Ai Cavalieri i Thè SOMMARIO di Toscana Oggi

8
NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI PISA Redazione: Piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa tel: 050 565543 fax: 050 565544 Notiziario locale Direttore responsabile Domenico Mugnaini Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983 [email protected] 10 novembre 2019 Gesù ti chiama per nome DI F ABIO ZAVATTARO llenby bridge, noto anche come King Hussein Bridge, è il ponte che unisce Giordania e Israele e attraversa il fiume Giordano vicino alla città antichissima di Gerico con i suoi 8 o forse 9 mila anni di vita. Giosuè la conquistò attorno al 1250 avanti Cristo: le trombe suonate da sette sacerdoti fecero crollare le mura della città fortificata. Già perché non sono i guerrieri i protagonisti della presa della città, conquistata non tanto con la forza ma piuttosto con una celebrazione presieduta dai sacerdoti. Camminando lungo le sue strade inevitabilmente si ceca il sicomoro, albero dalla grande ombra, e torna alla memoria la vicenda di Zaccheo, il Vangelo di domenica scorsa. Gesù è in cammino verso Gerusalemme. La strada è ancora lunga, ci sarà il deserto. Ma Gerico è l’ultima tappa del viaggio, che riassume, possiamo dire, il senso di tutta la vita di Gesù. A Gerico, sopra l’albero di sicomoro, vede quest’uomo non troppo alto, tenuto distante dalla gente perché, appunto, peccatore. Gesù lo chiama per nome e gli dice di scendere dall’albero. «Egli era ricco non grazie a un onesto guadagno, ma perché chiedeva la ‘tangente’, e questo aumentava il disprezzo verso di lui», ha ricordato papa Francesco all’Angelus. Zaccheo cercava di vedere Gesù, «non voleva incontrarlo, ma era curioso: voleva vedere quel personaggio di cui aveva sentito cose straordinarie», ha affermato il Papa. Il primo sguardo è di Gesù che lo chiama: un nome ha un significato pieno di allusioni: Zaccheo infatti vuol dire «Dio ricorda». Nella storia narrata dai Vangeli, dalla Bibbia, si incontrano peccatori, persone non troppo raccomandabili: Giacobbe ad esempio era un traditore, Pietro il pescatore, irascibile; ancora David era un adultero, Giona un ateo, Paolo un persecutore dei cristiani, Mosè un balbuziente che per raccontare l’incontro con il Signore si fa aiutare dal fratello Aronne, il levita. Zaccheo, come abbiamo detto, non era troppo alto, ma soprattutto anche in quei giorni dell’incontro con Gesù, i giorni dello Yom Kippur, il giorno dell’espiazione, aveva rubato, tradito i suoi fratelli con gli invasori romani, e per questo era tenuto distante, emarginato. Tommaso uno scettico, ha bisogno di toccare per credere; Abramo un vecchio, e Lazzaro addirittura morto. Nulla è impossibile a Dio, perché guarda alla persona non alla sua condizione: rende nuovo l’uomo che chiama; e chiama per nome. Afferma sant’Agostino nelle Confessioni: «non ti avrei trovato se tu non mi avessi cercato». «Zaccheo scendi subito perché oggi devo fermarmi a casa tua». Non lo rimprovera, ha ricordato Francesco all’Angelus, «non gli fa una ‘predica’; gli dice che deve andare da lui: deve, perché è la volontà del Padre». Provate a pensare la gioia del pubblicano che viene scelto tra i tanti. Avrà pensato che il suo potere, la sua ricchezza, era giunta alle orecchie di Gesù, e che questi non poteva fare a meno di andare nella sua casa. Immaginiamo cosa la gente di Gerico avrà pensato: Cristo che va a casa di un peccatore, un ladro. Cristo predica bene ma razzola male, parla di povertà e va a mangiare a casa del ladro Zaccheo. Forse anche noi, ha detto il Papa, «saremmo rimasti scandalizzati da questo comportamento di Gesù. Ma il disprezzo e la chiusura verso il peccatore non fanno che isolarlo e indurirlo nel male che compie contro sé stesso e contro la comunità. Invece Dio condanna il peccato, ma cerca di salvare il peccatore, lo va a cercare per riportarlo sulla retta via». Gesù, rompe il cerchio, va al di là degli ovvi schemi. Sa che sta entrando nella casa di un peccatore, ma non ha detto che è venuto proprio per i peccatori; non è lui che parla della gioia del padre per il ritorno del figliol prodigo? Allora perché stupirsi. «Chi non si è mai sentito cercato dalla misericordia di Dio, fa fatica a cogliere la straordinaria grandezza dei gesti e delle parole con cui Gesù si accosta a Zaccheo. Questi scopre da Gesù che è possibile amare gratuitamente: finora era avaro, adesso diventa generoso; aveva il gusto di ammassare, ora gioisce nel distribuire. Incontrando l’amore, scoprendo di essere amato, nonostante i suoi peccati, diventa capace di amare gli altri, facendo del denaro un segno di solidarietà e di comunione». A Gerico è l’ultima tappa del viaggio verso Gerusalemme, che riassume, possiamo dire, il senso di tutta la vita di Gesù DI ANDREA BERNARDINI uperato a pieni voti l’anno di prova, torna, nel cenacolo - riscaldato - della chiesa di Santo Stefano ai Cavalieri, l’iniziativa de «i Thè di Toscana Oggi». Un incontro al mese, due ore ad incontro, dedicato ad un tema culturale. Il calendario dei «Thè» lo potrete leggere in ultima pagina del dorso diocesano. Il primo incontro, in ordine di tempo, è in programma venerdì 15 novembre alle ore 16 quando la professoressa Paola Pisani parlerà de «La beata Chiara Gambacorti e il monastero di san Domenico». La conferenza ripercorrerà - in modo divulgativo - le vicende storiche, religiose ed artistiche della chiesa e del monastero pisano di San Domenico (nell’odierno Corso Italia) dall’antica fondazione fino ai nostri giorni. Ne attraverserà gli episodi salienti fra luci, ombre, soppressioni, rifondazioni, distruzioni belliche, trasformazioni, altissima eredità spirituale e culturale, spigolando fra dati storici, personaggi, tesori artistici e curiosità. Si soffermerà con particolare riguardo sulla vita della beata Chiara Gambacorti, del convento cittadino Priora esemplare e intelligente ispiratrice della riforma che da esso doveva irradiarsi all’intero ordine monastico femminile. La professoressa Paola Pisani sarà presentata dalla nostra collaboratrice Donatella Daini. Sarà possibile accedere alla chiesa di Santo Stefano ai Cavalieri dall’ingresso di via Consoli del Mare. Farà gli onori di casa il rettore della chiesa don Francesco Barsotti. A conclusione della conferenza, i partecipanti potranno fermarsi per gustare un thè - offerto da «La Via del Tè» di Firenze e pasticcini, preparati dagli chef dell’ostello Gipidue di Calambrone. L’ingresso ai thè, com’è noto, è gratuito, ma riservato ai soli abbonati. Chi non lo fosse, può comunque partecipare all’iniziativa sottoscrivendo un nuovo abbonamento. S Ai Cavalieri i Thè di Toscana Oggi L’INTERVISTA Un consultore pisano al Sinodo sull’Amazzonia Andrea Bernardini a pag. III TEOLOGIA E PASTORALE «Ecco come san Ranieri visse la sua conversione» Gabriele Zaccagnini a pag. V L’INAUGURAZIONE A Pisa la nuova sede dello Studio teologico interdiocesano Servizio a pagina VI GIORNATA DEL DIALOGO Cristiani & islamici, conoscersi per convivere in pace Francesca Del Corso a pag. VII SOMMARIO Venerdì 15 novembre il primo appuntamento: la professoressa Paola Pisani parlerà de «La beata Chiara Gambacorti e il monastero di San Domenico» LA DOMENICA DEL PAPA

