Alimentiamoci di BUONE REGOLE: partecipiamo ad una … · Un progetto realizzato da...

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Un progetto realizzato da Cittadinanzattiva Lazio, Confconsumatori Federazione Regionale Lazio e Movimento Consumatori Roma Promosso dalla Regione Lazio Direzione Regionale per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive, Area Commercio e Servizi al Consumatore - con D.G.R. n.° 9 ottobre 2010 n. 440 - Programma “Regione Lazio per il Cittadino Consumatore III”, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 10 del 4.02.2014 e finanziato con fondi del Ministero per lo Sviluppo Economico Alimentiamoci di BUONE REGOLE: partecipiamo ad una CORRETTA ALIMENTAZIONE Guida informativa sulla corretta alimentazione e sul consumo alimentare salutare e sostenibile Con il patrocinio di Comune di Fiumicino

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Un progetto realizzato da Cittadinanzattiva Lazio, Confconsumatori Federazione Regionale Lazio eMovimento Consumatori Roma

Promosso dalla Regione Lazio Direzione Regionale per lo Sviluppo Economico e le Attività Produttive,Area Commercio e Servizi al Consumatore - con D.G.R. n.° 9 ottobre 2010 n. 440 -

Programma “Regione Lazio per il Cittadino Consumatore III”, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 10 del 4.02.2014

e finanziato con fondi del Ministero per lo Sviluppo Economico

Alimentiamoci di BUONE REGOLE:

partecipiamo ad una CORRETTA ALIMENTAZIONE

Guida informativa sulla corretta alimentazione e sul consumo alimentare salutare e sostenibile

Con il patrocinio di

Comune di Fiumicino

Testi a cura di Antonio Caprioli – Biologo nutrizionista Giulia Cairella – Dipartimento di Prevenzione, S.I.A.N, ASL RM BMarco Lucchetti – Direttore generale, Fondazione Banco Alimentare OnlusMaria Marino – Fisiologia, Dipartimento di Scienze, Università Roma TreTina Napoli – Responsabile Politiche dei consumatori, Cittadinanzattiva Federico Spadini – Referente Mobilitazione Popolare, Oxfam ItaliaElisabetta Spinelli - Dipartimento di salute mentale, ASL RM D Domenico Villani – Maestro assaggiatore e docenteStella Zaso – Cittadinanzattiva Fiumicino

Con la collaborazione di Lucia Caravatta – Progetti per i consumatori, Cittadinanzattiva Lazio

Grafica e stampaSolari Grafiche Srls

Questa guida è stata realizzata nel quadro delle attività di informazione e sensibilizzazionepreviste per la realizzazione del progetto “Alimentiamoci di buone regole: partecipiamo aduna corretta alimentazione”, realizzato da Cittadinanzattiva Lazio, Confconsumatori Lazio,Movimento Consumatori Roma, con il contributo finanziario di Regione Lazio.

Il progetto è rivolto ai cittadini e ha lo scopo di dare informazioni sulle regole di una correttaalimentazione e di educare al consumo alimentare salutare e sostenibile. L’obiettivo è quellodi diffondere e rafforzare il concetto di alimentazione consapevole, per promuovere i fon-damentali diritti dei cittadini-consumatori all’informazione, alla sicurezza alimentare, alla tu-tela della salute e all’educazione al consumo.

Alimentiamoci di buone regole: partecipiamo ad una corretta alimentazione è una guida peri cittadini-consumatori, di informazione e orientamento sui temi della corretta alimentazionee del consumo alimentare. Cittadinanzattiva Lazio, Confconsumatori Lazio e Movimento Con-

sumatori Roma promuovono questa campagna informativa per diffondere e rafforzare il con-cetto di alimentazione consapevole.

Osservare abitudini alimentari corrette è importante per condurre uno stile di vita sano eper essere cittadini consapevoli e informati nelle scelte di acquisto e di consumo degli ali-menti, anche in relazione ai risvolti salutistici e alla sostenibilità sociale ed ambientale delsistema alimentare.

Una guida utile per essere informati su …

• Regole di una corretta alimentazione

• Meccanismo della fame

• Sovrappeso e obesità

• Obesità infantile

• Alimentazione e sport

• Etichettatura e conservazione dei cibi

• Caratteristiche organolettiche degli alimenti che scegliamo e mangiamo

• Sostenibilità del sistema alimentare: come i consumatori possono fare la differenza

• Le buone prassi per la riduzione degli sprechi alimentari

Per consultare la rubrica di approfondimento alla guida visitare:

