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Maggio 05 ASCENSIONE ----------PER CHIEDERE PERDONO----------- Signore Gesù, tu sei il Servo fede- le, colui che realizza fino in fondo la volontà del Padre. Signore, pietà! L appuntamento è al crocevia della storia, in quella GaWea che era stata, da sempre luogo di passaggio, di inva- sioni, di scontri. Regione multietnica, diremmo noi oggi. È che il Risorto appuntamento ai suoi. Non al chiuso di una stanza densa di ricordi, come il cenacolo. Non al riparo da sguardi indiscreti. Non nel calore di una riunione inti- ma, tra i pochi che hanno condiviso con lui entusiasmi e spe- Cristo Gesù, tu sei venuto tra gli uomini per rivelare loro il volto di Dio. Cristo, pietà! vimento che richiama continuamente tutti coloro che hanno la vocazione dei sedentari, tutti quelli che vOITeb- bero fermarsi per contarsi, per la- sciarsi afferrare dalla memoria, per scavare qualche fossa o qualche trin- cea, per innalzare delle barriere di for- tificazione. No, non è questo che Gesù chiede ai suoi. L'immagine del cristiano non è quella di un uomo che apre il Vangelo Signore Gesù, elevato alla destra del Padre, tu intercedi per noi. Signore, pietà! Missione rischio sa' Certo. Ne sanno qualcosa i missionari e le missionarie di ogni tempo . Non è possibile imma- ginare quello che accadrà e bisogna veramente mettere in conto tutto: i processi, le battiture, il carcere, le ma- lattie, le infelTnità, l'isolamento, l' in- comprensione , la calunnia. Tutto! Missione impossibile, dunque! Fatta apposta per pochi eroi, per gente di- sposta a tutto, non per uomini e don- ne comuni , che schiatta- Una pista per l'omelia no alla prima prova. ranze, fatiche e contrasti. Tutt'alu"o. Vìsto che si do- vrà affrontare il mare aper" to, che si dovrà andare ai quatn"o angoli della telTa a ANDATE ... IO SONO CON VOI No. Gesù non è uno che lancia in imprese sconsi- derate. portare la buona novella, tanto vale la pena mettersi già in posizione di par- tenza. Di una partenza, infatti, si tratta. Di uno stacco dalla telTa che hanno per- corso insieme, Maestro e discepoli, verso le teo"e più lontane, tra popoli che parlano lingue diverse e hanno culture molto differenti tra loro. Questo '?\i1date!" verso "tutte le nazio- ni " è scritto, da quel giorno nei cro- mosomi della Chiesa. Un verbo di mo- e si immerge nella lettura, sprofon- dando nella comoda poltrona, con i piedi infilati nelle pantofole. Il Vangelo è un libro di viaggio, da aprire per strad a, da far trasparire nel cammino di ogni giorno, quello che si intraprende assieme a uomini e don- ne di ogni età, provenienza, tradizio- ne. Il Vangelo è fatto per cambiare la realtà, per destare e far affrontare la strada, con tutti i suoi pericoli e le sue sorprese. CAROVANA DIINVOCAZIONI Dio, oggi tu ci inviti a diventare una sola famiglia, dove tutti si trat- tano da JrateUi e ti riconoscono come Padre. A te ci rivolgiamo allora con .fiducia, dicendo: Moltiplica, o Padre, i gesti di fraternità! • Perché la fede di tutti i cristiani diventi un segno della bontà di Dio. Preghiamo. • Perché la gioia della Pasqua sia rivelata a tutti gli uomini di buona volontà. Preghiamo. • Perché tutti i bambini della terra trovino l'affetto di unafamiglia e il necessario per crescere sereni. Preghiamo. • Perché i nostri gesti di carità ridonino la speranza ai più poveri e abbandonati. Preghiamo. • Perché la nostra comunità sia un luogo di accoglienza, di ascolto e di aiuto reciproco. Preghiamo. Affida un compito, ma as- sicura anche una presenza: "lo sono con voi tutti i giorno, fino alla fine del mondo". È qui che riposa la fiducia, la serenità, la bontà che accompagnano i messag- geri del Vangelo anche nei frangenti più drammatici. È la certezza di non essere in balia del caso, nelle mani della cattiveria e della violenza umana, ma accompagnati, se- guiti a vista d'occhio, sostenuti e pre- ceduti dal Signore Gesù. In famiglia o Dio, quando ti riconosciamo come nostro Padre dobbiamo riconoscere ogni uomo come nostro fratello. Fa' che rendiamo più bello questo mondo che tu hai affidato a tutti noi. Per Cristo nostro Signore. AMEN.

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Maggio 05 ASCENSIONE

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu sei il Servo fede­le, colui che realizza fino in fondo la volontà del Padre. Signore, pietà!

L appuntamento è al crocevia della storia, in quella GaWea che era stata, da sempre luogo di passaggio, di inva­sioni , di scontri . Regione multietnica, diremmo noi oggi. È lì che il Risorto dà appuntamento ai suoi. Non al chiuso di una stanza densa di ricordi, come il cenacolo. Non al riparo da sguardi indiscreti. Non nel calore di una riunione inti­ma, tra i pochi che hanno condiviso con lui entusiasmi e spe-

Cristo Gesù, tu sei venuto tra gli uomini per rivelare loro il volto di Dio. Cristo, pietà!

vimento che richiama continuamente tutti coloro che hanno la vocazione dei sedentari, tutti quelli che vOITeb­bero fermarsi per contarsi, per la­sciarsi afferrare dalla memoria, per scavare qualche fossa o qualche trin­

cea, per innalzare delle barriere di for­tificazione. No, non è questo che Gesù chiede ai

suoi. L'immagine del cristiano non è quella di un uomo che apre il Vangelo

Signore Gesù, elevato alla destra del Padre, tu intercedi per noi. Signore, pietà!

Missione rischiosa' Certo. Ne sanno qualcosa i missionari e le missionarie di ogni tempo. Non è possibile imma­ginare quello che accadrà e bisogna veramente mettere in conto tutto: i processi, le battiture, il carcere, le ma­lattie, le infelTnità, l'isolamento, l'in­comprensione, la calunnia. Tutto! Missione impossibile, dunque! Fatta apposta per pochi eroi, per gente di­sposta a tutto, non per uomini e don-

ne comuni, che schiatta­

Una pista per l'omelia no alla prima prova. ranze, fatiche e contrasti .

Tutt'alu"o. Vìsto che si do­vrà affrontare il mare aper" to, che si dovrà andare ai

quatn"o angoli della telTa a

ANDATE ... IO SONO CON VOI No. Gesù non è uno che lancia in imprese sconsi­derate.

portare la buona novella, tanto vale la pena mettersi già in posizione di par­tenza. Di una partenza, infatti, si tratta. Di uno stacco dalla telTa che hanno per­corso insieme, Maestro e discepoli, verso le teo"e più lontane, tra popoli che parlano lingue diverse e hanno culture molto differenti tra loro. Questo '?\i1date!" verso "tutte le nazio­ni" è scritto, da quel giorno nei cro­mosomi della Chiesa. Un verbo di mo-

e si immerge nella lettura, sprofon­dando nella comoda poltrona, con i piedi infilati nelle pantofole. Il Vangelo è un libro di viaggio, da aprire per strada, da far trasparire nel cammino di ogni giorno, quello che si intraprende assieme a uomini e don­ne di ogni età, provenienza, tradizio­ne. Il Vangelo è fatto per cambiare la realtà, per destare e far affrontare la strada, con tutti i suoi pericoli e le sue sorprese.

CAROVANA DIINVOCAZIONI Dio, oggi tu ci inviti a diventare una sola famiglia, dove tutti si trat­tano da JrateUi e ti riconoscono come Padre. A te ci rivolgiamo allora con .fiducia, dicendo: Moltiplica, o Padre, i gesti di fraternità!

• Perché la fede di tutti i cristiani diventi un segno della bontà di Dio. Preghiamo.

• Perché la gioia della Pasqua sia rivelata a tutti gli uomini di buona volontà. Preghiamo.

• Perché tutti i bambini della terra trovino l'affetto di unafamiglia e il necessario per crescere sereni. Preghiamo.

• Perché i nostri gesti di carità ridonino la speranza ai più poveri e abbandonati. Preghiamo.

• Perché la nostra comunità sia un luogo di accoglienza, di ascolto e di aiuto reciproco. Preghiamo.

Affida un compito, ma as­sicura anche una presenza: "lo sono con voi tutti i giorno, fino alla fine del mondo". È qui che riposa la fiducia, la serenità, la bontà che accompagnano i messag­geri del Vangelo anche nei frangenti più drammatici. È la certezza di non essere in balia del caso, nelle mani della cattiveria e della violenza umana, ma accompagnati, se­guiti a vista d 'occhio, sostenuti e pre­ceduti dal Signore Gesù .

In famiglia o Dio, quando ti riconosciamo

come nostro Padre dobbiamo riconoscere

ogni uomo come nostro fratello. Fa' che rendiamo più bello questo mondo che tu hai affidato

a tutti noi. Per Cristo nostro Signore.

AMEN.

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Novembre 04 10 DOMENICA DI AWENTO ~

---------- PER CHIEDERE PERDONO ----------Signore Gesù, tu sei la luce che splende nella nostra notte. Vieni a cacciare le tenebre dell'orgo­glio. Signore, pietà!

I l rischio più grosso è quello di vive­re, giorno dopo giorno, come se

nulla fosse . Immersi nel grigiore, sperduti in una complessità che non lascia intravedere alcuna direzione, incapaci di cogliere gli indizi di ciò che sta per accadere, annegati in un' opacità senza via d'uscita, tutti presi dalle incombenze correnti: "mangia­vano e bevevano, prendevano moglie e marito ".

Cristo Gesù, tu sei la pace donata al nostro mondo. Vieni ad elimi­nare ogni incomprensione. Cristo, pietà!

Un finale tragico che Gesù non esita a prendere come plmto di riferimen­to per lanciare un duplice avverti­mento: "Vegliate" e "State pronti". "Vegliate" cioè scuotetevi dal sonno, uscite da una situazione di incoscien­za, di appannamento, di intorpidi­mento. Il Signore Gesù ritornerà nella gloria, ma non sappiamo quando. Ecco per-

Signore Gesù, tu sei la sorgente della vera gioia. Vieni a strapparci ad ogni illusione. Signore, pietà!

tivo. Ne va della loro salvezza, del loro futuro. Essere pronto per il discepolo com­porta alcuni atteggiamenti e alcune scelte: • prendere a cuore, innanzitutto, la sua relazione con Dio. È questo il mo tenace che ci impedisce di perderci, di smarrirci, di venire meno, nei di­versi frangenti della nostra storia

individuale e collettiva;

Una pista per l'omelia Qualcuno obietterà: Ma cosa c'era di male in quello che facevano? In effetti non c'era nulla di ''VEGLIATE! STATE PRONTI!"

• aprire il proprio cuore a quella Parola che, sola, può tracciare il cammino della vita, svelandoci il

male. Ma noi non siamo venuti al mondo solo per soddisfare le necessità della vita fisica e per ave­re una vita affettiva. C'è qualcos'al­tro ... Ed è proprio questo che manca ed impedisce a quegli uomini di coglie­re ciò che stava per accadere. li rife­rimento non è privo di una certa drammaticità: "non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e li inghiottì tutti".

ché bisogna tenere gli occhi bene aperti, perché la sua venuta diventi momento di grazia e non di perdizio­ne, compimento di una speranza col­tivata nel tempo e non tragico risve­glio. "State pronti" cioè non fatevi cogliere di sorpresa. Ma cosa significa concre­tamente questo "state pronti"? I cri­stiani di oggi non possono evitare di dare una risposta a questo interroga-

CAROVANA DIINVOCAZIONI

All'inizio di questo tempo di Avvento, invochiamo fiduciosi il nostro Dio. Spesso i nostri animi possono essere assonnati e stanchi. Diciamo insieme: Il tuo Spirito ridesti i nostri cuori!

• Ravviva la speranza dei cristiani nel ritorno glorioso di Gesù. rendili attenti a ciò che accade nella storia. Preghia-mo ...

• Le ingiustizie e l'odio spingono UOmlnl e popoli alla violen­za e alla guerra. Ti supplichiamo per la giustizia, il per­dono e la pace. Preghiamo ...

• La nostra parrocchia comincia un nuovo anno liturgico. Sostieni con i tuoi doni i preti, i catechisti, gli animatori dei gruppi e tutti coloro che ci aiutano a crescere nella fede e nella bontà. Preghiamo ...

• Fa' che nelle nostre famiglie non manchino dei momenti di preghiera, perché possiamo rivolgerei insieme a te, che sei nostro Padre, e ascoltare la tua Parola. Preghiamo ...

• Ti invochiamo per tutti bambini del mondo. Non permette­re che si sentano soli e abbandonati. Fa' che diventiamo noi gli amici di quelli che sono appena arrivati nel nostro paese e nel nostro gruppo. Preghiamo ...

progetto di Dio, la sua azione di salvezza; • vivere in una solidarietà operosa per costruire un mondo più giusto, all'insegna dell'equità, della condivi­sione e della fraternità. Solo in questo modo il cristiano può attendere con fiducia il ritorno del suo Signore. Solo così la sua venuta diventa un appuntamento di grazia e di gioia.

In ufamiglia

Venga il tuo giorno, Signore!

Venga il giorno in cui parole come

"guerra", "fame" e "ingiustizie" risulteranno

incomprensibili. E donaci fin d'ora

di preparare quel momento

con un' attesa operosa.

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Dicembre 04 2a DOMENICA DI AWENTO

----------- PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù, in mezzo al fra­stuono della vita di ogni giorno, riusciremo ad intendere la voce del Battista che ci invita ad acco­glierti? Signore, pietà!

Giovanni è uno che ha semplifica­to al massimo la sua esistenza: è

vestito in modo rudimentale e mangia quello che trova. Un'esistenza selvati­ca, si direbbe oggi, negata agli agi e al­le comodità. Un'esistenza tutta al ser­vizio di un ruolo, di una missione, di un messaggio. Giovanni deve annun­ciare la venuta del Messia: l'appunta­mento atteso da secoli, quello da cui dipende la salvezza o la perdizione.

Cristo Gesù, tra le mille preoccu­pazioni che ingombrano il nostro cuore, sapremo fare spazio alla tua parola? Cristo, pietà!

sue scelte, che non possono essere ul­teriormente rimandate. Un modo per richiamarci alla realtà delle nostre de­cisioni e delle nostre azioni . Convertirsi non è né un'operazione facile, né indolore. Come non è facile né indolore ogni cambiamento auten­tico, in profondità, ogni cambiamento che obblighi un po' a morire alle cose vecchie per far spazio alla novità. E qui si tratta di cambiare il cuore, di

Signore Gesù, distratti da tanti affanni, sapremo cogliere ciò che è veramente essenziale per la nostra vita? Signore, pietà!

solo se, dentro, c 'è la fiamma viva del desiderio. Desiderio di uscire dalla pa­lude melmosa in cui da troppo tempo stiamo muovendoci, desiderio di re­spirare a pieni polmoni la dignità e la bellezza della vita, desiderio di torna­re ad essere limpidi e autentici, come abbiamo sempre sognato. Desiderio di incontrare Dio e di vivere in rela­zione con lui, costi quello che costi. Convertirsi significa scegliere non

E lo fa senza mezzi termini, mettendo ognuno davanti al­le sue responsabilità. Questo è il momento di convertirsi,

Una pista per l'omelia una vita qualsiasi, ma una vita piena. Significa sfuggire alla tiepidezza, al tentativo di se-

di cambiar vita, di fare degni frutti di conversione. Non c'è tempo, non è il caso di riman­dare a domani , semplicemente per­ché non è affatto sicuro che ci siano tempi supplementari, ulteliori possi­bilità. Chi non afferra questa occasione -che è l'ultima e la definitiva - rischia di perdere tutto. Chi manca questo appuntamento, resterà tagliato fuori . Un modo spiccio, senza preamboli, di mettere ognuno di noi davanti alle

"CONVERTITEVI!"

cambiare il modo di considerare la realtà, di staccarsi da vizi inveterati prendendo il coraggio di comporta­menti inediti . Logica, a questo punto, una domanda: Cristiano, cosa ne hai fatto del tuo Bat­tesimo? Cosa ne stai facendo della tua vita? Che cosa conta veramente oggi per te? Convertirsi implica un movimento: un lasciare, un abbandonare, per inol­trarsi in percorsi nuovi. E ci si muove

CAROVANA DI INVOCAZIONI

Abbiamo ascoltato l'invito di Giovanni il Battista. Egli ci chiede di preparare le strade al Signore. E domanda una conversione autentica. Diciamo insieme: Signore, donaci il coraggio di cambiare! • Padre buono, dona forza a tutti i cristiani perseguitati e ride­

sta la fede dei cristiani pigri. Preghiamo ... • Padre misericordioso, dona a queUi che hanno sbagliato la

possibilità di cambiare vita e di ritrovare la via dell'onestà e della giustizia. Preghiamo ...

• Padre che ami la vita, non permettere che dimentichiamo tutti quelli che stanno male, quelli che soffrono per la fame, la mi­seria, le malattie. Preghiamo ...

• Padre Pieno di delicatezza, sostieni tutti i volontari che rega­lano il loro tempo ai Più poveri e svantaggiati. Preghiamo ...

• Padre Pieno di amore, accompagna ogni uomo e ogni donna di buona volontà che cerca il tuo volto e desidera incontrarti. Preghiamo ...

dersi su più sedie, alla voglia di tenersi aperte più porte.

C'è una decisione da prendere, ed è definitiva. C'è un coraggio da mostra­re e lo si manifesta con gesti concreti . Tutto quello che ritarda, impaccia, ap­pesantisce diventa un ostacolo da cui liberarsi. Perché Colui che sta per arrivare non merita solo gli scampoli della nostra esistenza, le frattaglie del nostro tem­po, ma tutta la nostra intelligenza, il nostro cuore, le nostre risorse, la no­stra volontà.

In famiglia

Dio di tenerezza e di misericordia,

tu ti sei ricordato delle tue promesse

I~ :

e hai inviato a noi l'ulti1no dei profeti dell'antica

alleanza. E' lui che fa udire la tua voce nei nostri deserti

ed apre il nostro ani1no alla gioia dell'incontro.

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Dicembre 04 30 DOMENICA DI AWENTO

----------- PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù , tu non sei come ti abbiamo immaginato. Sapremo accogliere le sorprese del tuo amore? Signore, pietà!

Cristo Gesù, tu ci proponi di cogliere i segni della tua presen­za. Ma i nostri occhi sapranno riconoscere le tue tracce? Cristo, pietà!

Signore Gesù, tu ci chiedi di vivere in modo nuovo, secondo il tuo Vangelo. Ma noi siamo pronti a cambiare, a convertirci? Signore, pietà!

l'lì

G iovanni è in prigione. Ha sen­tito parlare di Gesù , di quello

che sta facendo . Quello che gli rife­riscono, tuttavia, non sembra pro­prio andar d'accordo con le sue attese. Per lui il Messia è uno che farà piazza pulita, senza mezzi ter­mini. Spazzerà scandali ed ingiusti­zia, ripristinerà un rapporto auten­tico e sincero con Dio. Eserciterà in modo lucido e implacabile il giu­

non con le idee o le dotte disquisi­zioni . Un invito a restare sul terreno con­creto della vita quotidiana . Un invito a cogliere il nuovo nelle parole e nei gesti di ogni giorno . Un giudizio costruito su quello che si vede e si tocca. E se oggi la stessa domanda fosse rivolta anche a noi? Se oggi noi do­vessimo fornire una risposta sullo

poveri e profeti come lui. Basta far­si un giro per i supermercati - veri templi domenicali in questo perio­do - per rendersi conto della po­tenza del consumismo. Imbottisce di roba e fa perdere il desiderio di ciò che è essenziale. Ma ci sono persone che continuano a sperare, persone che si portano dentro una fame che nessun prodotto natalizio può colmare, una sete a prova di

dizio . Gesù non è pro­prio un Messia di questo Una pista per l'omelia

qualsiasi intruglio più o meno frizzante e colora- ' i

genere. E probabilmente Gio­vanni ha sentito qualco-

CIÒ CHE UDITE E VEDETE to. Questi hanno diritto ad

sa che rimette in discussione la sua immagine dell'Inviato di Dio . Offre misericordia, mangia con i pecca­tori, si rivolge ai poveri , guarisce e l'i solleva quanti sono abbattuti. Ecco perché la domanda: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?". La risposta di Gesù è altrettanto franca e chiara: "Andate e riferite a Giovanni quel­lo che udite e vedete ... ". Un invito a misurarsi con la realtà,

stesso terreno? Ci sarebbe, da qual­che parte ancora, qualcuno che attende come Giovanni il Battista e che si sentirebbe rincuorato dal racconto di quello che sta accaden­do' La scommessa del Cristianesimo e delle Chiese è tutta qui. È vero: c'è gente in giro che non si fa più do­mande e che non coltiva più atte­se .Almeno di quelle attese che por­tava in cuore Giovanni e tanti

CAROVANA DI INVOCAZIONI Signore, noi sappiamo che tu non ci abbandoni alle nostre diffi­coltà. Per questo, animati dalla speranza, ti diciamo: Signore, donaci la tua gioia! o Signore, porta luce e gioia nelle giornate dei cristiani. La tua

Parola li accompagni Preghiamo ... o Signore, aiuta tutti gli uomini e le donne di buona volontà, che

lavorano per la giustizia e per la pace. Preghiamo ... o Signore, sostieni tutti quelli che attraversano momenti diffici­

li Metti accanto a loro degli amici, dei fratelli Preghiamo ... o Signore, non lasciarci mancare i profeti, che denunciano le

ingiustizie e difendono i diritti dei poveri. Preghiamo ... o Signore, benedici il lavoro di quelli che seminano un po' di

allegria e di umorismo nel cuore degli uomini· gli attori e i pagliacci del circo, gli animatori di serate. Preghiamo ...

una risposta , vera e con­creta, come quella fornita da Gesù. Hanno diritto a misurare il cambia­mento. Solo il racconto di ciò che accade li può convincere. Quel rac­conto che mette noi , Chiese dell'Occidente, brutalmente per terra di fronte ai tanti "miracoli" delle Chiese del Terzo Mondo. E ci fa provare la struggente nostal­gia di un 'esistenza cristiana pit1 le­gata al Vangelo, pit1 audace nella carità.

In famiglia

Sulla soglia della tristezza, nella foresta degli affanni, tu vieni a visitarci, o Dio, tu che ci conosci meglio

di noi stessi vieni a portarci la tua gioia

e a condurci su un sentiero di luce.

'.1

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Dicembre 04 40 DOMENICA DI AWENTO

----------- PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù , Dio ci parla in tanti modi, ma noi non sappiamo ascoltarlo come ha fatto Giuseppe. Signore, pietà!

......

E piuttosto singolare. E non man-ca mai di sconcertare. Giu­

seppe nei vangeli non parla. Non ci viene riferita neppure una parola uscita dalla sua bocca. Giuseppe ascolta e agisce. Ascolta Dio che parla, Dio che an­nuncia qualcosa di grande che lo tocca da vicino, al ptmto da scon­volgere la sua vita affettiva. Dio non lo fa con mezzi potenti, con la forza indiscutibile di una mani­

Cristo GeSti, Dio ci domanda di fidarci di lui, ma noi non riuscia­mo ad accogliere i suoi progetti come ha fatto Giuseppe. Cristo, pietà!

"padre putativo": se Giuseppe non interviene nel concepimento di GeSti , la sua tuttavia è una paternità esercitata con tutte le sue risorse, un accompagnamento concreto, affettuoso, fedele di un bambino verso la giovinezza e l'età adulta. Giuseppe accetta. Giuseppe obbe­disce alle parole dell'angelo. Si fida . Senza chiedere garanzie, prove, ras­sicurazioni. Senza far notare che è

Signore Gesù , Dio ci chiede di collaborare ad un disegno di amore, ma noi non abbiamo la stessa disponibilità e generosità di Giuseppe . Signore, pietà!

per ripettoso . Giuseppe avrebbe la legge dalla sua parte. Gli consenti­rebbe di fare gesti plateali : un libel­lo scritto , un'azione pubblica di ri­pudio. Prima ancora che l'angelo gli parli Giuseppe aveva deciso altri­menti. Per affetto verso Maria? Perché non può credere che Maria gli sia stata infedele? Per rispetto davanti a una realtà misteriosa? Non lo sapremmo mai. Ci basti sa­

festazione gloriosa. Dio si rivela nel sogno e parla al cuore di Giusep­pe. Gli dice che quel bam­

Una pista per l'omelia pere che questo l'aveva fatto per un senso un po' nuovo di "giustizia". L'angelo lo chiama "figlio di Davide", discendente

GIUSEPPE, UOMO GIUSTO

bino che sta crescendo nel grembo di Maria viene da Dio ed ha una missione unica. Gli chiede di pren­dere con sé la donna e il bambino, di fare da padre a quest'ultimo. Col cuore, con l'intelligenza, con il suo lavoro, non solo di fronte alla società. Molte volte penso che si fa un gran torto a Giuseppe col chiamarlo

piuttosto arduo assumersi certe re­sponsabilità solo sulla scorta di un sogno. Giuseppe risponde con i fat­ti . E sono i fatti di un uomo buono, di parola. Anche se non di tante parole. Il vangelo di Matteo lo pre­senta come un "giusto" . Il che non vuoi dire intransigente, duro, infles­sibile esecutore della legge . "Giu­sto" sta per delicato, per benevolo,

CAROVANA DIINVOCAZIONI Vicini al Natale, ne viviamo già intensamente la gioia. Con la col­laborazione di creature semplici efiduciose, come Maria e Giu­seppe, tu ci hai donato l'Emmanuele. Come possiamo dubitare del tuo amore per gli uomini? Diciamo insieme: Signore, trasforma la nostra vita! • Signore, ti preghiamo per tutti i bambini e le bambine del mon­

do. Proteggili da ogni pericolo. Colmali di gioia e circondali di persone che vogliono loro tanto bene. Preghiamo ...

• Signore, mentre si avvicina lafesta del Natale, cresca la sere­nità e l'affetto nelle nostre famiglie. Aiutaci a trasmettere un po' di gioia a chi è nella tristezza. Preghiamo ...

• Signore, sostieni coloro che assistono e curano gli ammalati. Metti bontà, delicatezza e rispetto nelle loro parole e nei loro gesti. Preghiamo ...

• Signore, aiutaci ad essere fedeli ai buoni propositi chefaifio­rire nel nostro animo. Preghiamo ...

• Signore, non permettere che ci siano uomini e donne che do­vranno temere per la loro vita anche il giorno di Natale. Fa' crescere la pace nel mondo. Preghiamo ...

della famiglia del re Da-vide . E ce lo fa conoscere in un'altra veste . Come colui che salda, con la sua paternità, il Messia alle promesse antiche. L'Atteso non doveva essere un "discendente di Davide"? Paradossalmente è proprio Giu­seppe ad assicurare questo compi­mento con la sua paternità di cuo­re , non di sangue.

In famiglia

Benedetto sei tu, Signore, perché in Gesù,

il tuo Figlio, hai realizzato

ogni promessa.

Benedetto sei tu per Maria e Giuseppe

e per tutti quelli che, come loro, si rendono

disponibili a vivere l'avventura della fede.

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IM.'M§INI Gennaio 05 BATTESIMO DEL SIGNORE"

-----------PER UN'AZIONE DI GRAZIE -----------

Benedetto sei tu, Messia atteso, che vieni nella nostra carne e diventi il servitore dei poveri.

Benedetto sei tu, Signore dei signori, che oggi discendi nel Giordano con il popolo dei peccatori.

Benedetto sei tu, Pastore dei popoli, oggi tu intendi la voce del Padre e ricevi la consacrazione dello Spirito.

Con Giovaruti Battista noi proclamiamo la tua gloria, con Giovanni Battista confessiamo la tua presenza in mezzo a noi e ci mettiamo sui tuoi passi per ricevere da te una vita nuova.

Sì, a dispetto del proverbio che tutti co- è il salvatore di tutti gli uomini. Così nella traccia alcuna di peccato. Uomo tra gli uo-noscono C<L'Epifania tutte le feste porta festa dell'Epifania, il 6 gennaio, abbiamo mini, egli viene riconosciuto come il Figlio, via») è questa festa del Battesimo del Si- ricordato quegli stlani e misteriosi perso- venuto a realizzare il progetto di amore che gnore Gesù l'ultima festa del tempo di naggi che vengono da lontano, seguendo il Padre gli ha affidato. Con la forza, con la Natale. Lo scenario, è vero, è cambiato. E di una stella, e giungono fino a Gesù. I doni saggezza che gli vengono dallo Spirito. In molto. Non siamo più a Betlemme. Niente che gli offrono mostrano come in lui, anco- questo modo incarnazione e missione ven-grotta, mangiatoia e pastori. E, soprattutto, ra bambino, riconoscono il Signore del gono saldamente congiunte. Quel bimbo Gesù non è più un bambino. Ora è un adul- mondo. In quei magi siamo rappresentanti che abbiamo contemplato nella mangiatoia to. E tuttavia, nonostante la grande diversità tutti noi che, senza appartenere ad Israele, è venuto proprio per questo. Come non ci di scenario e di personaggi, proprio questo abbiamo creduto in Gesù e lo riconosciamo si attendeva la sua nascita in un alloggio di

episodio ci permette di intendere ~===================~ fortuna, in condizione di povertà, così meglio il senso del Natale. E' come Una pista per l'omelia per molti risulterà strano il suo modo se la liturgia ci prendesse per ma-no di agire. Eppure è proprio lui quel ser-e ci volesse far contemplare il mis- UN FESTA "NATALIZIA" vo di cui aveva parlato il profeta Isaia tero dell'Incarnazione attraverso (prima lettura di quest'oggi).Viene per tre quadri. Quello del Natale, il 25 dicembre. come il nostro Signore. offrire misericordia, non per condannare; Gesù nasce a Betlemme, la città di Davide. Anche quella di oggi è una scena di "mani- viene per rialzare chi vacilla, non per abbat-Non solo a causa del censimento, ma per- festazione". Con una novità, però: essa pre- tere chi è ftagile e debole. Viene a portare ché proprio lui è il "discendente di Davide", lude direttamente ad una "missione". Lo un annuncio di gioia, non la notizia del giu-il Messia atteso. Nasce povero e a riconos- Spirito che discende in forma di colomba, la dizio imminente. Le sue parole e le sue azio-cerio sono dei poveri, i pastori del luogo voce del Padre che riconosce il suo Figlio ni saranno una consolazione e una speranza che però sono anche i "pa-stori del re". In "confermano" in Gesù l'intenzione di dare per tutti i poveri, i malati, i prigionieri del loro riconosciamo tutti quelli che apparten- inizio alla sua predicazione pubblica. Me- male che lo incontreranno. go no al popolo di Israele e che hanno atte- scolato alla folla dei peccatori che vanno da Se il Figlio si è fatto uomo è proprio per so e accolto il Messia. Giovanni il Battista, egli può essere confuso questo: per condividere la nostra vita e per Ma Gesù non è venuto solo per Israele. Egli come uno di loro, anche se in lui non c'è trasfigurare le nostre esistenze.

