“ALLEGRETTO DI NUZIO” - isc-fabriano.it giro... · Ora ci sono rimasti soltanto alcuni portici...

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1 ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO “FABRIANO” SCUOLA ELEMENTARE STATALE “ALLEGRETTO DI NUZIO” Gli alunni della classe 4ª sez. A tempo pieno presentano il progetto anno scolastico 2000-2001

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ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO “FABRIANO”

SCUOLA ELEMENTARE STATALE

“ALLEGRETTO DI NUZIO”

Gli alunni della classe 4ª sez. A tempo pieno

presentano il progetto

anno scolastico 2000-2001

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NOTIZIE STORICHE Nella nostra zona i Piceni che divennero una popolazione civile che si dedicava all’agricoltura, alla pastorizia, all’artigianato e al commercio. Celebre è la tomba del guerriero di S. Maria di Fabriano. 500 – 400 anni a.c. _ invasione dei Galli Senoni (fondano Sena Gallica = Senigal-lia) 386 a.c. - I Galli Senoni giungono a Roma. 300 a.c. - I Senoni arrivano fino a Reggio Calabria e si allearono con i Siracusani. Questi vengono nelle Marche e fondano ANCONA (ankon = gomito) Greci + Siracusani +Celti + Galli 295 a.c. Con la battaglia di Sentinum. Roma sconfigge l’alleanza dei

PICENI+GALLI+ETRUSCHI 200 a.c. -Si sono formati i Municipi - romani di:

ATTIDIUM SENTINUM TUFICUM (Attiggio) (Sassoferrato) (Albacina)

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Quest’anno abbiamo deciso di visitare la nostra città, uscendo frequentemen-te, per osservare FABRIANO con grande attenzione, per riscoprire angoli caratteristici e particolari, per guardare con – OCCHI NUOVI - ciò che da sempre siamo abituati a vedere. INTEGREREMO poi le nostre osservazioni con le notizie STORICHE, ma all‘inizio guardiamoci soltanto intorno e … cosa vediamo?

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Il nome FABRIANO probabilmente deriva dal fondo (territorio) appartenente

ad un ricco romano, Faberius.

Fondo di Faberius = Faberiano.

Si racconta anche che l’origine del nome di Fabriano sia diversa e derivi da

un fabbro che aveva la sua bottega sul ponte che congiungeva due castelli.

Faber in jano = Fabriano.

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Nel 5° secolo d. c. si insediò un nucleo abitativo su una collinetta in cui fu co-struito un castello: prese il nome di CASTELVECCHIO perché più antico e fu circondato con mura longobarde (S. Caterina, S. Luca, via le Povere). CASTRUM (vecchio)

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Nel 9° secolo dopo Cristo si stabilì un altro piccolo nucleo abitativo su un

POGGIO vicino, sempre sulla RIVA DESTRA DEL GIANO.

Anche qui fu costruito un castello.

In luogo fu chiamata CASTELNUOVO (S. Margherita) e fu cinta da mura.

CASTRUM (NUOVO)

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Siamo saliti su un piccolo colle chiamato CASTELVECCHIO per vedere il

luogo del più antico insediamento umano di Fabriano.

Ecco come si presenta ai nostri occhi!

Le mura risalenti all’alto medioevo sono piene di erbacce, in parte intonacate,

quasi cadenti.

Scarabocchi, scritte, incisioni, segnacci deturpano l’antica fortificazione.

Una chiesetta, con il campanile a

vela conserva soltanto la facciata

anteriore.

Il soffitto è crollato e l’interno è di-

ventato un deposito d’immondizia.

La pavimentazione è quasi inesi-

stente e in alto hanno costruito un

bruttissimo terrazzo

Da un muro pendono degli anelli di

ferro usati forse per legare asini e

cavalli.

Secondo noi è un vero peccato la-

sciare un luogo così particolare in

totale abbandono.

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Di fronte a Castelvecchio c’è un altro piccolo colle chiamato POGGIO o

POIO, in cui si insediò un secondo nucleo abitativo, CASTELNUOVO per di-

stinguerlo dall’altro più antico.

Il luogo è completamente trasformato: la collina è diventata una scalinata,

le mura sono quasi inesistenti.

Sono discretamente conservati il monastero di S. Margherita e la chiesa del-

la Madonna del Buon Gesù (con il chiostro e il loggiato).

