Aires Mateus Casa No Tempo

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38 CIL 162 Progetti Davide Turrini * Manuel e Francisco Aires Mateus Casa No Tempo a Montemor, Portogallo Vista della casa sullo sfondo del paesaggio agrario. Nell’opera dei fratelli Mateus si legge «il desiderio di trasformare lo spazio in cosa concreta; il vuoto diviene materia prima dell’architettura» 1 . Con queste parole Gonçalo Byrne, descrive un dato primario della poetica costruttiva di Manuel e Francisco Aires Mateus, suoi allievi che dal 1988 lavorano autonoma- mente, riuniti in uno studio associato. Il talento e la formazione nell’ambiente della cultura architettonica portoghese contemporanea, contrassegnata da im- portanti personalità come quella dello stesso Byrne, di Alvaro Siza e Fernando Tàvora, hanno consentito ai due archi- tetti di Lisbona di elaborare uno stile realizzazione, frutto di un rigoroso pro- cesso di perfezionamento, prolungato nel tempo e condotto a tutte le scale di intervento. In particolare le residenze monofamiliari, realizzate a partire dal 1998, sono un fertile laboratorio speri- mentale di riduzione formale e artico- lazione spaziale, che ben presto è dive- nuto simbolo di una poetica del tutto originale 2 . Ciò è riconfermato dalla recente Casa No Tempo che sorge nelle campagne attorno a Montemor, in Portogallo. L’intervento comprende in realtà tre strutture complementari. Un’abitazione esistente è stata restaurata e si presenta oggi come un basso parallelepipedo, con pareti bianche intonacate e tetto a due spioventi. Il suo laconico volume è sca- vato in modo estremamente circoscritto per dare spazio a un atrio voltato a botte e a poche porte-finestra che si aprono su scorci del paesaggio di particolare bellezza. Una piscina è stata disegnata come una grande aia in parte sommersa dall’acqua a ricordare una spiaggia lam- bita da un mare calmo. Un terzo ele- mento infine è in corso di realizzazione: si tratta di un orto-giardino di un ettaro di estensione, progettato come un labi- rinto in cui i visitatori incontreranno fiori e frutti in un mosaico di variegate esperienze sensoriali. L’intonaco bianco ricopre anche le pa- reti interne e dialoga con un pavimento totalizzante, realizzato in moduli qua- drati di laterizio fatto a mano, posati a correre con fughe aperte. I giunti sono stuccati soltanto nei bagni, in prossimità delle docce; in questi ambienti gli stessi moduli sono realizzati in ceramica e ri- vestono le pareti. Il sistema di riscaldamento è integrato nel pavimento. L’arredamento è costi- tuito da pochi semplici mobili, candidi o in legno naturale, accostati ad alcuni pezzi d’epoca, tra cui spiccano grandi e sontuose specchiere non più appese ai muri ma appoggiate a terra. Con queste scelte, essenziali e pregnanti, gli Aires Mateus rinnovano la loro vi- sione minimalista dell’architettura d’in- riconoscibile, frutto di un’incessante ricerca condotta appunto sulla concre- tizzazione dello spazio, che si tramuta in entità autonoma e quasi tangibile, e pariteticamente sull’astrazione della ma- teria, che viene sintetizzata fino alla sua essenza costitutiva e geometrica. Le opere dei Mateus sono caratteriz- zate da forme scultoree che si stagliano pure e conchiuse in se stesse, accessibili soltanto attraverso rare aperture, nette ed essenziali. Il principio generatore di tali edifici è quello della continuità di superficie, di una piena omogeneità di tessiture materiche che si estendono piatte o si ripiegano a creare corpi so- lidi, chiaramente leggibili come volumi di accentuata tridimensionalità. La spa- zialità interna è complessa e seduttiva, ed è qualificata da molteplici fonti di luce. Con evidenza il linguaggio degli archi- tetti si esprime coerentemente a ogni The minimalist interiors of a large house in the Portuguese countryside rediscover the plastic modulations and the vibrations of light and shade of a totalizing clay floor, marked by an incisive lattice of open joints

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Proge

tti Davide Turrini *

Manuel e Francisco Aires Mateus

Casa No Tempo a Montemor, Portogallo

Vista della casa sullo sfondo del paesaggio agrario.

Nell’opera dei fratelli Mateus si legge «il desiderio di trasformare lo spazio in cosa concreta; il vuoto diviene materia prima dell’architettura»1. Con queste parole Gonçalo Byrne, descrive un dato primario della poetica costruttiva di Manuel e Francisco Aires Mateus, suoi allievi che dal 1988 lavorano autonoma-mente, riuniti in uno studio associato. Il talento e la formazione nell’ambiente della cultura architettonica portoghese contemporanea, contrassegnata da im-portanti personalità come quella dello stesso Byrne, di Alvaro Siza e Fernando Tàvora, hanno consentito ai due archi-tetti di Lisbona di elaborare uno stile