CAROVANA DI INVOCAZIONI

Il Battesimo di Gesù al fiume Giordano ci ha fatto ricordare il nostro Battesimo e il cammino di fede che stiamo percorrendo. Il Signore ci faccia crescere ogni giorno nel suo amore. A lui diciamo insieme: Ravviva in noi il tuo dono, Signore! o Signore, ti preghiamo per la nostra parrocchia, comunità dei

battezzati' ogni cristiano apra il suo cuore alla tua Parola di amore e di misericordia. Preghiamo ...

o Signore, ti preghiamo per i nostri genitori che hanno chiesto per noi il Battesimo: siano per noi testimoni autentici e disce­polifedeli di Gesù. Preghiamo ...

o Signore, ti preghiamo per tutti i ragazzi che riceveranno il Battesimo:trovino degli amici che comPiono assieme a loro l'itinerario che conduce a te. Preghiamo ...

o Signore, ti preghiamo per i catechisti e gli educatori: la loro parola desti in noi il desiderio di cercarti e di ascoltarti. Preghiamo ...

o Signore, ti preghiamo per noi' non permettere che le feste del Natale passino invano. Ridesta in noi il desiderio di incon­trarti e la gioia di fare qualcosa per gli altri Preghiamo ...

In famiglia

Padre, con lo Spirito hai colmato della

tua saggezza e della tua bontà Gesù, perché portasse l'acqua

della tua grazia a questa nostra terra inaridita.

Con la forza dello stesso Spirito fa' che

siamo sempre più fedeli all'alleanza battesimale

che ci lega a te per sempre.

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,

Maggio 05 CORPO E SANGUE DI CRISTO

-----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, in ogni Eucatistia ti doni a noi come Pane di vita. Signore, pietà!

Forse non ci abbiamo mai pensato, ma quando andiamo a ricevere la santa Comunione noi compiamo due gesti che ci mettono nello stato d'ani­mo giusto. Due gesti che passano attraverso il corpo, per raggiungere il cuore. Due gesti che dovrebbero far nascere due atteggiamenti precisi. Ci mettiamo in cammino, muovendo­ci dal nosu-o posto e formando una processione più o meno lunga. Questo staccarsi e andare, que-

Cristo Gesù, tu vuoi riunirei in una sola famiglia, in un solo corpo. Cristo, pietà!

Pane che riceviamo ci trasfonna, dal di dentro. Ci sentiamo figli di uno stes­so Padre e fratelli ua. noi. Awertiamo che il Cristo ha donato la sua vita, ha versato il suo sangue, perché tutti noi fossimo libela.ti dal dominio del male e diventassimo "un solo corpo". E poi c'è il gesto di tendel-e la mano. Gesto che per alcuni è stata una ovità, quasi iniverente. Ma per chi ha dimestichez7..a con la storia della co-

Signore Gesù, tu ci prometti la vita eterna, tu ci chiami alla comunione con te per sempre. Signore, pietà!

vero, uno che awerte come senza quel Pane tutto sia più difficile, se non addirittura impossibile. Quel Pane spezzato per la vita del mondo è un Pane che sostiene tutti coloro che vogliono mettersi sui passi di Gesù, tutti quelli che hanno deciso di pren­dere sul serio il suo Vangelo. Non si ua.tta di persone perfette, di gente immune da peccati, da debolezze, da fragilità. Ogni volta che cominciano la

celebrazione della Messa si bat-sto aggregarsi e mettersi insie­me mi sembra abbiano due si­gnificati. Da una parte sono il segno del desiderio, di chi va incontro, di chi attende un dono

Una pista per l'omelia tono il petto, invocando il per­dono di Dio. Pochi momenti prima della santa Comunione

e raccorcia le distanze per poter rice­vedo Plima. Ma esprimono anche una "condizione" che è tipica del C1-eden­te. Sì, perché ogni credente, a partire da Abramo, è proprio un pellegtino, uno che è in ascolto della Parola di Dio e che va là dove essa lo conduce, uno che quaggiù non ha una stabile dimora e che cammina verso la casa eterna. Ma poi, nello stesso tempo, il mettersi insieme ci fa sentire un po­polo, una famiglia, una Chiesa. Quel

.... PANE CHE DA LA. VITA

munità cristiana si ua.tta del gesto più antico con cui ricevere la santa Co­munione. Tanto antico che un Padre della Chiesa giunge addirittura. a spie­gare dettagliatamente come dispolTe la mano sinistra e quella destra quan­do si va a licevere il Corpo di Cristo. Tendere la mano: gesto cii invocazio­ne, richiesta di aiuto, di soccorso. Gesto dei poveri, gesto degli affiunati. E ognuno di noi che si accosta alla mensa eucaristica è veramente un po-

CAROVANA DI INVOCAZIONI Signore nostro Dio, il tuo Figlio Gesù ci ha donato tutto se stesso, la sua stessa vita. Il suo corpo e il suo sangue ci aiutano ad affrontare le difficoltà della nostra esistenza. Per questo, uniti insieme, ti diciamo: Signore, donaci il pane della vita!

o Dona ai cristiani di questa parrocchia la gioia di ritrovarsi insieme per la Messa domenicale. La tua Parola ci porti luce e gioia. Preghiamo ...

o Ridesta la coscienza di coloro che si sono allontanati da Te, perchè possano trovare la gioia di incontrarti ancora. Preghiamo ...

o Sostieni i malati, e in particolare quelli che devono a.ffrontare cure dolorose. Non lasciar mancare loro la forza che viene dalla Santa Comunione. Preghiamo ...

o Metti tanta pazienza e tanto amore nelle persone che si prendono cura degli anziani. SaPPiano trasmettere serenità e coraggio. Preghiamo ...

o Ricordati di tutti coloro che portano ai malati e agli anziani il Pane consacrato. Rendili premurosi nei confronti di tutti quelli che incon­trano. Preghiamo ...

o Dona agli agricoltori un raccolto abbondante. E fa' che tutti noi pro­viamo riconoscenza pel' i frutti della terra. Preghiamo ...

ognuno liconosce "Signore, io non sono degno ... ". Ma tutti

sanno che l'avventura della fede è segnata dalla grazia, da llil aiuto che d raggiunge, da un sostegno imprevisto. E quel Pane che è il Corpo di Cristo Ua.smette la sua stessa vita. Mi piace concludere queste note citando, a braccio, quello che mi pare ebbe a dire un Padr-e della Chiesa: Di ogni cibo, Signore, si deve dire che esso diventa noi stessi. Ma il tuo cibo d trasforma in te, d rende simili a te.

In famiglia o Signore, ogni domenica

tu ci doni di spezzare il tuo Pane.

Donaci di farlo con semplicità e con rispetto.

E apri il nostro cuore alle richieste dei poveri,

Per Cristo nostro Signore. AMEN.

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Dicembre 04

Ti rendiamo grazie, o Padre, per il tuo Figlio, che ha obbedito a Maria e a Giuseppe e che ha trovato in loro un affetto smisurato, una difesa e una pro­tezione in ogni momento di pericolo. Ti rendiamo grazie per Maria , che conservava nel suo cuore ogni parola e

No, la famiglia di Gesù non è pro­prio una famiglia privilegiata, una

famiglia tranquilla senza problemi. Par­tecipa alla storia, alle vicende liete e tri­sti che accadono, e, proprio per questo - per difendere l'incolumità di Gesù -Maria e Giuseppe devono emigrare. Andare all'estero, per proteggere Gesù, e poi tornare, quando il pericolo è pas­sato. Com'è purtroppo attuale questa storia, anche ai nostri giorni I Penso alle famiglie di tanti paesi che affronteranno

lJN CANTICO DI GRAZIE

ogni gesto, e per Giuseppe che si è la­sciato guidare nel cammino tortuoso della sua famiglia. Ti rendiamo grazie per tutti i genitori che si amano e che amano i loro figli, per tutte le fedeltà che alimentano la fiducia , per i figli e i genitori che non

oggi, con i loro problemi, le loro inquie­tudini. Perché di problemi la f<lmiglia di Nazaret ne ha <lVllti, ecl i più grossi, per dire la verità, li ha creati proprio Gesù. Il che ci fa capire che il modello di fa­miglia cristiana non è Uf1(j famiglia che gode di una vita tranquilla, senza sus­sulti, ma piuttosto una famiglia che sa compiere la volontà di Dio anche nei tempi burrascosi . Una famiglia guidata dalla fiducia nel

SANTA FAMIGLIA

esitano a sacrificarsi gli uni per gli altri. Ti rendiamo grazie per tutto quello che ci hai donato in questo anno, nel nome di Cristo, per ogni gesto di solidarietà e di fraternità che ci ha rincuorato e per tutti quelli che hanno donato la loro vita come Gesù.

diente , e coscienzioso, non era certo un figlio "facile". La sua identità, la sua missione, il compito che lo attendeva potevano mettere addosso una certa apprensione. Eppure Maria e Giuseppe hanno sapu­to svolgere il loro ruolo rispettando i diversi tempi della sua vita: l'infanzia, la fanciullezza, la giovinezza, l'età matura. Accompagnandolo con tenerezza e affetto e lasciandolo libero quando

venne il momento di anda­

Una pista per l'omelia re. questo periodo dell'anno da emigranti. Emigranti for­zati, non per scelta. Emi-

UNA FAMIGLIA "NORMALE" Del resto è proprio questo che Dio si attende dai geni­tori. Il loro è, e resterà, un

granti immersi nella penuria, nell'an­goscia, nella paura, nei mille disagi che si provano quando si è lontani dalla propria casa, in mezzo a gente che ap­partiene ad un 'altra cultura, che parla un'altra lingua, che professa una reli­gione diversa. Ebbene, è stata questa la sorte della fa­miglia di Gesù . E qllesto la rende ancor più vicina alle tante famiglie di ieri e di

Signore, quella fiducia che addolcisce le pene, offre un sostegno nei giorni della prova, riempie il cuore di gratitu­dine quando tutto va bene. Una famiglia in cui ci si Vllole bene, tanto bene. Forse senza bisogno di ricorrere a tante parole, ma con i gesti, gli atteggiamenti, le azioni di ogni gior­no . Gesù , per quanto buono tosse , e obbe-

CAROVANA DI INVOCAZIONI

Preghiamo per noi e per le nostre famiglie, per tutti quelli che ci vogliono bene e per quelli che stanno attraversando dei mo­menti difficili Diciamo insieme: Padre, colma di bontà il nostro cuore! o Ti preghiamo per lafamiglia di tutti i cristiani, che è la Chie­

sa: ogni discepolo di Gesùfaccia la sua parte per renderla Più bella ed accogliente. Preghiamo .. .

o Ti preghiamo per i nostri papà e le nostre mamme: ricompen­sali tu per tutto il bene che ci vogliono. Preghiamo ...

o Ti preghiamo per tutti i bambini ed i ragazzi che SOttO senza affetto. Fa' che non li dimentichiamo e che facciamo qualcosa per nonfarli sentire soli Preghiamo ...

o Ti preghiamo per tutti i giovani che cercano la loro strada: metti nel loro cuore tanto coraggio e tanta generosità. Preghiamo ...

o Ti preghiamo per i nonni che abbiamo in famiglia. la loro sag­gezza e la loro esperienza siano per noi un tesoro prezioso.

mestiere a rischio. Ma quando a guidar­li sono la fede in Dio e l'amore non c'è avversità che sia insormontabile. Perché per chi fa la volontà di Dio e affronta i diversi ostacoli senza perdere saggezza e bontà, tutto si rivela "prov­videnziale". Anche le pene, anche le prove, anche le sofferenze. E dopo ogni semina arriva sempre il tempo del raccolto.

In famiglia

Grazie, Signore, per questa famiglia che ci hai donato.

Grazie perché ogni giorno tu ci offri la possibilità

di crescere insieme, genitori e figli,

nella fede e nell'amore.

AMEN.

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Gennaio 05 2a DOMENICA ORDINARIO

-----------PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù, abbiamo peccato contro di te e contro il nostro prossimo. Signore, pietà!

GioVanni non ha affatto l'intenzione di occupare a lungo la scena. Non oltre il necessario . Ha ricevuto un compito: preparare la strada al Messia. E lo ha onorato. Ha gridato a squarciagola, ha invitato alla conversione, alla penitenza. Ha pronunziato in pubblico an-che ve­rità scomode, attirandosi l'ira del poten­te di turno. Prima o poi qualcuno gliela farà pagare . Ha chiesto a tutti di cam­biare vita: dai devoti ai ministri

Cristo Gesù , le nostre divisioni sono contro la tua volontà e impediscono una testimonianza comune. Cristo, pietà'

progetti del Messia.Accettando di scom­parire, semplicemente perché ora tocca ad un altro. Da questo punto di vista Giovanni il Battista è uno splendido esempio per ogni cristiano, per ogni genitore e per ogni educatore. Ha ricevuto un compito e lo svolge consacrandogli tutte le sue energie. Ma non vi è attaccato al punto di non saper farsi da parte. Non è stato facile per lui

Signore Gesù, non ti abbiamo amato abbastanza nei nostri fratelli e sorelle, creati a tua immagine, ma diversi da noi. Signore, pietà!

Anch 'essi sono chiamati a scomparire, a farsi da parte , quando una persona diventa adulta, quando è in grado di prendere nelle sue mani la propria esi­stenza. Senza far pagare debiti di rico­noscenza, senza esigere posti di riguar­do, senza pretendere di continuare all ' infinito un compito che, invece, è pro­prio "a termine", almeno in quel modo e con quei connotati.

del culto , dai soldati ai pubbli­cani. Ora è giunto Gesù, e quin­di il suo compito è terminato. Deve solo indicare il Messia a

Una pista per l'omelia Benedetto Giovanni, irsuto co­me il vestito di peli di cammello che porti indosso, selvatico co­me le cose che mangi, roco a furia di gridare un annuncio sco­

UN PROFETA A TERMINE

coloro che gli stanno attorno. E lo fa, con la solita schiettezza e sincerità: "Ec­co l'Agnello di Dio, ecco colui che to­glie il peccato del mondo l '' .

Ha visto lo Spirito scendere su Gesù e ora gli rende testimonianza: è lui il Figlio di Dio, è lui che ora gli "passa avanti", ma in eff~tti era "prima" di lui . CosÌ si chiude la sua missione profetica, con lill passaggio di testimone. Senza ipoteche sul futuro, senza ingerenze sui

smuovere gli animi , ma ora non clùede nessun riconoscimento a Colui che, in fondo, ha trovato (almeno un poco) la strada spianata. Quando lino si riferisce al suo lavoro e lo designa come un "ser­vizio" dovrebbe rifarsi subito a questo profeta e al suo modo di " staccare". Ma Giovanni è anche un modello per tutti i genitori e per tutti gli educatori, per quanti hanno il compito, delicato e difficile, di iniziare alla vita e alla fede.

CAROVANA DI INVOCAZIONI Signore Dio nostro, se veramente riconosciamo che tu sei il Padre di tutti, non possiamo Più ignorare tante situazioni di patimento e di miseria. Animati dalla speranza, ti diciamo: Infondi in noi il tuo Spirito di carità! • Ti preghiamo per i cristiani: prendano a cuore la sorte di tan­

ti poveri, che mancano del necessario per vivere. Preghiamo. • Ti preghiamo per i nostri genitori: perché ci mostrino come si fa ad aiutare il nostro prossimo. Preghiamo.

• Ti preghiamo per i catechisti e gli animatori dei gruPPi: la loro pazienza, il loro impegno, la loro fantasia ci facciano crescere insieme. Preghiamo.

• Ti preghiamo per chi è appena arrivato nel nostro paese, nella nostra classe,nel nostro gruppo sportivo:fa' che sappia­mo accoglierlo con gioia e metterlo a proprio agio. Preghiamo.

• Ti preghiamo per noi, che abbiamo a disposizione molte cose, perché facciamo qualcosa per chi è senza casa, senza scuola, senza lavoro e senza medicine. Preghiamo.

modo per tutti quelli che gradiscono lasciare le cose come stanno, clù si aspetterebbe questa delicatezza e ques­ta umiltà nei confronti di Gesù? Eppure proprio cosÌ accade: la "voce che grida nel deserto" si spegne, perché si possa udire un 'altra voce, la stessa Parola di Dio che si è fatta carne. I gesti di peni­tenza non vengono più celebrati , per­ché non è più il tempo dell'acqua, ma dello Spirito.

In famiglia

Signore, nostro Dio, tu ascolti il grido

dei poveri e non ignori il pianto

di quelli che sono disperati e soli.

A noi offri la possibilità di essere compassionevoli

e di mostrare coi fatti che siamo tutti tuoi figli

e fratelli tra noi, in Cristo nostro Signore.

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Gelll/aio 05 30 DOIVIENICA ORDINARIO

------PER CHIEDERE PERDONO (nella Settimana per l'Unità dei cristiani) -------

Signore Gesù, tu sei la nostra luce . Insegnaci a vedere in ogni uomo un fratello. Apri i nostri occhi. Signore, pietà!

Un annuncio comincia a percorrere la terra di Israele. È un annuncio di gioia, tm "vangelo". Dio è in mezzo al suo popolo, fra poco tutti vedranno i segni della sua azione. Dio prende nelle sue mani l'esistenza degli uomini e non c'è nulla che possa ostacolare il suo pro­getto di amore e di pace. Dio vuole offri­re una vita nuova, la sua stessa vita , per­ché gli uomini non vivano più in un modo qualsiasi, ma nella pienez­

Cristo Gesù, tu sei la nostra pace. Insegnaci a superare le divisioni. Apri i nostri cuori. Cristo, pietà!

adattarsi al loro guscio tm po ' tiepido, alle loro decisioni scontate, alle loro mezze verità. Ma questo annuncio non tollera di esse­re catalogato tra le tante speranze dell'umanità, tra le tante ragioni per andare avanti, non vuole riempire tmo dei tanti spazi che si aprono negli scaf­fali del cuore umano. No, per esso bisogna essere disposti a

Signore Gesù , tu sei il nostro pane di vita . Insegnaci a condividere i nostri beni .Apri le nostre mani. Signore, pietà!

Gesù li chiamò a lasciare tutto per seguirlo? Si intendevano di reti e di barche, di pesci e di correnti, di bur­rasche e di bonacce. Ma ora era su tm 'al­tra strada che il profeta venuto da Nazaret voleva condurli. Pescare uomini non è la stessa cosa che pescare pesci. Molto più esaltante, ma anche molto più difficile! Molto più complicato, ma anche molto più urgente!

za , nella gioia. Un annuncio che cambia la vita esige , però, di essere ac-colto totalmente, con fiducia smisura­

Una pista per l'omelia PESCATORI DI UOMINI

Il vangelo di Matteo dice che non ci pensarono su molto. Il loro fu uno stacco deciso. Come decisa deve essere la conversio­ne di ogni discepolo. Senza rim­

ta . Ecco perché Gesù, che porta questo "vangelo" chiede "conversione". C'è un cambiamento che è richiesto: il cuore, l'intelligenza, la volontà sono chiamati ad abbandonare i loro comportamenti ed atteggiamenti di prima , sclerotici, e ad assumere la novità fino in fondo , sen­za resistenze . Questa "conversione" non è facile : acco­gliere il nuovo non è mai stato facile, perché tutti, in fondo, fmiscono coll '

mollare tutto, a bruciare tutto ciò che sta alle spalle, ponendo tutta la fiducia nel futuro che il Messia disegna con la sua parola e i suoi gesti. Del resto questo Inviato di Dio non vuole fare tutto da sé: cerca collaborato­ri, disposti ad affrontare i sentieri stretti e ripidi che si devono percorrere per donare a tutti la salvezza. "Pescatori di uomini"! Cosa avranno capito Pietro e Andrea, Giacomo e Giovarmi, quando

CAROVANA DI INVOCAZIONI Padre, il tuo Vangelo è per ogni uomo. E tu chiami ognuno a col­laborare al tuo progetto di salvezza. Ascolta la nostra preghie­ra, perché viviamo con coraggio l'avventura del Regno. Nella speranza ti diciamo: Padre, venga il tuo Regno! o Gesù ci ha detto che il tuo Regno è in mezzo a noi: egli è qui per strapparci al male e donarci una nuova vita. Liberaci allo­ra dall'egoismo, dalla cattiveria, dall'ingiustizia. Preghiamo ...

o Gesù si è manifestato come il Messia atteso. Donaci la forza di seguirlo e di continuare la sua opera. Preghiamo ...

o Gesù è la grande luce che hai inviato agli uomini Dona spe­ranza a quelli che sono sfiduciati, disperati, abbattuti Preghiamo ...

o Gesù si è servito di collaboratori per realizzare il tuo proget­to di amore. Fa' che ognuno di noi scopra in quale modo ci chiami a lavorare per te. Preghiamo ...

o Gesù chiede di lasciare tutto, pur di seguirlo. Donaci giovani pieni di coraggio, che accettano anche grandi sacrifici, pur di portare in ogni terra il Vangelo e la solidarietà. Preghiamo ...

o Gesù è venuto per fare di tutta l'umanità una solafamiglia:fa' che tutti i cristiani diventino un lievito di pace nel mondo. Preghiamo ...

pianti, senza inutili e lunghi addii . Quando il nuovo arriva o si è disposti ad ardere completamente, oppure è me­glio lasciar perdere. Non potevano immaginare, neanche lontanamente, dove li avrebbe portati quella loro decisione. Stavano affidando la loro vita a Gesù. E lui li avrebbe con­dotti sulle strade del mondo, a seminare la sua "buona novella" nei solchi della storia.

In famiglia

Signore, oggi tu ci affidi il Vangelo di Gesù

e ci chiedi di diventare "pescatori di uomini". Liberaci dalle catene del rispetto umano,

togli dal nostro cuore ogni paura ed incertezza.

Allora diventeremo collaboratori

del tuo Spirito. In Cristo nostro Signore.

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Gel/naio 05 4a DOMENICA ORDINARIO

-----------PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù, a quanti cercano il Volto di Dio, tu offri la parola del Vangelo, una strada di luce . Signore, pietà!

Beati! Fortunati! Felici! E non pro­nunciato una volta sola, ma per ben nove volte, una di seguito all 'altra . Una parola che diventa quasi martellante e si imprime bene nella memoria. Peccato che , ad andare a vedere le cose da vicino, si resta poi sorpresi, e addirit­tura delusi . Sì, perché le categorie che rientrano in questa proclamazione non sono decisamente classificate come in­vidiabili nella scala costruita dalle

Cristo Gesù, la tua morte e risurrezione ci mostrano il prezzo della vera gioia. Cristo, pietà l

Beati i miti? Coloro che non alzano la voce, che rinunciano ad esercitare la forza per risolvere i conflitti, che voglio­no essere estranei ad ogni violenza? Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia? QuelJi che, spesso, vengono considerati gli eterni arrabbiati, i guastafeste, gli scontenti, quelli che lottano per la dignità ed i diritti dell 'uomo e si impe-

Signore Gesù, tu vuoi rendere più viva la nostra speranza nel Regno. Signore, pietà!

le intenzioni cattive, i doppi sensi? Beati i perseguitati' Coloro che sono da sempre oppressi, calpestati, imprigiona­ti , torturati , solo perché cercano giusti­zia e non sono disposti a venire a patti col potente di turno? Beati quelli che patiscono insulti e calunnie, a causa di Cristo, solo perché gli sono fedeli e fanno risultare , in modo visibile , col loro comportamento, la malvagità di chi li

convinzioni comuni. Beati i pove­ri? Coloro che, lungi dal contare su se stessi, sulle proprie doti, sulla propria disinvoltura ed abilità, sen-

Una pista per l'omelia BEATI!

condanna' Ma come si fa a consi­derarli felici tutti questi che costi­tuiscono da sempre l'immagine vi­vente delJa sofferenza e delJa de-

tono di non poter farcela senza Dio e senza gli altri' Colo-ro che, non avendo a disposizione molti mezzi, non si illu­dono neppure di poter comprare per­sone o cose, per raggiungere i loro scopi? Beati gli afflitti' Quelli che soffrono, che sprofondano nel dolore, nella tristezza, coloro che hanno non una , ma tante ragioni per dolersi del loro stato attua­

le'

gnano sempre in battaglie perse? Beati i misericordiosi' Quelli che per­donano e, proprio per questo , vengono considerati dei deboli, degli incapaci, degli individui senza personalità, senza nerbo' Quelli che riservano a tutti una benevolenza immeritata e spropositata? Beati i puri di cuore? Quelli che vengo­no sempre ritenuti degli ingenui perché non sanno proprio riconoscere le ma­novre segrete, gli accordi di sottobanco,

CAROVANA DI INVOCAZIONI o Padre, nel nostro cuore risuona la parola del tuo Figlio, che ha proclamato "beati" i poveri, gli afflitti, i perseguitati Per questo ci rivolgiamo a te e ti diciamo: Il tuo Spirito trasformi i nostri cuori! o Signore Dio, il tuo Vangelo è una bella notizia per tutti. Fa' che

l'accogliamo con gioia e lo seguiamo con impegno. Preghiamo ...

o Signore Dio, metti nel cuore dei Piccoli e dei grandi il deside­rio di incontrarti. La parola di Gesù ci conduca a te e ci rive­li il tuo volto. Preghiamo ...

o Signore Dio, non permettere che l'egoismo rovini le nostre giornate. Rendici aperti e generosi. Preghiamo ...

o Signore Dio, sostieni i missionari e le missionarie che porta­no dovunque il tuo Vangelo. Dona loro la soddisfazione di vedere il frutto delle loro fatiche. Preghiamo ...

o Signore Dio, insegnaci ad essere accoglienti e buoni con i Più deboli, con quelli che si trovano in difficoltà, con quelli che non hanno amici. Preghiamo ...

bolezza, del fallùnento da evitare con ogni cura? In effetti la loro condi­zione sarebbe tutt 'altro che beata ... Ma dal momento dle Dio si impegna per loro, dal momento che ne fa i primi de­stinatari del Regno . .. è per questo che devono essere ritenuti felici. I loro tor­menti, le loro pene sono solo passegge­ri: il passaggio doloroso che sbocca in una felicità senza fine .A loro Dio riserva il suo amore, la sua predilezione. E se le cose stanno così sono in buone mani.

In famiglia

Il tuo Regno si realizza per vie tanto strane,

Signore! Perché tu non scegli la strada del potere,

della ricchezza o l'uso della forza.

Attraverso la misericordia e la mitezza

il tuo Spirito cambia la faccia della terra,

in Cristo nostro Signore. AMEN.

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Febbraio 05 50 DOMENICA ORDINARIO

-----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu ti sei fatto uomo per essere uno di noi. Insegnaci ad amare i fratelli come li hai amati tu .

Signore, pietà!

Cristo Gesù, tu hai compiuto la vo­lontà del Padre. Insegnaci a vivere del Vangelo, come tu hai vissuto della sua Parola. Cristo, pietà!

inutili. A nulla vale avere grandi quantità di sale se non lo si distribuisce in piccole quantità per dare sapore alle pietanze. A nulla serve una gran quantità di luce che resta al chiuso e non affronta l'oscurità. Ma allora, per il discepolo di Gesù, vivere "disperso", immerso nelle più diverse si­tuazioni, non è una dolorosa necessità legata a situazioni contingenti, a tempi par-

Signore Gesù, tu sei il Vivente, il Risorto. Insegnaci a testimoniare la gioia che hai trasmesso ai tuoi disce­poli. Signore, pietà!

dare ordini . In questo "perdersi" c'è un mo­rire quotidiano, ma anche un'esperienza esaltante. Perché dare sapore a lUtto ciò che segna la vita umana è un compito grande e straordinario. Anche se si è chia­mati a lavorare con maggior fiducia e pa­zienza. Del resto quelli che vogliono mar­ciare uniti e compatti spesso soffrono proprio un'atroce crisi di fede: vorrebbero

L reazione , tutto sommato, è scontata, prevedibile. Dal momento che siamo solo una minoranza, dal momento che i nostri valori , le nostre idee, le nostre scelte non sono condivise dai più . . . evitiamo di per­derei, di scomparire nella grande massa. Teniamoci stretti, uniti, restiamo fra noi. Per rinsaldare i nostri propositi, per scal­darci al fuoco che ci portiamo dentro, per sfuggire al pericolo di diventare insi­gnificanti.

Una pista per l'omelia SALE E LUCE

E' la tentazione che i discepoli di Gesù vivono tutte le volte che sono tentati di radunarsi per contarsi , per mostrare quanti sono, per ottenere

essere garantiti , tutelati ad ogni passo, riparati dai rischi e dai per­icoli , sottratti agli insuccessi. Ma questo non è possibile. Come Gesù, anche quelli che credono in lui, de­vono realizzare il progetto di Dio

un certo peso nella società. Ma quando chiede ai suoi di essere sale e luce Gesù sembra andare proprio nella direzione opposta. Il sale, per dare sapore ai cibi, deve abbandonare la saliera e seio­gliersi, scomparirr:. E anche la luce deve affrontare le tenebre se vuole offrire un punto di riferimento a chi è smarrito. Altrimenti sia il sale che la luce risultano

ticolarmente tristi e difficili. No, questa è una condizione stabile, normale, necessa­ria. Per seguire Gesù, dunque, per restare fedeli al suo Vangelo, sarà necessario vin­cere la paura di sentirsi soli, rinunciare alla tentazione di essere sempre in gruppo, ac­cettare di affrontare la complessità della vita quotidiana dal di dentro, non rima­nendo alla fmestra , a fare gli spettatori o a

nella povertà, nella semplicità, nella debo­lezza. E in effetti che cos'è un pizzico di sale davanti ad una grande massa di cibo? Che cos'è una piccola, flebile luce, in mezzo alle tenebre? Nulla, all 'apparenza. Ma per chi ha smarrito il sapore della vita, basta poco sale per far ritrovare la speran­za . E per chi si è perso di strada anche una fiammella risulta preziosa.

CAROVANA DI INVOCAZIONI Diciamo insieme: Tu che ami la vita, ascoltaci! o Padre, vogliamo parlarti di tanta gente che vive nella tristezza, perchè non ha il necessario per sfamarsi, non

ha un'abitazione dignitosa, non può difendersi daUe malattie. Fa' che tutti queai che dicono di credere in Dio siano pieni di bontà verso i Più poveri. Preghiamo ...

o Padre, dona ai bambini tutto l'affetto e le cure necessari per affrontare la vita con serenità. Trovino genito­ri disposti a collaborare con Dio e a trasmettere lafede in Gesù Cristo. Preghiamo ...

o Padre, Gesù ci ha portato la sua luce perché noi la trasmettiamo a tutti queUi che incontriamo. Aiutaci a vive­re come Gesù, pieni di attenzione e di bontà verso gli altri Preghiamo ...

o Padre, dona forza e coraggio a queUi che si impegnano per gli altri Sostieni coloro che visitano i malati, che fanno compagnia agli anziani e queUefamiglie che ospitano adolescenti in difflColtà. Preghiamo ...

o Padre, vogliamo pregarti anche per queUi a cui non facciamo attenzione o che trattiamo con freddezza e antipatia. Aiutaci a non stare solo con i Più beai, i più simpatici, i Più inteUigenti. Fa' che sappiamo aiutare queUi che nessuno considera. Preghiamo ...