Cittadinanzattivahttp://www.cittadinanzattiva.it/

Cittadinanzattiva Lazio http://www.lazio.cittadinanzattiva.it/

Movimento Consumatori Roma www.movimentoconsumatori.lazio.it

Confconsumatori Laziohttp://confconsumatorilazio.jimdo.com/

Cosa mettere nel piattoIl cibo è spesso legato al gusto e alla con-divisione, e, in generale, non lo si associaspontaneamente a un rischio per la salu-te. Come cittadini-consumatori dobbiamoessere consapevoli del cibo che compria-mo e mangiamo, scegliendo la qualità, le-gata a prodotti di stagione e locali, utiliz-zando una quantità di cibo equilibrata al-le necessità fisiologiche del nostro corpoed evitando gli eccessi e gli sprechi ali-

mentari nel rispetto dell’ambiente. Una sana alimentazione è composta da una dieta bilanciata di macronutrienti, (acqua, car-boidrati grassi e proteine) micronutrienti (vitamine, sali minerali, fitonutrienti) e da una ade-guata quantità e qualità di alimenti in base all’età e l’attività fisica del soggetto.

Una delle diete più salutari è quella mediterranea, la cui rappresentazione è quella di un piatto sano con le porzionigiornaliere dei cibi.

Le regole di una sana alimentazione

• Controllate il vostro peso e siate attivi, con il movimento quotidiano e praticando attivitàsportive.

• Bevete almeno 1,5-2 litri (circa 8 bicchieri) di acqua al giorno (di più in caso di caldo, sport,febbre).

• Consumate almeno 5-7 porzioni di frutta e verdura.

• Aumentate i cereali integrali ed i legumi, ricchi di vitamine (B, E), sali minerali (ferro,magnesio, zinco, potassio, selenio), acidi grassi essenziali, fibre e altri componenti bioattiviche diminuiscono il rischio di diabete di tipo 2 e di malattie cardiovascolari.

• Variate le fonti proteiche e preferite quelle con pochi grassi come i legumi, i cereali, lenoci e semi non salati, il pesce, la ricotta e lo yogurt e le carni bianche.

• Diminuite il consumo di grassi solidi e saturi e preferire i grassi liquidi, come l’olioextravergine di oliva. Assunzioni di grassi saturi (solidi a temperatura ambiente e presentiin alta percentuale nei grassi della carni animali, nel burro, nei formaggi, nelle uova, neidolci con le creme, nella nutella, nelle patatine fritte) e grassi trans (presenti nellemargarine) portano ad un aumento dei livelli di colesterolo nel sangue mentre gli acidigrassi omega-3 presenti in alcuni semi e nei pesci possono ridurre il rischio di cardiopatie.

• Preferite gli zuccheri complessi agli zuccheri semplici e raffinati. L’assunzione di zuccherio carboidrati dovrebbe oscillare tra il 45 e il 60% dell’assunzione totale di energia. Glizuccheri si dividono in carboidrati semplici e complessi. Tra i carboidrati complessi ci sonogli amidi (formati da lunghe catene di glucosio) presenti ad esempio nelle patate, nei cerealie derivati come la pasta ed il pane e nei legumi. Tra gli zuccheri semplici ci sono il fruttosio,molto utilizzato nell’industria alimentare e lo zucchero bianco più usato in cucina. Ilconsumo di zuccheri semplici raffinati sotto forma di bevande zuccherate fa aumentare ilpeso corporeo e non dà un senso di sazietà, e in più non fornisce vitamine, minerali edaltri fitonutrienti presenti negli zuccheri semplici della frutta.

• Riducete il sale a meno di 5 grammi al giorno. È sufficiente la quantità di sale presentenaturalmente negli alimenti (ad esempio in acqua, frutta, verdura, carne).

• Bevete vino o birra solo se in quantità limitate: uno due bicchieri piccoli (125 ml) di vinoal giorno o a una lattina (circa 330 ml) di birra di media gradazione. L’alcol dà solo calorie,non ha nutrienti ed è tossico in quantità elevate.

• Variate l’alimentazione e preferite i cibi freschi locali e stagionali perché contengono piùmicronutrienti e vitamine e hanno inoltre un contenuto ridotto o nullo di conservanti.

Per approfondimenti: [email protected]. Antonio Caprioli, Biologo Nutrizionista

Le linee guida e consiglisull’alimentazione possono esseretrovati nei siti:Istituto Nazionale di Ricerca pergli Alimenti e la Nutrizione INRANhttp://nut.entecra.it/648/linee_guida.html Autorità europea per la sicurezzaalimentare EFSAhttp://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/drv.htm

..ma come funziona il meccanismo della fame?