realizzazione, frutto di un rigoroso pro-cesso di perfezionamento, prolungato nel tempo e condotto a tutte le scale di intervento. In particolare le residenze monofamiliari, realizzate a partire dal 1998, sono un fertile laboratorio speri-mentale di riduzione formale e artico-lazione spaziale, che ben presto è dive-nuto simbolo di una poetica del tutto originale2.Ciò è riconfermato dalla recente Casa No Tempo che sorge nelle campagne attorno a Montemor, in Portogallo. L’intervento comprende in realtà tre strutture complementari. Un’abitazione esistente è stata restaurata e si presenta oggi come un basso parallelepipedo, con pareti bianche intonacate e tetto a due spioventi. Il suo laconico volume è sca-vato in modo estremamente circoscritto per dare spazio a un atrio voltato a botte e a poche porte-finestra che si aprono su scorci del paesaggio di particolare bellezza. Una piscina è stata disegnata come una grande aia in parte sommersa dall’acqua a ricordare una spiaggia lam-bita da un mare calmo. Un terzo ele-mento infine è in corso di realizzazione: si tratta di un orto-giardino di un ettaro di estensione, progettato come un labi-rinto in cui i visitatori incontreranno fiori e frutti in un mosaico di variegate esperienze sensoriali.L’intonaco bianco ricopre anche le pa-reti interne e dialoga con un pavimento totalizzante, realizzato in moduli qua-drati di laterizio fatto a mano, posati a correre con fughe aperte. I giunti sono stuccati soltanto nei bagni, in prossimità delle docce; in questi ambienti gli stessi moduli sono realizzati in ceramica e ri-vestono le pareti. Il sistema di riscaldamento è integrato nel pavimento. L’arredamento è costi-tuito da pochi semplici mobili, candidi o in legno naturale, accostati ad alcuni pezzi d’epoca, tra cui spiccano grandi e sontuose specchiere non più appese ai muri ma appoggiate a terra.Con queste scelte, essenziali e pregnanti, gli Aires Mateus rinnovano la loro vi-sione minimalista dell’architettura d’in-

riconoscibile, frutto di un’incessante ricerca condotta appunto sulla concre-tizzazione dello spazio, che si tramuta in entità autonoma e quasi tangibile, e pariteticamente sull’astrazione della ma-teria, che viene sintetizzata fino alla sua essenza costitutiva e geometrica.Le opere dei Mateus sono caratteriz-zate da forme scultoree che si stagliano pure e conchiuse in se stesse, accessibili soltanto attraverso rare aperture, nette ed essenziali. Il principio generatore di tali edifici è quello della continuità di superficie, di una piena omogeneità di tessiture materiche che si estendono piatte o si ripiegano a creare corpi so-lidi, chiaramente leggibili come volumi di accentuata tridimensionalità. La spa-zialità interna è complessa e seduttiva, ed è qualificata da molteplici fonti di luce. Con evidenza il linguaggio degli archi-tetti si esprime coerentemente a ogni

The minimalist interiors of a large house in the Portuguese countryside rediscover the plastic modulations and the vibrations of light and shade of a totalizing clay floor, marked by an incisive lattice of open joints

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Planimetria generale.

L’atrio con il pavimento in laterizio.

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terni che prende le distanze dalla rigi-dità volutamente fredda e ripetitiva di Donald Judd, o anche dall’ascetica per-fezione di John Pawson, per ritrovare la sensualità primaria delle modulazioni plastiche e delle vibrazione chiaroscurali attivate dai materiali tradizionali, con le loro minime variazioni bene esemplifi-cate in questo caso dalle stesure lateri-zie, lievemente increspate in superficie e segnate in filigrana dall’incisivo reticolo dei giunti. ¶

* Davide Turrini

Ricercatore in Disegno Industriale,

Università degli Studi di Ferrara

Note1. Gonçalo Sousa Byrne, «Un rudere ricostruito», p. 30, in Manuel e Francisco Aires Mateus. Casa isolata ad Alen-quer, Casabella n. 700, 2002, pp. 30-37.2. In proposito si rimanda a Francesco Cacciatore, Abitare il limite: dodici case di Aires Mateus & Associados, Sira-cusa, Lettera Ventidue, 2009; si veda anche Francesco Cac-ciatore, «L’animale e la conchiglia. L’architettura di Ma-nuel e Francisco Aires Mateus come dimora del vuoto», in L’architettura di Aires Mateus, Milano, Electa, 2011, in particolare alle pp. 15-22.

Scheda tecnicaOggetto: Casa No TempoLocalità: Montemor, PortogalloCommittente: João RodriguesProgetto architettonico: Manuel e Francisco Aires MateusCollaboratori: Maria Rebelo Pinto, Matilde Girão, Luz JiménezImpresa di costruzione: Cenário PerfeitoCronologia: 2010-2014Superficie: 1735 m2

Fotografie: Nelson Garrido

Dettaglio del pavimento in moduli di laterizio posati a giunto aperto.

Il vestibolo d’ingresso e il soggiorno.

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Scorcio di una camera da letto e di un bagno col rivestimento ceramico.

Il calpestio su diversi livelli.

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