emesso in relazione alla possibile insorgenza di condizioni avverse e costituisce il passaggio

essenziale per l’attivazione della successiva fase di valutazione.

Le condizioni meteo avverse sono da considerarsi in ogni caso sussistenti qualora gli eventi

previsti presentino particolari combinazioni di intensità e probabilità.

Il previsore può stabilire la sussistenza di condizioni meteorologiche avverse (e quindi

provvedere alla redazione dell’avviso) anche nei casi in cui, pur non riscontrando il

superamento delle soglie, si prefiguri una combinazione tra i fattori di probabilità e di

intensità degli eventi che possano produrre situazioni di emergenza, tenendo anche conto

dell’andamento meteorologico dei giorni precedenti o dell’occorrenza di significativi fenomeni

di massa (giornate di punta nei flussi turistici, manifestazioni pubbliche di particolare

rilevanza, ecc.).

L’avviso viene inviato a mezzo fax eventualmente seguito da messaggio sms ai soggetti

interessati. Viene inoltre pubblicato su apposita pagina web della Provincia. Lo stesso è

inoltre pubblicato sulla pagina 540 del televideo di RAI3. Infine, viene effettuata una

verifica telefonica al fine di appurare l’effettivo ricevimento dello stesso in vista della

successiva fase di valutazione per quanto riguarda particolari soggetti.

Bollettino Meteorologico: emesso quotidianamente entro le ore 13:00, riporta le

previsioni meteorologiche ordinarie per i tre giorni a venire con indicazioni di tendenza per i

due successivi.

Avviso di Allerta: emesso entro le ore 14:00 qualora ve ne sia necessità, riporta indicazioni

relative alla tipologia ed alla criticità dei fenomeni e definisce il corrispondente livello di

allerta. Sono indicate sommariamente anche le misure operative minime che tutte le strutture

interessate devono assicurare per i diversi tipi di allerta. L’avviso viene inviato a mezzo fax

eventualmente seguito da messaggio sms ai soggetti interessati. Viene inoltre pubblicato su

apposita pagina web della Provincia. Lo stesso è inoltre pubblicato sulla pagina 540 del

televideo di RAI3.

Avviso di Cessata Allerta: serve per disporre la conclusione della fase di allertamento e va

emanato quando la criticità degli eventi si riduce al di sotto del livello ordinario. Le modalità

di diffusione sono le stesse del precedente avviso.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Abruzzo Direttiva regionale per l’allertamento rischi idrogeologico-idraulico e incendi.

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Abruzzo – p. 1

Regione Abruzzo Direttiva regionale per l’allertamento rischi idrogeologico-idraulico e incendi.

Normativa

Legge regionale n° 34 dell’1 ottobre 2007

Deliberazione della Giunta Regionale n° 135 del 12 maggio 2014 (normativa vigente)

Direttiva regionale per l’allertamento rischi idrogeologico-idraulico e incendi. Approvazione

documento “Sistema di allertamento regionale multirischio”.

Allegato A

Aree di Vigilanza Meteo e Zone di Allertamento.

Altre fonti consultate

http://cetemps.aquila.infn.it/index.php?option=com_content&view=frontpage&Itemid

=1

Dati generali

Le attività svolte dal Centro Funzionale Decentrato della Regione Abruzzo possono essere

raggruppate in:

fase di previsione;

fase di monitoraggio e sorveglianza.

Schema delle attività svolte dal Centro Funzionale Decentrato della Regione Abruzzo

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Abruzzo – p. 2

La fase di previsione è a sua volta articolata in tre funzioni:

la prima è relativa alla assimilazione dei dati osservati e/o all’elaborazione della previsione

circa la natura e l'intensità degli eventi attesi;

la seconda è relativa alla previsione degli effetti che il manifestarsi di tali eventi può

determinare sul dominio territoriale attribuito al Centro Funzionale Decentrato della Regione

Abruzzo;

la terza è relativa alla valutazione del livello di criticità complessivamente atteso nelle Zone

d'Allerta Meteo, ottenuto anche confrontando le previsioni elaborate con i valori delle soglie

adottate.

La prima funzione può essere assolta anche con il concorso di Centri di Competenza, ovvero soggetti

che forniscono servizi, informazioni, dati, elaborazioni e contributi tecnico-scientifici in ambiti

specifici ed altamente specialistici. La seconda e la terza funzione sono assolte dal Centro Funzionale,

presso cui risiedono le necessarie competenze e le specifiche attività tecniche di supporto alle

decisioni.

La fase di monitoraggio e sorveglianza si realizza attraverso la trasmissione, la raccolta e la

concentrazione nel Centro Funzionale dei dati rilevati dalle diverse tipologie di sensori, nonché tramite

la raccolta di informazioni reperite localmente, ed ha lo scopo di elaborare gli scenari previsti e di

aggiornarli in base all'evoluzione dell'evento in atto.

L’attività di reperimento locale di informazioni è delegata ai Presidi Territoriali.

Il Dipartimento di Protezione Civile e la Regione Abruzzo stabiliscono criteri, metodi e standard di

raccolta, acquisizione, elaborazione e consultazione dei dati d'interesse per la fase di monitoraggio e

sorveglianza svolta dal Centro Funzionale.

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane superficiali;

colate rapide di detriti o fango;

caduta di massi;

ondate di calore;

nevicate a bassa quota;

gelate;

nebbia;

venti forti;

mareggiate;

fenomeni temporaleschi.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Abruzzo – p. 3

Zone di allerta meteo

Una prima suddivisione in Zone di Allerta Meteo per il rischio idrogeologico e idraulico è stata

delineata, a livello nazionale, dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Il confine delle

singole aree è tracciato con riferimento ai bacini idrografici, ma coincide, nell’ambito di tale criterio

generale, sempre con i confini comunali. Tale suddivisione è stata affinata sulla base delle specifiche

conoscenze del Centro Funzionale della Regione Abruzzo.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

ABRU-A Bacini di Vibrata e del Salinello, Bacino del Vomano, Bacino del Tardino, Versante Orientale del Gran Sasso, Monti della Laga

Teramo

ABRU-B Bacino dell’Aterno e del Sagittario, Altopiano delle Cinquemiglia L’Aquila

ABRU-C Bacini di Piomba, Tavo-Fino-Saline, Pescara, Alento, Foro, Moro, Feltrino e Fossi Minori, Versante Nord-Ovest della Maiella

Chieti, Pescara, Teramo

ABRU-D1 Alto e Medio Bacino del Sangro, Alto Bacino del Trigno Chieti, L’Aquila

ABRU-D2 Foce del Sangro, Bacini di Osento e Sinello, Bacino Basso del Trigno

Chieti

ABRU-E Bacini di Salto e Turano, Altopiano del Fucino e Bacini affluenti del Garigliano

L’Aquila

Zone di allerta meteo della Regione Abruzzo

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Abruzzo – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare globale, pressione atmosferica,

umidità dell’aria, moto ondoso e precipitazione nevosa.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 141 pluviometri, tutti in

telemisura.

Le previsioni sono supportate anche da un radar meteorologico situato sul Monte Midia nei

pressi di Tagliacozzo (AQ), il quale rende un servizio di monitoraggio e nowcasting su buona parte

dell’Italia centrale, compresi il Lazio e l’Abruzzo interno.

Inoltre alla Regione Abruzzo è stata assegnato un altro sistema radar, l’unico a doppia polarizzazione,

che grazie a questa avanzatissima tecnologia è in grado di distinguere anche il tipo di precipitazione. Il

radar a doppia polarizzazione è posizionato nel comune di Tufillo (CH) e ha l’importante

compito di coprire la fascia costiera del medio Adriatico, dove sono frequenti fenomeni disastrosi.

Attualmente i dati del radar di Tufillo sono visibili solo attraverso il composito radar nazionale in

quanto il sistema è ancora in fase di test.

Oltre alla gestione della strumentazione e dei dati radar di monte Midia e Tufillo, il CETEMPS sta

attualmente sperimentando a Roma un radar in banda X (o miniradar) che potrebbe in futuro essere

posizionato nella Valle dell’Aterno, che a causa degli ostacoli del Gran Sasso e del Velino-Sirente,

risulta solo parzialmente coperta dai radar di Monte Midia e Tufillo. I radar in banda X hanno una

portata di circa 50 km e rappresentano il miglior compromesso copertura/costo in zone dall’orografia

particolarmente complessa.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica e per la previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, viene utilizzato un modello WRF

(Weather Research and Forecasting Model), il quale rientra tra i modelli LAM ed è

particolarmente adatto a cogliere i fenomeni a mesoscala (individuare ad esempio una cellula

temporalesca) e tener meglio in conto dell'orografia particolare della Regione Abruzzo.

Per la previsione degli effetti al suolo si fa riferimento ad un modello di tipo probabilistico

con tempi di ritorno pari a 2, 5 e 10 anni corrispondenti rispettivamente allo stato di attenzione,

preallarme e allarme.

Per stabilire il livello di criticità si fa ricorso a delle soglie pluviometriche. Tali soglie sono state

calcolate sulla base dei valori massimi di precipitazione registrati storicamente fino al 1998 e sono in

fase di aggiornamento con la collaborazione del Centro di Competenza CETEMPS.

Per quanto riguarda il rischio idrogeologico, si utilizzano delle soglie pluviometriche puntuali,

ovvero significative a scala locale, da riferirsi al punto/stazione e come tali rappresentative appunto dei

fenomeni quali frane, attività torrentizia e piene limitatamente al reticolo idrografico minore. Le soglie

sono differenziate in funzione del grado di saturazione del suolo.

Per le soglie puntuali si fa riferimento a precipitazioni di durata pari a 1 h, 3 h, 6 h, 12 h e 24 h, è

stato possibile determinare le soglie pluviometriche puntuali mediante metodo statistico,

considerando una legge di distribuzione di probabilità doppio esponenziale (Legge di Gumbel), che

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Allegato: Regione Abruzzo – p. 5

permette di ottenere i valori di pioggia con assegnato tempo di ritorno. Tali valori di soglia necessitano

di ulteriori verifiche e approfondimenti in base a valutazioni provenienti direttamente dal territorio.

Restano ancora da definire, inoltre, le soglie per la Marsica.

Strumenti di comunicazione

Relativamente al rischio idrogeologico, la diffusione dei documenti avviene tramite e-mail, sms,

pubblicazione su sito web (http://allarmeteo.regione.abruzzo.it/) e PEC. In particolare

vengono pubblicati:

Bollettino di Vigilanza Meteorologica Regionale (quotidianamente),

Bollettino di Criticità Idrogeologica Regionale (quotidianamente);

Avviso Regionale di Criticità Idrogeologica (in particolari condizioni);

Avviso per Evento in Atto per il Rischio Idrogeologico e Idraulico (in particolari

condizioni);

Bollettino Meteorologico Regionale (dal lunedì al venerdì).

Schema descrittivo delle modalità di comunicazione della Regione Abruzzo

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Basilicata Procedure di Allertamento del Sistema Regionale di Protezione Civile per Rischio Meteorologico, Idrogeologico ed Idraulico ed avvio Centro Funzionale Decentrato di Basilicata

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Basilicata – p. 1

Regione Basilicata Procedure di Allertamento del Sistema Regionale di Protezione Civile per Rischio Meteorologico, Idrogeologico ed Idraulico ed avvio Centro Funzionale Decentrato di Basilicata

Normativa

Delibera della Giunta Regionale n° 1157 del 26 settembre 2014

Procedure di Allertamento del Sistema Regionale di Protezione Civile per Rischio Meteorologico,

Idrogeologico ed Idraulico ed avvio Centro Funzionale Decentrato di Basilicata (in attuazione della

Direttiva 27/02/2004 e ss.mm.ii.).

Altre fonti consultate

Potenziamento e manutenzione della rete di monitoraggio idropluviometrico in tempo

reale della Regione Basilicata

Capitolato speciale descrittivo e prestazionale.

http://www.arpab.it/idrometeorologico/stazioni.asp

Dati generali

Le attività del CFD della Regione Basilicata si svolgono attraverso:

fase di previsione;

fase di monitoraggio e sorveglianza in tempo reale.

La fase di previsione è a sua volta articolata in tre funzioni:

assimilazione dei dati osservati ed elaborazione della previsione circa la natura e l'intensità

degli eventi attesi;

previsione degli effetti al suolo che la manifestazione dei fenomeni meteorologici attesi può

determinare su ciascuna Zona di allerta in cui è suddiviso il territorio regionale;

valutazione del livello di criticità complessivamente atteso in ciascuna Zona di Allerta,

ottenuta anche attraverso il confronto tra le previsioni meteorologiche elaborate dal DPC ed i

valori delle soglie adottate.

La fase di monitoraggio e sorveglianza si realizza attraverso l’osservazione qualitativa e

quantitativa, diretta e strumentale, dell'evento meteo-idrologico in atto. L’acquisizione di dati rilevati

attraverso le reti strumentali, la rete radarmeteorologica nazionale, le diverse piattaforme satellitari

disponibili per l'osservazione della terra, integrata mediante le notizie non strumentali, reperite

localmente da operatori debitamente istruiti (Presidi territoriali), consente di effettuare una previsione

a breve degli effetti dell’evento in corso attraverso il nowcasting meteorologico e/o l’impiego di modelli

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Basilicata – p. 2

afflussi-deflussi inizializzati da misure raccolte in tempo reale (ove operativi in tempo reale sia pure in

via sperimentale).

Schema di gestione del Sistema di Protezione Civile della Regione Basilicata

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane superficiali;

colate rapide di detriti o fango;

caduta di massi;

nevicate abbondanti, anche a bassa quota;

ondate di calore;

forte freddo e gelate;

vento forte e mareggiate.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Basilicata – p. 3

Zone di allerta meteo

Per l’esecuzione delle attività di previsione e prevenzione finalizzate al sistema di allertamento, il

territorio nazionale è suddiviso in ambiti territoriali significativamente omogenei, per tipologia e

severità degli eventi attesi, meteorologici e idrologici intensi, e dei relativi effetti. Tali ambiti sono

denominati Zone di Allerta Meteo. La definizione delle zone di allerta, eseguita sulla base della

proposta elaborata dall’Arpa Piemonte in collaborazione con il Dipartimento Nazionale di Protezione

Civile, segue criteri di omogeneità di natura orografica, meteorologica ed idrografica e tiene conto in

particolare:

delle possibili tipologie di rischio presenti;

del naturale evolversi nello spazio e nel tempo degli eventi e dei relativi effetti;

delle relazioni e dei vincoli geologici, idrologici, idraulici, infrastrutturali, amministrativi e

socio-ambientali tra i diversi ambiti territoriali e tra i diversi bacini;

delle indicazioni e risultanze presenti nei piani stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico;

della più generale pianificazione nazionale, regionale e provinciale in materia.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

BASI-A Bacino dell’Ofanto Potenza

BASI-B Bacini Basento-Bradano Matera, Potenza

BASI-C Bacini Agri-Sinni Matera, Potenza

Zone di allerta meteo della Regione Basilicata

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Basilicata – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, precipitazione nevosa e radiazione solare globale.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 47 pluviometri.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica e alla mesoscala, per la conseguente redazione del Bollettino

Meteorologico Regionale, per l'adozione degli Avvisi di Avverse Condizioni Meteorologiche e per la

previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di

criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, non vi sono informazioni disponibili.

Ai fini della valutazione del rischio idrogeologico, in sede di prima applicazione, per ciascuna

delle Zone di Allerta Meteo sono adottate le soglie pluviometriche, corrispondenti a diversi livelli di

criticità, associati a degli opportuni tempi di ritorno, individuabili dall’analisi probabilistica dei

fenomeni di pioggia, così come sviluppate nell’ambito della convenzione tra Dipartimento della

protezione civile e la Regione Piemonte n° 391 del 19 dicembre 2001.

In particolare, le soglie pluviometriche sono state calcolate in funzione di tre diversi livelli di

criticità, secondo le seguenti corrispondenze:

ordinaria (associabile a precipitazioni con tempo di ritorno compresi tra 2 e 5 anni o a

fenomeni intensi quali temporali di incerta prevedibilità);

moderata (associabile a precipitazioni con tempo di ritorno compresi tra 5 e 20 anni);

elevata (associabile a precipitazioni con tempo di ritorno almeno pari a 20 anni).

Uno dei compiti del CFD Basilicata è quello di procedere ad un aggiornamento delle soglie

pluviometriche attraverso una specifica indagine retrospettiva di eventi storici e dei relativi effetti al

suolo verificatisi sul territorio regionale. Solo disponendo di un congruo numero di eventi

meteorologici significativi, distribuiti sul territorio regionale, sarà possibile migliorare la conoscenza in

merito ad alcune variabili (grado saturazione del suolo, permeabilità, uso del suolo, etc.) che

influenzano le modalità di sviluppo di fenomeni idrogeologici ad essi correlabili e di conseguenza

riformulare nuovi valori di soglia.

Con riferimento agli allarmi idrogeologici derivanti dai valori di precipitazione registrati dai

pluviometri della rete di monitoraggio regionale, bisogna tener conto soglie puntuali per ciascun

pluviometro (soglie fissate pari a 1 h, 3 h, 6 h, 12 h, 24 h) e dell’analisi della situazione idrologica

nei 15-30 giorni precedenti in termini di:

valutazione della saturazione dei suoli;

presenza di fenomeni di smottamento in corso;

ecc.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Basilicata – p. 5

Strumenti di comunicazione

Il CFD si avvale delle previsioni meteorologiche nazionali e regionali emesse quotidianamente dal CFC,

che ogni giorno predispone e rende disponibile:

un documento di valutazione meteorologica per la Regione Basilicata contenente una stima delle

quantità di precipitazione cumulate;

le previsioni meteorologiche a scala sinottica, ai fini di protezione civile, per la giornata in corso e per i

due giorni a seguire;

un Bollettino di vigilanza meteorologica nazionale;

se del caso, un Avviso di avverse condizioni meteorologiche nazionale.

Il CFD emette quotidianamente, entro le ore 14:00, il Bollettino di criticità regionale nel quale,

per ciascuna Zona di allerta, è riportata la previsione degli effetti al suolo, per la giornata in corso e le

successive 24 ore, ovvero sul livello di criticità idrogeologica e idraulica indotti dalle forzanti

meteoriche previste e idrologiche pregresse. Il Bollettino di criticità regionale viene pubblicato

quotidianamente sul sito web regionale http://www.protezionecivilebasilicata.it. Il

Bollettino di criticità regionale rimanda ad una legenda con i dettagli dei possibili effetti attesi al suolo.

Se dalle valutazioni tecniche viene stimato un livello di criticità almeno moderata su una o più Zone di

Allerta Meteo, il CFD emette un Avviso di criticità idrogeologica ed idraulica regionale. Il

CFD stabilisce l’opportunità di emissione dell’Avviso di criticità regionale sulla base dei seguenti

elementi: piogge previste; condizioni pregresse di saturazione dei suoli; piogge in atto, come misurate

dalla rete di monitoraggio pluviometrico in telemisura; confronti tra piogge, previste o misurate, e

relative soglie pluviometriche; valutazioni in merito ad eventuali condizioni di criticità sul territorio

regionale comunicate da parte dei soggetti del sistema di Protezione Civile.

L’Avviso di criticità regionale, una volta adottato, viene diramato tramite fax al CFC presso il DPC, ai

CFD delle Regioni Puglia, Campania, Calabria e alla Sala Operativa Regionale della PC.

A seguito dell’adozione del Bollettino o Avviso di Criticità Idrogeologica ed Idraulica Regionale e della

decisione in merito al livello di allertamento del Sistema Regionale di Protezione Civile, viene emesso

un Messaggio di Allerta che, a seconda del livello di criticità, viene disseminato in modalità diverse.

In caso di eventuale presenza di una ordinaria criticità almeno per una delle zone di allerta regionale, il

Messaggio di Allerta, oltre ad essere pubblicato e reso disponibile sul sito web regionale

http://www.protezionecivilebasilicata.it viene inviato ai comuni ricadenti nelle zone di allerta

interessate tramite e-mail non certificate e/o sms, oltre che alle prefetture e province interessate.

In caso di presenza di una Criticità Moderata o Elevata almeno per una zona di allerta regionale il

Messaggio di Allerta, viene anche inviato tramite PEC, verificandone l’avvenuta ricezione.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Calabria Sistema di Allertamento regionale per il Rischio idrogeologico e idraulico in Calabria

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Calabria – p. 1

Regione Calabria Sistema di Allertamento regionale per il Rischio idrogeologico e idraulico in Calabria

Normativa

Delibera della Giunta Regionale n° 172 del 29 marzo 2007

Sistema di Allertamento regionale per il Rischio idrogeologico e idraulico in Calabria.

Altre fonti consultate

Centro funzionale meteo idrologico regione Calabria

Pluviometri di riferimento comunali per la tipologia di rischio “A”

http://www.cfd.calabria.it/index.php?option=com_content&view=article&id=63&Itemid=28

Dati generali

I compiti ed il ruolo del Centro sono definiti dalla Delibera appena richiamata e possono essere

riassunti in:

Attività previsionale:

valutazione, sostenuta da modellistica numerica, della situazione meteorologica,

idrologica, idraulica attesa e dei previsti effetti al suolo.

Attività di monitoraggio e sorveglianza:

osservazione quantitativa, attraverso una rete di stazioni di monitoraggio diffuse su tutto il

territorio regionale dei fenomeni in atto;

previsione a breve dei relativi effetti attraverso il nowcasting meteorologico e/o modelli si

simulazione afflussi-deflussi inizializzati anche con misure rilevate in tempo reale.

Attività di analisi e studio:

costante sviluppo della modellistica previsionale;

analisi delle principali condizioni di rischio;

gestione del sistema informativo di interscambio dei dati raccolti per finalità di

pianificazione, programmazione e progettazione;

redazione di rapporti sugli eventi meteorologici più rilevanti sul territorio regionale ecc.

Il centro inoltre svolge le funzioni del Servizio Idrografico e Mareografico e partecipa al

Comitato Tecnico dell'Autorità di Bacino Regionale.

Il ridotto tempo di preannuncio necessario e i tempi di risposta idrologici dei bacini calabresi che

spesso non eccedono le 24 ore, impongono l'osservazione delle misure di precipitazione disponibili in

tempo reale, ma un sistema di valutazione, basato solo sulla pioggia caduta ed osservata dai

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Calabria – p. 2

pluviometri, non potrebbe garantire un preannuncio efficace perché la predizione precederebbe di

poco l'evento.

Di conseguenza la predizione deve utilizzare non solo le osservazioni di pioggia, ma anche la previsione

delle stesse derivanti da modelli di circolazione atmosferica, e tutte le altre osservazioni (satellitari e da

radar meteorologico), che consentono di ridurre il grado di incertezza.

Il Centro funzionale, quindi, in collaborazione con Centri di Competenza nazionali e regionali sviluppa

tecniche per la gestione operativa di situazioni ad alto rischio a rapida evoluzione temporale, per

migliorare la previsione idrometeorologica a brevissimo ed a breve termine, per sperimentare sistemi

modellistici per l'utilizzo integrato di osservazioni convenzionali e non convenzionali, per valutare gli

effetti al suolo.

L'attività di monitoraggio e sorveglianza si basa:

sulla ricezione dati convenzionali e non convenzionali (osservazioni in tempo reale da stazioni

di telemisura, osservazioni da satelliti, previsioni meteorologiche con modelli di circolazione

atmosferica sia a scala globale che locale);

sulla elaborazione dati (visualizzazione dei dati su piattaforma GIS, validazione delle

previsioni, modellistica idrologica ed idraulica);

sulla individuazione livelli di allerta e diffusione dell'informazione.

Tipologie di evento

Gli Scenari di Rischio prefigurano:

Scenari di Rischio per Eventi meteorologici:

ondate di calore;

nevicate a bassa quota;

gelate;

nebbia;

venti forti;

mareggiate.

