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    Articoli/8

    Aleturgie di aleturgie

    Note allirregolarit inattuale diPasoliniRiccardo Antoniani

    Articolo sottoposto apeer review. Ricevuto il 15/10/2015 accettato il 17/10/2015.

    By focusing on Pasolinis late corsair journalistic production as well as the unfinishedand posthumous novel Petrolio, the contribute investigates the Poet of Ashes legacy withinthe current Italian cultural and political discourse. The corpus of Pasolinis intuitions onthe early Seventies Italian society is here analysed from a nietzschean unfashionable angleand corroborated with a number of recent juridical and journalistic findings. From such aperspective and by recurring to Schmitts notion of irregularity and Agambens counter-dispositif of minor biopolitic, Pasolinis extreme poetic of resistance together with its implicitperformativity are presented in the light of Foucaults paradigm of cynic alethurgy.

    ***

    Una visione apocalittica, certamente, la mia.Ma se accanto ad essa e allangoscia che

    la produce, non vi fosse in me un elemento di ottimismo,il pensiero cio che esiste la possibilit di lottare

    contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlareP. P. Pasolini alla Festa dellUnit di Milano, estate 1974

    Ma perch so che battendo sempre sullo stesso chiodopu persino crollare una casa [] Un grande esempioce lo d la storia. Il rifiuto sempre stato un gesto essenziale.

    I santi, gli eremiti, ma anche gli intellettuali. I pochi chehanno fatto la storia sono quelli che hanno detto di no []

    Il rifiuto per funzionare deve essere grande, non piccolo, totale,non su questo o quel punto, assurdo non di buon senso

    Pasolini a Furio Colombo, 01/11/1975

    Negli ormai quarantanni trascorsi dalla notte allIdroscalo di Ostia

    e a ridosso dellarchiviazione con cui la Procura di Roma pur contribuendosignificativamente a sostanziarne le dinamiche ha registrato limpossibilit di

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    produrre una verit giudiziaria, il corpo insepolto del Poeta delle Ceneri statopi volte oggetto di contenziosi ed omaggi in seno alla cultura e alla politicaitaliana spesso discutibili ed inutili finendo cos con ricevere pi atti damore,non sempre disinteressati, che seri contributi allo studio della sua opera e della

    sua vita1al punto che, a distanza di ventanni, suonano ancora attuali le parolecon cui Enzo Golino, coniando linfelice espressione Premiato Pasolinificiospa, fotograf i tanti fenomeni commemorativi che partecipano a quelli chelantipasoliniano Edoardo Sanguineti tacci essere riti dei tuoi fedeli, reliquieper altari folclorici riconsacrati2:

    sul vuoto che Pasolini ha lasciato permane la difficolt di cancellarne lombra, epi si tenta di cancellarla pi essa si proietta nella realt che stiamo vivendo [...] Unacontinua altalena fra uccisione perpetua e il richiamo in vita sulla spinta di pulsioni

    quasi medianiche, tanto la sua voce postuma simpone. E sinterroghi onestamente chicrede che tutto ci sia soltanto linsulso spaccio di una memoria contesa3.

    Di fatto, ancor oggi lopera pasoliniana conosce quella stessa ambiguitpoetica cui implicita una sintesi dellinconciliabile propria allossimoro,la figura retorica sotto la cui egida non a caso diversi critici hanno indicatolo svolgersi della poetica e insieme del magistero intellettuale dello scrittorecorsaro. Il progressivo successo con cui di volta in volta i suoi lavori furonoaccolti fu proporzionale a un crescente accanimento pubblicistico e giudiziario,

    questultimo sovente promosso da liniziativa congiunta del ministerodellInterno e del servizio informazioni della Presidenza del consiglio4. Duemodalit persecutorie che si rivelarono funzionali a delinearne il profilo dicontrotipo morale, di proscritto

    e che contribuirono significativamente,

    per quanto indirettamente, allassemblaggio di quel dispositivo qui intesonellaccezione foucaultiana di insieme eterogeneo che incarna una funzionestrategica dominante atta in un momento storico determinato a risponderead unurgenza5 il cui meccanismo estremo fu simbolicamente la licenza diuccidere6a ragione della quale si consum lagguato fatale in cui perse la vita ilpoeta, l dove lacqua di Tevero sinsala7. Cos come le circostanze tuttoggi non