Il nostro organismo necessita quotidianamente di energia per potere funzionare e per ripa-rare gli eventuali errori compiuti dalle nostre cellule o causati da sostanze presenti nell’am-biente in cui viviamo (inquinanti, pesticidi). L’uomo ricava l’energia dalle molecole sintetizzate

dalle piante alimentandosi con lepiante stesse o con la carne di ani-mali che a loro volta si sono nutritidi piante (catena alimentare). At-traverso la digestione, gli alimentivengono scissi in macronutrienti(glucidi, lipidi e proteine) e micro-nutrienti (vitamine, sali minerali)che li compongono e che forniran-no le materie prime (zuccheri, ami-noacidi, grassi) nonché l’energianecessaria per il funzionamentodel nostro organismo. Per conser-vare un buono stato di salute ogniindividuo deve garantire che

l’energia introdotta col cibo sia uguale a quella spesa per mantenersi in vita, crescere e ripro-dursi. Di quale e quanto cibo dobbiamo alimentarci per essere certi che le nostre riserveenergetiche non eccedano o peggio non siano inferiori a quanto necessario?

Per la scienza della nutrizione la qualità e la quantità dei cibi è data dalla presenza in essi deimacronutrienti e dei micronutrienti. Il gusto è una modalità sensoriale evoluta per informa-re il nostro cervello della qualità nutrizionale del cibo che stiamo assumendo. Il senso delgusto è localizzato principalmente sulla lingua, ma anche nello stomaco e nel primo trattodell’intestino ed è formato da una serie di cellule altamente specializzate (organizzate in bot-toni gustativi) in grado di percepire, attraverso specifici recettori localizzati sulla superficiedelle cellule, la presenza dei macronutrienti e micronutrienti presenti nei cibi. Queste infor-mazioni sono trasformate in segnali elettrici (nervosi) e chimici (ormoni) che da un lato sti-molano il nostro stomaco e il nostro intestino ad avviare le complesse reazioni che porteran-no alla digestione, dall’altro vengono inviate direttamente ad un area specializzata del cervello(nuclei ipotalamici) che così sarà informatodella qualità dei cibi presenti nell’apparato di-gerente. I nuclei ipotalamici, a loro volta, rila-sceranno speciali neurotrasmettitori che da-ranno origine alla sensazione di sazietà. In as-senza di cibo, seguendo un ritmo preciso(mattina, mezzogiorno, sera), dalle cellule delfondo dello stomaco viene rilasciato un or-mone, la grelina, che blocca i neurotrasmet-titori della sazietà e stimola il rilascio di neu-rotrasmettitori stimolanti la fame.

Le riserve energetiche di grassi localizzate nel tessuto adiposo dipendono non solo dall’as-sunzione di cibo, ma anche dall’attività fisica che viene svolta. Esse costituiscono un punto dicontrollo perché se cominciano ad essere in eccesso rispetto alle esigenze energetiche del-l’individuo, il tessuto rilascia nel sangue una molecola di segnale, l’ormone leptina, che rag-giungerà i nuclei ipotalamici stimolando la sensazione di sazietà. Il nostro cervello è pertantoin grado di realizzare che la giusta quantità di alimenti di qualità è presente nell’organismo,ma alcuni fattori possono tuttavia alterare questo circuito. Il primo è di natura psicosociale:gli esseri umani danno al cibo un valore edonistico (premio, consolazione, socialità) che eludee inganna i segnali di fame/sazietà inviati dal cervello. Il secondo fattore è legato alle sostanzedi sintesi di cui ormai i nostri alimenti sono pieni: dolcificanti, grassi idrogenati, aromi dettinaturali, quantità elevate di sale contenuti in succhi di frutta, bevande gassate, patatine, me-rendine, prodotti dietetici, non vengono riconosciuti come zuccheri o grassi dai recettori pre-senti nei bottoni gustativi e non portano, quindi, nessuna informazione al cervello. Come con-seguenza, nessun segnale di sazietà avviserà il nostro organismo che degli alimenti altamenteenergetici sono presenti nell’apparato digerente e noi continueremo ad ingerire cibo in ec-cesso rispetto alle nostre necessità col rischio di sovrappeso e obesità. Quello che possiamofare in questi casi è essere consumatori consapevoli, ossia leggere le etichette, gli ingre-dienti e applicare il principio della precauzione.

Per approfondimenti: [email protected] Maria Marino, Docente di fisiologia - Dipartimento di Scienze - Università Roma Tre

I disturbi del comportamento alimentare

Nelle loro differenti forme i disturbi del comportamenti alimentare(anoressia, bulimia, obesità, abbuffate compulsive) utilizzano il corpoe il cibo per esprimere un disagio psicologico. Nei paesi industrializ-

zati ne soffrono 8-10% personetra i 12 e i 25 anni. In Italia so-no 3.000.000: nel 90% dei casisi tratta di donne e non vi ènessuna differenza nelle variecategorie sociali. Tra questedonne 2.000 soffrono di ano-ressia, 12mila di bulimia, 25mi-la di altri disturbi alimentari.Nel Lazio, per il Piano SanitarioNazionale 2002-05, sono42.800 le persone affette da di-sturbi alimentari, nella sola fa-scia d’età tra i 12 e i 25 anni.