Scenari di Rischio per Eventi idrogeologici e idraulici:

temporali;

erosione di suolo e smottamenti diffusi del terreno;

erosioni d’alveo;

esondazioni localizzate;

alluvioni;

frane.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Calabria – p. 3

Zone di allerta meteo

Ai fini delle attività di previsione e prevenzione, la Calabria è suddivisa in ambiti territoriali

significativamente omogenei, per tipologia e severità degli eventi attesi, meteorologici e idrologici

intensi, e dei relativi effetti. Tali ambiti sono indicati come Zone di Allerta Meteo.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

CALA-1 Versante Tirrenico Settentrionale Calabrese Cosenza

CALA-2 Versante Tirrenico Centrale Calabrese Catanzaro, Cosenza, Vibo

Valentia

CALA-3 Versante Tirrenico Meridionale Calabrese Reggio Calabria

CALA-4 Versante Ionico Settentrionale Calabrese Cosenza

CALA-5 Versante Ionico Centrale Calabrese Catanzaro, Crotone

CALA-6 Versante Ionico Meridionale Calabrese Reggio Calabria,

Vibo Valentia

Zone di allerta meteo della Regione Calabria

Nella delimitazione delle Zone di Allerta si sono tenuti in considerazione: le possibili tipologie di

rischio presenti; il naturale evolversi nello spazio e nel tempo degli eventi e dei relativi effetti; le

relazioni ed i vincoli geologici, idrologici, idraulici, infrastrutturali, amministrativi e socio-ambientali

tra i diversi ambiti territoriali e tra i diversi bacini; le indicazioni e risultanze presenti nei piani

stralcio per la tutela dal rischio idrogeologico; la più generale pianificazione nazionale, regionale e

provinciale in materia.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Calabria – p. 4

Sistema di monitoraggio

Il Monitoraggio Idrogeologico in Calabria comprende sensori, stazioni di misura, sistemi di

trasmissione, centrali di acquisizione dati e quanto altro necessario ad acquisire in tempo reale o in

tempo differito misure e dati idrologici, idraulici, geotecnici, climatici, ambientali o di altra natura che

potrebbero rappresentare, direttamente o indirettamente, precursori di evento.

Si possono distinguere:

reti di monitoraggio regionali che si estendono su tutto il territorio calabrese, o su larga parte

di esso, e sono dedicate alla rilevazione di una o più grandezze. Fanno parte di questo gruppo:

la rete termo-pluviometrica, la rete idrometrica, la rete ondametrica, la rete

radarmeteorologica, ecc.

reti di monitoraggio locali dedicate al monitoraggio di singoli fenomeni a scala locale o di

comprensorio subregionale.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 98 pluviometri.

Al fine di potenziare la rete pluviometrica calabrese sono in corso di installazione ulteriori pluviometri

nel territorio.

Modelli previsionali

I modelli previsionali prevedono innanzitutto una stima delle precipitazioni mediante dei modelli di

circolazione atmosferica ed in secondo luogo una stima degli effetti al suolo tramite una modellazione

idraulica e geotecnica.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, il Centro Funzionale utilizza sia un modello

di circolazione atmosferica a scala globale (GCM), che riesce a simulare la termo-dinamica

atmosferica su tutto il globo terrestre, sia un modello a scala locale (LAM), che simula la termo-

dinamica atmosferica relativamente al territorio regionale calabrese, permettendo di aumentare la

risoluzione spaziale della zona da investigare, pur dipendendo comunque dal modello GCM.

Per la previsione degli effetti al suolo l’applicazione dei modelli matematici è finalizzata alla

valutazione ex ante del possibile verificarsi di eventi calamitosi, e all’attivazione di specifiche fasi di

allertamento. Per i movimenti franosi si considerano solo i modelli di terzo e quarto livello.

Ai modelli di terzo livello appartiene il modello FLaIR (Forecasting Landslides Induced by

Rainfall) (Sirangelo e Versace, 1992) applicato nella modalità regionale (Sirangelo et al., 2003): tale

approccio consente di individuare i valori soglia delle precipitazioni al di sopra dei quali potrebbe

verificarsi il fenomeno franoso anche in assenza di informazione sugli eventi di mobilizzazione

pregressi. Il modello trova già applicazione nel territorio calabrese, in particolare nel sistema di

preannuncio predisposto per il sistema viario provinciale di Cosenza.

Del quarto livello fanno parte i modelli completi di versante e in Calabria è utilizzato il modello

SUSHI (Saturated Unsaturated Simulation for Hillslope Instability) che tenta di riprodurre

i fenomeni che avvengono nel pendio: l’infiltrazione, il movimento dell’acqua nella zona non satura e

in quella satura, la conseguente distribuzione delle pressioni neutre, e in ultima analisi il grado di

stabilità del pendio. Modelli di questo tipo richiedono una caratterizzazione morfologica, geotecnica e

geologica di adeguato dettaglio.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Calabria – p. 5

Le soglie pluviometriche utilizzate per le allerte sono articolate su tre livelli ciascuno dei quali definito

come una percentuale della pioggia critica (pioggia indicatrice cui corrisponde un T pari a 10 anni), in

particolare: soglia di livello 1 (pari al 45% della pioggia critica), soglia di livello 2 (pari al 60%

della pioggia critica), soglia di livello 3 (pari all’80% della pioggia critica). Le percentuali sono state

fissate in base ad una back-analysis.

Strumenti di comunicazione

Un sistema informativo è stato appositamente sviluppato per la gestione del sistema di allertamento

basato sui precursori pluviometrici puntuali ed areali in tempo reale. Il sistema informativo è collegato

al sistema di archiviazione dei dati idropluviometrici del Centro Funzionale. Il sistema è in grado di

elaborare e visualizzare in tempo reale i valori dei precursori pluviometrici puntuali ed areali ed avvisa

l’eventuale superamento dei valori di soglia. Al superamento di un valore di soglia da parte di un

precursore, è automaticamente evidenziato l’elenco dei comuni associati al precursore ed il relativo

stato di allertamento. Questo consente di individuare in modo efficace e rapido le autorità competenti

sul territorio cui comunicare lo stato di allertamento.

Il sistema informativo è inglobato nel sistema informativo territoriale operante presso la Sala

Operativa Regionale Unificata. Questo permette di visualizzare planimetricamente la rete

pluviometrica in tempo reale, i bacini idrografici presi a riferimento per la costruzione dei precursori

areali organizzati per classi di rischio, i comuni della Regione Campania anch’essi strutturati per classi

di rischio, i comuni interessati da un eventuale superamento di valori di soglia da parte di uno dei

precursori ed il relativo stato di allertamento.

Il Dirigente Responsabile diffonde, tramite la Sala Operativa, un Messaggio di Allerta, e lo invia a tutti

i soggetti interessati tramite fax. Vi sono inoltre degli avvisi sul sito web

http://www.cfd.calabria.it/. I Messaggi di Allerta contengono l’indicazione degli Scenari di

Rischio previsti.

Essi sono di tre tipi:

Messaggio di Allerta per Previsioni Meteorologiche avverse, relativo agli Scenari per

Eventi meteorologici;

Messaggio di Allerta per Possibili Fenomeni di Dissesto Idrogeologico, relativo agli

Scenari di Rischio per Eventi idrogeologici;

Messaggio di Allerta per Evento Pluviometrico in atto, relativo anch’esso agli Scenari

di Rischio per Eventi idrogeologici.

I primi due sono basati su previsioni meteo e valgono a scala di Zona di Allerta. Il terzo è basato sulle

piogge misurate a terra e vale a scala comunale.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Campania Il sistema di allertamento regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Campania – p. 1

Regione Campania Il sistema di allertamento regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile

Normativa

Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 299 del 30 giugno 2005

Protezione Civile - Il Sistema di Allertamento Regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di

protezione civile. Ruoli e compiti delle strutture regionali di protezione civile nell’ambito delle

procedure di previsione e prevenzione del rischio idrogeologico per il territorio regionale.

Allegato SUB A

Il Sistema di Allertamento Regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile.

Allegato SUB B

Ruoli e compiti delle strutture regionali di protezione civile nell’ambito delle procedure di previsione e

prevenzione del rischio idrogeologico per il territorio regionale.

Altre fonti consultate

Dati generali

Il Centro Funzionale assicura, in forza del disposto delle suddette DD.GG.RR., le funzioni di:

• previsione meteorologica e adozione degli avvisi meteo a fini di protezione civile;

• monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane;

• modelli e soglie pluviometriche e idrometriche;

• attività di competenza dell'ex Ufficio Compartimentale SIMN di Napoli;

• programmazione, progettazione, manutenzione e gestione reti di monitoraggio.

La gestione del Sistema di Protezione Civile è organizzata in tre grandi aree, fisicamente e

logisticamente integrate, a cui possono concorrere per lo svolgimento delle diverse funzioni,

unitariamente dirette e coordinate a tal fine, altre strutture regionali ed il Centro di Competenza

Regionale "Analisi e Monitoraggio Rischi Ambientali" (AMRA).

Il servizio svolto dal Centro Funzionale nel tempo reale, quindi, si attua attraverso le fasi,

implementate in modo coordinato ed integrato, di previsione meteorologica e monitoraggio.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Campania – p. 2

Schema di gestione del Sistema di Protezione Civile della Regione Campania

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane superficiali associate a eventi pluviometrici di lunga durata;

colate di fango generate da frane superficiali in coltri piroclastiche;

pioggia-temporali-nubifragi-grandine;

neve;

valanghe;

gelo;

vento;

mareggiate;

ondate di calore.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Campania – p. 3

Zone di allerta meteo

Le Zone di Allerta Meteo sono ambiti territoriali significativamente omogenei per l'atteso manifestarsi

della tipologia e della severità degli eventi meteo-idrologici intensi e dei relativi effetti al suolo. Alle

Zone di Allerta si fa riferimento in modo specifico ed esclusivo nella fase di previsione meteorologica,

al fine di rendere più efficaci le comunicazioni relative alle previste condizioni meteo avverse e le

possibili criticità di carattere idraulico ed idrogeologico ad esse associate.

Alcune di queste Zone si estendono in territori di competenza di altre Regioni. Questi territori extra-

regionali riguardano porzioni di bacini idrografici che si estendono oltre i confini della Regione

Campania e nei quali fenomeni meteorici estremi con scale temporali caratteristiche inferiori alle 24

ore possono determinare situazioni di crisi idraulica in territori di competenza della Regione

Campania.

ZONE DI ALLERTA

DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

CAMP-1 Piana Campana, Napoli e Isole, Area Vesuviana Napoli, Caserta

CAMP-2 Alto Volturno, Matese Caserta, Isernia

CAMP-3 Penisola Sorrentino-Amalfitana, Monti di Sarno, Monti Picentini Napoli, Avellino, Salerno

CAMP-4 Alta Irpinia, Sannio Benevento, Avellino

CAMP-5 Tusciano, Alto Sele Avellino, Napoli, Salerno

CAMP-6 Piana del Sele, Alto Cilento Salerno

CAMP-7 Tanagro Salerno, Potenza

CAMP-8 Basso Cilento Salerno, Potenza

Zone di allerta meteo della Regione Campania

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Campania – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare globale, pressione atmosferica,

umidità dell’aria, temperatura superficie suolo, umidità superficie suolo e moto ondoso. Relativamente

al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 147 pluviometri.

Inoltre il Centro Funzionale riceve ogni ora i prodotti relativi alle osservazioni del radar di Grazzanise,

chiamati CAPPI e PIOGGIA. Il prodotto CAPPI è disponibile alle risoluzioni spaziale di 1 e 2 km. Il

CAPPI fornisce il valore di riflettività della precipitazione rilevato dal radar. Il prodotto PIOGGIA offre

l'immagine del campo di pioggia in mm/h, stimato attraverso un apposito algoritmo, a partire dai

valori di riflettività.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica e alla mesoscala, per la conseguente redazione del Bollettino

Meteorologico Regionale, per l'adozione degli Avvisi di Avverse Condizioni Meteorologiche e per la

previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di

criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, il Centro Funzionale riceve quotidianamente,

generalmente entro le ore 10:00 tutti i parametri meteorologici risultanti dalla corsa delle 00 UTC e,

generalmente entro le ore 22:00, tutti i parametri meteorologici risultanti dalla corsa delle 12 UTC del

modello ad area limitata denominato LAMI, implementato per mezzo del modello a

circolazione generale del DWD. Tutti questi parametri sono visualizzati mediante l'utilizzo del software

METVIEW di proprietà dell'ECMWF, appositamente riconfigurato dal Centro Funzionale.

Per la previsione degli effetti al suolo si fa riferimento ad un modello di tipo probabilistico

con tempi di ritorno pari a 2, 5 e 10 anni corrispondenti rispettivamente allo stato di attenzione,

preallarme e allarme. Partendo da questo tipo di modellazione sono stati definiti 2 tipi di precursori (di

criticità locali e di criticità diffuse) e per le frane si adottano precursori di criticità locali,

rappresentativi di eventi pluviometrici con caratteristiche spaziali tali da interessare solo una porzione

della Zona di Allerta. Le scale temporali prese in esame sono intervalli di durata pari a 24, 48 e

72 h.

I precursori di possibili criticità locali sono assunti pari al valore massimo dell’altezza media di

precipitazione prevista su un’area di circa 450 km2 (9 punti della griglia numerica del modello LAMI)

nell’ambito di ciascuna Zona di Allerta, calcolati nell’orizzonte di previsione attraverso finestre

temporali mobili di ampiezze pari a 24 ore.

CLASSE COMUNE

DURATA (h)

1 3 6 24 48 72

I

VI

Durate caratteristiche adottate per i precursori puntuali relativamente alle classi di comuni I e VI

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Campania – p. 5

Strumenti di comunicazione

Un sistema informativo è stato appositamente sviluppato per la gestione del sistema di allertamento

basato sui precursori pluviometrici puntuali ed areali in tempo reale. Il sistema informativo è collegato

al sistema di archiviazione dei dati idropluviometrici del Centro Funzionale. Il sistema è in grado di

elaborare e visualizzare in tempo reale i valori dei precursori pluviometrici puntuali ed areali ed avvisa

l’eventuale superamento dei valori di soglia. Al superamento di un valore di soglia da parte di un

precursore, è automaticamente evidenziato l’elenco dei comuni associati al precursore ed il relativo

stato di allertamento. Questo consente di individuare in modo efficace e rapido le autorità competenti

sul territorio cui comunicare lo stato di allertamento.

Il sistema informativo è inglobato nel sistema informativo territoriale operante presso la Sala

Operativa Regionale Unificata. Questo permette di visualizzare planimetricamente la rete

pluviometrica in tempo reale, i bacini idrografici presi a riferimento per la costruzione dei precursori

areali organizzati per classi di rischio, i comuni della Regione Campania anch’essi strutturati per classi

di rischio, i comuni interessati da un eventuale superamento di valori di soglia da parte di uno dei

precursori ed il relativo stato di allertamento.

Il Centro Funzionale emette quotidianamente, entro le ore 10:30, il Bollettino Meteorologico

Regionale, a fini di protezione civile, con validità di 72 ore, elaborato sulla base di modelli

previsionali a diverse scale spazio-temporali.

Il Centro Funzionale, tenuto conto del Bollettino Meteorologico Giornaliero emesso dal Dipartimento

della Protezione Civile, del proprio Bollettino Meteorologico Regionale e valutato ogni ulteriore

elemento e/o dato e/o informazione allo scopo necessaria, emette un Avviso Regionale di Avverse

Condizioni Meteo.

Il Centro Funzionale emette l’Avviso di Criticità per Rischio Idrogeologico ed Idraulico ogni

qualvolta l’Avviso Meteo prevede fenomeni meteorologici e pluviometrici significativi. Con l’emissione

dell’Avviso di Criticità, il Centro Funzionale dichiara, per quanto reso possibile dalle proprie dotazioni

strumentali e conoscenze, i possibili livelli di criticità nel territorio della Regione Campania, le

tipologie di evento, gli scenari di rischio attesi e le classi di comuni coinvolte nell’ambito di ciascuna

Zona di Allerta.

Questi documenti vengono redatti in due formati: uno completo, composto da due pagine, con grafica

a colori, ad uso interno al Settore e pubblicabile sul web; l’altro in formato semplificato che viene

inviato via fax alle autorità e agli enti territoriali interessati.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Emilia-Romagna Attivazione del Centro Funzionale e procedure per la gestione del sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile (come previsto dal) D.P.C.M. 27 febbraio 2004

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Emilia-Romagna – p. 1

Regione Emilia-Romagna Attivazione del Centro Funzionale e procedure per la gestione del sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile (come previsto dal) D.P.C.M. 27 febbraio 2004

Normativa

Deliberazione della Giunta Regionale n° 1427 del 12 settembre 2005

Attivazione del Centro Funzionale e procedure per la gestione del sistema di allertamento regionale ai

fini di protezione civile (come previsto dal) D.P.C.M. 27 febbraio 2004

Altre fonti consultate

Il sistema regionale di allertamento per il rischio idrogeologico-idraulico

Manuale operativo fornito dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile dell’Emilia-Romagna

Lagomarsino, D., Segoni, S., Rosi, A., Rossi, G., Battistini, A., Catani, F., and Casagli, N.: Quantitative

comparison between two different methodologies to define rainfall thresholds for landslide

forecasting, Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 15, 2413–2423, 2015, doi:10.5194/nhess-15-2413-2015, 2015

Dati generali

Il sistema di allertamento deve assicurare tre funzioni essenziali: la stima del pericolo, la valutazione

del rischio e la diffusione di un messaggio alle autorità di governo locali ed ai cittadini.

Schema di gestione del Sistema di Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Emilia-Romagna – p. 2

L’allertamento consiste in un sistema di procedure, strumenti, metodi e responsabilità definite e

condivise, nonché in un linguaggio standardizzato e codificato, per le attività di previsione del rischio e

di allertamento delle strutture proposte all’attivazione delle misure di prevenzione e delle fasi di

gestione dell’emergenza.

Il sistema di allertamento prevede la predisposizione e la diffusione di documenti modulati in funzione

dell’evoluzione temporale e dell’intensità dell’evento previsto o in atto. Le procedure di allertamento

prevedono l’attivazione di diverse fasi (attenzione, preallarme, allarme). Ad ogni fase

corrispondono ambiti territoriali via via più ristretti, informazioni più puntuali, azioni di salvaguardia

e coordinamento sempre più incisive ed il progressivo coinvolgimento diretto dei cittadini a rischio.

Schema di gestione del Sistema di Protezione Civile della Regione Campania

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

Idraulico;

Idrogeologico (frane profonde e superficiali);

pioggia-temporali-nubifragi-grandine;

neve;

valanghe;

gelo;

vento;

stato del mare;

calore.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Emilia-Romagna – p. 3

Zone di allerta meteo

Le Zone di Allerta Meteo sono ambiti territoriali che costituiscono la base dell’organizzazione del

sistema di allertamento in fase previsionale (fase attenzione). I criteri considerati per la loro

individuazione sono di natura idrografica, meteorologica, orografica ed amministrativa.

Tali aree sono caratterizzate da una risposta sufficientemente omogenea dal punto di vista

meteoclimatico ed hanno una dimensione che risponde alle esigenze dettate dagli strumenti di

previsione meteorologica ad oggi disponibili.

La definizione delle Zone di Allerta è stata effettuata dalla collaborazione di Arpa SIMC-CF ed

AGENZIA ed ARPA Piemonte su incarico del Dipartimento della Protezione Civile. Quando l’evento è

in corso o comunque risulta possibile una valutazione spaziale più precisa, l’allerta riguarda ambiti

territoriali più limitati, tipicamente fasce fluviali o aree in frana (fasi di preallarme ed allarme).

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

EMIL-A Bacino del Lamone e Savio Forlì-Cesena, Ravenna

EMIL-B Pianura di Forlì e Ravenna Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini

EMIL-C Bacino del Reno Ravenna, Bologna, Modena

EMIL-D Pianura di Bologna e Ferrara Ravenna, Ferrara, Bologna

EMIL-E Bacini del Secchia e Panaro Bologna, Modena, Reggio-

Emilia, Parma

EMIL-F Pianura di Modena e Reggio-Emilia Bologna, Modena, Reggio-

Emilia, Parma

EMIL-G Bacini del Trebbia e Taro Parma, Piacenza

EMIL-H Pianura di Piacenza e Parma Parma, Piacenza

Zone di allerta meteo della Regione Emilia-Romagna

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Emilia-Romagna – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, vento, radiazione solare, pressione, umidità dell’aria e spessore della neve.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 282 pluviometri.

La rete di monitoraggio RIRER è integrata con due radar meteorologici, gestiti da Arpa SIMC-CF,

uno sito a Gattatico (Reggio Emilia) e l’altro a San Pietro Capofiume (Bologna). I radar integrano

il monitoraggio in tempo reale, con elevata risoluzione spaziale dei fenomeni di precipitazione, anche

di quelli a spiccata caratterizzazione locale.

Sono inoltre utilizzati degli inclinometri, dei piezometri e un sistema GPS per il monitoraggio di

alcuni fenomeni franosi significativi.

Modelli previsionali

La modellistica previsionale presente presso l’Agenzia Regionale di Protezione Civile è di diversa

tipologia e permette di definire la quantificazione del fenomeno e/o pericolo o impatto sul territorio,

secondo le componenti temporale, spaziale, di intensità e di evoluzione.

I modelli previsionali meteorologici gestiti da Arpa SIMC-CF (modelli COSMO-IT 7 km e

COSMO-IT 2 km per previsioni deterministiche e probabilistiche) sono consultabili tramite il sito

internet sia con accesso pubblico (www.arpa.emr.it/sim) che riservato.

La previsione degli effetti al suolo causati da precipitazioni viene fatta incrociando i valori

osservati a quelli previsti e gli strumenti utilizzati in questa fase sono:

Funzione soglia (a cura di ARPA-SIM e Servizio geologico, sismico e dei Suoli RER) → la

valutazione del livello di criticità viene fatta unendo le condizioni iniziali di stima del grado di

saturazione del suolo con la previsione meteorologica dell’evento atteso. Il grado iniziale di

saturazione del suolo viene stimato confrontando la pioggia caduta negli ultimi 30 giorni con

la media annua di precipitazione. Possono presentarsi due differenti situazioni:

nel caso in cui nella stazione n-esima nell’ultimo mese siano caduti quantitativi inferiori al

3,5% della pioggia media annuale le condizioni antecedenti possono definirsi secche.

nel caso in cui nella stazione n-esima nell’ultimo mese siano caduti quantitativi superiori

del 3,5% della pioggia media annuale le condizioni antecedenti possono definirsi umide.

Modello Sigma (modello statistico di previsione delle frane superficiali e profonde realizzato

da Università di Firenze, Arpa Servizio IdroMeteorologico e Protezione Civile Regionale) → la

definizione di soglie pluviometriche è basata su un approccio statistico “a scatola chiusa”, che

trascura cioè i processi fisici che intercorrono tra l’evento di precipitazione e l’innesco dei

fenomeni franosi. Il modello prevede schemi previsionali differenti per frane superficiali e

frane profonde (con soglie pari a: 1,5 σ, 2 σ, 2,5 σ e 3 σ): l’idea di fondo è che le frane

superficiali sono innescate da eventi meteo con durata minore ma intensità maggiore rispetto

alle frane profonde. Di seguito, sono riportate in modo schematico le fasi che portano alla

determinazione delle soglie:

sono calcolate le cumulate di precipitazione per ogni giorno tra 1 e 365 giorni precedenti la

data di innesco riportata sulla segnalazione;

ogni cumulata è trasformata nella funzione obiettivo G (distribuzione normale standard);

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Emilia-Romagna – p. 5

dopo aver calcolato il valore medio della distribuzione trasformata per ogni segnalazione

di frana, è calcolata la deviazione standard σ per ogni intervallo di cumulo;

sono infine costruite le curve pluviometriche con probabilità uguali a quelle dei dati

distanti valori multipli della deviazione standard dalla media della distribuzione

trasformata.

Strumenti di comunicazione

L’Agenzia, tenendo conto delle elaborazioni previsionali di Arpa SIMC-CF e del conseguente Avviso

Meteo e/o Avviso di Criticità, emette un’Allerta di protezione civile per un definito livello di

rischio cui corrispondono le azioni progressive del sistema di protezione civile. Le situazioni

contingenti e le condizioni di criticità del territorio regionale possono, anche in assenza di Avviso

Meteo, attivare la fase di attenzione con la diramazione dell’Allerta di protezione civile. Condizioni

meteorologiche avverse, improvvise e non previste, possono rendere necessaria la diramazione di

Allerte in tempi brevi. In tali casi l’Agenzia provvede alla tempestiva diffusione degli stessi anche ai

Comuni, alle Strutture operative ed agli Enti direttamente interessati. I contenuti delle Allerte sono

formulati con un linguaggio standardizzato e facilmente comprensibile da tutte le componenti

istituzionali del sistema di protezione civile e dai cittadini.

I contenuti dell’Allerta sono di seguito schematizzati:

tipologia di allertamento: attivazione della fase di attenzione e/o aggiornamenti e/o

cessazione;

enti destinatari;

tipologia dell’evento e livello di allertamento;

localizzazione e periodo dell’evento;

descrizione dell’evento;

effetti attesi sul territorio;

azioni del sistema di protezione civile;

consigli di comportamento per la popolazione.