    chiarite dellomicidio fanno s che per la morte di Pasolini non si sia ancora giuntiin seno alla societ italiana a quel punto terminale in cui si pu considerareestinta lelaborazione del lutto8, parimenti la suggestiva commistione tra opera e1 G. Santato, Pasolini. Lopera, Vicenza 1980, p. 322.2 E. Sanguineti, Stracciafoglio. Poesie 1977-1979, Milano 1980, p. 120.3 E. Golino, Tra lucciole e palazzo - Il mito di Pasolini dentro la realt, Palermo 1995, p. 68.4 S. Rodot,Il processo. In memoria di Pier Paolo Pasolini, in Id., La vita e le regole, Milano 2006,p. 287.5 M. Foucault, Le jeu de Foucault, in Id., Dits et crits II. 1976-1988, Paris 2001, p. 299. Tra-duzione dellAutore.6 T. De Mauro, La stampa italiana e Pasolini, in L. Betti, Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuz-

    ione e morte,Milano 1977, p. 275.7 Dante, Purgatorio, v. 101.8 E. Golino, Tra lucciole e palazzo, cit., p. 68.

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    vita che apparentemente la contraddistinse continua ad essere, in ultima istanza,motivo di uninesauribile esigenza antropofagica cui spesso non estraneauna persecuzione massmediatica altrettanto spregiudicata di quella riservatagliin vita e che ha finito per inaugurare quella spettacolarizzazione del tragico a cui

    risulta sempre pi avvezza, negli ultimi decenni, la stampa italiana e che appuntonel giorno in cui sono uscite le foto tremende ed inutili di Pasolini col toraceschiacciato dallauto9

    troverebbe il principio di una prassi tanto irresponsabile

    quanto irrispettosa.Le ragioni sottostanti a questa disputa per la quale il corpo del poeta cos

    come il corpus delle sue opere di volta in volta strumentali e strumentalizzati a favore o scapito dellagenda culturale e politica italiana seguitano a far parlaredi s, trovano forse un fondamento se derubricate dal mercificio dellattualititalica per essere ascritti invece allambito di uninattualit. Uninattualit

    che sembra loro implicita e qui intesa non tanto nei termini di uno scibileproprio a un passato evocato per interrogare le categorie del presente, ma nellanietzschiana accezione di una summa di sapienti intuizioni e della loro relativaorganizzazione prepotentemente attuali e perci silenziate dalle cronacheodierne proprio perch in grado di minarne quei processi di normalizzazionepropri alle sue autorappresentazioni. E sebbene questinattualit corra talvolta ilrischio di essere elevata a cifra del valore artistico della produzione pasoliniana ascapito di quei lavori che ne risultano apparentemente privi, le opere del periodocorsaro il giornalismo del triennio 73-75, Sal o le 120 giornate di Sodomae il romanzo incompiuto Petrolio oVas sono pi volte assurte alle cronache

    giudiziarie e politiche, tributando ed inverando quella capacit analitica nonpriva di una visionaria lucidit e sintesi poetica che sin dalle loro apparizione lehanno caratterizzate ed accompagnate, non senza riaccendere antiche polemichee provocarne di nuove.

    La pi recente riguarda nella fattispecie il romanzo a cui Pasolini lavornegli ultimi tre anni di vita: concepito come romanzo molto politico [...]sulla societ dei consumi, una societ che finisce con il vendere gli uomini ecol consumare se stessa10, la narrazione verte sulla carriera di un funzionariodellENI

    a cui fa sinotticamente da sfondo unesegesi micrologica della mutazione

    antropologica e delle trame politico-finanziarie dellItalia a lui contemporanea,spaziando dallomicidio di Mattei fino allindustrializzazione forzata alla qualefu implicita quella stagione delle stragi cui tuttoggi la magistratura italiana nonriesce ad attribuire i mandanti. Indicando nellENI degli anni 60 e 70 un toposdel potere italiano che funzionava come contenitore destinato allimportazionee imposizione di politiche economiche, Pasolini coglieva il nodo nevralgico diun sistema di potere tanto aggressivo quanto riservato organizzatosi sotto legidadellallora Presidente Eugenio Cefis11. Inaspettatamente, il poeta aveva fornitoun quadro analitico utile non solo per comprendere lItalia degli anni che vanno9 C. Augias, LUnit, 30/08/1995.10 Confidenza di Pasolini al suo traduttore svedese Arne Lundgren, raccolta in Ultimo incontrocon Pasolini, in Gotenborgsposten, 07/11/1975.11Rimando al mio articoloMisteri di un capitano, in La Domenica del Sole24Ore, 01/06/2014.

