alfabeto ebraico

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ORIGINI DELL ALFABETO La lingua e la scrittura determinano le civiltà e le tradizioni cultura- li. Il progresso dell’umanità fece un grande balzo in avanti quando per la prima volta furono usati dei segni per suggellare il linguaggio. Da allora i popoli furono in grado di fissare la loro memoria su dei supporti fisici e di trasmettere non solo oralmente le proprie tradi- zioni. Così, 4000 anni prima dell’era attuale, ebbe inizio la nostra epoca storica. Durante le ere preistoriche e protostoriche, le pitture murali nelle grotte esprimevano i pensieri e i desideri degli uomini primitivi, ma l’era storica fu caratterizzata dall’uso di diverse serie di segni per rappresentare parole semplici. La pittografia non consentiva di trascrivere un’idea con chiarez- za, mentre, di contro, l’ideografia si prestò a essere progressivamente perfezionata 1 . Un ideogramma può però avere dei sinonimi che in- dicano anch’essi il concetto al quale corrisponde e, nel contempo, gli omonimi di questi sinonimi, cosa che creò dei grossi problemi nella scrittura sumera 2 . 3 1 La scrittura ideografica propone simboli grafici corrispondenti a una pa- rola o a un concetto. I simboli che indicano un suono o una parola sono deti in genere “ideogrammi”; quelli che riproducano enti concreti sono detti “pitto- grammi” (N.d.C.). 2 “Sinonimi” sono due o più enti o concetti che, pur avendo la stessa na- tura o significato, sono rappresentati in maniera diversa. “Omonimi” sono due o più enti o concetti che si si rappresentano allo stesso modo, ma hanno diver- sa natura o significato (N.d.C.).

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ORIGINI DELL’ALFABETO

La lingua e la scrittura determinano le civiltà e le tradizioni cultura-li. Il progresso dell’umanità fece un grande balzo in avanti quandoper la prima volta furono usati dei segni per suggellare il linguaggio.Da allora i popoli furono in grado di fissare la loro memoria su deisupporti fisici e di trasmettere non solo oralmente le proprie tradi-zioni. Così, 4000 anni prima dell’era attuale, ebbe inizio la nostraepoca storica. Durante le ere preistoriche e protostoriche, le pitturemurali nelle grotte esprimevano i pensieri e i desideri degli uominiprimitivi, ma l’era storica fu caratterizzata dall’uso di diverse serie disegni per rappresentare parole semplici.

La pittografia non consentiva di trascrivere un’idea con chiarez-za, mentre, di contro, l’ideografia si prestò a essere progressivamenteperfezionata1. Un ideogramma può però avere dei sinonimi che in-dicano anch’essi il concetto al quale corrisponde e, nel contempo, gliomonimi di questi sinonimi, cosa che creò dei grossi problemi nellascrittura sumera2.

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1 La scrittura ideografica propone simboli grafici corrispondenti a una pa-rola o a un concetto. I simboli che indicano un suono o una parola sono deti ingenere “ideogrammi”; quelli che riproducano enti concreti sono detti “pitto-grammi” (N.d.C.).

2 “Sinonimi” sono due o più enti o concetti che, pur avendo la stessa na-tura o significato, sono rappresentati in maniera diversa. “Omonimi” sono dueo più enti o concetti che si si rappresentano allo stesso modo, ma hanno diver-sa natura o significato (N.d.C.).

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L’alfabeto ebraico e i suoi simboli

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Le principali scoperte di iscrizioni relative alle origini dei nostrialfabeti ebbero luogo principalmente lungo i grandi fiumi del MedioOriente. In Mesopotamia, 4000 anni prima della nostra era3, i Su-meri utilizzavano una scrittura ideografica che si andò gradualmentetrasformando in una scrittura detta “cuneiforme”, un sistema chemodificò profondamente gli ideogrammi, al punto da renderli irri-

conoscibili. La caratteristicascrittura cuneiforme si incide-va appoggiando una puntapiatta su dell’argilla malleabi-le. Tale scrittura fu progressi-vamente adottata da molti po-poli, in particolare i semitiorientali, ossia Accadi, Babilo-nesi, Assiri, ma anche i non-semiti: Hurriti, Elamiti, Ittiti4.

Parallelamente, gli antichiEgizi utilizzavano un altro tipodi scrittura pittografica, che iGreci chiamavano geroglifici,che significa “incisione di testisacri”. La scrittura geroglificaera composta da parole-imma-gini, da sillabe-immagini e dalettere-immagini, e comporta-va solo delle consonanti.

Duemila anni prima dellanostra era, la diffusione della scrittura era limitata a una cerchia ri-stretta, a causa del numero troppo elevato di segni. Per questo moti-vo il numero di caratteri fu gradualmente diminuito, segnando cosìl’inizio dell’alfabeto. Ciò avvenne principalmente in una terra all’in-crocio delle culture: Canaan. L’arrivo dell’alfabeto segnò un enorme

3 L’espressione “prima della nostra era” è da qui in poi abbreviata come“aeV” (N.d.C.).

4 Anche se questi ultimi hanno sviluppato una scrittura pittografica.

Tavola di Gezer, X secolo aeV.