In caso di attivazione delle fasi di preallarme e allarme l’allerta viene inviata direttamente ai Comuni,

oltre a tutti gli Enti e le strutture interessate.

La trasmissione avviene con apposito software di rilancio della messaggistica integrata, via

fax, e-mail e sms. Le allerte sono pubblicate in tempo reale sul sito dell’AGENZIA al link

http://www.protezionecivile.emilia-romagna.it/allerteregionali.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Friuli-Venezia Giulia Direttiva regionale sul Sistema di Allertamento per rischio meteorologico, idrogeologico, idraulico

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Friuli-Venezia Giulia – p. 1

Regione Friuli-Venezia Giulia Direttiva regionale sul Sistema di Allertamento per rischio meteorologico, idrogeologico, idraulico

Normativa

Deliberazione della Giunta Regionale n° 1939 del 17 ottobre 2014

Direttiva regionale sul Sistema di Allertamento per rischio meteorologico, idrogeologico, idraulico.

Altre fonti consultate

Sistema di allerta idrometeorologico in Friuli-Venezia Giulia

(http://slideplayer.it/slide/933456/)

Presentazione Ing. Aldo Primiero – Protezione Civile della Regione Friuli-Venezia Giulia.

http://www.meteo.fvg.it/modelli.php?ln=&m=0

Dati generali

Il Sistema di Allertamento regionale è articolato in due fasi operative:

fase di previsione;

fase di monitoraggio e sorveglianza.

La fase di previsione deve essere costituita dalla valutazione, sostenuta da un’adeguata modellistica

numerica, della situazione meteorologica, nivologica, idrologica, idraulica e geomorfologica attesa,

nonché degli effetti che tale situazione può determinare sull’integrità della vita, dei beni, degli

insediamenti e dell’ambiente. Tale fase si articola in tre attività:

analisi dei dati meteorologici e elaborazione delle previsioni circa la natura e l’intensità degli

eventi meteorologici attesi, ai fini di protezione civile – funzione assicurata dal Settore Meteo

del CFD;

previsione degli effetti al suolo che il manifestarsi dei fenomeni atmosferici previsti dovrebbe

determinare sulle diverse aree del territorio regionale – funzione assicurata dal Settore

IdroGeo del CFD;

valutazione del livello di criticità atteso nelle diverse zone di allerta, ottenuto confrontando le

previsioni elaborate con i valori delle soglie adottate – funzione assicurata dal Settore IdroGeo

del CFD.

La fase di monitoraggio e sorveglianza viene attivata in vista del verificarsi di un evento

meteorologico avverso, in altre parole quando la combinazione delle previsioni meteorologiche e dei

previsti effetti al suolo determina uno stato di attivazione del sistema di protezione civile. Tale fase

deve essere attuata allo scopo di rendere disponibili al sistema di protezione civile le informazioni che

consentano di formulare e confermare gli scenari previsti o di aggiornarli a seguito dell’evoluzione

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Friuli-Venezia Giulia – p. 2

dell’evento in atto, per permettere alla protezione civile di adottare tempestivamente le misure di

salvaguardia della pubblica incolumità. Tale fase, quando attivata, deve garantire le seguenti funzioni:

osservazione qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale, dell’evento in atto;

previsione a breve e a brevissimo termine dell’evoluzione dell’evento meteorologico e dei

relativi effetti attraverso il nowcasting meteorologico e/o mediante modelli idrologici-

idraulici-idrogeologici.

Attività svolte dal Centro Funzionale della Regione Friuli-Venezia Giulia

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane superficiali;

colate rapide di detriti o fango;

caduta di massi;

piogge intense e temporali forti;

nevicate;

gelo;

vento;

ecc.

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Allegato: Regione Friuli-Venezia Giulia – p. 3

Zone di allerta meteo

La definizione delle Zone di Allerta Meteo per rischio meteorologico, idrogeologico, idraulico ha

portato all’individuazione di ambiti territoriali caratterizzati da una risposta meteorologica omogenea,

tenendo in considerazione l’idrografia, la meteorologia e l’orografia del territorio.

Il criterio idrografico è stato utilizzato per cercare di circoscrivere, per quanto possibile, la parte

montana dei principali bacini, avente caratteristiche prevalentemente torrentizie, e la parte di pianura,

con caratteristiche prevalentemente fluviali e tratte arginate nel basso corso.

Il criterio meteorologico si riferisce alle scale spaziali delle previsioni meteorologiche, tenendo conto

delle caratteristiche pluviometriche e climatiche dei differenti ambiti.

Il criterio orografico permette di distinguere, per quanto possibile, settori omogenei dal punto di vista

degli effetti sul territorio.

Come sintesi dell’applicazione dei diversi criteri è stato individuato un numero limitato di zone di

allerta al fine di poter utilizzare le medesime per tre tipi di rischio nelle diverse articolazioni, anche in

relazione alle possibilità di previsione e monitoraggio dell’evoluzione dei diversi fenomeni e dei

processi di piena.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

FVG-A Bacino del Livenza e del Lemene Pordenone

FVG-B Bacino montano del Tagliamento e del Torre Pordenone, Udine

FVG-C Bacino dell’Isonzo e Pianura di Udine e Gorizia Gorizia, Udine

FVG-D Bacino di Levante/Carso Gorizia, Trieste

Zone di allerta meteo della Regione Friuli-Venezia Giulia

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Allegato: Regione Friuli-Venezia Giulia – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, pressione atmosferica, umidità dell’aria, moto ondoso e precipitazione nevosa.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 143 pluviometri.

Inoltre il Centro Funzionale ha a disposizione 2 radar meteorologici.

Il primo radar è situato a Fossalon, frazione del comune di Grado (GO), mentre il secondo, entrato in

funzione nell’autunno del 2008, è situato sul monte Zouf Plan (UD). Quest’ultimo consente la

massima copertura della zona montana della Regione ed anche di parte della Carinzia e della Slovenia.

In generale i dati radar vengono utilizzati per scopi di protezione civile al fine di individuare e

monitorare eventi critici nonché per effettuare il nowcasting meteorologico.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica e alla mesoscala, per la conseguente redazione del Bollettino

Meteorologico Regionale, per l'adozione degli Avvisi di Avverse Condizioni Meteorologiche e per la

previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di

criticità di carattere idraulico ed idrogeologico. Per quanto riguarda la modellazione

meteorologica, il Centro Funzionale fa riferimento al modello WRF (Weather Research and

Forecasting), con risoluzione pari a 5 km e aggiornamenti quotidiani disponibili dopo le ore 13:00

ed al modello INCA (Integrated Nowcasting Comprehensive Analysis), realizzato dal servizio

meteo austriaco e con una risoluzione pari a 1 km.

Per la previsione degli effetti al suolo è stato definito un sistema di soglie pluviometriche per

valutare il rischio di insorgenza di uno scenario di ordinaria, moderata o elevata criticità. Il modello

adottato per la definizione del sistema di soglie non deriva da un approccio fisico, in un particolare

contesto geografico e per una determinata tipologia di fenomeno, ma dall’elaborazione di un

approccio statistico-probabilistico, che considera contemporaneamente contesti fisico-geografici

e geologici differenti e diverse tipologie di fenomeni. Il sistema di soglie risulta un utile indicatore per

la previsione degli effetti al suolo; il superamento, in fase previsionale, di un valore soglia non dovrà

però costituire un automatismo per l’emissione di un Avviso di criticità, ed analogamente il non

superamento di soglie pluviometriche non indica che non verrà invece emesso un “Avviso di criticità”,

in quanto nella valutazione si tiene conto anche dell’attendibilità della previsione e di altri riscontri

diretti e informazioni dal territorio. Il confronto tra previsione e soglia viene operato secondo due

aspetti:

in base al tipo di rischio il superamento di soglie di tipo puntuale, da parte dei valori di

precipitazione massima previsti, risulta un indicatore di un possibile rischio idrogeologico

localizzato, caratterizzato da fenomeni localizzati quali debris flows, erosioni puntuali e frane

di scivolamento; il superamento della soglia di tipo areale, da parte dei valori di precipitazione

media previsti, risulta invece indicatore di un possibile rischio idraulico a scala di bacino o di

insieme di bacini;

in base alla situazione in atto per ciascun tipo di rischio, analizzando oltre ai quantitativi di

pioggia previsti e quindi le eventuali soglie superate, anche le condizioni di saturazione

dei suoli determinate dalla pioggia dei giorni precedenti e le eventuali condizioni di dissesto

in essere.

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Allegato: Regione Friuli-Venezia Giulia – p. 5

Strumenti di comunicazione

I documenti emessi dal CFR, relativamente al rischio idrogeologico, sono costituiti da:

Bollettino di Criticità Regionale per Rischio Idrogeologico e Idraulico: viene

pubblicato nelle ore di emissione previste (tipicamente le ore 12:00) dal Settore IdroGeo del

CFR e viene trasmesso al CFC presso il Dipartimento della Protezione Civile.

Riporta in premessa un riferimento alla previsione meteorologica fornita dal Settore Meteo del

CFR nel Bollettino di Vigilanza Meteorologica Regionale, contenente gli eventuali Avvisi

Meteo Regionali, e un quadro delle precipitazioni verificatesi nelle 24 ore precedenti. Riporta

inoltre la previsione degli effetti al suolo attesi per il rischio idrogeologico ed idraulico, il

livello di criticità previsto, secondo gli scenari generali, differenziato per le quattro zone di

allerta (A, B, C, e D), per le successive 36 ore, nonché eventualmente una nota sulla tendenza

per le successive 24 ore.

Il Bollettino di Criticità Regionale per rischio idrogeologico e idraulico, compilato ed emesso

con il sistema DEWETRA WEB-ALERT, è così disponibile direttamente via web al CFC e

viene inoltre pubblicato quotidianamente sul sito della Protezione Civile della Regione

all’indirizzo http://www.protezionecivile.fvg.it;

Avviso di Criticità Regionale per Rischio Idrogeologico e Idraulico: viene

pubblicato nelle ore di emissione previste (tipicamente entro le ore 14:00) e nei casi in cui si

valuti una criticità almeno ordinaria in una delle Zone di Allerta Meteo della Regione, dal

Settore IdroGeo del CFR provvede ad emettere l’Avviso di criticità regionale per rischio

idrogeologico e idraulico, viene trasmesso alla SOR e da questa, unitamente al messaggio di

Allerta Regionale che ne consegue, al Centro Funzionale Centrale presso il Dipartimento della

Protezione Civile. La SOR provvede inoltre a diramare tale Avviso recepito nell’Allerta

Regionale, agli Enti e soggetti interessati.

Una sintesi dell’Avviso di Criticità Regionale e dell’Allerta Regionale viene trasmesso via sms

ai cellulari in dotazione ai gruppi comunali di Protezione civile, e ai numeri forniti dagli Enti e

soggetti interessati.

L’Avviso di Criticità e l’Allerta Regionale vengono altresì comunicati alla popolazione

attraverso il sito web della Protezione Civile della Regione all’indirizzo

http://www.protezionecivile.fvg.it e con appositi comunicati stampa trasmessi ai

mass media regionali;

Bollettino di Aggiornamento sull’Evento in Atto: in caso di emissione questo

documento viene diffuso dalla SOR agli Enti e soggetti interessati tramite le seguenti modalità:

PEC ed e-mail.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Lazio Approvazione delle direttive per la gestione del Sistema di Allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile della Regione Lazio

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Lazio – p. 1

Regione Lazio Approvazione delle direttive per la gestione del Sistema di Allertamento per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile della Regione Lazio

Normativa

Deliberazione della Giunta Regionale n° 272 del 15 giugno 2012

Approvazione delle direttive per la gestione del Sistema di Allertamento per il rischio idrogeologico ed

idraulico ai fini di protezione civile della Regione Lazio, propedeutiche all'attivazione formale del

Centro Funzionale Regionale.

Altre fonti consultate

Dati generali

Il CFR svolge tre tipi di attività:

attività previsionale;

attività di monitoraggio e sorveglianza;

attività di analisi e studio.

L’attività previsionale si basa sulla valutazione, sostenuta da adeguata modellistica numerica, della

situazione meteorologica, nivologica, idrologica, idraulica e idrogeologica attesa e dei previsti effetti al

suolo. Essa è articolata in tre funzioni:

assimilazione dei dati osservati e/o elaborazione della previsione circa la natura e l'intensità

degli eventi meteorologici attesi;

previsione degli effetti che il manifestarsi di tali eventi dovrebbe determinare sul territorio

regionale;

valutazione del livello di criticità complessivamente atteso nelle zone d'allerta, ottenuto anche

confrontando le previsioni elaborate con i valori delle soglie prefissate.

L’attività di monitoraggio e sorveglianza ha lo scopo, tramite la trasmissione, la raccolta e la

concentrazione nei Centri Funzionali dei dati rilevati, nonché tramite le notizie non strumentali

reperite localmente, di rendere disponibili informazioni che consentano sia di formulare e/o di

confermare gli scenari previsti, sia di aggiornarli a seguito dell'evoluzione dell'evento in atto.

Questa è articolata in quattro funzioni:

composizione e rappresentazione di dati meteo-climatici rilevati sia da piattaforme satellitari

che da stazioni strumentali e reti a terra;

composizione e rappresentazione di dati pluvio-idrometrici;

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Allegato: Regione Lazio – p. 2

previsione a breve termine sia dell'evoluzione dell'evento che dei relativi effetti attraverso il

nowcasting meteorologico, cioè l'uso di modelli meteorologici ad area limitata inizializzati

sulla base delle informazioni radar meteorologiche e pluvio-idrometriche raccolte in tempo

reale, e quindi di modelli idrologici-idraulici-idrogeologici inizializzati dalle misure

pluvioidrometriche raccolte in tempo reale;

verifica del livello di criticità in essere e previsto, attraverso il confronto delle misure rilevate

con le soglie adottate e/o con eventuali notizie fornite da osservatori locali debitamente

istruiti.

L’attività di analisi e studio è dedicata al costante sviluppo della modellistica previsionale,

all’analisi delle principali condizioni di rischio ed alla gestione del sistema informativo di interscambio

dei dati raccolti per finalità di pianificazione, programmazione nonché per compiti di protezione civile.

Al termine di ogni evento meteo-idrologico significativo, in particolare il CFR elabora un Rapporto di

evento, che ha lo scopo di riassumere le informazioni relative all’evento stesso, al fine di rilevarne le

caratteristiche salienti e consentirne un inquadramento più ampio. Esso, tra l’altro, consente

l’immediata verifica delle previsioni meteorologiche in relazione agli eventi realmente accaduti, la

verifica della validità dei livelli di allerta del sistema di protezione civile, la valutazione degli scenari

prodotti dall’evento.

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

scorrimenti superficiali;

colate detritiche;

caduta di massi;

temporali accompagnati da fulmini;

rovesci di pioggia e grandinate;

colpi di vento e trombe d’aria.

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Allegato: Regione Lazio – p. 3

Zone di allerta meteo

Il percorso logico seguito, è stato quello di individuare, a partire dai Bacini Idrografici Elementari,

dapprima 19 Aree Idrogeologiche Omogenee di dimensioni tali da rappresentare con un dettaglio

sufficiente le distinte zone e sottozone pluviometriche all’interno della Regione Lazio.

Successivamente tali aree sono state accorpate, in base a criteri orografici, fino ad una scala spaziale

coerente con le previsioni meteorologiche, definendo così le Zone di Allerta Meteo.

ZONE DI ALLERTA

DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA

AREE IDROLOGICHE OMOGENEE

PROVINCE INCLUSE

LAZI-A Bacini Costieri Nord

1. Fiora-Chiarone-Tafone 2. Marta-Arrone Nord-Bolsena

3. Mignone 4. Arrone Sud-Bracciano

5. Chiani-Puglia

Roma, Viterbo

LAZI-B Bacino Medio Tevere 6. Tevere Rieti, Roma, Viterbo

LAZI-C Appennino di Rieti 7. Tronto

8. Velino-Corno 9. Salto-Turano

Rieti, Roma

LAZI-D Roma 10. Roma Roma

LAZI-E Aniene 11. Aniene Frosinone, Rieti, Roma

LAZI-F Bacini Costieri Sud

12. Astura-Moscarello 13. Latina

14. Amaseno-Ufente 15. Lago di Fondi

Frosinone, Latina, Roma

LAZI-G Bacino del Liri

16. Sacco-Cosa 17. Liri

18. Melfa 19. Gari

Frosinone, Latina, Roma

Zone di allerta meteo della Regione Lazio

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Allegato: Regione Lazio – p. 4

Sistema di monitoraggio

Il CFR integra i dati, rilevati in tempo reale ad intervalli di 15 minuti dalla rete meteo-pluvio-

idrometrica della Regione Lazio attraverso ponti radio, relativi ai principali parametri meteorologici

(temperatura e umidità dell’aria, pressione atmosferica, vento, ecc.), pluviometrici (altezza ed intensità

di pioggia) e idrometrici (livello dei corsi d'acqua e portata), con la raccolta di dati provenienti da altre

reti di rilevamento in base ad intese o accordi tra amministrazioni diverse.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 121 pluviometri, ma è previsto

a breve un potenziamento della rete pluviometrica tramite l’installazione di ulteriori 60 stazioni in

corso di progettazione.

Inoltre il Centro Funzionale ha attivato la sperimentazione di un sistema radar per la stima delle

precipitazioni siano esse pioggia, neve o ghiaccio. Il radar consente di acquisire in tempo reale i dati

istantanei di precipitazione per applicazioni di nowcasting consentendo l'individuazione dei fenomeni

particolarmente violenti.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica e alla mesoscala, per la conseguente redazione del Bollettino

Meteorologico Regionale, per l'adozione degli Avvisi di Avverse Condizioni Meteorologiche e per la

previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di

criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, non vi sono informazioni disponibili.

Ai fini della valutazione del rischio idrogeologico, in sede di prima applicazione, per ciascuna

delle Zone di Allerta sono state calcolate le soglie pluviometriche, corrispondenti a diversi livelli di

criticità, associati a degli opportuni tempi di ritorno, individuabili dall’analisi probabilistica dei

fenomeni di pioggia. Il concetto di tempo di ritorno può essere utilizzato come un indicatore di

massima della pericolosità.

In particolare, le soglie pluviometriche sono state calcolate in funzione di tre diversi livelli di criticità,

secondo le seguenti:

ordinaria (associabile a precipitazioni con tempo di ritorno pari a 2 anni o a fenomeni intensi

quali temporali di incerta prevedibilità);

moderata (associabile a precipitazioni con tempo di ritorno pari a 10 anni);

elevata (associabile a precipitazioni con tempo di ritorno pari a 50 anni).

Le soglie relative ai vari tempi di ritorno ed alle diverse durate di pioggia, sono state dapprima

calcolate per ogni microarea tramite le curve segnalatrici di probabilità pluviometrica.

Successivamente per ogni Area Idrogeologica Omogenea sono state calcolate le soglie come media,

pesata sulla superficie, delle soglie delle corrispondenti microaree. Le soglie pluviometriche di

riferimento sono state ulteriormente verificate attraverso l’utilizzo delle quote minima e massima di

ciascun bacino, per poter apprezzare gli scostamenti indotti nel risultato finale dal fattore orografico.

Un’ulteriore verifica ha riguardato il confronto tra le soglie pluviometriche areali e le corrispondenti

soglie puntuali calcolate per ciascun pluviometro di osservazione. Tenendo conto che le previsioni

meteorologiche di cui si dispone risultano calibrate ordinariamente su un arco temporale di 24 h, 48 h

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Allegato: Regione Lazio – p. 5

e 72 h, si sono privilegiati i dati corrispondenti a durate di pioggia pari a 24 h e 48 h per le successive

analisi idrologiche (pur avendo conservato la disponibilità di informazioni relative a durate di pioggia

di 1 h, 3 h, 6 h e 12 h, utili in una successiva fase di gestione in tempo reale degli eventi attesi).

Strumenti di comunicazione

Le previsioni meteorologiche e gli Avvisi meteo rappresentano, rispettivamente, il primo passo verso la

predisposizione della previsione deterministica degli effetti al suolo, ed una prima interpretazione

della loro possibile criticità nell’ambito delle Zone di Allerta individuate dal CFR. Il CFR si avvale delle

previsioni meteorologiche nazionali e regionali emesse quotidianamente dal DPC, presso il quale è

costituito un apposito Gruppo Tecnico per le previsioni sinottiche. Il Gruppo Tecnico predispone ogni

giorno le previsioni meteorologiche a scala sinottica ai fini di protezione civile per le successive 24, 48

e 72 ore, le rende disponibili al CFR tramite un’area riservata web entro le ore 12.00. Tali previsioni

consentono al DPC di emettere e pubblicare sul sito internet www.protezionecivile.it, quotidianamente

entro le ore 15.00 un Bollettino di vigilanza meteorologica giornaliero a scala nazionale ai fini di

protezione civile, un documento di Previsione Meteorologica per il Lazio e di emettere e pubblicare

tempestivamente, se del caso, un Avviso di avverse condizioni meteorologiche nazionale che conterrà

opportune informazioni per tutte le regioni interessate.

Il CFR emette quotidianamente, entro le ore 14.00, un Bollettino di Criticità idrogeologica ed

idraulica regionale per il Lazio, sulla base dei Bollettini di vigilanza meteo prodotti dal DPC.

In caso di fenomeni precipitativi significativi previsti per la regione Lazio, il DPC di concerto con il

CFR valuta ed eventualmente predispone l'emissione di un Avviso meteo, contestualmente il CFR

valuta gli scenari di rischio probabili e, sulla base della classificazione del territorio in Zone di Allerta e

delle relative soglie pluviometriche, si esprime sui livelli di criticità raggiungibili in ciascuna di esse,

riportandoli eventualmente in un Avviso di criticità idrogeologica ed idraulica regionale.

In dettaglio, il CFR stabilisce l’opportunità di emissione dell’Avviso di criticità regionale sulla base dei

seguenti elementi: piogge previste, come riportate dai Bollettini del DPC; condizioni pregresse di

saturazione dei suoli; piogge in atto, come misurate dalla rete di monitoraggio pluviometrico in

telemisura; dati di altro tipo misurati da altre reti di monitoraggio locali o regionali; confronti tra

piogge, previste o misurate, e relative soglie pluviometriche; elaborazioni effettuate con modelli di

livello superiore di natura analitica, per prefigurare gli scenari di evoluzione dei deflussi fluviali e le

eventuali interazioni con l’ambito territoriale di pertinenza; valutazioni derivanti da comunicazioni da

parte di soggetti protagonisti del sistema di Protezione Civile riguardo a particolari condizioni critiche

sul territorio regionale.

Tutti i documenti prodotti dal CFR del Lazio vengono diffusi tramite messaggio di allertamento e

tramite il sito web istituzionale (www.regione.lazio.it).

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Liguria Procedura di allertamento meteo ed idrologica per la Regione Liguria

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Liguria – p. 1

Regione Liguria Procedura di allertamento meteo ed idrologica per la Regione Liguria

Normativa

Deliberazione della Giunta Regionale n° 746 del 9 luglio 2007

Procedura di allertamento meteo ed idrologica per la Regione Liguria.

Deliberazione della Giunta Regionale n° 1057 del 6 ottobre 2015 (aggiornamento)

Aggiornamento del sistema di allertamento e linee guida per la pianificazione del livello comunale e

provinciale di Protezione Civile.

Altre fonti consultate

http://www.meteolanterna.net/approfondimenti/nuova-procedura-di-allerta-ligure

Dati generali

A seguito della Direttiva del P.C.M. 27 febbraio 2004 le strutture di previsione e monitoraggio, nate

dalle esigenze regionali di protezione civile nel corso degli anni, sono state unificate sotto il nome di

Centro Funzionale Meteo Idrologico della Protezione Civile (CFMI-PC) della Regione Liguria.

Tale Centro Funzionale:

fa parte della rete nazionale dei centri funzionali e svolge attività operative di previsione,

monitoraggio e sorveglianza, in accordo con gli indirizzi operativi del sistema di

allertamento statale e regionale per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di Protezione

Civile;

è gestito da ARPAL, ai sensi della L.R. n. 20/2006 ed è dipendente funzionalmente dalla

struttura regionale competente in materia di protezione civile con le modalità di cui alla

D.G.R. n. 915/2007.

