Al-Monza

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MASSIMO TAGGIASCO D omenica scorsa, dopo la ra- diocronaca dell’ennesima batosta subita dall’Orso nei minuti finali, per sbollire la rabbia sono andato a farmi due passi in centro. Io non sono generalmente molto attento alle vetrine: a parte le librerie, non amo molto fare shopping, delego l’onere (per lei un piacevole svago) a mia moglie. Quello che ho visto, però, mi ha veramente impressionato: vivia- mo in una città sempre più fanta- sma! Serrande definitivamente abbassate, Corso Roma, addirittu- ra, con ampi tratti bui per il susse- guirsi di vetrine spente, storiche attività commerciali che hanno gettato la spugna: sembra di esse- re reduci da una guerra. Che tri- stezza! Lascio ai lettori valutare colpe e responsabilità. Quello che voglio dire è che, in queste condi- zioni, una delle poche cose di cui andare ancora orgogliosi in que- sta città è proprio la squadra di calcio, che continua a portare in giro per l’Italia, a testa alta, il no- me di Alessandria. Certo, ci aspet- tavamo tutti molto di più, un campionato di vertice, una lotta nelle prime posizioni, invece sia- mo disperatamente aggrappati al- l’ottavo posto, l’ultimo utile per evitare onte ulteriori. C’è tempo per rimediare e per crescere. In ogni caso, bisognerebbe fare un monumento al Presidente Di Masi che ha avuto il coraggio di investi- re in questa squadra e, di conse- guenza, in questa città. Senza di lui, probabilmente, anche l’Orso Grigio avrebbe tirato giù la serran- da e spento la vetrina. Invece, l’Alessandria c’è e non molla mai. La morale di tutto questo è una sola: anche se siamo delusi, anche Quindicinale di calcio... e non solo Direttore Massimo Taggiasco Anno VI n. 1 17 gen. 2014 PIZZERIA-RISTORANTE Chiuso il mercoledì ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 PIZZERIA-RISTORANTE Chiuso il mercoledì ALESSANDRIA Corso Crimea 67 Tel. 0131 445005 se i sogni della passata estate si sono rivelati pie illusioni, anche se tante volte siamo arrabbiati e delusi, non molliamo! Ricambia- mo la fiducia che il Presidente ha avuto anche e soprattutto in noi tifosi. Tutti al fianco dell’Orso, perché siamo e saremo sempre fieri di poter dire: io sono alessan- drino. Hurrà Grigi! C’è solo l’Orso! ALESSANDRIA • Via Milano 35 • Tel. 0131 260043

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Contro i Brianzoli per svoltare.

Transcript of Al-Monza

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MASSIMO TAGGIASCO

Domenica scorsa, dopo la ra-diocronaca dell’ennesimabatosta subita dall’Orso nei

minuti finali, per sbollire la rabbiasono andato a farmi due passi incentro. Io non sono generalmentemolto attento alle vetrine: a partele librerie, non amo molto fareshopping, delego l’onere (per leiun piacevole svago) a mia moglie.Quello che ho visto, però, mi haveramente impressionato: vivia-mo in una città sempre più fanta-sma! Serrande definitivamenteabbassate, Corso Roma, addirittu-ra, con ampi tratti bui per il susse-guirsi di vetrine spente, storicheattività commerciali che hannogettato la spugna: sembra di esse-re reduci da una guerra. Che tri-stezza! Lascio ai lettori valutarecolpe e responsabilità. Quello chevoglio dire è che, in queste condi-zioni, una delle poche cose di cuiandare ancora orgogliosi in que-sta città è proprio la squadra dicalcio, che continua a portare ingiro per l’Italia, a testa alta, il no-me di Alessandria. Certo, ci aspet-tavamo tutti molto di più, uncampionato di vertice, una lottanelle prime posizioni, invece sia-mo disperatamente aggrappati al-l’ottavo posto, l’ultimo utile perevitare onte ulteriori. C’è tempoper rimediare e per crescere. In

ogni caso, bisognerebbe fare unmonumento al Presidente Di Masiche ha avuto il coraggio di investi-re in questa squadra e, di conse-guenza, in questa città. Senza dilui, probabilmente, anche l’OrsoGrigio avrebbe tirato giù la serran-da e spento la vetrina. Invece,l’Alessandria c’è e non molla mai.La morale di tutto questo è unasola: anche se siamo delusi, anche

Quindicinale di calcio... e non solo Direttore Massimo Taggiasco Anno VI n. 1 • 17 gen. 2014

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se i sogni della passata estate sisono rivelati pie illusioni, anchese tante volte siamo arrabbiati edelusi, non molliamo! Ricambia-mo la fiducia che il Presidente haavuto anche e soprattutto in noitifosi. Tutti al fianco dell’Orso,perché siamo e saremo semprefieri di poter dire: io sono alessan-drino.

Hurrà Grigi!

C’è solo l’Orso!

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di mare, con gente con la valigiain mano, pronta a partire o appe-na arrivata. Anche questo noncontribuisce sicuramente a rega-lare tranquillità e certezze, su que-sto non ci sono dubbi.

Non c’è nulla da fare, noi Grigisiamo nati per soffrire: anche inquest’anno, che avrebbe potuto(avrebbe dovuto...) essere vissutoin piena tranquillità, con la cer-tezza di aver già staccato ancorprima di cominciare il pass versoil paradiso della C unica, stiamoriuscendo a complicarci la vitacome solo noi siamo così bravi afare! Resto convinto del fatto che,alla fine, sapremo dare un sensoanche ai rimbalzi impazziti diquella palla, ma lo faremo dopoaver sofferto a lungo. Fa parte delnostro DNA, la sofferenza ce l’ab-biamo nel sangue, non ci divertia-mo se non ci complichiamo la vi-ta.

Certo che in questo siamo dav-vero bravi...

Più che con un augurio, non si pote-va iniziare. Siamo giunti alla fine diqueste vacanze, che a dirla propriotutta ci volevano. Inizia un nuovo an-no, iniziano nuove partite, inizianonuove trattative e iniziano nuove av-venture. Per prima cosa credo sidebba augurare a tutti un anno riccodi soddisfazioni. Buon anno a chi c’èsempre, ovunque e comunque. Buonanno a chi è fuori, ma c’è con il cuo-re. Buon anno a chi è lontano, macon l’anima è al Moccagatta. Buonanno a chi non c’è più, ma che ci se-gue sempre e che insegna agli ange-li come tifare e soprattutto chi tifare.Buon anno a chi i Grigi li ha seguiti fi-no in Sardegna, e che nonostante ladelusione, alle 14.00 di questa do-menica starà varcando i cancelli.Buon anno a chi rinuncia per i Grigi:a un giorno di meritato riposo,

al ri-posino

del primopomeriggio

alla serie A suSky o alle news di

Canale 5, alle coperte ealla cioccolata calda, al te-

pore di una casa in invernoe al pomeriggio passato a

giocare con i propri figli. Buon annoa chi studia tutto il sabato per anda-re al Mocca. Buon anno anche a chinon studia e al Mocca ci va lo stesso:preferisce una strigliata dei genitoripiuttosto che saltare una partita.Buon anno a chi permette che i Grigifunzionino come si deve. Buon annoa chi i Grigi cerca di farli ritornaresulla retta via. Buon anno a chi diGrigi ne sa fin troppo, ma rimane nelsuo doloroso silenzio perché troppoamareggiato da questi ultimi risulta-ti. Buon anno a chi ha degli ideali e lirispetta, non tradendo mai la fedeper la maglia. Buon anno a chi è an-cora troppo piccolo per capire cosasia realmente tutto questo, ma tra-scinato dalla meraviglia di questoambiente non riesce a stare a casa.Buon anno a chi informa il popolo suciò che accade, soprattutto a chi in-forma con la certezza e la realtà deifatti. Buon anno a chi ha vissutonei Grigi con onore e voglia dimettersi in gioco. E Buon annoanche a chi ha vissuto PER iGrigi con onore e voglia di lot-tare fino all’ultimo. Buon annoanche a chi è invidioso e chefa di tutto per infangare quelgagliardetto: che il 2014 viporti un po’ di buonsenso.Buon anno a chi nei Grigi cicresce, sperando un giornodi prendere il posto del pro-prio idolo. Buon anno a chi iGrigi li amministra con rigo-

re e dovere, come pochi finoad ora hanno fatto. Ed infinebuon anno ai Grigi, che dannoalla nostra vita un po’ piùsperanze e di sogni e un po’meno rassegnazione.

HURRÀ GRIGI2 anno VI n. 1

Nella mia condizione di tifo-so dei Grigi, quest’anno, mitrovo a immedesimarmi

nei rimbalzi folli, imprevisti e im-prevedibili di quelle ‘palline paz-ze’ che tanto piacciono ai bambi-ni. La tiri e non sai mai dove andràa finire, dove riuscirai ad andarla arecuperare. I nostri Grigi sono follicome quelle palline: impossibilepronosticare un risultato, impos-sibile prevedere un filotto vincen-te di partite, volubili e indecifrabi-li. Sicuramente possono rappre-sentare la gioia per scommettitoriarditi, frequentatori delle sale‘Bet-win’, ma equivalgono a unperenne attacco alle coronarie peri propri sostenitori. E questa asso-luta imprevedibilità li porta a na-vigare sulla sottile linea dell’incer-tezza: questa domenica tra le ottoche, comunque, a fine stagionepotranno fare festa tra i professio-nisti, quest’altra a piangere traquelle retrocesse nel calderonebollente dei dilettanti. Sappiamo,

per esperienza diretta, quanto siapoi difficile risalire da quelle sab-bie mobili, estremamente difficilida interpretare. E intanto conti-nuiamo a ballonzolare senza cer-tezze. Vittorie roboanti, con valan-ghe di reti, sconfitte da ‘Gialap-pa’s’, maturate al termine di parti-te dominate ma sulle quali non siè saputo assestare il colpo di gra-zia al momento giusto, salvo poialzare bandiera bianca nei minutidi recupero.