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Origini dell’alfabeto

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progresso: da quel momento in poi, tutti poterono apprendere a leg-gere e a scrivere con facilità.

LA SCRITTURA PROTOSINAITICA

Durante l’inverno 1905/1906, in occasione negli scavi di Serabit El-Kahdim nella regione del Sinai, Sir Flinders Petrie fece la scoperta diiscrizioni contenenti un carattere particolare. Queste iscrizioni, det-te “protosinaitiche”, diedero il via alla ricerca moderna sulle originidell’alfabeto. Esse contenevano circa 30 segni pittografici, su un to-tale di 150 caratteri che rivelano un sistema acrofonico5, e furono in-cise a metà del secondo mil-lennio prima della nostra era.

Per lungo tempo i ricerca-tori hanno ritenuto che tali ca-ratteri fossero stati inventati daoperai semiti occidentali incontatto costante con i gero-glifici egizi. Ma questa teorianaufragò quando furono sco-perte iscrizioni simili in diversiluoghi della Palestina, qualiShechem, Gaza e Lachish, rea-lizzate con gli stessi caratteriprotosinaitici.

Altre iscrizioni palestinesipiù antiche su pugnali o puntedi lance, databili verso la finedell’Età del Bronzo e l’iniziodell’Età del Ferro, indicanoche una semplificazione dei

Iscrizioni di Serabit El-Kahdim,protosinaitiche.

5 “Acrofonico” è un alfabeto nel quale ogni lettera rappresenta in modopiù o meno stilizzato un ente concreto (un bue, una casa ecc.) ed è l’iniziale delnome dell’ente rappresentato (N.d.C.).

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pittogrammi era già avvenuta. Questa scrittura è detta protocananeae il suo alfabeto fu la fonte di tutte le scritture alfabetiche che piùavanti si diffusero nel mondo intero.

Il protocananeo e le scritture alfabetiche cuneiformi erano com-poste, all’origine, da 27 a 30 lettere. Ma all’incirca nel XIII secoloaeV, il numero di lettere necessarie alla scrittura del protocananeoscese a 22. Lo stabilizzarsi della scrittura lineare da destra a sinistraavvenne nell’XI secolo aeV. Con questi adattamenti, il tipo di scrit-tura cambiò e da protocananeo divenne propriamente fenicio. Lascrittura trovata a Byblos sulle iscrizioni del sarcofago di Ahiram, cir-ca 1000 aeV, è il risultato di questa evoluzione. Quando gli Ebrei egli Aramaici adottarono la scrittura fenicia, composta da 22 conso-nanti, furono intralciati dalla limitazione fonemica dei Fenici. Infat-ti, non potevano scrivere alcuni loro fonemi inesistenti nella linguafenicia. Si rese dunque necessario aggiungere dei punti diacritici, af-finché una lettera potesse avere due pronunce e sopperire alle limita-zioni del fenicio. Per esempio, in ebraico, la lettera Shin è un solo ca-rattere, ma può essere pronunciata scin o sin.

La diffusione di questo alfabeto è essenzialmente dovuta ai Feni-ci che commerciavano in tutto il mondo antico. Nel VII secolo aeV,la scrittura fenicia lasciò delle tracce in Mesopotamia, in Spagna, aCipro e a Cartagine. L’insieme delle scritture nate nelle colonie feni-ce è detto “scritture puniche”. L’alfabeto fenicio ha generato, permezzo dell’alfabeto greco, tutte le grandi scritture occidentali e, inparticolare, l’alfabeto latino.

L’aramaico è la lingua delle tribù aramaiche che nel secondo mil-lennio aeV, si propagarono, partendo dal deserto della Siria, verso laMesopotamia e la Siria del nord. Gli Aramaici utilizzavano una lin-gua del gruppo semitico, diversa dal cananeo; erano senza alfabeto,ma dopo essersi stabiliti in Siria, adottarono la scrittura fenicia. Co-me i Fenici, gli Aramaici erano ottimi commercianti e le loro carova-ne trasportarono lontano la lingua aramaica che divenne rapidamen-te una lingua internazionale.

Alla fine dell’VIII secolo aeV, gli Aramaici caddero sotto il domi-nio assiro, cosa che generò però un paradosso poiché l’indebolimen-to degli Aramaici in quanto potenza politica fece invece crescere il

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loro potere commerciale, approfittando dello sviluppo dell’imperoassiro. Con ciò, la cultura aramaica arrivò a penetrare sottilmente lacultura assira. Inoltre, per motivi mai chiariti, gli Assiri sostennero ladiffusione della lingua e della scrittura aramaica. Il secondo Libro deiRe (18:26) afferma che, 700 anni aeV, l’aramaico era la lingua corren-te nell’esercito assiro.

Vi sono dei bassorilievi assiri che mostrano due scribi, uno assiroche incide una tavoletta d’argilla, l’altro aramaico che scrive con l’in-

chiostro su una pergamena.Nell’anno 529 aeV, la con-quista persiana amplificòl’importanza dell’aramaiconei territori a est dell’Eufrate,in tutta la Siria, la Palestina ein gran parte dell’Egitto, zonein cui l’aramaico fu ricono-sciuto come lingua ufficiale.