Il CFMI-PC, pur tenendo conto delle peculiarità fisiografiche e climatologiche locali, opera, a seguito

della Direttiva del PCM del 27 febbraio 2004, nell’ambito della rete nazionale dei Centri Funzionali e

secondo criteri e procedure operative oggettive e condivise a livello nazionale. Compito della rete dei

Centri Funzionali è quello di far confluire, concentrare ed integrare tra loro dati rilevati dalle reti

meteo-idro-pluviometriche locali, dalla rete radarmeteorologica nazionale, dalle diverse piattaforme

satellitari disponibili per l'osservazione della terra, nonché dati territoriali idrologici, geologici,

geomorfologici e modellazioni meteorologiche, idrologiche, idrogeologiche ed idrauliche.

L’attività previsionale e di monitoraggio del CFMI-PC si esplica applicando le più avanzate tecnologie

scientifico-operative di settore attualmente disponibili, pur in un quadro di possibile o parziale

indeterminatezza conseguente alla peculiarità dei parametri di genesi e del comportamento meteo-

idrologico determinato dalle specificità del golfo ligure e del territorio regionale.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Liguria – p. 2

In particolare, il CFMI-PC effettua le previsioni meteo-idrologiche ed una valutazione del possibile

conseguente rischio su specifiche Zone di Allerta (meglio identificate in seguito) definite in accordo

con lo Stato in base alla citata direttiva ed adottate da Regione Liguria. Da un punto di vista

procedurale tale rischio è stato suddiviso in tre specifiche tipologie: idrogeologico, nivologico e

puramente meteorologico (probabilità di temporali forti, vento, mare, disagio fisiologico).

Il raggiungimento di un livello di rischio non nullo, associato a definiti scenari di rischio, determina

l’emissione di opportuna messaggistica da parte del CFMI-PC ed è alla base del sistema di

allertamento della PC-RL. Per il rischio meteorologico indotto da temporali, vento, mare, disagio

fisiologico non è prevista procedura di allertamento ma si instaurano dei livelli di Vigilanza

differenziati e crescenti (Nullo, Attenzione, Avviso). Per il rischio idrogeologico o nivologico è prevista

una procedura di allertamento tramite messaggistica di allerta.

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane innescate da piogge;

temporali forti;

neve e ghiaccio;

vento;

mareggiate;

disagio fisiologico.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Liguria – p. 3

Zone di allerta meteo

A partire dal 2004 la Regione Liguria ha previsto la divisione del territorio in Zone di Allerta Meteo

che non coincidono con i limiti amministrativi provinciali ma rispettano il criterio di zonazione

fisiografica imposto dalla Direttiva del P.C.M. 27 febbraio 2004.

A differenza dei limiti amministrativi provinciali, le Zone di Allerta Meteo rispettano sia gli ambiti

territoriali di bacino idrografico che criteri di congruenza meteorologica, ovvero individuano

comprensori di bacini idrografici meteorologicamente simili per quanto concerne la tipologia dei

fenomeni pluviometricamente intensi che si vengono a presentare con maggiore frequenza.

La zonazione ha comunque adottato i limiti comunali quali unità territoriale minima, dal punto di

vista amministrativo, perciò ad ognuno dei 235 Comuni della Regione Liguria corrisponde solo una

Zona di Allerta Meteo.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

LIGU-A Bacini Liguri Marittimi di Ponente Imperia, Savona

LIGU-B Bacini Liguri Marittimi di Centro Genova, Savona

LIGU-C Bacini Liguri Marittimi di Levante Genova, La Spezia

LIGU-D Bacini Liguri Padani di Ponente Genova, Savona

LIGU-E Bacini Liguri Padani di Levante Genova

Zone di allerta meteo della Regione Liguria

All’interno di queste macroaree, sono identificate zone “particolari”, considerate a vulnerabilità

maggiore:

comuni costieri (intesi come quei comuni con uno sbocco sul mare, per i quali in caso di allerta

nivologica vengono previste azioni di mitigazione delle emergenze maggiori rispetto a un

comune dell’interno, perché solitamente i comuni costieri hanno una densità abitativa

maggiore e sono “meno abituati” a vivere nevicate anche di debole intensità);

tracciati autostradali (i quali spesso attraversano zone impervie e di difficile accesso, ma

possono essere fondamentali vie di transito in situazioni di disagio: il loro malfunzionamento

può ripercuotersi sulla viabilità ordinaria e rallentare la “macchina dei soccorsi”).

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Liguria – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare globale, pressione atmosferica,

umidità relativa, altezza della neve, altezza d’onda e bagnatura fogliare.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 209 pluviometri.

Inoltre, è disponibile il radar meteorologico del monte Settepani (SV) è stato installato nel 2002

dalle regioni Liguria e Piemonte a 1387 metri s.l.m. Si tratta di un radar meteorologico Doppler

polarimetrico in banda C, modello GPM 250, che attraverso la misura della riflettività consente di

osservare la distribuzione spaziale delle strutture di precipitazione con elevato dettaglio.

Il radar è uno strumento per il monitoraggio pluviometrico di un evento intenso: esso fornisce una

stima dedotta della precipitazione (non una misura diretta come per il pluviometro) ma ha il pregio di

fornire un quadro areale d’insieme del campo di precipitazione, anche in zone non coperte dalla rete,

come per esempio il mare.

Un altro strumento utile per il monitoraggio è il satellite meteorologico geostazionario di

seconda generazione MSG (Meteosat Second Generation). L'MSG, il cui segnale è ricevuto da

un’antenna primaria presso il CFMI-PC di ARPAL, “osserva” costantemente da un’altezza di 36000 km

le nubi. Il maggiore pregio di MSG è l'alta risoluzione: spaziale, temporale e radiometrica.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica e per la previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto.

Per la modellazione meteorologica, quotidianamente vengono acquisiti e confrontati i risultati

delle simulazioni dei modelli meteorologici a circolazione generale (modello europeo

ECMWF e modello americano AVN) e ad area limitata (LOKALL Modell, BOLAM-

MOLOCH).

Per la previsione degli effetti al suolo va precisato che il rischio idrogeologico può derivare da:

eventi di precipitazione diffusa, intensa e/o persistente, tali da coinvolgere ambiti

territoriali con l’estensione tipica delle Zone di Allerta Meteo;

probabilità di accadimento di rovesci/temporali di forte intensità, anche

organizzati e/o persistenti, che tipicamente interessano ambiti territoriali di minore

estensione rispetto a quella delle Zone di Allerta Meteo.

CLASSIFICAZIONE FENOMENI METEO

ASSENTI/ NON SIGNIFICATIVI

SIGNIFICATIVI INTENSI MOLTO INTENSI

Intensità di precipitazione (mm/3 h)

— Moderata Forte

(T=2 anni) Molto forte (T=5 anni)

Quantità di precipitazione (mm/12 h)

— Significativa Elevata

(T=1 anno) Molto elevata (T=4 anni)

Temporali/ rovesci forti

— Bassa probabilità Alta probabilità Alta probabilità

Modello probabilistico adottato dalla Regione Liguria

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Liguria – p. 5

Strumenti di comunicazione

Il flusso informativo tra le diverse componenti del sistema di protezione civile e da/verso l’esterno è un

aspetto cruciale della gestione del rischio meteo-idrogeologico e idraulico. L’informazione, chiara e

completa, deve fluire in modo efficace e rapido sia prima che durante l’emergenza.

La messaggistica previsionale del CFMI-PC di ARPAL comprende:

Bollettino di Vigilanza/Avviso Meteo Regionale: viene di norma emesso dal lunedì al

sabato, entro le 11:00, ha validità di 72 ore dal giorno di emissione e costituisce un messaggio

di Protezione Civile. In caso di previsione di scenari di criticità al suolo non nulli di rischio

idrologico/nivologico per un festivo non coperto da servizio ordinario, o per il giorno seguente

ad esso, viene garantita l’emissione anche nel suddetto festivo;

Messaggio/Avviso di Criticità Idrologica Regionale;

Avviso di Criticità Idrologica Regionale per Temporali Forti.

Vengono pubblicati sui siti web www.allertaliguria.gov.it e www.arpal.gov.it e vengono

diramati agli enti del sistema di protezione civile ligure via e-mail e PEC. Vengono diffusi da ARPAL

tramite sms. Inoltre, il Bollettino di Vigilanza/Avviso meteo regionale viene trasmesso anche

attraverso i social network Facebook e Twitter.

Invece, la messaggistica di allertamento della Protezione Civile della Regione Liguria comprende:

Preallerta (idrogeologica/idraulica e/o nivologica), per eventi che iniziano dopo 48

ore dal giorno di emissione. Contiene i seguenti elementi: ora e data di emissione e numero

progressivo della comunicazione; destinatari diretti del messaggio; Zone di Allerta Meteo

interessate e per quale fenomeno meteorologico; informazioni in ordine ad eventuali altri

rischi; effetti al suolo legati al rischio frane.

Al Messaggio di Preallerta segue in ogni caso un successivo messaggio, che può essere di

Cessato Preallerta o di Allerta;

Allerta (idrogeologica/idraulica e/o nivologica), per eventi che iniziano entro 48 ore

dal giorno di emissione e per l’aggiornamento di uno stato di allerta già emesso. Riporta: ora e

data di emissione; destinatari diretti del messaggio; Zone di Allerta Meteo interessate; data e

ora di inizio e di fine di validità dell’allerta, distinta per Zona; livello cromatico dell’allerta;

informazioni in ordine ad eventuali altri rischi meteorologici; effetti al suolo legati al rischio

frane;

Cessata Allerta e Cessata Preallerta (idrogeologica/idraulica e/o nivologica).

La messaggistica di allertamento viene pubblicata sul sito web www.allertaliguria.gov.it; il

messaggio di allertamento viene trasmesso via PEC, posta elettronica, telefax e sms.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Lombardia Direttiva regionale per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per i rischi naturali ai fini di protezione civile

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Lombardia – p. 1

Regione Lombardia Direttiva regionale per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per i rischi naturali ai fini di protezione civile

Normativa

Deliberazione della Giunta Regionale n° 8/8753 del 22 dicembre 2008

Direttiva regionale per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per i rischi naturali

ai fini di protezione civile.

Decreto del Dirigente della U.O. Protezione Civile n° 12722 del 22 dicembre 2011

(Aggiornamento)

Approvazione dell’aggiornamento tecnico della direttiva regionale per la gestione organizzativa e

funzionale del sistema di allertamento per i rischi naturali ai fini di protezione civile.

Decreto del Dirigente della U.O. Protezione Civile n° 12812 del 30 dicembre 2013

(Aggiornamento)

Aggiornamento tecnico della direttiva per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta

per i rischi naturali ai fini di protezione civile (d.g.r. n° 8/8753/2008).

Altre fonti consultate

http://ita.arpalombardia.it/ITA/servizi/richiesta_dati/idro/staz_auto.asp

Dati generali

La gestione dell’allerta, per ogni tipo di rischio, è sviluppata su due distinte fasi:

una fase previsionale, costituita dalla valutazione della situazione meteorologica,

nivoidrologica e geomorfologica attesa, nonché degli effetti al suolo che possono impattare

sull’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente;

una fase di monitoraggio e sorveglianza, costituita da osservazioni dirette e strumentali

oltre che da previsioni ottenute mediante modelli matematici.

La fase previsionale è finalizzata alla previsione degli effetti al suolo, che possono interessare

l’ambito della protezione civile, e si attua con tempi di preavviso tipicamente superiori a 12 ore. Si

articola in un’analisi dei dati meteorologici e in una previsione dei fenomeni atmosferici, mediante

modellistica numerica, riassunta nei parametri fisici più indicativi. Queste funzioni sono assicurate dal

Servizio meteorologico di ARPA Lombardia, e possono portare all’emissione di un Avviso di

Condizioni Meteo Avverse indirizzato all’U.O. Protezione Civile della Giunta Regionale. A seguito del

suddetto Avviso, il gruppo di lavoro del Centro Funzionale della Sala operativa elabora la previsione

degli effetti al suolo, classificandoli secondo diversi livelli di criticità, mediante l’emissione giornaliera

di un Avviso di Criticità emesso dal Dirigente dell’U.O. Protezione Civile, per conto del Presidente di

Regione Lombardia.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Lombardia – p. 2

La fase di monitoraggio e sorveglianza è finalizzata a verificare l’evoluzione dei fenomeni

meteorologici e a confermare o aggiornare la previsione degli effetti al suolo; in tale fase sono

sviluppate anche previsioni a breve e brevissimo termine allo scopo di mettere a disposizione, con la

massima tempestività e anticipo possibili, gli scenari di rischio. Queste funzioni sono assicurate

costantemente dal predetto gruppo di lavoro del Centro Funzionale tramite l’osservazione dei dati

strumentali e l’utilizzo di modellistica numerica idrologica e idraulica. Alla fase di monitoraggio

concorrono altresì tutti i Presidi territoriali secondo le specifiche descritte nei piani d’emergenza, o atti

equivalenti, e definite in sede locale in funzione degli scenari di rischio anche mediante l’osservazione

diretta dei fenomeni precursori.

Le componenti del sistema di protezione civile coinvolte nella gestione del rischio idrogeologico

sono le seguenti:

U.O. Protezione Civile-Centro Funzionale;

ARPA Lombardia;

Presidi territoriali: Pubbliche Amministrazioni, Agenzie e Strutture operative delle Pubbliche

Amministrazioni (Agenzia Interregionale del fiume PO (AIPO), Sedi Territoriali provinciali

(STER) e Comuni), Enti di regolazione dei grandi laghi alpini, Consorzi di Bonifica, Consorzi

di Irrigazione e Consorzi di miglioramento fondiario e Società private e soggetti privati;

Soggetti titolari e/o concessionari di servizi e infrastrutture di trasporto.

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

Idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

soil slip;

colate detritiche;

colate fangose;

debris flow;

debris torrent;

temporali forti;

neve;

valanghe;

vento forte;

ondate di calore.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Lombardia – p. 3

Zone di allerta meteo

I criteri considerati per definire le Zone di Allerta Meteo sono di natura meteorologica, orografica,

idrografica e amministrativa. Il criterio prioritario d’omogeneità è rappresentato dalla valutazione del

regime delle precipitazioni sulle quali incide in modo rilevante l’orografia del territorio. I rilievi, infatti,

forzando il sollevamento delle masse d’aria, contribuiscono alla formazione delle nubi e delle

precipitazioni. Il criterio idrografico è decisivo sull’evoluzione dei fenomeni di piena, perché la pioggia

caduta all’interno di un bacino idrografico genera effetti sul territorio dello stesso bacino. I confini

amministrativi permettono infine di rendere le fasi di allerta e di prima risposta all’insorgenza dei

rischi più semplici e veloci.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

LOMB-A Alta Valtellina Sondrio

LOMB-B Media-Bassa Valtellina Sondrio

LOMB-C Nordovest Como, Lecco, Sondrio, Varese

LOMB-D Pianura Occidentale Como, Crema, Lecco, Lodi,

Milano, Monza, Pavia, Varese

LOMB-E Oltrepò Pavese Pavia

LOMB-F Pianura Orientale Bergamo, Brescia, Crema,

Mantova

LOMB-G Garda-Valcamonica Bergamo, Brescia

LOMB-H Prealpi Centrali Bergamo, Lecco

Zone di allerta meteo della Regione Lombardia

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Lombardia – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare netta e globale, pressione

atmosferica, umidità dell’aria e precipitazione nevosa.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 230 pluviometri, appartenenti

alle seguenti reti di rilevamento: Idropluvio Radio (60 pluviometri), Idropluvio GSM (33 pluviometri),

Ersaf (36 pluviometri), Shake Up (10 pluviometri), CMG (39 pluviometri), Aria (45 pluviometri) e

Nivometeo (7 pluviometri).

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica e alla mesoscala, per la conseguente redazione del Bollettino

Meteorologico Regionale, per l'adozione degli Avvisi di Avverse Condizioni Meteorologiche e per la

previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di

criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, il Centro Funzionale riceve quotidianamente,

tutti i parametri meteorologici del modello ad area limitata denominato COSMO I-7.

Per la previsione degli effetti al suolo è stato utilizzato un approccio di tipo probabilistico

considerando dei tempi di ritorno pari a 2 e 5 anni.

In questo senso è fondamentale individuare delle soglie di allerta, cioè dei valori da associare ad

alcuni parametri, che diano indicazioni sulla gravità del fenomeno che sta approssimandosi con un

certo anticipo. Questo anticipo serve al sistema di protezione civile per adottare le idonee misure di

prevenzione indicate nei piani di emergenza locali, qualora si renda necessario. Le soglie di

allertamento sono utilizzate anche per ulteriori attività di allerta a breve e brevissimo termine (es:

avvisi di criticità localizzati); tali soglie talvolta sono il risultato di modelli numerici che riescono a

raggiungere un livello di affidabilità più elevato. I valori devono essere definiti con molta cautela

perché devono tener conto sia dell’incertezza dei dati di previsione che si stanno utilizzando, sia della

confidenza della modellistica.

Il rischio idrogeologico è legato ai dissesti superficiali e dipende fortemente dal regime delle

precipitazioni, dalla litologia e dalla copertura superficiale del terreno; tutte caratteristiche

sufficientemente omogenee per vaste aree di territorio. Si tratta di fenomeni generalmente diffusi che

giustificano quindi l’utilizzo della pioggia come parametro precursore principale per l’attivazione delle

allerte per rischio idrogeologico.

I risultati elaborati dal Servizio Geologico della Regione Lombardia consentono l’individuazione di

soglie limite, basate su intensità di precipitazione e durata della stessa, correlata alla pioggia media

annua dell’area in esame, senza considerare i dati geotecnici dei materiali coinvolti. Le soglie sono

state ottenute su base sperimentale e in pratica verificando per ogni fenomeno, di cui si conoscessero

orario d’accadimento e località, quale era stata la pioggia caduta al suolo in precedenza; elaborando

tali informazioni si sono estrapolati dei valori ricorrenti che sono stati assunti come quantitativi

responsabili dell’innesco del fenomeno considerato.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Lombardia – p. 5

Il punto di partenza per la valutazione delle soglie minime d’innesco dei movimenti franosi

superficiali, è la carta delle p.m.a. (precipitazioni medie annue). Su di essa sono stati ricavati i valori

delle soglie S1 ed S2 per ogni isoieta, valutata per intervalli di tempo pari a 12 h e 24 h.

Inoltre è stata individuata una soglia S0, corrispondente alla soglia indicativa del passaggio da

normalità a criticità ordinaria, ottenuta moltiplicando per 0,75 i valori di S1.

Strumenti di comunicazione

Relativamente al rischio idrogeologico, il Centro Funzionale Regionale ha il compito di diffondere i

seguenti documenti:

Bollettino di Vigilanza Meteorologica Regionale: viene predisposto e diffuso

quotidianamente entro le ore 10:30; ha lo scopo di individuare i superamenti di soglia relativi

a diversi rischi naturali, tra i quali rientra anche il rischio idrogeologico;

Avviso Regionale di Condizioni Meteorologiche Avverse (Avviso CMA): viene

predisposto nel caso di eventi considerati potenzialmente critici ai fini di protezione civile, cioè

qualora si preveda il superamento di valori di soglia per criticità almeno moderata. La

diffusione avviene entro le ore 10:30 o appena si renda necessario.

Tale Avviso contiene indicazioni sul periodo di validità, le Zone di Allerta Meteo interessate, la

situazione meteorologica ed il tipo di evento attesi, l’evoluzione spazio-temporale, il periodo di

massima intensità, nonché la valutazione, qualitativa e quantitativa, delle grandezze meteo-

idrologiche previste.

Avviso di Criticità Regionale: viene emesso dal dirigente UOPC (delegato del Presidente

della Giunta Regionale) valutando gli effetti al suolo sulla base del Bollettino di Vigilanza

Meteorologica Regionale e dell’Avviso Regionale di Condizioni Meteorologiche Avverse. Il

documento viene emesso con immediatezza appena si renda necessario.

Per previsioni meteorologiche che interessano solamente porzioni limitate di aree omogenee o

per fenomeni ben circoscritti risulta opportuno indirizzare l’Avviso solo ad aree specifiche, da

definire di volta in volta, sulla base delle previsioni.

L’attivazione può riguardare:

stato di allerta (codice 2): moderata criticità;

stato di allerta (codice 3): elevata criticità.

L’Avviso potrà riguardare intere Zone di Allerta Meteo, ovvero porzioni di esse, definite di

volta in volta sulla base delle previsioni circa l’estensione dei fenomeni in atto.

Esso viene inviato a tutti i soggetti interessati nelle seguenti modalità:

Lombardia Integrata Posta Sicura (LIPS);

fax;

sms;

nella parte pubblica del sito web RL-UOPC.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Marche Procedure di allertamento del Sistema regionale Marche di Protezione Civile per il rischio idrogeologico e il governo delle piene

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Marche – p. 1

Regione Marche Procedure di allertamento del Sistema regionale Marche di Protezione Civile per il rischio idrogeologico e il governo delle piene

Normativa

Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 301 del 22 dicembre 2006

Procedure di allertamento del Sistema regionale Marche di Protezione Civile per il rischio

idrogeologico e il governo delle piene.

Altre fonti consultate

Manuale per l'Uso dell'Estrattore on-line – Centro Funzionale Multirischi Protezione

Civile Regione Marche

Archivio dei dati della rete di monitoraggio meteo-idro-pluviometrica.

Dati generali

La Regione Marche, ha destinato notevoli risorse, economiche ed umane, per sviluppare il Servizio

previsionale di meteorologia e idrologia decentrata e fornire, quotidianamente, un servizio di

valutazione della situazione meteo-idrologica, osservata e attesa, nonché una previsione degli effetti

indotti dalle precipitazioni sul territorio regionale. Tale servizio ha lo scopo di prevedere l’insorgenza

del rischio idrogeologico, la cui origine ed evoluzione è connessa a precipitazioni intense e tali da

determinare effetti critici sul territorio.

Uno dei compiti principali del Centro Funzionale è quello di fornire un servizio quotidiano di

valutazione sia del rischio meteo-idrologico, sia del rischio idrogeologico, la cui insorgenza ed

evoluzione, legata a precipitazioni intense, è in grado di generare situazioni di instabilità e di dissesto

in forma più o meno gravosa per il territorio e le popolazioni residenti.

Tale servizio sarà assicurato dal Centro:

in fase previsionale, attraverso la valutazione della situazione meteorologica e idrologica

attesa;

in fase di monitoraggio, per mezzo dell’osservazione diretta delle precipitazioni e dei livelli

idrometrici misurati dalle stazioni idro-meteo-pluviometriche della rete regionale.

Il servizio di previsione meteo-idrologica viene garantito dalla presenza quotidiana di esperti

(meteorologi, informatici, tecnici, idrologi e geologi) che, quotidianamente e in stretta

collaborazione, analizzano, valutano ed interpretano i fenomeni di natura meteo-idrologica ed

i relativi effetti al suolo.

Per lo svolgimento delle attività il Centro è strutturato in quattro specifiche aree:

area sismologica: dedicata al monitoraggio sismico ed alla manutenzione della rete

sismometrica regionale;

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Marche – p. 2

area meteorologica: dedicata alla raccolta, elaborazione, archiviazione e validazione dei

dati metereologici rilevati nel territorio regionale;

area idrologica, geologica e nivologica: dedicata all’interpretazione e all’utilizzo dei dati

rilevati e delle informazioni provenienti dalle reti di monitoraggio idro-pluviometrico;

area informatica: dedicata alla gestione del sistema di scambio informativo che garantisce il

funzionamento dei sistemi di comunicazione attraverso l’interscambio dei dati, anche in forma

grafica, e della messaggistica tra i Centri Funzionali.

Aree operative del Centro Funzionale Decentrato della Regione Marche

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane innescate da piogge;

temporali;

neve;

nebbia;

vento;

mareggiate;

ondate di calore;

ecc.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Marche – p. 3

Zone di allerta meteo

Il processo che ha portato alla definizione di 4 distinte Zone di Allerta Meteo per la Regione

Marche si è svolto attraverso numerose fasi di approfondimento, comprese le analisi dei dati di natura

climatologica, orografica, ed idrologica. Quest’ultimo criterio ha consentito di individuare le aree

omogenee anche dal punto di vista dell’evoluzione dei processi di piena, e di confrontarle e raccordarle

con quelle definite “ad elevato rischio idrogeologico” dal Piano per l’Assetto Idrogeologico.

Le Z.A.M. sono state individuate tramite l’applicazione dei criteri sopra citati, (tenuto conto degli

Indirizzi Operativi di cui alla Direttiva del P.C.M. 27 febbraio 2004 nonché della proposta elaborata

dall’Arpa Piemonte in collaborazione col Dipartimento Nazionale di Protezione Civile).