Su una cosa nessuno nutre dub-bi: sulla ‘grigità’ di Luca Di Masi,presidente-tifoso, appassionato,sconcertato come e più del più ac-canito ultras dagli alti e bassi deisuoi ragazzi. È sicuramente luiquello che più sta soffrendo diquesta situazione e lo ha dimo-strato e lo sta dimostrando ancorain questi giorni, mettendo a di-sposizione capitali e idee per cer-care un rimedio a questa instabili-tà. Nelle ultime settimane lo spo-gliatoio grigio somiglia a un porto

PUNTO GRIGIO di Giovanni Mediliano

Imprevedibile Alessandria...PARLA L’ORSO di Beatrice Bruno

Buon anno, Grigi!

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HURRÀ GRIGI 317 gen. 2014

Per ricevere i pdf di Hurrà Grigi gratis in anteprima basta inviare una mail a: [email protected], masi possono già sfogliare sulla nostra pagina Facebook nel corso dei giovedì che precedono le partite al Moccagatta.

SQUADRE PT G V N S GF GS +/-

CLASSIFICA

■ Play-out; ■ RetrocessioneRimini -1 punto, per violazioni al regolamento CO.VI.SO.CBellaria -1 punto, per violazioni al regolamento CO.VI.SO.C

BASSANO VIRTUS 39 19 11 6 2 32 17 15

SANTARCANGELO 38 19 11 5 3 28 10 18

REAL VICENZA 34 19 10 4 5 34 26 8

RENATE 30 19 8 6 5 21 16 5

V. VECOMP VERONA 29 19 8 5 6 25 18 7

SPAL 29 19 7 8 4 29 27 2

RIMINI (1) 28 19 8 5 6 27 24 3

ALESSANDRIA 27 19 7 6 6 34 23 11

MANTOVA 27 19 6 9 4 35 29 6

MONZA 26 19 6 8 5 29 28 1

PERGOLETTESE 25 19 6 7 6 17 17 0

FORLÌ 25 19 7 4 8 25 28 -3

CUNEO 24 19 5 9 5 23 20 3

DELTA PORTO TOLLE 22 19 5 7 7 26 25 1

TORRES 21 19 5 6 8 20 27 -7

CASTIGLIONE 16 19 2 10 7 19 32 -13

BELLARIA (2) 11 19 3 3 13 18 37 -19

BRA 5 19 1 2 16 15 53 -38

19ª GIORNATATORRES ALESSANDRIA 2-1

SANTARCANGELO CUNEO 0-0

BASSANO VIRTUS DELTA PORTO TOLLE 2-2

RENATE FORLÌ 0-1

MANTOVA REAL VICENZA 0-0

BRA RIMINI 1-2

CASTIGLIONE VIRTUS VECOMP VR 0-0

PERGOLETTESE BELLARIA 1-0

MONZA SPAL 2-2

20ª GIORNATA 19/01/2014 - ore 14,30

SPAL BASSANO VIRTUS

DELTA PORTO TOLLE BRA

BELLARIA CASTIGLIONE

VIRTUS VECOMP VR MANTOVA

ALESSANDRIA MONZA

REAL VICENZA PERGOLETTESE

CUNEO RENATE

RIMINI SANTARCANGELO

FORLÌ TORRES

21ª GIORNATA 26/01/2014 - ore 14,30

CASTIGLIONE ALESSANDRIA

BRA BELLARIA

BASSANO VIRTUS CUNEO

SANTARCANGELO DELTA PORTO TOLLE

MANTOVA FORLÌ

MONZA REAL VICENZA

RENATE RIMINI

TORRES SPAL

PERGOLETTESE VIRTUS VECOMP VERONA

MARCATORIDanilo ALESSANDRO (Real Vicenza) Reti 17

Massimiliano VARRICCHIO (Spal) 14

Roberto FLORIANO (Mantova) 14

Emanuele BERRETTONI (Bassano) 8

Simone MASINI (Mantova) 8

Davide SINIGAGLIA (Monza) 8

Omar TORRI (Cuneo) 8

Michele MARCONI (Alessandria) 7

Michele VALENTINI (Alessandria) 4

Riavvolgiamo la pellicola si-no al punto in cui avevamointerrotto il nostro film, la

vittoria per 5-1 contro il BellariaIgea Marina.

Sette giorno dopo al ‘Moccagat-ta’, un’altra ‘manita’ contro il de-bolissimo Bra dell’ex Mauro Bria-no. Ad un certo punto, quando icuneesi hanno anche fallito il ri-gore che avrebbe potuto generareil gol della bandiera, ci è venuta lavoglia di lasciare anzitempo lostadio. Tuttavia anche nel conte-sto del secco 5-0 abbiamo vistoche in alcuni frangenti i Grigi han-no un pochino rischiato, non perdemerito dei difensori, ma perchénon hanno saputo interpretarebene alcune situazioni. Insomma,un complesso molto propositivo,ma a tratti con qualche disequili-brio. Dobbiamo imparare a nonprendere gol se vogliamo ottenerebuoni risultati. Lezione finalmen-te imparata? Niente affatto.

La prestazione di Porto Tolle haavuto dell’assurdo e del dramma-tico. Tre punti gettati al vento inmaniera indecente! Concordiamocon questa dichiarazione forte delpresidente Luca Di Masi, dopoaver incassato il beffardo 3-2.

Sotto di due reti nel primo tem-po, con un uomo in meno dopomezz’ora nella ripresa il Delta hacolto una clamorosa impresa. Na-tale dunque con l’amaro in boc-ca...

«Queste sono le cose impondera-bili del calcio che devono servireda grande lezione», aveva dichia-rato il trainer Luca D’Angelo. IlDelta Porto Tolle aveva fatto lapartita che doveva fare solo alla fi-ne, con molta intensità solo negli

ultimi minuti. Il segnale negativodi questa gara lo si è avuto nell’ul-timo minuto di recupero, quandoMora avrebbe potuto segnare il 3-2 e la palla è invece uscita. I rodi-gini sono una squadra molto fisicae sulle palle lunghe hanno messoalle corde l’Alessandria, infatti igol sono venuti quasi tutti così: ilprimo su fallo laterale, il secondosu calcio di punizione e il terzo surigore. «Io da allenatore sono ilmaggiore responsabile di questasconfitta e me ne assumo la re-sponsabilità», ancora D’Angelo.Pienamente d’accordo. Le garevanno non solo preparate, ma let-te in corso d’opera.

L’Orso ci ha ormai abituati asoddisfazioni altalenanti, così allaripresa del campionato, apertosi ilcalciomercato cosiddetto di ripa-razione, ecco il successo casalingoper 3-1 contro la Pergolettese, exPergocrema, il club del presidentedella Lega Pro Mario Macalli.

Sono state definite le operazionidi mercato relative al trasferimen-to di Francesco Ferrini al Forlì, dacui è arrivato Massimiliano Sam-paolesi e al passaggio di AlbertoFiliciotto proprio alla Pergolettesecon l’arrivo di Ivan Buonocunto.Dal Rimini, invece, è stato ingag-giato l’attaccante Francesco Mor-ga. Sul fronte delle partenze dob-biamo annotare anche quella diSimone Caciagli, ceduto in via de-finitiva al Gavorrano. Mercatodunque, così al termine del matchcontro la stessa Pergolettese ha ri-trovato fiato il ds MassimilianoMenegatti, più volte oggetto dellacontestazione dei tifosi, per unaserie di dichiarazioni in sala-stampa.

DETTO FUORI DAI DENTI di Mario Bocchio

Toh..., Menegatti che ha scoperto ...l’acqua calda!

«Il mister ha fatto delle scelte eha deciso che Viviani non farà piùparte del progetto, da qui al termi-ne del campionato. Ringraziamo ilgiocatore per quello che ha fattoper l’Alessandria, lo aiuteremo adaccasarsi in qualche altra società.Altrimenti si allenerà con noi finoal termine della stagione. Perquanto riguarda il centrale di dife-sa abbiamo già i nomi di tre-quat-tro giocatori e al più presto speria-mo di darne uno al nostro allena-tore. In ogni caso, gli inserimentivanno fatti gradatamente per nonalterare gli equilibri esistenti»,l’annuncio di Menegatti.

Proprio in questi giorni, per raf-forzare il reparto difensivo, è statoraggiunto l’accordo con ManuelFerrani, classe ‘87, provenientedal Teramo. Squalificato per unturno, sarà utilizzabile a partire

non concesso a Sirri. Spiace, maspiace ancora di più aver perso 2-1 allo scadere e ci preoccupa pro-prio la più volte denunciata man-canza di continuità. La Torres hacomunque fatto la partita che ciaspettavamo, importante, con unpubblico che li ha costantementespinti. Gli va dato merito di que-sto; non ha rubato niente da quelpunto di vista.

Non ci voleva l’enunciazionepubblica di Menegatti per dire cheil campionato dell’ex C2 è questo(anche se tecnicamente molto in-feriore a quelli dei mitici anni Ot-tanta), da giocare con le unghie econ i denti. È stato come scoprirel’acqua calda. Tuttavia ha fatto be-ne a ribadirlo.

Oggi c’è un nuovo test, possia-mo dire a ragione che ogni gara aquesto punto e vista la classifica,diventa un appuntamento decisi-vo. Una sfida tra due club blaso-nati e decaduti. Al ‘Moccagatta’arriva il Monza. Quindi dobbiamopensare ai brianzoli e stare con-centrati.

L’Alessandria deve arrivare tra leprime otto, perché è impensabileuna serie C unica senza i Grigi.Per scelta redazionale abbiamodeciso di leggere le partite tecni-camente ma non di innescare po-lemiche che potrebbero inquinarela serenità dello spogliatoio. Pereventuali processi c’è tempo, an-che perché a questo punto non sipossono riscrivere episodi già di-ventati storia. Come gli incredibilierrori di Notaristefano e di chi haassemblato la ‘rosa’. Si deve anda-re avanti con quello che c’è e conchi eventualmente potrà ancoraarrivare.

dalla trasferta di Castiglione delleStiviere.

Contro la Pergolettese D’Angeloha scelto di non impiegare da su-bito i nuovi; è stata anche una de-cisione tattica perché avendo duepunte, Spighi e Mora in fase dispinta, Cavalli che costruisce, Ma-riotti è servito a fare qualchechiusura. Se poi deciderà di conti-nuare con un centrocampo a cin-que può essere eventualmente in-serito Sampaolesi perchè quello èil suo ruolo.