Il termine “ebraico” riferi-to alla lingua è apparso abba-stanza tardi e non è mai usatonell’Antico Testamento, cheutilizza altri appellativi per fa-re riferimento a tale lingua.Nel secondo Libro dei Re18:26, Isaia 26:11, Cronache32:18 e Neemia 13:24, la linguaviene detta yehudith, ossia“lingua ebraica”. Il TargumYeushalaim la chiama LashonhaQodesh, la “Lingua sacra”.Nel Libro d’Isaia (19:18), tro-viamo la definizione SefathQanaan, il “Labbro di Ca-naan”. La prima volta checompare nella Bibbia il termi-ne Ivrith (ebraico) per indica-

Origini dell’alfabeto

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Iscrizione di Barrekub, aramaico, VII secolo aeV.

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re la lingua è nel Prologo del Sirach e si ritrova in seguito nel NuovoTestamento (Giovanni 5:2).

Gli Ebrei adottarono la scrittura alfabetica, così come fecero altreculture derivate dai Cananiti, tra il XII e l’XI secolo aeV. Seguironoil sistema fenicio a partire dal IX secolo aeV, ma la scrittura fenicia simodificò perché fu largamente diffusa tra i mercanti. Di contro, lascrittura ebraica fu preservata perché si sviluppò all’interno di unanazione legata ai suoi valori tradizionali, e praticata da persone cheabitavano in una terra montuosa, lontana dalle rotte commerciali.La scrittura aramaica fu invece utilizzata da molti popoli e divenneuna scrittura strettamente pratica.

L’ebraico antico, noto anche con il nome di paleoebraico, fuadottato dagli Ebrei di Canaan alla fine dell’XI secolo aeV ed utiliz-zato fino al IX secolo aeV, epoca in cui si sviluppò una scritturaesclusiva. Tuttavia, il paleoebraico non terminò con l’esilio di Babi-lonia e continuò a essere utilizzato dalla popolazione rimasta in Giu-dea. Nel V secolo aeV, la scrittura aramaica divenne la modalità uffi-ciale di comunicazione, mentre quella paleoebraica fu ancora usataper scrivere l’ebraico.

L’antica scrittura ebraica è detta Ketav Ivrith (scrittura ebraica),Ketav Raas (scrittura rotta) a causa della sua forma spezzata, KetavDaas perché veniva usata sulle monete. La scrittura ebraica classica èinvece detta Ketav Meruba (scrittura quadrata) per via delle sue lineedritte, ed è anche nota come Ketav Assuri (scrittura assira). L’alfabetoebraico, o “quadrato”, ancora in uso, non è in verità altro che unaforma di alfabeto aramaico. La dominazione persiana comportò ladiffusione generalizzata della lingua e della scrittura aramaica in tut-to l’Oriente. In questo periodo, gli Ebrei che vivevano nell’Alto Egit-to utilizzavano indifferentemente il paleoebraico o l’aramaico perscrivere.

L’uso dei caratteri ebraici rimase popolare fino all’epoca dell’esi-lio babilonese, nel VI secolo aeV. Durante questo esilio, gli Ebrei ini-ziarono ad usare la scrittura aramaica, antenata dell’ebraico quadra-to, anch’essa influenzata dall’ebraico antico. Grazie al Talmud (Sanhe-

drin 21b), sappiamo che la scrittura aramaica (scrittura assira) fu adot-tata durante il periodo di Ezra, che la riportò dalla cattività in Babi-

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lonia. Parallelamente, l’ebraico fu utilizzato principalmente comelingua sapienzale e liturgica. Ma questa non è l’unica via di importa-zione dell’aramaico, perché la lingua e la scrittura aramaiche furonointrodotte in Giudea direttamente dai Babilonesi e poi dai Persiani.

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Evoluzione dell’alfabeto1 Prototipi - 2 Protosinaitici - 3 Transizioni - 4 Gezer, Beth Shemesh5 Byblos (1500 aeV) - 6 Lakish - 7 Mesha - 8 Cananeo (IX/V secolo aeV) 9 Qarthadast10 Ahiram - 11 Varianti - 12 Fenicio medio - 13 Punico - 14 Neo-punico- 15 Aramaico (VIII s. aeV) - 16 Sigilli (VIII/V s. aeV) - 17 Papiro (V/III s. aeV)

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FUOCO NERO SU FUOCO BIANCO

La scrittura del Sepher Torah è detta “fuoco nero su fuoco bianco”,concetto che ricorre spesso nella letteratura cabbalistica. Nella suasezione Naso, in Idra Rabba, lo Zohar (III, 132a) cita in aramaico eshshah̄orah al gavei esh levanah [hrwjC Ca hnbl Ca ybg lo] (fuoconero su fuoco bianco): “Tu puoi rispondere che, se i capelli che scendo-no da Zeir Anpin sono neri, allora perché quelli di Arik Anpin sonobianchi? Perché è scritto: ‘Il suo capo è oro finissimo, i suoi riccioli on-deggianti, neri come il corvo’. (Cant. 5.11). È anche scritto: ‘E i capelli delsuo capo erano come la lana pura’ (Daniele 7,9). Questo non è un proble-ma perché la lana pura indica la barba che scende da Zeir Anpin. Così,quando la Torah fu data ai figli d’Israele, essa fu trasmessa in un Fuoconero su un Fuoco bianco”.