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    dalla Resistenza alla fine del decennio settanta del Novecento, ma anche perintendere il senso ultimo e vero dello scontro che si sta ancora oggi consumandosotto i nostri occhi nellanello del potere che tiene unite economia e politica12.Spostando lorizzonte delle proprie analisi verso leconomia politica, Pasolini

    aveva intuito con largo anticipo che lo scarto tra leconomia e la politica andavaprogressivamente assoggettandosi e assottigliandosi a favore delleconomia e deisuoi nuovi cicli produttivi13.

    Dalla sua pubblicazione, Vas ha conosciuto un destino altrettanto extra-letterario delle vicende in esso trattate. stato dapprima acquisito agli attidi uninchiesta giudiziaria relativa alla morte di Mattei condotta dallalloraSostituto Procuratore pavese Vincenzo Calia

    nella seconda met degli anni 90 e

    successivamente, nel 2010, stato richiamato in causa da Marcello DellUtrialla

    vigilia della XXIII Mostra del Libro Antico di Milano,quando lallora Senatore

    forzista pavent lipotesi di poter esporre un capitolo di Petrolio ritenutomancante Lampi su ENI14 offertogli, qualche giorno prima, da un venditorerimasto anonimo e che alla fine non venne mai esibito.

    Ciononostante, al tentativo di sciogliere linsieme delle varie trame delpotere e di tradurre nel presente le intuizioni che lautore aveva organizzato inVas stato rimproverato dappiattire anzi Pasolini a mera icona cristologica diintellettuale martirizzato, cos purgandolo della vis scandalosa che si vorrebbeimplicita alla sua sessualit. In questo senso un recente saggio di Marco Belpolitie le invettive che Pierluigi Battista15 ha mosso dallo stesso quotidiano di viaSolferino in cui Pasolini inaugur il proprio giornalismo corsaro non registrano

    le bennettiane confutazioni che Georges Didi-Huberman consegn in Comele lucciole16, ma al contrario rinnovano miopemente quanto Indro Montanelliinsisteva a scrivere:Questa morte come stato accertato dalla polizia e dallamagistratura perfettamente in carattere con la sua vita e soltanto dei campioni dimalafede possono avanzare su di essa dei dubbi e gabellarla come un martirio17.

    Quel filo di Arianna nel labirinto della vita18, lerotica affezione concui Pasolini investiva il reale, rimase invariata anche quando il poeta nel1973 principiava la sua collaborazione col Corsera di Piero Ottone, dalle cuicolonne, solo e isolato, conduceva una rovente requisitoria contro il Palazzoe il Nuovo Potere, contro quellItalia democristiana del progresso sciolto daun effettivo sviluppo, dal passato adulterato ed annullato dallomologazione,12 G. Sapelli, Il disegno di Eugenio Cefis, in Corriere Economia, 5/06/2006.13 Si rimanda il lettore allo scambio epistolare tra Pasolini e Gianni Scalia in P. P. Pasolini, Let-tere - Tomo II, Torino 1986, pp. 748-749.14 Sulla questione di alcune sezioni mancanti allultimo romanzo pasoliniano, su cui gli eredinon sono fra loro concordi, si rimanda allarticolo della cugina Graziella Chiarcossi Cerami,Non c nessun capitolo scomparso, in La Domenica del Sole24Ore, 15/06/2014.15 Rispettivamente M. Belpoliti, Pasolini in salsa piccante, Parma 2010 e P. Battista, Corrieredella Sera, 27/7/2009 e Corriere della Sera, 10/04/12.16 Sembra allAutore di questo contributo che il saggio delliconologo francese riprenda in-direttamente una serie di problematiche sollevate da Oliver Bennett in Pessimismo culturale,

    Bologna 2003.17 I. Montanelli, Corriere della Sera, 25/10/1995.18A. Moravia,Ma cosa aveva in mente?, in LEspresso, 09/11/1975.