Primo lettore Noi ti benediciamo e ti rendia­mo grazie, Dio di bontà infInita, per i grandi segni del tuo amo­re profusi nel corso dei secoli sulle generazioni umane.

GIORNATA DELIA VITA CAll'Offertorio) Secondo lettore (mentre si offre un mazzo di fiori) Ti ringraziamo perchè ogni an­no ci rallegri con la nascita di nuove creature, che portano gioia nelle nostre famiglie. Ti ringraziamo per i fiori, che dis­semini sulla terra, perchè sono un'immagine delle molte risor­se che hai distnbuito tra i tuoi figli.

Terzo lettore (mentre si offre il pane e il vino) Ti ringraziamo per i frutti della terra, e particolarmente per questo pane e per questo vino, che sono tuo dono e frutto del nostro lavoro. Aiutaci a spezza­re il pane con i deboli e i pove­ri, con gli affamati e quelli che patiscono la solitudine.

Quarto lettore (mentre si offre un cero acceso) Ti ringraziamo per ogni esistenza, per i bambini e per gli anziani, per i ragazzi, per i giovani e per gli adulti Ogni uomo e ogni donna portano con sè un fram­mento della tua grandezza e della tua luce.

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Giugno 05 10a DOMENICA ORDINARIO_

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu vieni proprio per noi , che sappiamo di essere peccatori e abbiamo bisogno della misericordia di Dio. Signore, pietà!

Chi di noi dovendo scegliere uno dei suoi collaboratori più importanti andrebbe a cercarselo tra le persone di dubbia reputazione, tra i collabora­zionisti con il potere straniero, tra quelli che sono considerati degli im­broglioni e dei ladri patentati? Ebbene Gesù, scegliendo Levi-Matteo fa una cosa del genere. Perché un pubblicano, cioè un esatto­re delle tasse, era tutto questo: uno che raccoglieva le imposte

Cristo Gesù, tu vieni proprio per noi, che conosciamo la nostra malattia e invochiamo la guarigione. Cristo, pietà

pie, devote, i benpensanti. E, come se non bastasse, siede a tavo­la con gli esattori delle tasse - gente della stessa risma di Matteo - e con i peccatori - persone il cui comporta­mento pubblico lasciava a desiderare. Voglia di creare trambusto' Atteggiamenti dissacratori? Bisogno di destare l'attenzione dell 'opinione pubblica? No, semplicemente fedeltà alla mis-

Signore Gesù, tu vieni proprio per noi e ci chiami a collaborare al tuo progetto di salvezza, anche se siamo deboli e fragili. Signore, pietà!

Per dire loro la misericordia di Dio, il suo amore, il suo desiderio di guarire e salvare, di strappare alle forze del male e al peccato. Oggi, dopo duemila anni, ascoltando il vangelo di questa domenica noi non possiamo fare a meno di domandarci se siamo rimasti fedeli a questa prio­rità, a questa scelta di Gesù. Oppure se, proprio come allora, sulla nostra bocca e nel nostro cuore ci sono piut-

tosto le parole e i senti­

Una pista per l'omelia per i romani, che erano gli invasori, uno che approfit­tava dell'ignoranza della povera gente per estorce- VENUTO PER I PECCATORI

menti dei farisei. Dobbiamo riconoscere, comunque, che a leggere la storia della Chiesa si

re più del dovuto, uno che sapeva come farsi da sé lo dio . ..

stipen-

Una scelta che, a distanza di duemila anni, non manca di stupire e di scon­certare. In effetti Gesù sembra lascia­re da parte tutti quei criteri che noi, invece, teniamo in grande considera­zione: la competenza, l'efficacia, le capadtà .direttive, la buona cultura, la fama specchiata, la dirittura morale. Così facendo crea, inevitabilmente, scandalo. Soprattutto tra le persone

sione che Dio, il Padre, gli ha affidato. Un modo concreto per realizzare con i fatti quello che viene annunciato a parole, la Buona Novella che è desti­nata ad ogni uomo e ad ogni donna. I primi destinatari dell 'azione di Gesù sono proprio i peccatori, i "malati", gli sbandati, quelli che non vivono in conformità con la legge di Dio, quelli che hanno un passato poco edifican­te alle spalle. Per loro, innanzitutto, egli è venuto.

CAROVANA DI INVOCAZIONI Il tuo Figlio Gesù ha amato veramente tutti, Signore Dio, anche i pub­blicani e i peccatori. Guidati da questa certezza, ti diciamo: Dio misericordioso e buono, ascoltad!

o Signore Dio, ti preghiamo per la Chiesa: accolga con bontà tutti quel­li che hanno sbagliato e si sono pentiti. Preghiamo ...

o Signore Dio, ti preghiamo per tutti quelli che amano la pace e sono disposti a sacrificarsi per essa. RF alizza i loro sogni. Preghiamo ...

o Signore Dio, ti preghiamo per tutti i genitori che sono in pena per i loro figli. Dona loro fzducia e speranza. Preghiamo ...

o Signore Dio, ti preghiamo per quelli che sono ricoverati in ospedale: tro­vino persone competenti e piene di umanità. Preghiamo ...

o Signore Dio, ti preghiamo per tutti i bambini che attendono una fa­miglia e tanto affetto. Fa' che i loro desideri diventino realtà. Preghiamo ...

resta meravigliati talvolta di fronte a certe scelte, che sembrano essere in conformità a quella presa da Gesù nei confronti di Matteo. Agostino, pur con il suo passato piut­tosto burrascoso ed addirittura un figlio alle spalle, venne fatto vescovo di Ippona, nell 'Africa settentrionale. Un personaggio come lui la Chiesa di oggi avrebbe l'ardire di metterlo alla guida di una diocesi?

In famiglia o Padre,

cambia il nostro cuore e aprilo alla compassione

e alla generosità. Rendici attenti alle

necessità di chi vive accanto a noi

e pronti a perdonare e a chiedere perdono.

Per Cristo nostro Signore. AMEN

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IM.M~GINI Giugno 05 . 11 a DOMENICA ORDINARIO_

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu sei venuto a portare consolazione e guarigione. Signore, pietà!

L vangelo di oggi si apre mostrando­ci il sentimento che Gesù prova di fronte alle folle che lo seguono: egli prova compassione per loro perché erano "stanche e sfinite, come pecore senza pastore". Proprio perché cono­sce le fatiche e le sofferenze della gen­te, proprio perché vede il loro sman'i­mento e il loro bisogno di speranza, Gesù manda i dodici in missione. E affida loro la Buona Novella. E tra­

smene loro il suo potere, potere

Cristo Gesù, tu sei venuto ad offrire riconciliazione e perdono. Cristo, pietà!

del male, tune le forze oscure che si impossessano di una vita e la lacera­no, riducendola a brandelli. E, tra que­sti mali nascosti, trovano posto, natu­ralmente anche la caniveria umana, il peccato. Gesù non è affano geloso dell'annun­cio che il Padre gli ha affidato. Non tiene per sé neppure il potere di com­piere quei gesti che suscitano l'ammi­razione e lo stupore delle folle . Mene

Signore Gesù, tu sei venuto a donarci una vita nuova. Signore, pietà!

della gente, avverte il bisogno di accompagnare il Vangelo con i segni della misericordia, della consolazione, della guarigione, della vita. Lo sanno bene i missionari e le missionarie che si sono fani poveri con i più poveri della terra, per condividere le loro pe­ne, per stare accanto a quelli che non ce la fanno più, per soccorrere gli affa­mati, gli infermi, tutti coloro che sono stati privati della loro dignità.

Lo sanno bene anche i molti di guarire e di cacciare i demoni. Non solo parole, dunque, anche se piene di consolazione, anche se vive ed efficaci, capaci di scen­dere nel più profondo del cuore.

Una pista per l'omelia PAROLE E AZIONI

"samaritani" che sanno trasmet­tere, lì dove si trovano, nel luogo di lavoro come in famiglia, bene-volenza e comprensione, che lo nano , a proprie spese, pur di

Le parole non bastano. Ci vogliono segni, segni concreti. Segni che mani­festano la bontà di Dio all 'opera, la potenza del suo amore di fronte a tuno ciò che rovina la vita dell'uomo. Non solo la malania - e, tra tune, è la lebbra che viene menzionata, perché distrugge il corpo, ma anche separa dalla famiglia, dal villaggio, condanna all'isolamento, obbliga alla più feroce solitudine. Accanto alle diverse infer­mità viene evocata la morte, lo spirito

nelle mani dei suoi apostoli dei beni preziosi, perché avverte l'urgenza di trasmenere il messaggio che può cambiare la vita degli uomini. Ai suoi chiede di non essere meschini, né arroganti, né autoritari, ma di donare con larghezza, gratuitamente, quello che hanno licevuto allo stesso modo, per grazia, senza alcun loro merito. Oggi, esanamente come duemila anni fa, chi prova "compassione" di fronte alla sofferenza e allo smarrimento

CAROVANA DI INVOCAZIONI Dio, nostro Padre, tu ei chiedi di metterei a servizio del tuo progetto di amore perché cresca la gioia e la pace sulla terra. Per questo ti diciamo: Rendici collaboratorifedeli del Regno, Signore!

o Fa' che i cristiani rimangano fedeli al Vangelo di Gesù. Preghiamo."

o Rendici attenti alla tua parola: che ogni ragazzo e ogni giovane pos­sa sentire con gioia la tua chiamata. Preghiamo ...

o Non lasciarci mancare missionari e missionarie che portano il Van­gelo di Gesù ad ogni popolo della terra. Preghiamo, ..

o Ricordati di quelli che soffrono. Rendici generosi con tutti quelli che hanno bisogno di aiuto. Preghiamo ...

o Per tutti gli studenti che stanno affrontando o si preparano ad af­frontare degli esami: perché possano ottenere quei risultati che hanno meritato col loro impegno. Preghiamo .. .

ristabilire la giustizia, eli difendere i dirini dei più deboli, di aiutare quelli che cadono vittime del male e della malvagità. È grazie a loro che il Vangelo appare ancora una Parola autentica di speran­za e di gioia. È grazie a loro che, anche nel mezzo delle situazioni più dram­matiche, uomini e donne possono credere di essere amati e accolti da Dio. Perché vedono accanto a sé dei fratelli e delle sorelle, i suoi figli .

In famiglia Donaci, o Padre, il tuo Spirito,

e sostieni in noi l'entusiasmo e la fiducia.

Accordaci pazienza e benevolenza

gli uni verso gli altri. AMEN

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Il Giugno 05 12a DOMENICA ORDINARIO"

-----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu ci vieni incontro, lungo le nostre strade. E ci inviti alla fiducia. Signore, pietà!

Aeva 33 anni il giovane e brillante pastore protestante, che proveniva da un'agiata e prestigiosa famiglia tede­sca, quando si recò per la seconda vol­ta negli Stati Uniti. Poteva essere un soggiorno breve, ma si profilava an­che la possibilità di rimanere a lungo, attendendo che passasse sull'Europa la bufera hitleriana, che già si annun­ciava. Quel pastore aveva denunciato, fin dagli inizi, il pericolo rappresenta­to da un "capo" che diven-

Cristo Gesù, tu hai affrontato la passione e la morte, per liberarci dal peccato. Cristo, pietà!

visibilmente deluso e anche un po' indispettito. Per me ciò significa più di quanto non possa comprendere al presente. Soltanto Dio lo sa ... Ora è tutto nelle sue mani". Dietrich sceglie di tornare in Germa­nia: mentre molti intellettuali, non solo tedeschi, vanno ad ingrossare le schiere degli esuli, lui, come un nau­frago che invece di salire sulla scia­luppa di salvataggio preferisce tuffar-

Signore Gesù, Signore risorto, tu ritornerai un giorno nella gloria di Dio. Signore, pietà!

Parole dure che saremmo tentati subi­to di interpretare per ammorbidirle, per addolcirle, per smussarne gli angoli. E invece restano lì, con tutta la loro carica dirompente. Gesù non chiede ai suoi discepoli un po' di considerazione, un entusiasmo di qualche momento, un impegno marginale. Li mette davanti a scelte difficili, che prima o poi si troveranno a fare . Sono disposti ad amarlo più di

qualsiasi altra persona, tava "seduttore" delle folle. E la sua resistenza al regi­me nazista gli aveva già procurato dei fastidi. Il 19

Una pista per l'omelia SCELTE DIFFICILI

anche dei propri familia­ri? Sono disposti a rischia­re per lui, al punto di per-dere la propria vita? Sono disposti a prendere la loro giugno 1939 giunse per lui

il momento di massimo buio esisten­ziale. Il giorno dopo un amico ameri­cano lo avrebbe posto di fronte ad una scelta improcrastinabile: sul ban­co c'erano 1000 dollari coi quali si po­teva finanziare il progetto ecumenico legato al suo soggiorno in America. Quel 20 giugno davanti a quell'offerta Dietrich Bonhoeffer - così si chiamava quel pastore - prese una decisione difficile: ''Visita da Leiper. Ormai la decisione è presa. Ho rifiutato. Era

si nuovamente in acqua, non se la sen­te di abbandonare i familiari, gli amici, i fratelli: decide di condividere la sorte comune. E pagherà fino in fondo: lunedì, 9 aprile 1945, verrà impiccato, per ordine di Hitler, nel carcere di Flossenburg. Una scelta difficile, lace­rante, dolorosa, che ha segnato la sua vita e ne ha fatto un punto di riferi­mento per tanti cristiani. Penso che a questo si riferisca Gesù con le parole del vangelo di oggi.

CAROVANA DI INVOCAZIONI Tu, Signore Dio, ti impegni a nostro favore: per questo ci hai inviato il tuo Figlio. Rendici testimoni audaci del Regno. Per questo ti preghia­mo insieme, dicendo: Signore, donaci luce e gioia!

o Dona forza e coraggio a tutti i cristiani, perché siano discepoli fede­li di Gesù. Preghiamo ...

o Accompagna e sostieni quelli che hanno ricevuto un compito diffi­cile e importante. Non permettere che perdano l'entusiasmo e lo spi­rito di servizio. Preghiamo ...

o Rendici generosi verso quelli che hanno bisogno di aiuto. Apri il no­stro cuore alle necessità dei poveri. Preghiamo ...

o Ricordati di quelli che soffrono. Fa' che restiamo accanto a loro per­ché non si sentano soli. Preghiamo ...

o Fa' che possiamo imparare dai nostri fratelli più grandi a prendere sul serio la fede e a donare il nostro tempo agli altri. Preghiamo ...

croce e a seguirlo per la stessa strada? È il momento della prova. Da questo si riconosce l'autentico discepolo: dalla decisione che prende, dalla fiducia che mostra nei confronti di Gesù, dal­la disponibilità a perdere tutto pur di restargll fedele . Non è possibile ridurre il cristianesi­mo ad una polizza di assicurazione da esibire in caso di sinistro. Chi vuoI essere discepolo di Gesù rischia die­tro a lui tutta la sua vita.

In famiglia Signore Dio, rendici fedeli alla missione

che ci hai affidato, donaci di affrontare

ogni giorno con gioia e con

disponibilità i nostri impegni.

AMEN

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I Giugno 05 130 DOMENICA ORDINARIO.

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu sei stato manda­to dal Padre ad accogliere e salvare i peccatori. Signore, pietà!

Veniva da una fattoria del Wìscon­sin, negli Stati Uniti, e aveva nove fra­telli e quattro sorelle. Lo chiamavano il "prete simplex", perché, pur cele­brando la Messa ogni giorno, non aveva il diritto di confessare o di pre­dicare poiché i suoi superiori non lo ritenevano in grado. Bisogna dire che non aveva fatto i suoi studi in condi­zioni facili. Nel noviziato i corsi erano in tedesco e i manuali in latino. Ora frate Solanus - così si chia-

Cristo Gesù, tu sei disceso agli inferi perché la morte non avesse più alcun potere su di noi. Cristo, pietà!

e propria folla. Ma frate Solanus non sembrava rendersi conto dell'efficacia del suo esempio e della sua presenza, né della sua immensa popolatità. Un giorno gli chiesero: "Come mai, padre, tanti laici vengono a chiederle consi­glio?". E lui aveva risposto: "Non c'è bisogno di essere un sacerdote per essere uno strumento nelle mani di Dio. Chi desidera la salvezza della propria anima s'interessa per forza di

Signore Gesù, tu sei risorto da morte per fare di noi dei viventi. Signore, pietà!

ma col cuore colmo di una grande fiducia in Dio. Gente senza studi alle spalle, ma capace di cogliere i segni di Dio e di rallegrarsene . Gente trasfor­mata dalla Buona Novella che le era stata annunciata, pronta a fare la vo­lontà di Dio, con umiltà e con deter­minazione. Gente del tutto immune dal bisogno di essere riconosciuta, sti­mata, onorata, premiata. E noi? Apparteniamo anche noi a que-

sta categoria? Forse tutto

Una pista per l'omelia mava - non era mai andato molto d 'accordo né con l'uno né con l'altro. I cap­puccini avevano esitato a lungo prima di farlo ordi-

MITE ED UMII.E DI CUORE

dipende dal modo in cui abbiamo impostato la no­stra esistenza. Se credia­mo che tutto dipenda da

nare prete e se avevano deciso in suo favore era perché si trattava di un novizio servizievole e amato da tutti. Gli furono affidati incarichi di solito riservati ai fratelli laici: venne inviato come portinaio prima nel convento di Yonkers e poi in quello di Harlem, a New York. Infine fu spostato a San Bonaventura. In ogni luogo in cui arri­vava, accadeva qualcosa di straordina­rio: la gente che lo cercava aumentava sempre più, fino a diventare una vera

cose ai suoi fratelli". Non poteva pre­dicare e confessare, ma in cambio aveva ricevuto il dono di diffondere la grazia attorno a sé e aveva accettato di essere così, con semplicità, un umile strumento nelle mani di Dio. Quali persone Gesù avrà avuto davan­ti agli occhi, quando benediceva il Padre perché si era rivelato ai piccoli? lo penso che si sia trattato di gente come fratè Solanus. Gente semplice, col suo carico di fatiche e di dolori,

CAROVANA DI INVOCAZIONI Signore, tu ci mostri come la tua salvezza abbia scelto i percorsi dell' amore e del dono totale. Per questo ti supplichiamo, dicendo: Aiutaci a portare la nostra croce!

o Fa' che i cristiani ascoltino la parola di Gesù anche quando è esi­gente. Preghiamo ...

o Donaci vescovi e preti pieni di entusiasmo e di generosità. Preghiamo ...

o Fa' che non ci dimentichiamo di quelli che sono tristi ed isolati. Preghiamo ...

o Insegnaci ad essere buoni ed accoglienti con tutti i nostri amici e compagni. Preghiamo ...

o Fa' che non sciupiamo il tempo delle vacanze e ci rendiamo utili in casa. Fa' che proviamo la gioia di aiutare coloro che ce lo chiedono. Preghiamo ...

noi, dalle nostre forze, dalle nostre risorse, dalla nostra intel­ligenza, prima o poi diventeremo vit­time del nostro bisogno di riuscire, di sfondare, di primeggiare. E paghere­mo tutto questo con una grande soli­tudine. Se invece, "affaticati e oppres­si" cercheremo ristoro in Colui che è "mite ed umile di cuore", potremo camminare leggeri anche nei tempi più difficili, anche nei giorni dell'in­successo, perché non saremo soli a portare i nostri pesi .. .

In famiglia Signore Dio,

non c'è nessun gesto di bontà

che vada perduto: ogni traccia d'amore entra nel tuo disegno

di salvezza, tu che vivi e regni

nei secoli dei secoli. AMEN

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IMM!~INI Luglio 05 14a DOMENICA ORDINARIO

----------PER CHIEDERE PERDONO----------

Signore Gesù, nostro Salvatore, noi non siamo capaci di somigliarti. Signore, pietà!

Veniva da una fattoria del WlScon­sin, negli Stati Uniti, e aveva nove fra­telli e quattro sorelle. lo chiamavano il "prete simplex", perché, pur cele­brando la messa ogni giorno, non aveva il diritto di confessare o di pre­dicare poiché i suoi superiori non lo ritenevano in grado. Bisogna dire che non aveva fatto i suoi studi in condi­zioni facili. Nel noviziato i corsi erano in tedesco e i manuali in latino. Ora frate Solanus - così si chiamava

Cristo Gesù, Cristo risorto, noi non riusciamo a vivere una vita nuova. Cristo, pietà!

Solanus non sembrava rendersi conto dell'efficacia del suo esempio e della sua presenza, né della sua immensa popolarità. Un giorno gli chiesero: "Come mai, padre, tanti laici vengono a chiederle consiglio?". E lui aveva ri­sposto: "Non c'è bisogno di essere un sacerdote per essere uno strumento nelle mani di Dio. Chi desidera la sal­vezza della propria anima s'interessa per forza di cose ai suoi fratelli". Non

Signore Gesù,che ritornerai nella gloria, noi oggi facciamo fatica a riconoscerti in questo mondo. Signore pietà!

ma col cuore colmo di una grande fiducia in Dio. Gente senza studi alle spalle, ma capace di cogliere i segni di Dio e di rallegrarsene. Gente trasfor­mata dalla Buona Novella che le era stata annunciata, pronta a fare la volontà di Dio, con umiltà e con de­terminazione. Gente del tutto immu­ne dal bisogno di essere riconosciuta, stimata, onorata, premiata. E noi? Apparteniamo anche noi a

questa categoria? Forse tutto - non era mai andato molto d'accordo né con l'uno né con l'altro. I cappuccini avevano esitato a lungo prima di farlo ordinare prete e se avevano de-

Una pista per l'omelia MITE ED UMU.E

dipende dal modo in cui ab­biamo impostato la nostra esi­stenza. Se crediamo che tutto dipenda da noi, dalle nostre

ciso in suo favore era perché si tratta­va di un novizio servizievole e amato da tutti. Gli furono affidati incarichi di solito riservati ai fratelli laici: venne inviato come portiere prima nel convento di Yonkers e poi in quello di Harlem, a New York. Infine fu sposta­to a San Bonaventura. In ogni luogo in cui arrivava, accadeva qualcosa di straordinario: la gente che lo cercava aumentava sempre più, fino a diventa­re una vera e propria folla. Ma frate

poteva predicare e confessare, ma in cambio aveva ricevuto il dono di dif­fondere la grazia attorno a sé e aveva accettato di essere così, con sempli­cità, un umile strumento nelle mani di Dio. Quali persone Gesù avrà avuto davan­ti agli occhi, quando benediceva il Padre perché si era rivelato ai piccoli? lo penso che si sia trattato di gente come frate Solanus. Gente semplice, col suo carico di fatiche e di dolori,

CAROVANA DIINVOCAZIONI Benedetto sei tu, nostro Dio, che ti riveli ai piccoli e trovi nei poveri i tuoi migliori collaboratori. A te, fiduciosi, rivolgiamo le nostre sup­pliche e ti diciamo: Ascoltaci, Padre dei piccoli e dei poveri!

• Libera i cristiani dall'egoismo: fa' che ognuno prenda a cuore la situazione del suo vicino. Preghiamo ...

• Ricordaci le situazioni di ingiustizia che esistono nel mondo. Fa' che aiutiamo concretamente quelli che hanno fame e mancano di medi­cine .. Preghiamo ...

• Rendici buoni e generosi con i nostri genitori e i nostri fratelli. Fa' che proviamo la gioia di rendere un servizio. Preghiamo ...

• Donaci di utilizzare bene il nostro tempo. Fa' che non ci dimenti­chiamo di quelli che attendono una nostra visita. Preghiamo ...

• Non permettere che tra noi sia la prepotenza dei più forti a vincere. lnsegnaci a difendere i diritti dei più deboli. Preghiamo ...

forze , dalle nostre risorse, dalla nostra intelligenza, prima o poi diventeremo vittime del nostro biso­gno di riuscire, di sfondare, di primeg­giare. E pagheremo tutto questo con una grande solitudine. Se invece, "affaticati e oppressi" cercheremo ristoro in Co­lui che è "mite ed umile di cuore", potremo camminare leggeri anche nei tempi più difficili, anche nei gior­ni dell'insuccesso, perché non saremo soli a portare i nostri pesi ...

In famiglia Signore, nostro Dio, fa' che non cediamo

a compromessi quando è in gioco la dignità

della persona umana. Benedetto sia il tuo Spirito, che rende limpida e felice

la nostra esistenza, egli che vive con te

per i secoli dei secoli. AMEN

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,

Ll/glio 05 150 DOMENICA ORDINARIO

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, la tua parola è come un seme. Ma noi talvolta siamo un terreno arido. Signore, pietà!

T akaslù Nagai era un medico eli Nagasaki, in Giappone. Quando era studente alloggiava presso una fami­glia cattolica: aveva incontrato li sua moglie, Midori, la figlia dei suoi ospiti. L'aveva sposata e si era convertito alla sua religione. Avevano due figli, Nagai e Midori, in quel terribile 9 agosto del 1945 in cui venne sganciata da un ae­reo americano, alle Il precise, la se­conda bomba atomica. In meno di un minuto 72.000 persone

Cristo Gesù, la tua parola è come un seme. Ma noi talvolta siamo un terreno pieno di spine. Cristo, pietà!

divorato dall'angoscia. Davanti alle dimensioni del cataclisma avverte tutta la sua impotenza: "Mi sentivo come una zanzara cui avessero strap­pato le zampe . .. Tutto ciò che ci re­stava era ciò che sapevamo, il nostro amore e le nostre mani nude". E Dio. Senza Dio toccherebbe il fondo. Con Dio trova la forza di andare avanti e di raccogliere le povere energie presen­ti per portare soccorso a tutti gli sven-

Signore Gesù, la tua parola è come un seme. Ma noi talvolta siamo un terreno che produce poco frutto. Signore pietà!

pane dell'antica cattedrale. Alle sei di sera, grazie ad un treppiede formato da pezzi di legno, l'Ave Maria risuona sulle macerie della città. Per tutti i cristiani ciò assume il segno di una risurrezione. Neppure una bomba atomica può far tacere le campane di Dio. Takaslù Nagai, un uomo, fragile e pro­vato come tutti, in cui il seme della Parola ha portato frutto. E un frutto in-

sperato: quanti hanno ritro­andarono in fumo sotto lo sguardo, allucinato dal terro­re, dei sopravvissuti. Miracolosamente l'ospedale in cui lavora Nagai, a soli 700

Una pista per l'omelia UN FRUTTO INSPERATO

vato la speranza, grazie a lui! Gesù non chiede ai suoi di­scepoli di essere solamente

metri dall'epicentro, non è totalmente distrutto, anche se 1'80% del persona­le e dei malati era morto sul colpo. Benché ferito, Nagai chiama a raccol­ta coloro che stanno ancora in piedi per tentare di prestare aiuto ai feriti, agli agonizzanti, a tutta la folla stravol­ta che si sta dirigendo verso di loro. E' un compito difficile: anche i nervi più saldi cedono. Nagai cerca di mantene­re la calma: fa fronte alla situazione anche se, privo eli notizie di Midori, è

turati. Quando riesce a raggiungere il luogo della sua casa trova solo cenere. Di Midori rimangono solo i resti car­bonizzati, ma Ud le ceneri della mano destra trova il suo Rosario. Si inginoc­clùa e prega: "Maria, ti ringrazio di averla accompagnata nell 'ora della morte". Passano i giorni, e arriva il Natale del 1945. Nagai, assieme ad un amico che ha perduto moglie, figli e genitori, decide di dissotterrare una delle cam-

CAROVANA DIINVOCAZIONI Sicuri di essere da te esauditi, ti invochiamo dicendo: La tua Parola porti frutto nella nostra vita!

• Fa' che tutti i cristiani trasmettano il Vangelo di Gesù, con le loro parole e le loro azioni. Preghiamo ...

• Non permettere che le nostre giornate di vacanza passino senza un momento di preghiera e di ascolto del vangelo. Preghiamo ...

• Sostieni tutti coloro che sono malati e stanchi, tutti quelli che si s~ tono soli e abbandonati. Fa' che d accorgiamo di loro. Preghiamo ...

• Donad di essere buoni e generosi con i nostri compagni. Fa' che il tempo che passiamo assieme sia pieno di allegria . Preghiamo ...

• Aiuta tutti coloro che soccorrono i poveri e difendorw i loro diritti. Rendili coraggiosi nel cercare la giustizia. Preghiamo ...

degli ascoltatori attenti: il seme che non produce frutto è - tut­to sommato - un seme perso. Anche se ha provocato la nascita di una pic­cola piantina . . . Anche se c'è stata, per qualche tempo, la possibilità di una spiga. La parabola è estremamente chiara: tanti semi sono buttati via per­ché non producono un bel niente. Ma non è colpa della semente. Watti, quando essa trova un terreno buono, il frutto che offre è del tutto insperato ed inimmaginabile!

In famiglia Il seme che tu deponi

in noi, Signore Dio,

può portare frutti insperati.

Donaci di essere testimoni del Regno.

Per Cristo nostro Signore. AMEN

Page 19: Al 2005 a

I Luglio 05 160 DOMENICA ORDINARIO.

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, inviato dal Padre a salvarci, apri i nostri cuori alla pazienza. Signore, pietà!

Educata da un nonno, professore di conservatorio, Malti era diventata ben presto una valente pianista. Così aveva dato il suo primo concerto a soli dodi­ci anni. Il suo sogno era di diventare un'artista molto celebre. Ma poi era scoppiata la seconda guerra mondiale e Malti era entrata tra le fila della Resistenza francese . Aveva inventato molti stratagemmi per salvare la vita a qualche persona o per venire a cono­scenza dei piani tedeschi. Un

Cristo Gesù, liberato dalla morte per donare a tutti una nuova vita, apri i nostri cuori all'azione dello Spirito. Cristo, pietà!

di cure intensive per riuscire a stare in piedi. Il suo corpo, spezzato, non si riprenderà più dalla tortura e dalle per­cosse. Le sue dita non scorreranno più sulla tastiera di un pianoforte e il dolo­re la accompagnerà fino alla morte. Malti prega e awerte la presenza di Dio, "una presenza quasi fisica", pro­prio "nel cuore del suo dolore". Prega anche per Leo, il suo carnefice ... Un giorno del 1984, 40 anni dopo la

Signore Gesù, Signore risorto nella gloria, che ritornerai nell' ultimo giorno, apri i nostri cuori alla speranza. Signore pietà!

"Per il tempo che le resta da vivere, sia solo amore. Cerchi nel profondo di se stesso, dove ha lasciato il Dio che è in lei, perché egli abita nelle sue creature maggiormente perdute nel buio" - gli risponde. E, prima di congedarlo, gli afferra il capo e lo bacia. Al ritorno in Germania, Leo confessa il proprio passato ai suoi familiari e, prima di morire, distribuisce i propri beni.

