Alimentazione nell alto medioevo.il cibo secondo la regola di benedetto

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LE CLASSI 1^ B E 1^ C PRESENTANO: L’ALIMENTAZIONE NELL’ALTO MEDIOEVO Docente responsabile:Emanuele Magni

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LE CLASSI 1^ B E 1^ C PRESENTANO:

L’ALIMENTAZIONE NELL’ALTO MEDIOEVO

Docente responsabile:Emanuele Magni

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CHE COSA RAPPRESENTAVA L’ALIMENTAZIONE TRA LA

FINE DELLA CIVILTA’ ROMANA E L’ALTO MEDIOEVO?

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Differenze tra civiltà

• La civiltà greco-romana era dedita alla cerealicoltura. I prodotti principali erano il grano, il vino e l’olio, quest’ultimo utilizzato per condire gli alimenti. Molto diffusa era la pesca in mare. La carne non era l’alimento principale, mentre si mangiavano molti latticini e formaggi in quanto l’ allevamento ovino era molto praticato. Questo tipo di alimentazione era equilibrata, in rapporto alla salute del corpo.

• La civiltà barbarica era molto diversa da quella greco - romana. Si trattava di popolazioni seminomadi che non dedicavano molta attenzione alla coltivazione dei campi.

• I pochi cereali prodotti servivano per la realizzazione della birra e gli ortaggi venivano coltivati in piccoli orti vicino agli insediamenti, solo per soddisfarne l’autoconsumo.

• Le più importanti fonti di approvvigionamento erano il bosco e l’incolto, da cui ne ricavavano il nutrimento primario: la carne. Per le popolazioni barbariche era importante mangiare molto; ne risultava quindi un’alimentazione squilibrata.

• Veniva usato il grasso animale per condire gli alimenti.

• Non conoscevano il vino e bevevano latte di giumenta.

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L’influenza delle religioni: il Cristianesimo

• La religione cristiana impose fortemente il suo modello alimentare. Pane, vino e olio erano già inseriti nella cultura romana e ben presto diventarono alimenti fondamentali perché simboli di sacralità, indispensabili per le funzioni religiose. Si diffusero le colture del grano, della vite e dell’olivo. Il vino diventerà la bevanda simbolo dei cristiani.

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Qual era la situazione economica nei primi secoli del Medioevo?

• Crisi economica e sfruttamento delle risorse naturali

• Si intensificò la caccia: la carne riusciva a soddisfare il bisogno di tutta la popolazione.

• La cacciagione era importantissima:venivano cacciati cervi, cinghiali, caprioli, lepri,quaglie e uccelli vari, ma ne usufruivano soprattutto i più ricchi.

• Andare a caccia e uccidere animali era una manifestazione di forza e di potere.

• La carne rimase nella dieta dei contadini, ma in particolare quella di animali allevati in proprio o cacciati fuori dai boschi.

• Dal bosco si ricavano castagne, miele, pinoli, ghiande.

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La cottura della carne

• La preparazione della carne era un procedimento molto lungo in quanto veniva cotta per due volte.

• Innanzitutto veniva fatta bollire per sterilizzarla e per renderla più morbida; successivamente si ricavava il brodo, usato come base per cucinare oppure per la preparazione delle salse. Successivamente veniva cotta sul fuoco.

• Chi non mangiava carne, in genere aveva un ruolo diverso nella società e riguardava più strettamente la Chiesa; quest’ultima ha avuto un ruolo molto importante nella società medievale, quindi anche nell’alimentazione.

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Altri alimenti oltre alla carne• Sulle tavole medievali si trovavano anche altre pietanze.

• pesce:veniva mangiato soprattutto quello di acqua dolce perché si pescava in paludi, stagni, laghi e fiumi.

• Verdure e legumi:rape, ravanelli, lattuga, sedano, spinaci, bietole, finocchi, porri, cipolle, zucche, asparagi, funghi, fave, lenticchie e ceci. Tutto ciò poteva essere cucinato a lesso o in umido. Ogni casa poteva avere anche un orto privato che non veniva tassato dai feudatari.