Transcript of Ai Cavalieri i Thè SOMMARIO di Toscana Oggi

NOTIZIARIODELLA DIOCESI DI PISA

Redazione: Piazza Arcivescovado 1856126 Pisatel: 050 565543fax: 050 565544

Notiziario localeDirettore responsabileDomenico Mugnaini

Reg. Trib. Firenze n. 3184 del 21/12/1983

[email protected]

10 novembre 2019

Gesù ti chiama per nome

DI FABIO ZAVATTARO

llenby bridge, noto anche come King HusseinBridge, è il ponte che unisce Giordania e Israele eattraversa il fiume Giordano vicino alla cittàantichissima di Gerico con i suoi 8 o forse 9 mila

anni di vita. Giosuè la conquistò attorno al 1250 avantiCristo: le trombe suonate da sette sacerdoti fecero crollarele mura della città fortificata. Già perché non sono iguerrieri i protagonisti della presa della città, conquistatanon tanto con la forza ma piuttosto con una celebrazionepresieduta dai sacerdoti. Camminando lungo le sue stradeinevitabilmente si ceca il sicomoro, albero dalla grandeombra, e torna alla memoria la vicenda di Zaccheo, ilVangelo di domenica scorsa.Gesù è in cammino verso Gerusalemme. La strada èancora lunga, ci sarà il deserto. Ma Gerico è l’ultima tappadel viaggio, che riassume, possiamo dire, il senso di tuttala vita di Gesù. A Gerico, sopra l’albero di sicomoro, vedequest’uomo non troppo alto, tenuto distante dalla genteperché, appunto, peccatore. Gesù lo chiama per nome egli dice di scendere dall’albero. «Egli era ricco non grazie aun onesto guadagno, ma perché chiedeva la ‘tangente’, equesto aumentava il disprezzo verso di lui», ha ricordatopapa Francesco all’Angelus. Zaccheo cercava di vedereGesù, «non voleva incontrarlo, ma era curioso: volevavedere quel personaggio di cui aveva sentito cosestraordinarie», ha affermato il Papa. Il primo sguardo è diGesù che lo chiama: un nome ha un significato pieno diallusioni: Zaccheo infatti vuol dire «Dio ricorda».Nella storia narrata dai Vangeli, dalla Bibbia, siincontrano peccatori, persone non tropporaccomandabili: Giacobbe ad esempio era un traditore,Pietro il pescatore, irascibile; ancora David era unadultero, Giona un ateo, Paolo un persecutore deicristiani, Mosè un balbuziente che per raccontarel’incontro con il Signore si fa aiutare dal fratello Aronne,il levita. Zaccheo, come abbiamo detto, non era troppoalto, ma soprattutto anche in quei giorni dell’incontrocon Gesù, i giorni dello Yom Kippur, il giornodell’espiazione, aveva rubato, tradito i suoi fratelli con gliinvasori romani, e per questo era tenuto distante,emarginato. Tommaso uno scettico, ha bisogno di toccareper credere; Abramo un vecchio, e Lazzaro addiritturamorto. Nulla è impossibile a Dio, perché guarda allapersona non alla sua condizione: rende nuovo l’uomoche chiama; e chiama per nome. Afferma sant’Agostinonelle Confessioni: «non ti avrei trovato se tu non mi avessicercato».«Zaccheo scendi subito perché oggi devo fermarmi a casatua». Non lo rimprovera, ha ricordato Francescoall’Angelus, «non gli fa una ‘predica’; gli dice che deveandare da lui: deve, perché è la volontà del Padre».Provate a pensare la gioia del pubblicano che viene sceltotra i tanti. Avrà pensato che il suo potere, la sua ricchezza,era giunta alle orecchie di Gesù, e che questi non potevafare a meno di andare nella sua casa. Immaginiamo cosala gente di Gerico avrà pensato: Cristo che va a casa di unpeccatore, un ladro. Cristo predica bene ma razzola male,parla di povertà e va a mangiare a casa del ladro Zaccheo.Forse anche noi, ha detto il Papa, «saremmo rimastiscandalizzati da questo comportamento di Gesù. Ma ildisprezzo e la chiusura verso il peccatore non fanno cheisolarlo e indurirlo nel male che compie contro sé stesso econtro la comunità. Invece Dio condanna il peccato, macerca di salvare il peccatore, lo va a cercare per riportarlosulla retta via». Gesù, rompe il cerchio, va al di là degliovvi schemi. Sa che sta entrando nella casa di unpeccatore, ma non ha detto che è venuto proprio per ipeccatori; non è lui che parla della gioia del padre per ilritorno del figliol prodigo? Allora perché stupirsi.«Chi non si è mai sentito cercato dalla misericordia diDio, fa fatica a cogliere la straordinaria grandezza dei gestie delle parole con cui Gesù si accosta a Zaccheo. Questiscopre da Gesù che è possibile amare gratuitamente:finora era avaro, adesso diventa generoso; aveva il gusto diammassare, ora gioisce nel distribuire. Incontrandol’amore, scoprendo di essere amato, nonostante i suoipeccati, diventa capace di amare gli altri, facendo deldenaro un segno di solidarietà e di comunione».