In fine c’è stata la trasferta piùlunga e complicata, quella in Sar-degna a Sassari, dove abbiamo af-frontato una squadra che ha cam-biato parecchi giocatori.

La Torres ha attaccato per 15minuti, l’Alessandria per 70-75minuti. Il rigore per i sardi è inesi-stente e vorremmo rivedere il gol

Page 4: Al-Monza

te tantissimo sono state Alessan-dria-Verona e Alessandria-Rimini,il sabato del Centenario. La piùtriste Alessandria-Salernitana, mihanno pure diffidato quel giorno!»

Il migliore e il peggiore giocato-re che hai visto in maglia grigia?

«Ce ne sarebbero tanti da dire,per tutte e due le categorie. Riguar-do ai migliori, oltre algrande Fabio Arti-co, direi MarceloMateos Aparicioe Angelo Buglio.Andando indie-tro il mio gran-de amico Ange-lo Montrone.Grandi cal-ciatori, masoprattut-to grandiuomini.»

Fai una critica costruttiva allanuova dirigenza.

«Io non ringrazierò mai abba-stanza questo signore per aver scel-to noi e questa maglia, molte voltequesto gesto lo si da per scontato.Trovo che però ci siano ancora dacambiare molte cose, mancanoquattro mesi prima della fine del

campionato e spero propriodi poter assistere a questi

cambiamenti il piùpresto possibile!»

Giocatori che rim-piangi degli anni

scorsi?«Io rimpiango Briano,

Buglio, Schettino, Artico,Mateos, Ferretti, Roselli,

Chiazzolino, Scappini...Sono tutti giocatori chehanno dato tanto an-

che fuori dal campo eper questo mi sono

rimasti nelcuore: non

solo perle loro

qua-litàtec-ni-

che, note a tut-ta la Lega Pro,

ma anche per iloro animi e per i

loro caratteri. Mihanno regalato

davvero degli anniindimenticabili che

dubito di rivivereancora.»

La coreografia cheti è piaciuta di più?

«Quella con la Spal, con il Co-mo... E ahimè anche quella controla Salernitana, che ho visto in fotoperché avendomi fermato a pochiminuti dall’inizio della partita, hoassistito solo agli ultimi minuti.»

La trasferta più dura di que-st’anno secondo te qual è stata?

«Delta Porto Tolle. Io ci sono an-dato e non ho mai avuto così tantosbalzi di emozioni. Un brutto ri-sultato che ha coronato una parti-ta buttata nel cestino. Sono torna-to in Alessandria deluso e amareg-giato, pronto a riposarmi per poiripartire con il girone di ritorno.»

Impressionato o no dal feno-meno ‘Marconi?

«Impressionato sì, tutti mi dice-vano che a Venezia non aveva maigiocato e la cosa mi preoccupava.Mi ricorda tanto Scappini, stessipregiudizi, stessa smentita. Sonoconvinto possa fare ancora di più».

Commenti su queste mosse dimercato?

«Sono abbastanza soddisfat-to, aspetto che però questenuove perle si esibiscano sulcampo, anche se mi sembra-no tutti ragazzi seri, con tan-to spirito di sacrificio e contanta voglia di mettersi ingioco.»

Siamo giunti alla fine: co-sa ti spinge ogni domenicaallo stadio? Hai qualcheaspettativa per questo gi-rone di ritorno?

«Mi spingono la maglia,i ragazzi, la nord e gliamici. Aspettative non neho, spero solo di arrivarenella posizione più altapossibile, perché noi e ilnostro Presidente che lomeritiamo. Sempre e co-munque HURRÀ GRIGI!»

Riaggiorniamo dopo qualchesettimana di pausa, la no-stra consueta rubrica che

da l’opportunità ai tifosi grigi difar conoscere la propria storia, lapropria passione e le proprieemozioni. Il protagonista di que-sta edizione sarà il mitico Jerry IlPirata. Conosciuto da tutti per ilsuo carisma e la sua voglia discherzare, per il suo calore conta-gioso, tipico dei Salernitani DOC.

Iniziamo: da quanto vieni incurva? ricordi la tua prima voltaal Moccagatta?

«La mia prima stagione è stataquella del 1995-1996, Amisano,venuto una volta in pizzeria a por-tarmi del vino, mi aveva invitato.Anche Angelo Montrone, mio fede-lissimo cliente, mi aveva più voltadetto di venire. Ho seguito qualchepartita, poi ho iniziato a seguiredavvero i Grigi una decina di annifa, da là non ho più smesso!»

Perfetto, cosa vuol dire te esseretifoso?

«Per me essere tifoso vuol di-re scaricare i da tutti gli impe-gni e la concentrazione accu-mulata durante la settima-na. Posso sentirmi libero edessere serenamente mestesso, passata un belmomento con amici cheper motivi di lavoronon vedo spessissimo.E poi godermi ancheun po’ di pallone, ilgioco che più amoda quando sono ra-gazzo. Inoltre nonpensavo che potessiaffezionarmi cosìtanto all’Alessandria,e invece...»

Descrivi secondo iltuo punto di vista lasquadra di quest’anno.

«Società solida e fortealle spalle, giocatori indi-vidualmente ottimi a cuimanca ultimamente unpo’ di grinta e un po’ di mo-tivazione. Insieme possiamoancora raggiungere grandi tra-guardi.»

Quale coro porti nel cuore?«Io non ho un coro preferito, tro-

vo che cantare cori da stadio siamolto stimolante, ti fa sentire me-no il freddo e ti rende partecipe al-la gara, fa sentire ai tuoi ragazzi iltuo contributo. Quindi per me ba-sta cantare, non mi interessa qualecoro!»

La partita più bella e la partitapiù triste.

«Due partite che mi sono piaciu-

HURRÀ GRIGI4 anno VI n. 1

FACCE DA CURVA di Beatrice Bruno

JERRY IL PIRATA Al Moccami sento veramente libero

FrancescoMorga,la puntaacrobataNato a Monopoli, il 29 Marzo 1986,Francesco Morga inizia la sua pro-mettente carriera calcistica nel2005, al Genoa, militante a queltempo in prima divisione. Successi-vamente lo vedono protagonistaPergocrema , Biellese e Juve Sta-bia. Poi iniziano gli anni più fiorentiper quanto riguarda le reti segnate:nel Guidonia 10 reti con 22 presen-ze, Casoli con 31 presenze e 15 gol,Giulianova con 28 presenze e 8 golla prima stagione e 35 presenze e14 gol nella seconda. Poi due anni aRimini, dove ha conosciuto l’attualemister Grigio Luca D’Angelo, concui si è instaurato uno splendidorapporto. Qui ha coronato le sue 34presenze con 8 gol. La particolaritàdi questo giocatore però non è ilprosperosissimo totale di reti se-gnate, bensì le capriole (terminetroppo terra-terra per definire quel-le che in realtà sono vere e proprieacrobazie) effettuate dopo aver se-gnato. Frizzante ma trascinante, ca-rismatico ma timido, esperto macon un’Alessandria calcio tutta dascoprire. Insomma, un giocatore ingrado di dare una svolta a quellache è una situazione precaria, in-stabile e difficile. I tifosi stannoperdendo la pazienza, i punti sonosempre meno, e ogni partita sem-pre più tosta e da affrontare con lagiusta voglia e la obbligatoria vogliadi vincere. Ma la fiducia in France-sco Morga e nei suoi gol non man-ca. Anche se, ammetto di aver pau-ra che si possa rompere qualcosasaltellando come un grillo dopo ungol... Dato che la sfortuna quest’an-no non se ne vuole proprio andareda Alessandria. Per quel poco checi ha potuto dimostrare, ha datoconferma di quanto letto e sentitodire dai tifosi del Rimini che si la-mentano perché la loro società hapermesso la cessione dell’attac-cante più forte della loro rosa. ‘Ungrande giocatore, ma soprattuttoun grande professionista e un gran-de uomo’. Di grandi giocatori ce nesono tanti, ma forse forse, in questomomento avere il nome altisonantenon serve molto: fuori gli artigli,

fuori la grin-ta e an-diamocia man-giare i

Mon-zesi.

TOP PLAYER di Beatrice Bruno

Ripensando all’ultima partita chinon porta rancore? Una gara iniziatabenissimo, uno a zero secco, partitanelle nostre mani. In una manciata diminuti un match buttato via a causa dierrori stupidi e comodamente evitabili.Non ci hanno pensato due volte, DiMasi e Menegatti, a provvedere aqualche possibile innesto da aggrega-re alla rosa di D’Angelo, per riuscire almeglio in questa seconda parte dicampionato. Ci sono altre novità in ca-sa Alessandria. Dopo Buonocunto,Morga e Sampaolesi ecco il quartonuovo arrivato: Manuel Ferrani, perti-

ca difensiva del Teramo, capolista delgirone B di seconda divisione. Ragazzocon gamba e personalità, non mollamai, lotta per ogni pallone. Ilgiocatore non disputerà lapartita contro il Monza a cau-sa di una squalifica acquisitacon quella che è ormai la suaex maglia. Speriamo, una vol-ta sceso in campo che questoragazzo riesca a fornire sicu-rezza ai suoi m compagni esoprattutto a noi tifosi. Siamo stufi diaspettare una svolta, essere sul puntodi compierla e ritornare ogni volta da

capo! Questa sconfitta non ci voleva,come non ci volevano le altre. Non simolla e non ci si demoralizza. Le po-

tenzialità ci sono, mancanofose un po’ di concentrazionee di grinta. Ma ci saranno altrimovimenti di mercato? Chisarà il prossimo acquisto deiGrigi? E soprattutto, ce nesaranno ancora? Non avendorisposte per queste doman-de, sui social c’è chi ha voglia

di ridere: un bel fotomontaggio con ilviso di Ibrahimovic che indossa lamaglia ufficiale dell’Alessandria, con

tanto di didascalia: ‘Presidente, cicompri lui!’. Questo rimane però un au-gurio e soprattutto un sogno, per glianni futuri. [Beatrice Bruno]

MERCATO DAL TERAMO ARRIVA IL DIFENSORE FERRANI, CLASSE ‘87

Volti nuovi e... risultati vecchi?