Tale suddivisione del territorio regionale in 4 Aree (tenuto anche conto dell’assetto idrogeologico e

della suddivisione amministrativa della Regione), riveste carattere sperimentale: sarà pertanto

suscettibile di valutazioni, verifiche ed aggiornamenti costanti al fine di valutarne la validità; qualora

tali analisi facessero emergere lacune e/o scarsa efficacia potrà essere rivista.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

MARC-A Appennino Marchigiano Settentrionale Ancona, Pesaro e Urbino

MARC-B Pianura Marchigiana Settentrionale Ancona, Pesaro e Urbino

MARC-C Appennino Marchigiano Meridionale Ascoli Piceno, Fermo, Macerata

MARC-D Pianura Marchigiana Meridionale Ascoli Piceno, Fermo, Macerata

Zone di allerta meteo della Regione Marche

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Marche – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare globale, pressione atmosferica,

umidità dell’aria e precipitazione nevosa.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 77 pluviometri, i quali

riportano: altezza di precipitazione ogni 15 minuti, intensità di precipitazione massima in 15 minuti,

cumulata, cumulata stagionale, precipitazioni più intense per 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive

mensilmente e annualmente, precipitazioni più intense per 1, 2, 3, 4 e 5 giorni consecutivi

mensilmente e precipitazioni più intense per intervalli di 15 e 30 minuti.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica e alla mesoscala, per la conseguente redazione del Bollettino

Meteorologico Regionale, per l'adozione degli Avvisi di Avverse Condizioni Meteorologiche e per la

previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di

criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Il punto di partenza per una corretta modellazione meteorologica da parte del Centro Funzionale

è il modello dell’ECMWF di Reading (Inghilterra), che è un Modello a Circolazione Generale (GCM)

avente una risoluzione di circa 40 km. Ad esso viene affiancato un modello ad area limitata

denominato Lokalmodell (LAMI) innestato sul modello a circolazione generale GME del Servizio

Meteorologico Tedesco (DWD) gestito operativamente, per conto della Regione Marche, dal CINECA

di Bologna. Quest’ultimo modello simula il comportamento dell’atmosfera in un’area che comprende la

Penisola italiana e permette di fare previsioni con una risoluzione di 7 km. Il modello fornisce

l’evoluzione dei campi di precipitazione, vento, pressione, umidità relativa e temperatura per le 24 ore

successive alla previsione e permette di definire la tendenza per le future 48 e 72 ore.

Per quanto riguarda la previsione degli effetti al suolo, il punto di partenza è la determinazione

attraverso un’analisi probabilistica di soglie pluviometriche, intese come precursori di evento

relativo all’innesco di fenomeni franosi, è derivata dall’analisi di un elevato numero di eventi

meteorologici significativi, sufficientemente distribuiti sul territorio regionale, tali da essere correlati

attraverso da un’idonea base di dati che preveda almeno la conoscenza di: valori di pioggia critica e

situazioni di crisi determinatesi a seguito di precipitazioni.

Le soglie precedentemente descritte variano a seconda del grado di saturazione del suolo.

CONDIZIONI DEL SUOLO 1a SOGLIA 2a SOGLIA

Terreni asciutti o moderatamente bagnati 80 mm/24 h 100 mm/24 h

Terreni parzialmente o moderatamente saturi 60 mm/24 h 80 mm/ 24 h

Precipitazioni eccezionali 40-50 mm/3-5 h 90-100 mm/6-8 h

Soglie pluviometriche adottate per la Regione Marche

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Marche – p. 5

I dati quantitativi si riferiscono ad altezze di pioggia ragguagliate sulle superfici dei singoli bacini

idrografici interessati.

Strumenti di comunicazione

La Regione, tramite il Centro Funzionale, redige e pubblica quotidianamente nel sito ufficiale della

Protezione Civile regionale (http://protezionecivile.regione.marche.it) specifici documenti

tra cui:

Situazione Meteorologica;

Bollettino Meteorologico (redatto attraverso un’analisi della situazione attuale ed una

valutazione dell’evoluzione meteorologica per le 48 e 72 ore successive, nonché della dalla

tendenza per il quarto giorno di previsione. Il Bollettino contiene: data e ora di emissione;

stato del cielo; previsione media di pioggia; limite delle nevicate; andamento e previsione delle

temperature; previsione dei venti; stato dei mari: spazio riservato all’inserimento di eventuali

segnalazioni di rilievo);

Bollettino di Vigilanza Meteo-Idrogeologica (emesso in condizioni di criticità assente

od ordinaria, è costituito da due parti distinte: la sezione “Avvertenze di carattere

meteorologico” in cui vengono segnalate, qualora esistenti, eventuali fenomeni di natura

meteorologica che, per intensità e caratteristiche, sono potenzialmente in grado di causare

dissesti per il territorio e/o disagi per la popolazione e la sezione “Criticità Idrogeologiche”,

relativa alla previsione degli effetti al suolo previsti sulle Aree di Allertamento, distinta in

criticità geologica ed idrologica, riferita al giorno successivo. Il documento, emesso tutti i

giorni dal lunedì al sabato entro le ore 14.00 locali, contiene: data e ora di emissione; inizio e

fine validità; fenomeni meteorologici particolari, qualora esistenti; grado di criticità

idrogeologica previsto per ognuna delle 4 Zone di Allerta Meteo; eventuali commenti).

In caso di particolari condizioni, inoltre vengono pubblicati:

Avviso Regionale di Condizioni Meteorologiche Avverse (emesso qualora le previsioni

meteorologiche dovessero prevedere un peggioramento della situazione in atto tale da far

ipotizzare condizioni di potenziale pericolo. Tale avviso sarà emesso con 24 ore di preavviso

(qualora il grado di predicibilità lo renda possibile anche con 48 ore di preannuncio) e sarà

inviato (a mezzo fax) al Centro Funzionale Centrale c/o il Dipartimento di Protezione Civile,

nonché alla Sala Operativa Unificata permanente -SOUP- la quale provvederà ad inoltrare il

documento a tutti gli Enti e le strutture del Sistema regionale di Protezione Civile;

Avviso di Criticità Idrogeologica Regionale (emesso, di solito entro le ore 14:00 ma

anche in altri orari in situazioni particolari, nel caso in cui gli effetti al suolo previsti in almeno

una delle 4 Zona di Allerta Meteo siano stati valutati di moderata od elevata criticità).

Questi ultimi sono ufficialmente trasmessi a mezzo fax agli organi competenti, secondo le consuete

procedure previste.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Molise Dichiarazione dello stato di attività del Centro Funzionale Decentrato della Regione Molise

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Molise – p. 1

Regione Molise Dichiarazione dello stato di attività del Centro Funzionale Decentrato della Regione Molise

Normativa

Delibera della Giunta Regionale n° 152 del 23 febbraio 2009

Dichiarazione dello stato di attività del Centro Funzionale Decentrato della Regione Molise.

Altre fonti consultate

Dati generali

Il Centro Funzionale Regionale del Molise assicura lo svolgimento di una molteplicità di funzioni, di

seguito descritte:

analisi critica quotidiana dei dati e delle informazioni a disposizione dalle reti dei Centri

Funzionali: rete Primaria e rete Secondaria per i dati in tempo reale e differito; Web,

Piattaforma Prometeo e Piattaforma Experience per i dati previsionali;

interpretazione, verifica e stima dell’attendibilità e rappresentatività dei rischi analizzati nei

bollettini, nonché allo studio e archiviazione di particolari situazioni meteorologiche

rappresentative di eventi di particolare interesse;

redazione dei bollettini e degli Avvisi, della pagina web e cura dell’informatizzazione dei

prodotti e della comunicazione;

briefing tra il settore meteo e il settore idrologico, geologico e nivologico per la valutazione dei

livelli di criticità idrogeologica;

monitoraggio meteoidropluviometrico;

programmazione, progettazione, manutenzione e gestione delle reti di monitoraggio

meteoidropluviometriche;

pubblicazione sistematica degli elementi osservati ed elaborati;

organizzazione, gestione e coordinamento di un sistema informativo unico e di una rete

regionale integrata di rilevamento e sorveglianza definendo con le Amministrazioni Statali,

Regionali, e gli altri soggetti pubblici e privati interessati, le integrazioni e i coordinamenti

necessari;

cessione a soggetti terzi interessati di dati, pareri e consulenze secondo quanto disposto dalla

normativa regionale vigente;

sviluppo e gestione di sistemi di allerta per i rischi idrogeologico ed idraulico;

rilievo di parametri fisici propedeutici alla conoscenza dei fenomeni naturali ed alla

mitigazione dei rischi.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Molise – p. 2

Con riferimento alla previsione ed all’analisi dell’evoluzione degli eventi meteorologici nel

tempo reale, l’attività del Centro Funzionale è articolata seguenti fasi:

fase di previsione meteorologica, di concerto con il Dipartimento Nazionale di

Protezione Civile, Ufficio Previsione, Valutazione, Prevenzione e Mitigazione dei Rischi

Naturali, Servizio per la Vigilanza e la Previsione Meteorologica (di seguito per brevità

chiamato “Ufficio Meteo DPC”), dedicata alla redazione di previsioni e avvisi meteo;

fase di valutazione del livello di criticità da adottare per ciascuna Zona di

Allertamento, stabilendo gli effetti che gli eventi previsti possono determinare al suolo;

fase di monitoraggio, con lo scopo di analizzare i dati provenienti in tempo reale dalle

stazioni remote integrandole anche con le notizie non strumentali provenienti dai presidi

territoriali, al fine di verificare l’evoluzione degli eventi previsti, formulare possibili scenari

critici nel breve e medio termine e riconoscere l’occorrenza di condizioni di criticità.

Tipologie di evento

Gli Scenari di Rischio considerati per la Regione Molise sono:

idraulico:

erosioni dell’alveo, che possono essere differenziate a seconda delle dimensioni del

bacino;

esondazioni localizzate, che possono essere differenziate a seconda delle dimensioni

del bacino;

alluvioni, che possono essere differenziate a seconda delle dimensioni del bacino;

idrogeologico:

scorrimenti superficiali;

colate detritiche;

caduta di massi;

ondate di calore;

nevicate a bassa quota;

gelate;

nebbia;

venti forti;

mareggiate;

temporali.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Molise – p. 3

Zone di allerta meteo

In base alla caratterizzazione climatologica descrittiva e dinamica, con particolare riferimento agli esiti

di eventi atmosferici di particolare intensità e/ o persistenza, si è deciso di suddividere il territorio di

competenza in 3 Zone di Allerta Meteo in Fase di Previsione.

Le 19 Zone di Allerta per Evento in Atto sono state individuate attraverso l’analisi territoriale e

spaziale operando delle fusioni e delle unioni fra aree idraulicamente omogenee.

ZONE DI ALLERTA (Fase di

Previsione)

DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA

(Fase di Previsione)

ZONE DI ALLERTA (Fase di Evento in Atto)

PROVINCE INCLUSE

MOLI-A Alto Volturno-Medio Sangro A01 A02 A03

Isernia

MOLI-B Frentani-Sannio Matese

B01 B02 B03 B04 B05 B06 B07 B08 B09 B10 B11 B12

Campobasso, Isernia

MOLI-C Litoranea C01 C02 C03

Campobasso

Zone di allerta meteo della Regione Campania

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Molise – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare globale, pressione atmosferica,

umidità dell’aria e precipitazione nevosa.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 62 pluviometri.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica e alla mesoscala, per la conseguente redazione del Bollettino

Meteorologico Regionale, per l'adozione degli Avvisi di Avverse Condizioni Meteorologiche e per la

previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di

criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Nella fase di previsione meteorologica, le precipitazioni previste dal modello LAMI, corsa delle

00 UTC, sono adottate quali precursori delle possibili criticità di carattere idraulico ed idrogeologico

associate a fenomeni meteorici intensi, qualora sia verificata la loro coerenza con le previsioni

meteorologiche alla scala sinottica nelle successive 36 ore. Per il rischio idrogeologico si fa riferimento

a precursori di possibili criticità locali, assunti pari al valore massimo dell’altezza media di

precipitazione prevista su un’area di circa 450 km2 (9 punti della griglia numerica del modello LAMI

nella versione con risoluzione 7 km) nell’ambito di ciascuna Zona di Allerta, calcolati nell’orizzonte di

previsione attraverso finestre temporali mobili di ampiezza pari a 24 ore.

Per quanto riguarda la previsione degli effetti al suolo, va innanzitutto osservato che le

precipitazioni rappresentano un indicatore fondamentale per l’attivazione del rischio idrogeologico.

Le soglie pluviometriche costituiscono una componente importante nel Sistema di Allertamento.

Utilizzando un piano cartesiano (P,d), in cui P rappresenta la precipitazione cumulata e d la durata

progressiva dell’evento meteorico, le soglie pluviometriche si rappresentano come una curva che

delimita i possibili stati: al di sopra la precipitazione determina una situazione che si può considerare

potenzialmente critica, al di sotto invece l’evento meteorico non ha le caratteristiche di intensità tali da

innescare uno stato di allerta. Sarebbe possibile individuare un gruppo di curve che definiscono una

serie di stati a pericolosità crescente, ma ci si è limitati ad individuare un numero ridotto di livelli di

pericolosità, al fine di semplificare l’organizzazione del Sistema di Allertamento.

La definizione delle soglie pluviometriche è stata sviluppata attraverso l’utilizzo di modelli empirici,

basati su analisi statistiche volte all’individuazione di rapporti diretti tra le precipitazioni e gli inneschi

di problematiche idrogeologiche sul territorio avvalendosi solo di valutazioni di tipo statistico e

qualitativo per quanto riguarda le variabili ambientali.

Un approccio empirico vede come parametro fondamentale la precipitazione cumulata (espressa in

millimetri), in un dato intervallo di tempo (espresso in ore o giorni).

Nell’ambito del presente sistema di allertamento, si assumeranno genericamente critiche per la

mobilizzazione di movimenti franosi le precipitazioni significative su intervalli temporali di durata

superiore o uguale a 24 ore.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Molise – p. 5

Tale assunzione deriva da due constatazioni: l’acqua nel suolo costituisce uno dei principali fattori che

determinano l’innesco dei movimenti franosi e precipitazioni prolungate favoriscono l’infiltrazione

dell’acqua nel suolo negli strati più profondi.

Strumenti di comunicazione

Il Centro Funzionale Regionale del Molise emette i seguenti documenti:

Bollettino di Vigilanza: è un insieme di elaborati realizzati dal Centro Funzionale

attraverso la sinergia fra il Settore Meteo ed il Settore Geologico, Idraulico e Nivologico. Tali

prodotti sono il risultato di analisi di previsioni e determinazione di effetti al suolo che queste

producono sul territorio regionale. Il Bollettino di Vigilanza di base è composto dal Bollettino

Meteo Regionale (elaborato quotidianamente e contenente le previsioni meteorologiche a

scala regionale con la descrizione della giornata odierna e le previsioni a 24 ore ed a 48 ore.

Viene anche determinata una tendenza a 72 ore, riportando eventuali fenomeni significativi

previsti nelle singole zone omogenee. I dati di previsione sono elaborati quotidianamente di

concerto con l’Ufficio Meteo DPC. Il solo Bollettino Meteo Regionale viene pubblicato anche

sul sito internet del Servizio (www.protezionecivile.molise.it) con lo scopo di divulgare le

informazioni relative alle previsioni meteo, raggiungendo un bacino di utenti quanto più vasto

possibile) e dal Bollettino di Sintesi delle Criticità (emesso quotidianamente, in esso

viene dichiarato il livello di criticità previsto e viene indicata l'eventuale emanazione di un

"Avviso di criticità". Il Bollettino di Sintesi può essere corredato anche da valutazioni di

criticità emesse da altri Enti come la valutazione del rischio neve e valanghe del Servizio

Meteomont-Corpo Forestale dello Stato), all’occorrenza può essere integrato da bollettini

accessori di tipo stagionale.

Avviso di Criticità: riguarda valutazioni di tipo previsionale o di monitoraggio dei fenomeni

in atto.

Avviso di Condizioni Meteorologiche Avverse: questo prodotto ha lo scopo di fornire

con un certo anticipo informazioni previsionali, alla scala interregionale, circa l’insorgenza e

l’evoluzione di situazioni di pericolosità idrogeologica.

Oltre alla divulgazione sul sito web www.protezionecivile.molise.it, i documenti descritti in

precedenza vengono inviati tramite fax ai soggetti interessati.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Piemonte Gestione organizzativa e funzionale del Sistema di Allertamento Regionale ai fini di protezione civile

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Piemonte – p. 1

Regione Piemonte Gestione organizzativa e funzionale del Sistema di Allertamento Regionale ai fini di protezione civile

Normativa

Deliberazione della Giunta Regionale n° 37-15176 del 23 marzo 2005

Approvazione della prima sezione del disciplinare per la gestione organizzativa e funzionale del

Sistema di Allertamento Regionale ai fini di protezione civile.

Deliberazione della Giunta Regionale n° 46-6578 del 30 luglio 2007 (Aggiornamento)

Approvazione del nuovo disciplinare per la gestione organizzativa e funzionale del “Sistema di

allertamento regionale ai fini di protezione civile”.

Altre fonti consultate

Indagini e studi finalizzati alla predisposizione del Piano di Tutela delle Acque (D.Lgs.

152/99) – Allegato tecnico

Analisi sulla consistenza della rete di monitoraggio meteo-idro-pluviometrica.

http://www.arpa.piemonte.gov.it/approfondimenti/temi-ambientali/idrologia-e-

neve/neve-e-valanghe/radar

http://www.arpa.piemonte.gov.it/approfondimenti/temi-ambientali/meteorologia-e-

clima/meteo/modelli-numerici

Dati generali

La gestione del Sistema di Allertamento Regionale è assicurata, attraverso la rete del Centro

Funzionale Regionale dell’ARPA Piemonte, dalla Regione, dagli Uffici Territoriali di Governo, dalle

Province e dai Comuni, nonché dalle altre strutture pubbliche e private regionali.

Il sistema di allertamento regionale è definito da:

una fase previsionale;

una fase di monitoraggio e sorveglianza.

Entrambe le fasi sono attuate dal Centro Funzionale Regionale.

La Regione Piemonte ha adottato l’insieme degli elementi tecnico-scientifici di base che concorrono a

definire il Sistema di Allertamento Regionale, in particolare:

la suddivisione del territorio regionale in Zone di Allerta Meteo;

i livelli e gli scenari di rischio;

il sistema di soglie.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Piemonte – p. 2

La Regione Piemonte adotta, inoltre, l’insieme degli elementi che concorrono a definire le procedure di

attivazione e gestione del Sistema di Allertamento Regionale, in particolare:

i documenti informativi (bollettini, avvisi, dati di monitoraggio);

le modalità di diffusione dei documenti informativi;

il sistema di trasmissione dei documenti informativi;

i compiti e l’operatività del centro funzionale regionale;

la corrispondenza fra livelli di criticità e livelli di allerta.

Schema di gestione del Sistema di Protezione Civile della Regione Piemonte

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane innescate da piogge;

pioggia e temporali;

neve;

ondate di calore;

gelo;

vento;

nebbia.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Piemonte – p. 3

Zone di allerta meteo

Le Zone di Allerta Meteo sono state individuate in base alle scale spaziali caratteristiche delle

previsioni meteorologiche tenendo conto delle caratteristiche pluviometriche e climatiche; tale criterio

ha portato a una suddivisione di natura orografica con la quale si è cercato di separare le aree

montuose da quelle di pianura e collinari, non solo per agevolare la fase previsionale, ma anche per

distinguere settori omogenei dal punto di vista degli effetti sul territorio.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

PIEM-A Toce Novara, Verbano-Cusio-Ossola

PIEM-B Dora Baltea-Sesia Biella, Novara, Torino, Vercelli

PIEM-C Orco-Bassa Dora Riparia-Sangone Torino

PIEM-D Alta Dora Riparia-Po Cuneo, Torino

PIEM-E Varaita-Stura Cuneo

PIEM-F Alto Tanaro Cuneo

PIEM-G Belbo-Bormida Alessandria, Asti, Cuneo

PIEM-H Scrivia Alessandria

PIEM-I Pianura Settentrionale Alessandria, Asti, Biella, Novara, Torino,

Vercelli

PIEM-L Pianura Torinese-Colline Alessandria, Asti, Cuneo, Torino

PIEM-M Pianura Cuneese Cuneo, Torino

Zone di allerta meteo della Regione Piemonte

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Piemonte – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

portate, temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare, pressione atmosferica,

umidità dell’aria, evapotraspirazione e nevosità.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 232 pluviometri (la rete

pluviometrica è stata potenziata recentemente ed è tuttora in crescita).

Inoltre la Regione Piemonte gestisce i radar Doppler polarimetrici in banda C di Bric della

Croce, Pecetto (TO) e, in collaborazione con il Settore di Protezione Civile della Regione Liguria, di

Monte Settepani, Osiglia (SV) sull'Appennino Ligure-Piemontese.

Le più comuni applicazioni sono: monitoraggio in tempo reale dell'intensità e del tipo di precipitazione

(pioggia, neve, grandine) entro un raggio di 150-200 km dal sito radar e con una risoluzione di 1 km2

ed un aggiornamento ogni 5 minuti e individuazione e previsione fino a 1-2 ore di anticipo

(nowcasting) di fenomeni associati a precipitazioni intense anche in forma di grandine.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica e per la previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, il servizio meteorologico della Regione

Piemonte utilizza diversi modelli numerici. L'utilizzo di più modelli è fondamentale per tenere conto

dei diversi possibili scenari e definire un'affidabilità della previsione.

Il modello numerico utilizzati per definire il quadro sinottico e l'evoluzione a più lungo termine della

situazione meteorologica è l’Integrated Forecast System (IFS) di ECMWF.

I modelli ad area limitata (LAM), simulando l'atmosfera su un dominio più piccolo, sono in grado di

rappresentare con maggiore dettaglio ii processi meteorologici. I modelli LAM utilizzati sono quelli

afferenti al consorzio internazionale COSMO (COnsortium for Small-scale MOdelling) e quelli

sviluppati e implementati operativamente dall'ISAC-CNR della catena BOLAM-MOLOCH.

Esistono due implementazioni del modello COSMO: la prima con risoluzione orizzontale di circa 7,5

km (COSMO-I7) e il secondo con risoluzione orizzontale di circa 2,8 km (COSMO-I2).

Per la previsione degli effetti al suolo si fa riferimento ad un modello di tipo probabilistico

basato su un sistema di soglie pluviometriche a valenza puntuale, le quali tengono conto del

grado di saturazione del suolo.

VALIDITÀ DELLA VALUTAZIONE PARAMETRO

DI CONFRONTO

TEMPO DI RITORNO SOGLIE (TRH) [anni]

Territoriale Fase Durata d

[h]

moderata criticità

elevata criticità

I suolo secco

I suolo umido

I suolo secco

I suolo umido

Rappresentativo della zona Previsionale 6, 12, 24 Massimo previsto

5 2 20 5 Rappresentativo del sito

sede di stazione Monitoraggio 1, 3, 6, 12, 24

Valore misurato dalla stazione

Soglie pluviometriche adottate dalla Regione Piemonte

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Piemonte – p. 5

Strumenti di comunicazione

Relativamente al rischio idrogeologico, i documenti informativi emessi si distinguono in:

documenti previsionali, a loro volta suddivisi in:

Bollettino di Vigilanza Meteorologica: emesso dal Centro Funzionale del

Piemonte tutti i giorni entro le ore 13:00. Il bollettino contiene una previsione dei

fenomeni meteorologici per il pomeriggio e per i due giorni successivi, differenziati

per Zone di Allerta. Condizioni meteorologiche avverse vengono segnalate all’interno

del bollettino tramite un avviso di avverse condizioni meteorologiche;

Bollettino Idrogeologico ed Idraulico: emesso dal Centro Funzionale del

Piemonte tutti i giorni entro le ore 13:00. Il bollettino contiene una previsione circa gli

effetti al suolo attesi per il rischio idrogeologico ed idraulico per il pomeriggio e per il

giorno successivo, differenziato per Zone di Allerta.

documenti di monitoraggio e sorveglianza, a loro volta suddivisi in:

Bollettino di Aggiornamento della Situazione Idrogeologica ed Idraulica:

emesso dal Centro Funzionale del Piemonte nel caso di criticità idrogeologica ed

idraulica. In caso di livello 2 vengono emessi due aggiornamenti al giorno alle ore

09:00 e alle ore 21:00. In caso di livello 3 vengono emessi quattro aggiornamenti al

giorno alle ore 06:00, alle ore 12:00, alle ore 18:00 e alle ore 24:00. Il documento

contiene una descrizione testuale della situazione basata sul monitoraggio e della sua

evoluzione basata sulla previsione a breve termine.