A

Gerico è l’ultima tappa del viaggio versoGerusalemme, che riassume, possiamo dire, il senso di tutta la vita di Gesù

DI ANDREA BERNARDINI

uperato a pieni voti l’anno di prova, torna, nel cenacolo - riscaldato - della chiesa di Santo Stefano ai Cavalieri,

l’iniziativa de «i Thè di Toscana Oggi». Un incontro al mese, dueore ad incontro, dedicato ad un tema culturale.Il calendario dei «Thè» lo potrete leggere in ultima pagina deldorso diocesano. Il primo incontro, in ordine di tempo, è in programma venerdì15 novembre alle ore 16 quando la professoressa Paola Pisaniparlerà de «La beata Chiara Gambacorti e il monastero di san

Domenico». La conferenzaripercorrerà - in modo divulgativo -le vicende storiche, religiose edartistiche della chiesa e delmonastero pisano di San Domenico(nell’odierno Corso Italia)dall’antica fondazione fino ai nostrigiorni. Ne attraverserà gli episodisalienti fra luci, ombre, soppressioni,rifondazioni, distruzioni belliche,trasformazioni, altissima ereditàspirituale e culturale, spigolando fradati storici, personaggi, tesoriartistici e curiosità. Si soffermerà conparticolare riguardo sulla vita dellabeata Chiara Gambacorti, delconvento cittadino Priora esemplaree intelligente ispiratrice della riforma

che da esso doveva irradiarsi all’intero ordine monasticofemminile. La professoressa Paola Pisani sarà presentata dallanostra collaboratrice Donatella Daini.Sarà possibile accedere alla chiesa di Santo Stefano ai Cavalieridall’ingresso di via Consoli del Mare. Farà gli onori di casa ilrettore della chiesa don Francesco Barsotti. A conclusione dellaconferenza, i partecipanti potranno fermarsi per gustare un thè- offerto da «La Via del Tè» di Firenze e pasticcini, preparatidagli chef dell’ostello Gipidue di Calambrone.L’ingresso ai thè, com’è noto, è gratuito, ma riservato ai soliabbonati. Chi non lo fosse, può comunque partecipareall’iniziativa sottoscrivendo un nuovo abbonamento.

S

Ai Cavalieri i Thèdi Toscana Oggi

L’INTERVISTA

Un consultore pisanoal Sinodosull’AmazzoniaAndrea Bernardini a pag. III

TEOLOGIA E PASTORALE

«Ecco come san Ranieri visse la sua conversione»Gabriele Zaccagnini a pag. V

L’INAUGURAZIONE

A Pisa la nuova sededello Studio teologicointerdiocesano

Servizio a pagina VI

GIORNATA DEL DIALOGO

Cristiani & islamici,conoscersi perconvivere in paceFrancesca Del Corso a pag. VII

SOMMARIO

Venerdì 15novembre

il primoappuntamento: la professoressa

Paola Pisaniparlerà de

«La beata ChiaraGambacorti

e il monastero diSan Domenico»

LA DOMENICA DEL PAPA

VITA NOVATOSCANA OGGI10 novembre 2019II

iciamolo: bella, no! Peri nostri standard taratisu altre immagini sacre (per esempio la stessa

Assunta della cupola), laMadonna di Sotto gli Organinon ha appeal. Intanto i pisanipronunciano «Organi» con una«O» che più stretta non si può,ancorché avvezzi a suoni larghi,non come i livornesi ma quasi.Quanto a bellezza, l’immagineè deficitaria. Volto nonaccattivante mangiato da occhie sopraccigli esagerati sotto unmanto invasivo. Nemmeno ilBambino è piacente con quelvisino da adulto serioso .Eppure, vagliela a toccare aipisani di Pisa! Con Lei un feeling non smantellabile daquel fatale inizio del XIII secoloin cui per tradizione il quadroapprodò nel nostro Duomo.Come? Perché? Va’ a saperlo.Una versione l’accredita predadi guerra in una delle faide -sfide- disfide nei medievali derby insanguinati fra PisaGhibellina e Lucca Guelfa.Nell’effigie, una tavoladuecentesca a tempera, siimbatterono (pare) i guerrieripisani in un raid in Versilia. Fuamore a prima vista. Non vuoimica lasciarla ai lucchesi? Fucosì che se la portarono via,emozionati e devoti, e laintronizzarono nella Cattedraleper l’appunto dedicata a MariaAssunta. La Madonna era a casasua! Nella vita privata epubblica la si onorò. Protettricee Soccorritrice senzaintermittenze ne’ diaframmi.Irrilevante che l’autore fosse il