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    ridotto a uno stato pi volte paragonato alle macerie del 4519.Le accuse

    pronunciate erano autentiche filippiche ma la sua violenza era quella di uninnamorato [...] La nostra letteratura conosce pochi scrittori innamorati, comePasolini lo fu, dellItalia intera, della sua cultura, del suo paesaggio, della sua

    gente20. E accanto allamore vi fu sempre il sacro. Dalla Ricottaa Teorema, ilcinema pasoliniano funzionando come trasposizione della realt attraverso larealt fu uninstancabile investigazione e codificazione della sacert. Osavanominare il sacro nel momento stesso in cui la cultura italiana, in cuore alla suastessa tradizione popolare, smarriva la sacralit. In un Paese irreversibilmenteadattatosi alla propria degradazione, smascherava con lingenuit dello scandaloil non avvertire la mancanza del sacro come mancanza: Sono scandaloso, losono nella misura in cui tendo una corda, anzi un cordone ombelicale, tra ilsacro e il profano21.

    Ridurre nuovamente laffairepasoliniano alla mera questione della sessualitsembra allora unoperazione quantomeno forviante, allorch lo stesso autore inunintervista del 1969 accusava:

    non c dubbio che a questa messa al bando abbia contribuito la mia omofilia,che mi stata imputata per tutta la vita come un marchio dignominia particolarmenteemblematico nel caso che rappresento: il suggello stesso di un abominio umano dacui sarei segnato, e che condannerebbe tutto ci che io sono, la mia sensibilit, la miaimmaginazione, il mio lavoro, la totalit dei miei sentimenti e delle mie azioni a nonessere altro se non un camuffamento di questo peccato fondamentale [...] Non tanto

    lomosessuale che hanno sempre condannato, quanto lo scrittore su cui non ha fattopresa lomosessualit come mezzo di pressione, di ricatto perch rientri nei ranghi. Inrealt lo scandalo sorto non solo dal fatto che non tacevo la mia omofilia, ma anchedal fatto che non tacevo nulla.

    Pasolini fu provocatorio su ogni versante della sua produzione:scandalizzare un diritto, essere scandalizzati un piacere e chi rifiuta il piacere diessere scandalizzato un moralista22.

    Lo intu appieno Carmelo Bene lamico

    osceno che indirizz al cinema con lEdipo quando afferm che

    fu in ogni senso un corruttore. Corruttore del comune sentimento e del costumesociale. Quasi come Genet, non si limit a teorizzare il dissenso ma vocazionecongenita precipit se stesso in una pratica violenta e scandalosa, apparentementein contrasto con il suo moralismo anti-capitalista e anti-marxista, vivendo sino infondo questa straordinaria energia distruttiva e soprattutto comprensiva della propriaautocorruzione23.

    19 P. P. Pasolini, Saggi sulla politica e sulla societ, Milano 1999, p. 672.20 E. Siciliano, Il mio corpo nella lotta, in Corriere della Sera, 22/10/1992.21 Ibid.22 P. P. Pasolini intervistato da Philippe Bouvard per Dix de der31/11/1975 .23 C. Bene, G. Dotto, Vita di Carmelo Bene, Milano 1999, pp. 177-178 .

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    Questattitudine corruttiva stata il motivo di una persecuzione giudiziariapluriennale. Pasolini fu accusato dun ingente campionario di trasgressionicui seguirono una serie di procedimenti che quasi mai si conclusero con unacondanna definitiva. Bersaglio facile e mai rassegnato [...] non lasciandosi mai

    intimidire da unimputazione di oscenit, da una condanna, da una faticosa ocontrastata assoluzione di un suo libro o di un suo film24,

    Pasolini ha osservato

    Rodot impar presto a rialzare ogni volta la posta in gioco:

    lopera successiva era puntualmente pi oscena, intollerabile, della precedente,provocava nuove denunce, innescava nuovi procedimenti giudiziari. Mai si accontentavadi quello che era gi riuscito a strappare ai giudici, obbligati a spostare pi avanti lefrontiere del pudore, fissandole in modo un po meno rispettoso delluomo medio e unpo pi rispettoso delle pretese della libert. [...] Pasolini impara a conoscere bene questimeccanismi. Non certo un caso che, quando decider di attaccare frontalmente gliuomini del regime democristiano, chieder per essi un processo, non una condanna25.