Per approfondimenti: ASL Roma D - Dipartimento di salute mentale Dr.ssa Elisabetta Spinelli

Sovrappeso e obesità

Il sovrappeso e l’obesità sono associate adun incremento del rischio di diabete di ti-po 2, patologie cardiovascolari, ipertensio-ne, sindrome metabolica, problemi mu-scolo-scheletrici e respiratori, malattie del-la cistifellea e del fegato, disordini ripro-duttivi e depressione. Molte disfunzionilegate all’obesità sono reversibili con unaadeguata alimentazione e attività fisica,funzionali alla perdita di peso. Una sana

ed equilibrata alimentazione che includa frutta e verdure fresche permette di evitare so-prattutto le malattie cardiovascolari e i tumori. Con la crescita economica, l’urbanizzazionee l’industrializzazione è aumentata la disponibilità di cibi economici, ipercalorici e di bassaqualità nutrizionale. Sono inoltre aumentati i locali che distribuiscono fast-food, bevande zuc-cherate, cibo economico e di bassa qualità, reso appetibile da un eccesso di sale, zuccherisemplici e grassi saturi.

Per approfondimenti: [email protected]; [email protected] Maria Novella Giorgi, Dip. di prevenzione

Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione - Asl RM/D

L’obesità infantile

Il problema dell’obesità infantile riguarda soprattutto i maschi rispetto alle femmine e la fa-scia di età tra i 6 ed i 13 anni. In Italia il 22.2% (nel Lazio 23.2%) dei bambini di 8-9 anni è so-vrappeso ed il 10.6 % (10.1% nel Lazio) è obeso. Sono questi i dati raccolti da OKkio alla salute2012, un sistema di sorveglianza sul sovrappeso e l’obesità nei bambini delle scuole primarie(6-10 anni) e sui fattori di rischio correlati, promosso e finanziato dal Ministero della Salute ecoordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in collaborazione con le Regioni. Fra i bam-

bini della Regione Lazio si rileva unagrande diffusione di abitudini alimen-tari non corrette: 1 bambino su 3 nonfa colazione o la fa inadeguata e man-gia la frutta meno di una volta al gior-no, 2 bambini su 5 assumono bibitezuccherate e/o gassate almeno unavolta al giorno e consumano la verdurameno di una volta al giorno.

I dati sopra citati sono stati confermatidall’indagine epidemiologica che Citta-dinanzattiva di Fiumicino ha effettua-to, coinvolgendo 18 terze cassi ele-

mentari e 355 bambini, partendo dalla constatazione del costante e pro-gressivo aumento dell’obesità infantile, soprattutto a causa della pub-blicità che invita a consumare determinati modelli di cibi e bevande. Inuna visione prospettica ciò rappresenta anche uno dei problemi sani-tari più gravi da affrontare. Molti genitori, in particolare di bambini insovrappeso o obesi, sottovalutano la quantità di cibo assunta dai proprifigli. L’unica strategia valida per combattere questo fenomeno è la pre-

venzione che deve iniziare, mediante una educazione ali-mentare, già nell’infanzia: a scuola i bambini sono più recettivi

a nuove abitudini alimentari e possono prendere coscienza della qualitàe quantità del cibo che mangiano. E’ importante che sia bambini che ge-nitori apprendano l’importanza di ridurre l’uso di bevande dolci e disucchi di frutta industriali, così come di combattere la sedentarietà di-

minuendo il tempo trascorso al computer o guardando la TV.

Per approfondimenti: http://www.epicentro.iss.it/okkioallasalute/; http://www.guadagnaresalute.it/

Dr.ssa Giulia Cairella – Dipartimento di Prevenzione, S.I.A.N., ASL RM B

Alimentazione e sport

Per vivere in salute si devecercare di mantenere un pesoideale e il modo migliore pernon accumulare grasso èmantenersi attivi e faresport. L’attività fisica permet-te di migliorare la circolazionee facilita la riduzione del pesoe dell’accumulo di grassi nelfegato e nel cuore.

Le raccomandazioni dietetiche per gli atleti sono simili a quelle per la popolazione generaleper quanto riguarda proteine e lipidi ma cambia per i carboidrati, i liquidi e i sali. Spesso agliatleti viene fatto credere erroneamente che necessitano di un uso supplementare di vitamineminerali e fattori che favoriscono lo sviluppo muscolare. L’uso illegale di steroidi anabolizzantidiffuso per chi pratica body building e sollevamento pesi porta a danni alla funzionalità epa-tica, rallentamento della crescita, atrofia testicolare, ipertensione ed aumento del colesteroloLDL. Non serve una dieta iperproteica per favorire la crescita muscolare ma un adeguatoapporto energetico.