dignitoso BerlinghieroBerlinghieri o un anonimobizantino, come parevacertificare lo stile. Quella figurasacra incantò Pisa. Dolce edeterminata. Madre e Maestra.Comprimaria dellaRedenzione. Batte qui al suoaltare il cuore del Duomo.Quando vi entri, se tu sei unturista per caso o di pisanitàaccidentale, incameri in velocitànotizie storico- artistiche dellaCattedrale mentre ti consegniall’urto della sua bellezza. Lacorsa delle navate. L’apoteosidella cupola. Per unascorribanda temporizzata bastaun’incursione mordi- e fuggi.Però, se tu sei un pisano di Pisa,a calamitarti è sempre quellospazio minoritario. Unrichiamo sottile a cui non puoidire di no.Eccola.Affondata nell’ombra.Un’icona.T’inginocchi.A presidiare l’altare un plotonedi candele egualitarie: tubitecnologici ad accensioneelettrica. Il Progresso ( chi cisalverà da tutto questoProgresso? ) ha giustiziato ilpassatismo: archiviate lecandele di cera con lo stoppinoarcaico. Addio, profumi, colatefestevoli e fil di fumo a cercare ilcielo. Una moneta nel ventremetallico della cassetta fascattare l’automatismoluminoso. Ma la Madonna no.Lei accoglie la tua preghieraspontanea e/o preconfezionata.Sa sintonizzarsi sul tuo vissuto.Anche tu La conosci. È nel tuo

imprinting di pisano schietto.Folklore? Abitudine? Anche. Maanche no. C’è sempre qualcosadi nuovo e di tuo che l’anticaimmagine aspetta e intercetta.Tiarricchisce. Ti interpella. Iltempo e il modo delle orazionial Suo altare non contano.Conta invece lo spazio che saifare in te. Alzi gli occhi. Lo vedi? Il volto stilizzato, senza peso,da quel fondo d’oro ti vieneincontro . Occhi dilatati epietosi, focalizzati sul Bambinonella consapevolezza della Suamissione/ passione. Un Receleste, pacifista e visionario,misericordioso e mille volte

tradito. Lei ne sperimenta econdivide i misteri dolorosi egloriosi come una Regina fraterra e cielo. Con questa Suacorona minimalista chegalleggia problematica sul Suocapo. Aspetta e ascolta. Amica,sorella, madre. Taumaturgica.Spirituale e carnale. LaMadonna di Sotto gli Organicristallizza e incoraggial’azzardo della Fede. Ti confidauna realtà sovrapponibile aquella divina.Per i pisani un plusvaloreidentitario nelle convulsioni enelle speranze dei giorni.

Paola Pisani

D

«Essere giovani è uno stato del cuore»DI ANDREA BERNARDINI

giovani, la fede, la comunità dei credenti.Si è parlato di questo lo scorso 25 ottobre,a margine della celebrazione dellaMadonna di Sotto gli Organi, nel

tradizionale incontro delle aggregazionilaicali con l’arcivescovo Giovanni PaoloBenotto. Alla consulta riunita in SantaCaterina, in particolare, l’Arcivescovo haillustrato il piano pastorale diocesanodedicato, appunto, al rapporto tra i giovani,

la fede e Chiesa. «Abbiamo letto conattenzione il pianopastorale - dicel’avvocato GiuseppeMazzotta (nellafoto), presidente deiGiuristi cattolici esegretario generaledella consultadiocesana delleaggregazioni laicali.Trovandovi moltispunti utili ancheper la nostramissione di fedeli

laici impegnati in questa o quellaassociazione». Il piano, prosegue il giurista,«ci aiuta a porci correttamente delledomande: “Chi è, oggi, Gesù che passaattraverso le strade della vita e della cultura?chi è la folla che accompagna Gesù? quale è lacasa dell’odierno Zaccheo, dove Gesù chiededi fermarsi? come è possibile accogliere Gesù?E da parte di chi?” (PP, 02). Bene, credo che lanostra riflessione debba partire da questedomande».A quali fonti attingere per rispondere aquesti quesiti...? «L’esortazione apostolica Christus Vivit, ad esempio, ci aiuta moltorievocando (CV, 237) il passo del Vangelorelativo ai discepoli di Emmaus...In questidiscepoli dobbiamo certamente avere l’umile