Avviso Straordinario di Criticità Idrogeologica ed Idraulica: emesso dal

Centro Funzionale del Piemonte nel caso di accertamento di situazioni impreviste di

criticità idrogeologica o idraulica moderata o elevata. Il documento contiene una

descrizione testuale della situazione osservata e della sua evoluzione a breve termine

(nowcasting) basata sulle previsioni dei modelli disponibili presso il Centro

Funzionale inizializzati con le misure raccolte in tempo reale.

I documenti previsionali contenenti avvisi sono trasmessi dal Settore Protezione Civile della Regione

Piemonte tramite apparecchiatura fax. La trasmissione dei documenti previsionali alle Province e

agli Uffici Territoriali di Governo è seguita dalla verifica di avvenuta ricezione effettuata con

apparecchiatura telefonica.

I documenti di monitoraggio e sorveglianza, per il loro carattere d’urgenza, sono trasmessi

direttamente dal Centro Funzionale tramite apparecchiatura fax.

I documenti sono pubblicati sul sito web http://www.arpa.piemonte.gov.it/.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Puglia Dichiarazione di attività del centro funzionale decentrato della regione Puglia

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Puglia – p. 1

Regione Puglia Dichiarazione di attività del centro funzionale decentrato della regione Puglia

Normativa

Deliberazione della Giunta Regionale n° 2217 del 23 dicembre 2003

Deliberazione della Giunta Regionale n° 2181 del 26 novembre 2013 (normativa vigente)

Dichiarazione di attività del centro funzionale decentrato della regione Puglia.

Altre fonti consultate

http://www.arpa.puglia.it/web/guest/serviziometeo

Dati generali

Le attività del Centro Funzionale si svolgono attraverso:

fase di previsione;

fase di monitoraggio e sorveglianza in tempo reale.

La fase di previsione è articolata in tre funzioni:

assimilazione dei dati osservati ed elaborazione della previsione circa la natura e l'intensità

degli eventi attesi;

previsione degli effetti al suolo che la manifestazione dei fenomeni meteorologici attesi può

determinare su ciascuna Zona di Allerta in cui è suddiviso il territorio regionale;

valutazione del livello di criticità complessivamente atteso in ciascuna Zona di Allerta,

ottenuta anche attraverso il confronto tra le previsioni meteorologiche elaborate dal DPC e i

valori delle soglie adottate.

La fase di monitoraggio e sorveglianza si realizza attraverso l'osservazione qualitativa e

quantitativa, diretta e strumentale, dell'evento meteo-idrologico in atto. L’acquisizione di dati rilevati

attraverso le reti strumentali, la rete radarmeteorologica nazionale, le diverse piattaforme satellitari

disponibili per l'osservazione della terra, integrata mediante le notizie non strumentali, reperite

localmente da operatori debitamente istruiti (Presidi territoriali), consente di effettuare una previsione

a breve degli effetti dell'evento in corso attraverso il nowcasting meteorologico e/ o l’impiego di

modelli afflussi-deflussi inizializzati da misure raccolte in tempo reale (ove operativi in tempo reale sia

pure in via sperimentale).

Tale fase è il presupposto per:

rendere disponibili informazioni indispensabili alla formazione di nuovi scenari di criticità,

ovvero all’aggiornamento degli scenari previsti in base all’evoluzione dell’evento in atto, e

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Puglia – p. 2

verificare il livello di criticità, in essere e previsto, attraverso il confronto delle misure rilevate

con le soglie adottate e/o con eventuali notizie comunicate dal territorio;

svolgere una funzione di supporto alle decisioni per tutte le strutture preposte ad attività

decisionali ed operative in tema di protezione civile al fine di mitigare l’impatto sul territorio

regionale degli eventi meteorologici avversi, mediante l’acquisizione e l’elaborazione dei dati

rilevati in tempo reale dalle stazioni di monitoraggio.

A valle di queste due fasi, vi può essere una fase di allertamento.

Schematizzazione della fase di allertamento della Regione Puglia

Tipologie di evento

Nel Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane superficiali;

colate rapide di detriti o fango;

caduta di massi;

temporali (si tratta di fenomeni a carattere impulsivo, ovvero in grado di liberare una

considerevole quantità di energia in breve tempo e in aree anche molto limitate; si

manifestano tipicamente con attività elettrica (fulminazioni) associata a precipitazione molto

intensa (pioggia, grandine o neve), forti raffiche di vento e, talvolta, trombe d’aria);

nevicate abbondanti, anche a bassa quota;

anomalie termiche (ondate di calore nei mesi estivi, significative condizioni di freddo e gelate

nei mesi invernali);

vento forte e mareggiate.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Puglia – p. 3

Zone di allerta meteo

Ai fini della valutazione degli scenari di rischio attesi, il territorio della Regione Puglia è stato

suddiviso in Zone di Allerta Meteo.

L'individuazione delle Zone di Allerta Meteo passa attraverso successive fasi di definizione nelle quali

hanno un ruolo fondamentale criteri di svariata natura (idrografica, meteorologica ed orografica) che

tengano conto della risposta del territorio agli effetti meteorologici.

La definizione delle Zone di Allerta Meteo della Regione Puglia è stata eseguita considerando alcuni

criteri fondamentali.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

PUGL-A Gargano e Tremiti Foggia

PUGL-B Tavoliere-bassi bacini del Candelaro, Cervaro e Carapelle

Barletta-Andria-Trani, Foggia

PUGL-C Puglia Centrale Adriatica Bari, Barletta-Andria-Trani,

Brindisi, Taranto

PUGL-D Salento Brindisi, Lecce, Taranto

PUGL-E Bacini del Lato e del Lenne Bari, Taranto

PUGL-F Puglia Centrale Bradanica Bari

PUGL-G Basso Ofanto Barletta-Andria-Trani, Foggia

PUGL-H Sub-Appennino Dauno Foggia

PUGL-I Basso Cilento Foggia

Zone di allerta meteo della Regione Puglia

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Allegato: Regione Puglia – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, temperatura

atmosferica, livello idrometrico, umidità relativa, velocità e direzione del vento, radiazione solare e

pressione atmosferica.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 151 pluviometri.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per la previsione dell'evoluzione a breve

termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di criticità di carattere idraulico ed

idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, presso il Servizio Agenti Fisici (SAF) della

Direzione Scientifica di ARPA Puglia è stato implementato ed è operativo il modello meteorologico

ad area limitata WRF (Weather Research and Forecasting model). Il modello meteorologico

WRF è stato installato presso le infrastrutture di calcolo del Data Center ReCaS delI'Istituto Nazionale

di Fisica Nucelare - Sezione di Bari - e del Dipartimento Interateneo di Fisica "Michelangelo Merlin"

dell'Università degli Studi di Bari "Aldo Moro", in virtù di un accordo quadro tra ARPA Puglia e INFN.

ARPA Puglia inoltre ha accesso ai dati previsionali del modello COSMO forniti dal Servizio Idro-

Meteo-Clima di ARPA Emilia Romagna, secondo quanto stabilito da specifico protocollo di intesa tra

le due Agenzie.

In riferimento alla previsione degli effetti al suolo, la metodologia di definizione delle soglie

pluviometriche in fase di previsione è applicata a scala di Zona di Allerta e fa riferimento a

fenomeni di tipo idrogeologico a scala locale quali smottamenti, erosione, esondazioni del reticolo

minore, allagamenti dei centri urbani.

La metodologia di calcolo si avvale dell'analisi probabilistica dei fenomeni di pioggia di breve durata e

massima intensità. I dati utilizzati per le elaborazioni statistiche, forniti dalla Struttura di

Monitoraggio Meteoclimatico-Centro Funzionale Decentrato Regionale, sono relativi alle massime

intensità di pioggia per le durate 1 h, 3 h, 6 h, 12 h, e 24 h.

Rispetto alla valenza spaziale dei possibili effetti al suolo sono state calcolate per ciascuna Zona di

Allerta le soglie pluviometriche puntuali.

Alle soglie pluviometriche sono associati tre diversi livelli di criticità:

ordinaria (precipitazioni con tempo di ritorno pari a 2 anni o a fenomeni intensi quali

temporali di incerta prevedibilità);

moderata (precipitazioni con tempo di ritorno pari a 5 anni);

elevata (precipitazioni con tempo di ritorno pari a 20 anni).

La metodologia di definizione delle soglie pluviometriche per gli eventi in atto è applicata a

scala comunale e fa sempre riferimento agli scenari per eventi idrogeologici relativi a fenomeni di tipo

idrogeologico a scala locale quali smottamenti, erosione, esondazioni del reticolo minore, allagamenti

dei centri urbani.

Si è effettuata una spazializzazione dei coefficienti a ed n delle curve di possibilità pluviometrica,

mediante metodologia geostatistica estendendola al territorio della Regione Puglia per estrapolare i

valori dei coefficienti relativi alle stazioni di recente installazione. A ciascun comune, mediante

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Puglia – p. 5

poligonazione di Thiessen, è stato associato un pluviometro prevalente ed eventualmente dei

pluviometri sostitutivi da utilizzare in caso di malfunzionamento.

Strumenti di comunicazione

Il CFD si avvale delle previsioni meteorologiche nazionali e regionali emesse quotidianamente dal CFC,

che ogni giorno predispone e rende disponibili diversi documenti.

Il CFD emette quotidianamente, entro le ore 14:00, il Bollettino di criticità regionale nel quale,

per ciascuna Zona di allerta, è riportata la previsione degli effetti al suolo, per la giornata in corso e le

successive 24 ore. Il Bollettino di criticità regionale viene pubblicato quotidianamente sul sito web

regionale http://www.protezionecivile.puglia.it. Il Bollettino di criticità regionale rimanda ad

una legenda con i dettagli dei possibili effetti attesi al suolo.

Se dalle valutazioni tecniche viene stimato un livello di criticità almeno moderata su una o più Zone di

Allerta Meteo, il CFD emette un Avviso di criticità idrogeologica ed idraulica regionale. Il

CFD stabilisce l’opportunità di emissione dell’Avviso di criticità regionale sulla base dei seguenti

elementi: piogge previste; condizioni pregresse di saturazione dei suoli; piogge in atto, come misurate

dalla rete di monitoraggio pluviometrico in telemisura; confronti tra piogge, previste o misurate, e

relative soglie pluviometriche; valutazioni in merito ad eventuali condizioni di criticità sul territorio

regionale comunicate da parte dei soggetti del sistema di Protezione Civile.

L’Avviso di criticità regionale, una volta adottato, viene diramato tramite fax al CFC presso il DPC, ai

CFD delle Regioni Molise, Campania, Basilicata e alla Sala Operativa Regionale della PC.

Se necessario, viene predisposto un Bollettino di aggiornamento regionale in corso di evento,

contenente l’indicazione dei possibili scenari di rischio associati ai livelli di criticità raggiunti e dei

territori dci comuni potenzialmente interessati.

A seguito dell’adozione del Bollettino o Avviso di Criticità Idrogeologica ed Idraulica Regionale e della

decisione in merito al livello di allertamento del Sistema Regionale di Protezione Civile, viene emesso

un Messaggio di Allerta che, a seconda del livello di criticità, viene disseminato in modalità diverse.

In caso di eventuale presenza di una ordinaria criticità almeno per una zona di allerta regionale, il

Messaggio di Allerta, oltre ad essere pubblicato sul sito web regionale

http://www.protezionecivile.puglia.it viene anche inviato ai comuni ricadenti nelle zone di

allerta interessate tramite e-mail non certificate e/o sms, oltre che alle prefetture e province

interessate.

In caso di presenza di una Criticità Moderata o Elevata almeno per una zona di allerta regionale il

Messaggio di Allerta, viene anche inviato tramite PEC, verificandone l’avvenuta ricezione.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Sardegna Modalità di attivazione del Centro funzionale regionale

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sardegna – p. 1

Regione Sardegna Modalità di attivazione del Centro funzionale regionale

Normativa

Deliberazione della Giunta regionale n° 34/12 del 2 settembre 2014

Modalità di attivazione del Centro funzionale regionale Direttiva del presidente del consiglio dei

ministri 27/02/2004 e 25/02/2005.

Allegato A

Sintesi progetto Centro Funzionale Decentrato della Protezione Civile.

Manuale operativo delle allerte ai fini di Protezione Civile

Procedure di allertamento del sistema regionale di protezione civile per rischio meteorologico,

idrogeologico e idraulico.

Altre fonti consultate

http://www.sardegna-clima.it/index.php/mappe-147

Dati generali

Lo schema organizzativo del Centro Funzionale può essere sintetizzato nella seguente maniera:

fase di previsione;

fase di monitoraggio e sorveglianza.

La prima delle tre funzioni della fase di previsione è relativa all’assimilazione dei dati osservati e/o

all'elaborazione della previsione circa la natura e l'intensità degli eventi meteorologici attesi. Questa

funzione può essere assolta anche con il concorso di centri di competenza e la Regione Sardegna

attribuisce la competenza di tale funzione all'ARPAS, e più precisamente al Dipartimento Specialistico

Regionale Meteoclimatico.

La seconda delle funzioni (previsione degli effetti che il manifestarsi di condizioni meteorologiche

avverse possono determinare sul dominio territoriale regionale) e la terza (valutazione del livello di

criticità complessivamente atteso nelle zone d'allerta, ottenuto anche confrontando le previsioni

elaborate con i valori delle soglie adottate) devono essere assolte dal Centro Funzionale.

La prima funzione della fase di monitoraggio e sorveglianza è relativa alla composizione e

rappresentazione di dati meteo-climatici rilevati sia da piattaforme satellitari, radiosonde e sonde

aerostatiche, che da stazioni strumentali e reti a terra.

La seconda funzione è relativa alla composizione e rappresentazione di dati idropluviometrici. Anche

questa funzione viene attribuita all'ARPAS, DMC.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sardegna – p. 2

La terza funzione è relativa alla previsione a brevissimo termine sia dell'evoluzione dell'evento che dei

relativi effetti attraverso il now casting meteorologico.

Infine la quarta funzione è relativa alla verifica del livello di criticità in essere e previsto, attraverso il

confronto delle misure rilevate con le soglie adottate e/o con eventuali notizie fornite da osservatori

locali debitamente istruiti e dal personale degli uffici periferici di Protezione Civile.

Architettura del sistema di allertamento della Regione Sardegna

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane superficiali;

colate rapide di detriti o fango;

caduta di massi;

temporali forti;

vento;

mareggiate;

neve;

ecc.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sardegna – p. 3

Zone di allerta meteo

Le Zone di vigilanza meteorologica previste dal Centro di Competenza Meteorologico della Sardegna

(CdCM) nella fase di avvio del Centro Funzionale della Sardegna sono riportate nella figura sottostante

e sono sovrapposte alle Zone di Allerta Meteo utilizzate dalla Protezione Civile per emanare gli

avvisi di criticità.

La revisione delle zone di sorveglianza meteorologica e le aree di allerta sarà a cura di un gruppo di

lavoro costituito da rappresentanti della Protezione Civile, dell’ARPAS e dell’Agenzia Regionale del

Distretto Idrografico (ADIS), oltre altri esperti (es. docenti o ricercatori universitari).

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

SARD-A Iglesiente Cagliari, Carbonia-Iglesias

SARD-B Campidano Cagliari, Medio Campidano

SARD-C Bacini Montevecchio-Pischilappiu Medio Campidano, Oristano

SARD-D Bacini Flumendosa-Flumineddu Cagliari, Nuoro, Ogliastra

SARD-E Bacino del Tirso Cagliari, Nuoro, Oristano, Sassari

SARD-F Gallura Nuoro, Olbia-Tempio

SARD-G Logudoro Nuoro, Olbia-Tempio, Oristano,

Sassari

Zone di allerta meteo della Regione Sardegna

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sardegna – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria e direzione e velocità del vento.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 255 pluviometri, di cui 160

tradizionali e 99 in telemisura. Risulta al momento in fase di allestimento la “Rete unica regionale di

monitoraggio meteorologico e idropluviometrico della Regione Sardegna” che prevede la realizzazione

di 122 stazioni di misura termo-pluviometriche di nuova installazione.

Sono state ultimate le operazioni di installazione del secondo radar meteorologico che opererà in

Sardegna, posizionato sul Monte Armidda in Ogliastra. L’installazione e gestione di questo radar è a

cura del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPCN). I dati raccolti dal radar di Monte

Armidda hanno completato il composito radar sulla Regione Sardegna, in precedenza assicurato dal

solo radar meteorologico dell’ARPAS di Monte Rasu.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per la previsione dell'evoluzione a breve

termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di criticità di carattere idraulico ed

idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, Il nuovo modello previsionale LAM si basa

sul core WRF-ARW (Advanced Research WRF, Versione 3.7) ed è inizializzato su dati GFS

(27km) con due domini di nesting integrato a 9km all 3km di risoluzione e 40 livelli verticali. Sono

disponibili tre corse giornaliere del modello (su dati GFS 00:00, 12:00 e 18:00) a 72 ore previsionali

ciascuna, pubblicate sul sito rispettivamente alle 09:00 e alle 20:00 e alle 03:00. Gli orari riportati

sulle mappe sono sempre in formato GMT.

Per la previsione degli effetti al suolo si fa riferimento ad un modello di tipo probabilistico

con tempi di ritorno pari a 2, 5 e 20 anni corrispondenti rispettivamente ad ordinaria, moderata

ed elevata criticità.

Per l’applicazione alle zone di allerta della Sardegna si è proceduto innanzitutto a stimare i valori della

pioggia indice, su tutto il territorio della Sardegna su una maglia di 1,2 km.

Sono stati quindi stimati i valori della pioggia indice sui nodi della maglia con la tecnica della media

pesata dei valori osservati nelle stazioni più vicine.

Per tener conto della dipendenza dei processi idrologici dallo stato del sistema ovvero dal grado di

saturazione dei suoli si è fatto riferimento ad un indice indiretto quale la precipitazione avvenuta nei

giorni precedenti l’evento.

In assenza di un archivio storico di eventi che consenta di correlare le altezze di pioggia con i danni

registrati, si è ritenuto opportuno adottare la metodologia indicata nello studio citato in premessa

elaborato da l’ARPA Piemonte.

Essa è stata utilizzata per definire la quantità di pioggia precedente all’evento da considerare critica

per la categoria dei fenomeni qui definiti puntuali; l’analisi di sensitività ha messo in evidenza che la

massima pioggia cumulata da 1 a 15 giorni rappresenta l’indicatore maggiormente rappresentativo.

Si è ritenuto opportuno riferirsi alle sole stazioni in telemisura in quanto in fase applicativa avverrà

che la pioggia ragguagliata dei quindici giorni sarà giornalmente calcolata sulla base dei dati registrati

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sardegna – p. 5

dalla rete in telemisura, rendendo quindi più affidabile il confronto tra pioggia indice e valore

osservato essendo coincidenti i punti di misura.

In definitiva, vengono forniti gli indicatori di pericolosità pluviometrica per le durate 1 h, 3 h, 6 h, 12 h

e 24 h e per i diversi tempi di ritorno.

Strumenti di comunicazione

Il CFD si occupa, in fase previsionale, della diramazione e pubblicazione sul sito internet istituzionale

dei seguenti prodotti:

Bollettino di Vigilanza Meteorologica Regionale (Bollettino di Vigilanza), contenente

una sintesi delle previsioni regionali a scala sinottica;

Avviso di Avverse Condizioni Meteorologiche (Avviso Meteo), emesso prima di

possibili fenomeni meteorologici di particolare rilevanza (vento forte, neve a bassa quota,

temporali di forte intensità, piogge diffuse e persistenti, mareggiate ecc.).

Avviso di Criticità Idrogeologica e Idraulica (Avviso di Criticità), emesso a seguito di

un Avviso Meteo e prima del possibile manifestarsi di criticità ed articolato secondo i livelli

menzionati in precedenza.

Tutti gli Avvisi precedentemente elencati vengono pubblicati nella sezione “Allerte di protezione

civile” del sito istituzionale della Regione Sardegna al seguente link:

http://www.sardegnaambiente.it/servizi/allertediprotezionecivile/.

Nel caso in cui l'Avviso meteo non comportasse l'emissione di un Avviso di criticità (poiché relativo a

vento forte, neve a bassa quota, mareggiate ecc.), il CFD invia un sms ed una e-mail contenente

l'Avviso a tutti i soggetti di cui al presente Manuale Operativo. Gli Avvisi di criticità possono essere

eventualmente aggiornati dal CFD a seguito dell’emissione di nuovo Avviso Meteo da parte del DMC -

Settore meteo del CFD, anche sulla base delle attività di presidio territoriale regionale. I relativi

aggiornamenti sono pubblicati e comunicati agli Enti di competenza con le stesse modalità utilizzate in

fase previsionale.

Ad ogni modo, i soggetti interessati (le Prefetture, le Province, i Comuni, il Corpo Forestale e di

Vigilanza Ambientale (CFVA), l’Ente Foreste della Sardegna (EFS), il Centro di Competenza - ARPAS, i

Servizi del Genio Civile, i Consorzi di Bonifica, l'Ente Acque della Sardegna (ENAS), l'Agenzia di

Distretto Idrografico della Sardegna (ADIS), le Organizzazioni di Volontariato, l’ENEL, i Consorzi

Industriali, le Centrali Operative 118, l’Ufficio Tecnico per le Dighe di Cagliari, Enti gestori di serbatoi

artificiali, Abbanoa SpA, l’ARST, RFI, TRENITALIA, ANAS, i Gestori dei servizi di elettricità e le

Società di Telefonia Fissa e Mobile, la Direzione Regionale dei Vigili del Fuoco) sono tenuti a verificare

quotidianamente, sul sito internet della Regione, l'eventuale pubblicazione di un Avviso di Criticità.

I suddetti soggetti sono tenuti a comunicare alla Direzione generale della Protezione Civile i recapiti a

cui ricevere l’sms e l’e-mail provvedendo inoltre a comunicare tempestivamente eventuali

aggiornamenti.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Sicilia Gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sicilia – p. 1

Regione Sicilia Gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile

Normativa

Decreto del Presidente della Regione Sicilia n° 626/GAB del 30 ottobre 2014

Gestione organizzativa e funzionale del sistema di allerta per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini

di protezione civile.

Altre fonti consultate

Dati generali

La gestione dell’allerta per il rischio idrogeologico e idraulico è sviluppata su due distinte

fasi:

una fase previsionale, costituita dalla valutazione della situazione meteorologica, idrologica

e geomorfologica attesa, nonché degli effetti al suolo che possono impattare sull’integrità della

vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente;

una fase di monitoraggio e sorveglianza, costituita da osservazioni dirette e strumentali

oltre che da previsioni ottenute mediante modelli matematici.

La fase previsionale è finalizzata alla previsione degli effetti al suolo connessi al rischio

idrogeologico e idraulico, che possono interessare l’ambito della protezione civile, e si attua con tempi

di preavviso tipicamente superiori alle 12 ore. Essa si articola in:

un’analisi dei dati meteorologici e in una previsione dei fenomeni atmosferici, mediante

modellistica numerica, riassunta nei parametri fisici più indicativi; queste funzioni sono

assicurate dal Centro Funzionale Centrale presso il Dipartimento della Protezione Civile fino a

quando non verrà riconosciuta alla Regione Siciliana l’autonomia in materia di previsioni

meteorologiche ed emissione degli eventuali avvisi di condizioni meteo avverse.

un’analisi dei possibili effetti al suolo basata sulla relazione complessa tra precipitazioni

cumulate nei giorni precedenti, vulnerabilità del territorio e previsioni meteorologiche, che dà

luogo agli Avvisi di protezione civile emessi dal CFDMI, adottati dal Dirigente del

Dipartimento Regionale della Protezione Civile per conto del Presidente della Regione

Siciliana e pubblicati dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile.

La previsione è condizionata dai limiti insiti nei modelli di preannuncio sia nei riguardi delle

condizioni meteorologiche, sia nei riguardi degli effetti al suolo a loro volta dipendenti da

numerosi fattori non tutti riconducibili ad accertate relazioni di tipo deterministico.

