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SCOPRITORINO IN BICICLETTA CIRCOSCRIZIONE 7 AURORA, MADONNA DEL PILONE, SASSI, VANCHIGLIA ITINERARI CICLISTICI IDEATI E ILLUSTRATI DAL GRUPPO FIAB PEDALIAMO INSIEME DI TORINO Pagina 1 ITINERARIO (seconda parte Km 14,750) ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI CARATTERISTICI DEI QUARTIERI "SASSI e MADONNA del PILONE" 5a TAPPA: da piazza Gustavo Modena al Ponte Regina Margherita (Km 2,300) Ritorniamo ora indietro sui nostri passi per pedalare nuovamente davanti al cimitero di Sassi e svoltare al fondo della strada a sinistra in viale Suor Michelotti, costeggiando sempre il fiume Po. D’ora in avanti pedaleremo sul luogo dove, nel 1816 in soli cinque mesi venne scavato a mano e realizzato il canale Michelotti, poi interrato a metà degli anni Trenta del 1900 con i detriti dei palazzi abbattuti per la costruzione di via Roma. Questo canale partiva più o meno all’altezza della chiesa della Gran Madre ed arrivava nei pressi del cimitero di Sassi, con una lunghezza di quasi cinque chilometri. La sua funzione principale era quella di alimentare il mulino della Madonna del Pilone, il più importante ed antico di quelli torinesi (1474), e quello secondario sito nei pressi dell’attuale via San Sebastiano da Po, utilizzati per macinare le graminacee coltivate nell’adiacente zona collinare, ma la sua acqua serviva anche per sollevare un impianto per l’irrigazione della zona di Sassi. Proseguiamo il nostro percorso passando sotto il ponte di piazza Pasini (oggi denominato ponte Sassi ma in origine Principe di Piemonte, costruito negli anni 1926-27) per giungere a fianco della chiesa della Madonna del Pilone, edificata nel 1645 per volere di Madama Reale Cristina di Francia ed ingrandita nel 1779, oggetto comunque di vari rifacimenti. (Maggiori informazioni sulla chiesa della Madonna del Pilone sono riportate nella scheda n.7 nella sezione “PER SAPERNE DI PIU'”) fig. 1.18 - La chiesa della Madonna del Pilone

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ITINERARI CICLISTICI IDEATI E ILLUSTRATI DAL GRUPPO FIAB – PEDALIAMO INSIEME DI TORINO Pagina 1

ITINERARIO (seconda parte – Km 14,750)

ALLA SCOPERTA DEI LUOGHI CARATTERISTICI DEI

QUARTIERI "SASSI e MADONNA del PILONE"

5a TAPPA: da piazza Gustavo Modena al Ponte Regina Margherita (Km 2,300)

Ritorniamo ora indietro sui nostri passi per pedalare nuovamente davanti al cimitero di Sassi

e svoltare al fondo della strada a sinistra in viale Suor Michelotti, costeggiando sempre il

fiume Po. D’ora in avanti pedaleremo sul luogo dove, nel 1816 in soli cinque mesi venne

scavato a mano e realizzato il canale Michelotti, poi interrato a metà degli anni Trenta del

1900 con i detriti dei palazzi abbattuti per la costruzione di via Roma. Questo canale partiva

più o meno all’altezza della chiesa della Gran Madre ed arrivava nei pressi del cimitero di

Sassi, con una lunghezza di quasi cinque chilometri. La sua funzione principale era quella di

alimentare il mulino della Madonna del Pilone, il più importante ed antico di quelli torinesi

(1474), e quello secondario sito nei pressi dell’attuale via San Sebastiano da Po, utilizzati per

macinare le graminacee coltivate nell’adiacente zona collinare, ma la sua acqua serviva anche

per sollevare un impianto per l’irrigazione della zona di Sassi.

Proseguiamo il nostro percorso passando sotto il ponte di piazza Pasini (oggi denominato

ponte Sassi ma in origine Principe di Piemonte, costruito negli anni 1926-27) per giungere a

fianco della chiesa della Madonna del Pilone, edificata nel 1645 per volere di Madama Reale

Cristina di Francia ed ingrandita nel 1779, oggetto comunque di vari rifacimenti.

(Maggiori informazioni sulla chiesa della Madonna del Pilone sono riportate nella scheda

n.7 nella sezione “PER SAPERNE DI PIU'”)

fig. 1.18 - La chiesa della Madonna del Pilone

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Siamo quindi entrati nel quartiere Madonna del Pilone che, fino agli inizi degli anni Ottanta, comprendeva anche Sassi e Borgata Rosa,

e che nel passato si presentava come un pittoresco borgo con numerose “piole”, bocciofile, orti e pergolati, mulini a macina, un traghetto,

alcuni imbarcaderi e, perfino, uno stabilimento balneare sul Po.

Tra i vari personaggi degni di nota di questo quartiere piace ricordare Emilio Salgari (1862-1911) che visse molti anni(dal 1906-1909) in

una modesta abitazione al numero civico 205 di Corso Casale e che passeggiando proprio sul Canale Michelotti lungo il Po ed

inoltrandosi alle pendici di questa precollina traeva ispirazione per la sua fervida fantasia che lo portò a descrivere così bene foreste, mari

e personaggi che non aveva mai visto di persona. Sotto la finestra dell'ultima dimora di Emilio Salgari è stata posta una lapide con la

seguente dedica:

Fra queste mura

EMILIO SALGARI

visse in onorata povertà

popolando il mondo di personaggi

nati dalla sua inesauribile fantasia

fedeli ad un cavalleresco ideale

di lealtà e di coraggio

perché gli italiani non dimentichino

la sua genialità avventurosa

il suo doloroso calvario

la rivista "Italia sul mare"

questo ricordo pose.