speranza di riconoscerci. Papa Francesco ciricorda anche che Gesù “entra nella loronotte. Nell’ascolto il loro cuore si riscalda e laloro mente si illumina. Nella frazione delpane i loro occhi si aprono”».Cosa significa, secondo lei? «La gioia dellavita cristiana origina dall’Eucaristia. Tuttoquello che proponiamo e facciamo - in casa,al lavoro, nella vita sociale di ogni giorno -deve essere la conseguenza della gioia diquesta relazione».Avvocato Mazzotta. Molti giovani, dopoaver ricevuto il sacramento della cresima, siallontanano dalla vita delle comunità, salvoritornarvi da fidanzati o da neogenitori.Come intercettarli? «Il Piano pastorale lospiega bene: dovremmo cercare i giovani dovevivono, studiano, o semplicemente si trovanoa passare. Cercando di costruire con lororelazioni autentiche. I vestiti di annunciatori edestinatari oggi appaiono come troppo stretti:adulti e giovani, semmai, devono riconoscersico- operatori dell’annuncio della gioia dellavita cristiana».Una Chiesa in uscita, dunque... «In questianni un buon riscontro è arrivato da singoleiniziative: come “Un Volto nella Notte”,capace di richiamare molti giovani nellachiesa di San Michele in Borgo. O la proposta- rivolta agli studenti universitari -dell’“Apecaffè” che “ha permesso centinaia ecentinaia di incontri nel segno della gratuità edell’amicizia con sbocchi impensabili” (PP,22). Sono esperienze, queste, che tutti,giovani ed adulti educatori, dovremmovalorizzare. Mi piace anche l’idea di segreteriedi Pastorale giovanile in ogni vicariato: “inogni vicariato - è la raccomandazionecontenuta nel piano pastorale - ci sia almenoun prete giovane o meno, che insieme ad unaequipe rappresentativa delle varie parrocchie,si occupi della pastorale giovanile” (PP, 40)del territorio».Quale approccio con i giovani? «Quellopresente non è tempo di lezioni o di

spiegazioni, ma di esempi. I giovani cirichiamano alla responsabilità di essere perloro esempi credibili e affidabili punti diriferimento».In che termini? «Amandoci in famiglia,sfonzandoci di essere lavoratori esemplari,vivendo le relazioni sociali senza lapresunzione di orientarle ma conquell’ascetismo sorridente che origina daldesiderio di annunciare, in forme adeguate,caso per caso». Ogni aggregazione ha una suaofferta...«Vero. Epperò tutti abbiamo incomune il riferimento della dottrina socialedella Chiesa, “una opportunità ricchissima”(PP29) di crescita comune tra le generazioni.Dovremo lavorare molto insieme su temicome la cura dell’ambiente, l’efficacia deicorpi intermedi, l’attenzione al prossimo,l’accesso ad eguali opportunità, l’accoglienza,il tutto per comprendere insieme “il sensoprofondo delle scelte sociali da appoggiare oda rifiutare, per non navigare a vista e performarsi all’impegno sociale e politico”(PP29)».Trasmettere o condividere: quale parola -chiave riassume il suo ragionamento? «Dainostri figli abbiamo imparato come sia ormaisuperata la fase storica della semplicetrasmissione di esperienze e competenze trasoggetti diversi, mentre è vincente lacondivisione. Non è una questione di etàanagrafica: come ci ricorda il Papa “Esseregiovani, più che un’età, è uno stato del cuore(CV, 34)”, il cuore che adesso, per esempio,batte forte per la custodia del Creato».Cosa può unire generazioni diverse? «Ilcuore e la storia». Si spieghi... «Noi adulti abbiamo forti radicima orizzonti più limitati, anche da muri chedividevano pure all’interno dei confininazionali; i giovani, con tutto in discussione eradici più esili, hanno orizzonti sconfinati inun mondo che appare sempre più piccolo eraggiungibile».

I

VISTA DA UNA PISANA «DOC»La Madonnaabita qui

PIANO PASTORALE, INTERVISTA AL SEGRETARIO DELLA CONSULTA DEI LAICI GIUSEPPE MAZZOTTA

ARCIVESCOVO, IMPEGNI PASTORALIDomenica 10 novembre 2019 ore 11,15 Cresi-me al Duomo di Pontedera; ore 18: Cresime aCasciavola.Da lunedì 11 a venerdì 15 novembre: EserciziSpirituali del Clero al Monastero di Bocca diMagra.Sabato 16 novembre ore 10: A Navacchio dal-le Suore Antoniane per un 50° di professionereligiosa; ore 18: Cresime a Nodica.Domenica 17 novembre 2019 ore 11,30: Cre-sime a San Frediano a Settimo; ore 18: Cresi-me a Ss. Jacopo e Filippo alle Piagge.

UN VOLTO NELLA NOTTEPISA - Dopo il primo appuntamento di saba-to 19 ottobre, torna - sabato 16 novembre- l’i-niziativa «Un volto nella notte». La chiesa diSan Michele in Borgo, punto di riferimentoper la pastorale giovanile e vocazionale, acco-glierà, dalle ore 23, quei giovani di passaggioche lì vorranno fermarsi per «affidare» a Diopreoccupazioni, sogni, speranze. In San Mi-chele i giovani troveranno sacerdoti disponi-bili a confessare, fermarsi in preghiera e scrive-re loro stessi una preghiera, lasciandola neipressi del crocifisso di San Damiano. La pre-ghiera sarà poi «custodita» e resa, a sua volta,oggetto di preghiera, dalle monache benedet-tine di Pontasserchio.

I LAICI INCONTRANO I VESCOVIFIRENZE - Anche una delegazione della con-sulta diocesana delle aggregazioni laicali di Pi-sa parteciperà - il prossimo sabato 16 novem-bre - all’incontro della consulta regionale e deirappresentanti locali delle Cdal con i vescovidella Toscana. Rendez vous dalle ore 9.30 alleore 13 alla Certosa del Galluzzo a Firenze. LaCertosa è raggiungibile dall’uscita dell’auto-strada A1 di località Impruneta.

LIE TO ME TO LIEPISA - Che cos’è la verità? Un interrogativoche da sempre occupa spazio nella storia, nel-l’arte e nella letteratura. Molteplici esempiemergono dalla storia di Giulia - una giovanedonna - e del suo avvocato, protagonisti di«Lie To Me To Lie» edito da Giuffrè Francis Le-febvre e scritto dall’avvocato Giuseppe Maz-zotta. Il libro sarà presentato domenica 10 no-vembre alle ore 18 nella sala rossa del Palazzodei congressi di Pisa all’interno di «Pisa bookfestival». L’incontro sarà introdotto e coordi-nato dallo scrittore Matteo Pelliti. Interverran-no, insieme all’autore, Leonardo Degl’Inno-centri, magistrato ed autore e Valerio Marti-nelli, avvocato e segretario responsabile del-l’Osservatorio giuridico legislativo della Con-ferenza episcopale toscana.