Il colore nero rappresenta l’inchiostro, il sangue della Torah, edevoca l’idea di vita, di forza e di movimento contenuti nel testo. Ilbianco rappresenta, ovviamente, il supporto, ma anche gli spazi cheseparano le parole e le lettere. Il fuoco nero su fuoco bianco spiega chenon tutto è manifesto nel Sepher Torah e che esistono diversi livelli dilettura celati nel bianco della scrittura, che solo le lettere nere possonorivelare. Nahmanide chiarisce che il Sepher Torah, “scritto in fuoco ne-ro su fuoco bianco” ha preceduto la creazione e i suoi misteri.

La Qabalah insegna che i misteri contenuti nel bianco si svele-ranno con l’avvento messianico. È il fuoco nero dell’inchiostro delleventidue lettere che mantiene e conserva i misteri degli spazi bian-chi. Ecco perché le lettere devono essere sempre tracciate in nero emai in bianco. Tracciare le lettere in bianco sul nero, ossia in fuoco

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bianco su fuoco nero, distruggebbe tutte le speranze del mondo fu-turo, l’Olam haBa.

Anche se i misteri sono nascosti negli spazi bianchi del Sepher To-rah, la dimensione segreta è espressa da un fuoco nero, perché tutti imisteri dipendono dalla manifestazione e dall’esistenza delle venti-due lettere nere. Così il fuoco bianco è il simbolo della Torah scrittae il fuoco nero quello della Torah orale. Il cabbalista dice: “La miapratica consiste nell’avere sempre il nome Yhwh davanti ai miei occhi, infuoco nero su un fondo di fuoco bianco”.

Dal punto di vista mistico, le ventidue lettere sono rivestimentidi energie sottili, la cui funzione è di materializzare l’emanazionedella luce divina. Queste forze sono il risultato di un processo crea-tore, in cinque movimenti, generato dalla Volontà Prima, che posso-no essere sintetizzati come segue:

1° movimento: il solo nome che i cabbalisti danno all’Inconoscibileche precede la Creazione è Ein [Nya], termine che significa “nien-te” o “nulla”. Misterioso nulla che racchiude la Volontà Supre-ma, inconoscibile e innominabile (se si considera che Ein non èun nome)6, è situato fuori da ciò che è rappresentato dal tempo elo spazio. Andando ben oltre tutti i nostri concetti, Ein racchiu-de una non-esistenza, matrice della Volontà Suprema. È per que-sto motivo che il termine Ein [Nya] può permutarsi in Ani [yna],“Io”. Lo stato di Non-Essere generò così una reazione esistenzia-le, da dove si palesò la Volontà.

2° movimento: la Volontà, non potendosi estrinsecare nel nulla, con-centrò la sua forza in se stessa e generò un punto senza dimen-sioni. Questa iperconcentrazione, detta Tsimtsum, alimentandola sua forza esistenziale con l’assorbimento del nulla, produsseun vuoto intorno a sé. Questo vuoto produsse a sua volta un li-

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6 Ein ha una funzione simile a quella della “alfa privativa” nel greco: negail significato della parola cui è premessa. In italiano la “a” ha ereditato la stessafunzione nei termini derivati dal greco. Così, per esempio, “a-tomo” significain realtà “non divisibile”, “a-patia” vuol dire “assenza di sentimenti” (N.d.C.).

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mite nel nulla, detto sof [Pvs] (fine), il cui punto senza dimen-sione divenne il centro. Tale spazio creato è detto Ein-Sof (lett.:senza fine), generalmente tradotto con “Infinito”.

3° movimento: più il limite si affermò nel nulla, più per reazione ilpunto immateriale si concentrò fino ad arrivare a un livello in-tollerabile di concentrazione, causando una esplosione che liberòun’energia incontenibile. La prodigiosa e inesauribile energia pu-ra che sgorgò da questo punto senza magnitudine è detta or[rva], termine traducibile con “luce”. Or è un’energia potente,capace di creare e alimentare un’infinità di mondi. Tale luce, sca-turita dal nulla, che riempie ed anima l’insieme dell’Ein-Sof, èdetta “Ein-Sof-Or” [rvaJPvsJNya], “Luce Infinita”.L’esplosione del punto primordiale produsse dei residui che simanifestarono sotto forma di ventidue faville, che potrebbero es-sere considerate i ventidue cromosomi della Creazione. Ognunadelle faville, detentrice di un frammento della natura inconosci-bile del punto primordiale, iniziò a produrre una vibrazione spe-cifica nella Luce Infinita. L’unisono delle ventidue vibrazioni sfa-villanti rappresenta la prima Parola della Creazione e la primamanifestazione omogenea della Volontà Suprema. Si può fare unparagone con una stanza vuota e silenziosa, nella quale un musi-cista, per propria Volontà spontanea, fa risuonare un accordosottile composto da ventidue note, come prologo alla creazionedi una nuova opera.