Secondo il nostro parere, le due parti più antiche di Fabriano, CA-

STRUM VETUS e CASTRUM PODII, avrebbero bisogno di essere tenute

con una cura maggiore per valorizzarle: danno un senso di abbandono.

Non siamo esperti, ma è facile capire che dovrebbero essere tolte le erbacce,

rinforzate le mura rimaste, aggiustata la pavimentazione, eliminata la

spazzatura, restaurata la chiesetta quasi diroccata di S. Claudio, rimosse

le serrature, le antenne, i terrazzi e cancellate le scritte.

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La piazza bassa o piazza mercatale era il luogo in cui si vendevano le merci.

Ci si trovavano le botteghe degli artigiani FABBRI, VASARI (portici), LA-

NAIOLI, CONCIATORI che utilizzavano le acque del fiume Giano o Castella-

no.

Ora ci sono rimasti soltanto alcuni portici dei vasari mentre tutte le botteghe

antiche sono andate distrutte.

Il Giano è stato coperto e la chiesa di San Rocco è diventata un deposito.

E’ ancora la nostra piazza del mercato.

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(vita amministrativa)

In antico era detta Piazza Alta, era ed è di forma quasi triangolare (a imbuto)

ed unisce architetture di epoche diverse.

Ha il palazzo del Podestà sotto il cui arco a sesto acuto scorreva il Rivo, su-

bito deviato per fare posto ad una strada.

Serviva come punto di incontro dei notabili del tempo.

Palazzo del Podestà - 1255

Fontana Sturinalto - 1285

Palazzo dei Chiavelli - 13° secolo (Comune)

Loggiato di S. Francesco - 1400 circa

Palazzo Vescovile - 13° secolo

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….LE VIE E LE ABITAZIONI NEI QUARTIERI INTORNO ALLA PIAZZA ALTA (PLATEA MAGNA)

Le strade sono larghe, spaziose e pavimentate di pietra. I palazzi, at-taccati fra loro sono maestosi, con finestre molto grandi, munite di in-ferriate artistiche se sono a piano-terra. I portoni di legno, rinforzati da numerosi chiodi, sono enormi: forse servivano a far entrare le car-rozze fino ai cortili che si trovavano all’ingresso delle case dei ricchi; insieme ai giardini pieni di piante e

di fiori. Ogni porta e ogni finestra è decorata, i piani sono due o tre al massimo, ai muri sono ancora appesi dei cerchi di ferro per legare gli animali (cavalli e a-sini). Abbiamo capito che intorno alla PIAZZA ALTA abitavano i nobili, i ricchi e i notabili che conducevano una vita lussuosa piena di inviti, pranzi, cene, feste.

….LE VIE E LE ABITAZIONI NEI QUARTIERI DEGLI ARTIGIANI

INTORNO ALLA PIAZZA BASSA Le vie sono strette, fiancheggiate da case addossate le une alle altre. Sono costruite in mattoni e in pietra, hanno le finestre piuttosto piccole e i portoni stretti e bassi. Alcune porticine conser-vano ancora l’architrave in legno. Ab-biamo capito che gli artigiani non erano persone ricche, ma neanche povere: vivevano in abitazioni semplici, piutto-sto basse, in cui non doveva entrare troppo freddo d’inverno e troppo caldo in estate. Spesso a pianterreno c’era la stalla degli animali.

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Le più antiche mura di Fabriano ri-

salgono al VI secolo d.C.

Una volta uniti i due CASTELLI, CASTELVECCHIO - CASTELNUO-VO, furono innalzate altre mura di-fensive che risalgono al IX secolo. I Chiavelli edificarono l'ultima cinta di mura nel XIII secolo, in un periodo in cui il comune si era ampliato mol-to. Lungo le mura esistevano molti tor-rioni circolari, quadrati ed esagonali

per una migliore difesa. Purtroppo non è rimasto più quasi nulla.

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Le porte servivano per entrare e uscire dalle città chiuse da mura di-fensive. Queste all’inizio circondavano CASTRUM VETUS e CASTRUM PODII: risalgono al 5°-6° secolo. Una volta unificati i due castelli furono innalzate altre mura che comprende-vano i quartieri di CASTELVECCHIO, CASTELNUOVO, S. GIOVANNI E S. BIAGIO. Le ultime mura risalgono al 12° secolo e furono rinforzate e fortificate meglio dai CHIAVELLI (di origine germanica), signori di Fabriano.