LA GIORNATA MONDIALE DEL POVERIPISA - «La speranza dei poveri non sarà maidelusa» (Sal 9,19). Le parole del Salmo dannoil titolo al messaggio scritto da papa Francescoper la terza Giornata mondiale dei poveri cheil pontefice stesso ha istituito al termine delGiubileo della Misericordia. La giornata ricor-re domenica 17 novembre. Ne sono protago-nisti uomini, donne, giovani, bambini «vitti-me» delle nuove schiavitù che li rendono im-migrati, orfani, senzatetto, emarginati. I pove-ri sono il frutto sempre più numeroso di unasocietà dai forti squilibri sociali, che costruiscemuri e sbarra ingressi e che vorrebbe sbaraz-zarsi di loro. Ma sono anche coloro che «con-fidano nel Signore» e la Chiesa è chiamata adun’attenzione particolare nei loro confronti.La Caritas diocesana - facendo tesoro di sugge-rimenti emersi nel coordinamento delle Cari-tas parrocchiali - ha elaborato un sussidio,contenente indicazioni: per valorizzare il mes-saggio di papa Francesco, per animare la cele-brazione eucaristica del 17 novembre e persuggerire alcuni «segni» concreti che ogni par-rocchia, comunità religiosa, gruppo o associa-zione potrebbe promuovere per caratterizzarela Giornata. Alcune idee: organizzare un in-contro tra catechisti, animatori, componentidel consiglio pastorale per riflettere insiemesulla «testimonianza della carità in parroc-chia». Promuovere un incontro aperto a tuttala comunità in cui presentare il «rapporto sul-le povertà 2018» incontrate dalla Caritas dio-cesana. Proporre un «percorso» di lettura deibisogni del proprio territorio. Somministrareun questionario sulla percezione che le perso-ne che frequentano l’eucarestia domenicalehanno sulla povertà. Invitare a pranzo fami-glie povere. Raccogliere alimenti «sfiziosi», perarricchire i pacchi spesa da destinare alle fami-glie povere - pacchi che, generalmente, sonoriempiti solo di beni di prima necessità. Pro-muovere una sorta di «festa dell’amicizia tra ipopoli» invitando le famiglie straniere chegravitano in parrocchia a preparare un piattotipico della loro terra. O molte altre idee. Sitratta di proposte «volutamente» in bozza:ogni Caritas parrocchiale può realizzare quel-le che crede sostenibili e praticabili.

AGENDA.........

VITA NOVA TOSCANA OGGI10 novembre 2019 III

INCONTRI SU «LAUDATO SI’»CASCIAVOLA - «Tutte le creature avanzanoinsieme a noi e attraverso di noi, verso lamèta comune che è Dio» scrive papaFrancesco nell’Enciclica «Laudato si’». Al-la «Laudato si’» sono dedicati due incon-tri che saranno ospitati nella sala poliva-lente della parrocchia di Casciavola. «Ar-monia con il creato e armonia fra gli esse-ri umani» è il titolo della conferenza di don Maurizio Gronchi, professore ordina-rio di Cristologia alla Pontificia Univer-sità Urbaniana di Roma, in programmavenerdì 15 novembre alle ore 21. «La con-versione ecologica secondo la Laudato si’»è invece il titolo scelto per la conferenzadel professor Fabio Caporali, già docentedi Ecologia all’università di Pisa e dellaTuscia e presidente del gruppo Meic (Mo-vimento ecclesiale di impegno culturale)di Pisa e in programma venerdì 27 no-vembre alle ore 21. L’incontro è aperto atutti. Per informazioni telefonare a Fran-co Parri tel. 348.7494906. I due incontrisono promossi dall’associazione «Ado-zione a vicinanza» di Casciavola, che riu-nisce un gruppo di persone che si autotas-sano per sostenere il servizio rivolto dallaCaritas parrocchiale alle famiglie del terri-torio in difficoltà.

BANDIERA PISANA IN ANTARTIDE

ANTARTIDE - La bandiera di Pisa è giuntain questi giorni in Antartide, con unC130J della 46ª Brigata Aerea di Pisa, chepartecipa alla 35a spedizione scientificaitaliana in quella terra. «L’abbiamo porta-ta perché sentiamo riconoscenza nei con-fronti della città e del suo hinterland cheospita noi e le nostre famiglie - ha spiega-to il generale Girolamo Iadiccio, coman-dante della 46esima. La campagna estivadella 35ª spedizione scientifica italianain Antartide presso la stazione italiana«Mario Zucchelli» durerà 4 mesi. Nellabase sono ospitate 250 persone, tra tecni-ci e ricercatori, italiani e stranieri, a sup-porto di 45 progetti di ricerca. L’aereo C-130J della 46° Brigata Aerea di Pisa, conequipaggi addestrati ad operare in condi-zioni climatiche ed ambientali estremesupporta la spedizione con voli tra Christ-church (Nuova Zelanda) e le basi antarti-che, assicurando il trasporto di passeggerie materiali.