Jerry con Rantier

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Ecco ci siamo, abbiamo iniziato il nuovo anno, il 14° del secondo millennio esono sicuro che in ogni persona, c’è una forte speranza che quest’anno siamigliore di quello passato. È abbastanza incoraggiante, l’idea di chiuderequalcosa per aprirne una nuova e anche gli anni che passano, ci dà questasensazione. È come se tutte le negatività, le ansie, potessero sparire con l’ar-rivo dell’anno nuovo. Molti lo sanno, anche se non lo ammetteranno mai, chenon è vero, ma crederci anche solo per pochi giorni, quelli che conducono alCapodanno, genera uno stato mentale di speranza che è un bene perché la vi-ta quotidiana, si basa sulla speranza e su tanti piccoli rituali, a cui affidiamo inostri sogni. Poi con il trascorrere dei giorni, riprese le attività di sempre, ciritroveremo nei nostri piccoli o grandi mondi, per sentirci accettati e sicuri. Sìperché poche storie, l’essere umano per la sua stragrande maggioranza, so-no votati al piccolo mondo, al gruppo, al club, insomma a qualcosa di circo-scritto e definito, che gli da la possibilità di vivere un senso d’appartenenza.Tra tutti questi micro mondi, che non hanno nulla a che fare, con la globaliz-zazione, con l’essere cittadini del mondo, c’è anche lo stadio. Lo stadio è con-tenitore di passioni, emozioni, fabbrica di ricordi che ci accompagneranno pertutta la vita, vissuti magari con affetti cari e con tanti amici. Chi di noi si puòdire immune dall’aver vissuto un bel momento all’interno di uno stadio? Chidi noi non conserva a memoria, risultati, classifiche, oppure formazioni d’an-nate particolari, slogan o cori?Lo stadio con la partita, rappresenta per moltissimi, uno scandire del tempo,un vivere con riti di sempre, rassicuranti, gratificanti, luogo di ritrovo con ami-ci che, per varie ragioni, non si ha la possibilità di frequentare e vedere nor-malmente, riuscendo così a condividere per novanta minuti una passione co-mune con sogni ed emozioni. Immagino che per molti come me il ricordo piùbello, è la partita allo stadio con il papà, forse un po’ piccini, per capire benetutto ciò che ci circondava, ma felici di esserci, al suo fianco, osservando ognisuo gesto ogni sua emozione che poi, una volta cresciuti, sarebbero incon-sciamente diventati nostri. Ricordo, che nel periodo della mia infanzia, in cuifrequentavo il ‘Moccagatta’, con mio padre, mi rimaneva nella mente uno slo-gan prima della partita che diceva: ‘Bulova, Bulova Bulova Accutron, l’orolo-gio dell’era spaziale, vi comunica le formazioni’ e giù con i nomi dei giocatori.Oggi allo stadio c’è, Hurrà Grigi, in quel periodo c’era, un giornaletto piccolo,formato quadernetto che si chiamava Sport Flash. Sono passati moltissimianni, ma per me e immagino per molti, lo stadio conserva ancora quel fascinod’allora, fa vivere quelle emozioni che devono rimanere tali, perché sane, fon-ti di gratificazione nel seguire la squadra del cuore. Lo stadio è dunque unmondo nel mondo, con le sue regole, con i suoi tempi e le sue pulsioni che senon si sono mai provate, difficilmente si possono comprendere, correndo ma-gari il rischio di definirle erroneamente pittoreschi. Lo stadio è di tutti e deveessere per tutti, per questa ragione, sono contro ogni e qualsiasi atto di vio-lenza o sopraffazione, al suo interno.

HURRÀ GRIGI 517 gen. 2014 HURRÀ GRIGI

SULLA MAGLIA LA SCRITTA ‘RELAIS 23’

C’è il main sponsor

MARIO BOCCHIO

Per tutti è sempre stato ‘Cic-ciogol’, un idolo veneratodalla tifoseria ancora oggi.

Stiamo parlando di Franco Mare-scalco, che lo scorso 3 gennaio hacompiuto 60 anni. Stacco di te-sta, scatto bruciante, tiro fulmi-nante e quella corsa rabbiosasotto la curva: così Marescalcosi è guadagnato un posto tra imigliori Grigi di ogni epoca,nonostante le sue reti non sia-no mai valse una promozione.Nel 1984-’85 ci andò molto vi-cino: fu infatti lui a trascinarei Grigi alla rimonta nel gironedi ritorno, all’aggancio al Pra-to in seconda posizione ed alconseguente spareggio. Suaanche la segnatura inizialenel drammatico ‘barrage’ diModena, ma esultarono i to-scani (3-2). Nel 1987-’88 giocòin un’Alessandria che pratica-va un calcio splendido, ma cheaveva avversarie del calibro diVenezia e Mantova. Quarto po-sto finale, 13 reti per ‘Cic-cio’ ma la C1 arrivòsolo l’anno seguen-te, quando Mare-scalco giocò appenasei partite all’inizio e poi si accasòaltrove. Partito, si scatenò PinoTortora e l’utilitaristica squadraguidata da Renzo Melani festeggiòil salto di categoria. Figlio di emi-granti calabresi all’estero, cono-scitore da vicino di cosa è stata lavita da meridionale andato a cer-care fortuna nelle metropoli delNord, in questo caso Milano, Ma-rescalco fece anche il garzone co-me idraulico. L’esordio agonisticodi un certo rilievo, rincorrendo isogni di gloria dietro ad un pallo-ne (nella speranza di poter cam-biare il proprio tenore di vita, ap-portando una certa forma di be-nessere anche a tutta la famiglia)avvenne a Rapallo con la Ruentes.

‘Cicciogol’ a più riprese vennesoprannominato il ‘Maradona

della C’. Il vero ‘Pibe deOro’ incanta le platee in-

ternazionali, lui un’interacittà, Alessandria. I due si assomi-gliano, nel fisico (entrambi traca-gnotti, i capelli un trionfo di per-manente) e in tante movenze (ra-pidità, astuzia, gran tocco di pal-la). Marescalco riuscì a superare adistanza il divo mondiale, perchéera abile di testa. Avrebbe potutoaffermarsi in categorie superiori,ma ha sempre preferito essere ilnumero uno in C, facendo rim-piangere le tifoserie che lo hannoesaltato e che da lui sono stateesaltate. Chiedete ad esempio aisupporters del Marsala, della Reg-gina, del Francavilla e dell’Avezza-no e vi sarà detto. Ma chiedete so-prattutto a chi, allora giovane, an-dava letteralmente in estasi inCurva Nord, allo stadio ‘Mocca-gatta’, la tana dell’Orso Grigio, do-ve lui, come in una codificata li-

turgia, rabbiosamente si catapul-tava dopo ogni gol segnato. L’ exbomber si era commosso ritor-nando ad Alessandria per il con-vegno sulla storia dei Grigi il 10giugno 2011. Aveva addiritturapianto quando al pomeriggio eraritornato allo stadio ‘Moccagatta’per calcare nuovamente quel pra-to che lo aveva esaltato e grazie alquale lui ha trovato gli stimoli giu-sti per entrare a pieno titolo nellastoria dei grandi calciatori chehanno indossato la maglia grigia.

Marescalco non vuole parlare diquesta Alessandria: «La seguosempre tramite i risultati, ma nonconosco le vicende quotidiane del-lo spogliatoio, per questo non misembra corretto esprimermi. In

cuor mio però, mi au-guro che i Grigi

possano far partedella prossimaserie C unica.Spero che que-sta sia final-

mente una diri-genza seria e ca-

pace di program-mare un futuro degno di

questa piazza, che ami veramentequesta maglia come sono statiSandroni, Cerafogli, Pettazzi e Ia-campo con i quali ho avuto la for-tuna di lavorare».

Un unico rammarico: «È vero, edè quello di essere sempre statoignorato dall’Alessandria una vol-ta che ho appeso le scarpe al chio-do. Oggi vivo in Abruzzo a CittàSant’Angelo, in provincia di Pesca-ra, il paese di mia moglie Beatrice.Ho sempre atteso la chiamata deiGrigi magari per allenare i ragazzi,soprattutto quelli più piccoli aiquali va insegnato da subito adavere carattere. Il telefono perònon ha mai squillato. Ma non vo-glio parlare di tradimento, perchéogni volta che vengo ad Alessan-dria la gente mi viene ancora adabbracciare, e questo è molto bello.È solo la dura e spietata legge delcalcio».

AUGURI Basket 5vs5 tradizionale, 5vs5 unificato e 3vs3 anche per il 2013/2104

Cicciogol: «I miei primi 60 anni»

COLPO D’OCCHIO SULLA CITTÀdi Mauro Morando

Ricordi in grigio

Organo dell’Associazione Culturale Orso GrigioCorso Roma 85 - 15121 AlessandriaTel./Fax 0131 267842Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28 sett. 2009

[email protected]@nuovohurragrigi.comStampa CSQ Centro Stampa QuotidianiVia dell’Industria, 52Tel. 030 772551125030 Erbusco (BS)

NUOVO Hurrà Grigi

Sulle maglie dell’Alessandria Calcio il marchio Relais 23, il resort realizzatonella casa padronale della famiglia Cossetti, cuore della tenuta vitivinicola SanColombano, a Castelnuovo Belbo, che da quattro generazioni produce vini nelMonferrato. Una ‘partnership istituzionale’ che guarda al futuro, perchè l’ac-cordo, che sarà presentato ufficialmente nei prossimi giorni, è per la secondaparte della stagione in corso e, anche, per il campionato 2014 - 2015. Quindi, unlegame che guarda al futuro e ai traguardi che la proprietà della società grigiavuole raggiungere. Adesso con compagni di viaggi molto importanti: Vini Cos-setti è azienda vitivinicola leader, oggi gestita dalla quarta generazione, e Re-lais23 è una struttura di assoluto prestigio, che deve il suo nome alla vicinascuderia di cavalli 23 Quarter Horses (che è in territorio di Incisa Scapaccino,nell’ex azienda Zucca dove Fausto Coppi andava a caccia) di proprietà della fa-miglia Bonzano - Cossetti. Cioè di Manuel Carlo Bonzano, personaggio moltonoto nell’ambiente sportivo locale, fino a pochi anni fa calciatore e e ora ancheatleta per la sua scuderia e vincitore di molte competizioni internazionali di ro-deo. Fra le molte attività imprenditoriali, anche nel settore immobiliare, un in-carico di amministratore della Kakà Spa, la società creata dal giocatore del Mi-lan. Manuel Bonzano è sposato con Clementina Cossetti e padre di Mario, gio-catore degli allievi ‘98 dell’Alessandria Calcio. È legato da parentela anche al-l’immobiliarista Luigi Zunino, originario di Nizza Monferrato e marito di Stefa-nia Maria Cossetti, sorella di Clementina, anche lei nell’azienda di famiglia. Lapresentazione del main sponsor dei Grigi, già annunciata per giovedì, slitta al-l’inizio della prossima settimana, ma prima sarà dato l’annuncio ufficiale.