PORTA CERVARA La porta, di cui si parla già nel 1249, fu chiama-ta CERVARA perché ai tempi di Alberghetto Chiavelli, una cerva inseguita dai cani, entrò in città da quella porta (così dice la tradizione). Si chiamava anche porta Palestro e fu demolita nel 1930. Comprendeva il quartiere di S. GIOVANNI con una fonte famosa e anche essa distrutta.

PORTA PISANA La porta PISANA fu chiamata così perché fatta aprire nelle nuove mura nel 1287 dal podestà Marzucco da Pisa. Veniva chiamata anche porta Saracena e fu de-molita nei primi anni del 1900. Comprendeva il quartiere di SAN BIAGIO.

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PORTA DEL BORGO La porta del BORGO si chiamava così perché si apriva verso il rione antico, il BORGO di S. NICO-LO’, sorto grazie agli abitanti di CIVITA. Comprendeva il fiume GIANO e il VALLATO CU-PO, per cui divenne sede di numerose botteghe artigiane dei fabbri, dei vasari, dei tintori, dei car-datori, dei conciatori. Fu demolita verso la fine dell‘800.

PORTA DEL PIANO Questa porta fu aperta nella nuova cinta muraria verso il 1300. Si chiamava porta Romana perché si trovava vicino alla strada che conduceva a Roma. Una volta ristrutturata, nel 1735 fu chiamata porta Clementina in onore del papa Clemen-te 12°. Comprendeva i territori di S. VENANZIO e di S. BENEDETTO. Fu demolita nel 1952 PORTA DEL MERCATO

Esisteva una porta accanto alla piazza del mercato, attraverso la quale pote-vano entrare o meno i cavalli, gli asini, i buoi che trasportavano le merci per essere vendute nel mercato: ora si intravede appena ed è murata.

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Le chiese di Fabriano sono quasi tutte inagibili dopo il

terremoto del 26 settembre 1997, per cui non è stato

possibile visitarle. L’unica ristrutturata è la chiesa del

Sacro Cuore di stile barocco.

S. MARIA DELL’ APPENNINO (vicino alle

sorgenti del Giano) con i monaci Benedet-tini.

S. BIAGIO IN CAPRILE (Campodonico)

con i monaci benedettini.

S. VITTORE FRASASSI (Genga) con monaci e monache benedettini.

S. SILVESTRO (Monte Fano) con i mo-

naci Silvestrini.

VALDICASTRO (sotto poggio S. Romualdo) con i monaci camaldolesi.

VALDISASSO (sopra Valleremita) con i frati francescani.

I monaci si occupavano di:

- controllo del terreno; - agricoltura; - manutenzione dei boschi e dei fiumi; - cura delle anime.

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A Fabriano ora sono rimasti quattro monasteri, tre femminili ed uno maschile: Cappuccine (clarisse - francescane) S. Luca (benedettine) S. Margherita (benedettine) S. Silvestro (Silvestrini)

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I Longobardi occuparono la parte montana delle Marche e costruirono Camerino e Fermo,

fortificandole.

La parte costiera apparteneva ai Bizantini.

Il nostro territorio era costituito da più Marche.

Alla morte di Carlo Magno il SACRO ROMANO IMPERO cominciò a sfasciarsi, ma poi fu

restaurato dall’imperatore OTTONE III che divenne un protettore della chiesa, di cui era

capo il Papa (a differenza del periodo di Carlo Magno).

Egli si circondò di uomini di fiducia cui affidò i feudi.

In questo periodo furono costruite molte abbazie che comprendevano chiese e beni

sparsi lasciati dai signori:

S. MARIA DELL’ APPENNINO,

S. BIAGIO IN CAPRILE.

Feudo – feudatario Abbazia – abate

Il feudatario e l’abate erano figure importanti.

Furono costruiti molti CASTELLI, in questo periodo, per:

controllare il traffico e i movimenti di truppe

far pagare il passaggio

Erano situati lungo LA VIA DI PASSAGGIO TRA L’ UMBRIA E LE MARCHE.

Lungo la VIA CLEMENTINA (strada romana) fu costruita la ROCCA DI SALMAREGIA.

Nessuno poteva attraversare i passi senza essere avvistato dalle rocche.

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Nel secolo 13° giunse a Fabriano la carta inventata dai cinesi e por-tata dagli Arabi. Sorsero le prime “gualchiere” lungo il fiume Giano: erano picco-le ma producevano tanta carta per quell’epoca in cui pochissimi sapevano leggere e scrivere. Nel 1400 c’ erano già 40 – 50 cartiere, poi si diffusero a Piora-co, Bologna e in Europa. I Chiavelli proibirono l’esportazione delle invenzioni fa-brianesi:

colla di gelatina animale (carnaccio) pila a magli multipli filigrana.