La storia di Malti Girtanner e brutto giorno, però, era stata scoperta. A ventun anni era stata inviata in un "campo di rappresaglia", riservato ai par-

Una pista per l'omelia LA PAZIENZA DI DIO

di Leo forse ci aiuta a capire la parabola della zizzania e del buon grano. Dio non si lascia prendere dall'impa­zienza. Egli sa che il Regno tigiani. Era un inferno da cui

nessuno usciva vivo. Il suo carnefice si chiamava Leo. Era un giovane medico nazista, cresciuto nella Gioventù hitle­riana. Attraverso la tortura si prefiggeva di far impa7..zire la prigioniera fino a pro­curarle la morte. Così le aveva procura­to delle lesioni al midollo spinale che l'avevano fatta sprofondare in una sofferenza permanente, disumana. Malti si vedeva rinchiusa in una "rete di dolore". E, "per non cadere nella dispe­fa7jone", pregava. Riuscirà a sopravvi­vere, ma le saranno necessari otto anni

sua liberazione, riceve una telefonata. Riconosce subito la voce di Leo. Gra­vemente ammalato le spiega di avere solo tre mesi di vita, e le confida: "Ricordo che lei parlava della morte e della sofferenza con i suoi compagni di prigionia. lo ho una paura terribile della morte. Posso venire a trovarla?". Qualche tem­po dopo Leo le fa visita. Malti è inchio­data a letto: "Ecco la sua opera" - gli dice. Parlano insieme della morte e di Dio. "Che posso fare?" - le chiede lui.

CAROVANA DIINVOCAZIONI Il tuo Regno sembra talora soffocato dalla zizzania che si diffonde a vista d'occhio. Donaci di leggere la storia con i tuoi occhi pieni di fidu­cia, a cui non ~gge nessun gesto d'amore. Rincuorati dalla tua bantà, ti invochiamo diceJukJ: Ascoltaci, Padre, tu che doni salvezza.

o Dona ai cristiani la gioia di compiere il bene con entusiasmo, senza lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà. Preghiamo ...

o Non permettere che la cattiveria si impadronisca del nostro cuore. Rendici leali e sinceri. Preghiamo ...

o Fa' che le vacanze diventino un'occasione per renderci utili infami­glia e per diak>gare di più con i nostri genitori Preghiamo ...

o Accompagna con la tua presenza tutti queUi che si curano dei mala­ti, delle persone in difficoltà, degli immigrati. Preghiamo .. .

o Non lasciarci mancare buonumore e pazienza. Fa' che non ci arre­stiamo davanti agli ostacoli. Preghiamo ...

cresce, nonostante tutto. Proprio per questo attende. Non vuole che gli acca­da di strappare, assieme alla zizzania, anche il grano buono. Del resto, questa storia ce lo ha appena insegnato: possono awenire cambiamen­ti insospettati. E anche la zizzania può diventare una spiga di grano. Dio lo sa. E per questo aspetta, fiducioso. Il male non lo spa­venta, in ogni caso. E poi egli ha fiducia negli uomini.

In famiglia Signore, noi vorremmo subito sradicare il male

da questa storia così tonnentata.

Ma cosa sarebbe di noi, se tu non ci avessi mostrato

pazienza e misericordia? Insegnaci a rivedere

i nostri atteggiamenti e i nostri giudizi troppo duri.

Per Cristo nostro Signore. AMEN

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~ 17a DOMENICA ORDINARIO~. Luglio 05

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu sei la Parola di Dio fatta carne. Signore, pietà!

COSì parla di lui fratel Ettore, che da una vita lavora a Milano tra i poveri ed i barboni: "Era un ragazzo di 27 anni, originario del Sud. Gli piaceva molto vivere a Milano: nella nostra città si sen-tiva come a casa sua. Aveva trovato lavoro come fattorino e per questo si considerava fortunato e voleva fare qualcosa per chi campa con tanta fati­ca ( . .. ) Sabatino abbandonò il suo lavo­ro e rimase accanto a me, a totale di­sposi7jone dei poveri, per cin-

Cristo Gesù, tu sei l'Immagine e la Tenerezza del Padre. Cristo, pietà!

riscoprivo, nel suo modo di porsi, il vero spirito di san Carnillo, il quale rac­comandava ai suoi discepoli di essere come una madre che ha sempre le ma­ni e il cuore protesi ad amare un figlio che soffre". Al funerale di Sabatino, fu letto questo messaggio del cardinale Martini, arci­vescovo di Milano: "Caro don Marco Ferrari, nella tua parrocchia si sta svol­gendo un funerale al quale mi sento

Signore Gesù, tu sei il Tesoro dei piccoli e dei poveri. Signore pietà!

re e a credere che Dio provvede ai suoi figli. Questa energia spirituale che ani­mava il suo impegno caritativo egli la prendeva dal quotidiano rapporto con l'Eucaristia, pane di vita, e dal prolun­gato e affettuoso colloquio col Cristo. ( . .. ) Questi esempi cristiani non devo­no suscitare solo un momento di emo­zione, ma devono favorire una vera e propria conversione alla vita di Cristo, una vita - come è stata per Sabatino -

che diventa sale della terra e que anni, sino alla sua morte. Era buono, umano. ( . .. ) Disponibile con tutti. Amato da tutti ( .. . ) . Fu più di un aiu-

Una pista per l'omelia IL TESORO NEL CAMPO

luce del mondo, per la carità che si manifesta nelle ope-re". Il tesoro nel campo, la perla

tante prezioso. Divenne un autentico testimone dell'amore di Dio per i sofferenti. Si prese una brutta pol­monite per il freddo e l'acqua di un forte temporale dal quale non si era riparato: stava trasportando la cena per i suoi arrùci di via Ortles e non voleva anivare in ritardo. Ebbe tre ricadute nella malattia in brevissimo tempo. Purtroppo tutte le cure furono inutili. È morto la fine d'agosto del 1982. Ave­va trentun anni ( ... ) Un giomo mi rac­contò che mentre lava i piedi gonfi e piagati di un povero vecchio, aveva avuto la sensazione unica, indimentica­bile, di curare Gesù . Vivendo con lui ,

presente spiritualmente: si tratta del giovane Jefuniello Sabatino che ho conosciuto solo poco, ma del quale ho sentito più volte parlare. Le mie parole vogliono essere testimonianza di affet­to per un giovane che ha vissuto con semplicità e fortezza interiore la pro­pria adesione a Cristo impegnandosi a tradurre quotidianamente la fede in opere di carità. Sabatino è morto per l'impegno presso il Rifugio di fratel Ettore e il dormitorio di via Ortles: qui molti lo hanno apprezzato e amato e hanno attinto dalla sua fede semplice e forte la speranza per continuare a vive-

CAROVANA DIINVOCAZIONI Noi d rivolgiamo a te, diceruWti: Donaci saggezza e coraggio.

o Porta la tua luce nelle nostre parrocchie, perché sappiano sceglie­re secondo il Vangelo. Preghiamo ...

o Donaci uomini e donne capad di mettersi al servizio degli altri per rendere più bella e più giusta la vita del loro paese. Preghiamo ...

o Fa' che nelle nostre vacanze non manchi il ricordo di te e la lettura del Vangelo. Preghiamo ...

o Accompagna le famiglie che sono in vacanza. Fa ' che possano vive­re giorni felid insieme. Preghiamo ...

o Non lasciar mancare ai turisti guide sagge e competenti, che li aiu­tano a contemplare il bello e a gustare le opere d'arte. Preghiamo ...

preziosa: non è forse pro­prio questo che Gesù vuole dirci attra­verso queste due parabole? Il regno dei cieli esige una decisione. Prima o poi ci si trova a scegliere tra questo "tesoro" e tutto il resto, tra questa "perla preziosa'.' e tutte le altre. Non è possibile tenere tutto insieme, nello stesso tempo. E lì, in quel frangente, si vede chiaramente quanto ci sta a cuore il progetto di Dio, quanto bene vogliamo effettivamente a Gesù. Se siamo disposti a vendere tutto, a perdere tutto, pur di fare della nostra vita qualcosa di bello per lui e per i fra­telli, allora siamo sulla strada giusta.

In famiglia Signore Dio,

donaci la capacità di scegliere

ciò che vale di più. E di perdere tutto il resto

quando si tratta di assicurarsi il tuo tesoro.

Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

AMEN

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Luglio 05 l 80 DOMENICA ORDINARIO

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, talvolta noi cerchiamo la gioia lontano da te. Signore, pietà!

Gesù prova compassione per la folla che lo ha seguito a piedi dalla città. È una compassione che si esprime non solo a parole, ma con gesti significativi: la guarigione dalle infermità, dalle malattie, mo­stra come Dio prenda a cuore la sorte dei poveri, di chi soffre, di chi si trova nella penuria, nell 'indi­genza.

Cristo Gesù, talvolta noi dubitiamo della forza del tuo amore. Cristo, pietà!

l'intendimento di Gesù: "Date loro voi stessi da mangiare", ingiunge ai suoi. Un proposito nobile, ma in che modo? Quello che si ha tra le mani è del tutto esiguo: "cinque pani e due pesci". È proprio da questo "capitale" sproporzionatamente ridotto che

Signore Gesù, talvolta noi pren­diamo il tuo annuncio come un sogno, troppo bello per diventa­re realtà. Signore pietà!

Miracolo della generosità: senza quei cinque pani e quei due pesci non sarebbe accaduto nulla. Alla base di tutto c'è un dono, anche se esiguo. A distanza di duemila anni vengo­no alla memoria i racconti di tanti miracoli che accadono ancor oggi tra i poveri, tra quelli che sanno

condividere, che hanno ve­La folla l'ha seguito senza neppure preoccuparsi di portare con sé il necessario per sfamarsi.

Una pista per l'omelia DATE LORO VOI STESSI

DA MANGIARE Mentre sta per venir sera gli apostoli si accorgono della mancanza di cibo e propongono la loro soluzione: "Congeda la folla perché vada nei villaggi a com­prarsi da mangiare".

ramente pietà delle soffe­renze altrui, che donano quel poco che hanno. Ce li raccontano spesso i missionarie e le missiona-

In poche parole: ognuno pensi a se stesso e con i soldi risolva il suo problema. Una tale soluzione del genere l'abbia­mo sentita tante altre volte: non ci vuole molta fantasia a proporre cose del genere. Ma non è questo

Gesù parte per compiere il mira­colo: proprio spezzando quei pani egli sfuma una folla di "circa cin­quemila uomini, senza contare le donne e i bambini". Miracolo della condivisione: il pane, se viene "spezzato" riesce a sfamare proprio tutti e in modo abbondante. Miracolo della com­passione: l'amore autentico per gli altri produce effetti insperati.

CAROVANA DI INVOCAZIONI

Signore, nostro Padre, il pane può bastare a sfamare le folle solo quando viene spezzato fraternamente. Desiderosi di una nuova giu­stizia, ti diciamo: Non lasciarci mancare il pane quotidiano.

o Non lasciar mancare il pane del Vangelo a coloro che vogliono segui­re Gesù. Trovino cristiani disposti a leggerlo e a viverlo insieme. Preghiamo ...

o Non lasciar mancare il pane della dignità a coloro che non hanno casa e lavoro e mancano del necessario. Preghiamo ...

o Non lasciar mancare il pane dell'affetto a tutti i bambini della terra. Possano conoscere l'affetto sicuro di un padre e di una madre. Preghiamo ...

o Non lasciar mancare il pane della giustizia a chi ha subito un sopru so e domanda che vengano riconosciuti i suoi diritti. Preghiamo ...

o Non lasciar mancare il pane della fraternità nei monasteri e nei conventi: siano luoghi di accoglienza per ogni povero. Preghiamo ...

de, i volontari e le volonta­rie che percorrono i paesi del Ter­zo Mondo. E le loro parole hanno il sapore fresco del vangelo di oggi, trasuda­no l'insperato, ma anche la gioia che sgorga da una pienezza e da una sazietà che ha veramente dell ' inaudito.

In efamiglia

Com'è possibile, Signore, che una grande folla sia sfamata solo con cinque

pani e due pesci? Donaci la tua gioia,

Signore, gioia di condividere

e di donare. Per Cristo nostro Signore.

AMEN

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Agosto 05 190 DOMENICA ORDINARIO_

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu conosci le nostre paure, i nostri timori . Signore, pietà!

L romanzo è stato pubblicato alcuni anni fa. L'Autore è un parroco tedesco che ha voluto fare del suo Libro il punto di partenza di uno scambio epistolare con i cristiani di me72a Europa. Il titolo è un po' birichino: Il piccolo vescovo. Narra la storia di un vescovo dell'area tedesca. Lo mostra davanti alle difficoltà della sua diocesi, preso dalla serie di incontri, di riunioni, di assem­blee e di discussioni. Travaglia-

Cristo Gesù, tu vedi la nostra debolezza e la nostra fatica. Cristo, pietà!

un pellegrinaggio nella terra di Gesù, la Terra Santa. È li che la sua Clisi rag­giunge il culmine, è li che guarda alla sua vita con occhi disincantati: gli è stato imposto di avere a fianco un altro vescovo, che assicurerà di fatto la guida della diocesi e che poi, com'è previsto, gli succederà. A questo pun­to si sente inutile e abbandonato, constata il fallimento della sua vita, delle sue speranze, dei suoi ideali.

Signore Gesù, tu ci tendi la tua mano, tu ci soccorri. Signore pietà!

vescovo che gli hanno messo accanto è un uomo buono e saggio che ap­prezza la sua esperienza, che non vuole fare a meno del suo aiuto. I lettori si scandalizzeranno forse solo al pensiero che un vescovo abbia crisi di fede . Ma il Vangelo di oggi è molto più scandaloso di me perché presenta la crisi di fede di Pietro, il capo degli apostoli! Noi lo sentiamo così vicino a noi quest'oggi! Sì, perché anche noi

abbiamo provato la sensazio­to dal desiderio di vivere il Vangelo e ingessato in una real-tà che comporta anche consigli di amministrazione, legami di

Una pista per l'omelia LA CRISI DELLA FEDE

ne di camminare sull'acqua, di affrontare impavidi qualsiasi pericolo. Anche noi abbiamo vissuto

tipo giuridico, incombenze a cui desidererebbe volentieli sottrarSi. Poi, nel bel mezzo del racconto, il col­po d 'ala: una serie di decisioni corag­giose, ardite, che sfidano l'ipocrisia dell'ambiente e, come conseguenza, l'ostilità di alcuni gmppi di potere e il richiamo da parte di Roma, l'invito a presentarsi in Vaticano, l'umiliazione di non essere ascoltato, ma solo accu­sato e rimproverato. L'amarezza, la solitudine, la disillusio­ne investono l'uomo di Chiesa che decide, a questo punto, di partire per

Ma è proprio quando tocca il fondo che si accorge del male più grosso: quello che è più terribile è che ha perso la fede, che non crede più, che non è più disposto a cogliere accanto a sé la presenza di Dio, che si è illuso di poter fare senza di lui e che ora ritiene di essere stato tradito, abban­donato anche da lui. Tornerà in diocesi, dopo il suo pelle­grinare sui passi di Gesù, con uno spi­rito nuovo e scoprirà che la realtà non è poi brutta come l'immaginava: il

CAROVANA DIINVOCAZIONI Signore, anche noi, come Pietro, ci lasciamo afferrare dalla paura. Per questo, uniti insieme, ti diciamo: Metti nel nostro cuore un entusiasmo nuovo.

o Dona a tutti i cristiani di seguire Gesù ogni giorno, anche quando costa fatica. Preghiamo ...

o Sii accanto a tutte le persone oneste e generose che si impegnano per il bene di tutti. Preghiamo ...

o Fa' che il tempo delle vacanze diventi un'occasione per vivere insie­me, per ascoltarsi, per trovare allegria e buonumore. Preghiamo ...

o Sostieni tutti gli educatori e gli animatori che si prendono cura dei ragazzi. Rendili saggi e Pieni di fantasia. Preghiamo ...

o Ridesta in noi la gioia di pregare, fa' che ascoltiamo la parola di Gesù e cerchiamo di metterla in pratica. Preghiamo ...

l'entusiasmo di andare verso Gesù senza che nulla ci trattenga. Ma anche noi, al soffiare del vento, abbia­mo avuto paura ed abbiamo comin­ciato ad affondare. Se non ci fosse stato lui che tendeva la mano, proba­bilmente non ne saremmo venuti fuo­ri , saremmo annegati. È quella mano tesa, quel rimprovero benevolo ("Per­ché hai dubitato?") che ci hanno fatto scoplire un bene indispensabile per andare avanti: la fiducia in lui, Gesù, nella sua presenza, qualunque cosa accada.

In famiglia Signore Dio,

sostieni la nostra fede perché non venga meno

nel momento della prova, tu che sei il Dio

dell' alleanza per i secoli dei secoli_

AMEN

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Agosto 05 200 DOMENICA ORDINARIO

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu sei venuto a salvarci, a strapparci al potere del male. Signore, pietà!

, E vero: la fede non dipende dal paese in cui siamo nati, e neppure dalla famiglia che ci ha cresciuti e preparati alla vita. Non è questio­ne di tradizioni, di appartenenze, e tanto meno di etichette. Un ambiente può favorirla o contra­starla, ma non determinarla o im­pedirla. Così accade che questa pianta non cresca nel

Cristo Gesù, tu ci sostieni perché non veniamo meno per la nostra debolezza. Cristo, pietà!

È una straniera, una che non appartiene al popolo d 'Israele. Gli ebrei considerano quelli come lei lontani da Dio. Eppure i suoi gesti e le sue parole trasudano una fidu­cia che non si arresta davanti alla prova, non demorde alla prima difficoltà. È una donna che invoca, che chie­de pietà. E non per sé, ma per sua

Signore Gesù, tu ci doni la tua luce perché non abbiamo a smarrirci. Signore pietà!

al popolo d 'Israele. Né quando le si fa notare che sono i figli ad avere diritto al pane della mensa. Anzi, sembra che la prova invece di scoraggiarla irrobustisca ancora di più la sua fede. Per questo non rinuncia ad insistere: la posta in gioco, cioè la salute della figlia, è troppo grande, le sta troppo a cuore.

giardino oggetto di cure continue

Una pista per l'omelia Per questo quan­do le viene data

....

e spunti invece in mezzo alle er­

NON E QUESTIONE DI ETICHETTE una risposta du­ra reagisce con tu tta la sagacia,

bacce, sul selciato. Così avviene che non la si incontri in mezzo ai riti ostentati e alle parole ripetute e ci si imbatta in essa in situazioni in cui la religione sembra assente. Stranezze della vita, ma anche sor­prese dello Spirito che agisce nei cuori senza badare ai confini, ai territori, alle prerogative, alle pri­mogeniture. La donna cananea stupisce Gesù per la sua fede umile ed ostinata.

figlia "crudelmente tormentata da un demonio". È una donna che riconosce in colui che passa il "Signore", il "figlio di Davide". Ha coscienza dì trovarsi di fronte a Qualcuno che reca la bontà, la misericordia, la forza di Dio. È una donna che non si atTesta davanti alle difficoltà. Né davanti al silenzio di Gesù. Né davanti alla constatazione che non appat1:Ìene

CAROVANA DI INVOCAZIONI Signore, nostro Dio, tu non ti accontenti di portare salvezza e gioia ad un numero ristretto di persone. Quando hai scelto un popolo, lo hai fatto solo per poter raggiungere, attraverso di lui, ogni creatura umana, di ogni razza e cultura. Guidati da questa certezza, ti dicia­mo con fede: Tu sei il Padre di tutti, ascoltad!

• Fa ' che i cristiani si impegnino insieme a tutti gli uomini a trovare una soluzione ai grandi problemi di questo tempo. Preghiamo ...

• Illumina coloro che hanno il compito di preparare le leggi per il nostro Paese. Cerchino il benessere di tutti. Preghiamo ...

• Rendid pronti ad accogliere coloro che arrivano da altre dttà e da altre nazioni. Preghiamo ...

• Fa' che nessun turista abbia mai a ferire la dignità di coloro che appartengono ad altre culture. Preghiamo ...

• Accompagna le nostre famiglie nel tempo delle vacanze. Fa ' che sap­piamo ascoltard e divertird insieme. Preghulmo ...

l'affetto, la fede di una madre. Così la donna suscita l'ammirazio­ne di Gesù e anche la nostra, a di­stanza di duemila anni. E diventa un esempio. Di una fede che invo­ca. Di una fede che insiste. Di una fede che lotta. Di una fede che ottiene. Perché il miracolo, in fondo, è pro­prio l'incontro tra la potenza misericordiosa e salvifìca di Gesù e una fede del genere.

In famiglia Signore, nostro Padre,

da te proviene ogni dono perfetto. Apri il nostro cuore

e la nostra intelligenza perché ci rallegriamo dell'azione misteriosa

del tuo Spirito. Che tu sia benedetto nei secoli dei secoli.

AMEN

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Il Agosto 05 21 a DOMENICA ORDINARIO_

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, nostro Salvatore, tu dai significato ad ogni vita umana. Signore, pietà!

Cristo Gesù, che hai offerto la tua vita per noi, in te sono i tesori della misericordia di Dio. Cristo, pietà!

slanci e sulla sua fragilità. E proprio perché a costruire è lui, Gesù, nulla potranno contro questa comunità le forze oscure degli inferi, il potere con-osivo e distruttivo del male. A distanza di duemila anni queste parole ci portano a ciò che sta al cuore della Chiesa. Non i mezzi umani, la consistenza e la forza del-

Signore Gesù, Signore della gloria, tu ci trasmetti la capacità di amare. Signore pietà!

nante. Essa è un abbandono fidu­cioso a Gesù, una sequela che di­venta condivisione della sua morte e risun-ezione. Questa fede è un dono: non ci si atTiva attraverso "la carne e il san­gue". Si tratta piuttosto di accoglie­re Dio nella propria esistenza, di far­gli spazio nella propria vita, di

ricevere da lui la luce indispen­

L luogo in cui awiene tutto que-sto è assai suggestivo. Siamo a Cesa-rea di Filippo, in una zona che all' epoca di Gesù era abitata piuttosto da pagani. Ci troviamo alle sorgenti del Giordano: da una grotta sgorga un corso d 'acqua che poi divemì un fiume. COlTe voce che quella grot­ta sia così profonda da raggiungere le porte degli inferi, il regno oscuro delle forze che posso­ Una pista per l'omelia

E SU QUEST~ PIETRA EDIFICHERO lA MIA

CHIESA

no combattere contro la sicu­rezza e il bene dell'uomo. In alto, sulla roccia, si è appena costruita una città paga-na: Banias, in onore del dio

sabile per essere in grado di riconoscere la sua presenza e la sua azione. Questa fede è la fede di un uomo, ma anche di un popo­lo. Non una fede senza incri-

Pan, che richiama la sfrena-tezza del piacere. Se ci collochiamo in questo scena­rio le parole piuttosto oscure che Gesù rivolge a Pietro assumono tut­to il loro significato. Non è sulla roccia della montagna, né con pietre squadrate (materiale di lusso per le costruzioni) che Ge­sù edificherà la sua Chiesa, ma su Pietro, su quest'uomo e sui suoi compagni, sulla sua fede , sui suoi

le istituziorù, delle possibilità eco­nomiche, della cultura, ma la fede in Gesù, riconosciuto come Cristo e Figlio del Dio vivente. È su questa roccia che la comurùtà dei credenti si costruisce. E se essa viene meno a nulla valgono il di­spiegamento dei mezzi e la sapienza umana. Questa fede è l'elemento più pre­zioso, più importante, più determi-

CAROVANA DIINVOCAZIONI Il tuo Figlio ha riconosciuto Pietro, il pescatore di Galilea, come un punto di rife­rimento per tutti i cristiani. Così lui che ha tradito Cristo, ha ricevuto l'incarico di confermare nella fede i suoi frateai. A te diciamo insieme: Ravviva la nostrafede, Signore.

o Fa' che le Chiese ritrovino l'unità attorno alla comune confessione difede in Cristo. La memoria degli sbagli commessi giovi a costruire uno stile di comu­nione e di dialogo. Preghiamo ...

o Ii affidiamo il servizio di comunione che il vescovo di Roma svolge a favore di tutte le Chiese. La sua parola ridesti i pastori tiepidi e richiami alla radicalità del Vangelo. Preghiamo ...

o Lo studio della storia ci aiuti a non ripetere gli sbagli del passato e ad essere vigilanti difronte aifenomeni ambigui del nostro tenzpo. L'acquiescenza e la connivenza non vengano scambiate per diplomazia. Preghiamo ...

o Difendi il diritto dei poveri: nelle assunzioni si destini un posto anche a colo­ro che sono portatori di handicap o che sono particolannente fragili. Preghiamo ...

o Coloro che hanno sbagliato e sono stati giudicati colpevoli di reati siano di­sposti a riconoscere il male commesso. Ma venga anche offerta loro la possi­bilità di cambiare e di vivere gionzi operosi e felici Preghiamo ...

nature e senza dubbi. Pietro stesso verrà redarguito quando pre­tende di far prevalere la logica uma­na sui piani di Dio. E poi proprio lui, nel momento della prova rinne­gherà Gesù. Ma, e proprio questo è il paradosso, è su persone come Pietro, come i suoi compagni e co­me noi, che poggia questo edificio che è la Chiesa e se sta in piedi non è per la solidità degli uomini, ma per la fedeltà di Dio.

In famiglia Ancor oggi, Signore,

tu metti un grande tesoro nelle mani delle comunità

e dei loro pastori. Che tu sia benedetto nei secoli dei secoli.

AMEN

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IMMAG,INI Agosto 05 220 DOMENICA ORDINARIO

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, Figlio del Dio vivente, tu sei venuto a condividere la nostra condizione umana. Tu ci insegrù ad amare. Signore, pietà!

Sì, non c'è nessuno sbaglio, è pro­prio lo stesso Pietro, quello a cui Gesù ha da poco detto "Beato te, per­ché queste cose te le ha rivelate lo Spirito" (era il vangelo di domenica scorsa). Ora proprio a Pietro Gesù dice, senza mezzi termini: "Tu sei per me un satana, un ostacolo sulla strada del Regno! ". Che cosa ha fatto di tanto grave il povero Pietro per meritar-

Cristo Gesù, Figlio del Dio vivente, tu sei stato inchiodato alla croce per amore degli uomini. Tu ci inviti a rinunciare a noi stessi. Cristo, pietà!

sione e di morte. Ma è proprio attra­verso il fallimento estremo, abbando­nato da tutti, nelle mani di chi lo odia, che il Figlio dell'uomo mostrerà fino a qual punto Dio ama gli uomini. Fino ad essere debole, schiacciato, denudato, crocifisso, per amore. Pietro, che non ha capito proprio niente del progetto di Dio, con la sua generosità, con la sua presunzione,

Signore Gesù, Figlio del Dio vivente, tu

sei stato elevato nella gloria del Padre. Tu prometti la vita a tutti coloro che la donano agli altri. Signore pietà!

e con le sue debolezze e presunzioni. Non è forse vero che anche noi spe­rimentiamo dei momenti in cui tutto appare chiaro, limpido, sicuro. E, presi dall 'entusiasmo, appena alma la più piccola prova, cadiamo nel pes­simismo, nell'abbattimento, nella tri­stezza. Non è forse vero che ognuno di noi la sua vita tenta di tenersela ben stret-

ta, difendendola da tutto si un simile rimprovero? Ha reagito come avrebbe fatto ognuno di noi. Gesù ha annunciato ai suoi la passione e la morte, che

Una pista per l'omelia quello che può minacciar­la, salvaguardandola dagli incerti della navigazione? Gesù questa vita ci invita PERDERSI PER SALVARSI

sono ormai prossime, e Pietro gli ha detto: "Dio ti scampi da una simile sorte. Non ti può accadere una cosa simile". Ha appena riconosciuto che Gesù è "il Cristo, il Figlio del Dio vivente" e ora, forse preso dall'euforia del momento, gli pare di poter capire al volo quali sono le strade di Dio. Ma Gesù sa bene che le vie di Dio non prevedono affatto un percorso trion­fale che ha come meta Gerusalem-

con la sua dabbenaggine, rischia di essere un inciampo, un ostacolo. E Gesù, come se questo non bastasse, rincara la dose. La sua strada è la stra­da di ogni discepolo. La sua croce, ognuno deve prenderla. E plima o poi ognuno passa attraverso la stessa prova: la decisione - difficile - di per­dere la propria vita per lui, che, para­dossalmente, diventa l'unico modo per salvarla.

ad offrirla, a donargliela perché questo è l'unico modo per salVal'la, per ritrovarla veramente, ma dilatata in una vita eterna. Certo Gesù non vuole spartire nuJla col C1istianesimo che fa della sua sicurezza, dei suoi mezzi di difesa, della sua incolumità, della sua diplo­mazia l'unico criterio sicuro. Dare la vita a lui significa affrontare il mare alto, infido ed incerto, affidandosi non alle proprie sicure-ae o ai propri

me. C'è un calice da bere, ed è un Come ci è vicino Pietro con la sua mezzi, ma a Lui. calice di dolore, di sofferenza, di pas- professione di fede , con i suoi slanci

CAROVANA DI INVOCAZIONI Signore, dona luce alla 1WStra inteUigenza e rendi ardente il nostro cuore, perché impariamo ad amare come Gesù: Donaci, o Dio, il tuo spirito di ~#h, v.,.,"",.

o Le Chiese ascoltino con attenzione le parole dei tuoi profeti, anche se sono scamode. Non si cerchi a tutti i costi la tranquillità, ma la fedeltà al Vangelo. Preghiamo ...

o Ai cristiani che frequentano le scuole di teologia e le iniziative di for­mazione venga spezzato con abbondanza il pane della tua Parola per­ché trovi risposta la loro fame di te. Preghiamo ...

o Non permettere che i bambini vengano privati di un'educazione cri­stiana. Fa' che i genitori li accompagnino nellafede con impegno e sin­cerità. Preghiamo ...

o Metti tanta pace nel cuore di coloro che fanno crescere attorno a sé la fraternità e la comprensione. Che la loro parola non resti inascoltata. Preghiamo ...

o Fa' che quanti hanno una grande responsabilità siano sostenuti nella ricerca del bene comune, perché non cedano alle pressioni dei più forti e dei più ricchi.. Preghiamo ...

In famiglia Signore Dio,

dona ad ognuno di noi la grazia di corrispondere

alla tua chiamata_ Il tuo Spirito ci doni coraggio e fedeltà,

per Cristo nostro Signore_

AMEN

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, I IM.MA§INI , Settembre 05 230 DOMENICA ORDINARIO.

-----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu sei venuto ad insegnarci ad amare. Signore, pietà!

Si racconta di un vescovo, nativo delle nostre parti, a cui un prete rivolse le sue lagnanze a proposito di un confratello. Le critiche erano circostanziate, i fatti riportati degni di fede, la condotta chia­ramente scandalosa. Il vescovo ascoltò tutto pazientemente, senza alcun segno di reazione. Poi prese carta e penna, le mise davanti al suo interlocutore e gli disse: "Una cosa del genere va affrontata: hai ragione tu. SClivi tutto quello che mi hai detto e finna. Anche lui, del resto, ha diritto a difendersi". Non siamo in grado di riferire a quale tonalità di

Cristo Gesù, tu hai donato tutto te stesso, la tua stessa vita. Clisto, pietà!

sempre il medesimo. L'eventuale "colpe­vole" sente salire attorno a sé la riprova­zione, ma non ha la possibilità di misu­rarsi con le accuse. Molte volte la maldi­cel17..a sconfina nella calunnia. In ogni caso questa strada, facile da perCOlTere, non conduce mai ad un chiarimento o ad una soluzione. Il dispiacere di chi rife­lisce è da ritenersi teatrale, dal momen­to che l'interessato non accetta di fare l'unica cosa seria: confrontarsi con chi potrebbe aver sbagliato. La procedw-a di Gesù è molto più diffici-

Signore Gesù, tu litornerai un giorno nella gloria, per portare a compimento il tuo progetto di amore. Signore, pietà!

due passaggi: una verifica seria delle "accuse". Non posso perdere l'amicizia e la stima di una persona per delle chiac­chiere da osteria. E poi, in ogni caso, richiede il coraggio di affrontare diretta­mente la persona. Nel modo migliore, s'intende. Senza provare il gusto sadico di rigirare il coltello nella piaga. Senza sentirsi un perfetto che ha colto in fallo qualcuno. È vero: solo chi vuole veramente bene ad una persona, sa con'eggerla nel modo migliore.