Per gli atleti del fine settimana i carboidrati necessari sono pari al 50-60% delle calorie totalimentre per atleti che svolgono allenamenti intensi e prolungati è necessario un aumento delfabbisogno energetico ed i carboidrati complessi arrivano al 70% delle calorie. L’atleta devecontrollare i liquidi persi con la sudorazione per prevenire i colpi di calore e pesarsi prima edopo l’esercizio fisico per bere la stessa quantità di acqua del peso corporeo perso. Una ipoi-

dratazione del 2% è sufficiente per compromettere l’efficienza dei muscoli e le prestazionisportive. Per attività intense superiori ad un’ora le bevande con carboidrati alla concentrazio-ne del 6-8% possono far risparmiare il glicogeno endogeno, ma concentrazioni superiori ral-lentano lo svuotamento gastrico e il ripristino dei liquidi essenziali. Per ogni litro di sudore siperdono 920 mg di sodio e 117 di potassio facilmente ripristinati da una normale dieta bi-lanciata e varia. Per reintegrare le perdite di sali minerali quando il sudore è meno di 3 litrinon è necessario ricorrere a integratori o bevande energetiche e saline è sufficiente bere eduna alimentazione ricca di frutta e verdura per restituire i sali di sodio e potassio persi. Soloquando il sudore supera i 2-3 litri, per attività sportive intense e prolungate è necessario va-lutare individualmente se l’integrazione di sodio è necessaria.

Per approfondimenti: [email protected]. Antonio Caprioli, Biologo Nutrizionista

Sicurezza alimentare ed etichettatura degli alimenti

L’etichetta rappresenta uno strumento di tutela per il consumatore. È importante leggere conattenzione le informazioni su di essa riportate per orientare le proprie scelte di acquisto trale diverse categorie di prodotti offerte dall’industria alimentare.

Con il Regolamento (UE) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimentiai consumatori – che si applicherà a decorrere dal 13 dicembre 2014 - l’Unione europea haapportato miglioramenti alle norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari affinché il con-sumatore riceva informazioni essenziali, leggibili e comprensibili per effettuare acquisti con-sapevoli. Il regolamento prevede che le informazioni indicate in etichetta non inducano in er-rore per quanto riguarda, ad esempio, le caratteristiche dell’alimento (la natura, l’identità, leproprietà, la composizione, la quantità, la durata di conservazione, il paese d’origine o il luogodi provenienza, il metodo di fabbricazione o di produzione) e le sue eventuali proprietà (sug-gerendo che l’alimento possiede caratteristiche particolari, quando in realtà tutti gli alimentianaloghi possiedono le stesse caratteristiche), definendo quindi un principio generale di noningannevolezza.

Informazioni obbligatorie che per legge deve riportare l’etichetta

Denominazione dell’alimento L’indicazione su cosa si sta comprando deve essere accompa-gnata anche dallo stato fisico nel quale si trova il prodotto olo specifico trattamento che ha subito (ad esempio «in polve-re», «ricongelato», «liofilizzato», «surgelato», «concentrato»,«affumicato»). Per i prodotti congelati prima della vendita evenduti decongelati sarà obbligatorio riportare, accanto alladenominazione del prodotto, l’indicazione “decongelato”.

Elenco degli ingredienti Gli ingredienti sono indicati in ordine decrescente di peso. Sitratta dell’elenco di tutte le sostanze impiegate nella produ-zione. Una delle novità più importanti riguarda l’indicazionedegli allergeni che deve essere evidenziata con carattere di-verso rispetto agli altri ingredienti per dimensioni, stile o colore, in modo da permettere divisualizzarne rapidamente la presenza (vale anche per i prodotti sfusi e per quelli usati nei ri-storanti, nelle mense o nei bar. In presenza di “oli vegetali” o “grassi vegetali” un appositoelenco ne deve indicare l’origine specifica (olio di palma o di cocco, grassi idrogenati).

Quantità: quanto sto comperando al netto

Durata: “da consumarsi entro” per gli alimenti che si degradano facilmente, “da consumarsipreferibilmente entro” per quelli che possono essere conservati più a lungo pur essendo pas-sibili di perdita di sapore e consistenza. Conoscere la differenza tra data di scadenza ed il ter-mine minimo di conservazione può essere utile per evitare che un prodotto venga gettatoquando ancora commestibile, riducendo gli sprechi.

Paese d’origine e luogo di provenienza Questa indicazione, già obbligatoria per carni bovine, pesce, frutta e verdura, miele, olio ex-travergine d’oliva, viene estesa anche a carni fresche e congelate delle specie suina, ovina,caprina e avicola.

Dichiarazione nutrizionale Sono obbligatorie le indicazioni su: valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati,zuccheri, proteine, sale. La dichiarazione nutrizionale può essere integrata con l’indicazionesu acidi grassi monoinsaturi, acidi grassi polinsaturi, polioli, amido, fibre. L’indicazione del va-lore energetico è riferita a 100g/100ml dell’alimento, oppure alla singola porzione ed èespresso come percentuale delle assunzioni di riferimento per un adulto medio (circa 2000kcal al giorno).