Queste invenzioni dei mastri cartari fabrianesi permisero l’uso della carta anche nei do-cumenti ufficiali, al posto della pergamena, molto più costosa. Con l’invenzione della STAMPA (GUTEMBERG –15°secolo) il suo utilizzo divenne sempre più massiccio e la carta di Fabriano raggiunse tutta l’Europa. Le cartiere divennero sempre più grandi, di proprietà della famiglia Miliani e si specializza-rono non solo per la carta a mano, ma per la carta da disegno, le banconote… Ora appartengono all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e forse saranno messe in vendita. Siamo andati al museo della car-ta e della filigrana, situato nell’antico convento di S. Dome-nico, per osservare la lavorazione della carta fatta con il metodo an-tico e le apparecchiature ricostrui-te secondo i disegni del tempo (il legno di quercia). Ora però al posto degli stracci, usano la cellulosa vegetale. E’ stata una visita interessante che a catturato tutta la nostra at-tenzione! Ci hanno colpito la fatica, la po-vertà, la mancanza di sicurezza presenti nella vita lavorativa medievale. dievale.

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Il fiume Giano è stato per l’antica Fabriano

una fonte di ricchezza, di vita e lavoro. Noi alunni, con la nostra insegnante Rina, abbiamo

voluto conoscere il fiume Giano da vicino e lo ab-

biamo seguito in tutto il suo percorso.

In una bella giornata di primavera abbiamo rag-

giunto la sua sorgente, partendo dalla Badia di S.

M. d’Appennino, andando a piedi per un lungo trat-

to.

Non credevamo mai che una sorgente fosse così bella!

L’acqua scendeva precipitosamen-

te, con grande rumore, formando

una piccola cascata.

Era limpida, gli schizzi arrivavano

molto lontano e ci bagnavano come

se scendesse una fitta pioggerelli-

na.

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DESCRIZIONE GEOGRAFICA Il Giano è un torrente perenne che nasce alle falde del M. Maggio, percorre per circa 23 Km la valle omonima fino ad immettersi nel fiume Esino, nei passi della frazione di Borgo Tufico. Attraversa i centri di Cancelli e di Fabriano e riceve diversi affluenti:

Fosso di Serradica; Fosso di Valleremita; Torrente Rio Bono; Fosso di Argignano.

Esperienza

Durante il percorso abbiamo raccolto in alcune bottigliette le sue acque per stabilire con semplici esperimenti: il colore, l’odore, la schiuma, la torbidità. Abbiamo verificato che l’acqua non aveva:

• nessun odore; • lo stesso colore

dell’acqua del rubinetto; • nessuna schiuma; • non era torbida.

Abbiamo concluso che l’acqua del fiume Giano, alla sorgente è molto pulita e quindi potabile.

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Aspetti vegetazionali e faunistici Continuando la nostra esplorazione abbiamo osservato che vicino alla sor-

gente c’è un bosco di faggi, che pur trovandosi a 600 m. crescono rigogliosi

perché si crea un microclima, che genera ombra e frescura.

Crescono anche:

• il pioppo nero;

• il salice bianco;

• il nocciolo;

• il carpino;

• l’acero campestre.

Nel sottobosco abbiamo osservato i licheni, il muschi, i ciclamini, le primule,

le fragoline di bosco, le orchidee, le felci, la rosa selvatica, il pungitopo,

l’equiseto o coda di cavallo, i soffioni, la pianta degli asparagi.

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Mentre scendevamo a valle abbiamo ascoltato il canto di molti uccelli, non abbiamo visto nessun animale (forse le nostre voci erano troppo forti!), ma sappiamo che lì vivono:

• la volpe; • lo scoiattolo; • la donnola.

Possiamo trovare anche alcuni rapaci: • la poiana; • la civetta; • il gufo; • il gheppio.

Un nostro amico ha visto strisciare una biscia, ma ci sono anche serpi, vipere, ramarri. La fauna ittica è rappresentata dalla trota fario e dal crostaceo gambero di fiume, importante bioindicatore, perché molto sensibile all’inquinamento.