"Prendi con te due o tre per­rosso si avvicinasse di più il volto di quel prete, quando uscì dalla stanza. li foglio, co­munque, restò bi,mco ...

Una pista per l'omelia UNA STRADA DIFFICILE

sone". È il secondo atto, che presume la disponibilità di altri ad uscire allo scoperto. Trovarli non sarà fucile, per le

La strada che siamo soliti per-correre quando avviene qualcosa di negativo, quando qualcuno si macchia, inavvertitamente o volutamente di qual­che colpa, è quella della mOlmorazione e della maldicenza. Strada facile: chi parla non si espone, non viene alla luce del sole, non assume le sue responsabi­lità. E, proprio per questo, può trattare la materia in questione a modo suo: ingi­gantendo particolari di nessun lilievo, colorando la narrazione , destando a beUa posta alcune reazioni nel suo udi­torio. Il risultato, ahimé, è anch'esso

le, ma forse ha maggiori probabilità di successo. È molto diretta e chiede una buona dose di coraggio. Parte discreta­mente, ma poi coinvolge, a cerchi concentrici, anche la comunità. Nel peg­giore dei casi chi ha sbagliato viene considerato sempre un fratello per il quale bisogna pregare. "Va' e ammoniscilo fra te e lui". Certo, un passo del genere non si fu avventata­mente, a cuor leggero, sulla base di sem­plici indisCl'ezioni o del "mi hanno detto". Per questo la cosa esige almeno

CAROVANA DI INVOCAZIONI Uniti insieme, ti diciamo: Donaci un cuore nuovo!

o Dona ai cristiani di vivere da fratelli, riconciliati. La tua Parola porti lm-o luce e gioUt. Preghiamo ...

o Ridesta la coscienza di colm-o devono prendere decisioni importan­ti per la vita di tante persone. Fa' che cerchino il bene di tutti. Preghiamo ...

o Sostieni i malati, e in particolare quelli che devono affrontare cure dolm-ose. Metti accanto a loro persone piene di cuore e di genero­sità. Preghiamo ...

o Fa' che nelle nostre famiglie si sappia dialogare e affrontare insie­me i momenti dUficili. Preghiamo ...

o Accompagna colm-o che si accostano alla Confessione. Trovino il tuo amore di Padre e la tua misericordia. Preghialno ...

ragioni sopra accennate. Ma se la ricerca si rivelerà fruttuosa, chi ha commesso la colpa dovrebbe, a questo punto, aprire bene gli occhi. È un po' difficile che si tratti solo di un abbaglio. "Dillo all'assemblea". È il terzo atto, e qui si ha a che fare con la comunità. Una comunità che sembra tuteli la privacy, ma che s'immischi anche con la vita dei suoi membri. Non abbandonati al proprio destino, dunque , ma presi a cuore, come dei figli che, quando sbagliano, si finisce coll' amare di più.

In ufamiglia

Signore, nostro Dio, tu guarisci anche le piaghe

più nascoste del nostro essere.

E ci chiedi di togliere il male che è in noi, solo dopo

aver manifestato tutta la tua tenerezza di Padre.

Donaci di saper amare come il tuo Figlio, Gesù,

che vive e regna nei secoli dei secoli.

AMEN

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lM.fM§INI Settembre 05 240 DOMENICA ORDINARIO

----------PER CHIEDERE PERDONO----------

Signore Gesù, tu ci perdoni: tu non ti stanchi mai dei nostri peccati. Signore, pietà!

Fino a che punto si può perdonare? Bisogna perdonare proptio tutto? Anche i crimini più grossi, più efferati, più ter­,ibili? E' una domanda che percorre un libro, di recente ristampato, di un celebre cacciatore di criminali nazisti, Simon Wìesenthal. Tutto parte da una storia vera, accaduta allo stesso Wiesen­thal. Mentre è detenuto in un lager nazi­sta si trova a svolgere dei lavori, con il suo gruppo, in un ospedale di Leopoli. Un'infermiera, notata la stella gialla che reca sul petto, gli fa cenno di seguir'lo e lo fa entrare in una stanza. Lì

Cristo Gesù, tu ci perdoni: tu annunci la misericordia di Dio ad ognuno di noi. Cristo, pietà!

Hitleriana e poi aveva finito col partire, volontalio, per il fronte. Ora non può morire in pace se Simon, che è un ebreo proptio come quelli che ha ucciso, non gli dà il suo perdono. Wiesenthal rac­conta - e le sue parole diventano gelide - che uscì da quella stanza senza dire una parola. Al lager non poté fare a meno di narrare la stOlia del giovane tedesco. E i suoi compagni si affrettaro­no a dir-gli: "Non lo avrai mica perdona­to? Ricordati: tu non puoi farlo! Solo quelli che sono stati uccisi potrebbero

Signore Gesù, tu ci perdoni: tu spalanchi davanti a noi una strada nuova, quella dell'amore e della pace. Signore pietà!

A Simon, paradossalmente, affidano la cassetta degli effetti personali della gio­vane SS. E lui decide di non spedirla, ma di andare a recapitarla, direttamente, alla madre. Davanti a quella donna, però, lui che non se l'è sentita di perdonare suo figlio, ora non può raccontarle la cruda vetità. Quella donna stenta a credere che gio­vani come suo figlio possano aver com­messo le atrocità di cui si parla. Quella donna, credente, non può far a meno di ricordare chi era suo figlio

prima che il veleno hitletiano c'è un giovane uomo, una SS, ormai prossimo alla morte. Gli narra un incubo che lo perse­guita ormai da anni. Un gior­no, durante la campagna di

Una pista per l'omelia SE NON PERDONERETE

gli cambiasse l'esistenza. E Si­mon non può, a questo pun­to, dire alla madre una verità terribile, che la distruggereb-

Russia, hanno costretto duecento ebrei ad entrare in uno stabile. Poi hanno appiccato il fuoco, hanno lanciato delle granate e se qualcuno cercava di fuggire dalle finestre gli hanno sparato. Gli ordi­ni erano questi , ma lui non può più libe­rarsi dell'inunagine di quella gente che tenta di scampare alla morte e viene abbattuta ... anche dalla sua mitragliatri­ce. Quell'uomo è ormai prossimo alla morte e ora si awede del baratro in cui è piombato. Lui, che un giorno era chie­richetto, era entrato nella Gioventù

perdonarlo, ma non ci sono più' ''. Ma poi, un giorno, Simon sente nella barac­ca qualcuno che prega: è un giovane polacco. Sarebbe già prete se non ci fosse stata di mezzo la guel1"a. A lui Simon tivolge la domanda che si porta dentro: "Tu che sei credente, che cosa avrei dovuto fare?". "Certo - gli lisponde il polacco - solo quelli che sono morti potevano perdonarlo. Ma dimmi: era ve­ramente pentito?". "Sì", ammette Simon. "E allora dovevi perdonarlo", conclude l'altro.

CAROVANA DIINVOCAZIONI Signore Di.o, tu non ci chiedi di perdonare al nostro frateUo solo quakhe volta, ma sempre. Tu stesso hai mostrato verso di noi una misericordia senza limiti. È per questo che ci rivolgiamo a te e ti dicia­mo: Ascoltaci, Padre buorw!

• Fa' che i cristiani siano disposti a perdonare, così come tu conti­nuamente li perd.oni. Preghiamo ...

• Metti nel cuore dei sacerdoti la tua bontà e la tua saggezza quando accolgono chi viene a confessare i propri peccati. Preghiamo ...

• Accompagna con la tua luce le nostre famiglie perché sappiamo per­donarci e comprenderci. Preghiamo ...

• Fa' che non ci dimentichiamo di coloro che sono in lXlrcere e delle loro famiglie. Fa' che aiutiamo di cuore cb-i vuole cambiar vita. Preghiamo ...

• La guerra e l'odio provocano ferite profonde, ma tu dona la forza di vivere nella pace e nel rispetto reciproco. Preghiamo ...

be. Aveva deciso di non perdonare, ma non se l'era sentita di dir'e una verità crude­le. In fondo anche Wiesenthal si era accorto che solo un qualche perdono può costruire un futuro diverso. E' questa la lezione più grande che ci viene dal Vangelo. La parabola ci mette con le spalle al muro e, dopo averci ricordato i nostIi debiti (grandi) verso Dio, ci spinge a per­donare i debiti (Piccoli) che gli altri han­no verso di noi.

In famiglia Ma perché, Signore Dio,

non ti accontenti che perdoniamo

"solo" molte volte? Perché dovremmo perdonare sempre?

È così difficile! Eppure, Padre, è proprio

in questo modo che tu ti comporti con noi, per mezzo di Gesù Cristo,

nostro Signore. AMEN

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Settembre 05 250 DOMENICA ORDINARIO"

-----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu ci inviti a cerca­re Dio, ma spesso noi dobbiamo attraversare i deserti della vita. Aiutaci! Signore, pietà!

L fondo, se si vuoi capire veramente questa parabola, basta Iiperconere gli ultimi istanti della vita di Gesù. E' pro­pIio fi, sulla collina del Calvario, cile noi ci imbattiamo in quello che viene comunemente chiamato "il buon ladro­ne". Un modo piuttosto strano per designare quell'uomo che, condannato per reati veramente commessi, si è affi­dato a Gesù e ha ricevuto quella pro­messa che ognuno di noi vonebbe sen­tire dalle sue labbra: "Oggi stesso tu sarai con me in Paradi-

Cristo Gesù, tu ci inviti a cercare Dio: non permettere che ci dimentichiamo di lui. Aiutaci! Cristo, pietà!

Una, innariZitutto: la giustizia contrat­tuale è lispettata! E' stato pattuito un denaro? Un denaro viene dato! Quelli della plima ora non possono accusare il padrone di essersi tenuto in tasca qualcosa che spettava loro ... E una seconda osservazione viene subi­to da fare: il modo di fare del padrone gli fa sborsare più di quanto avrebbe dovuto. Sì, perché se la matematica non è un'opinione, a pmtire da quella paga stabilita, il padrone avrebbe ris-

Signore Gesù, tu ci inviti a cercare Dio: mille rumori, però, coprono la sua voce. Aiutaci! Signore, pietà!

dalosa? E, se si vuole andaI'e fino in fondo al ragionamento, la grazia di Dio non è ancb'essa scandalosa? Scandalosa nel dono, nella tenere-o.a, nella bontà. Scandalosa per il divaIio che c'è tra quello che ci viene offerto ed i nostIi meriti. E la giustizia, nel modo in cui la conce­piamo, non rischia di diventare una macchina veramente terribile? Provate a pensare a cosa ci accadrebbe se Dio l'applicasse in modo estrema-

mente preciso alla nostra so!". In effetti "il buon la­drone" che entra in Para- Una pista per l'omelia esistenza'

diso sembra essere una palese ingiustizia. Direm­mo che è proprio sul filo

GIUSTIZIA E MISERICORDIA Non saremmo tutti senza via di scampo' Ancora una volta, dun-

di lana che liesce a strappare questa assicurazione. Ci sembra quasi quasi che per lui la salvezza per l'eternità sia stata una sorta di scippo, effettuato all'ultimo minuto. E' con lui, però, grazie a lui che com­prendiamo questa quadratura del cer­chio che Gesù ci presenta con la para­bola di oggi, la parabola degli operai nella vigna. Se ci tuffiamo nella parabola, tuttavia, e la leggiamo con occhi disincantati, ci accade di trovare non poche sorprese.

parmiato non poco pagando in pro­porzione. Tutti quelli cbe erano stati assunti a partire delle nove di mattina non avrebbero dovuto ricevere un denaro, ma solo una frazione di dena­ro, in proporzione alle ore di lavoro. Nonostante tutto, comunque, resta qualcosa che urta la nostra sensibilità sindacale. Chi ha lavorato tutta la gior­nata come chi ha lavorato un'ora sola? Diciamolo francamente: la cosa è scan­dalosa. Ma la misericordia non è sempre scan

CAROVANA DI INVOCAZIONI Uniti insieme, ti diciamo: Donaci di lavorare per te!

o Libera i cristiani dalla pigrizia e dall'egoismo: fa' che ognuno metta le sue doti a servizio degli altri . Preghiamo ...

o Accompagna tutti i catechisti, gli educatori e gli animatori. Rendili buoni testimoni del Vangelo di Gesù. Preghiamo ...

o Sii vicino a tutti i giovani che cominciano a svolgere un lavoro nuovo. Fa' che siano rispettosi delle regole di sicurezza. Preghiamo ...

o Dona entusiasmo a tutti gli studenti e in particolare a quelli che non ottengono facilmente buoni risultati. Preghiamo ...

o Rendici attenti alle persone malate o anziane. Fa ' che ci ricordiamo di loro. Preghiamo ...

que, a farci capire (alme­no un poco) è propIio lui "il buon ladrone". Lui che riconosce gli sbagli passati. Lui che sente il coraggio di Iiprendere l'alu'o ladro, collega di sventura. Lui che si affida a quel condannato che non ha fatto nulla di male. Altro che operaio dell'ultima ora, qui siamo agli ultimi istanti della vita. Ma non è mai tardi per il Regno. Mai troppo tardi per la misericordia di Dio.

In ufamiglia

Signore, nostro Dio, a quelli che lavorano per te tu regali una grande gioia_

Donaci il tuo Spirito perché affrontiamo la

nostra fatica quotidiana con fiducia e con amore_

Che tu sia benedetto nei secoli dei secoli_

AMEN

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Settembre 05 260 DOMENICA ORDINARIO

-----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu hai tisposto con generosità alla missione che il Padre ti ha affidato. Signore, pietà!

Una storia molto semplice che obbliga ad emettere una sentenza. Chiara la storia, inevitabile la senten­za. "Chi dei due ha compiuto la vo­lontà del padre?" - "L'ultimo". Altret­tanto chiara la conclusione, anche se scandalosa, impertinente, irritante per i sacerdoti e i capi degli anziani di ieri come di oggi. Tra le parole e i fatti tutti sanno che sono questi ultimi a contare vera­mente. Le parole non costano

Cristo Gesù, tu sei stato in mezzo a noi come colui che serve. Ctisto, pietà!

popolo non hanno creduto al suo messaggio. E invece i lontani, la gente dalla vita sregolata e i furfanti , i colla­borazionisti e le donne di su'ada gli hanno creduto e si sono pentiti. La storia, in effetti, non è finita ll. Si è ripetuta e continua a ripetersi. Sì, per­ché c'è un cristianesimo costruito so­lo sulle parole: parole proferite con santa unzione, parole lanciate verso Dio con devozione, parole dissemi-

Signore Gesù, tu ci inviti a collaborare con te per far crescere la pace e la fraternità. Signore, pietà!

entrare un messaggio che rinnova e sconvolge. E invece, paradossalmente, pro prio coloro che sembrano lontani, perduti per sempre, proprio quelli i cui dis­corsi non sono né teneri né edifican­ti, prima o poi finiscono col lasciarsi toccare dalla punta incandescente del Vangelo e avvertono il desiderio forte di cambiare vita. Non fanno proclami, non propongo-

no la loro testimonianza, non nessuna fatica, non impegna­no granché e talvolta volano nell 'aria, leggere, senza peso. I fatti sono la vera misura di

Una pista per l'omelia FATTI NON PAROLE

si arrogano il diritto di met­tersi a giudicare : lasciano semplicemente che la loro vita diventi uno specchio del Vangelo, un tramite di bontà, quello che ci sta a cuore, di

quello per cui siamo disposti a saCli­ficare le nostre energie, il nostro tempo, i nosui beni. Il fervore dei discorsi scompare del tutto davanti alla concretezza dei gesti , la confusione delle parole viene tramortita dalla rude consistenza dei fatti. E i fatti Gesù li designa in modo diret­to. E' venuto Giovanni, il battezzatore e ha chiesto segni autentici di conversione. Sacerdoti e anziani del

nate attorno a sé condite di morali­smo e di severità. Ma in definitiva solo parole. Poiché il cuore resta quello di sem­pre non c'è posto per il pentimento, per il cambiamento, per gesti e scelte che facciano sentire il profumo del Vangelo. E' come se il cuore fosse ricoperto di una dura crosta che nulla riesce a perforare. E' come se le orecchie fos­sero tappate, sigillate, incapaci di far

CAROVANA DI INVOCAZIONI Signore Dio, tu badi più ai fatti che alle parole, Tu perdoni i nostri "no", se poi ci pentiamo e seguiamo le tue indicazioni. E' con fiducia ed amore, dunque, che ti invochiamo, dicendo: Ascoltaci, Padre buono!Uniti insieme, ti diciamo : Donaci di lavorare per te!

• Ti preghiamo per tutti i cristiani: la Messa della domenica risvegli in loro l'amore per te e per i loro fratelli. Preghiamo ...

• Ti preghiamo per coloro che hanno grosse responsabilità: prendano le decisioni importanti, tenendo conto della vita di tante famiglie. Preghiamo ...

• Ti preghiamo per i bambini che vengono abbandonati: trovino una famiglia che li accoglie e dona loro affetto e cure. Preghiamo" ,

• Ti preghiamo per tutti i bambini che patiscono la fame. Fa' che non ci dimentichiamo di loro, noi che abbiamo molto più del necessario, Preghiamo ...

• Ti preghiamo per tutte le mamme e i papà che sono malati: possano tornare presto, guariti, alle loro famiglie. Preghiamo ...

di comprensione, di solidarietà, di misericordia. Sono i fatti, a questo punto, a parlare da sé, a mostrare ciò che è avvenuto nel profondo del loro cuore. Chi riduce il clistianesimo a dichiara­zioni di principio è avvertito: Gesù non si lascia ingannare dalle apparen­ze. Né da quelle devote, né da quelle ini­tanti. Il cuore lo rivelano i fatti : sono quelli che contano.

In famiglia o Padre, tu ci inviti a non considerarci

ormai arrivati, a vigilare sul nostro

comportamento e a rimaner ti fedeli

nel tempo. Il tuo Spirito sia

nostra guida e nostra forza.

Per Cristo nostro Signore. AMEN

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Ottobre 05 270 DOMENICA ORDINARIO.

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu conosci la no­stra ingratitudine: ci dimenti­chiamo spesso dei tuoi doni . Signore, pietà!

Questa parabola è, in fin dei con­ti, una stOlia d 'amore. Di un amore operoso, fiducioso, che non si rasse­gna. Neanche di fronte all'ingratitu­dine, al rifiuto, alla brutalità, al tradi­mento. Una storia d'amore al suo inizio, per­ché amore ci vuole per piantare una vigna, per circondarla di una siepe, per dotarla del necessario. Ci par di vederlo quest 'uomo che dissoda, che pulisce, che cura que-

Cristo Gesù, tu vedi la durezza dei nostri cumi: non siamo capa­ci di accogliere e di perdonare. Cristo, pietà!

potuto anche rovinarla, deturparla, farne scempio. L'amore viene fuori anche davanti al rifiuto, quando il padrone non si ras­segna a ciò che è accaduto - i servi bastonati e uccisi - e manda il suo stesso figlio. Espone ciò che gli è più caro, lo po­ne in una situazione di rischio per­ché non può immaginare che la cat­tiveria di quei vignaioli sia così gran-

Signore Gesù, tu ci tendi la tua mano anche quando ci siamo allontanati da te e abbiamo rifiu­tato la tua parola. Signore pietà!

un nuovo edificio, dunque, una nuo­va costruzione. C'è qualcosa di ine­dito e di meraviglioso che sorge: il regno di Dio sarà dato ad un popolo che lo farà fruttificare. È la storia, certo, del rifiuto di Is­raele: la salvezza non coincide con un'appartenenza etnica. Non è que­stione di sangue, di discendenza, ma di un'accettazione sincera, con tutta la propria vita.

Ma è la storia, anche, ai no-sta ten·a. A noi viene da pensare subito a questo mondo che non ci siamo cosuuiti, ma che ci è stato donato. Frutto della saggez-

Una pista per l'omelia UNA STORIA D'AMORE

sUi giorni, di tante comu­nità cristiane di antica ori­gine, attestate sugli allori del passato ed incapaci di

za, della bontà, della bellezza di Dio. Chi ha profuso energia e fatica in un'impresa rischia di restare attac­cato a ciò che ha realizzato . Non così per questo padrone che affida la sua vigna ad alcuni vignaioli . E questo, potrernmo osservare, è il segno dell'amore vero, che non è mai possessivo, ma aperto, disponi­bile, fiducioso. A noi Dio ha affidato questa terra: l'ha messa nelle nostre mani , pur sapendo che avremmo

de. Il suo ragionamento, in fondo, fa tenerezza: "Avranno rispetto di mio figlio". E invece accade l'irreparabi­le: lo stesso figlio del padrone viene cacciato e ucciso. Questa storia d'amore dovrebbe avere solo un finale triste, amaro. La punizione, il castigo dei malvagi e la consegna della vigna ad altri vi­gnaioli. E invece non c'è solo que­sto. "La pietra scartata dai costrutto­ri è diventata testata d 'angolo". C'è

CAROVANA DI INVOCAZIONI Signore nostro Dio, tu sei diverso da noi. TI, non ti lasci vincere dai nostri rifiuti e dalle nostre infedeltà. Insieme ti diciamo: Donaci un cuore nuovo!

o Nelle nostre mani hai messo dei doni preziosi: la nostra vita espri­ma la nostra riconoscenza e la nostra gioia. Preghiamo ...

o Nelle nostre parrocchie riprendono le attività annuali: rendici acco­glienti verso i nuovi arrivati e Pieni di bontà verso tutti. Preghiamo ...

o Dona luce e forza a quanti si impegnano a rendere Più bella la vita dei nostri paesi e delle nostre città. Non permettere che si lascino scoraggiare dalle difficoltà. Preghiamo ...

o Sostieni i catechisti e gli animatori: la loro testimonianza sia un lie­vito buono per i ragazzi ed i giovani. Preghiamo ...

o Accompagna il cammino del nostro consiglio pastorale: rendilo at­tento alle necessità e alle attese di quanti vivono in questa comunità. Preghiamo ...

prendere sul serio l'annun­cio del Vangelo, incapaci di vibrare di entusiasmo. Perché la salvezza non dipende dal u'ovarsi - senza merito o colpa - den­tro una tradizione, ma è legata ad una decisione, ad una scelta coin­volgente. Un ricruamo ancora una volta ad ognuno di noi perché porti nutto, perché si impegni a "lavorare per la vigna" e non si illuda di poter esibire medaglie rilasciate ad altri.

In famiglia Signore Dio,

tu continui ad amarci, nonostante i nostri rifiuti

e le nostre cattiverie_ Insegnaci a percorrere

insieme la strada dell'amore e della generosità.

AMEN.

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Ottobre 05 28a DOMENICA ORDINARIO ~

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu ci inviti a parte­cipare alla tua gioia, ma noi res­tiamo sordi alla tua parola. Signore, pietà!

Un invito a pranzo che l'ha rag­giunto così, inaspettatamente. Esse­re invitati alle nozze del figlio del re non è una cosa di poco conto. Ed ora questa fortuna è toccata proprio a lui, che non se l'è affatto meritata. Non ha titoli , nobiltà, meriti da far valere. Quell 'invito non è una ricompensa, né un riconoscimento, né un'atte­stazione a seguito di qualche opera di particolare valore.

Ctisto Gesù, tu ci offri i tuoi doni, ma noi siamo presi da mille cose. Cristo, pietà!

viene offerta a tutti quelli che entra­no. Ma no, lui non se la vuole proprio mettere. Vuole entrare così com'è, con i suoi stracci e con lo sporco addosso. E' il suo modo di irridere tutto e tutti. A lui non interessa se il re si sente , insultato dal suo modo di fare. Tanto riuscirà a passarla liscia, nascosto in mezzo alla folla. E se la riderà per

Signore Gesù, tu ci chiami ad essere la tua famiglia, ma ognuno di noi bada ai suoi interessi. Signore, pietà!

dossare l'abito nuziale? In fin dei conti gli era stato offerto gratis. C'era solo la fatica di indossarlo, di presentarsi in modo decoroso alla festa. Lo sgarbo non è solo notato, ma anche ritenuto offensivo. La bontà si sente derisa da un atteggiamento come quello. Ed ecco quel che accade. Il "furbo" viene preso e buttato fuori. Non ci

sarà per lui nessun ban­All 'origine c'è solo la bontà di un re che vuole far con­dividere a tutti la sua gioia, che non può tollerare di vedere che la sala del ban-

Una pista per l'omelia UN OSPITE SGARBATO

chetto. Non ci sarà nessu-na gioia. E non potrà dare la colpa a nessuno, se non a se stes-

chetto rimanga vuota per il rifiuto dei primi invitati. E dunque dentro tutti, buoni e catti­vi, peccatori e santi, presi diretta­mente dalla strada. Dentro a far festa insieme, a godere della tavola del re. Ma c'è modo e modo di presentarsi. In ogni caso ci vuole almeno gratitu­dine. E la gratitudine la si mostra accettando di rendersi presentabili, mettendosi in ordine, indossando quella veste fresca di bucato che

aver mangiato a sbafo, senza nem­meno accettare la fatica di cambiarsi d 'abito. Era così che pensava. Ma le cose non sono andate come lui si immagina­va. Il re è generoso, è buono, accoglie tutti. Ma attende una risposta, un se­gno di riconoscenza da parte dei suoi invitati. E nota subito quell 'uomo che si fa beffe di lui. Perché non ha voluto in-

CAROVANA DI INVOCAZIONI Tu chiami tuUi, Signore. E spesso ad accogliere il tuo invito sono colo­ro che non l'avevano ricevuto per primi. Ma ad ognuno chiedi di pre­parare la veste adeguata al tuo bancheuo. Consolati dalla tua bontà, ti invochiamo dicendo: Rendid operosi e saggi, Signore.

• Signore Dio, tu chiami ognuno di noi a partedpare alla tua gioia: fa' che prendiamo sul serio il tuo invito. Preghiamo ...

• Signore Dio, ti preghiamo per i nostri gruppi di catechismo. Fa' che possiamo crescere insieme nella fede, per diventare tuoi amido Preghiamo ...

• Signore Dio, sostieni i nostri catechisti e i nostri animatori nel loro servizio. Fa' che d possano seguire con pazienza, anche quando siamo nervosi o disturbiamo. Preghiamo ...

• Signore Dio, ti affidiamo tuUe le persone malate e quelli che sono costreui a muoversi su una sedia a rotelle. Fa' che d ricordiamo di loro. Preghiamo ...

• Signore Dio, ti preghiamo per tutti quelli che scrivono sui giornali o parlano alla radio e alla televisione. Fa' che ricerchino e rispettino la verità. Preghiamo.

so. A quella voglia di insana di prendersi gioco della bontà di chi l'aveva invitato a prender parte alla festa. Quel "furbo", purtroppo, assomiglia a ognuno di noi. Con la nostra voglia di imporre a Dio le nostre condizioni. Con il rifiuto di mettersi un po' in ordine per partecipare alla sua gioia. Con la determinazione di continua­re fino alla fine a tenerci addosso la nostra sporcizia e i nostri su·acci.

In famiglia Siamo la tua

famiglia, Signore. E tu vuoi che

partecipiamo tutti alla gioia che hai

preparato per noi. Perché tu sei nostro

Padre e noi i tuoi figli, per i secoli dei secoli.

AMEN.

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Ottobre 05 29a DOMENICA ORDINARIO_

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, talvolta non vogliamo vedere la realtà delle cose. E ci nascondiamo dietro falsi problemi. Signore, pietà!

L tentazione è sempre presente. Lo è stata lungo i venti secoli di storia della Chiesa e continua ad esserlo tutt'oggi. Quale tentazione? Quella di non prendere sul serio questa Jì'ase di Gesù che è lapidaria, secca e oltremo­do chiara: "Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è Dio". Sono tante le possibilità di tradirla questa parola di Gesù. Innanzitutto col generare una commistione, una confusione tra Cesare e Dio. Cesare (il politico potente di

Cristo Gesù, talvolta non ci assu­miamo le nostre responsabilità di cittadini. E dimentichiamo i doveri della giustizia e dell'equità. Cristo, pietà!

calpestano impunemente i diritti sa­crosanti che si rifanno a quella libertà che - guarda caso - Dio stesso ha sempre riconosciuto all'uomo. Ci sono poi, però, altre fmme di u'adi­mento, più o meno sottili, più o meno scoperte. C'è chi innalza Dio a tutto deuimento di Cesare, cercando, natu­ralmente di cavarne qualche vantag­gio personale. Sono quei cristiani che non hanno un rapporto onesto e COf­

retto col fisco, che barano nella di-

Signore Gesù, siamo talmente presi dai nostri interessi personali che non ci accorgiamo neppure di tante storture e del disagio dei poveri. Signore pietà!

detrimento di Dio. Chi chiede allo Stato di determinare un'etica, chi prende le leggi del Parlamento come enunciati inappellabili, chi affida allo Stato non solo il compito di assicurare il buon funzionamento della convi­venza, ma anche quello di discernere il bene e il male, di assicurare la feli­cità. In poche parole affida allo Stato la sua anima. In genere, per dire la verità, tra i cristiani questo "statalis­mo" non gode di molti favori. ..

Ci sono poi tutti i mixage del turno e i suoi colonnelli) si arroga il diritto di prendere il posto di Dio: ritiene di esse­re l'unico, considera il suo

Una pista per l'omelia CESARE E DIO

momento, dettati più da interessi personali che da folgorazioni e conversioni importanti. E allora u'ovia­mo quelli che appoggiano potere illimitato, si illude di

poter decidere il bene e il male, la verità e la menzogna, esige un'ob­bedienza assoluta. Un Cesare che, di solito, per fare questo, deve sedurre le masse, ostentare sicurezza, vantare ca­pacità straordinarie, adoperare un lin­guaggio messianico. Ma può avvenire anche il contrario: i ministri di Dio invadono il campo di Cesare, fanno funzionare le Scritture Sacre come legge civile e penale, ob­bligano tutti i cittadini ad aderire ad una fede , impongono la loro religione,

chiarazione dei redditi, che emanano parcelle uuccate e che pretendono di barattare tutto questo con qualche offerta ai poveri o alla Chiesa. Si tratta di solito di briciole, in confronto ai

quintali di pane che dovrebbero dare ... ma le scuse non mancano: l'esosità dello Stato, la cattiveria di un sistema fiscale che spoglia i cittadini, la denuncia di questo o quel cattivo funzionamento all'interno della mac­china amministrativa. E c'è anche chi innalza Cesare, a tutto

CAROVANA DI INVOCAZIONI Tu ci hai creati liberi e rispetti la nostra libertà, ma ci inviti anche a collaborare tra noi e ad assumere responsabilmente i diritti e i doveri a cui è tenuto ogni cittadino. Con la franchezza e la confidenza dei figli, ti diciamo: Donaci il tuo Spirito di libertà.