    Da perenne accusato, Pasolini si fece a sua volta censore: gettandoil proprio corpo nella lotta26

    inaugur quella svolta corsara caratterizzata

    da unindistricabile saldatura tra parola ed azione. I caratteri performativi diquestestrema poetica, sommandosi alle precedenti interpretazioni della suaattivit dintellettuale che di volta in volta si sono evidenziate corruttoreanche nel senso di falsificatore della moneta, la mise nucome pratica subitaed esibita davanti alla legge nonch lesercizio scandaloso e rischioso del vraidire ben si ascrivono a quella traiettoria aleturgica delineata da Foucault negli

    ultimi corsi tenuti al Collge de France nei termini di parresia cinica27

    . Se infattiquel Nuovo Potere che nel triennio 73-75 Pasolini andava denunciando trovauna sua pi precisa formulazione teoretica nella nozione di biopolitica28, la suamilitanza corsara coniuga in s i caratteri di unagambeniana biopolitica minore29:una pratica resistenziale in cui lindividuo, soggiogato dalla coercizione sagittaledel potere biopolitico che ne mutua la (vita quam vivimus) in (vitaqua vivimus), rielabora rivendicandola una nel perimetro circoscrittodella . Ed nellambito di questa biopolitica minore o, ricorrendo a GillesDeleuze, di unapolitica del minorare, ossia

    24 S. Rodot, Il processo, cit., p. 269.25 Ivi, pp. 270-272.26 P. P. Pasolini, Poeta delle Ceneri, Milano 2010, p. 59.27 M. Foucault, Le courage de la verit. Le gouvernament de soi et des autres II. Cours au Collgede France. 1984, Paris 2009, in particolare le lezioni del 29 febbraio nonch del 14 e 21 marzo.Si legga a tale proposito quanto scritto da E. Siciliano in Vita di Pasolini, Firenze 1995, p. 491:Pasolini affermava di sapere: era questo un modo di far politica era, si correggeva, il mododel coraggio intellettuale della verit. Sul tema della parresia in Pasolini si rimanda inoltreallottimo Pasolini e il rischio della paroladi Carla Benedetti in Id., Il tradimento dei critici,Torino 2002, pp. 122-134.28 Si legga in questo senso Les matins gris de la tolrancein M. Foucault, Dits et crits II, cit.,

    pp. 269-271 e il saggio seminale di Roberto Esposito Varco IV Linsostenibile, in Id., Pensierovivente. Origine e attualit della filosofia italiana, Torino 2011, pp. 192-206.29 G. Agamben, Une biopolitique mineure, in Vacarme, 10, inverno 2000, pp. 10-18.

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    limporre un trattamento minore o di minorazione, per sprigionare dei divenire controla Storia, delle vite contro la cultura, dei pensieri contro la dottrina, delle grazie o delle disgraziecontro il dogma30

    che sascrive laccezione di impuritconiata dalla Benedetti31

    e che sembrasvolgersi sotto la duchampiana egida di una letteratura che sinterroga sullapossibilit di un romanzo che non sia un romanzo e, consequenzialmente, diimpurituna ricusazione serrata ai crismi dellallora nascente industria culturale ela sua implicita addomesticazione al Nuovo Potere. In questo senso la benedettiananozione di letteratura impura si configura lungo tre assi: il rifiuto duno stile equindi della convenzionalit implicita al gioco letterario; linfrazione dei taburelativi al messaggio politico, erotico ed etico; infine, la commistione di codicie di materiali extra-letterari.