Continuiamo la nostra pedalata sotto il largo viale ricco di maestosi platani che, come già

detto, si snoda sopra il tracciato del ex Canale Michelotti e procede parallelo al corso Casale,

ed arriviamo nel punto in cui sono stati recentemente costruiti la passerella ciclo-pedonale

sul Po (nel 2005), a destra, ed il monumento dedicato a Fausto Coppi (nel 1999), a sinistra

e poco più in basso, che vuole ricordare il ciclista, denominato l’Airone, e le montagne da lui

scalate (le pietre poste alla base della struttura alta 10 metri provengono proprio dalle varie

cime scalate). Una piccola lapide a fianco del monumento ricorda anche la morte del fratello

Serse, avvenuta nel 1951 per i postumi di una caduta sul rettilineo finale (proprio in corso

Casale davanti al Motovelodromo) del Giro del Piemonte.

fig. 1.19 – Il monumento a Fausto Coppi

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fig. 1.20 La passerella ciclo-pedonale sul Po (tra piazza Carrara e

piazza Chiaves) ed il viale dei platani

Gli scorci che si possono ammirare dalla passerella e dal lungo viale

alberato (i platani sono centenari…) lasciano davvero incantati in ogni

stagione dell’anno e meritano, forse, di scendere dalla bicicletta per

scattare qualche fotografia….

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fig. 1.21– Il Motovelodromo oggi e negli anni ‘20

Poco più avanti ,sulla sinistra, possiamo individuare il complesso del

Motovelodromo, inaugurato nel 1920 su progetto dell’architetto

Vittorio Eugenio Ballatore di Rosana che aveva utilizzato il cemento

armato plasmando una struttura con i dettami estetici dell’Art Noveau.

(Maggiori informazioni sul Motovelodromo e sul monumento a Coppi

sono riportate nella scheda n.8 nella sezione “PER SAPERNE DI

PIU'”)

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Proseguendo ancora ci avviciniamo al ponte Regina Margherita che immette nel corso omonimo. Prima di quello che vediamo oggi ve

ne era un altro progettato nel 1876 con una struttura in muratura da parte

di Ernesto Ghiotti ed entrato in funzione – dopo molte peripezie dovute

alle avverse condizioni metereologiche – nel 1882.

Lo scopo del ponte era quello di servire le nuove aree di urbanizzazione

della zona Vanchiglia, allacciandole alle aree della cinta daziaria al di là

del fiume Po.

Ben presto, però, la larghezza di soli otto metri della carreggiata rilevò

l’insufficienza del ponte originario a smaltire l’elevato traffico verso

Casale Monferrato e, quindi, tra 1970 ed il 1972 venne demolito il

vecchio ponte e sostituito dall’attuale struttura in cemento armato ad

un’unica campata di cento metri ed una larghezza di trentasei metri.

fig. 1.22 il ponte Regina Margherita

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Prima di imboccare questo ponte sull’ampio marciapiede, sulla destra e

tralasciando la pista ciclabile che prosegue sotto il ponte, è opportuno

soffermarsi sulla piazza Francesco Borromini, che ospita quotidianamente

un mercato alimentare e che era sede, fino agli ultimi anni Trenta del 1900, di

un fabbricato adibito a casello del dazio, posto al centro della piazza, con un

altro piccolo edifico per le guardie daziarie che si trovava all’angolo con il

ponte Regina Margherita: qui passava infatti la cinta daziaria realizzata nel

1853. (E’ interessante far notare che un tratto dell’attuale corso Giovanni

Lanza – nel quartiere Borgo Po della Circoscrizione 8 – ed un tratto di via

Quintino Sella sono divisi da un muraglione che ricorda proprio il percorso di

tale cinta daziaria.

(Maggiori informazioni sulla cinta daziaria del 1853 sono riportate nella

scheda n.9 nella sezione “PER SAPERNE DI PIU'”)

fig. 1.23 – Piazza Borromini con l’ex casa del dazio e come si presenta

oggi

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Se si volge lo sguardo dall’inizio del ponte Regina Margherita verso la collina si può

intravvedere il corso Gabetti che sale in salita verso la Val San Martino, con al

centro le rotaie del tram n° 3.

Una curiosità a proposito della Piazza Hermada che si trova alla fine di questo

corso: questa piazza venne edificata verso il 1920 a seguito di vari opere di

ristrutturazione viaria. Tra queste merita ricordare il prolungamento di una fognatura

e l’interramento del rio Mirano e del rio San Martino, che davano luogo a soventi

straripamenti, prima di sfociare nel Po percorrendo l’attuale corso Gabetti.

Proprio all’imbocco della attuale Strada di Val San Martino sorgeva il ponte

Trombetta, eliminato per fare spazio alla suddetta piazza Hermada. Sull’origine del

toponimo Trombetta c’è qualche discordanza. Qualcuno lo attribuisce al nome di una

famiglia che possedeva una grande villa proprio in quella zona mentre altri ricordano

che le carrozze a cavalli che transitavano sul ponte suonavano la trombetta per

evitare pericolosi incroci con le carrozze provenienti in senso opposto.

Comunque un negozio di piazza Hermada ha, nel tempo, mutato la propria

denominazione proprio in “La bottega ‘d pont Trombetta”, ma molti continuano

ancora a chiedersi dove sia questo ponte !!

fig. 1.24 – Corso Gabetti verso piazza Hermada