Page 6: Al-Monza

HURRÀ GRIGI6 anno VI n. 1

Il pianeta che domina questa grande squadra, co-sì difficile da dominare, è Urano. È un gruppo anti-

conformista, estraneo alla tradizione e fiero di es-serlo; punta al futuro, proiettato comunque ad un gio-co di squadra vincente. È alla continua ricerca di in-

novazione, che vorrebbe epocale, credenella propria e nell’altrui capacità,che la mette di diritto fra le avversa-

rie più leali. Il suo colore è il blu, ilcroma della spiritualità.

Oroscopo del girone di ritorno Que-st’anno sarà generoso, più generoso dell’anno che

la squadra dell’Orso Grigio si lascia alle spalle. Satur-no porta via quello che non funziona. Bisogna guardare il bicchieremezzo pieno, perché con l’appoggio di Marte fino al termine delcampionato e i transiti lunghi e piacevoli di Mercurio, i Grigi ar-riveranno a centrare gli obiettivi prefissati.

L’Inter è dominata da Giove e Nettuno, la caratteristica è la vo-lubilità, ma in realtà il suo compito è quasi sempre quello di

rimettere in discussione tutto quello che èstato fatto prima di lei. Il suo gioco è

critico e artistico, è una creativa, conun’intuizione senza eguali, un potenziale ‘sestosenso’. È una squadra che non sempre viene com-presa dall’ambiente circostante, nonostante il gran-dissimo potenziale di innovazione. La natura di que-sta squadra è romantica, ha un grande cuore e fidu-cia nel lavoro di gruppo. Il grande nativo del segno,Samuel Eto’o, ben rappresenta la fattività dell’Inter.Oroscopo del girone di ritorno L’Inter di que-st’anno ha un grande cuore e una grande tenacia, però avolte tenderà ancora a perdersi. L’insicurezza e i timori in-spiegabili che assalgono l’organico derivano dalfatto che sono influenzati da fattori esterni ne-gativi che arrivano da più fonti.

Il pianeta che governa il segno legato al Milan èGiove, e l’elemento il fuoco; è una squadra briosa

come nessuna, euforica e cordiale, ama il giocosupportato dall’intelletto, la propensione alla spe-

rimentazione diventa fondamentale. Tendenzial-mente lavora duro, tenendo conto delle caratteristiche diogni singolo, che supporta con generosità. Il confronto conle altre squadre la trova leale, pronta a riconoscere i pro-pri sbagli. Il suo colore è azzurro, che rappresenta l’in-telligenza e l’illustre nativo del segno che meglio ri-specchia questa grande squadra è Marco Van Basten.Oroscopo del girone di ritorno Dopo un avvio dicampionato terrificante, in questo secondo scorcio distagione arriveranno buone notizie per far tornare l’alle-gria. Dopo tutte le difficoltà subite il Milan chiuderà questo brutto capitolo,c’è tutto il tempo per recuperare e proiettarsi in zona Champions.

MILANAnno di nascita: 16-12-1899 • Segno zodiacale: Sagittario

INTERNAZIONALEAnno di nascita: 09-03-1908 • Segno zodiacale: Pesci Fo

non sanno

Anche le squadre di cazodiacale: caratteristiche

sempre sono merito o colpsono condizionate dalla d

società.Tra il serio e il fastilare l’oroscopo della cuore,e consolatevi se

saranno proprio allaspettative

colpa d

A cura di Grazia

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ALESSANDRIA Anno di nascita: 18-02-1912 • Segno zodiacale: Acquario

Page 7: Al-Monza

HURRÀ GRIGI 717 gen. 2014

La Juventus è governata da Marte, la sua natura com-battiva la dice lunga, ha un savoir faire innegabile,

ma molte volte la sua difesa è eccessiva, e riesce a faremolto male anche di fronte a torti mini-

mi;del resto è dominata dal focoso Marte.Il suo colore sarebbe il viola, ma non se ne tenne maiconto, forse pensando che portasse sfortuna . Ilgenio inarrestabile di Alessandro Del Piero, nativodello Scorpione, ben si riflette nella genialità dellaJuventus, mai avara di colpi di scena e di goal.Oroscopo del girone di ritorno 2014 da urlo! Nonc’è impresa che non possa riuscirle, grazie alla formazione affiatata e vincente. Il trend astrale in-dica che alla Juventus l’aspetta un anno fruttuoso:Saturno nel segno incoraggia la ricerca dellastabilità. Successo e vittoria assicurati; le circostanze saranno favorevoli, però i ragazzi di Contesi perderanno in qualche difficoltà momentanea. Gli ostacoli saranno il banco di prova della stra-tegia di Conte e, una volta isolato il punto debole, questi lo farà fuori (si fa per dire...) e proseguiràla marcia inesorabile e agguerrito fino alla meta sospirata: lo scudetto!

Questa squadra eclettica, funambola genialedalle mille risorse, è dominata dal pianeta sole. Il

Napoli è un leone sotto molti punti di vista, la più fieradello zodiaco, talmente abituata ad avere carisma che,

affinché gli venga riconosciuto, si getta in imprese a volteimpossibili. Sa organizzare il lavoro come poche altre, si pone verso lesfide con coraggio formidabile, guardando tutto dall’alto, convinta dellapropria genialità. Il suo colore è il giallo oro, simbolo di sa-pienza, il nativo del leone che meglio la rappresenta è Die-go Armando Maradona.Oroscopo del girone di ritorno I problemi? Se cisaranno, Benitez i suoi boys se li mangeranno in unsol boccone! Affronteranno il girone di ritorno sem-pre ruggenti e grintosi, pronti a farsi valere da-vanti a tutti gli avversari, nessuno escluso! Martegli darà la carica fino alla fine del campionato.

Come il Milan, anche il grande Torino è nato sot-to il segno del Sagittario. Squadra di grande

spessore, ama e rispetta le regole e nell’am-biente viene considerata fra le più leali. Il

suo gioco è infatti improntatoalla divisione dei ruoli, a quali

dà molto valore. È un’avversa-ria tenace e ama stupire, cosa che

fa con grande maestria: se fosse una perso-ne sarebbe longilinea e in gran forma. La

pietra portafortuna è il turchese, chetiene lontani i pericoli.Oroscopo del girone di ritorno

Un girone di ritorno in discesa per ilgrande Toro. Il 2014 promette situazioni decisa-

mente migliori! I transiti dei pianeti veloci,Mercurio in primo luogo, saranno un gran-de sostegno, ma occhio alle ingenuità!

JUVENTUSAnno di nascita: 01-11-1987 • Segno zodiacale: Scorpione

rse tutti

o che...alcio hanno un segnoe e peculiarità nonpa dei giocatori,madata di nascita dellafaceto,proviamo a

vostra squadra deli vostri beniamini nonl’altezza delle vostree di tifosi...

delle stelle!

NAPOLIAnno di nascita: 01-08-1926 • Segno zodiacale: Leone

TORINOAnno di nascita: 03-12-1906 Segno zodiacale: Sagittario

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Page 8: Al-Monza

HURRÀ GRIGI8 anno VI n. 1

«Sicuramente è statauna delle giornate piùemozionanti che ho

vissuto sul prato del Moccagatta.Noi eravamo un ottimo gruppo,con giocatori molto validi... Equella sera, anche se solo in unasemplice amichevole, avevamo difronte una delle squadre più fortidi sempre: basta guardare le duediverse formazioni del Milan chesono scese in campo quella seraper rendersene conto! Dovendo sce-gliere un giocatore in particolare,ti dico Boban: è stato davvero uncalciatore completo: fortissimo,nella sua carriera ha ricopertotanti ruoli e sia nel Milan che nellaCroazia ha ottenuto grandissimirisultati».

Ci ha fatto piacere iniziare l’in-contro con Salvatore Fresta ricor-dando l’amichevole disputata tra igrigi e il Milan il 28 luglio 1995,nove mesi dopo la tragica alluvio-ne del 6 novembre. Per la cronaca,la gara, fortemente voluta dal Pre-sidente Silvio Berlusconi (quellasera presente in tribuna, insiemead Adriano Galliani e, ovviamente,all’allora Presidente dei grigi GinoAmisano), terminò 3-0 per i rosso-neri (due gol di Simone e uno diDi Canio): ma, cosa molto più im-portante, l’intero incasso vennedevoluto alla società grigia. La cit-tà di Alessandria rispose davveroalla grande, se è vero che i pagantifurono oltre 8000, per un incassodi circa 300 milioni delle vecchielire: «Uno spettacolo incredibileanche sugli spalti del Moccagatta»ricorda ancora Fresta: «è vero, inquegli anni era frequente vederemolto più pubblico allo stadio ri-spetto a quanto succede ora... Però,

quella sera, c’era un’atmosferadavvero particolare: probabilmen-te, la gente era anche molto curio-sa di vedere come i grigi avrebberoaffrontato uno squadrone comequello del Milan».

Erano gli anni ‘90 e il calcio sta-va iniziando ad essere sempre piùbasato sulla corsa e sull’agoni-smo: la tecnica, però, faceva an-cora la differenza...

«Sì, sono d’accordo con te: forseperché veniva curata di più, già apartire dalle giovanili. Ora il livel-lo tecnico è calato e si preferisconoi giocatori che possano fare la dif-ferenza soprattutto a livello fisico:è anche per questo motivo che sivedono spesso partite poco spetta-colari...»

Qui ad Alessandria hai avutocome Mister Enzo Ferrari, unoche nella sua carriera ha allenatogiocatori come Zico, Causio,Mauro: che ricordo hai di lui?