La fase di monitoraggio e sorveglianza è finalizzata a verificare l’evoluzione dei fenomeni

meteorologici e a confermare o aggiornare la previsione degli effetti al suolo; in tale fase vengono

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sicilia – p. 2

sviluppate anche valutazioni a breve e brevissimo termine allo scopo di mettere a disposizione, con la

massima tempestività e anticipo possibili, gli scenari di rischio. Queste funzioni sono assicurate

costantemente dal CFDMI, con il concorso dei Centri di competenza regionali, tramite l’osservazione

in tempo reale dei dati strumentali, l’utilizzo di modellistica numerica, qualora disponibile, e con il

contributo conoscitivo (sorveglianza) reso dai Presidi territoriali.

Il CFDMI-Settore IDRO si avvale inoltre della collaborazione di:

Servizio S4-Rischi Idrogeologici e Idraulici;

SORIS (Sala Operativa Regionale Integrata Siciliana);

Osservatorio delle Acque;

SIAS;

Comando Corpo Forestale della Regione Siciliana.

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

meteorologico:

temporali;

fulmini;

grandinate;

raffiche di vento;

idrologico:

ruscellamenti superficiali con possibili fenomeni di trasporto di materiale;

innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua;

piene dei corsi d’acqua;

fenomeni di erosione spondale;

tracimazione;

sifonamento;

rottura delle opere arginali;

idrogeologico:

frane superficiali;

colate rapide di detriti o fango:

caduta di massi.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sicilia – p. 3

Zone di allerta meteo

Il territorio regionale è suddiviso in Zone Omogenee di Allerta (Z.O.A.), che sono ambiti

territoriali per grandi linee uniformi nei riguardi delle forzanti meteorologiche e dei possibili effetti al

suolo, cioè dei rischi, che si considerano. La distinzione in Zone Omogenee di Allerta deriva

dall’esigenza di attivare risposte omogenee e adeguate a fronteggiare i rischi per la popolazione, per il

contesto sociale e per l’ambiente naturale.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

SICI-A Sicilia Nord-Orientale, versante tirrenico Messina

SICI-B Sicilia Centro-Settentrionale, versante tirrenico Messina, Palermo

SICI-C Sicilia Nord-Occidentale Palermo, Trapani

SICI-D Sicilia Sud-Occidentale Agrigento, Palermo, Trapani

SICI-E Sicilia Centro-Meridionale Agrigento, Caltanissetta, Enna,

Palermo

SICI-F Sicilia Sud-Orientale, versante Stretto di Sicilia Caltanissetta, Catania, Enna,

Ragusa, Siracusa

SICI-G Sicilia Sud-Orientale, versante ionico Catania, Siracusa

SICI-H Bacino del Fiume Simeto Catania, Enna, Messina

SICI-I Sicilia Nord-Orientale, versante ionico Catania, Messina

Zone di allerta meteo della Regione Sicilia

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sicilia – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare globale, pressione atmosferica,

umidità dell’aria.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 275 pluviometri, appartenenti

a diverse reti di monitoraggio:

174 stazioni di misura della rete dell’Osservatorio delle Acque (condivise nella piattaforma

nazionale DEWETRA);

95 stazioni di misura della rete del SIAS (al momento non condivise nella piattaforma

nazionale DEWETRA);

6 stazioni in telemisura della rete del DRPC (condivise nella piattaforma nazionale

DEWETRA).

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica per la previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto

ai fini della valutazione dei livelli di criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, non vi sono informazioni disponibili.

La modellistica previsionale per il rischio geomorfologico e idraulico volta a supportare le

attività del CFDMI-settore IDRO, prevede la definizione di soglie critiche di pioggia elaborate in

funzione delle curve segnalatrici di pioggia elaborate dal DRPC-Servizio RIA. Le curve sono state

costruite analizzando le altezze di pioggia, pubblicate negli Annali idrologici, registrate nelle stazioni

pluviometriche storiche del Servizio Idrografico Regionale (ora Osservatorio delle Acque) per le quali,

di conseguenza, esistono serie significative dal punto di vista statistico.

I tempi di ritorno di riferimento sono pari a 2, 5 e 20 anni con soglie pluviometriche pari

a 0,5 h, 1 h, 3 h, 6 h, 12 h e 24 h in coerenza con il documento DPC-ARPA Piemonte, 2004:

“Convenzione tra il Dipartimento per la protezione civile e l’ARPA Piemonte per l’assistenza alla

gestione delle situazioni di rischio idro-meteorologico sul territorio nazionale. Soglie pluviometriche”

e suoi allegati.

Per l’elaborazione degli Avvisi regionali di protezione civile si osserveranno criteri oggettivi (basati sul

superamento o meno delle soglie critiche) e soggettivi (basati sulle osservazioni degli effetti al suolo

e/o in caso di previsioni meteo caratterizzate da estrema variabilità) secondo il seguente schema di

massima: le corrispondenze tra previsioni meteorologiche e livelli di criticità previsti potranno variare

in funzione di particolari condizioni quali, per esempio, diverse combinazioni di previsioni meteo e

coefficiente AMC (Antecedent Moisture Content) e/o criticità residue per effetti al suolo

determinati dai fenomeni meteorologici e anche nei casi in cui siano stati sviluppati appositi

approfondimenti in aree specifiche.

Lo stato di saturazione del terreno è un indicatore condizionato da molteplici fattori (tipo di suolo,

copertura vegetale, pendenza dei versanti, stagione vegetativa, piogge, temperatura dell’aria) e, per

questo, affetto da un elevato grado di indeterminatezza. A riprova di ciò, sull’applicativo DEWETRA è

possibile osservare spesso valutazioni differenti dello stato di saturazione del suolo. Pertanto, e solo

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Sicilia – p. 5

per semplicità di calcolo, le valutazioni in ambito del CFDMI-Settore IDRO sono state effettuate

preferibilmente con il metodo AMC (Antecedent Moisture Content) basato sulla cumulata di

precipitazione dei 5 giorni precedenti quello della valutazione, in funzione della stagione (da ottobre a

marzo: dormiente; da aprile a settembre: crescita).

Strumenti di comunicazione

Le operazioni quotidiane per l’emissione dei documenti prevedono il ricorso a procedure

standardizzate.

Schema della strategia di comunicazione della Regione Sicilia

Le comunicazioni verranno effettuate esclusivamente per via telematica e quindi non verranno inviati

fax. Pertanto, gli Avvisi regionali di protezione civile verranno:

pubblicati sul sito del DRPC;

trasmessi via e-mail agli indirizzi di posta elettronica da avvisare.

In caso di allerta Gialla, Arancione o Rossa e conseguenti Fasi operative e in caso dell’emissione, da

parte del CFC, dell’Avviso di condizioni meteorologiche avverse, ai soggetti interessati

verranno inviati anche SMS.

Nel sito internet del CFDMI-Settore IDRO verrà inserita idonea documentazione volta a fornire ampie

informazioni sul significato generale da dare agli Avvisi regionali di protezione civile.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Toscana Sistema di Allertamento Regionale e Centro Funzionale Regionale

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Toscana – p. 1

Regione Toscana Sistema di Allertamento Regionale e Centro Funzionale Regionale

Normativa

Delibera della Giunta regionale n° 611 del 4 settembre 2006

Delibera della Giunta regionale n° 857 del 4 ottobre 2010

Delibera della Giunta regionale n° 395 del 7 aprile 2015 (normativa vigente)

Disposizioni in attuazione dell’art. 3 bis della Legge 225/1992 e della Direttiva del Presidente del

Consiglio dei Ministri del 27/02/2004 Sistema di Allertamento Regionale e Centro Funzionale

Regionale.

Altre fonti consultate

http://www.cfr.toscana.it/index.php?IDS=8&IDSS=241

http://www.sir.toscana.it/index.php?IDS=3&IDSS=33

http://www.lamma.rete.toscana.it/meteo/modelli

Dati generali

I compiti del Centro Funzionale Regionale della Toscana sono sintetizzabili in questa maniera:

collegamento del CF con le Centrali Periferiche di coordinamento e raccolta dei dati dalle reti

in telemisura ricadenti nell’ambito di competenza;

collegare il CF con gli altri CF regionali con funzioni di previsori meteorologici operanti

nell’ambito di competenza o di interesse, qualora non coincidono con il CF stesso;

collegare il CF con le sedi del Sistema Centrale;

utilizzare un Sistema Informativo Geografico a risoluzione spaziale variabile su cui

implementare le informazioni (pedologiche, di uso del suolo, aree esposte a rischio);

associare le precipitazioni osservate o gli stati idrometrici previsti alle condizioni dei

precursori individuati negli scenari di rischio.

In generale, il sistema di allerta deve prevedere:

una fase previsionale costituita dalla valutazione della situazione meteorologica, nivologica,

idrologica, idraulica e geomorfologica attesa, nonché degli effetti che tale situazione può

determinare sull’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente;

una fase di monitoraggio e sorveglianza, articolata a sua volta in:

osservazione qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale, dell’evento

meteoidrologico ed idrogeologico in atto;

previsione a breve dei relativi effetti attraverso il now casting meteorologico e/o

modelli afflussi-deflussi sulla base di misure raccolte in tempo reale.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Toscana – p. 2

Schema operativo del Centro Funzionale Regionale della Toscana

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane superficiali;

colate rapide di detriti o fango;

caduta di massi;

temporali forti;

vento;

mareggiate;

neve;

ghiaccio.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Toscana – p. 3

Zone di allerta meteo

Il risultato dell’analisi condotta ha portato all’individuazione di 26 Zone di Allerta Meteo.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

TOSC-A1 Arno-Casentino Arezzo

TOSC-A2 Arno-Valdarno Superiore Arezzo, Firenze

TOSC-A3 Arno-Firenze Firenze

TOSC-A4 Valdarno Inferiore Firenze, Lucca, Pisa, Pistoia

TOSC-A5 Valdelsa-Valdera Firenze, Pisa, Siena

TOSC-A6 Arno-Costa Livorno, Pisa

TOSC-B Bisenzio e Ombrone Pt Firenze, Pistoia, Prato

TOSC-C Valdichiana Arezzo, Siena

TOSC-E1 Etruria Grosseto, Livorno, Pisa, Siena

TOSC-E2 Etruria-Costa Nord Livorno

TOSC-E3 Etruria-Costa Sud Grosseto, Livorno

TOSC-F1 Fiora e Albegna Grosseto, Siena

TOSC-F2 Fiora e Albegna-Costa e Giglio Grosseto

TOSC-I Isole Livorno

TOSC-L Lunigiana Massa-Carrara

TOSC-M Mugello-Val di Sieve Firenze

TOSC-O1 Ombrone Gr-Alto Siena

TOSC-O2 Ombrone Gr-Medio Grosseto, Siena

TOSC-O3 Ombrone Gr-Costa Grosseto

TOSC-R1 Reno Pistoia, Prato

TOSC-R2 Romagna-Toscana Firenze

TOSC-S1 Serchio-Garfagnana-Lima Lucca, Pistoia

TOSC-S2 Serchio-Lucca Lucca

TOSC-S3 Serchio-Costa Lucca, Pisa

TOSC-T Valtiberina Arezzo

TOSC-V Versilia Lucca, Massa-Carrara

Zone di allerta meteo della Regione Toscana

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Toscana – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare globale, pressione atmosferica,

umidità dell’aria, livello freatico e livello del mare.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 302 pluviometri, così ripartiti:

stazioni automatiche gestite dal Servizio Idrologico Regionale;

stazioni tradizionali gestite dal Servizio Idrologico Regionale;

stazioni automatiche gestite dalla P.I. Rete Dati Agrometeo-Climatici;

stazioni automatiche gestite da:

Regione Umbria;

Regione Lazio;

ARPA Emila-Romagna.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica e per la previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della

valutazione dei livelli di criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, il Centro Funzionale riceve quotidianamente

tutti i parametri meteorologici risultanti elaborati dal modello WRF (Weather Research and

Forecasting) con risoluzione 3 km e 12 km. Questo modello è di tipo locale ed è utilizzato per cogliere

i fenomeni a mesoscala (individuare ad esempio una cellula temporalesca) e per tener conto con più

precisione dell'orografia della Regione Toscana, anche se per raggiungere questi scopi sono necessari

più punti di calcolo (maggiore risoluzione) e schemi fisici particolari da inserire nelle equazioni.

Il livello di allerta associato al rischio idrogeologico dipende dall’analisi congiunta dei sottostanti

elementi:

le cumulate di pioggia previste confrontate con quelle calcolate in funzione dei tempi di

ritorno e delle durate delle piogge caratteristiche della zona di allerta interessata;

il grado di saturazione del suolo e lo scenario di evento previsto.

In presenza di previsione di fenomeni precipitativi con potenziale avvicinamento dei livelli

pluviometrici medi areali corrispondenti alla stima del tempo di ritorno almeno biennale il territorio

regionale è soggetto a potenziali criticità idrogeologiche i cui effetti risultano di difficile previsione e

valutazione. In tali situazioni il processo di analisi congiunta degli elementi di cui sopra, sia in fase

previsionale che in fase di monitoraggio, può dar luogo solo a valutazioni di tipo probabilistico e non di

dettaglio, essendo coinvolti bacini idrografici di piccole dimensioni (inferiori ai 400 km2) e criticità

anche diffuse sia idrauliche che geomorfologiche.

La prevedibilità può al più avvenire con un modello probabilistico tenendo conto di cumulati di

pioggia riferiti a durata t = 1, 3, 6, 12 e 24 h (si intende la pioggia totale sull'intera zona di allerta

mediata partendo dai dati puntuali registrati ai pluviometri insistenti nell'area di cui trattasi

nell'intervallo t preso in considerazione).

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Toscana – p. 5

Strumenti di comunicazione

Il sistema di allertamento si basa su 3 documenti, 2 per la parte previsionale e uno per la parte di

gestione dell'evento.

I documenti che identificano la fase previsionale sono:

Bollettino di Vigilanza (BV);

Bollettino di Valutazione delle Criticità (BC) / Avviso di Criticità Regionale (AC).

Il Bollettino di Vigilanza esprime la valutazione del settore Meteo sull'intensità di determinati

fenomeni meteo, attraverso un sistema di soglie ed una probabilità di accadimento, dettagliati sulle

aree di allertamento per le successive 36 ore + la tendenza.

Il bollettino è composto, per ogni fenomeno meteo, da una sezione grafica e da una testuale. La parte

grafica comprende due mappe (una per giorno), rappresentanti la pericolosità (intensità/probabilità)

del fenomeno, tramite una colorazione definita sulle aree di allertamento. La parte testuale contiene la

descrizione, nel maggior dettaglio possibile del fenomeno meteo atteso, di tempistica, localizzazione e

intensità del fenomeno stesso.

Il Bollettino di Valutazione delle Criticità, emesso quotidianamente entro le ore 13:00,

rappresenta, tramite il codice colore, il livello di criticità previsto sul territorio regionale, ovvero

esprime la valutazione dei possibili effetti che le forzanti indicate nel bollettino di vigilanza e le

condizioni in atto potrebbero avere sul territorio, tenendo conto anche della probabilità di

accadimento.

Il bollettino si compone di una prima parte riepilogativa delle criticità di oggi e di domani, e di una

seconda parte che, per ogni singolo rischio, evidenzia il livello di criticità previsto con riferimento ad

oggi e domani. Il Bollettino riporta anche una parte testuale con la descrizione, nel maggior dettaglio

possibile, del fenomeno meteo atteso, di tempistica, localizzazione e intensità del fenomeno stesso.

Lo stato di allerta regionale viene trasmesso dalla SOUP ai destinatari, oltre che per fax, tramite invio

e-mail, notificato via SMS e ne viene verificata la ricezione tramite telefonata registrata. Ne viene

data altresì comunicazione tramite il sistema radio regionale. Il documento è inoltre fruibile sui

siti web istituzionali sia in formato pdf che tramite pagine web dedicate, nonché tramite file XLM.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Umbria Direttiva Regionale per allertamento rischi idrogeologico-idraulico e per gestione relative emergenze

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Umbria – p. 1

Regione Umbria Direttiva Regionale per allertamento rischi idrogeologico-idraulico e per gestione relative emergenze

Normativa

Deliberazione della Giunta regionale n° 2312 del 27 dicembre 2007

Direttiva Regionale per allertamento rischi idrogeologico-idraulico e per gestione relative emergenze

(in prima applicazione della Direttiva del P.C.M. 27 febbraio 2004).

Altre fonti consultate

LandWarn: un sistema operativo di early warning per il rischio idrogeologico basato su

soglie pluviometriche e saturazione dei suoli

http://www.cfumbria.it/index.php?s=47

Dati generali

I compiti istituzionali del CFD Umbria sono, in accordo con la Normativa sopra richiamata:

Acquisizione dei dati meteo-idropluviometrici e successiva elaborazione modellistica;

Gestione della rete radar regionale;

Trasmissione dei dati ai Centri Funzionali Decentrati presso le Regioni e al Centro Funzionale

Centrale presso il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, mediante apposito Sistema di

Scambio Informativo predisposto per il funzionamento dei sistemi di comunicazione e per la

cura dell’interscambio dei dati;

Attività a supporto della Protezione Civile;

Concentrazione ed integrazione dei:

dati qualitativi e quantitativi rilevati dalle reti meteo-idropluviometriche, dalla rete

radarmeteorologica nazionale e regionale, dalle diverse piattaforme satellitari

disponibili per l’osservazione della terra;

dati territoriali idrologici, geologici, geomorfologici e quelli derivanti dai sistemi di

monitoraggio delle frane;

Modellazioni meteorologiche, idrologiche, idrogeologiche ed idrauliche finalizzate

all’elaborazione di scenari di rischio;

Elaborazione di bollettini meteorologici finalizzati all’elaborazione di scenari di rischio;

Attività di previsione, di valutazione, di monitoraggio e sorveglianza in ordine agli scenari di

rischio probabili e ai livelli di criticità raggiungibili, in relazione alle diverse tipologie di

rischio;

Attività connesse alla definizione e all’aggiornamento delle zone di allertamento del territorio

regionale e del relativo sistema di soglie di allarme pluviometrico e idrometrico;

Svolgimento delle seguenti ulteriori attività:

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Umbria – p. 2

Elaborazione ed emissione dell’”Avviso di criticità";

Espletamento delle attività connesse alle fasi dell’emergenza, inerenti la raccolta dati di

tipo idrometeorologico e previsione meteorologica, finalizzata alla gestione della fase

stessa, garantendo per il periodo di allertamento, e qualora necessario, un’attività H24;

Espletamento delle necessarie attività di interlocuzione operativa con il Centro Funzionale

Centrale presso il Dipartimento di Protezione Civile e con il Servizio regionale di

Protezione Civile.

L’ufficio, ad oggi operativo in condizioni “di pace” 5 giorni alla settimana sull’arco delle 9 ore con

supporto H24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno garantito dallo specifico servizio di reperibilità, è

diviso operativamente nelle seguenti aree:

Area dedicata alla raccolta, concentrazione, elaborazione, validazione e archiviazione dei dati

rilevati, anche meteorologici;

Area dedicata all’interpretazione nonché all’utilizzo integrato dei dati rilevati e delle

informazioni fornite dai modelli previsionali;

Area di gestione del sistema che deve garantire il funzionamento dei sistemi costituenti il

Centro Funzionale, nonché degli apparati di comunicazione e scambio dati.

Tipologie di evento

Nel Sistema di Allertamento Regionale dell’Umbria ci si riferisce alle seguenti tipologie di evento:

idraulico;

idrogeologico (frane innescate da piogge);

neve;

ghiaccio;

vento;

ecc.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Umbria – p. 3

Zone di allerta meteo

Per quanto concerne la definizione delle Zone di Allerta Meteo, il Dipartimento Nazionale di

Protezione Civile (con il supporto dell’Arpa Piemonte), aveva suddiviso il territorio nazionale in Zone

di Allerta individuando per la Regione Umbria 3 macro-aree: Alta Valle del Tevere, Rilievi Appenninici

e Media Valle del Tevere.

In seguito ad analisi di maggior dettaglio, soprattutto legate ai principali aspetti di carattere

idrologico-idraulico di formazione e propagazione verso valle delle piene maggiormente significative

occorse in Umbria negli ultimi 20 anni, sono state individuate 6 Zone di Allerta Meteo.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

UMBR-A Alto Tevere Perugia

UMBR-B Medio Tevere Perugia, Terni

UMBR-C Chiascio-Topino Perugia

UMBR-D Nera-Corno Perugia, Terni

UMBR-E Trasimeno-Nestore Perugia

UMBR-F Chiani-Paglia Perugia, Terni

Zone di allerta meteo della Regione Umbria

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Allegato: Regione Umbria – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, pressione atmosferica, direzione e velocità del vento, umidità dell’aria,

radiazione solare e precipitazione nevosa.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 149 pluviometri.

Inoltre, nell’ambito del Progetto Landwarn, il sistema di monitoraggio è stato ulteriormente

potenziato. Innanzitutto, vengono utilizzati dei sensori di umidità del suolo e dei dati satellitari

per misurare il contenuto d’acqua del suolo. Nel territorio è poi previsto anche il monitoraggio di

alcuni fenomeni franosi significativi attraverso estensimetri ed accelerometri.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per la previsione dell'evoluzione a breve

termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di criticità di carattere idraulico ed

idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, il Centro Funzionale utilizza le elaborazioni

del modello QPF COSMO ME, che effettua previsioni di pioggia a scala locale per una finestra

temporale di 72 ore.

Per la previsione degli effetti al suolo si fa riferimento ad un modello di tipo probabilistico

con tempi di ritorno pari a 2, 5 e 10 anni. Nello specifico, i tre livelli di Criticità vengono definiti

sulla base di sette valori previsti di pioggia cumulata (1h, 3h, 6h, 12h, 24h, 36h, 48h) comparati ad

altrettante soglie corrispondenti a tempi di ritorno di 2 anni (criticità ordinaria), 5 anni (criticità

moderata), e 10 anni (criticità elevata). Il sistema è sempre basato sulle soglie pluviometriche, che

rappresentano il principale strumento di valutazione per le procedure di Early Warning del Sistema

Nazionale di Protezione Civile per il rischio idrogeologico.

Tuttavia allo scopo di aumentare l’affidabilità del sistema, è stato adattato e applicato un modello di

bilancio del contenuto d’acqua del suolo fisicamente basato, sviluppato in cooperazione con L’Istituto

di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR (CNR-IRPI), finalizzato alla stima quantitativa

delle condizioni di saturazione dei suoli in tutto il territorio regionale, denominato Progetto

Landwarn.

Recentemente, a tale procedura sono stati affiancati dati provenienti da reti sperimentali si sensori di

umidità del suolo e lo sviluppo di una procedura di stima di umidità del suolo da dati satellitari. Il

Sistema di Allerta prende spunto da un precedente lavoro di analisi che mira a definire una

correlazione osservata tra saturazione dei suoli (stimata attraverso il modello di bilancio) e le soglie

pluviometriche definite in base a effetti al suolo documentati, che trova applicazione per scopi di Early

Warning.

Su queste basi è stato costruito il sistema per il supporto alla valutazione degli stati di criticità. Il

sistema segue seguenti step:

stima (usando algoritmi di interpolazione spaziale) dei sette valori di pioggia cumulata e

temperatura per i 20 giorni precedenti, uniti a 72 ore di previsione, per ogni punto di una

griglia di calcolo;

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Umbria – p. 5

calcolo dei valori dell’indice di saturazione per gli stessi punti attraverso il modello di bilancio

del contenuto d’acqua;

comparazione dei valori di pioggia cumulata osservati e previsti con le soglie pluviometriche,

comprensive del fattore di correzione che tiene conto dell’indice di saturazione;

dai risultati della comparazione, definizione di quattro indicatori di Early Warning per ogni

punto della griglia (normale, attenzione, preallarme, allarme).

Strumenti di comunicazione

Il Bollettino Meteo regionale contiene: data e ora di emissione; situazione sinottica generale;

previsioni fino alle ore 24, 48 e 72 sull’Umbria (stato del cielo, temperature, venti, umidità); tendenza

per il quarto giorno successivo; fenomeni rilevanti per oggi, domani e dopodomani e tendenza per il

quarto giorno successivo.

Il Bollettino Meteo regionale è pubblicato sulle pagine web del CFD e consultabile da qualsiasi

utente senza alcuna ulteriore forma di comunicazione.

Il DPC fornisce quotidianamente al CFD, entro le ore 11:00, il Bollettino di Vigilanza

Meteorologica regionale dove viene evidenziata la possibile presenza di fenomeni meteorologici

significativi, in grado di superare determinate soglie di intensità. Il CFD, acquisito il Bollettino,

aggiorna le proprie pagine web. Nell’ambito del Bollettino di Vigilanza Meteorologica regionale

vengono indicate previsioni di fenomeni significativi o avversi fino alle ore 24, 48 e 72 sull’Umbria e

una tendenza per i giorni successivi.