4° movimento: le ventidue faville, recanti in sé l’impronta della unitàdel punto primordiale, cercarono spontaneamente di ricostituirel’unicità della loro fonte, e iniziarono a combinarsi tra di loro pertentare di ritrovare l’unità nella quale si dovevano riorganizzare.Questa attrazione spontanea delle faville introdusse la Legge del-l’Amore nell’Ein-Sof come condizione necessaria al compimentodell’Unità. Così, unendosi, due faville produssero due dimensio-ni, o meglio due vibrazioni (AB = BA). Tre faville produssero seivibrazioni (ABC = ACB = BAC = BCA = CAB = CBA); 4 favil-le, 24 vibrazioni; 5 faville, 120 vibrazioni; 6 faville, 720 vibrazio-

Fuoco nero su fuoco bianco

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ni; 7 faville, 5040, ecc. “Sette doppie, come si permutano? Due pie-tre costruiscono due case. Tre pietre costruiscono sei case. Quattropietre costruiscono ventiquattro case. Cinque pietre costruiscono cen-toventi case. Sei pietre costruiscono settecentoventi case. Sette pietrecostruiscono cinquemilaquaranta case. A partire da qui continua,calcola ciò che la bocca non può esprimere e ciò che l’orecchio nonpuò udire. Sono i sette pianeti nell’universo: Sole, Venere, Mercurio,Luna, Saturno, Giove, Marte, i sette giorni nell’anno, i sette giornidella creazione, le sette porte dell’anima, due occhi, due orecchie,due narici e la bocca. Con esse sono stati incisi i sette universi, le set-te terre, le sette ore. È per questo che il sette è il beneamato sotto i cie-li” (Sepher Yetzirah 4:12).Queste combinazioni si estesero all’infinto in tutto l’Ein-Sof, or-ganizzando e strutturando l’Ein-Sof-Or (Luce Infinita) con le lorovibrazioni, instaurando così le Leggi Naturali Universali, detteanche Torah Elyon (Legge Suprema). Questa Torah non fu scrittacon l’inchiostro, ma tramite vibrazioni luminose e prive di forma.

5° movimento: in parallelo, l’apparizione della Luce risvegliò imme-diatamente un’esistenza enantiomorfa,7 detta tenebre, che nonva confusa con il nulla. Questa opposizione implicò un degradoprogressivo della luce, per rallentamento e solidificazione dellevibrazioni prodotte dalle faville. Per esistere in tutti i gradi inter-mediari tra luce e tenebre, le faville, e per estensione le loro vi-brazioni, dovettero ripiegarsi su se stesse per addensarsi, dive-nendo sempre più tangibili, ma sempre meno luminose. Le ven-tidue faville si solidificarono, fino a passare dalla vibrazione so-nora alla forma, e si coagularono nello spessore delle tenebre, av-viluppandosi nell’inchiostro nero. Questa discesa delle faville en-tro vesti d’inchiostro, altrimenti dette lettere, ha di conseguenzaintrodotto le Leggi Naturali Universali nei mondi inferiori, sottoforma di una Torah vergata con l’ausilio delle lettere dell’Alef-Bet.

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7 Si dice di due sistemi composti dalle stesse parti ma disposte in ordineinverso, in modo da essere simmetrici rispetto, per esempio, a un primo(N.d.C.).

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I misteri dell’alfabeto ebraico sono racchiusi in un sistema filoso-fico coerente, sviluppato durante un periodo molto esteso. La tradi-zione ritenne a lungo che questi insegnamenti dovessero essere man-tenuti segreti, al riparo da occhi profani, e così tale conoscenza futrasmessa soltanto oralmente da maestro a discepolo. Le lettere sonoil principale strumento di codifica del messaggio biblico e talvoltacapita che in una parola una o più lettere manchino, o siano di trop-po. In questi casi il lettore moderno vedrà solo un’aggiunta inutile oun errore di ortografia: invece il talmudista o il cabbalista vi scopriràun messaggio nascosto, in attesa di essere decodificato. Ad esempio,Rabbi Akiva (Bereshit Rabbah 1:14) affermava che la parola eth [ta] nel-la prima riga della Torah indica in maniera conclusiva che solo Dioha creato l’Universo.

INCHIOSTRO NERO SU CARTA BIANCA

Per i cabbalisti le lettere dell’alfabeto ebraico incarnano le energie di-vine che dirigono e creano l’Universo materiale. Quando pronuncia-mo una lettera di questo alfabeto, evochiamo la sua essenza spiritua-le e creiamo delle forme sante capaci di accedere alla fonte meravi-gliosa dell’emanazione dalla quale provengono. La Qabalah insegnache Dio creò prima le lettere dell’alfabeto ebraico; poi con l’aiuto diqueste creò l’Universo. È il significato esoterico della prima frase del-la Genesi: ta syhla arb tyCarb, “In principio Elohim creò ta”,il che significa che creò le lettere da Alef a a Tav t. L’Universo fucreato con delle combinazioni di lettere, traducendo la volontà divi-na in realtà, e il Tabernacolo, che era il suo riflesso ridotto in scala, fucostruito secondo questa regola, così come afferma il Talmud (Be-

rakhoth 55a): “Betsalel ha saputo combinare le lettere con le quali furonocreati i cieli e la terra. Così è detto (Esodo 31:3): ‘L’ho colmato con il soffiodi Elohim di sapienza, comprensione e conoscenza, ed è scritto: Yhwh hafondato il mondo con la sapienza, ha creato i cieli con la comprensione’”.