Le sigle “E”: seguite da un numero, indicano gli additivi più comuni e autorizzati in Europa:antiossidanti, coloranti, emulsionanti, stabilizzanti, addensanti, gelificanti, esaltatori di sapi-dità, conservanti, edulcoranti. Fabbricante/importatore: devono essere indicati in manierachiara in modo da sapere chi contattare in caso di necessità

Le istruzioni per l’uso: quando utili e necessarie

Organismi geneticamente modificati (OGM): indicazione obbligatoria per prodotti con con-tenuto di OGM superiore allo 0,9%

Altre informazioni

Biologico, IGP, DOP, ecc.: loghi previsti da normative europee che indicano “agricoltura bio-logica, indicazione geografica protetta, denominazione di origine protetta” in relazione ad al-cune caratteristiche degli alimenti legate all’origine o a metodi specifici di produzione alimen-tare.

Indirizzi utili: European Food Information Council: http://www.eufic.org/it/home/home.htm

Federalimentare: http://www.federalimentare.it/home.htmlParma Food authority:http//www.parmafoodauthority.org

Sicurezza alimentare - Ministero della Salute:http://www.ministerosalute.it/linksanita/alimvet/alimnut/indice.htm

Corretta conservazione dei cibi: consigli per i consumatori

Dal momento dell’acquisto la sicurezza alimentare dipende dal consumatore. Non bisognadunque sottovalutare la gestione casalinga degli alimenti: igiene dell’ambiente domestico,preparazione e conservazione dei cibi. È importante conservare correttamente i cibi sia perla salute del consumatore che per preservare le proprietà organolettiche e nutrizionali deglialimenti.

In linea di massima può essere utile fare una distinzione tra: • alimenti stabili : non necessitano di essere tenuti in frigorifero (pasta, pane, legumi secchi,

scatolame)• alimenti deperibili: devono essere riposti in frigorifero e consumati entro pochi giorni dal-

l’acquisto (prodotti freschi e crudi)• alimenti surgelati o congelati: devono essere conservati nel congelatore fino al momento

del loro utilizzo.

È importante rispettare la temperatura di conservazione indicata nell’etichetta dei singolialimenti: uova, latticini, yogurt, dolci a base di creme e panna, salumi, devono essere conser-vati a 4-5 °C; carne e pesce a 0-2°C; verdure, frutta e altri prodotti necessitano di una minorerefrigerazione a 7-10°C.

Altrettanto importante è separare gli alimenti crudi da quelli cotti o pronti per essere con-sumati per evitare che microrganismi presenti nei cibi crudi possano contaminare quelli cotti(contaminazione crociata).

Le Associazioni dei consumatori lavorano per la chiara informazione dei consumatori, per latutela della loro salute, per difenderli dalle frodi alimentari, indagando, sollecitando severicontrolli igienico-sanitari, segnalando eventuali abusi alle autorità competenti. Un elenco deiServizi di vigilanza e controlli pubblici può essere richiesto alle nostre Associazioni:www.cittadinanzattiva.it Cittadinanzattivawww.lazio.cittadinanzattiva.it Cittadinanzattiva Lazio www.movimentoconsumatori.lazio.it Movimento Consumatori Romaconfconsumatorilazio.jimdo.com Confconsumatori Lazio

Per approfondimenti: [email protected] Tina Napoli - Responsabile Politiche dei consumatori - Cittadinanzattiva

“Io scelgo, io mangio, io mi nutro”:

le caratteristiche organolettiche degli alimenti

Dal punto di vista del controllo istituzionale, la qualità del cibo si riduce soprattutto all’appli-cazione di parametri igienico-sanitari e all’acquisizione di certificati di ogni tipo, mentre il gu-sto viene poco o male considerato. Infatti, la vigente legislazione non contempla la certifi-cazione dei gusti e sapori che siano la corretta espressione del prodotto acquistato e che locollochino nel territorio d’origine, tradendo in tal modo un’esplicita esigenza del consumato-re.

Buona parte dei consumatori conoscono i marchi che contraddistinguono un notevole nume-ro di prodotti alimentari: DOC (Denominazione di Origine Controllata), DOCG (Denominazionedi Origine Controllata e Garantita), IGT (Identificazione Geografica Tipica), relativi esclusiva-mente ai vini e DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Identificazione Geografica Pro-tetta), STG (Specialità Territoriale Garantita), relativi a tutti gli altri prodotti. Tuttavia sono po-chi coloro i quali ne conoscono il significato, al di là di quello dell’acronimo, e soprattutto lerelative differenze. Se, da un lato, questi riconoscimenti comunitari costituiscono una validagaranzia per il consumatore, che sa così di acquistare alimenti che devono rispondere a de-terminati requisiti di produzione, d’altra parte essi non costituiscono una ‘garanzia control-lata’ di sensazioni gustative riconducibili con maggiore serietà e inderogabilità al prodottodichiarato in etichetta. Non sarebbe dunque opportuno che la qualità venisse riconosciutaanche in funzione della diversità delle caratteristiche organolettiche e sensoriali che costitui-scono le chiavi di accesso, universalmente riconosciute ed anche storicamente consolidate,per analizzare un prodotto secondo il piacere?