«È stato un grande allenatore,molto preparato: noi ci siamo tro-vati benissimo, anche perché sape-vamo delle esperienze importantiche aveva avuto in Italia e all’este-ro. C’era sempre da imparare dauno come lui: fuori dal campo glipiaceva scherzare, ma quando ciallenavamo durante la settimanao giocavamo alla domenica diven-tava molto esigente e ci chiedevagiustamente il massimo impegno».

Facendo un giro su Internet, hoavuto modo di constatare quantotu sia stato amato in tutte le piaz-ze in cui hai giocato: Juve Stabia,Savoia, Como e soprattutto Avel-lino. In particolare, mi ha colpitomolto un articolo in cui sei statodefinito «uno degli ultimi veribomber dell’Avellino»: per tutti itifosi biancoverdi eri «Totò-gol»,proprio come Schillaci...

«Eh, beh... (sorride, ndr.) Sonostati anni molto intensi e ricchi di

soddisfazione. È vero: la cosa chepiù mi fa piacere è che in tutte lepiazze in cui ho giocato ho lasciatoun buon ricordo. Anche se poi lanostra carriera è breve e tutto fini-sce troppo in fretta: il mondo delcalcio è un po’ particolare...»

Tu sei romano, della Garbatella:perché hai perso il tuo accento?

«Mah, sai... (Sorride ancora,ndr.) ho girato talmente tanti postiin lungo e in largo per l’Italia; peròsin da bambino ho sempre tifatoper la Roma... La cosa che più micolpisce è che ancora oggi mi capi-ta di incontrare o sentire qualcunoche mi ricorda un gol o una parti-ta in particolare: devo dire che so-no stato anche molto fortunato atrovare sempre ottimi Presidenti eambienti ideali per poter giocare acalcio».

Ho anche letto che sei stato pa-ragonato a Faustino Asprilla, ilgiocatore panamense del Parma

A TUTTOCAMPO di Gianmaria Zanier

Totò FRESTA Contro gli Invincibili davanti a oltre 12.000 spettatori

tutto genio e sregolatezza...«Sì, è vero. Nelle caratteristiche,

forse, era quello a cui mi avvicina-vo di più: il passo un po’ felpato, gliscatti molto veloci...»

So che comunque giochi anco-ra a livello amatoriale, mante-nendoti sempre in forma!

«Ah, quello sicuramente. AllaCanottieri di Alessandria abbiamofatto la squadra di ‘Amatori’: è an-che un modo per mantenere i rap-porti con gli amici. E poi, sincera-mente, anche se gli anni passano,non ho certo perso il gusto di scen-dere ancora su un campo di cal-cio...»

Benissimo, Totò: ti lascio cartabianca per mandare un messag-gio a tutti i tifosi grigi...

«Approfitto dell’occasione persalutare tutti i tifosi grigi che an-cora oggi mi ricordano con affetto:speriamo che il 2014 sia un annoricco di soddisfazioni per tutti».

ALESSANDRIA-MILAN 0-328 luglio 1995Alessandria, Stadio Moccagatta Alessandria: Toccafondi (65’ Grazia-ni), Ferrarese (46’ Bonadei), Gutili;Aregentesi, Carletti, Avallone; Sac-chetti (46’ Viviani), Mariotto (46’Memmo), Giraldi (55’ Damiani), Fon-tana (61’ Cappella), Fresta (82’ Sa-lierno). Allenatore: Gianfranco MottaMilan (1° Tempo): Ielpo, Panucci,Maldini; Eranio, Costacurta, Baresi;Boban, Desailly, Weah, Baggio, Simo-ne. (2° Tempo): Rossi, Tassotti, Coco;Sordo, Nava, Galli; Futre, Desailly, DiCanio, Donadoni, Lentini. Allenatore:Fabio CapelloReti: Simone (2), Di Canio.

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Page 9: Al-Monza

HURRÀ GRIGI 917 gen. 2014

Per festeggiare sul campo ilNatale i Tori sono tornati inpalestra per il tradizionale

incontro di pallavolo unificatacon gli amici dell’A.I.R. DownMoncalieri. Nella palestra ‘Mon-tessori’ i Tori hanno concesso ai‘Teschi Neri’ - questo il nome dibattaglia dei torinesi - la rivincitadel match disputato la scorsaestate in occasione della VI edizio-ne della ‘24H di pallavolo’ per laregia dell’ASD GrigioVolley. IBulls, che schieravano cinqueatleti medagliati di bronzo con la

nazionale Special Olympics agliultimi Giochi Mondiali di Atene,hanno impiegato qualche scam-bio per riprendere confidenza coni meccanismi tecnico-tattici delvolley: disciplina decisamentecomplessa rispetto al basket per lesue peculiarità che costringono gliatleti a tempi di reazione più rapi-di. Dopo il primo time-out tecni-co, chiuso sotto di due punti, i To-ri mettono in campo una maggio-re determinazione accompagnatada una ricezione più attenta checonsente ai palleggiatori Ollari e

Viotti di servire ottimi palloni aimartelli Stasio e Kondi. Buone lepercentuali in attacco e primo setportato a casa non senza difficol-tà. Nel secondo set torna in cam-

po dopo circa due anni di assenzaFrancesco Caltanisetta che dimo-stra subito di non aver affatto ri-sentito del lungo periodo di inatti-vità. Il partner Buzzi, per l’occa-sione in palleggio, serve degli otti-mi primi tempi al centrale man-drogno che mette a referto bennove punti che non sono però suf-ficienti per la vittoria del parziale.I torinesi conquistano così il se-condo set con il punteggio di 25-18. Le due formazioni in campo sidividono terzo e quarto set a testi-monianza di un grande equilibrioche si risolverà solo nel quinto edecisivo parziale. Nel tie-breakcoach Petrozzi decide di daremaggiore spessore alla ricezioneinserendo Fistha nel ruolo di libe-ro. La soluzione tattica dà buonifrutti e il set viene vinto per 15 a12 dalla compagine alessandrinache festeggia una vittoria che pas-sa decisamente in secondo pianodi fronte ai bei momenti di condi-visione vissuti con i ‘cugini’ mon-calieresi. Il ‘terzo tempo’ nel postpartita ha ribadito una volta di piùlo spirito che anima tutti coloroche gravitano nell’orbita dellosport speciale. Grinta, impegno edesiderio profondo di dare il me-glio di sé per raggiungere l’obietti-vo restano principi inderogabiliper atleti e partner pronti a conce-dere all’avversario di prevalere so-lo ‘con le gambe sotto il tavolo’.

Terminati i panettoni i Tori si ri-mettono al lavoro e si preparanoal prossimo appuntamento, que-sta volta con la ‘palla a spicchi’, aBiella il 26 gennaio con il torneoSpecial Basket 3vs3 per cercare dimigliorare l’argento conquistatonell’edizione 2013.

SPECIAL OLYMPICS Cinque set con i cugini ‘Teschi Neri’ di Moncalieri

I Tori festeggiano il Nataleripassando un po’ di volley

CI SCRIVE IL FIGLIO

Il BomberMarchina

Mi permetto di rammentare, cor-tesemente, al Vostro Sig. Bocchioquanto segue: Alessandria u.s.campionato 1920/30, 6° posto parimerito con Bologna e Roma - se-gnate 55 reti; campionato 1931/326° posto pari merito con Ambrosia-na Inter segnate 66 reti delle quali21 realizzate dalla mezzala LiberoMarchina, tra l’altro miglior realiz-zatore di sempre della storia deigrigi nei campionati a girone unicoNazionale (18 squadre). Semplici erispettose notizie in memoria di miopadre. Certo della Vostra gentileattenzione, Vi ringrazio e Vi salutocordialmente con un ‘Hurrà Grigi’.[Elio Marchina]

La ringrazio per la Sua corteselettera, che ci permette di ricorda-re ancora una volta uno dei grandicampioni che hanno vestito la ma-glia grigia. L’ho già citato più voltenei miei articoli sulla storia del-l’Alessandria. Prossimamente glidedicheremo un articolo per rievo-care le sue gesta in maglia grigia.Cordiali saluti. [Mario Bocchio]

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Il ‘terzo tempo’ nel postpartita ha ribadito

una volta di più lo spirito che anima

chi gravita nell’orbitadello sport speciale

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Piovono polpette 2 -La rivincita degli avanziDavvero notevole. Un concentrato di fantasia, di trovate gastro-nomiche (il cibo vivente) dove la storia diventa secondaria,

mentre lo spettacolo visivo assume un’importanza de-terminante. C’è una vena di follia verbale accentuatada Elio, che doppia lo scienziato pazzo e da battuteanche assurde, che ben collima con la grafica ultra-colorata e un po’ svitata di un prodotto animatoadatto a tutti (basta essere ancora quel minimo

bambini da apprezzare le sfiziose creature diquesto gustoso mondo fatto di cibi che vanno

oltre l’asporto, perchè si asportano addi-rittura in giro con le proprie zampe).

Il capitale umanoVirzì sa dirigere gli attori, ma risulta eccessivamente caricatu-rale nella caratterizzazione di alcuni personaggi, su tutti il tordosborone, che investe soldi neanche suoi (una sfumatura recita-

tiva più bassa di Bentivoglio avrebbe giovato).Decisamente convincente è invece colui cheinveste i soldi degli altri senza mai esporsi inprima persona, se non quando viene costrettoin un angolo dalla situazione (un bravo Fabri-

zio Gifuni), seguìto da Valeria Bruni Tedeschi,che pur Margherita Buyzzandosi (schizzata erepressa), lascia il segno. Non male, nono-stante la storia dell’incidente sia troppo tirata.

The Butler -Un maggiordomo alla Casa Bianca

Il vero limite della pellicola sta nell’aver sintetiz-zato decenni di storia Americana, conditi con av-vicendamenti Presidenziali, in una pellicola dipoco più di due ore. Ecco perchè ne è scaturitaun’infarinatura piuttosto approssimativa deimolti avvenimenti che hanno cambiato la fac-cia degli USA, pur non completamente (al-cuni, spiacevoli retaggi resistono ancora).Detto ciò, a rendere questo un buon prodot-

to filmico è l’interpretazione dei protagonisti,capace di dare un certo spessore ai personaggi,

rendendoli genuini (su tutti, Whitaker, Oprah e Cu-ba Gooding Jr). Nel complesso, riuscito.