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Arrivati a Cancelli l’acqua era meno lim-pida, perché questa frazione scarica tut-to nel fiume. ( fogne, piccole ditte). La situazione è peggiorata nel trat-

to dove il fiume attraversa lo stabi-

limento delle Cartiere Miliani.

Nonostante la Cartiera abbia un

depuratore chimico che abbatte le

sostanze coloranti, sono scaricate

nel Giano acque ad elevata temperatura. Fino a 70° C., fibre cartacee, ma

anche cartacce, pezzi di oggetti di plastica, bottiglie…. L’odore che sentivamo non era molto buono ! Proseguendo per il centro della città, siamo arrivati al punto in cui il fiume di-

venta una semplice fogna, perché è stato ingabbiato in un condotto sotterra-

neo, diventando un canale di scolo degli scarichi fognari urbani. Questo è ac-

caduto una trentina di anni fa per motivi igienici, perché maleodorante e pieno

di topi e zanzare. Lì non ha più luce ed è come se fosse morto. Ci siamo re-

cati in una zona vecchia della nostra città, dove una volta c'erano le concerie.

Lì il fiume torna alla luce e vicinissimo alle case. Sul ponticello da cui lo os-

serviamo hanno germogliato molti semi. Gli orti che costeggiano il suo alveo

sono coltivati con ortaggi vari.

Nella zona dell’ospedale riesce a riprendere vita, grazie ai salici e ai pioppi, che con le loro radici aiutano il fiume ad autodepurarsi

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Nella zona del depuratore comunale il Giano riprende lentamente a vivere grazie al suo af-fluente Rio Bono che vi immette acque abbastanza pulite che lo ossigeno ancora di più. Il tratto finale fino a Borgo Tufico è abbastanza naturale con molta vegetazione lungo le sponde.

È terminata la nostra lunga passeggiata. È stata molto interessante, ma abbiamo pensato che se il fiume Giano potesse parlare, ci direbbe:

- Attenzione ragazzi! Ricordatevi che nei tempi antichi ho avuto un ruolo determinan-te nello sviluppo della vostra città;

- le donne venivano a lavare il bucato nei lavatoi posti accanto alle mie acque; - abbeveravo gli animali ed ero fonte di reddito perché contribuivo al progresso

dell’agricoltura; - azionavo le palle del mulino a Vetralla, - le concerie utilizzavano le mie acque, - azionavo le turbine per l’alimentazione elettrica del territorio. Quante vicende! Vorrei però continuare a vivere anche se…oggi ho qualche problemino d’inquinamento: • chimico; • urbano; • termico; • industriale! Utilizzate le mie acque in maniera razionale: Rispettate il mio corso nella costruzione di strade, fabbriche, edifici. Usate in modo parsimonioso detergenti e prodotti d’uso domestico e meno diserbanti

nelle campagne.

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Ricordate che sono un torrente ed ho una portata d’acqua limitata, che tra qualche anno, potrebbe essere ancora di meno! L’ACQUA è un dono meraviglioso, ragazzi!

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Da alcuni anni (dal 1994) a Fabriano si svolge il PALIO di S. GIOVANNI.

Per 10 giorni circa la città si anima e i suoi abitanti accorrono ad ascoltare

suoni e canti, ad assistere a spettacoli e gare, a mangiare nelle osterie.

Per le vie sfila il corteo in abiti medievali, le case sono addobbate con i drappi

delle porte, rappresentanti i quartieri antichi: Cervara, Piano, Pisana, Borgo.

Tutti gli spettacoli, i giochi, le gare e le scene di vita medievale si concludono

il 24 giugno con la sfida del maglio in cui viene aggiudicato il palio che rimar-

rà nel quartiere fino all’anno successivo.

Quest’anno (2001) anche noi, alunni di 4ª elementare a tempo pieno

dell’Allegretto di Nuzio, parteciperemo per sei serate, ricostruendo le botte-

ghe del 1200 -1300.