Al di là di quello che può essere il gusto personale, ci sono modalità che ci permettono di fareuna valutazione un po’ meno soggettiva, attraverso un maggiore uso dei sensi ed un loro mi-gliore utilizzo. Spesso giudichiamo un prodotto o perlomeno ne restiamo sedotti utilizzandopiù il senso della vista - magari vedendo una pubblicità - che quello dell’olfatto e del gusto. Ilsegreto sta nell’utilizzare i ricettori del gusto e dell’olfatto in modo da avere da loro le rispo-ste che cerchiamo, anziché riceverle da ‘elementi esterni’. Solo in questo modo le nostrescelte riguardanti il cibo che intendiamo mangiare, quindi di cui nutrirci, potranno definirsivolontarie.

Per approfondimenti: [email protected]. Domenico Villani – Esperto enograstronomico – Maestro Assaggiatore e Docente

La sostenibilità alimentare

In funzione della scelta del cibo che compriamo e mangiamo, cambia non solo il nostro tipodi alimentazione, ma anche la ricaduta sull’ecosistema del nostro pianeta. Quando si parla dicibo necessariamente si parla anche di tutte le altre risorse, ad esempio quelle idriche – per-ché l’acqua è indispensabile per l’agricoltura così come per gli allevamenti di bestiame - oquelle energetiche, necessarie sia per il raffreddamento dei cibi che per la loro cottura. L’ideadi sostenibilità è ormai ampiamente diffusa, ma cos’è l’alimentazione sostenibile? Essendoun campo di ricerca sviluppatosi solo negli ultimi quindici anni, ci è voluto un po’ per trovareuna definizione di alimentazione sostenibile che includesse tutti gli aspetti evidenziati nellaletteratura scientifica. Questa definizione è arrivata dalla FAO nel 2010:

“sono sostenibili quegli stili alimentari con un basso impatto ambientale, che contribuisco-no a garantire la sicurezza alimentare e una vita sana alle generazioni presenti e future. Lealimentazioni sostenibili sono protettive e rispettose della biodiversità e dell’ecosistema,culturalmente accettabili, accessibili, economicamente corrette e convenienti; nutrizional-mente adeguate, sane e sicure; con la capacità di ottimizzare le risorse naturali e umane”.

Certamente la definizione, da sola, non risolve il problema, perché la spinta ad un consumoinsostenibile, a volte anche nocivo, da parte delle industrie alimentari è molto forte. In qualitàdi cittadini-consumatori attenti e informati non possiamo fare altro che attivarci e responsa-bilizzarci verso scelte consapevoli in grado di incidere in maniera sostenibile sul futuro dellaTerra.

Per approfondimenti: [email protected]. Domenico Villani - Collaboratore di Riviste sui temi della sostenibilità

“Scopri il Marchio”:

consumatori che fanno la differenza per un sistema alimentare più sostenibile

L’azione dei consumatori e la capacità di farsi sentire è notevolmente aumentata negli ultimianni anche grazie all’esplosione dei social network che creano un collegamento diretto traconsumatore e azienda. Per le aziende la reputazione è un valore - anche in termini di pro-mozione e marketing - e per questo nessuna azienda è così grande da poter ignorare la vocedei propri consumatori. Su questo concetto si fonda la campagna Scopri il Marchio di Oxfam,indirizzata verso le principali multinazionali del settore alimentare con l’obiettivo di stimolarele aziende private, attraverso l’azione diretta dei consumatori, ad adottare politiche socialied ambientali in grado di influenzare positivamente il sistema alimentare verso modelli diproduzione che assicurino una maggiore sostenibilità. I consumatori stanno dimostrandosempre più interesse sui modelli di coltivazione, produzione e distribuzione del cibo che han-no impatto su ogni singola persona. Con consumatori informati e consapevoli del proprioruolo, attivi nel richiedere alle aziende comportamenti più sostenibili dal punto di vista am-bientale e sociale, è difficile per le aziende stesse sottrarsi alle proprie responsabilità. Eccole aree di azione in cui i consumatori possono fare la differenza per un sistema alimentarepiù sostenibile:

• Limitare l’accaparramento delle terre agricole da parte degli investitori stranieri, soprattuttonei paesi poveri, e fare un consumo oculato delle risorse idriche

• Diminuire quel 29% delle emissioni a livello globale che dipendono dal settore alimentaree aiutare i piccoli produttori sempre più esposti agli impatti dei cambiamenti climatici

• Porre attenzione alle questioni di genere: le donne rappresentano il 43% della forza lavoroin agricoltura ma spesso sono discriminate perché escluse dalla proprietà della terra, malretribuite, relegate in fondo alla scala gerarchica

• Rispettare i diritti di lavoratori e contadini, promuovendo l’agricoltura di piccola scala checontribuisce allo sviluppo locale e crea lavoro locale, e adottando pratiche più sostenibilidal punto di vista ambientale

• Realizzare un controllo efficace da parte dei consumatori attraverso una maggiore traspa-renza dei dati aziendali, in particolare: le informazioni sulla provenienza dei prodotti e la li-sta dei fornitori; le relazioni con i governi e i contributi finanziari.