    A tale impurit sembra lecito affiancare la nozione

    dirregolarit cos formulata nel 1963 da Carl Schmitt nella celebreTeoria delpartigiano quale categoria integrante alla Politische Theologie del 1922 in cuisostanzialmente lautore estende, radicalizzandola, lopposizione amico-nemicoquale criterio di riconoscimento del concetto di politico e quindi di un modernodella terra. Difatti, la figura del partigiano caratterizzata dallinfrazionedel premoderno Jus publicum europeum, rispondendo egli a prerogative chenon contemplano linquadramento gerarchico, dei contrassegni visibilmentefissi e tantomeno un armamento apertamente esibito ma, al contrario, essendocontraddistinto da uninedita cifra tellurica che si sostanzia in un mimetismoanimato da un impegno squisitamente politico e da unazione celere e mutevole

    spesso suffragata dal fattore sorpresa.Non sembra essere unoperazione azzardata ricorrere, ai fini delle riflessionisino a qui sviluppate, a tale nozione dirregolarit, giacch teoricamente sviluppatadallinsigne giurista tedesco proprio a partire da una serie di testi letterari chespaziano dalla traduzione di Celan dei Feuillets dHypnosedi Ren Char a DerWaldgangdi Ernest Jnger e ancor pi dallo stirneriano Der Einzige und seinEigentumfino a Bruno Bauer e Karl Marx anonimi artefici de Die Posaune des

    jngsten Gerichts ber Hegel, den Atheisten und Antichristen. Ein Ultimatum: tuttiautori non a caso definiti da Schmitt come partigiani dello spirito del mondo[...] anche se non pensano minimamente dimpugnare unarma32.

    Corsaro, come ha scritto Rovatti33, ha difatti una duplice valenza, perchse da un lato implica la nozione di misto, ossia il ricorso a uneterogeneit di stilie contenuti, dallaltro richiama una trasgressiva impertinenza e irregolarit chepiuttosto che indebolire il discorso, al contrario ne garantiscono la tenuta. Ed appunto in questa commistione tipicamente pasoliniana che verite saperesiuniscono in un binomio inscindibile:

    30 C. Bene, G. Deleuze, Sovrapposizioni, Macerata 2002, p. 91.31 C. Benedetti, Pasolini contro Calvino, Torino 1998, pp. 9-23.32 C. Schmitt, Teoria del partigiano, Milano 2005, p. 139 e pp. 165-169.33 P.A. Rovatti, Che cos uno scritto corsaro, in aut aut, 345, Marzo 2011, pp. 60-68.

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    Io so perch sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ci chesuccede, di conoscere tutto ci che se ne scrive, di immaginare tutto ci che non si sao che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzatie frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica l dove

    sembrano regnare larbitrariet, la follia e il mistero

    34

    .Una prima cifra di cosa il poeta sapesse lha data lex Sen. Pellegrino

    quando ricopriva la carica di Presidente della Commissione bicamerale dinchiestasul terrorismo (1988/2001): una cosa certa, Pasolini era arrivato quasi in temporeale laddove la Commissione, oggi, giunta dopo anni e anni di ricerche35.Con la pubblicazione nel 1992 di Petrolio le analisi accusatorie di Pasoliniassunsero un diverso spessore: le intuizioni corsare furono allora completate daquei nomi e ed eventi a loro legati sebbene romanzati che per unautocensuradettata dalletica giornalistica so ma non ho le prove

    non volle scrivere

    negli articoli del Corsera. I capi daccusa che rivolgeva alla classe politica edindustriale dalloraerano funzionali alla celebrazione di un processo penale cheavesse il valore di una sintesi storica, atta a generare una nuova coscienza politica;avrebbe cio dimostrato ai cittadini italiani una rischiosa sostituzione in attotra democrazia sostanziale e un regime democratico puramente formale operatadallazione desertificante del Neocapitalismo: ovverosia un sistema di relazionimondato da quelle resistenze implicite alla mediazione politica e svincolato dagliistituti deputati alle sue rappresentanze, i cui oneri sempre pi insistentemente ilmercato finanziario ci rimprovera. Nellottica pasoliniana, lo stragismo era allorastrumentale a una metamorfizzazione neocapitalistica delle istituzioni fungendo

    da agente assestante: aveva presagito che il terrorismo dapprima leversioneneofascista, lestremismo brigatista

    poi, dovutamente indirizzato negli obbiettivi

    e manipolato nei risultati non era mai stato leccezione alla regola ma la regoladi un costante stato deccezione.