• Signore Dio, fa' che i cristiani si impegnino seriamente a favore della giustizia e della pace. Preghiamo ...

• Signore Dio, donaci genitori ed insegnanti che ci insegnano a cono­scere i nostri diritti e a rispettare i lWStri doveri. Rendici accoglien­ti e buoni con tutti. Preghiamo ...

• Signore Dio, fa' che rispettiamo sempre le regole del gioco e che non imbrogliamo i nostri compagni pur di riuscire a vincere. Preghiamo ...

• Signore Dio, insegnaci a donare generosamente ai poveri e a rinun­cim'e a qualcosa di nostro per aiutare quelli che hanno fame. Preghiamo ...

• Signore Dio, ti raccomandiamo tutte le persone che soffrono, che sono malate o che sono tristi. Preghiamo ...

una religione a detlimento dell'altra (esempio: Cristianesimo contro Is­lam), ma alla fine mostrano di non ave­re a cuore né l'una né l'altra. O quelli che mettono Cesare elenu'o il dibattito interno alle comunità religiose per ap­poggiare questa o quella fazione. Tutte combinazioni che appaiono torbide davanti alla cristallina chiarezza della parola di Gesù: Rispetta lo Stato in cui vivi, elal momento che adoperi le sue strutture, ma sii altrettanto scrupoloso in quel che riguarda Dio.

In famiglia Signore, tu chiedi

ai discepoli di Gesù di essere cittadini onesti

e im.pegnati, che contribui­scono adeguatamente

alla vita del loro paese. Tu ci chiedi di non dare per carità quello che è richiesto dalla giustizia

come un diritto. Il tuo Spirito ci renda

coraggiosi e forti. Per Cristo nostro Signore.

AMEN.

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Ottobre 05 30a DOMENICA ORDINARIO_

-----PPER CHIEDERE PERDONO (per la GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE)\----

Signore Gesù, Parola del Padre, tu

ci inviti a renderti testimonianza in mezzo agli uomini. Signore, pietà!

L scena è abbastanza comune: una sala parrocchiale gremita di gertitori, all 'inizio del nuovo anno pastorale. Di solito il parroco parte in quarta e comincia a spiegare che cos 'è la cate­chesi, l'impegno che comporta da parte dei genitori e dei ragazzi , la necessità di una buona testimortianza dei grandi nei confronti dei piccoli . Ma questa volta il parroco decide di cambiare registro ... e dà la parola, subito, ai gertitori. "Perché mandate i vostri figli a catechismo?

Clisto Gesù, Fratello di ogni uomo, tu ci inviti ad accogliere ogni uomo come un fratello. Cristo, pietà!

vogliamo bene a Dio, se non voglia­mo bene a Gesù , se non vogliamo be­ne al nostro prossimo (anche agli an­tipatici) e se questo amore non cre­sce, col passare degli anni? Sono ancora in troppi, forse, a ritene­re che la vita cristiana passi per la testa, che sia questione di conoscere, di sapere. Certo, tutti lo ammettono: bisogna anche mettere in pratica. Ma questa pratica ha il sapore piuttosto difficile dei comandamenti, delle

Signore Gesù, Figlio prediletto del Padre, tu ci inviti ad amare i nostli fratelli come Dio ci ama. Signore, pietà!

ne viva dell 'Antico Testamento. L'ine­dito sta piuttosto nel legare insieme, a doppio filo, l'amore per Dio e quel­lo per il prossimo. Ma attenzione. Qui non si tratta di un amore qualsiasi, ma di amare Dio "con tutto il cuore, con tutta l'artima e con tutta la mente" e di amare il prossimo "come se stessi". Qualcuno dirà: si può veramente amare fino a questo punto? E a noi verrebbe da ris­pondere: sì, se ci si sente amati da lui,

da Dio, di un amore forte , Che cosa vi aspettate da noi' Che cosa dovremmo fare?". Le risposte non si fan­no aspettare: imparare le preghiere, sapere che cos'è

Una pista per l'omelia QUESTIONE DI AMORE

sicuro, tenero e misericor­dioso. Perché bisogno ri­cardarlo: solo chi si sente amato, diventa capace di

la religione cristiana, prepararsi alla Prima Comunione, imparare i riti della comunità, conoscere i coman­damenti, conoscere quello che dice il Vangelo . . . Sì, tutto vero e anche tutto giusto. Con un 'accentuazione un po' eccessiva dalla parte dell 'imparare, del sapere, del conoscere. Il che riduo'ebbe il catechismo, tutto som­mato, ad una scuola. Ma non è stato dimenticato proprio l'essenziale? Che cos'è la nostra vita di fede se non

prescrizioni, delle leggi. Vale la pena, a questo proposito, ri­cordare una frase di Sant'Agostino: "Signore, di ogni cosa si deve dire che non la si ama se non la si cono­sce. Ma di te si deve dire anche il con­trario: non ti si conosce se non ti si ama". E' questo amore che Gesù mette al centro del nostro rapporto con Dio. n suo richiamo non ha nulla di nuovo, ma va a pescare nella tradizio-

CAROVANA DI INVOCAZIONI Tu vuoi fare alleanza con noi, Signore Dio, e offri gratuitamente il tuo amore e il tuo aiuto a tutti gli uomini. TIt ci chiedi di diffondere il Vangelo di Gesù con tutta la nostra vita. A te diciamo insieme: Venga il tuo Regno, Signore!

o Signore Dio, fa' che il Vangelo raggiunga tutti gli abitanti della terra. Preghiamo ...

o Signore Dio, rendici generosi con quelli che sono poveri, che non hanno casa, lavoro, ospedali, scuole. Preghiamo ...

o Signore Dio, non permette1·e che ci dimentichiamo dei malati e di quelli che sono soli. Preghiamo ...

o Signore Dio, proteggi tutti i missionari, in particolare quelli che lavorano neUe regioni Più disagiate e povere. Preghiamo ...

o Signore Dio, dona ad ogni famiglia la gioia di prendersi cura di un ragazzo o di una ragazza del Terzo Mondo. Preghiamo .. .

amare. A guardare da vicino certe scuse accampate da piccoli e grandi (la Messa della domenica ci impedisce di dormire , gli impegni della Parroc­chia ci obbligano ad uscire di casa, il catechismo riduce il tempo degli alie­namenti) verrebbe da dire che non si tratta della nostra vita odierna, così convulsa, ma di un deficit, di una mancanza d'amore. In questo caso anche il più piccolo sassolino sulla strada diventa un macigno.

In famiglia

Signore Dio, dal comandamento

dell'amore tu fai dipendere

ogni prescrizione morale. Cambia il nostro cuore: toglici il cuore di pietra

e donaci un cuore di carne. Per Cristo nostro Signore.

AMEN.

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Ottobre 05 31 a DOMENICA ORDINARIO

--- PER CHIEDERE PERDONO (per la GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE)

Signore Gesù, mite ed umile di cuore, abbi pietà di noi. Signore, pietà!

Tentazione antica, costantemente in agguato, quella che Gesù segnala nel brano evangelico odierno. Il po­stino che si spaccia per mittente della lettera che consegna, il proteta che si mette al posto di Dio, il mini­stro che si arroga le prerogative del suo signore, il bidello che si mette ad insegnare .. Tentazione antica presente dovun­que, ma forse in modo particolare nell 'ambito religioso. Perché è così bello non solo pre-

Cristo Gesù, servo di ogni uomo, tu hai donato la tua vita per noi, abbi pietà di noi. Cristo, pietà!

liberi da qualche norma, ad essere svincolati da qualche restrizione. Così l'uomo dello Stato, che ha fatto addu'ittura il ministro, confessa can­didamente di non aver pagato miliar­di di tasse. Così il funzionario si sente autorizzato a venir meno al regola­mento o a chiudere un occhio davan­ti alle inadempienze di qualcuno. Così anche l'uomo di Chiesa è tenta­to di credersi esonerato da questa o quella parte del vangelo che pur ha

Signore Gesù, tu ci riveli la bontà di Dio e ci inviti a vivere da fratelli, abbi pietà di noi. Signore, pietà!

le parole - e di parole ne ascoltiamo sempre tante - se Gesù non avesse mostrato con i fatti cosa vuoI dire essere a servizio: lui che si è esposto, lui che si è offerto, lui che ha affron­tato per amore anche l'odio, anche la cattiveria, anche !'insulto e lo scher­no, anche la sofferenza più atroce. Per questo quando parla possiamo stare ad ascoltarlo: le sue parole sono avvalorate dai fatti. I suoi gesti (il pane spezzato, la lavan-

da dei piedi) non sentare una sen­tenza del Signore, ma anche mettersi a sentenziare. Per­ché così facile

Una pista per l'omelia sono riti ad effet­to, ma realtà incar­nata nella vita di "-

UNO SOLO E IL VOSTRO MAESTRO mtti i giorni.

confondere l'ammirazione per la parola di Dio con lo stupore per il nostro commento. Perché è così umano, alla fin fine, vedere il proprio ruolo riconosciuto, apprezzato, sti­mato ... E c'è purtroppo, anche qual­cosa di peggio: sopravvalutare il pro­prio ruolo al punto di credersi esen­ti da quegli obblighi che vengono enunciati per tutti. Ritenere che il proprio servizio dia duitto a qualche privilegio, ad essere

annunciato e spiegato. Gesù mette le cose alloro posto. Uno solo è il Maestro, uno solo è il Padre. Ogni titolo di questo genere è usur­pato. E genera confusione, distrae da ciò che è essenziale. E l'essenziale è il fatto che tutti siamo fratelli, che tutti siamo disce­poli. E che chi vuoI essere il primo, il più grande, si mette a servizio. Ma anche queste sarebbero solo bel-

CAROVANA DI INVOCAZIONI Uno solo è il nostro Dio, e questo sei tu, Signore. E UmJ solo è il nostro Maestro, il Cristo. Uno solo è lo Spirito che agisce nei nostri cuori e opera al di lit. di qualsiasi confine. Uniti came una sola famiglia, noi ti invochiamo dicendoti: Didamo insieme: Ascoltad, Padre buomJ!

o Ti preghiamo per tutti i cristiani: fa' che si trattino con amore e com­prensione. Preghiamo ...

o Ti preghiamo per i vescovi e i preti: aiutino le loro comunità a segui­re il SigJwre Gesù. Preghiamo ...

o Ti preghiamo per quelli che hanno sbagliato e sono in carcere: fa' che li aiutiamo a vivere una nuova vita, nell'onestà. Preghiamo ...

o Ti preghiamo per tutti i bambini che patiscomJ la fame. Fa' che nan ci dimentichiamo di loro, mJi che abbiamo molto Più del necessario. Preghiamo ...

o Ti preghiamo per tutte le mamme e i papà: fa ' che abbiano la gioia di veder crescere bene i propri figli. Preghiamo ...

Per questo anche se quello che ci dice oggi non è faci­le da mandar giù (ognuno di noi si porta dentro un po' di orgoglio e la voglia di emergere), davanti al suo esempio siamo disposti a farci con­vincere. E a prendere la divisa che ha messo nelle nostre mani. Divisa che non prevede galloni, medaglie, lustrini: un grembiule che fa da asciugatoio, una brocca e un catino.

In famiglia

Signore Dio, tu ascolti il grido

dei miseri della terra e susciti ogni giorno

persone generose che prestano loro soccorso. Che tu sia benedetto, o Dio, per l'azione del tuo Spirito,

tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

AMEN.

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Novembre 05 320 DOMENICA ORDINARIO_

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, non siamo stati capaci di accoglierti nei poveri che ci visitavano. Signore, pietà!

Una festa di nozze: un avvenimen­to per il paese, un'occasione per fare festa, per stare insieme in allegria tra aoùci . Un uomo e una donna - soli­tamente molto giovani - che form­ano una nuova famiglia: che cosa c'è di più bello? Una festa di nozze, però, non si im­provvisa. Soprattuno quando si è sta­te prescelte per essere le damigelle di onore della sposa. Ognuna prepa­ra dunque il meglio di

Cristo Gesù, non abbiamo aperto il cuore alla tua Parola e non l'abbiamo messa in pratica. Cristo, pietà!

tura dei cibi. .. Basta qualche imprevis­to e tuno viene ritardato. Ecco perché, a casa della sposa, le damigelle di onore cominciano a sonnecchiare. ma vengono svegliate da un grido: "È arrivato lo sposo: andategli incontro!". Hanno mandato apposta qualcuno avanti, perché sia­no pronte al momento giusto . . . Col passare del tempo, però, l'olio si è consumato. Alcune lampade hanno

Signore Gesù, non abbiamo donato comprensione e perdo­no, come tu ci hai insegnato. Signore, pietà!

parte in direzione di casa sua. Quan­do le povere ne arrivano, trafelate, si trovano davanti una porta sbarrata. Sono già tuni dentro, il banche no è comindato e non vogliono importu­ni e seccatori. Non c'è verso di farsi aprire: "In verità, vi dico: non vi co­nosco!". È bastato un animo, e tuno è andato a monte ... A cosa sono valsi tanti preparativi, tanto tempo dedicato ai

vestiti, alle collane, se quello che ha: i vestiti, il copricapo, i monili Una pista per l'omelia

poi si è perso l'appun­tamento fondamenta­le? di cui si adornerà.

L'occasione è impor­tante. Nulla deve esse-

UN APPUNTAMENTO MANCATO È il messaggio che

re lasciato al caso. E arriva finalmente il giorno aneso. La festa si fa di sera, quando ormai il caldo della giornata è passato. Il rito è molto semplice. Lo sposo, assieme ad alcuni amici, va a prendere la sposa che l'aspetta a casa sua, accom­pagnata dalle sue amiche. Ma quando arriverà lo sposo e si fOlmerà il corteo nuziale? Non è possibile saperlo: quando tuno sarà pronto per la festa, quando si sarà a buon punto nella pre­parazione delle vivande, nella cot-

un aspeno decisamente penoso: una fiamma smorta, che sta quasi per venire meno... "Dateci un po' del vostro olio", è la proposta che fanno alcune damigelle alle loro colleghe più previdenti, che hanno portato con sé, assieme alle lampade, anche una riserva di combustibile. Ma que­ste ultime non ne vogliono sapere: con'erebbero il rischio, anche loro, di trovarsi al buio. Sai che bella figura! Così menu'e le prime vanno in cerca dell'olio, arriva lo sposo e il corteo

CAROVANA DI INVOCAZIONI Tu prepari per tutti la tua gioia e tutti inviti ad entrare nella vita eter­na. Ma noi non conosciamo il giorno e l 'ora in cui il tuo Figlio ritor­nerà. E allora donaci di essere vigilanti ed operosi nell'attesa. Diciamo insieme: Rendici generosi e pronti, Signore!

o La tua Parola svegli tutti i cristiani che hanno perduto l'entusiasmo e la voglia di vivere come discepoli di Gesù. Preghiamo ...

o Fa' che l'attività degli agricoltori contribuisca al benessere di tutti. Dona loro frutti abbondanti. Preghiamo ...

o Sostieni tutti i monaci e le monache di clausura. La loro preghiera aiuti tutti quelli che sono in difficoltà. Preghiamo .. ,

o Fa' che nel tempo libero dagli impegni sappiamo giocare e divertir ci insieme. Preghiamo .. .

o Non permettere che sprechiamo i doni che ci hai dato. Fa' che non ci dimentichiamo di chi ha fame o si trova nella miseria. Preghiamo ...

Gesù ci consegna in questa parabola. C'è un'incognita che pesa sulla nostra vita. C'è un ap­puntamento che è determinante. Perderlo, significa perdere tutto. Farsi trovare impreparati, significa esporsi al rischio di restarne fuori per sempre. Ma la salvezza di Dio è troppo impor­tante per correre il pericolo di per­derla. Allora, hai portato con te questo vaseno di olio così importante? A che livello è?

In famiglia

Siamo qui davanti a te, Signore, con le nostre

debolezze e i nostri difetti. Donaci un cuore colmo

di amore perché lottiamo per un mondo più giusto

e siamo pronti nel momento in cui

il tuo Figlio ritornerà, lui che vive e regna nei secoli dei secoli.

AMEN.

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Il Novembre 05 330 DOMENICA ORDINARIO.

-----------PER CHIEDERE PERDONO----------- I Signore Gesù, ru conti su di noi. E ci affidi la luce della fede. Signore, pietà!

Il racconto, purtroppo, è stato spes­so strumentalizzato. Quando insegna­vo alle medie la mia collega di inglese voleva che lo facessi leggere ai nostri alunni perché studiassero la sua disci­plina con maggiore serietà. Ma io pen­so che Gesù non abbia raccontato questa parabola per far studiare l'in­glese! Gesù con questo suo intervento non ha ritenuto di spezzare una lancia a favore dell'imprenditorialità, né del libero mercato e, neppu-

Cristo Gesù, ru conti su di noi. E ci affidi il soffio della speranza. Cristo, pietà!

questo. Il padrone "esigente" non è un padrone "tirchio", uno che sfrutta i suoi dipendenti perché vuole che ren­dano al massimo. Tutt 'altro! Da uno scorcio del testo veniamo a sapere che il plimO servo, uno dei due intra­prendenti, ora ha nelle mani ben dieci talenti! Il che vuoi dire che il padrone ha raddoppiato la fiducia e gli ha messo nelle mani una SOffiDU vera­mente imponente. Questa fiducia, e il suo contrario, la paura, potrebbero

Signore Gesù, ru conti su di noi. E ci affidi il fuoco della carità. Signore, pietà!

mani, come un dono fatto a lui perché raggiunga gli altri. C'è inoltre da ricordare che nella "bot­tega di Dio" non si regalano mai "frut­ti", ma solo "semi". Dio non vuole fare tutto lui. Chiede collaborazione, parte­cipazione, corresponsabilità. Stimola la nostra inventiva, la nostra fantasia, il nostro spirito di iniziativa. A questo riguardo c'è da notare che troppo spesso "fare la volontà di Dio" viene presentato come un binario già prepa-

rato sul quale bisogna re, dello sviluppo delle proprie risorse e capaci­tà secondo un piano più rigoroso. Quello che gli

Una pista per l'omelia scorrere con velocità. Questa volontà di Dio qui, invece, assume i connotati di un'opero-

.... FIDUCIA E RESPONSABILITA

sta a cuore è la nostra re-lazione con Dio. È per questo che il suo racconto trasuda fiducia. Quest'uomo che parte mette i suoi beni nelle mani dei suoi selvi. Non è una cosa di poco conto! Anche per­ché, affrontando un lungo viaggio, sapeva bene che gli poteva accadere di non tornare più. Stranamente la scusa che adduce il servo "fannullone" è che lui "ha avuto paura". E la paura, guarda caso, è pro­prio il contrario della fiducia . Ma nella parabola non troviamo solo

ben essere una chiave di lettura di questo testo. In effetti esso ci ricorda che il nostro rapporto con Dio è nel segno della fiducia. Una fiducia che egli continua a mostrarci e che l;chie­de da parte nostra, uguale fiducia. Non la paura di chi si sente osservato e si mette a produrre forsennatamente, dunque. Dio non sembra cercare "cottimisti" per il suo Regno. Ma la fiducia operosa di chi considera ogni capacità, ogni l;sorsa, e in particolare il vangelo che è stato messo nelle sue

CAROVANA DI INVOCAZIONI Facciamo festa insieme, perché Dio ha benedetto il lavoro dei campi. Noi ab­biamo seminato e irrigato, la Provvidenza ha dato fecondità. Sia ringrazia­to il Signore. Preghiamo insieme e diciamo: Benedici il tuo popolo, Signore!

• Perché tutta la comunità si unisca nel rendimento di grazie a Dio Creatore e Padre, e collabori generosamente ad un vero progresso nella giustizia e nella pace, preghiamo ...

• Perché il lavoro, in tutte le sue espressioni, tragga luce e forza dalla paro­la e dall'esempio di Cristo, nella consapevolezza che in lui è il futuro dell'uomo, preghiamo ...

o Perché in ogni parte del mondo si operi elficacentente per eliminare lo scandalo della denutrizione e della fame, e le risorse create per tutti siano condivise fra tutti, preghiamo ...

o Perché il seme che il lavoratore dei campi affida alla terra, fruttifichi e produca un raccolto abbondante, e non manchi a nessuno il pane quoti­diano, preghiamo .. .

o Perché i nostri pm-entl ed amici, che hanno concluso la loro laboriosa giornata terrena, possano raccogliere dal Signore misericordioso la ri­compensa eterna, preghiamo ...

sità l;Cca di intelligenza e di rischio. Cosa farà questa comunità che oggi intende la parabola dei talenti? Sotterrerà il Vangelo per custodirlo megli01 Lo chiuderà in qualche scato­la impermeabile, a tenuta stagna? Lo collocherà al sicuro, in qualche mu­seo, facendolo figurare in un nutrito catalogo? Oppure lo esporrà ai quat­tro venti della storia, perché porti tut­to il frutto di cui è capace1 La parabo­la non sembra avere dubbi al proposi­to.

In famiglia

Nessuno di noi, Signore, può dire di essere sprovvisto

di risorse e di capacità. Tu le affidi a noi

come un seme da coltivare. E vuoi che ognuno faccia

la sua parte per svilupparle, a beneficio di tutti.

Che tu sia benedetto nei secoli dei secoli.

AMEN.

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IM.MAGINI Novembre 05 FESTA DI CRISTO RE.

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, Re del cielo e della terra, ti sei fatto uomo per essere vicino ai piccoli e ai pove­ri. Signore, pietà!

Il Figlio dell'uomo è lui questo re, davanti al quale compaiono tutte le genti . Il vangelo di oggi non lascia dubbi al proposito. Ma che strano re è questo! Un re che , ben diversamente da quel­lo che accade ai re di questa terra, ha provato fame e sete, è stato forestie­ro, nudo, malato, carcerato ... Ma da quando in qua ad un re accadono cose simili? Da quando in qua egli si trova ad affrontare tutte queste situa­zioni penose, di estrema fragi-

Cristo Gesù , Re del cielo e della terra, ti sei fatto uomo per mo­strare il tuo amore anche nella debolezza. Cristo, pietà!

a schiacciare con l'esibizione della sua potenza. È povero, privo di mezzi . È debole, esposto alla violenza, alla cattiveria. È fragile, perché viene con il cuore colmo di amore. E tutti quelli che amano sono sempre fragili perché sottoposti anche al ri.fiuto, all 'abban­dono, al tradimento. E non ha solamente scelto questa strada, del tutto inusuale, per rivelar­si a noi e per salvarci. Ha deciso di

Signore Gesù, Re del cielo e della terra, tu hai vinto il male e la morte, donando la tua vita sulla croce. Signore, pietà!

fatica di vivere, alla difficoltà. Strana gente che non si è preoccupata di dare per ricevere qualcosa in con­traccambio, ma lo ha fatto così , spon­taneamente, generosamente, gratuita­mente. E proprio in questo harmo rivelato di essere figli di quel Padre che ama tutti, buoni e cattivi, che continua ad offrire a tutti la sua tene­rezza, anche se imrneritata. Strana gente anche quelli che non hanno mai "visto", mai "riconosciu-

lità e debolezza, situazioni di disagio, in cui ha bisogno di aiuto, di soccorso. All'immagine del re noi siamo

Una pista per l'omelia STRANO RE

to" ... simile a tante persone di ogni tempo che anche se c 'erano, non vedevano. E che in ogni caso voltavano il capo dall 'altra parte, per non sentir­si chiamare in causa, per non soliti associare quella di una

persona trattata con ogni riguardo, accontentata in ogni desiderio, sup­portata da uno stuolo di servitori, di­fesa nei frangenti pericolosi, rischio­si . Questo re è del tutto diverso, per cui il termine "re" applicato a lui deve essere considerato in ben altro mo­do. Sì, lui, il Cristo, non è venuto per esercitare una regalità di privilegio, di potere. Non è venuto ad esigere, a pretendere, a mettere in atto la forza,

identificarsi perennemente con quel­li che si trovano nella penuria, nella miseria, nell 'abbandono, nel disagio. "Fratelli più piccoli", li chiama, in cui lui è direttamente presente, tanto che quello che viene fatto a loro è fatto a lui. Strano re, ma anche strana gente, questa che sfama, disseta, veste, ospi­ta, visita senza averlo riconosciuto, ma solamente perché mossa a com­passione di fronte alla sofferenza, alla

CAROVANA DI INVOCAZIONI Signore, il tuo Regno non è per queUi che fuggono dalle loro respon­sabilità. Per raggiungerlo dobbiamo lottare contro il male e operare laboriosamente. A te diciamo con forza: Venga il tuo Regno, Signore!

o Signore Dio, ti preghiamo per tutte le comunità cristiane: fa ' che si impegnino a far crescere la giustizia e la fraternità. Preghiamo ...

o Signore Dio, ti preghiamo per tutti quelli che avvertono la chiamata a diventare preti: fa ' che rispondano con generosità al tuo invito. Preghiamo ...

o Signore Dio, ti preghiamo per tutti i seminaristi: affrontino ogni giorno il loro impegno di studio e di preghiera con entusiasmo. Preghiamo ...

o Signore Dio, ti preghiamo per le nostre famiglie: fa' che ci insegnino a rispondere con prontezza alla tua chiamata e a donarti con gioia la nostra vita. Preghiamo ...

o Signore Dio, ti preghiamo per i nostri catechisti e per gli animatori: fa ' che ci aiutino a crescere nella solidarietà, generosi e sensibili nei confronti dei poveri e di chi ha bisogno del nostro aiuto. Preghiamo ...

dover dare del loro, per non andare incontro a grane. Gente che ha pas­sato l'esistenza a preservarsi da ogni più piccola "seccatura" e che non ha riconosciuto il re che chiedeva, che tendeva la mano, che pativa. Gente che ha scorso i giornali cercando di capire la storia e non ha osservato chi gli stava vicino. Gente che è anda­ta al tempio per pregare il Dio che sta nei cieli e non lo ha soccorso qui, su questa terra.

In famiglia Un giorno, Signore,

i nostri occhi potranno ammirare il tuo Volto. Un giorno la tua luce

sarà in noi e nulla potrà più oscurarla. Donaci di attendere

con fiducia la manifestazio­ne del tuo Figlio. Benedetto sei tu,

nostro Padre, per i secoli dei secoli.

AMEN.

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I~GINI Marzo 05 DOMENICA DELLE PALME

----------- PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù,Agnello eli Dio, che prendi sulle tue spalle il peccato del mondo, liberaci dal male, purifica la nostra vita. Signore, pietà!

P resentare la passione e morte di Gesù non è facile. Si rischia di mostrare il corso degli avvenimenti come una sequenza già preparata, una sorta di copione che Gesù deve limitarsi a realizzare.1\Itto previsto, dunque, sin dall'inizio: l'abbandono, la condanna, la morte, la risurrezione. Visti in questo modo gli eventi, pur nel loro carico di dolore , finiscono col perdere parte della loro drammaticità. Anche le responsabilità si stemperano: Giuda di­venta un personaggio

Cristo Gesù,Agnello di Dio, che vieni condannato ingiustamente, non permettere che nel nostro cuore metta radice 1'odio e la vendetta. Cristo, pietà!

re di vista che Gesù, uomo autentico, affronta tutto non con lo spirito di chi sa già tutto, ma nella fiducia , una fiducia incrollabile nel Padre, e nell'amore verso tutti gli uomini. L'ingresso di Gesù a Gemsalemme che oggi ricordiamo è, per questo aspetto, un passaggio esemplare, importante. Gesù che va a Gerusalemme non è un Gesù che va in cerca della morte perché "deve" morire. Sa bene che corre dei ri-

Signore Gesù,Agnello di Dio, che porti la croce fmo al Calvario, tu sei abbandonato dai discepoli e rinnegato dalle folle. Signore, pietà!

ta di prendere su di sé una sofferenza che gioverà a tutti . Gesù che entra a Gemsalemme non cede al trionfalismo, non lancia messaggi equi­voci a chi attendeva un Messia politico, un liberatore dal giogo dei romani. Cavalcare un asino significa far intendere subito quello che si vuole: non è la lotta che si cerca, la battaglia, l'uso della forza, il confronto violento. Chi si aspetta que­sto si è sbagliato.

Dio ha scelto ben altre

Una pista per l'omelia necessario per condurre alla cattura di Gesù, uno che, tutto sommato, è un semplice figurante in un gioco ben più grande di

OSANNA AL FIGLIO DI DAVIDE

strade per agire, per cam­biare la storia: la via della mitezza, della misericor­dia. Dio non vuole la vita

lui.

In questo modo, però, noi rischiamo vera­mente di smarrire l'umanità di Gesù, a tutto beneficio della sua divinità, del fatto che "doveva sapere tutto", che nulla pote­va essergli nascosto. lo credo che forse dobbiamo rileggere gli avvenimenti che portano alla passione e la passione stessa, senza dimenticare l'umanità autentica di Gesù, senza nulla togliere a ciò che vi è di ignoto, di terribi­le, di tragico nel suo essere tradito, abban­donato, giudicato, crocifisso. Senza perde-

schi perché conosce l'ostilità dei capi dei sacerdoti e dei membri del Sinedrio, ma non si sottrae alla sua missione. E' dispo­sto ad andare fmo in fondo , costi quel che costi. Anche se ne andrà della sua vita. Anche se potrà fmire male. In questo egli è simile a tanti profeti dell'Antico Testa­mento che hanno affrontato con corag­gio un compito difficile, non garantito, sacrificando tutta la loro vita alla missione che Dio aveva loro affidato. Quel "servo sofferente" di cui parla il Secondo Isaia è proprio lui, lui che accet-

CAROVANA DI INVOCAZIONI Diciamo insieme: Gesù, nostro Salvatore, ascoltaci! • Gesù, sei passato tra di noi Pieno di bontà. Hai voluto aiutar­

ci in ogni modo, anche a costo della vita. Donaci di non dimen­ticare mai il tuo amore. E di essere buoni gli uni verso gli altri come tu ci hai insegnato. Ti preghiamo.

• Gesù, ti rivolgiamo preghiere per i bambini che muoiono di fame, per le popolazioni martoriate dalle guerre e per tutti i poveri del mondo. Ti preghiamo.

• Gesù, fa' che riconosciamo la tua presenza in tutti i sofferen­ti che incontriamo e che facciamo qualcosa per loro. Ti preghiamo.

• Gesù, non permettere che l'odio rovini la vita di tanti uomini e di tante donne. Dona la tua forza a chi cerca sinceramente la pace. Ti preghiamo.

• Gesù, noi desideriamo volerti sempre Più bene ed essere sempre Più fedeli al tuo Vangelo. Sostienici con il tuo Spirito. Ti preg hiamo ...

degli uomini, ma è di­sposto ad offrire la sua. Gesù che accetta il riconoscimento delle folle sa bene che in queste condizioni non è più possibile l'inganno e l'illusione. Questo "figlio di Davide", acclamato con entusiasmo, non ha nulla da spartire con sogni di forza , di giudizio, di castigo. Avanza disarmato e disarmante, senza protezione, senza servizio di sicurezza. Si espone, come ogni testimone,senza cede­re a ricatti, senza subire compromessi, senza cadere nella paura. Guidato solo dalla fiducia e dall 'amore.