MEDICI NELLA STRISCIA DI GAZAKHAN YOUNIS - L’European Gaza hospi-tal di Khan Younis, nella Striscia di Gaza(Palestina) ha ospitato, nei giorni scorsi,un corso di formazione in ecografia clini-ca e d’urgenza. Docenti del corso i duemedici pisani Francesca Frassi e StefanoSpinelli. 23 i medici palestinesi «destina-tari» del corso. I medici dell’ospedale diCisanello hanno inoltre supportato un team di chirurghi epatobiliari milanesi,per la prima volta impegnati nella realiz-zazione di un programma di formazionein chirurgia epatica, anche in questo casorivolto al personale medico palestinese. Ilprogetto è sostenuto da Palestine Chil-dren’s Relief Fund con il supporto e finan-ziamento della Regione Toscana e dellaTavola Valdese, tramite i fondi 8 per mille.

PISA, UNA CITTÀ PER IL VERDEPISA - Il Comune di Pisa è stato premiatonei giorni scorsi a Milano con il premio«La città per il verde». È stato l’architetto Marco Guerrazzi a ritirare, nel Palazzo delCinema Anteo, il riconoscimento. In par-ticolare la giuria ha riconosciuto il lavoroportato avanti dal Comune in questi anniper la realizzazione del parco urbano del-le mura, finalizzato alla valorizzazionedelle mura medievali. Al comune di Pisa èstato riconosciuto il buon lavoro fatto per«il recupero di lembi di territorio da tem-po abbandonati e degradati, sostituiti daarmonici spazi aperti a prato; il migliora-mento e l’implementazione delle alberatepresenti; la posa di un sistema di illumi-nazione a led; la valorizzazione dei ma-nufatti, recuperati al decoro originale an-che attraverso un semplice ma efficace la-voro di pulizia».

BLOCK NOTES...... ...

Don MaurizioGronchi,

pontederese,docente di Teologia

dogmatica allaPontificia universitàurbaniana, «rilegge»

l’evento sinodaleappena celebrato

a Roma

Un consultore pisano al Sinodoon Maurizio, proviamoa fare un identikit dellaregione amazzonica...«La foresta amazzonica

copre un territorio di 7,5milioni di chilometri quadrati,che abbraccia per il 65% ilBrasile e si estende anche inColombia, Perù, Venezuela,Ecuador, Bolivia, Guyana,Suriname e Guyana francese,ove vive una popolazione dicirca 34 milioni di abitanti dicui oltre 3 milioni sonoindigeni appartenenti a più di390 etnie». L’Amazzonia è abitata dapopolazioni, in alcuni casiculturalmente anche moltodistanti dalla cultura cattolica.Secondo lei come è maturata inpapa Francesco la scelta diindire un Sinodo specialededicato a questa terra?«Si tratta di un Sinodo speciale,convocato a Roma, dove sonoconvenuti i vescovi di setteConferenze episcopali presentiin una zona del mondo chevive due principali emergenze,alle quali l’annuncio delVangelo è destinato in modoparticolare: l’emarginazionesociale, economica, culturale ereligiosa delle popolazioniindigene e la crisi ecologica diuna immensa risorsa delpianeta».Come ci si è preparati alSinodo?«Gran parte del lavoro è statosvolto dalla Rete ecclesialepanamazzonica (REPAM), natanel settembre del 2014 aBrasilia, in occasione di unincontro tra vescovi, sacerdoti,missionari e missionarie divarie congregazioni. Grazie alsuo lavoro di promozione,sostegno e coordinamento,sono state realizzate moltepliciiniziative nelle diversecircoscrizioni ecclesiastiche delterritorio amazzonico, nelleparrocchie, nei centrimissionari e attraverso leassemblee regionali. Le rispostedelle varie realtà ecclesiali alquestionario del Documentopreparatorio sono statetrasmesse ai presidenti dellesette Conferenze episcopalicoinvolte (Antille, Brasile,Bolivia, Colombia, Ecuador,Perù, Venezuela), che le hannoinviate alla Segreteria generaledel Sinodo, insieme alle lorosintesi. In seguito, la REPAM, inaccordo con la Segreteriagenerale, ha promosso larealizzazione di 260 eventi inpreparazione dell’Assembleaspeciale, tra i quali 70assemblee territoriali, 25Forum tematici e oltre 170incontri, seminari e riunioni didiverso genere. Si stima che a

D

questi eventi abbianopartecipato più di 87.000persone, tra le quali 22.000 inquelli organizzati dalle diocesie altri organismi ecclesiali, e65.000 nei processi preparatoriper le consultazioni. Da questoampio lavoro è natol’Intrumentum laboris, sul qualehanno lavorato i padri sinodaliper tre settimane, dal 6 al 27ottobre scorso».«Un Sinodo così non loavevamo mai visto» è stato ilcommento unanime deivaticanisti più navigati. Unaconstatazione su tutte: tutti iSinodi hanno avuto unapartecipazione composita, mamai come in questo caso… «Ciò che probabilmente hacolpito di più i giornalisti èstata la vitalità gioiosa evariopinta dei partecipanti,specialmente degli uditori euditrici, vestiti con abitiindigeni. Ma, a parte gli aspettiesteriori, credo sia stata lacompattezza dell’assemblea,decisamente orientata a farsentire a Roma e al mondo ilgrido dei poveri e della terra,che sale da una parte cosìtormentata del pianeta».Che clima si è respiratodurante i lavori?«Come in ogni Sinodo, nelconvenire a Roma dei vescovi edegli altri partecipanti (uditorie uditrici, invitati speciali,esperti) si sperimental’intensità dell’incontro.L’ascolto reciproco, laconoscenza diretta dellepersone, le giornate intere dicontatto sono accompagnatedallo Spirito santo che,lentamente e delicatamente,agisce nei cuori e nelle menti.La sinodalità è un’esperienzada fare più che un concetto dadiscutere. Per questa ragione, èdifficile interpretare un Sinododall’esterno, col rischio dicercare contrapposizioni,mentre invece sempre siguadagnano frutti dicomunione, anche traposizioni diverse».Tanti i temi in discussione.Intanto, la difesa dei dirittiumani degli indigeni…«L’obiettivo principale delSinodo era l’annuncio delVangelo ai popoli amazzonici,