    Negli anni della Prima Repubblica, Cefis fu tra i principali fautori diquestanomalia che a pi riprese adulter la prassi democratica italiana36

    e non

    stupisce che il sospetto nutrito dallex On. Massimo Teodori e dal ex Sen. SergioFlamigni37

    nellambito dei lavori della Commissione P2 dei primi anni 80

    ovverosia che lallora Clausewitz della chimica italiana avesse gestito la loggia

    deviata prima di ritirarsi improvvisamente dalla scena pubblica trovasse unaconferma in una velina del SISMI rinvenuta da Calia negli Archivi di ForteBraschi. La sua ascesa, non solo manageriale, fu proporzionale a un esercizio tantosegreto quanto aggressivo del potere e che spaziava dalle intercettazioni illegali

    34 P. P. Pasolini, Saggi sulla politica e sulla societ, cit., p. 363.35 G. Pellegrino, G. Fasanella, C. Sestieri, Segreto di Stato. La verit da Gladio al caso Moro,Torino 2000, p. 68.36 Rimando nuovamente il Lettore al mio articoloMisteri di un capitano, in La Domenica del

    Sole24Ore, 01/06/2014.37 Riferito ad vocemallAutore dallex Sen. Flamigni. In merito allex On. Teodori, si legga Id.,P2: la controstoria, Milano 1982.

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    delle telefonate dei nemici e ancor pi degli amici38alluso spregiudicato che

    grazie alle sue entrature fece dei servizi segreti, dal finanziamento delleversioneneofascista39, allincetta dei maggiori quotidiani nazionali che nel giro in pochianni realizz40, fino al progetto dun putsch che avrebbe visto in Amintore Fanfani

    il De Gaulle italiano e se stesso nel ruolo di un Pompidou, cos precludendo unaprospettiva governativa del PCI, il cui elettorato in quegli anni andava crescendodi elezione in elezione41. Pasolini aveva intuito il rischio imminente di tale svoltapresidenzialistico-tecnocratica nellintervento42

    tenuto nel 72 da Cefis a un

    pubblico di militari, testo che insieme ad altri due discorsi ciclostilati, annotatia mano e mai pronunciati venne fatto pervenire a Pasolini dallo psicanalistamilanese Elvio Fachinelli alla fine del settembre del 74 e che lintellettualecorsaro intendeva incorporare in Vas, a cerniera tra i suoi due blocchi narrativi.Nei pochi mesi che lo separavano dalla notte allIdroscalo, in uno stato di grazia

    in cui ogni prospettiva nostalgica sembrava sparita dalle [sue] parole e stavaper realizzarsi il vero cangiamento della sua vita, assai pi radicale di quello cheera stato darsi al cinema43, il poeta indag con la dovizia filologica che gli erapropria le parole del manager, progressivamente investendolo di un ruolo che di

    AppuntoinAppuntodiveniva sempre pi centrale nelle pagine del suo romanzoe di articolo in articolo sempre pi rilevante nelle sue requisitorie giornalistiche.

    Ritrovatosi catapultato in quello che doveva rivelarsi lo scontro intestinoal capitalismo italiano forse pi violento della storia repubblicana, ne avevapoeticamente inteso gli attori in gioco e politicamente compreso le rispettivestrategie, quando nelle pagine di Petrolio aveva segnato gli assi Andreotti/Monti

    38A. Statera, Oltre il giardino, in La Repubblica, 20/3/2000. Circostanza confermata allAu-tore ad vocemdal Prof. Francesco Forte, Vicepresidente dellENI dal 1971 al 1975.39 Circostanze, questultime due, confermate ad vocem allAutore dallex Gen. GianadelioMaletti, capo allepoca dei fatti qui rubricati del Reparto D del SID.40 G. Catalano,Il mattinale, in LEspresso, 31, 14 Agosto 1974, pp. 6-13.41 D. Speroni, Quando Cefis mise gli occhi su Prodi, in Il Corriere della Sera, 3/7/2006. Inmerito del colpo di stato che Cefis stava organizzando prima di lasciare lItalia nel 1977 esisto-no alcune testimonianze e tracce. Tra le pi interessanti, sebbene non esaustiva, si riporta quellaresa da Steve Pieczenik, lesperto inviato in gran segreto dal Dipartimento di Stato statunitensea Cossiga durante il sequestro Moro: La prima volta che misi piede negli uffici allunit di crisiebbi limpressione di ritrovarmi nel quartier generale del Duce [...] avevo di fronte a me, trallite dirigente, dei dinosauri del periodo mussoliniano e dei loro cloni [...] mi avevano spiega-to che i fascisti provenienti dagli organi di sicurezza dello stato avevano tentato qualche meseprima un colpo di stato, In E. Amara,Abbiamo ucciso Aldo Moro, Roma 2008, pp. 104-105.42 notevole che una delle pi appassionate analisi sullineluttabilit della multinazionalizzazi-one delleconomia capitalistica nel suo complesso sia stata operata da un famoso manager pub-blico-privato italiano di fronte a un uditorio di militari in F. Battistelli, Armi: nuovo modellodi sviluppo?, Torino 1980, p. 253n. utile ricordare che questo discorso, letto allAccademiaMilitare di Modena dove gi fu cadetto, come molti altri pronunciati da Cefis negli anni dellaMontedison, vennero tracciati se non addirittura redatti da Giuseppe Lanzavecchia su indica-zione di Gianfranco Miglio, fine esegeta di C. Schmitt nonch a lungo teorico e promotore disoluzioni relative alla gestione dello stato che scavalcassero la Carta costituzionale a favore diuno schema istituzionale neofeudale (si pensi al contributo che apport in questo senso alla