Il Sepher Yetzirah descrive la formazione del mondo con l’ausiliodelle ventidue lettere: “Ventidue lettere fondamentali: Egli le ha incise,scolpite, permutate, pesate, trasformate. Con esse ha rappresentato tutto

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ciò che è stato e che sarà formato” (Sepher Yetzirah 2:2, versione Gra). “Ven-tidue lettere fondamentali: poste in un cerchio simile a un muro con 231porte. Il cerchio ruota avanti indietro. Un segno spiega ciò: nel beneniente è meglio della gioia e nel male niente è peggio della peste. Come?Egli le ha permutate, le ha pesate e le ha trasformate. Alef con tutte e tut-te con Alef. Bet con tutte e tutte con Bet. Esse si rinnovano dentro 231porte. Si comprende così che tutto ciò che è formato e tutto ciò che è det-to emana dal Nome unico. Egli ha formato la sostanza dal caos e hatratto l’essere dal non-essere. Ha intagliato grandi colonne dall’aria inaf-ferrabile. Ecco un segno: Alef con tutte e tutte con Alef. Egli ha contem-plato, trasformato e fabbricato tutto ciò che è formato e tutto ciò che èdetto: un solo Nome. Vi è un segno per questo: 22 oggetti in un solo cor-po.” (Sepher Yetzirah 2:4-6, versione Gra).

Le ventidue lettere hanno dinamizzato il ciclo dei 7 giorni dellaCreazione, da Alef a Tav. È interessante notare che 22/7 = 3,14...;numero irrazionale, indica il rapporto della circonferenza con il dia-metro del cerchio. La Qabalah insegna che dei gruppi di tre letterefurono utilizzati durante i primi sei giorni della Creazione. Alef è ilsigillo del Creatore, in quanto iniziale di “eh̄ad ” [dca] (Uno), e con-sente che vi sia un “Giorno 1”. La Creazione comincia con Bet, ini-ziale della parola “Bereshit” [tywarb] (In principio), che contiene insé le tre ultime lettere dell’alfabeto ebraico: Resh Shin Tav [t w r]. Ilprimo giorno furono usate le lettere Bet Gimel Dalet [d g b], il se-condo giorno fu il turno di He Vav Zayn [z v h], il terzo giorno diH–eth Tet Yod [y e c], il quarto giorno di Kaf Lamed Mem [m l k], ilquinto giorno di Nun Samek ‘Ayn [i s n], e il sesto giorno di Pe Tsa-di Qof [q x p]. Il settimo giorno l’insieme delle lettere fu riunito eprovocò il riposo dello Shabbat.

La gematria ci consente di scoprire la presenza delle ventidue let-tere all’origine della Creazione. In effetti, la prima frase della Genesi,:Xrah tav Mymwh ta Myhla arb tywarb (In principio Elohim creòi cieli e la terra), ha come iniziali le seguenti lettere:hJvJhJaJaJbJb, la cui somma è uguale a 22 (2+2+1+1+5+6+5).Inoltre, le prime tre parole, Myhla arb tywarb, hanno una gema-tria uguale a 1202, pari al valore dell’espressione: vmlvi arb tvytva

b"kb, “Con ventidue lettere, ha creato il Suo Universo”.

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LE LETTERE E LA CREAZIONE

Zohar I 2b a 3b

(b"i a Pd a"h) rhvz rps tmdqh

BERESHIT (In principio [tywarb]). Rav Hamnuna il Venera-bile afferma: qui vediamo che l’ordine delle lettere dell’alfabeto è ro-vesciato; le due prime parole Bereshit bara (In principio creò [arb

tywarb]) iniziano con Bet [b], mentre le due parole seguenti,Elohim eth [ta Myhla] iniziano con Alef. Il motivo è il seguente:quando il Santo, sia benedetto, si accinse a creare il mondo, tutte lelettere dell’Alfabeto erano ancora in embrione e per duemila anni ilSanto, sia benedetto, le contemplò e si rallegrò d’esse. Quando Eglidecise di creare il mondo, tutte le lettere si presentarono a Lui in or-dine inverso.

t

La lettera Tav [t] si fece avanti e chiese: Ti piaccia, Arteficedei Mondi (Ribono Alemin), collocarmi per prima nellacreazione dell’Universo, giacché sono la lettera che chiude

EMETH (Verità [tma]) che è incisa sul Tuo Sigillo, e Tu stesso haiper nome EMETH; è dunque giusto che il Re inizi con la lettera fi-nale di EMETH e crei il mondo con me. Il Santo, sia benedetto, lerispose: sei meritevole e giusta, ma non è corretto che io inizi la crea-zione del mondo con te, perché il tuo destino è servire da segno sul-la fronte dei fedeli (v. Ezechiele 9:4) che osservano la Legge da Alef aTav. Senza questo segno, gli altri sarebbero uccisi; inoltre, tu formi lachiusura di MaVeTh (morte [tvm]). È per questo che non sei adattaa iniziare la creazione del mondo.