PROGRAMMA “PALIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA”

Fabriano, 15-24 giugno 2001 GIOVEDI’ 14 GIUGNO Ore 21 .30 Innalzamento Gonfalone: delle quattro Porte Ingresso quattro Porte VENERDI’ 15 GIUGNO Ore 18.00 Apertura Mostre e Botteghe delle arti Galleria delle Arti (Domus Mariae) Ore 18.00 Scene di vita medievale a cura delle scuole A. Moro-S. Maria-Allegretto Palazzo del Podestà Ore 19.00 Apertura Hostarie Palio Centro Storico

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Ore 21.15 Cerimonia giuramento del Podestà Piazza del Mercato Ore 22.00 Esibizione Sbandieratori e Musici del Palio

Piazza del Mercato SABATO 16 GIUGNO Ore 10.00 Convegno sul tema “Il Trecento a Fabriano: ambiente società istituzioni” Sala S. Domenico (Museo della Carta) Ore 11.00 Apertura Mostre e Botteghe delle arti

Galleria delle Arti (Domus Mariae.) Ore 17.00 Bando del Palio nel Contado Ville e Castelli Ore 18.00 Scene di vita medievale a cura delle scuole A. Moro-S. Maria-Allegretto Palazzo del Podestà Ore 21.30 Serata inaugurale “Lo foco della nocte di Santo Giovanni” Regista e direttore artistico Giovanni Nardoni Piazza del Mercato DOMENICA 17 GIUGNO Ore 10.00 Bando del Palio nel Contado Ore 10.30 Apertura Mostre e Botteghe delle arti Galleria delle Arti (Domus Mariae) Ore 18.00 Processione del Corpus Domini Centro Storico Ore 19-24.00 “Scene di vita medievale nei territori delle quattro Porte” Palazzo del Podestà LUNEDI’ 18 GIUGNO Ore 18.00 Scene di vita medievale a cura della scuola A. Moro-S. Maria-Allegretto Palazzo del Podestà Ore 18.00 Apertura Mostre e Botteghe delle Arti

Galleria delle Arti (Domus Mariae) Ore 21.30 Commedia in dialetto Compagnia Artigianelli dell’IPSIA di Fabriano “Tutte le donne del Mercante”

Piazza de/Mercato MARTEDI’ 19 GIUGNO Ore 18.00 Scene di vita medievale a cura delle scuole A. Moro-S. Maria-Allegretto

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Palazzo del Podestà Ore 18.00 Apertura Mostre e Botteghe delle Arti

Galleria delle Arti (Domus Mariae) Ore 21.30 Commedia in dialetto fabrianese della Compagnia “I vicoli della Gioia” “Pare che un cavaliere”.

Piazza del Mercato MERCOLEDI’ 20 GIUGNO Ore 18.00 Scene di vita medievale a cura della scuola A. Moro-S. Maria-Allegretto Palazzo del Podestà Ore 18.00 Apertura Mostre e Botteghe delle Arti

Centro Storico

Ore 21.15 Giochi storici tra le Porte Corsa con i trampoli - Corsa con le brocche - Corsa con i sacchi Tiro alla fune - Gioco del bracciale - Giostra dei carioli Piazza del Mercato GIOVEDI’ 21 GIUGNO Ore 18.00 Scene di vita medievale a cura della scuola A. Moro-S Maria-Allegretto Palazzo del Podestà Ore 18.00 Apertura Mostre e Botteghe delle Arti Centro Storico Ore 21.15 Serata spettacolo medievale Piazza del Mercato VENERDI’ 22 GIUGNO Ore 18.00 Apertura Mostre e Botteghe delle Arti Centro Storico Ore 22.00 Inizio realizzazione Infiorate artistiche Centro Storico Ore 21 .30 Torneo degli Arcatori delle Porte Piazza del Mercato

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Una volta comprate le stoffe, a trama larga e in tutte le tonalità del marrone, ci siamo fatti cucire i vestiti badando che non fossero troppo ben rifiniti. Non devono avere bottoni, ma solo lacci, nessun ricamo e nessun pizzo. Verranno allestite delle botteghe artigiane e noi saremo animatori della ricostruzione della vita medievale: saremo fabbri, falegnami, ceramisti…

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Linea del tempo della storia locale pag. 2 In giro per Fabriano perché… pag. 3 Origine del nome pag. 4 Castelvecchio pag. 5 Castelnuovo pag. 6 Come ci si presenta Castelvecchio pag. 7 Come ci si presenta Castelnuovo pag. 8 Quali interventi da effettuare pag. 9 Piazza Bassa pag. 9 Piazza Alta pag. 10 In giro per Fabriano osserviamo… pag. 11 Le mura e le porte pag. 12 Le chiese pag. 15 Principali abbazie della nostra zona pag. 15 La linea del tempo pag. 16 Il Sacro Romano Impero nella nostra zona pag. 17 Le cartiere pag. 18 Il fiume Giano pag. 19 Partecipiamo al Palio pag. 26 Programma del Palio pag. 26 I nostri costumi pag. 29 Sommario pag. 30