    Lega Nord) secondo una visione tecnocratica grazie alla quale come si legge nel discorso ce-fisiano la grande impresa va a colmare, rimpiazzandolo, lo svuotamento politico nazionale.43 Piero Ottone ad vocemallAutore.

  • 7/25/2019 Aleturgie Di Aleturgie

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    e Fanfani/Cefise investito questultimo di una serie di correit che dallomicidio

    di Mattei alla strategia della tensione arrivavano a quel tentato golpe pi oscurodItalia44.

    Quanto allora linsieme delle intuizioni e dei saperi consegnati da Pasolini

    permanga inattuale dimostrato dalla cronaca politica degli ultimi anni e diquesti ultimi mesi, in cui considerevole porzione della societ civile italianaregistra, non senza considerevoli perplessit relative alle riforme istituzionali,come lodierno governo di sinistra si adagi sulla tentazione da sempre avanzatadalla destra berlusconiana di una riforma della carta costituzionale in sensopresidenzialista, cos concludendosi la parabola di cui Ottone scrisse nel 2009:

    [Cefis] diceva in giro [...] che i giornali gli servivano per fare favori agli uominipolitici, nellinteresse di Montedison, ma non mi pare che lo sviluppo della chimica in

    Italia fosse la sua prima aspirazione. E che cosera la P2, questa associazione segreta allaquale aderirono personaggi delle Forze Armate, diplomatici, alti funzionari dello Stato,uomini politici, giornalisti (tra i quali il mio successore alla direzione del Corriere),e di cui lo stesso Cefis faceva parte? In uno Stato che funzionava male, governato dauna classe politica inefficiente, uomini di potere agivano in segreto. Per migliorarne ilfunzionamento? Aspiravano soltanto a una riforma per rafforzare lesecutivo, secondoil modello gollista? O volevano instaurare una dittatura, anche disposti a uccidere perconseguire i loro obiettivi? La partenza improvvisa di Cefis dallItalia, quando abbandontutto, fu misteriosa anchessa.[...]Ci sono voluti trentanni, ma il golpe bianco quasicompiuto. Con Berlusconi tre volte premier, con record di longevit governativa, cheaspira al Quirinale ed indicato proprio da Gelli come erede prediletto. Il golpe statorealizzato senza eserciti e senza divise. Dopo la morte di Falcone e Borsellino e dopogli attentati mafiosi del 1993 si compiuta la svolta politica che ha cancellato la Dc, ilPsi e i partiti laici minori, e ha aperto la strada alla Seconda Repubblica, con la discesain campo di Berlusconi, in unItalia letteralmente ipnotizzata dallimperio mediaticotelevisivo [] E queste non sono ipotesi. Sono certezze45.

    44 S. Limiti nellIntroduzionea J. Hepburn, Il complotto - La controinchiesta segreta dei Kennedy

    sullomicidio di JFK, Roma 2012, p. 34. Si legga anche F. Tamburini,Misteri dItalia, Milano1996, p. 144.45 P. Ottone, Il profondo nero dei misteri dItalia, in LaRepubblica, 14/3/2009.

    Riccardo Antoniani, Universit Paris 4 Sorbonne - Universit degli Studi di Padova*[email protected]