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w

(q r) – Venne di seguito Shin e chiese: Artefice dei Mondi,Ti piaccia iniziare l’Universo con me, poiché sono la lette-ra iniziale del Tuo Nome ShaDDaI (Onnipotente [ydw]),

ed è preferibile creare il mondo con un Nome Sacro. Il Santo, sia be-nedetto, le rispose: sei giusta, sei buona, sei vera, ma non posso ini-ziare il mondo con te perché fai parte del gruppo di lettere che espri-mono la falsità, SheQeR (menzogna [rqw]), che esiste solo se Qof[q] e Resh [r] ti aggiungono alla loro disposizione. È per questo cheuna menzogna, per essere credibile, deve iniziare con qualcosa di ve-ro. La Shin è una lettera di verità, lettera con la quale i Patriarchihanno comunicato con Dio, ma Qof e Resh sono lettere che appar-tengono al lato nefasto e che per essere credibili si annettono Shin,formando così una cospirazione (QeSheR [rwq]). Avendo ascoltatotutto ciò, Shin si allontanò.

x

Tsadi entrò e disse: Artefice del Mondo, Ti piaccia crearel’Universo con me perché sono il segno dei Giusti (Tsadi-qim [Myqydx]) e Tu stesso Ti chiami Giusto, come è scritto:

“Yhwh è giusto, Egli ama ciò che è giusto” (Ps. 11:7); per questo motivoè meglio creare il mondo con me. Il Santo, sia benedetto, rispose:Tsadi, sei Tsadi, indichi la virtù, ma devi rimanere nascosta e non ri-velarti troppo, altrimenti sarai causa di offesa per il mondo. Sei for-mata con la Nun [n] (che rappresenta il principio femminile), sormon-tata dalla lettera Yod [y] (il principio maschile). Ed è il mistero dellacreazione di Adam haRishon (il primo Adamo), che fu creato condue volti (maschile e femminile uniti). Allo stesso modo, Nun e Yod inTsadi non sono faccia a faccia, ma Tsadi è girata verso l’alto o verso ilbasso. Il Santo, sia benedetto, aggiunse: verrà un tempo in cui io titaglierò per creare il faccia a faccia. Ma sarà in un altro luogo. Ed es-sa partì.

p

La lettera Pe arrivò e chiese: Ti piaccia, Artefice del Mondo,creare l’Universo con me perché indico la Liberazione (Pur-qana [anqrvp]) giacché apporti al mondo il Riscatto (Pe-

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duth [tvdp]. È per questo che è meglio che il mondo sia creato dame. Il Santo, sia benedetto, rispose: sei degna, ma sei presente nellatrasgressione (Pesha [iwp]) e, inoltre, ti comporti come il serpente,che colpisce in alto e ritorna verso il suo corpo, simbolo dell’uomocolpevole che piega la testa e stende la mano.

i

La lettera ‘Ayn fu anch’essa respinta per colpa dell’Iniquità(Avon [Nvi]), anche se riteneva di rappresentare l’Umiltà(Anavah [hvni]).

s

Allora apparve Samek e disse: Artefice del Mondo, Ti piac-cia creare l’Universo con me, poiché rappresento il Soste-gno (Semikah [akyms]) per colui che cade, come è scritto:

“Yhwh sostiene tutti coloro che cadono” (Ps. 145:14). Il Santo, sia be-nedetto, rispose: è proprio per questo motivo che devi rimanere altuo posto, perché se tu l’abbandonassi cosa ne sarebbe di coloro checadono e che si appoggiano a te? Essa partì subito.

n

Nun entrò e sostenne il proprio merito in quanto lettera inizia-le di “Prodigioso (Nora [arvn]) in lodi” (Es. 15:11), e anche di“Piacevole”, “Desiderabile [hvan] è la lode del giusto” (Ps. 33:1).

Il Santo, sia benedetto, disse: Nun, ritorna al tuo posto, perché è percolpa tua (che rappresenti la caduta, Nefilah [hlpn]) che Samek è ri-tornata al suo posto. Rimani dunque sotto il suo sostegno. Nun si fe-ce subito indietro.

m

(l) Mem si presentò e disse: Artefice del Mondo, Ti piacciacreare l’Universo con me, perché introduco la parola Me-lekh (Re [Klm]), che è il Tuo titolo. Il Santo, sia benedetto,

rispose: è esatto, ma non posso usarti nella creazione del mondo peril semplice motivo che il mondo ha bisogno di un Re. Ritorna al tuoposto, insieme a Lamed [l] e a Kaf [k], perché il mondo non puòesistere senza un MeLeKh (Re).