In famiglia

Signore Dio, la passione del tuo Figlio, Gesù,

continua in tanti fratelli e sorelle.

Fa' che non li dimentichiamo

e che non ci teniamo lontani da chi domanda consolazione e soccorso. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

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• IMMA§,INI Marzo 05 DOMENICA DI PASQUA.

----------- PER CHIEDERE PERDONO -----------COrru! la terra arida attende il refrigerio della pioggia, così anche noi abbiamo bisogno della presenza benefica e misericordiosa di Dio. Scenda, dunque, su questa assemblea che cele­bra la Pasqua, l'acqua benedetta che ricorda il nostro Battesimo. Ognuno di noi, pentito dei suoi peccati, possa sentirsi rigenerato ad una vita nuova e ricevere il perdono di Dio.

Un annuncio, un annuncio inatte­so che sconvolge gli apostoli, in quel mattino della domenica. Un annuncio portato da Maria Maddalena che reca una cattiva nuova:"Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappia­mo dove l'hanno posto!". Un sepolcro aperto, il corpo del Si­gnore trafugato: ecco quello che tra­smette Maria. Ciò che è vera-

Signore Gesù, tu hai sconfitto la morte e ci hai aperto il passaggio verso una vita nuova. Apri il nostro cuore all'annuncio della risurrezione! Signore, pietàl

Cristo Gesù, tu hai affrontato la sofferenza e hai offerto la tua vita. Liberaci da ogni

dario piegato, in un luogo a parte. Il mistero resta aperto. Ma il vangelo ci presenta l'apostolo Giovanni nel suo aprirsi alla fede: "vide e credette". Sì, la celebrazione della Pasqua nasce dalla fede: è per fede che si crede nel Signore Risorto. È per fede che si passa dal vedere al credere, attraverso un itinerario che, duemila anni dopo,

paura. Apri il nostro cuore alla speranza di un mondo nuovo! Cristo, pietà!

Signore Gesù, tu hai preso su di te il male del mondo e hai risposto all'odio con l'amo­re, fino in fondo. Apri il nostro cuore alla condivisione e alla compassione! Signore, pietà!

andate al sepolcro per completare le pratiche della sepoltura: quello che abbiamo letto nella veglia di questa notte. "Non è qui. È risorto!". Anche questo non può bastare: è necessario allora passare attraverso le Scritture, intendere quella Parola anti­ca che ci offre il senso della passione,

della morte e della risurrezio-mente accaduto è talmente lontano dai suoi pensieri che non le passa nemmeno per la testa che il Signore Gesù sia

Una pista per l'omelia "E VIDE E CREDE'rI'E"

ne. Solo quando questo è av­venuto, si può "comprende­re" . Allora i segni, le tracce ac­quistano un significato nuo­

risorto e vivo. L'orizzonte è ancora quello della morte. Lo sfregio - se è proprio quello che è accaduto - è sta­to fatto al corpo senza vita di un de­funto. È sulla base di questa notizia che Pietro e Giovanni si recano alla tom­ba. E cosa trovano? Trovano la tomba spalancata, le bende per terra e il su-

è sempre lo stesso. C'è un segno, un segno imprevisto, che getta dapprima nella costernazione: la pietra rotolata via, il sepolcro spalancato, le bende e il sudario all'interno. Basta questo per affermare che Gesù è risorto? Penso proprio di no! Ma c'è una parola, un annuncio che viene affidato alle donne che erano

CAROVANA DI INVOCAZIONI In questo giorno, il primo della settimana, Dio ha risuscitato Gesù. Colmi della gioia pasquale, preghiamo assieme: Dio della vita, ascoltaci! o Dio, nostro Padre, tu non hai lasciato Gesù nel sepolcro, ma lo

hai risuscitato a vita nuova. Su questa nostra terra l'odio e la violenza continuano ad uccidere e a devastare. Venga su questa nostra terra la tua pace e il tuo amore. Ti preghiamo ...

o Signore Dio, con il Battesimo tu hai messo in noi il tuo Spirito. Aiutaci ad assomigliare a Gesù e a seminare la gioia della bontà attorno a noi. Ti preghiamo ...

o Dio, nostro Padre, tutti noi siamo nella gioia perché sappiamo che Gesù è qui con noi. Rendici attenti alle sue parole. Mostraci come possiamo fare per seguire il suo esempio. Ti preghiamo ...

o Signore, nostro Dio, a te affidiamo tutti i ragazzi e le ragazze del mondo. E in particolare quelli che sono senza cibo, senza casa, senza scuole e senza medicine. Non permettere che dimentichia­mo la loro sofferenza. Ti preghiamo ...

o Dio, nostro Padre, rendi gioiosa e fraterna la nostra tavola pa­squale. Fa' che sappiamo ascoltarci e comprenderci. Metti sulla bocca dei piccoli e dei grandi parole sincere di bontà e ispira gesti di amicizia. Ti preghiamo ...

vo. Celebrare la Pasqua, oggi, non significa limitarsi a narrare le espe­rienze delle donne, di Maria Madda­lena e degli apostoli, ma compiere il loro stesso itinerario per poter crede­re nel Signore risorto e confessare che egli è vivo ed è presente in mezzo a noi, in questa nostra storia tormen­tata, inondata da una speranza nuova.

In famiglia

Signore Gesù, Signore Risorto,

tu porti la primavera nella nostra vita.

Noi facciamo festa insieme seduti a questa tavola.

Donaci di vivere da fratelli e di regalarci l'un l'altro ogni giorno una parola e un gesto

di bontà. Alle1uja!

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Aprile 05 20 DOMENICA DI PASQUA

----------PER CHIEDERE PERDONO----------Dopo la tua risurrezione, Signore Gesù, nulla è più come prima. Ognuno di noi è posto lilla volta per tutte di fronte ad una scelta: abbando­narsi a te, affidarti la sua vita o ripiegarsi su se stesso, sulle proprie attese e sulle proprie ansie.

Signore Gesù, tu diffondi su di noi il soffio di vita, lo Spirito Santo. Signore, pietà!

Toccare e vedere, per credere. Ma credere è tm atto ben diverso dal toc-

Cristo Gesù, tu ci ricolmi della tua pace, tu ci offri il perdono. Cristo, pietà!

nulla di più difficile di una presenza che non può essere afferrata, bloccata, una presenza di cui in qualche modo impos­sessarsi, per trascinarsela dietro. Toccare e vedere ... Non era lo stesso bisogno che avvertiva Israele, ai piedi del Sinai, quando Mosé sembrava ormai inghiottito dalla montagna e Dio così terribilmente lontano! Toccare e vedere ... Ora, senza dover fare sempre appello alla fiducia, alla

Signore Gesù, tu rafforzi la nostra fede e ci liberi da ogni paura. Signore, pietà!

possono - accettare. Senza margini di dissenso, senza ombre che giungono da interpretazioni discordanti. In modo chiaro, nitido, preciso. Solo Tommaso, però, ha potuto toccare e vedere.A noi, discepoll di Gesù, a di­stanza di 2000 anni, non è data questa possibilità. E tuttavia proprio a noi è offerta una beatitudine: la gioia di cre­dere in Itù, senza aver visto.

care e dal vedere! Che bisogno c'è di credere una volta che si è avuta la prova inconfutabile di qualcosa- Che neces­sità c'è di chiamare in campo la fede quando tutto è stato dimostrato per via sperimentale, in modo inequivocabile. Toccare e vedere ... Chi di noi non ha chiesto a! Signore Gesù di farlo passare per questa esperienza, che giudicava risolutiva? Ma quello che chie­devamo era motivato proprio dal fatto che la nostra fede va cil-lava, che non riuscivamo più a metterci nelle sue mani, a crede­re nel suo progetto, a contare stilla sua presenza.

Una pista per l'omelia TOCCARE E VEDERE

Come un innamorato, che esce da se stesso per gettarsi nelle braccia della persona amata. Come un anùco che si fida ciecamente dell'anùco, senza cercare prove e senza nùsurare quello che dà. Come un volontario che si met-

Toccare e vedere ... Per avere una garan­zia, sicura. Per avere la certezza di non sbagliarsi, di essere dalla parte del giu­sto, dalla parte di quelli che alla fine "vincono", non dalla parte dei perdenti, dei visionari, degli illusi. Ce ne sono già tanti in giro per il mondo! E fanno sempre tm po' di tenerezza, muovono alla compassione. Ma nulla di più. Toccare e vedere ... Perché non c'è

speranza, a ciò che solo un giorno potrà essere contemplato. Le nostre prove le viviamo nell'oggi, nell'esistenza quotidiana troppo spesso costellata di fallimenti, di dubbi, di osta­coli dall'aspetto insormontabile. Come fare ad andare avanti sempre così, a forza di fede? Toccare e vedere ... E non solo dei segni, delle tracce, ma delle prove indu­bitabili, che tutti devono - non solo

CAROVANA DI INVOCAZIONI Assieme a coloro che credono nel tuo Figlio, ma sono spesso assaliti dal dubbio, sconcertati davanti al dilagare dell'odio e della violenza. Assieme a coloro che donano amore e comprensione, misericordia e soccorso, noi ti diciamo: Dio della vita, ascoltaci!

o Dona a tutti i cristiani la gioia di incontrarsi, di domenica in domenica, per cele­brare la risurrezione di Gesù. Ti preghiamo ...

o Sostieni tutti coloro che vogliono fare quakosa per il loro prossimo. Fa' che pos­sano mettere il loro tempo a servizio dei Più abbandonati. Ti preghiamo ...

o Non permettere che duri ancora a lungo la sofferenza di chi ha perduto i pro­pri beni e la propria casa. Fa' che siano riconosciuti i diritti dei deboli. Ti pre­ghiamo ...

o Risveglia in noi il senso della giustizia; rendici generosi con quelli che mancano del necessario. Ti preghiamo ...

o Fa' che ci impegniamo a crescere nella fede. E che partecipiamo attivamente agli incontri di catechismo. Ti preghiamo ...

o Ti invochiamo per i popoli della Terra Santa. Sostieni tutti quelli che, lì dove si trovano, cercano di far nascere la pace e di far maturare il dialogo e la com­passione. Preghiamo ...

o Ti preghiamo per tutti i poveri, per tutti quelli che soffrono a causa della guer­ra, per hati quelli che mancano di cibo, di lavoro, di sicurezza, difulucia nell'av­venire. Preghiamo.

te al servizio di un fratello, senza farsi troppe domande, senza esigere garan­zie. Gesù, in fondo, non qualifica come beato Tommaso, che è arrivato fina!-mente alla fede. È a noi, suoi discepoli cii oggi, che riser­va questa parola, a noi che della fede vediamo troppe volte solo il lato oscu­ro, e non la luminosa, rasserenante for­za.

In famiglia

Signore, nostro Dio, anche a noi tu doni di incontrare il tuo

Figlio Risorto, nel giorno del Signore.

Benedetto sia il tuo Spirito, che ci illumina e rende ardenti i nostri cuori.

Egli è il nostro sostegno, ora e per i secoli dei secoli.

Am.en.

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Aprile 05 30 DOMENICA DI PASQUA

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, tu cammini accan­to a noi, lungo i sentieri della vita e tu parli al nostro cuore. Signore, pietà!

Una strada che è la strada del ritorno, ma anche della delusione, della tristezza, dell'amarezza. All'andata l'avevano percorsa con entu­siasmo, per seguire Gesù di Nazaret, quell'uomo straordinario che si diceva fosse il Messia, l'Atteso.All'andata si por­tavano in cuore lma speranza: era arriva­to fmalmente il momento desiderato, Dio realizzava le sue promesse. Ma ora il ritorno era ben diverso! Dopo tutto quello che era acca-

Cristo Gesù, tu hai sofferto e hai donato la tua vita per noi, per salvarci. Cristo, pietà!

dubbi ed i barlumi di speranza. Un compagno che prende la parola, che dice la sua, che legge gli avvenimenti in modo nuovo, con occhi diversi. E colle­ga tutto, ricorrendo alle Sacra Scritture. Un compagno che non si fa scrupolo anche di redarguire quelli che ha incon­trato perché non credono alle parole dei profeti. Un compagno ascoltato, con il quale si vuole restare ancora per un po' , al punto

Signore Gesù, tu ci doni il tuo pane per infonderei coraggio, tu vuoi condividere con noi la tua gioia. Signore, pietà!

nel loro cuore, mentre lo ascoltavano, attenti e snlpiti per quello che diceva. Una mensa che viene abbandonata, quando lui scompare, per anelare ad arullillciare ciò che è accaduto: l'incon­tro, la luce nuova che ha portato, il dono del pane spezzato. Storia di una strada, che porta da Gerusalemme ad Emmaus, ma anche di nltte le strade della nostra vita: strade percorse con entusiasmo e con tristez-

za, con gioia e con dolore.

Una pista per l'omelia Storia di lill incontro con duto! I sogni erano andati

in franturrù, le attese di­strutte. E del resto, cosa c'era più da sperare dopo che proprio quel Gesù era

I LORO OCCHI SI APRIRONO Qualcuno che resta accan­to a noi, per ascoltarci e per parlarci, per farci deci-

stato condannato dal tribunale religioso e fatto crocifiggere dal procuratore ro­mano? Un compagno di strada che si avvicina, che fa strada insieme, che entra nei loro discorsi, che vuoi sapere di che cosa stanno parlando e discutendo tra loro. Un compagno che, con le sue domande, obbliga in qualche modo a rispondergli, a dirgli i fatti , ma anche tutto quello che passa per il cuore. Ad esporre la disillusione, ma anche i

che lo si invita a casa propria, perché ormai si fa sera e viaggiare col buio è pericoloso. Una mensa, a cui ci si siede, insieme, per mangiare. E, proprio qui, il compagno sconosciuto compie un gesto del tutto comune e tra­dizionale: prende il pane, dice la benedi­zione, lo spezza, lo dà ai due amici. È quel gesto che apre i loro occhi, è in quel momento che lo riconoscono. E si avvedono di ciò che era accaduto

CAROVANA DIINVOCAZIONI Come i due discepoli di EmmallS anche noi perc01Tiamo le strade deUa vita. E il tuo Figlio cammina assieme a noi per farci ritrovare la speran­za. Rincuorati daUa sua presenza ci rivolgiamo a te e ti diciamo: Rinnova la nostra vita, Signore Dio.

• Dona a tutti i cristiani il desiderio di ascoltare, di leggere e di meditare il Vangelo. Apri il loro cuore aUa misericordia e alla bontà. Ti preghiamo ...

• Sostieni tutti coloro che ci aiutano a conoscere meglio Gesù e che ci mostrano la via che porta all'incontro con lui. Ti preghiamo ...

• Non lasciar mancare ai nostri genitori il tuo sostegno: aiutali nei momenti difficili, spiana la strada al dialogo e aUa comprensione. Ti preghiamo ...

• Ti preghiamo per i giovani che verranno ordinati preti. Dona a loro di mettersi a servizio dei cristiani con gioia e semplicità. Ti preghiamo ...

• Ti preghiamo per tutti noi, donaci di saper trovare il tempo necessario per la preghiera e di partecipare con gioia aUa Messa domenicale. Ti preghiamo ...

• Ti supplichiamo per i popoli che abitano la Terra Santa. Sostieni tutti quelli che cercano la pace, nel rispetto reciproco. Ti preghiamo ...

frare in modo nuovo tutto ciò che è accaduto. Storia di una mensa a portata di mano, in ogmilla delle nostre chiese, una mensa a cui sedersi per ricevere quel pane che egli continua a spezzare per noi. E storia anche di una gioia nuova, gioia di chi ora riesce a comprendere, ad indi­viduare il filo tenace della speranza, di chi si rallegra per l'azione di Dio.

In famiglia

Signore Dio, ci hai invitato alla mensa

della Parola e del Pane e ci dai la possibilità

di ritrovare entusiasmo e impegno.

Fa' che possiamo esprimere con i gesti di ogni giorno la gioia che hai seminato

nella nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

AMEN.

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Aprile 05 40 DOMENICA DI PASQUA

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, solo tu puoi condurci alla vera felicità. Signore, pietà!

L'esperienza religiosa può assumere, è vero, molti volti. Anche quello del commercio, quando ci si illude di esse­re a posto perché si è pagato il "pedag­gio" dovuto, e quindi ci si attende di ricevere qualcosa in cambio. Anche quello dell'idolatria quando si ritiene di poter mettere le mani su Dio per il sem­plice fatto che ci si trascina dietro un suo simulacro, una sua immagine. O ancora quello della costmzione psico­logica, quando proiettia-

Cristo Gesù, solo tu puoi portar­ci alla sorgente di acqua viva e dissetare le nostre attese. Cristo, pietà!

comprare un idolo, pagare Wl pedag­gio, costmirsi un'immagine a proprio uso e conswno è molto più immediato. Ma non è così che possiamo avere in dono una comunione benefica e vitale con il Dio vero. Certo, vivere una relazione è impegna­tivo: ci si misura col tempo, con la dura­ta , si deve fare i conti con l'altro Ce que­sta volta c'è tm Altro con la a maiusco­la), ci deve essere una minima disponi-

Signore Gesù, solo tu puoi parlare al cuore di ognuno di noi. Signore, pietà!

fuori, cammina davanti a loro. E cosa fanno le pecore? Ascoltano la sua voce e lo seguono. Perché? Perché co­noscono la sua voce. Verbi semplici: chiamare/ascoltare, condurre/camminare/seguire, conosce­re.Verbi quotidiani nella vita di un greg­ge, verbi quotidiani per ogni credente. Gesù ci invita a coniugare questi verbi con la nostra esistenza di ogni giorno. Nel segno dell'ascolto, del dialogo con

lui. mo su Dio l'inunagine che ci siamo costmita Una pista per l'omelia Così viene da domandar-

noi, secondo i nostri bi­sogni e le nostre attese. Non è vero che qualsiasi

LA RELAZIONE COL PASTORE si: quando "passiamo" per la Scrittura, quando ascoltiamo la Parola di

esperienza religiosa va bene, basta che ce ne sia una. Noi abbiamo purtroppo sotto gli occhi gli effetti devastanti del fondamentalis­mo, del rigorismo, di tm devozionalismo selvaggio. Gesù ci chiede oggi di vivere la nostra esperienza religiosa nel segno della relazione, di una relazione che si rivolge a lui, dle "passa" attraverso di lui. Certo, vivere una relazione non è facile:

bilità di dialogo, una continuità. Liquida­re tutto con una pratica peliodica o sal­tuaria, a seconda delle necessità è molto più spontaneo. Ma non è detto che in questo modo si viva in alleanza con Dio. L'immagine del pastore si presta molto bene ad esprimere alcuni aspetti impor­tanti della nostra relazione con Gesù. Che cosa fa infatti il pastore? Chiama le sue pecore "una per una", le conduce

CAROVANA DIINVOCAZIONI Signore DiQ, tu ci hai affidalO alle cure del buon Pastore, Gesù, il tuo Figlio, che ha doro la sua vita per noi. Egli ci conosce uno per unQ e ci guida sui sen­tieri deUa vita. Certi di essere acaJ/ti e compresi noi ci rivolgiamo a te: SignQre, guidaci verso la vera gioia!

• Vogliamo pregarti per il papa e per i vescovi, e anche per tutti i preti e i dia­coni. Metti sulle tm-o labbra pamle di sagge=a e nel loro cuore attenzione verso tutti. Ti preghiamo.

• E ti preghiamo anche per cotm-o che hanno responsabilità nel governo dei paesi. Guida il cammino dei popoli su strade di giustizia, di pace e di .fra­tellanza. Ti preghiamo.

• Ti preghiamo per i nostri genitori, per i catechisti e gli animaJori dei grup­pi parrocchiali. Dona a tutti gli educaWri lo SpiritQ che animava Gesù, no­stro maestro e pastore. Ti preghiamo.

• Ti affidiamQ tutti i missionari e le missionarie, tutti i religiosi e le religiose, e in particolare queUi che provengono dal nostro paese. Metti tanta gioia e tanto entusiasmo nella furo vita e fa' che possano vetkre i frutti del loro lavoro. Ti preghiamo.

• Ti ricordiamo tutti i raga=i e tutti i giovani che avvertono la tua chimnaJa ad una vita di totale oonazione. Rendili generosi e pieni di coraggio. Fa' che non si spaventino di fronte alle difficoltà e ai sacrifici. Ti preghiamo.

Dio, arriviamo poi a luil Oppure siamo tutti presi dal testo o dalla parola al punto da dimenticarci di Colui che parla? Nel segno della sequela, del lasciarsi guidare e condurre. Così viene da chie­dersi: il nostro rapporto con lui produ­ce un cambiamento oppure restiamo lì dove siamo? Ci lasciamo smuovere dalle nostre posi­zioni, ci lasciamo mettere in movimen­to?

In famiglia

Se pensiamo solo al nostro interesse,

Signore, che ne sarà della nostra vita?

Apri il nostro cuore alle parole che ci

giungono da Gesù, il buon pastore

e donaci di vivere nella fraternità e nella giustizia.

Per Cristo nostro Signore. Atnen.

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I

Aprile 05 50 DOMENICA DI PASQUA

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, nostro Salvatore , tu ci domandi di affidarti la nostra esistenza. Signore, pietà!

"I o sono la via, la verità e la vita". L'af-

Cristo Gesù, morto per amore, tu apri i nostri cuori alla parola di vita. Cristo, pietà!

volta e che, di necessità, tutte le altre de­vono essere lasciate da parte. Ma Gesù non vuole neppure essere considerato una strada da imboccare di tanto in tanto, una corsia d'emergenza, per i momenti difficili, per quando si è in panne. Esige una scelta senza rimpianti, senza tenten­namenti. Del resto solo se si percorre questa strada che è Lui stesso, si può tro­vare quello che promette. La verità. Essere cristiani vuoi dire lasciar­si illuminare da Gesù, lasciare che la pro-

Signore Gesù, pastore delle nostre anime, tu ci fai passare dalle tenebre alla luce. Signore, pietà!

Cosa farebbe Gesù, al nostro posto? Certo, la risposta non la si trova sempre in una frase del Vangelo. Dobbiamo necessa­riamente passare attraverso un'interpre­tazione, fare appello alla saggezza che si nutre della Parola di Dio. Ma non possia­mo neppure limitarci a quello che ci pia­ce, a quello che è più opportuno, a quel­lo che crea meno trambusto o attira l'ap­provazione della maggioranza: tutti criteri che col Vangelo, ahimé, non hanno molto da spartire.

La vita. E' solo una promessa che

fermazione di Gesù non lascia dubbi. Essere cristiani non significa solo apprez­zare i suoi gesti, anunirare le sue idee, manifestare entusiasmo per la sua testi­monianza. No, tutto questo non basta. Chi non si accontenta di essere un suo anuui­

ratore, chi non vuole solo battergli le mani , accetta di avere un rapporto molto più profondo con lui, un rapporto che cambia la sua esistenza, si innerva diretta­mente sulle sue scelte, sui suoi atteggia­menti, sul suo modo di vivere quotidiano.Al punto che lui , Gesù, diventa il criterio di ogni decisio­ Una pista per l'omelia

riguarda la vita eterna, quando questa vita terrena si sarà conclu­sa? O è una realtà fin d'ora, fin da ne, il riferimento nei momenti

cruciali. La via. Di strade ce ne sono tante. Tanti i sentieri che si imboccano per rag­giungere la felicità, per conseguire uno sviluppo pieno delle proprie potenzialità, per trovare un benessere interiore o solo mateliale. Strade diverse per obiettivi di­versi. Strade in salita, anguste e strade co­mode, larghe, quasi in discesa. Gesù non si propone come una delle strade, ma co­me "la strada". Pretesa esorbitante ì

Richiesta eccessivaì Per quanto possa ap­parne banale, si deve osservare che non è possibile imboccare che una strada alla

" VIA, VERITA, VITA

pria vita, in tutti i suoi aspetti sia inter­pretata, letta dalla sua parola. Operare un confronto continuo con quello che lui ha fatto, con i suoi atteggiamenti, con il suo insegnamento. Tante volte, nella vita delle famiglie come nella vita delle parrocchie, su problemi piccoli o grandi, contingenti o di grande rilievo, ci si imbatte in pro­poste, soluzioni, modi di vedere diversi. E talvolta ci si accanisce ad esplorare quale sia l'opinione che raggiunge il consenso più alto, senza prima porsi una domanda:

CAROVANA DIINVOCAZIONI Di domenica in domenica, o Dio, tu fai risplendere in mezzo a noi la speranza della Pasqua e ci chiami a diventare creature nuove. Diciamo insieme: O Padre, donaci forza e coraggio!

• Signore Dio,fa' che restiamo sempre uniti a Gesù, anche quandofac­ciamo fatica a mettere in pratica il Vangelo. Preghiamo ...

• Signore Dio, fa' che nel mondo cresca la pace e la giustizia. E siano soccorsi quelli che mancano del necessario. Preghiamo ...

• Signore Dio, fa' che affrontiamo con impegno le nostre attività: la scuola, il catechismo, gli incontri nelle associazioni, i momenti spor­tivi. Preghiamo ...

• Signore Dio, fa' che sappiamo essere gli uni con gli altri accoglienti e rispettosi. Non permettere che venga lasciato in disparte chi fa Più fatica ad inserirsi. Preghiamo ...

• Signore Dio, accompagna tutti i fanciulli che fra qualche tempo f~ ranno la Prima Comunione. L'incontro con Gesù porti ad ognuno una gioia grande e il desiderio di ascoltarlo e di amarlo. Preghiamo ...

quaggiù? lo credo che Gesù di­venti per il discepolo, in modo

crescente, la sorgente della vita: Colui che trasmette la sua stessa vita, che fa fltùre nei meandri contorti e complicati delle nostre giornate, la sua limpidezza, la sua pace, il suo coraggio, la sua compassione, la sua tenerezza , il suo amore, la sua mise­ricordia. Naturalmente questo accade so­lo se ci si affida a lui, se si ripone in lui una fiducia a tutta prova. Non se lo si consi­dera alla stregua di una polizza d'assicu­razione, da tirar fuori solo in caso di biso-gno.

In famiglia

Sostieni i nostri passi, o Dio,

e donaci la speranza che viene dalla Pasqua

del tuo Figlio: allora vivremo

una nuova primavera di luce e di gioia. Egli vive e regna

nei secoli dei secoli. AMEN.

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Maggio 05 60 DOMENICA DI PASQUA

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, Parola di Dio fatta carne, guarisci i nostri cuori con il tuo Vangelo. Signore, pietà!

Anore e comandamenti: ecco due realtà che sembrano distanti, se non addirittura in opposizione tra di loro. Secondo una certa visione romantica della vita l'amore è tutto spontaneità, effusione, tenerezza, passione e anche sregolatezza. "Non si può comandare al cuore", ripetono come un ritornel­lo incessante le telenovelas. E quindi non si può mettere un freno, un limi­te alla passione. Comandamento evo­ca tutt'altro: sa di imposi-zione, di ordine. Evoca l'obbedienza, la sot­

Cristo Gesù, Sorgente di pace, disseta la nostra esistenza con la tua acqua viva. Cristo, pietà!

chiede di amarlo con tutti noi stessi, e quindi anche con la testa e con la volontà. Ci chiede di dargli fiducia, di abbandonarci a lui, rinunciando a far valere sempre il nostro modo di giu­dicare, di valutare, di agire. Ci chiede di affidargli la nostra vita, mettendo ci per quella strada che egli ha tracciato, per quella strada che è lui stesso. Inutile cercare di nasconderselo: non si tratta di un'autostrada comoda, a tre

Signore Gesù, Luce del mondo, fa' brillare su di noi lo splendore del tuo volto. Signore, pietà!

teremmo per altri sentieri, meno disa­giati. Inutile immaginare un cristiane­simo senza comandamenti: semplice­mente perché non esiste. Il conflitto che sorge tra la nostra mentalità e il disegno di Dio è del tutto naturale. E perciò non mancano momenti stra­zianti. C'è per ogni discepolo, come per Gesù, un orto degli olivi. Non siamo soli, però. Non siamo ab­bandonati a noi stessi, alle nostre pau-

re e ai nostri momenti di

Una pista per l'omelia scoraggiamento.

tomissione, il rispetto delle regole. AMORE E COMANDAMENTI

Gesù ci assicura un com­pagno di strada, discreto, ma sempre presente, un

Come mettere assieme, dunque, cuore e regole, passione e li­miti, tenerezza e ordini? Se vediamo le cose in questo modo le parole di Gesù ci suonano come stra­ne, irrealizzabili. E invece Gesù sem­bra non avere dubbi, al punto da lipe­tere la stessa frase per due volte, in pochi versetti: "Se mi amate, osserve­rete i miei comandamenti". Probabilmente l'amore che Gesù ci domanda, l'amore che si attende, non è quello della letteratura romantica. Ci

o quattro corsie. Anzi, è un percorso stretto e lipido. Le indicazioni che ci vengono offerte non sono quelle che ci attenderemmo. Così, lungi dallo sci­volare velocemente sull'asfalto, dob­biamo fare i conti con i sassi e con pas­saggi ripidi, talora dobbiamo ag­grapparci alla roccia. La fede, del resto, la si vede proprio in questi frangenti: quando ci si affida a lui, anche se si devono affrontare lischi e pericoli. Anche se noi ci met-

CAROVANA DIINVOCAZIONI Tu ci sorprendi ogni giorno, Signore Dio. Il tuo Spirito opera nel pro­fondo della storia e realizza il tuo progetto di salvezza per tutti gli uomini. Rendici attenti e disponibili. Diciamo insieme: Padre, venga il tuo regno!

• Per tutti i cristiani: restino fedeli alla parola di Gesù, anche quando domanda dei sacrifici. Noi ti preghiamo.

• Per tutti i ragazzi che faranno la Prima Comunione. Parla al loro cuore perché vivano nella gioia ogni incontro con Gesù nella Messa. Noi ti preghiamo.

• Per tutti quelli che soffrono: ragazzi, giovani e adulti. Metti accanto a loro familiari e amici che li aiutano ad affrontare i momenti diffi­cili. Noi ti preghiamo.

• Per i missionari e le missionarie che portano il Vangelo in paesi lon­tani: dona loro tanto coraggio e sostieni la loro speranza. Noi ti preghiamo.

• E per tutti i popoli che patiscono a causa della guerra. Venga pre­sto l'ora della riconciliazione e della pace. Noi ti preghiamo.

consolatore, un suggerito­re che ci porta verso la verità del Vangelo. È lo Spirito Santo. Senza di lui mettere insieme amore e obbedienza., fiducia e comandamenti, pace del cuore e fatica quotidiana sarebbe cosa impossibile. Ma lo Spirito è con noi proprio per rea.l.i7.7..are l'impossibile, proprio per costmire il Regno servendosi della nostra fragilità e della nostra debolez-za.

In famiglia Signore, noi non

potremo mai dirti la gioia che metti nei nostri cuori

quando ci imbattiamo in esperienze concrete

di fraternità e di solidarietà! Allora riconosciamo

l'opera del tuo Spirito e ti benediciamo nei

secoli dei secoli_ AMEN_

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Febbraio 05 l a DOMENICA DI QUARESIMA

----------- PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù, tu vieni a rivelarci l'amore di Dio. Signore, pietà!