Il CFD emette quotidianamente, entro le ore 13:00, il Bollettino di Criticità regionale, nel quale

sono riportate le valutazioni degli effetti al suolo rispetto alle forzanti meteoriche previste dai modelli

meteo disponibili; in particolare, vengono riportati, per tutte le Zone di Allerta, i livelli di criticità

previsti per il giorno stesso e per il successivo per le diverse tipologie di rischio.

Il DPC, qualora le previsioni dovessero prevedere un peggioramento della situazione meteorologica in

atto tale da far presagire condizioni di potenziale pericolo, provvederà ad emettere, di concerto con il

CFD, l’Avviso Meteo regionale per l’Umbria trasmettendolo al CFD tramite fax, in formato

digitale e mediante pubblicazione su di un’area web riservata ed accessibile a scala

regionale almeno 12 ore prima dell’evento. L’Avviso Meteo regionale ha i seguenti contenuti:

riferimento al Bollettino di Vigilanza Meteo regionale; data e ora di emissione; periodo di validità;

elenco dei destinatari dell’Avviso; tabella con indicazione delle zone d’allerta interessate dagli eventi

oggetto dell’Avviso Meteo stesso.

La predisposizione dell’Avviso di Criticità viene effettuata ove le previsioni quantitative

meteorologiche evidenzino, sulla popolazione e sui beni all’interno delle Zone di Allerta individuate, il

superamento della soglia di criticità moderata od elevata, oppure in presenza di fenomeni

meteorologici i cui effetti al suolo siano difficilmente prevedibili. L’Avviso di Criticità regionale viene

emesso entro le ore 13.00, con preavviso di 12-36 ore dall’inizio dell’evento. Contiene: data e ora di

adozione; riferimento all’Avviso Meteo regionale; periodo di validità; elenco dei destinatari;

indicazione delle Zone d’Allerta interessate anche dai conseguenti effetti; commento testuale sul tipo

di evento e sugli effetti attesi; livello di criticità degli effetti attesi per ciascuna delle Zone di Allerta ed

orario atteso di inizio e fine sia dell’evento che della criticità.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Valle d’Aosta Protocollo di intesa tra strutture regionali che concorrono al sistema di allertamento per rischio meteorologico, idrogeologico, idraulico e pericolo valanghe

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Valle D’Aosta – p. 1

Regione Valle d’Aosta Protocollo di intesa tra strutture regionali che concorrono al sistema di allertamento per rischio meteorologico, idrogeologico, idraulico e pericolo valanghe

Normativa

Deliberazione della Giunta Regionale n° 3655 dell’11 dicembre 2009

Disposizioni e procedure operative per l’attivazione della Direttiva del Presidente del Consiglio dei

Ministri del 27 febbraio 2004 (Supp. G.U. n° 59 dell’11 marzo 2004) e successive modifiche e

integrazioni.

Deliberazione della Giunta Regionale n° 26 dell’11 gennaio 2014 (Aggiornamento)

Aggiornamento delle procedure approvate con la Deliberazione della Giunta Regionale n° 3655 dell’11

dicembre 2009.

Altre fonti consultate

ECOSCIENZA – Numero 3 – Anno 2015

Descrizione del sistema di soglie multiparametriche adottato nella Regione Valle d’Aosta.

http://cf.regione.vda.it/lista_stazioni.php

http://www.regione.vda.it/territorio/territorio/rischiidrogeologici/conoscere_territori

o_e_rischi/monitoraggio_frane_i.aspx

Dati generali

Il Sistema di Allertamento Regionale è rappresentato da: una fase previsionale e una fase di

monitoraggio e sorveglianza, oltre ad una fase conoscitiva volta a definire e aggiornare gli

elementi tecnico-scientifici di base che concorrono al funzionamento del sistema di allertamento

stesso.

Andando maggiormente nel dettaglio:

la fase previsionale deve essere costituita dalla valutazione, sostenuta da un’adeguata

modellistica numerica, della situazione meteorologica, nivologica, idrologica, idraulica e

geomorfologica attesa, nonché degli effetti che tale situazione può determinare sul territorio

regionale;

la fase di monitoraggio e sorveglianza è a sua volta articolata in:

osservazione dell’evento meteo-idrologico ed idrogeologico in atto;

previsione a breve dei relativi effetti attraverso il nowcasting meteorologico e/o

modelli afflussi-deflussi inizializzati da misure raccolte in tempo reale dalla rete di

monitoraggio.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Valle D’Aosta – p. 2

Le fasi descritte precedentemente prevedono l’avvio delle:

attività di prevenzione del rischio (studi, programmi regionali, interventi strutturali,

pianificazione territoriale, ecc.);

attività di gestione delle emergenze (in attuazione dei piani regionali e comunali di

protezione civile).

Le principali strutture regionali coinvolte nel Sistema di Allertamento sono:

il Centro funzionale Regionale, struttura deputata alla predisposizione e alla

pubblicazione dei documenti previsionali, di monitoraggio e di sorveglianza, a definire il

sistema di previsione delle criticità meteorologica, idrogeologica e idraulica finalizzata

all´allertamento del sistema di protezione civile, al monitoraggio della situazione meteo-

idrologica e alla gestione, manutenzione e implementazione della rete di monitoraggio;

la struttura Assetto idrogeologico dei bacini montani per assicurare nell’ambito del

sistema di allertamento per criticità valanghiva la redazione e l´emissione del Bollettino

Valanghe (a scala regionale), il monitoraggio in corso di evento, la realizzazione degli

adempimenti, compresa l’attivazione delle Commissioni Locali Valanghe, oltre agli studi e ai

prodotti necessari per elaborare la previsione degli effetti delle nevicate;

la struttura Attività geologiche per la gestione delle reti di monitoraggio e rilevamento di

dati relativi ai dissesti di versante nonché per il supporto geologico alle strutture regionali;

la struttura Protezione Civile regionale per l’adozione e la diramazione dei

Bollettini/Messaggi di Allertamento, per la dichiarazione dei diversi livelli di allerta del Piano

regionale di Protezione Civile e la gestione del Sistema di Allerta Regionale;

il Comando del Corpo Forestale della Valle d’Aosta per il coordinamento e l’esecuzione

delle attività di presidio territoriale idrogeologico e idraulico.

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane per colamento e scivolamento;

frane complesse;

colate di detriti o fango;

caduta di massi;

piogge e temporali forti e diffusi;

nevicate;

freddo;

vento;

ecc.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Valle D’Aosta – p. 3

Zone di allerta meteo

La definizione delle Zone di Allerta Meteo ha previsto l’individuazione di ambiti territoriali

caratterizzati da una risposta meteorologica omogenea, tenendo in considerazione l’idrografia, la

meteorologia e l’orografia del territorio.

Il criterio idrografico è stato utilizzato per cercare di circoscrivere, per quanto possibile, uno stesso

bacino in una sola zona di allerta al fine di poter meglio prevedere e monitorare l’evoluzione dei

processi di piena.

Il criterio meteorologico si riferisce alle scale spaziali delle previsioni meteorologiche, tenendo conto

delle caratteristiche pluviometriche e climatiche dei differenti ambiti.

Infine, il criterio orografico permette di distinguere, per quanto possibile, settori omogenei dal punto

di vista degli effetti sul territorio.

ZONE DI ALLERTA

DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

VDAO-A Valle d’Aosta Centrale, Valle del Gran San Bernardo da Aosta a Valpelline, Valle di Saint-Barthélemy e Valtournenche

Aosta

VDAO-B Bassa Valle d’Aosta, dalla Gola di Montjovet a Pont-Saint-Martin, Valle del torrente Chalamy, Valle d’Ayas, Valle di Champorcher e Valle di Gressoney

Aosta

VDAO-C Valle di Cogne, Valsavarenche e Valle di Rhêmes Aosta

VDAO-D Dorsale Settentrionale e Nord-Occidentale, Valgrisenche e Valdigne Aosta

Zone di allerta meteo della Regione Valle d’Aosta

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Valle D’Aosta – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e velocità del vento, radiazione solare globale, pressione atmosferica,

umidità dell’aria, temperatura superficie suolo, umidità superficie suolo e moto ondoso.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 70 pluviometri.

Inoltre la Regione Valle d’Aosta ha predisposto il monitoraggio in tempo reale di 6 movimenti

franosi: Bosmatto, Chervaz, Vollein, Versante Nord-Occidentale della Becca di Nona, Vallone di

Citrin, Versante Nord-Occidentale del Mont de la Saxe.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica alla scala sinottica e alla mesoscala, per la conseguente redazione del Bollettino

Meteorologico Regionale, per l'adozione degli Avvisi di Avverse Condizioni Meteorologiche e per la

previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della valutazione dei livelli di

criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, il Centro Funzionale riceve quotidianamente

i dati provenienti dai seguenti modelli matematici: il modello globale ECMWF T799 ed il

modello ad area limitata COSMO-I7 (LAMI).

Per ciò che concerne la previsione degli effetti al suolo, è stato elaborato un sistema di soglie

multiparametriche per valutare il rischio di insorgenza di uno scenario di ordinaria criticità (allerta

gialla) o moderata criticità (allerta arancione) idrogeologica. Per la definizione di uno scenario di

elevata criticità (allerta rossa) risulta preponderante rispetto agli altri fattori la valutazione dello

scenario in atto e la rapidità della sua evoluzione.

La precipitazione non è la sola causa “innescante” di fenomeni franosi e/o di dissesto: a parità di

quantitativi di pioggia, ci sono altri fattori meteorologici-climatici, oltre che geologici-geotecnici, che

possono contribuire a determinare condizioni di criticità. Per tale ragione, nel corso degli anni, sono

state condotte varie analisi sugli eventi che hanno interessato la Valle d’Aosta tra il 1990 ed il 2009;

tali analisi hanno permesso di sviluppare un percorso che ha portato prima alla definizione di un

sistema di soglie pluviometriche che è stato successivamente integrato e calibrato definendo un

sistema di indicatori e soglie multiparametriche.

Gli indicatori attualmente considerati, che tengono conto sia delle condizioni antecedenti sia di quelle

previste, sono:

le piogge registrate negli ultimi 30 giorni;

le piogge medie previste;

le piogge massime previste;

la quota neve prevista.

Una back-analysis, che ha tenuto conto del numero di false e mancate allerte nel periodo tra il 2002 ed

il 2009, ha permesso di ricalibrare le soglie relative agli indicatori multiparametrici.

Il superamento delle soglie multiparametriche e la valutazione dello scenario in atto permettono di

valutare la probabilità che si manifesti uno scenario di ordinaria criticità (allerta gialla) o di moderata

criticità (allerta arancione).

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Valle D’Aosta – p. 5

Dopo una fase di test che, attraverso un confronto con gli strumenti operativi, ha permesso di

ricalibrare alcuni valori si soglia e ne ha verificato la robustezza e l’affidabilità, tale sistema è

attualmente usato come supporto decisionale.

Strumenti di comunicazione

I documenti informativi emessi riguardanti il rischio idrogeologico sono diffusi tramite posta

elettronica, sul sito web http://cf.regione.vda.it/home.php oppure tramite fax e si distinguono in:

documenti previsionali:

Bollettino di Criticità Meteorologica, Idrogeologica, Idraulica e

Valanghiva Regionale: emesso dal Centro Funzionale tutti i giorni entro le ore

14:00. Il bollettino sintetizza le valutazioni effettuate dall’ufficio meteorologico,

dall’ufficio effetti al suolo e dall’ufficio neve e valanghe. Esso è costituito da una prima

pagina che riassume i dati principali necessari ai sindaci per predisporre le misure

previste nei piani comunali di protezione civile. In particolare, è riportata una carta

della Valle d’Aosta suddivisa nelle 4 Zone di Allerta. Per ognuna di esse, attraverso una

rappresentazione iconografica, sono riportati i livelli di criticità associati alle quattro

tipologie di rischio (meteorologico, idrogeologico, idraulico e valanghivo). Ogni Zona

di Allerta è colorata con il colore associata al massimo tra i 4 livelli, in modo che il

sindaco, sapendo in quale zona ricade il suo comune, sappia qual è il livello più alto di

attivazione del piano regionale. Sono inoltre presenti le informazioni sulla data di

emissione, il periodo di validità del bollettino, le quote previste per oggi e per domani

dello zero termico e della quota neve. La seconda pagina fornisce informazioni di

dettaglio sui rischi. Per le giornate di oggi e di domani sono riportate carte analoghe a

quelle della prima pagina. Inoltre, per zona, per tipologia di rischio e per giornata di

previsione, è riportata una sintesi degli scenari attesi. Nella parte in basso sono poi

riportate note generali per ogni tipologia di rischio.

documenti di monitoraggio e sorveglianza, suddivisi in:

Bollettino di Aggiornamento dell’Evento in Atto per Criticità

Idrogeologica e Idraulica: emesso dal Centro Funzionale entro le 24 ore

successive all’emanazione di un avviso di criticità (allerta arancione o rossa), con una

frequenza variabile a seconda del livello di criticità e delle tempistiche del fenomeno

atteso. Il documento contiene una sintesi della situazione in atto rilevata dalla rete di

monitoraggio regionale.

Bollettino di Aggiornamento Straordinario sull’Evento in Atto per

Criticità Idrogeologica e Idraulica: emesso dal Centro Funzionale nel caso di

accertamento di situazioni impreviste di criticità idrogeologica o idraulica tali da poter

indurre situazioni di pericolosità sul territorio, non segnalate in precedenza.

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PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE

(D.M. 1152/ric del 27/12/2011)

La mitigazione del rischio da frana mediante interventi sostenibili

ALLEGATO al rapporto scientifico

Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale:

analisi della normativa vigente

Scheda Monografica

14/03/2016

Regione Veneto Attivazione del Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto per il rischio idrogeologico e idraulico

G. Pecoraro, M. Calvello

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Veneto – p. 1

Regione Veneto Attivazione del Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto per il rischio idrogeologico e idraulico

Normativa

Deliberazione della Giunta Regionale n° 873 del 31 marzo 2009

Attivazione del Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto per il rischio idrogeologico e

idraulico.

Deliberazione della Giunta Regionale n° 1373 del 28 luglio 2014 (Aggiornamento)

Aggiornamento delle modalità di funzionamento del Centro Funzionale Decentrato della Regione del

Veneto.

Altre fonti consultate

Modalità di funzionamento del Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto

Presentazione ai Comuni – ARPAV.

Definizione del sistema di allertamento regionale ai fini di protezione civile per la

previsione, il monitoraggio e la sorveglianza di situazioni di rischio idrogeologico,

idraulico e valanghivo

Presentazione alle Province – ARPAV.

http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/meteo/monitoraggio/rete-di-telemisura-1

http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/meteo/approfondimenti/metereologia-

gen.-e-prev

Dati generali

Il Centro Funzionale Regionale del Veneto è la struttura regionale deputata alla gestione delle allerte

nel territorio regionale di concerto con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, la Regione e le

Province.

Esso è costituito da:

Sezione Protezione Civile: responsabile del CFR e delle dichiarazioni degli stati di allarme,

preallarme e di attenzione;

Sezione Difesa del Suolo: responsabile della determinazione dei livelli di criticità emessi e

dei rapporti con l’ex Genio Civile;

ARPAV-Dipartimento Regionale Sicurezza del Territorio: responsabile delle

previsioni meteorologiche, dell’elaborazione della criticità valanghe e della gestione della sala

operativa.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Veneto – p. 2

Le funzioni del CFR riguardano principalmente:

la previsione degli eventi;

il monitoraggio degli eventi e degli effetti sul territorio;

il supporto alla gestione dell’emergenza.

La gestione delle allerte è organizzata nella seguente maniera:

fase previsionale di valutazione delle condizioni meteorologiche nivologiche, idrologiche,

idrauliche e geomorfologiche attese, nonché dei possibili effetti sull’integrità della vita, dei

beni, degli insediamenti e dell’ambiente;

fase di monitoraggio e sorveglianza di osservazione qualitativa e quantitativa, dell’evento

meteo-idrologico ed idrogeologico in atto e di previsione a breve dei relativi effetti attraverso il

nowcasting.

Le tipologie di rischio principalmente monitorate dal CFR del Veneto sono:

rischio meteorologico;

rischio idrogeologico e idraulico;

rischio valanghivo (a partire dal mese di novembre del 2009).

Per ciascuna tipologia di rischio sono previste:

suddivisione del territorio in Zone di Allerta (ambiti territoriali significativamente omogenei);

definizione di un sistema di soglie articolato almeno sui due livelli di moderata ed elevata

criticità.

Tipologie di evento

Nell’ambito del Sistema di Allertamento Regionale vengono considerate le seguenti tipologie di evento:

idraulico:

erosioni e sovralluvionamenti d’alveo;

esondazioni dei corsi d’acqua in tratti arginati e non arginati;

idrogeologico:

frane superficiali;

temporali intensi;

neve;

valanghe;

gelo;

vento.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Veneto – p. 3

Zone di allerta meteo

Nell'ottica di affinare e sviluppare i sistemi di previsione, ed in particolare di ridefinire le aree di in

modo tale che suddividano il territorio regionale secondo criteri di maggiore omogeneità, è stata

rivista la prima suddivisione che prevedeva 7 aree omogenee.

I risultati del gruppo di lavoro hanno portato ad una nuova suddivisione del territorio regionale in 8

distinte Zone di Allerta Meteo e a delle modifiche nei confini di quelle già esistenti.

ZONE DI ALLERTA DENOMINAZIONE ZONE DI ALLERTA PROVINCE INCLUSE

VENE-A Alto Piave Belluno

VENE-B Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone Belluno, Treviso, Vicenza, Verona

VENE-C Adige-Garda e monti Lessini Verona

VENE-D Po, Fissero-Tartaro-Canalbianco e Basso Adige Rovigo, Verona

VENE-E Basso Brenta-Bacchiglione e Fratta Gorzone Padova, Treviso, Venezia,

Vicenza, Verona

VENE-F Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna Padova, Treviso, Venezia

VENE-G Livenza, Lemene e Tagliamento Treviso, Verona

VENE-H Piave pedemontano Belluno, Treviso

Zone di allerta meteo della Regione Veneto

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Veneto – p. 4

Sistema di monitoraggio

Le stazioni hanno uno o più sensori per misurare i seguenti parametri: pioggia, livello idrometrico,

temperatura dell’aria, direzione e intensità del vento, radiazione solare incidente e riflessa, pressione

atmosferica, umidità dell’aria, temperatura superficie suolo, umidità superficie, evaporazione e

bagnatura fogliare.

Relativamente al rischio frane sono localizzati nel territorio regionale 163 pluviometri.

Inoltre nel territorio veneto sono presenti 3 radar meteorologici:

in provincia di Padova, a Teolo, sulla sommità del Monte Grande (Colli Euganei), alla

quota di 472 m.s.l.m.;

in provincia di Venezia, a Concordia Sagittaria in località Loncon, alla quota di 20 m.s.l.m.;

in provincia di Verona, a Valeggio sul Mincio.

Infine, vengono utilizzati anche i dati provenienti dal satellite meteorologico METEOSAT.

Modelli previsionali

I dati e le informazioni di tipo meteorologico sono utilizzati per l'elaborazione della previsione

meteorologica e per la previsione dell'evoluzione a breve termine degli eventi in atto ai fini della

valutazione dei livelli di criticità di carattere idraulico ed idrogeologico.

Per quanto riguarda la modellazione meteorologica, vengono utilizzati modelli meteorologici

di livello internazionale, come ad esempio ECMWF e NCEP.

I centri meteorologici di livello internazionale si occupano dello sviluppo dei cosiddetti "modelli

meteorologici globali", i quali forniscono prodotti meteorologici sull'intero globo terrestre (o su un

emisfero) per periodi temporali medio-lunghi e con risoluzione spaziale medio-bassa (fino a 12,5 km),

mentre alcuni centri meteorologici di livello nazionale e locale si occupano dello sviluppo dei cosiddetti

"modelli meteorologici locali", i quali forniscono prodotti meteorologici su aree ristrette per periodi

temporali brevi o medi e con risoluzione spaziale alta (fino a 1-2 km).

Per la previsione degli effetti al suolo va innanzitutto precisato che il rischio idrogeologico

contemplato dal sistema di allerta regionale corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal

superamento dei livelli pluviometrici critici definiti da soglie pluviometriche massime puntuali.

Esso si riferisce specificamente al rischio geologico legato ai fenomeni gravitativi di versante in

generale.

Dal rischio idrogeologico restano esclusi dall’allertamento in previsione i rischi geologici non

conseguenti direttamente agli eventi piovosi (DGPV, sprofondamenti carsici, fenomeni geotecnici,

altre frane con differenti cause di innesco, o al cui innesco concorrono altri fattori).

La criticità idrogeologica viene discriminata con due differenti metodologie a seconda del tipo di

fenomeno meteorologico previsto. In particolare, l’innesco o la riattivazione di frane possono essere

conseguenza di eventi meteorologici sia intensi (e di breve durata) che prolungati (di varia intensità)

sulle stesse zone.

Il metodo è basato sul confronto con le soglie pluviometriche e prevede che i diversi livelli di criticità

siano assegnati a ciascuna area quando i quantitativi di precipitazione ivi previsti, in un determinato

intervallo tempo e per un determinato stato del suolo, superano la corrispondente soglia per una delle

durate di precipitazione attese.

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G. Pecoraro, M. Calvello (2016) Allertamento per il rischio da frana in Italia a scala regionale: analisi della normativa vigente

Allegato: Regione Veneto – p. 5

Nello specifico, è stato sviluppato un modello probabilistico con tempi di ritorno pari a 2, 5 e

20 anni (corrispondenti ai diversi livelli di allerta) e con delle soglie pluviometriche pari a 1 h, 3 h, 6

h, 12 h e 24 h. Nel modello le soglie sono inoltre differenziate a seconda del grado di saturazione

del suolo.

Strumenti di comunicazione

I documenti predisposti dal CFR del Veneto sono i seguenti:

Bollettino Meteo Veneto: viene elaborato quotidianamente ed attraverso di esso vengono

riportate le previsioni meteo a livello regionale per il giorno di emissione e successivo con

indicazione di tendenza per i due giorni successivi.

La diffusione avviene sui siti internet del CFR e dell’ARPAV.

Eventualmente può includere la segnalazione di diverse tipologie di evento e in questo caso la

diffusione avviene anche tramite sms informativo;

Avviso di Condizioni Meteorologiche Avverse (e relativi aggiornamenti): contiene i

seguenti elementi: periodo di validità del messaggio; descrizione sintetica e localizzazione

dell’evento previsto; descrizione di maggior dettaglio della previsione meteorologica per le

successive 24-36 ore; previsione quantitativa dei fenomeni ed eventuali osservazioni;

segnalazioni di servizio; modalità di contatto con il CFR.

La diffusione avviene attraverso le seguenti modalità: fax; e-mail; sito internet del CFR;

sms informativo;

Avviso di Criticità Idrogeologica ed Idraulica (e relativi aggiornamenti): viene emesso

nel caso in cui almeno un’area di allerta presenti condizioni di potenziale criticità. Tali

valutazioni sono eseguite mediante il confronto dei dati di pioggia, in atto o previsti, con le

soglie pluviometriche areali e puntuali disponibili sulla base delle linee guida nazionali.

Contiene i seguenti elementi: data e ora di emissione del messaggio; breve riepilogo delle

condizioni meteo attuali e previste; individuazione grafica delle aree in allerta; individuazione

tabellare del livello di criticità previsto per ciascuna Zona di Allerta Meteo; indicato periodo

della criticità prevista; descrizione della situazione idrogeologica e idraulica attuale e prevista;

modalità di contatto con il CFR.

La diffusione avviene attraverso le seguenti modalità: fax; e-mail; sito internet del CFR;

sms informativo;

Bollettino di nowcasting: viene emesso ogni 3-6 ore quando è attiva l’assistenza H24

presso il CFR e contiene: periodo di validità del messaggio; area di validità; descrizione della

situazione attuale; situazione meteorologica e/o idrometrica prevista; prossimo bollettino;

modalità di contatto con il CFR.

La diffusione avviene attraverso le seguenti modalità: fax; e-mail; sito internet del CFR;

sms informativo;

Avviso di Cessate Condizioni Meteorologiche Avverse;

Avviso di Cessata Criticità Idrogeologica ed Idraulica: sancisce il ritorno alle

condizioni di normalità.

La diffusione avviene attraverso le seguenti modalità: fax; e-mail; sito internet del CFR;

sms informativo.