• Intervenire con politiche e pratiche adeguate in queste aree è cruciale per la sostenibilitàsociale e ambientale dei fattori produttivi, proponendo un modello di produzione inclusivo,attento ai diritti umani, che fa buon uso delle risorse naturali.

Per approfondimenti:Federico Spadini – Referente Mobilitazione Popolare, Oxfam Italia - [email protected]

“Scopri il Marchio” www.oxfamitalia.org/scopriilmarchio“COLTIVA. La vita. Il cibo. Il pianeta” www.oxfamitalia.org/coltiva

Per maggiori informazioni, scrivere a: [email protected]

La buona prassi per la riduzione degli sprechi alimentari

Oggi nel mondo 842 milioni di persone soffrono di ca-renze alimentari. Nei paesi ricchi la maggior quantitàdi sprechi alimentari si concretizza a livello della di-stribuzione e soprattutto dei consumi, ossia quandoil cibo è ancora perfettamente consumabile. Ci sonorealtà che lavorano per trasformare le eccedenze in ri-sorse. Il Banco Alimentare, ad esempio, recupera ec-cedenze alimentari dalla ristorazione e dalla grande di-

stribuzione e le ridistribuisce gratuitamente ad associazioni ed enti caritativi.

Il sistema alimentare ha profonde implicazioni per la sostenibilità ambientale: con il cibo but-tato e non consumato vanno sprecati anche la terra e l’acqua che sono stati necessari perprodurlo. Il recupero degli alimenti ancora perfettamente commestibili impedisce, inoltre,che divengano rifiuti, permettendo così da un lato un risparmio in risorse energetiche, quindiun abbattimento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, e dall’altro il riciclo delle confezioni.

Per approfondimenti: [email protected] DI BUONE PRATICHE DI RECUPERO ALIMENTI E RIDUZIONE DEGLI SPRECHI:

www.bancoalimentare.it – www.equoevento.orgwww.bringfood.org – www.cucinaeco.wordpress.com

Per ogni utile informazione relativa ai temi affrontati nella guida e per un servizio diorientamento al cittadino sui temi della corretta alimentazione e del consumo alimentare,gli sportelli sono aperti nei seguenti giorni e orari

Tel. 06.3729924

Lunedì 10:30 - 13:00 14:00 - 16:00

Martedì 10:30 - 12:30

Mercoledì 10:30 - 13:00 14:00 - 16:00

Giovedì 10:30 - 13:00

[email protected] Per parlare con il nutrizionista dr. Antonio Caprioli: Cell. 338.9360536

Via Spalato 11 – 00198 Roma – Tel. 06.86326449

Lunedì 15:00 - 18:00 14:00 – 16:00Martedì 10:30 - 12:30Mercoledì 10:30 - 13:00 14:00 – 16:00Giovedì 10:30 - 13:00

Minturno Scauri Via Appia 542 – 04028 - Latina – Tel. 0771.681022

Lunedì 16:00 - 19:00Martedì 16:00 - 19:00Mercoledì 16:00 - 19:00Giovedì 16:00 - 19:00

Per parlare con il nutrizionista: Cell. 338.9360536

Cell. 380.3736524

Mercoledì 10:00 - 13:00

Venerdì 14:30 - 17:30

Tel. 06.39735013

Lunedì 14:30 - 17:30

Martedì 14:30 - 17:30

Giovedì 14:30 - 17:30

[email protected] Per parlare con il nutrizionista: Cell. 338.9360536

Confconsumatori LazioVia Spalato 11 – 00198 RomaTel./Fax 06.86326449 [email protected]://confconsumatorilazio.jimdo.com/

Movimento ConsumatoriSportello Municipio Roma IV (ex V)Largo N. Franchellucci, 65 – 00155 RomaTel. 06.4067413 - 380.3736524Fax 06.40800345

Movimento ConsumatoriSportello Roma I Municipio (ex XVII)Via T. Campanella, 41 G – 00195 RomaTel. 06.39735013 - Fax.06 39738251

Cittadinanzattiva Lazio OnlusTel. 06.3729924 – Fax [email protected] D. Silveri 10 – 00165 Romawww.lazio.cittadinanzattiva.it