American Hustle -L’apparenza ingannaPellicola che ti sommerge di dialoghi, ti ubriaca di parole, dicontinui botta e risposta, ma tutto sommato, è una sbornia pia-

cevole, di quelle solo da leggero mal di testa.Certo, una sforbiciata qua e là avrebbe giovato,visto che alcune scene risultano un po’ super-flue e fini a se stesse, ma la regia di indubbio me-stiere e una convincente prova corale degli attori

consentono allo spettatore di seguire la vi-cenda senza perdere interesse, anche per-chè, vista la natura dei protagonisti, ci si puòaspettare di tutto (l’apparenza inganna; e lo-ro dell’inganno ne hanno fatto una ragionedi vita). Quello che si dice un buon film.

Capitan HarlockQuesto genere di animazione computerizzata (un

ibrido tra reale e cartone animato) continua a nonconvincere, soprattutto nei volti. E se aggiungiamouna sceneggiatura banalizzata rispetto all’origi-

nale, con disabile rancoroso and compa-ny e un 3D solo discreto, viste le possibi-lità che offriva la pellicola, ecco che il ri-sultato non va al di là del vedibile e velo-cemente dimenticabile. Persino le bat-taglie deludono; non sono altro che unapioggia di laser condita con esplosioni

(poco coinvolgenti). Era lecito aspettarsidecisamente di più, visto l’eccellente pas-sato animato del protagonista.

HURRÀ GRIGI10 anno VI n. 1

stessi da giorni, ormai. Di-cono che sia la mente aconcepirli, nei meandriprofondi dell’inconscio e lì,la realtà si scompone infantasia deformando situa-zioni e luoghi. Del mio inse-guitore di cui ignoro il volto,so che sarà lì ad attendermiquando le mie ciglia altronon saranno che due lineenere tracciate sul mio viso.Riprenderò allora il filo delsogno. Ho una partita aper-ta: la corsa al cardiopalmaper cercare di sconfiggerloper sempre. Mi auguro dinon avere le gambe inchio-date come nei sogni prece-denti e di dare prova a mestessa che posso farcela. Ri-vedo la strada nell’identicopunto in cui l’avevo lascia-ta. Lui è là pronto a ripren-dere la corsa. Comincio acorrere per viali d’angoscia,sempre più veloce. Mi tienetesta come se non fosse ca-pace di fare altro. Lo sentosempre più vicino. Il suoalito caldo percorre la miaschiena e si tramuta in unbrivido di paura. Il suo re-spiro si fa più forte, ansi-mante. È al massimo delleforze e anch’io. Corriamoper strade di terra , di ghiaiae d’asfalto. Affrontiamo sa-lite sempre più ardue, sca-

La notte è appena pas-sata e la luce fievoledell’alba filtra dalle

persiane ancora chiuse del-la mia camera. Distesa sulletto, il mio, è un lento ri-sveglio che oggi mi voglioconcedere. Mi sento ispira-ta dall’effetto chiaroscuroche assume la stanza. Lineenette di luce la attraversanocontrapponendosi alla mar-ginale oscurità. Zone chiarein cui avanza il giorno e zo-ne buie che permettono an-cora ai sogni, se evocati, dientrarvi.

Rifletto abbracciata al cu-scino su cui ho, invano, cer-cato di dormire. Non ho ri-posato e lo scricchiolio cheavverto è la voce del miocorpo intorpidito che cercaancora ristoro nella penom-bra. Ho bisogno ancora dichiudere gli occhi e di so-gnare. Di concludere il mioviaggio tra i sogni incom-piuti, interrotti da un bru-sco risveglio, dall’annunciodella sveglia invadente chemi ricorda il limite oltre ilquale non posso andare. Lamano si allunga e un gestoautomatico spegne ognicontatto con il mondo. Pro-vo ancora a chiudere gli oc-chi per riagganciare i sogniin cui ero. Sogni, sempre gli

liamo muri e superiamo va-lichi che si ergono lungo ilnostro cammino. Il sudorecola dalla mia pelle come larugiada mattutina sull’erba,gelandosi poi di colpo comela brina d’inverno. Il cuoremi scoppia dentro il pettoquando lui, quasi mi rag-giunge. Il pensiero di nonfarcela è l’unico elemento anon discostarsi dalla realtà,ma subito lo allontano. Nonpotrei sopportare un altrofallimento non ora. Devoresistere per me stessa. Perla mia salvezza, devo di-struggere questo dannatoincubo che mi perseguita emi tormenta da giorni. Nelmio sogno è un uomo e cor-re con un pesante mantellomarrone che lo ricopre in-teramente. È la versioneonirica delle mie debolezze,paure e insicurezze che ac-compagnano la mia vita dacui voglio separarmi unavolta per tutte. Dove sono,non lo so e nemmeno dovesto andando. Corro solo pervincere ma devo fare in fret-ta prima che il sogno svani-sca. Lui ha ripreso forza, co-me se si nutrisse del mioscoramento e dei miei in-dugi. Sono stanca e arranco.Penso a lui come ad un cor-po, un motore dalla velocità

impressionante a cui man-ca però una testa che sap-pia indirizzare le sue azioni.Ha macinato ore di corsa esembra più fresco di prima.Cambia lo scenario ma sicorre ancora. La montagnasu cui siamo è piatta e altis-sima. Mi ricorda un lontanoviaggio in Amazzonia tra itepuyus, montagne tra lepiù antiche della terra chesi innalzano dalla fitta fore-sta e da cui nascono sor-genti e cascate che si getta-no in un vuoto lungo chilo-metri contornate da un pe-renne arcobaleno che ravvi-va di colori un monocroma-tico verde.

Sono sempre più stanca,il terreno è sconnesso. L’er-ba si aggroviglia tra le gam-be e mi ferisce ma continuocaparbia verso l’anelata vit-toria. In un tempo indefini-to siamo al fatidico punto dinon ritorno. Non c’è postoper entrambi. Nel mio so-gno non ci sono compro-messi o mediazioni. La sal-vezza di uno sarà la sconfit-ta dell’altro. Mors tua vitamea. A questo punto vistoche le mie gambe sono fuo-ri gioco non mi resta che al-learmi con l’astuzia, virtuo-sa consigliera. Metto a pun-to un piano. Arresto la mia

HURRÀ GRIGI10 anno VI n. 1HURRÀ GRIGI

ECHI DI VIAGGIO di Simonetta Gorsegno

Dentro ad un sogno

I PALLINI di Puppigallo

Sabato 18 gennaio l’associazione cultura-le ‘Amici della musica e del canto-Carrozzo-ne Musicale’ torna al circolo culturale ‘Arteinsieme’, uno dei locali più in della nostra cit-tà, con la kermesse di musica, cultura espettacolo dal titolo ‘Erano i favolosi AnniSessanta’. La musicale è stata molto apprez-zata lo scorso anno, con un notevole succes-so di critica e di pubblico. La regia è affidataal maestro Mike Yacin che ne è il produttore,mentre la presentazione come sempre e delmitico Showman Mauro, presentatore uffi-

ciale del Carrozzone Musicale, che per l’oc-casione si avvale dell’aiuto di Clotilde Ar-mellini, la bellissima cordinatrice di ‘Bellez-ze in cittadella’, che farà gli onori di casa aitanti ospiti d’onore. Nel corso della serata inostri cantanti ci faranno ascoltare con tan-ta nostalgia le più belle canzoni dei favolosianni sessanta. Il pubblico in sala medianteuna scheda voterà la canzone più bella cheandrà di diritto alla finalissima.

Un affettuoso saluto a tutti nostri amici daMike, Clotilde e Mauro.

CARROZZONE SABATO 18 GENNAIO IN GALLERIA UNIVERSO

Erano gli Anni Sessantaarriva ad ‘Arte Insieme’

Laura Filippa tra Mike Yacin e lo showman Mauro

Page 11: Al-Monza

TV, MORTE E ALTRE SCHIOCCHEZZE di Giorgio Baracco (gbaracco.wordpress.com)

HURRÀ GRIGI 1117 gen. 2014 HURRÀ GRIGI 1117 gen. 2014 HURRÀ GRIGI

LA MUSICA CHE GIRA INTORNO di Davide De Faveri

Le speranze riposte nel Boss non vengono mai deluse

corsa. Mi blocco: a pochimetri dal baratro. Il corpodell’uomo incappucciatomi travolge e intenzional-mente rallento la sua corsa,fino a poco prima perfetta eveloce al punto da spiccareil volo da una montagna al-l’altra.

Ora però gli è impossibilerimontare; pochi metri loseparano dal baratro, loslancio troppo debole, èsenza alcuna possibilità diriuscita. Risucchiato dalvuoto, vola giù in picchiatadal precipizio. Il suo gridodisperato si alza nel cielo,fin giù nella foresta colorsmeraldo. Scacco matto,penso fra me e me, mentreseguo con gli occhi il suoscuro mantello in caduta li-bera fino al momento del-l’impatto al suolo.

Ho un fremito di libera-zione e mi sveglio nellastanza più luminosa chemai ricordassi. La luce delgiorno tappezza i muri e ilsoffitto di un candido bian-co, come se nulla si fosseconsumato all’interno. Nes-suna traccia che provi lalotta con il mio nemico,nessuna sfida e nessuna vit-toria. Intatta è ogni cosa:mobili e oggetti. Lo sguardodegli angeli appesi al muroconserva la stessa immotaserenità e non indicano congli occhi alcuna presenzaestranea. Le lenzuola chemi avvolgono sono perfet-tamente stirate e profuma-no di pulito. Sogno o sondesta?