• La frutta: fichi, mele, uva, pere, ciliegie, pesche, mandorle,noci, more del gelso. Poteva anche essere utilizzata per preparare salse e confetture e spesso era abbinata ai cibi salati. Molto importante era la castagna dalla quale si ricavava anche la farina. Il castagno veniva chiamato “albero del pane”, usato soprattutto dai più poveri e nelle zone di montagna.

• I condimenti: lardo e strutto, spezie (zenzero, cannella, noce moscata, pepe, chiodi di garofano), erbe aromatiche ( maggiorana, prezzemolo, salvia, rosmarino, basilico, coriandolo e alloro).

• Altro elemento era il sale che aveva varie funzioni: rendeva i cibi più gustosi e digeribili, rendeva meno torbido il vino, permetteva la conservazione della carne, aveva proprietà curative.

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Acqua o vino?• Bere molto vino era considerato un fattore positivo, in quanto era

simbolo di prestigio sociale fin dai tempi dell’antica Roma: il concetto era che il lavoro dell’uomo riusciva a trasformare un prodotto della natura in qualcosa di superiore. Gli uomini infatti ne bevevano più di due litri al giorno e il vino veniva mescolato con acqua , oppure arricchito con aromi o temperato con miele e assenzio.

• Al vino venivano attribuite anche proprietà medicinali: era considerato un antisettico per “disinfettare” l’acqua e un ricostituente contro la debolezza.

• Si distinguevano vari tipi di vini: i “vini fiore”, cioè quelli realizzati con la prima spremitura delle uve; i “vinelli” prodotti con la spremitura dei rimasugli.

• Alle classi superiori erano destinati i bianchi o i chiaretti in quanto

considerati più raffinati perché leggeri e delicati, mentre per le classi inferiori erano più adatti i vini rossi.

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Tazze e boccali

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La società medievale• Il mangiare dei signori

• Forte consumo di carne rossa, in particolare grossi animali cacciati: cinghiali, cervi, caprioli.

• La carne doveva essere arrostita e servita con salse speziate. Il consumo eccessivo della carne, però, poteva causare la gotta, la malattia più diffusa dell’epoca.

• Altro alimento basilare era il pesce (salmoni e storioni) ricoperto da salse delicate; si mangiavano verdure, pane bianco, dolci, mentre si bevevano vini speziati e spezie confettate a fine pasto per favorire la digestione. Le spezie, in particolare lo zafferano, venivano usate anche per intensificare i sapori, oppure per dare colorazioni particolari.

• La frutta fresca veniva consumata a inizio pasto, mentre quella secca a fine pasto.

• Il mangiare dei contadini• Forte uso di alimenti vegetali. Le verdure, i legumi e

i cereali erano l’alimento essenziale dei contadini, oltre a frutti selvatici e alle erbe dei campi.

• Altro alimento era la carne, ma non la ricca cacciagione dei signori, bensì carne di maiale, polli, pecore e animali da cortile; oltre a piccoli animali selvatici catturati con trappole o fionde. Era carne spesso riservata ai giorni di festa e cucinata in modo raffinato.

• Le zuppe erano alla base dell’alimentazione contadina,in quanto semplici da preparare.

• Fondamentale era il pane di segale o fatto con miscugli di cereali, come miglio e orzo. Nei periodi di crisi venivano mescolate farine di fave e di castagne. In pane era l’alimento primario nella vita del popolo.

• Anche il pesce era un alimento importante, ma quello pescato negli stagni o nei corsi d’acqua, perché meno costoso.

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L’organizzazione della tavola

• La tavola medievale

• Quando si stava seduti a tavola, il re era sempre seduto più in alto rispetto ai commensali, quindi i posti a sedere variavano in funzione della nobiltà.

• La tavola era generalmente coperta da una tovaglia di lino; mangiare senza tovaglia era segno di povertà o di penitenza.

• I tovaglioli probabilmente non si utilizzavano molto e di solito le mani venivano lavate in acque profumate alle erbe.

• In mancanza del tovagliolo, le mani e la bocca si pulivano anche sul bordo della tovaglia.

• E le posate?• I cucchiai potevano essere in legno, in bronzo

o in ferro. I coltelli erano personali ma ancora poco utilizzati, mentre si usavano piatti in terracotta sulle tavole comuni, oppure di ceramica in peltro per i più ricchi e venivano usati per le zuppe e i primi piatti.