E, un uomo, come noi. E quindi anche lui è sottomesso alla tentazione. Del resto non si tratta di tentazioni qualsiasi, ma di quelle che raggiungono ogni creatura nel corso della sua vita, nel momento delle grandi scelte, nell 'esistenza quotidiana. All'inizio della sua missione pubblica , dunque, anche lui avverte la seduzione del potere miracoloso, dell'abbondanza di beni, di una vita immune da ostacoli e da insuc­cessi. Ci sono tante attese attorno a lui : biso-gna decifrarle, ma anche evitare il ri-

Cristo Gesù, tu vuoi condurci verso la libertà. Cristo, pietà!

esprime nello scorrere dei giorni, quelli lieti e quelli tristi, quelli luminosi e quelli oscuri. Ogni uomo avverte la seduzione della popolarità . Smuovere le masse, avere un seguito enorme, convincere magicamente la gente a venir dietro, ad accettare le paro­le d'ordine, a fare propri gli slogans che le vengono suggeriti. No, neanche questo. Il Messia non farà nulla per colpire, soggioga­re, o - peggio - plagiare le folle. Sarà il Mes­sia che rispetta la libertà ed i tempi dell'uo-

Signore Gesù, tu puoi ridestare in noi la vita nuova ricevuta nel Battesimo. Signore, pietà!

Perché non ricorrere ad esso per raggiun­gere degli scopi che sono buoni, addirittura santi? Perché non usare dell 'economia,della politica, della cultura , del denaro, per la causa di Dio? No. Il Messia sarà povero, disarmato e disarmante. Non si appoggerà a nessun potere perché ogni potere fmisce coll 'esigere un'adorazione che è dovuta so­lo a Dio. E Dio non tollera concorrenti. Il Messia procederà contando su Dio e non slÙ diversi poteri di questo mondo. Si affi-

schio di farle proprie senza alcun di­scemimento, solamente per il bisogno di essere popolari, di attirare le folle. Quale Messia sarà? In che modo svol-

Una pista per l'omelia IL MESSIA TENTATO

derà a Dio e non alle diverse risorse che parrebbero permettere una più grande efficacia e sicurezza, una mag­giore rapidità di esecuzione. Non sono tentazioni qualsiasi, come si vede. E Gesù le supera ricorrendo gerà la sua missione? In che modo

vivrà' A che cosa darà importanza' Ogni uomo deve fare i conti col pane quo­tidiano, con la sua dose di fatica, di ansia, di penuria. Sarebbe bello esserne esonerati: trovare il pane sellza sudore, con una bac­chetta magica. Vivere senza dover misurarsi con gli ostacoli, gli imprevisti, le sofferenze. Passare immuni attraverso le zone difficili della vita. No. il Messia sfamerà le folle , spez­zando il pane. Ma non ricorrerà mai ad un miracolo per rendersi facile la vita. Vivrà di fiducia, anche lui. Una fiducia in Dio che si

mo, il Messia che vuole fare appello alla de­cisione di ognuno, il Messia che cerca amo­re, non obbedienza cieca. Per tutto questo correrà il rischio di essere rifiutato, abban­donato, addirittura condannato. Ma chi ama veramente sa che deve esporsi e fare appel­lo alla libertà . Ogni uomo conosce, prima o poi, la tenta­zione del potere: economico, politico, cul­turale, fmanziario .. . Di primo acchito sem­bra che il potere spiani la strada, faciliti le cose. Perché non usarlo, allora, a fm di bene?

CAROVANA DI INVOCAZIONI Anche noi veniamo condoui nel deserto, luogo di tentazione, di fame e di sete. Anche noi veniamo posti di fronte a scelte diffi­cili Sapremo restare fedeli a te, o Dio, come hafauo Gesù? Siamo deboli, per questo ci rivolgiamo a te e ti diciamo: Signore Dio, vieni in nostro aiuto! • Signore, tu vedi come spesso ci dimentichiamo di te, di ascol­

tarti e di risponderti Come se tu non ci volessi bene. Aiutaci a scoprire la gioia di accogliere la tua Parola. Preghiamo ...

• Signore, tu vedi come spesso cerchiamo di evitare tuUo ciò che domanda fatica. Come se chi si impegna meno fosse Più contento. Aiutaci a scoprire la gioia di crescere e di comPiere bene il nostro dovere. Preghiamo ...

• Signore, tu vedi come spesso cerchiamo di essere al di sopra degli altri e Più in vista di tuUi. Come se traUare gli altri dall'altofosse la cosa migliore. Aiutaci a scoprire la gioia che si prova nell'aiutare i Più Piccoli e i Più indifesi Preghiamo ...

• Signore, tanti bambini nel mondo soffrono la fame, tante fami­glie non hanno neppure una casa. Fa' che li aiutiamo, a prez­zo di qualche sacrificio. Preghiamo ...

• Signore, sostieni coloro che assistono i malati MeUi nei loro gesti e nelle loro parole tanta delicatezza e comprensione. Preghiamo ...

alla Parola. Anche il tentatore mostra di conoscere la Scrittura. Ma non la conosce col cuore di Dio. Essa diventa, nelle sue mani, paradossalmente, uno strumento per­verso. Voglia il Signore che possiamo vivere que­sta Quaresima che ci sta dinanzi con la stes­sa fiducia , la stessa libertà, lo stesso amore del suo Figlio, GeSll . Allora il giorno di Pa­squa potremo cantare a pieni polmoni il no­stro Alleluja.

In famiglia

Signore Gesù, la tua vittoria sulle

tentazioni ci fa intravedere la vittoria def"mitiva

sul male. Donaci una speranza

vigorosa, che non viene meno nella prova

e si affida con fiducia a Dio Padre, lui nostra vita

per tutti i secoli dei secoli.

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Febbmio 05 20 DOMENICA DI QUARESIMA

-----------PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù, tu sei il volto dell 'amo­re del Padre. Conservaci nella fede . Signore, pietà!

N on si capisce questo Vangelo della Trasfigurazione se non si leggono i ver­setti che lo precedono. Gesù ha appe­na annunciato agli apostoli la sua pas­sione e morte ormai prossime. Ma loro non hanno compreso, o non hanno voluto comprendere. I! momento, comunque, è delicato. L'entusiasmo delle folle è andato sce-mando. L'opposizione dei farisei e dei maestri della legge si fa sempre

Cristo Gesù, tu sei il Figlio prediletto, fatto uomo per noi . Guidaci verso la vita. Cristo, pietà!

vesti "candide come la neve", di lì a non molto si troveranno davanti il suo volto sfigurato dal dolore, dalla sudora­zione di sangue. Ecco, dunque, la ragio­ne di questa manifestazione e di que­sta parola che viene dall 'alto. Nel momento della passione e della morte, quando leggeranno sul volto di Gesù il dolore e la sofferenza, quando si troveranno davanti al suo corpo bat-

Signore Gesù, tu sei presente in mezzo a noi. Mostraci la tua miseri­cordia. Signore, pietà!

che sfugge ai capitoli tristi dell 'esisten­za, che è esonerato dall 'insuccesso, che è destinato sempre a trionfare, fin dal primo momento, senza passare per il tunnel oscuro della prova. Oh, è chiaro: questa manifestazione non è solo per loro, per Pietro, Giacomo e Giovanni. È anche per noi, oggi. Per noi che troppo spesso facciamo

combaciare la fedeltà a Dio con il più consistente e virulenta. L'insuccesso è ormai evidente.

Una pista per l'omelia successo. Per noi che arriviamo addirittura a considerare il suc­cesso un segno lampante della benedizione e dell'approvazione

Che cosa accadrà? Che ne sarà della beUa notizia che Gesù ha pOltatO per i villaggi della Palestina? Come andrà a fmire? E la speranza che aveva suscitato? E i segni che aveva offerto? Ecco in quale frangente avviene la tra­sfigurazione: i testimoni saranno gli stessi che Gesù chiamerà accanto a sé nell 'orto degli olivi per condividere la sua angoscia a poche ore dal tradi­mento di Giuda. La scelta non è casua­le. Proprio loro, che ora vedono il suo volto "brillare come il sole" e le sue

... LA PROVA E VICINA

tuto, lacerato, denudato, inchiodato alla croce, percorso dagli spasimi dell'agonia devono essere in grado di riconoscere ancora in quell 'uomo il Figlio di Dio. Anche se sembra impos­sibile mettere insieme la gloria di Dio con l'abisso del fallimento e della morte.Anche se ripugna quasi pensare che l'innocente possa anivare ad esse­re schiacciato, vilipeso, torturato fmo a quel punto.Anche se comunemente ci si immagina sempre Dio come uno

CAROVANA DI INVOCAZIONI Sul monte tu hai offerto ai tre discepoli una traccia visibile della gloria del tuo Figlio, perché non venisse meno la loro fede quando l'avrebbero visto sfigurato dalla Passione. Insieme noi ti invochiamo, dicendo: Donaci la tua luce, Signore! • Signore, dona la tua luce a tutti noi cristiani perché possiamo

riconoscere la tua presenza nella nostra vita. Preghiamo ... • Signore, dona la tua luce a chi deve prendere scelte importan­

ti, da cui diPende il futuro di tanta gente. Fa' che sia saggio e attento alle necessità dei poveri. Preghiamo ...

• Signore, dona la tua luce alle nostre comunità: aiutino grandi e Piccoli a crescere nella fede. Preghiamo ...

• Signore, dona la tua luce alle nostre famiglie: fa' che imparia­mo ad aiutarci e ad ascoltarci. Preghiamo ...

• Signore, dona la tua luce a quanti sono tentati dalla gelosia e dalla vendetta, dall'odio e dalla violenza: metti nel loro cuore la stessafiducia e lo stesso amore di Gesù, il tuo Figlio. Preghiamo ...

di Dio. Al punto che, nell'ora della prova, ci sentiamo abbandonati. E non solo dagli uomini, ma anche da Dio . Quel "servo sofferente" era veramente il Figlio di Dio, e propriù il suo volto e il suo corpo sfigurati testimoniavano fmo a qual punto ci amava. Siamo di­sposti a percorrere la sua stessa strada per amore e a riconoscere i tanti "servi che soffrono" anche se il loro volto non trasuda beUezza e gloria?

In famiglia

Signore Dio, la Parola di Gesù è per noi come una lampada sicura.

Rincuorad con la tua presenza e dona saggezza

al nostro spirito. Per Cristo nostro Signore.

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Febbraio 05 3a DOMENICA DI QUARESIMA

----------- PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù, sorgente di vita, tu conosci ognuno di noi per nome e tu ci chiami a seguirti. Signore, pietà!

'-

E straordinario questo incontro tra Gesù e la Samaritana perché ci permette di scandagliare l'itinerario che ognuno di noi deve percorrere per arrivare alla fede. Percorso fatto di scoperte , di illumi­nazioni, che ci conducono un po' alla volta a riconoscere Gesù come il Signore a cui affidare la nostra vita, come il Figlio di Dio che fa zampillare in noi una sor­gente d'acqua viva.

Cristo Gesù, sorgente d'amore, tu ci

doni una moltitudine di fratelli da amare. Cristo, pietà!

altra acqua: non è l'acqua ferma raccolta in un pozzo, acqua che sa, inevitabilmen­te , di fango. È un'acqua viva , un'acqua che disseta la profondità del nostro esse­re, un'acqua che sgorga fresca per sem­pre e che porta una vita nuova nella no­stra esistenza. Come ogmmo di noi, anche la samaritana passa dal bisogno di acqua quotidiano (e dai bisogni di cui sono segnate le nostre giornate) al desiderio di qualcos'altro,

Signore Gesù, sorgente di gioia, tu ci insegni l'impegno per la giustizia e i gesti della fraternità e della condivi­sione. Signore, pietà!

modo di vivere il rapporto con Dio, con tutta la propria vita. La conoscenza ri­guardante la venuta del Messia diventa un interrogativo consistente, dopo che Gesù si è rivelato a lei: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia forse il Messia?". Passaggi non di poco conto, tappe della nostra esistenza di fede, dentro un per­corso in cui siamo stati condotti dalla gra­zia di Dio, che si è servito di tanta gente Tutto parte da una domanda di Gesù. Al

pozzo di Sicar egli è un povero che chiede la carità di un po' d 'acqua.

Una pista per l'omelia UN' ACQUA VIVA

Non un ricco che offre i suoi teso­ri , ma un povero che domanda. Strano modo di avvicinarsi agli uo-

come la Samaritana: gente che ci ha portato a Gesù , perché anche noi lo potessimo conoscere personal­mente, per poi concludere: "Ora non è più per la tua parola che cre­diamo, ma perché noi stessi abbia­mini, scelto dal Figlio di Dio. Non

come un potente che esige o che riem­pie dei suoi favori, ma come un povero che stende la mano. Proprio a partire dalJa richiesta di Gesù e dalla risposta della donna noi veniamo a sondare realtà che non hanno più a che fare solo con il pozzo e con la sete quoti­diana. C'è un bisogno di acqua, c 'è una fatica quotidiana per assicurarsi questo bene così indispensabile. E la donna vor­rebbe tanto non dover più venire sempre al pozzo ad attingere . .. Ma c 'è anche un'

un'acqua diversa, più buona, cile non si esaurisce mai. Ma non è l'unico tornante significativo che si trova ad oltrepassare. La sua mezza verità ("Non ho marito") deve confron­tarsi con una verità intera che Gesù le dice . Così si trova a dover riconoscere che veramente quell 'uomo le legge den­tro, la aiuta a decifrare la sua vita. Le que­stioni di tradizione religiosa (il Garizim o il monte Sion?) lasciano il posto a qual­cosa di più sostanziale: ora c 'è un nuovo

CAROVANA DI INVOCAZIONI Anche noi, Signore, desideriamo l'acqua viva che ci può dare solo Gesù. Per questo ci rivolgiamo a te e ti diciamo: Donaci, o Padre, l'acqua viva! • Signore, di domenica in domenica tu ci chiami all'Eucaristia:

donaci la gioia di rispondere al tuo invito e di accogliere la tua Parola che ci chiama a conversione. Preghiamo ...

• Signore, non lasciar mancare alle nostre parrocchie preti , catechisti ed animatori: sostieni tutti coloro che si impegnano afarci crescere nellafede. Preghiamo ...

• Signore, dona saggezza e coraggio ai nostri genitori: fa' che ci insegnino ad essere generosi con chi è povero e con chi soffre, ad aiutare chi è debole. Preghiamo ...

• Signore, tante persone lavorano per rendere accogliente que­sta chiesa: ricompensa la loro fatica e il loro amore. Preghiamo ...

• Signore, dona la tua luce a coloro che devono prendere deci­sioni importanti:fa' che possano comPiere la scelta migliore. Preghiamo ...

mo udito e sappiamo ... ". Storia di una donna di Samaria, storia di tutti i discepoli di Gesù, storia di un approdo alla fede sostenuto da un fuoco che brucia nel profondo, da una sete che domanda di essere presa in considerazio­ne . Non c 'è iniziazione senza desiderio. Ed è proprio il desiderio la molla segreta di questo itinerario talora arduo e talora confortevole, talora oscuro e talora lumi­noso che ci porta all'incontro con lui. Un incontro che cambia la vita.

In famiglia

Seduto al pozzo di Sicar, il tuo Figlio ha offerto

alla samaritana l'acqua viva che spegne ogni sete .

Che anche noi, possiamo sperimentare

la tua salvezza e la tua gioia .

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IMMAgiNI Marzo 05 40 DOMENICA DI QUARESIMA

----------- PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù, tu sei venuto a rivelarci la vera gioia. Sii la nostra luce. Signore, pietà!

Disarmante questo cieco con il rac­conto della sua esperienza. Disarmante ed indisponente per tutti quelli che vo­gliono trovare incrinature, aspetti nega­tivi, elementi poco chiari in ciò che è accaduto. "Prima ero cieco ed ora ci vedo". Un da­to incontrovertibile, a cui non si può op­porre niente di serio. Ed ecco allora un vano affannarsi, con un'investigazione che rovescia sul miracolato una serie di domande: Chi ti ha fatto questo?

Cristo Gesù, tu sei venuto a salvarci e a guarirci. Sii la nostra luce! Cristo, pietà!

ricerche dei farisei non hanno affatto questo obiettivo. Sono volte solo a scre­ditare Gesù, anche in questa occasione. Non c'è peggior sordo di chi non vuoi udire ... e non c'è peggior cieco di chi non vuoi vedere! "Tu sei suo discepolo! Noi siamo discepoli di Mosè!" reagisco­no, scandalizzati i farisei. E prendono una decisione drastica: cac­ciano quell'uomo dalla sinagoga perché la sua presenza è imbarazzante. È a que-

Signore Gesù, tu sei venuto a guidarci verso il Padre. Sii la nostra luce! Signore, pietà!

dell' oscurità, storia di un approdo alla fede. Il buio fitto cede il posto alla luce: gli occhi possono distinguere la realtà che sta attorno, possono decifrare ciò che prima era ignoto. La guarigione del corpo porta ad una relazione, ad un rico­noscimento, ad una professione di fede. Il fmale, però, è piuttosto amaro: un mo­nito a tutti noi. Gesù constata una realtà drammatica: quelli che non ci vedono grazie a lui arrivano alla luce e altri, che

Dov'è ora? Cosa ha fatto di preci­so? Siamo proprio sicuri che pri­ma eri cieco? Tu che cosa pensi di lui? Ecco lm incrociarsi di con-

Una pista per l'omelia E ORA CI VEDO

ci vedono o credono di vederci, cadono nella cecità più comple­ta. Sì, è vero, solo se riconoscia­mo l'oscurità che è in noi possia-mo venire alla luce ed esserne liberati. Se ci illudiamo di essere siderazioni, che fmiscono col ge-

nerare confusione e dissenso anche tra i farisei. Non può venire da Dio se non ri­spetta il sabato. Ma uno che non viene da Dio come può compiere un miracolo del genere? Il cieco a questo punto si mostra addi­rittura ingenuo. Tanto parlare attorno a ciò che gli è accaduto in effetti non ha senso, se non è sorretto da un desiderio autentico di vederci chiaro, di chiarire l'identità del guaritore ed, eventualmen­te, di riconoscere la sua grandezza. Ma le

sto punto che il miracolato incontra Gesù. Fin qui era solo il suo guaritore, lm "profeta". Ma ora che gli occhi della car­ne riescono a distinguere cose e perso­ne, sono gli occhi della fede che posso­no essere attivati. Gesù si rivela a lui co­me il Messia, il Figlio dell'uomo. Chiede la sua fiducia. E quell'uomo reagisce con semplicità e inunediatezza, col gesto e la parola:"Io lo credo, Signore!". E gli si pro­stra innanzi. Storia di una liberazione dal carcere

CAROVANA DI INVOCAZIONI o Dio, quante volte i nostri occhi non riescono a scorgere le tracce della tua presenza! Quante volte restiamo ciechi davanti alle attese dei nostri frateUi che sono nel bisogno! Per questo ci rivolgiamo a te e ti diciamo: Padre, donaci la tua luce!

o Signore, la tua parola porta luce sul nostro cammino:fa' che l'ascol­tiamo con gioia. Preghiamo ...

o Signore, ti ricordiamo tutte quelle persone che hanno sofferto a cau­sa del male e deUa cattiveria degli uomini. Guarisci le loro ferite. Preghiamo ...

o Signore, non permettere che lasciamo soli e senza amici i nostri com­pagni che hanno qualche difficoltà. Rendici attenti e generosi verso tutti. Preghiamo ...

o Signore, porta la pace nelle nostre famiglie: fa' che sappiamo ascol­tarci, comprenderci e perdonarci. Preghiamo ...

o Signore, fra poco noi riceveremo il tuo perdono nel Sacramento della Riconciliazione. Metti nel nostro cuore tanta pace e il desiderio di seguire la tua parola. Preghiamo ...

inununi dal buio, se ci rifiutiamo di guardare dentro di noi, se pensiamo di farcela da soli, fmiamo col cadere in una cecità da cui nessuno può tirarci fuori. Storie di gente che, da molto lontano, arriva a Cristo e storie di gente che, par­tita da un ambiente cristiano si allontana inesorabilmente da lui. Storie di gente che riconosce la sua cecità e fmisce col vederci e di gente, invece, che rimane chiusa in un'orgogliosa pretesa di essere nel giusto.

In famiglia

Il tuo Figlio ha guarito il cuore degli uomini offrendo la tua luce

a tutti quelli che vivevano nelle tenebre.

Risplenda anche su di noi il chiarore del Vangelo,

parola di gioia e di speranza per i secoli dei secoli.

AMEN.

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1M.M8§.INI Ma/'zo 05 50 DOMENICA DI QUARESIIVIA

----------- PER CHIEDERE PERDONO -----------

Signore Gesù, tu sei venuto per vincere il peccato e la morte. Guarisci la nostra esistenza dalla debolezza e dallo scoraggiamento. Signore, pietà!

Siamo all'ultimo dei tre grandi racconti che ci accompagnano verso la Pasqua, racconti che narrano qualcosa di vera­mente accaduto e nello stesso tempo ci parlano di noi, del nostro venire alla fede, dell'itinerario che abbiamo compiuto verso Cristo. Questo cammino è costella­to da una serie di scoperte, da un incon­tro progressivo con Gesù riconosciuto come l'acqua viva, come la luce del mon­do e, oggi, come la risurrezione e la vita. Dal pozzo di Si-

Cristo Gesù, tu sei venuto a seminare la vita e la gioia. Uberaci dalla morte e dalla sofferenza. Cristo, pietà!

volmente riconoscere con le nostre ansie e le nostre attese, i nostri dubbi e i nostri slanci. E anche con i nostri percorsi: in effetti ogni racconto evangelico ci invita a camminare, ad andare avanti. Colui che "mi ha detto tutto quello che ho fatto", è identificato come un profeta, poi come il Messia e infine come il "salvatore del mondo". È uno che guarisce, che dona la vista degli occhi, ma la sua azione non si limita a questo. Egli apre anche gli occhi

Signore Gesù, tu sei entrato nella gloria eterna di Dio. Salvaci dai nostri limiti e dal nostro egoismo. Signore, pietà!

qui, mio fratello non sarebbe morto". Ma c'è anche l'ineluttabilità della morte, nei suoi aspetti realisticamente più terri­bili. Lazzaro è morto già da quattro giorni e "manda cattivo odore". E' proprio a lei, Marta, però, che Gesù chiede di credere in lui. Non di credere semplicemente in un articolo della fede: "So che mio fratello risusciterà", ma di riconoscere che lui, Gesù, "è la risurrezio­ne e la vita".

Una pista per l'omelia Come sembra vi­cino questo dia­logo alle parole

car alla piscina di Siloe alla tom­ba di Betania noi abbiamo la IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA che ci accade tal­

volta di udire in possibilità di en-trare nel mistero di Cristo. Intravvediamo la sua compassione, il suo amore per gli uomini e le donne di ogni tempo: per la loro sete, per la loro cecità, per la loro tri­stezza davanti all'ineluttabilità della mor­te. Ma cogliamo anche il dono che viene fatto a chi l'accoglie, a chi crede in lui, a chi si affida a lui per trovare una vita nuova ed eterna. I diversi personaggi che si alternano (la samaritana, il cieco nato, Marta e Maria) diventano per ognuno di noi una specie di "specchio": in essi ci possiamo tutti age-

del cuore, gli occhi della fede. E allora vie­ne riconosciuto come il "Figlio dell'uo­mo", e ci si abbandona a lui: "lo credo, Si­gnore". Da una domanda generica ad una più pre­cisa e chiara, da una fede approssimativa ad una più esplicita, dall'accoglienza di una verità alla fiducia in una persona ... Non è proprio questo anche l'itinerario di Marta? C'è una speranza nella sua voce, ma è una speranza lontana, una possibilità che è sfumata, inesorabilmente:"Se tu fossi stato

CAROVANA DI INVOCAZIONI Il tuo Figlio, Gesù, viene a donare a tutti risurrezione e vita. Per questo, fiduciosi neUa tua potenza, ti preghiamo: O Padre, mostraci il tuo amore!

• Signore, si stanno avvicinando le grandi celebrazioni della Pasqua. Aumenta, la nostra attenzione e il nostro amore verso Gesù, che per tutti noi ha dato la vita sulla croce. Ti preghiamo ...

• Signore, vogliamo pregarti per i nostrifamiliari, gli amici, per tutti quel­li che aspettano da noi affetto. Noi sappiamo che tu vuoi che siamo per loro una luce del tuo sorriso. Fa' che non deludiamo né te né loro. Ti preghiamo.

• Signore, sostieni tutte le persone che riconoscono gli sbagli commessi. Dona loro qualcuno che li aiuti ad uscire dal male e a tornare a te. Ti preghiamo ...

• Signore, è diffteile vincere la tentazione dell'egoismo. E' difficile accet­tare di sacrificarsi per gli altri. Fa' che scopriamo la gioia di offrire pa­role e gesti di bontà. Ti preghiamo ...

• Signore, a tutti quelli che si accostano al Sacramento della Riconcilia­zione, dona la pace del cuore. Metti in ognuno il desiderio di liberarsi dal peccato e di scegliere la via del Vangelo. Ti preghiamo ...

occasione di un funerale. "Qualcosa ci deve pur essere, dopo, al di là di questa vita ... ". Ma è ques­ta la fede cristiana? A noi, come a Marta, Gesù rivolge una domanda diretta: "Credi tu che io sono la risurrezione e la vita?". Ed è proprio dalla nostra risposta che parte quell'azione della grazia che trasfor­ma la nostra esistenza. Sì, perché questa è l'avventura della fede: esperienza di morte e di risurrezione in Cristo, vita nuova, piena, che trasfigura la nostra vita di ogni giorno.

In famiglia

Tu sei un Dio più forte della morte.

Il tuo Figlio l'ha sconfitta, proprio quando essa sembrava

prendere il sopravvento. Deponi nel nostro animo

fiducia e speranza, . perché non ci abbattiamo

nel tempo della prova. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

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Maggio 05 SS.MA TRINITÀ"

----------PER CHIEDERE PERDONO-----------

Signore Gesù, il Padre ti ha manda­to a riunire insieme, nello stesso Spirito, tutti i suoi figli dispersi. Signore, pietà!

Un solo Dio, non più dei. E tuttavia tre persone: il Padre, il Figlio e lo Spirito San­to. Un tenibUe rompicapo? Una verità di fede da accettare ad occhi chius~ se07..a nessuna indagine al riguardo? Una realtà che riguarda più la mente che il cuore, più la dottrina che l'esistenza, più l'ortO­dossia che la pratica quotidiana?

Cristo Gesù, Parola eterna del Padre, mediante lo Spirito tu ci guidi lungo i sentieri della vita. Cristo, pietà!

perché la Trinità non è solo una Verità da contemplare, ma un Mistero da vivere. o Un Mistero di amore: "Dio ha tanto amato il mondo ... ". E' proprio questo che costituisce l' oliginalità deU' esperienza ebraico-cristiana. Non sono gli uomini che si mettono alla ricerca di Dio, ma è Dio che viene loro incontro. E lo fa per un morivo molto semplice: perché li ama, perché vuole loro bene. la Tlinità è un Mistero d 'amore, dell'amore che esiste da

Signore Gesù, tenerezza del Padre, mediante lo Spirito tu ci chiami ad amarci l'un l'altro con un amore senza limiti. Signore, pietà!

per darla a Dio. Ma qui è proprio il contra­rio: è Dio che dona.. E non dona qualcosa, ma si dona, dona se stesso. Corre il risd'ùo che a.tfrontano tutti quelli che amano veramente: accetta di essere debole, fragi­le, addirimu-a di essere rifiutato. o Un Mistero di grazia: " ... perché chiun­que crede in lui non muoia, ma abbia la vita etema". Non ci sono secondi fini nell'azione di Dio, non ci sono interessi taciuti o nascosti. Dio offre la sua alleanza

Nel proporci questa festa della Tlinità la liturgia, in fondo, non fa nulla di straordi­nario o di inedito perché, a ben guardare il messale, ogni volta che ci radu­niamo per una celebrazione euca­ristica ci imbattiamo in questo Mi­ Una pista per l'omelia

MISTERO D'AMORE stero. Non è forse vero che la no­stra preghiera è sempre rivolta al Padre? E non è altrettanto vero che

perché gli uomini, accogliendola, possano entrare nella vita eterna. Non una vita qualsiasi, per una durata più o meno lunga, più o meno al riparo da difficoltà e pro­blemi, ma una vita che dura per

è proprio attraverso il Figlio, il Signore Crocifisso e Risorto, che noi ci rivolgiamo a Lui? E non è sempre lo Spirito che agi­sce mediante la Parola, nei santi Sacra­menti, nella stessa assemblea che si è riu­nita, per renderla "un cuore solo e un'ani­ma sola"? Questa festa, dunque, si propone di met­tere in risalto ciò che già appare costan­temente nella preghiera cristiana. È come una sottolineatura di ciò che si vive ogni volta che si entra in rapporto con Dio. Sì,

sempre tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, dell'amore che viene offelto agli uo~ a tutti gli uomini, anche quando essi si mostrano cattivi e ingrati. o Un Mistero di dono: " ... da dare il suo Figlio Unigenito". Da sempre gli uomini erano abituati ad immaginare Dio come un essere potente, e per questo temibile. Un essere esigente che si doveva in qualche mooo anunansire con i propri doni, per guadagnarsi i suoi favori. Erano gli uomini che si plivavano di qualcosa

CAROVANA DI INVOCAZIONI Ci rivolgiamo a Te, che sei Padre, Figlio e Spirito Santo, e insieme ti diciamo: Tu che sei comunione di amore, ascoltaci!

o Libera le nostre comunità cristiane da tutto ciò che impedisce la comunione: dall'egoismo, dall'invidia, dalla gelosia, dai pregiudizi. Preghiamo ...

o Rafforza l 'impegno di tutti coloro che hanno qualche responsabilità neUa vita del nostro paese, perchè cerchino le soluzioni migliori ai problemi più gravi. Preghiamo ...

o Sostieni i genitori, gli insegnanti, i catechisti e gli animatori nel loro lavoro educativo. Fa' che possano destare in tutti atteggiamenti di benevolenza, di comprensione, di dialogo. Preghiamo ...

o Diffondi nelle nostre famiglie l 'abitudine a pregare insieme, a rin­graziarti e ad invocarti. Fa ' che la parola di Gesù, il tuo Figlio, venga accolta con gioia. Preghiamo ...

o Dona agli anziani uno spirito di pazienza e di serenità, perchè ci possano aiutare ad alfrontare le diJfi.coltà con le risorse deUa loro esperienza. Preghiamo ...

sempre e una vita in pienezza. o Un Mistero di salve-LZa: "Dio non ha mandato il Figlio per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per me-ao di lui". Un Dio, dunque, che da sempre ha mostrato di avere a cuore la sorte dell 'uo­mo. Un Dio che si impegna a liberarlo da tutto ciò che lo tiene pligioniero, gli im­pedisce di essere felice. Un Dio la cui gioia più gt-ande è l'uomo vivente.

In famiglia o Padre,

non lasciarci mancare il coraggio e la gioia

che vengono dal tuo Spirito. Apri la nostra bocca

alla lode, rendici operosi

nel compiere il bene. Donaci di seguire Gesù,

il tuo Figlio Crocifisso e Risorto.

AMEN.