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k

In quel momento, Kaf discese dal suo trono di gloria e, tre-pidante e fremente, disse: Artefice dei Mondi, Ti piacciacreare l’Universo con me perché sono la Tua Kavod (Gloria

[dvbk]). E quando Kaf scese dal suo trono di gloria, duecentomilamondi vacillarono, il trono si inclinò e tutti i mondi si scossero e siprepararono a cadere in rovina. Il Santo, sia benedetto, esclamò:Kaf !, Kaf !, che fai? Non creerò il mondo con te. Ritorna al tuo po-sto, perché in te risiede lo sterminio (Kelayah [hylk]). Ritorna al tuoposto e restaci. Partì subito e tornò al suo posto.

y

La lettera Yod si presentò allora e disse: Ti piaccia, Artefice delMondo, utilizzarmi per prima per la creazione del mondo, per-ché sono la prima lettera del Nome Sacro. Il Santo, sia bene-

detto, rispose: ti deve bastare essere incisa in Me, sei il canale dellamia Volontà e devi restare nel Mio Nome.

e

Tet si presentò e disse: Artefice del Mondo, Ti piaccia crea-re l’Universo con me perché, attraverso me, sei chiamatoTov (Bene [bve]) e Retto [rwy]. Il Santo, sia benedetto, le

rispose: non creerò il mondo con te, perché il bene che rappresentiin te è celato, come è scritto: “Quanto è grande la bontà che riserbia quelli che ti temono” (Ps. 31:20). Dato che la bontà è occultata inte, non ha posto nel mondo che sto per creare, ma solo nel mondofuturo. Inoltre, è perché la bontà in te è nascosta che le porte delTempio crolleranno, come è scritto: “Crollate (Tabeu) al suolo sonole porte” (Lam. 2:9). Inoltre, la lettera H–eth è accanto a te e, insieme,generate il peccato (H–et [ec]). È per questo motivo che queste duelettere non si devono trovare nei nomi delle tribù. Esse partironosubito.

z

Allora Zayn si presentò e si fece avanti dicendo: Artefice delMondo, Ti piaccia mettermi in testa alla creazione, perché rap-presento l’osservanza dello Shabbat [tbw], come è scritto, “Ri-

cordati (Zekhor [rvkz]) del giorno dello Shabbat per santificarlo” (Ex.

20:8). Il Santo, sia benedetto, rispose: non creerò il mondo con te

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perché rappresenti la guerra, sotto forma di spada tesa o di lancia[Nvyz]. Zayn si ritirò subito dalla Sua presenza.

v

Vav entrò e si fece avanti dicendo: Artefice del Mondo, Ti piac-cia utilizzarmi per prima per la creazione del mondo, perchésono una delle lettere del Tuo Nome. Il Santo, sia benedetto,

disse: a te, Vav, con He, basti essere lettere del Mio nome, di far par-te del mistero del Mio Nome, incise e inscritte nel Mio Nome. Nonvi darò dunque il primo posto nella creazione del mondo.

d

(g) Apparvero allora la lettera Dalet e la lettera Gimel, che ri-vendicarono lo stesso posto. Il Santo, sia benedetto, diedeloro una risposta simile, dicendo: vi dovrebbe bastare risie-

dere l’una accanto all’altra perché “I bisognosi non mancherannomai nel paese” (Deut. 15:11) e serve loro benevolenza. Dalet indica la“povertà” (Daluth [tvld]) e Gimel la “beneficenza” (Guemiluth[tvlmg]). Perciò, non separatevi mai l’una dall’altra e che vi basti as-sistervi a vicenda.

b

Entrò allora Bet e disse: Artefice del Mondo, Ti piaccia met-termi in testa alla creazione del mondo, perché rappresentole benedizioni (Berakhoth [tvkrb]) a Te offerte in alto e in

basso. Il Santo, sia benedetto le disse: certamente è con te che creeròil mondo e tu formerai l’inizio della creazione del mondo.

a

La lettera Alef era rimasta al suo posto senza presentarsi. IlSanto, sia benedetto, disse: Alef !, Alef !, perché non sei ve-nuta a Me come le altre lettere? Questa rispose: Artefice del

Mondo, ho visto tutte le altre lettere ritirarsi dalla Tua presenza sen-za risultati. Allora cosa potevo fare? Inoltre, hai già accordato questogrande dono alla lettera Bet, e non sarebbe corretto per il Re Supre-mo di riprendersi il dono che ha fatto a un suo Suo servo per darlo aun altro. Il Santo, sia benedetto, le disse: Alef, Alef, anche se inizieròla creazione del mondo con Bet, tu rimarrai la prima delle lettere. Lamia unicità si esprimerà solo con te, su di te si baseranno tutti i cal-coli e le operazioni del mondo, e l’unità sarà espressa solo con la let-

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tera Alef. Allora, il Santo, sia benedetto, fece le grandi lettere in altoe le piccole in basso, ed è per questo che abbiamo qui due parole cheiniziano con Bet (Bereshit bara) e due parole che iniziano con Alef(Elohim eth). Rappresentano le lettere superiori e le lettere inferioriche operano sopra e sotto in unità.

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