• I cibi solidi si mangiavano con le mani, afferrando il cibo con tre dita: pollice, indice e medio.

• La forchetta, diffusa anche prima dell’anno Mille come semplice utensile da cucina, cominciò ad essere utilizzata sulle tavole nei secoli successi. L’uso della forchetta diventò indispensabile in Italia con l’arrivo della pasta e, sul finire del XIV secolo, questo utensile divenne di uso quotidiano.

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Cibo, piatti e posate

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VITA DI BENEDETTO• Nacque a Norcia nel 480 circa ed è considerato il fondatore dell’ordine

dei benedettini.

• Da adolescente fu mandato a Roma a studiare, ma rimase sconvolto dalla vita dissoluta condotta in città. Disprezzò gli studi letterari e ben presto indossò gli abiti monastici.

• All’età di diciassette anni si ritirò nella valle dell’Aniene; successivamente, dopo aver vissuto tre anni da eremita, si diresse a Subiaco dove visse per quasi trent’anni e accolse un numero sempre maggiore di discepoli. Creò una vasta comunità di dodici monasteri, ognuno con dodici monaci e un abate, ma tutti sotto la guida spirituale di Benedetto.

• Dopo questa esperienza si diresse a Cassino dove fondò il Monastero di Montecassino e vi compose la sua Regola intorno al 540.

• Secondo la tradizione, Benedetto morì il 21 marzo dell’anno 547.

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La giornata di un monaco e la Regola Benedettina

• La vita in monastero

• Il monaco si sveglia prima dell’alba al suono della campana e si reca in chiesa per le lodi mattutine. Al termine della preghiera inizia il proprio lavoro che dura fino alla mensa conventuale, il momento più importante della giornata. L’abate benedice la mensa e il lettore legge un brano delle sacre scritture ad alta voce, mentre gli altri monaci devono rimanere in silenzio. A tavola i monaci si servono a vicenda, a turni settimanali. Al termine del pasto i monaci tornano a lavoro e la sera si ritrovano per un pasto frugale. La giornata del monaco si conclude con la preghiera della sera, prima del riposo notturno.

• I principi della Regola

• Vengono sintetizzati nella frase Ora et Labora

• La vita monastica si basa su tre grandi fondamenti: preghiera comune, preghiera personale, lavoro.

• La Regola di Benedetto afferma:”L’ozio è nemico dell’anima e perciò i fratelli in determinate ore devono essere occupati in lavori manuali”

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IL LAVORO DEI MONACI

• I monaci conducono una vita basata sul proprio lavoro e le loro giornate sono scandite dalle stagioni.

• La primavera è il tempo della semina, l’estate è il tempo del raccolto, in autunno si vendemmia, mentre in inverno ci si dedica in più alla lettura e alle attività interne del monastero.

• I monaci si dedicano alla coltivazione di prodotti agricoli, abbattono boschi, prosciugano paludi, scavano canali per irrigare campi e vigneti.

• Nei monasteri copiano antichi libri destinati altrimenti a scomparire. Copiare libri è importante anche perché sono rari e costosi, quindi ne occorrono diverse quantità per garantirne la lettura da parte di tutti i monaci.

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LA CUCINA MONASTICA

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La privazione alimentare nella vita monastica

• Il primo scopo della rinuncia al cibo è la mortificazione del corpo, cioè tutto ciò che è materiale e che ostacola l’ascesa dello spirito verso Dio; il cibo del corpo si contrappone alla spiritualità.

• La prima rinuncia consiste nell’abbandono della carne: privarsi della carne significa rinunciare a un peccato di gola, quindi è possibile avvicinarsi di più a Dio.

• La Regola di Benedetto proibisce in particolare la carne di quadrupede considerata carne “rossa” (mucche, pecore, maiali, selvaggina), in quanto è sinonimo di forza e potenza guerriera, mentre consente il nutrimento con carne di volatili poiché è considerata “bianca”.

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Quali piatti sostituivano la carne?• La sostituzione avveniva con prodotti ad alto valore nutrizionale: pesce, formaggio,

uova, legumi.

• Il pesce rivestiva un ruolo importante all’interno della vita monastica, soprattutto grazie alla presenza di corsi d’acqua dove era possibile pescare.