A 64 anni suonati, Bruce Sprinsteennon sembra davvero intenzionato adappendere la Fender al chiodo. Alcontrario, appena due anni dopo‘Wrecking Ball’ e poco prima di intra-prendere un nuovo tour che si prean-nuncia mondiale, ecco arrivare neinegozi High Hopes. Grandi speranze,dunque. Titolo forse eccessivo per undisco che recupera vecchi inediti, rie-labora pezzi già pubblicati e proponealcune cover. Ma, ancora una volta, ilBoss non solo non delude, ma riescea sorprendere, anche grazie all’aiutodi Tom Morello. L’incontro tra l’exchitarrista dei ‘Rage Against the Ma-

chine’ (già presente in Wrecking Balle protagonista di alcuni concerti ac-canto alla storica E-Street Band)sembra aver dato una nuova scossaa Springsteen, spingendolo verso ter-ritori sonori prima sconosciuti. Pren-dete la nuova versione di The Ghostof Tom Joad, arricchita da un solo diMorello per cui c’è già chi grida, giu-stamente, al capolavoro o la stessaHigh Hopes, curioso caso di ‘cover dicover’, in quanto Springsteen avevagià inciso questo pezzo dei miscono-sciuti ‘Havelinas’ negli anni 90: maquesta nuova versione, in bilico trasoul e, lasciatecelo dire, noise chitar-

ristico, ‘spacca’, come ha scritto ilNostro sul proprio sito. L’onirica ver-sione di Dream Baby Dream (pezzodei newyorkesi ‘Suicide’) posta inchiusura riposta, anche se nota da al-cuni anni, è capace di regalare inatte-se emozioni ad ogni nuovo ascolto,proprio come quella American Skin(41 shots), già presente nel live aNew York City del 2001 e che non hamancato di sollevare polemiche perle tematiche trattate, ovvero l’omici-dio di un immigrato da parte della po-lizia nel 1999. Sì, perché il vero trattodistintivo di Springsteen, ciò che è ilvero comune denominatore di tutti i

suoi lavori, va ricercato proprio qui,nella sua capacità di unire lo spiritopiù cazzaro e scanzonato del rockcon quella di saper cantare la rabbiadella gente comune. Capacità che loporta a essere l’erede dei più grandicantautori statunitensi (da WoodyGuthrie a Bob Dylan, a Peter Seeger)ed allo stesso tempo di Elvis, il suopiù grande mito. Sarà forse per quel-lo che il brano migliore del disco, perme, è The Wall, dedicata a WalterChichon, rocker dei ‘Sixties’ che per-se la vita, giovanissimo, in Vietnam.Una ballata di rara intensità, in cuicanta: ‘Ho scritto questi versi per te/

Quella parete di pietra nera e questedifficili lacrime sono tutto ciò che miresta/ Ti ricordo sorridente in quellauniforme della Marina’. E allora, co-me sempre, lunga vita al Boss.

La scola ad ricamAm son truvà an fin palasiad cui bei, ad tanc’ani fatra mubilia midai e tasiina dona a m’ha ciamà.A m’anviar an t’in saloncon del besti ambalsamaie a suta di testonfan cucù falchet e quai.A dag fora an tna stansietacon del donitra d’armarituti aturn a ‘na tauletacme chi fisu di primari.A vig Laura, l’è cula biondache as senta fin da chie ammes ‘sta baraondauiè la Piera peina ad fi.Po la Lella, cla sa l’amstèl’ampartis el dispusisioncme cum bsogna travaiècon i’avugi e i zurion.«A son sicura che ‘sta querteinala piaserrà ai me clientsi la vigu an tla vidreinana fas fora pu che vent!»«Se Daniela, l’è propi acsè‘sta querteina l’è in bigiusù Antonietta diili teche axì belii na fan pù.»«Oh Maria a son d’acordinoi a fuma di caplavurch’is trovu pu anca se t’uardian tut’el ca ad cui gran siur!»I m’han dic che la Mariaper avnì a ricamèa sa svigia a la mateinacon el gal ch’el va a cantè!Uiè la Franca ch’alè taiaiaper teni i culegamentcon la stampa specialisaia:a dla Sip l’è in dirigent!La Chiaretta ‘sgaîentaia’l’ha da fè el decurasion.Le da N’Aik l’è rivaiacon dla frisa e i buton.Po con Bisia nasia a Zarach’alè armania u so amurina teila ch’alera ciarai l’ampinisu ad culur.«Su bei fii,dummi andrenta»dis la Lella ausandsi an pè«Fuma an modoche cul clentraa buca duerta posa ristè.»Tuti i pensu a la giurnà,u set ad mars, merculedì,quandi che tuta la sitàsarà chi, au dopmesdì!Conclusion:«Me car donise ch’av diga!Aiò scric con la pasion!U m’arman ancur ‘na riga:fuma belast’espusision!!!"

La scuoladi ricamoMi son trovato in un palazzodi quelli belli, di tanti anni fa,tra mobili medaglie e tazzeuna donna mi ha chiamato.M’incammino in un salone con animali imbalsamatie sotto a delle grandi testefanno cucù falchetti e quaglie.Sbuco in una stanzettacon delle donnetra degli armaditutte attorno ad un tavolinocome fossero dei primari.Vedo Laura, è quella biondache si sente fin da quie in mezzo a questa baraondac’è la Piera piena di fili.Poi la Lella, che sa il mestiere,impartisce le disposizionicome si debba lavorarecon aghi e forbicioni.«Sono sicurache questa copertinapiacerà ai miei clienti,se la vedono in vetrinane faccio fuori più di venti!»«Sì Daniela, è proprio così,questa copertina è un bijou,sù Antonietta, diglielo tuche di così bellenon ne fanno più!»«Oh Maria, sono d’accordo,noi facciamo dei capolavoriche non si trovano più anche se guardiin tutte le case di quei gran signori!»Mi hanno detto che la Mariaper venire a ricamaresi sveglia la mattinacon il gallo che va a cantare!C’è la Franca che è adattaa tenere i collegamenticon la stampa specializzata:della Sip è un dirigente!La Chiaretta ‘sgajentaja’deve fare le decorazioni.Lei da Acqui è arrivatacon della fettuccia e i bottoni.Poi con Bisia nata a Zara,che è rimasta il suo amore,una tela che era chiarala riempiono di colore.«Sù belle ragazze,diamoci dentro»dice la Lella alzandosi in piedi«Facciamo in modoche chi entraa bocca aperta possa restare.»Tutte pensano alla giornata,il sette di marzo, mercoledi,quando tutta la cittàsarà qui, nel pomeriggio!Conclusione:«Mie care donnecosa posso dirvi!Ho scritto con la passione!Mi rimane ancora una riga:facciamo bellaquesta esposizione!!!»

L’ANGOLO DEL DIALETTOdi Luciano Olivieri

100 milioni di euro. 13 episo-di. 1 stagione. Miglior serienella categoria ‘drama’. I pri-mi tre sono fatti, il quarto unaprevisione, che peraltro in-contra il favore di gran partedella stampa specializzata(pronostico sbagliato: il titolodi miglior serie drammatica airecentissimi Golden Globe èandato a Breaking Bad, ndr).Sto parlando di House ofCards, l’evento seriale del2013. Come noterete non housato l’espressione serie tvperché Netflix (ne ho parlatolo scorso numero, ricordate?)non è esattamente una tv e inAmerica House of Cards è sta-ta trasmessa in streaming(sull’Internet, insomma). Quida noi verrà trasmessa contutta probabilità su Sky, cana-le ancora top secret, e ovvia-mente costituirà una delleperle dell’offerta del gigantedi proprietà del magnate au-straliano Murdoch. Ma perchétutta questa

rettrice di una ONG, e hannouna cosa in comune: voglionoil potere. Lo desiderano, lobramano, lo cercano. Con tuttii mezzi possibili e con unacerta inclinazione per quellimoralmente ed eticamente di-scutibili (niente di paragona-bile in ogni caso alla coppiadelle grandi intese De Girola-mo-Boccia). La serie incomin-cia con la prossima nomina diFrank a Segretario di Stato,giusto riconoscimento peraver contributo a far vincerele elezioni al neo nominatoPresidente. Peccato che lanomina non avvenga. Peccatoche i capoccia del partito lovogliano al Congresso, a tira-re le fila di una legislatura chesi profila, come tutte le legi-slature a tutte le latitudini,quantomeno complicata. E luise la lega al dito. Anzi a duedita. E sceglie di fargliela pa-gare. Salata, salatissima. Isuccessivi dodici episodi ciportano nel cuore degli intri-ghi di palazzo, degli scontri dipotere, tra un’umanità fatta dipolitici, politicanti, giornalistiche molto spesso (ehm..) an-tepongono il loro interessepersonale all’interesse pub-blico (ma va?). Nulla di nuovosotto il sole, direte voi, e, seproprio vogliamo dirla tutta,nulla di nuovo in tv: che i poli-tici abbiano una concezionetutta loro della moralità non èesattamente una novità, spe-cie per chi ha vissuto in Italianegli ultimi trent’anni. Ma ilcontenuto è riscattato dallaforma, diciamo così, dallasplendida regia, da una foto-grafia superlativa e dalla reci-tazione shakespeariana diSpacey e compagni. Una reci-tazione che ha il suo plus nelcosiddetto abbattimento della‘quarta parete’ da parte delpersonaggio di Kevin Spacey,‘l’uomo che non deve maichiedere scusa, neanche allapropria moglie’ (cit). È lui in-fatti a rivolgersi direttamenteal pubblico, pardon agli spet-tatori, per commentare l’eter-na vicenda della commedia(tragedia?) umana dove mise-rie e bassezze, al pari di slan-ci e generosità, sono grosso-modo sempre gli stessi daEschilo a nos jours. E sembrache le primarie non abbianocambiato le cose.

Il potere a tutti i costi

enfasi ed attenzione su Houseof Cards? Primo: gli investi-menti che rivaleggiano con lemega produzioni di HBO stileBoardwalk Empire o Game ofThrones. Secondo: la presen-za di due mamma-santissimadi Hollywood e dintorni comeKevin Spacey (yes quello deiSoliti Sospetti) e David Fin-cher (yes quello di FightClub). Terzo: l’ottima qualitàdel prodotto, sofisticato, diffi-cile, ma di grandissimo appe-al. Il telefilm è in realtàl’adattamento di un’omonimaminiserie inglese degli anni90 e trasferisce l’ambienta-zione dalla (fu) nebbiosa Lon-dra alla complicata Washin-gton di oggi, accendendo i ri-flettori su una coppia di politi-ci e politicanti, Frank Under-wood e Claire Underwood, de-stinati ad entrare nell’immagi-nario di tutti gli appassionatidi telefilm. I due sono maritoe moglie, lui capogruppo alCongres-so, lei di-

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