• Anche il formaggio e le uova occupavano un posto di rilievo sulla tavola monastica.

• Altro elemento erano i legumi: fagioli, piselli, ceci, lenticchie e fave. Secondo la tradizione benedettina, legumi e verdure rappresentavano il piatto principale.

• I grassi vegetali (olio di oliva, di noci, di semi) si usavano per condire e per cuocere i vari prodotti.

• Il pane rappresentava un prodotto quotidiano sulla tavola.

• La bevanda più consumata dai monaci era il vino, ma la Regola suggerisce controllo e moderazione.

• Infine…i cibi venivano cotti in pesanti pentole di ferro, posti su ganci metallici dotati di denti.

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Vari tipi di alimenti

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Cibo e vino

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Minestra di verdura

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Il pane: 350 grammi per ciascuno

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Un quarto di vino a testa

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Variazioni alimentari

• La dieta monastica poteva variare nel corso dell’anno e della settimana, sia per motivi di carattere liturgico, sia in funzione alle attività dei monaci, in particolare quelle più faticose. Le quantità erano più abbondanti, soprattutto durante le grandi feste solenni come Natale e Pasqua, oppure durante l’anniversario di un abate.

• Fondamentale nell’alimentazione monacale è il regime dei digiuni e delle astinenze. Oltre alle varie Quaresime (Pasqua, Avvento, Ognissanti), solitamente almeno due o tre giorni alla settimana si mangiava di magro, quindi si evitava ogni tipo di carne e gli alimenti derivati, tra cui il lardo.

• Ai malati e ai più deboli si concedeva di mangiare di più, addirittura i cibi non consentiti al resto della comunità.

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IL SILENZIO NEL REFETTORIO• Il cibo riuniva l’intera comunità. Le regole monastiche

medievali imponevano una stretta osservanza del silenzio durante i pasti. La Regola di Benedetto prescrive che il silenzio va osservato sempre, ma soprattutto in refettorio, proprio nel luogo in cui parlare diventa naturale.

• Il consumo del cibo era accompagnato sempre alla lettura delle Sacre Scritture, tenute in refettorio da un lettore. Ascoltare la lettura, infatti, significava distrarsi dal cibo: allontanarsene con la mente per non cadere nella tentazione di viverlo come un piacere, anziché come semplice necessità del corpo.

• Si poteva comunicare ugualmente pur non facendo uso della parola. I gesti delle mani, i movimenti del corpo, gli ammiccamenti del viso, esprimevano un desiderio, un bisogno, senza rischiare di disobbedire alla Regola.

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I monaci in refettorio

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A tavola: le regole imposte ai monaci

• Rispettare i confratelli comportandosi con discrezione attraverso la sobrietà dei gesti, la disciplina, evitando gli schiamazzi o rumori che possono recare disturbo agli altri commensali.

• Accontentarsi di quanto viene offerto in mensa evitando di mormorare per la quantità di cibo che spetta a ciascuno.

• Evitare di alzarsi da tavola prima che sia terminata la lettura.

• E’ proibito mangiare al di fuori dell’orario dei pasti

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Ecco alcune regole benedettine…• Il pranzo quotidiano prevede, a seconda delle stagioni, due pietanze cotte.

• A tutti i fratelli devono bastare queste due pietanze e se ci sarà la possibilità di procurarsi frutta o legumi freschi, se ne aggiunga una terza.

• I pane dovrà essere di un chilo abbondante al giorno.

• Nel caso in cui il lavoro quotidiano si particolarmente faticoso si potrà aggiungere un piccolo supplemento, se l’abate lo riterrà opportuno.

• State attenti che il vostro cuore non sia appesantito da troppo cibo.

• Ai ragazzi più piccoli verrà servita una quantità minore.

• Tutti si astengano dalla carne di quadrupedi ad eccezione dei malati molto deboli.

• A tutti può bastare un quarto di vino a testa.

• I fratelli che hanno ricevuto da Dio la forza di astenersi dal consumare vino, riceveranno una particolare ricompensa.

• Il superiore potrà concederne una quantità maggiore per esigenze di lavoro, o di calura estiva.

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Sobrietà nel comportamento a tavola rispettando la Regola di Benedetto