come indicato da papaFrancesco, ovvero di“individuare nuove strade perl’evangelizzazione di quellaporzione del popolo di Dio,specialmente degli indigeni,spesso dimenticati e senza laprospettiva di un avveniresereno, anche a causa della crisidella foresta amazzonica,polmone di capitaleimportanza per il nostropianeta” (Angelus, 15 ottobre2017). L’orizzonte di fondo èevidentemente quelloecclesiale, perciò è la strettacorrelazione tra annuncio delVangelo ed ecologia integrale asegnare la direzione. Questodato fondamentale non vadimenticato. L’attenzione aipopoli originaridell’Amazzonia, che sono leprincipali vittime dell’attivitàpredatoria in atto, è unaconseguenza. La distruzioneestrattivista - il cui effettivorischio è di ridurre le foresteamazzoniche alla savana - è ildrammatico effetto dellasconsiderata ricerca di petrolio,gas, legno, oro, monocoltureagro-industriali da parte diattori economici esterni alterritorio, che svolgono attivitàidrocarbonifere, attivitàzootecniche, deforestazione,monocoltura, agroindustria egrilagem. La risposta a questidevastanti progetti di falsosviluppo non può che essereecologica integrale - comeripetutamente invocato dapapa Francesco - basata sulriconoscimento dellarelazionalità come categoriaumana fondamentale, ove,nello specifico dell’Amazzonia,le comunità aborigene sonointerlocutori indispensabili.Ciò richiede di generare spazidi interazione tra la saggezzadei popoli indigeni, che vivonolungo i fiumi, e degliafrodiscendenti, inseriti incittà, e la saggezza dellapopolazione urbana, perraggiungere un dialogo eun’integrazione in merito allacura della vita».E poi: come rispondere allamancanza di sacerdoti per lacura delle comunità sparse sulterritorio? come portare isacramenti in modo

continuativo? Ancora: il ruolodei diaconi e delle donne…«All’interno del quinto capitolodel Documento finale,dedicato ai “Nuovi cammini diconversione sinodale”, trovaspazio anche il tema dellaministerialità ecclesiale, con laproposta della eventualeordinazione di uomini sposatie il riconoscimento ufficiale delservizio ecclesiale delle donne.Pur riaffermandol’apprezzamento per il celibatocome dono di Dio (nonrichiesto in quanto tale dallanatura stessa del sacerdozio),che permette al presbitero didedicarsi pienamente alservizio del Popolo santo diDio, si propone di stabilirecriteri e disposizioni perordinare sacerdoti uominiidonei e riconosciuti dallacomunità, con un diaconatopermanente fecondo,adeguatamente formati, chehanno una famiglia legittima estabile, per sostener la vita dellacomunità nelle regioni piùremote dell’Amazzonia. Alcunisi sono pronunciati per unapproccio universale a questotema (cfr. DF, n. 111). Perquanto riguarda poi ilministero delle donne, si èavanzata la richiesta diconferire loro il lettorato el’accolitato, di creare ilministero istituito della“donna dirigente di comunità”(cfr. DF, n. 102), e di proseguirelo studio relativo allapossibilità del diaconatopermanente per le donne (cfr.DF, n. 103)». Sono soluzioni locali aproblemi locali o interessanotutti?«La regionalità, o meglio laparticolarità di una Chiesa nonè semplicemente questionegeografica, numerica, quindilimitata. Come se l’universalitàecclesiale dovesse identificarsiprimariamente sul pianomistico. La comunioneecclesiale si realizza laddoveuna porzione del Popolo diDio crede, celebra e testimoniala medesima fede, incomunione con i pastori e conPietro. Perciò, secomprendiamo il mistero dellaChiesa nell’ottica dellasinodalità, non ci sarà difficileavvertire l’urgenza dicamminare insieme al Popolosanto di Dio che vive e soffre inAmazzonia, auspicando che lescelte ecclesiali che nascerannodall’Assemblea sinodale,consegnate nelle mani delPapa, vengano riconosciute datutti come “una manifestazioneparticolare dello Spirito per ilbene comune” (1Cor 12,7)».

DI ANDREA BERNARDINI

nche due sacerdoti della nostra diocesi hanno partecipato - dal6 al 27 ottobre a Roma - allo speciale Sinodo dedicato all’Amaz-

zonia. È originario di Barga il cardinale Lorenzo Baldisseri, se-gretario generale del Sinodo. È originario di Pontedera, invece, donMaurizio Gronchi, docente di Teologia dogmatica alla Pontificiauniversità urbaniana a Roma e consultore della Congregazione perla dottrina della fede, invitato al Sinodo in qualità di consultore.Con lui proviamo a raccontare il Sinodo appena concluso.

A

L’ INTERVISTA

Nella foto don Maurizio Gronchi insieme a papa Francesco

VITA NOVATOSCANA OGGI10 novembre 2019IV

VITA NOVA TOSCANA OGGI10 novembre 2019 V

La chiesa di SanPaolo a Ripa d’Arnoha ospitato la lezioneinaugurale dell’annoformativo dellaScuola di formazioneteologico-pastorale.Il professor GabrieleZaccagnini ha parlatodella figura del santopatrono e del suomodo (a quel tempo)nuovo di aderire allaproposta del Vangelo

La conversione di san Ranieri

DI GABRIELE ZACCAGNINI

L’aspetto più innovativo dellaconversione di san Ranieri è lariscoperta del significato chequella parola, “conversione”,

appunto, aveva nei Vangeli e dunquenell’insegnamento di Gesù, cioè quellodi “cambiamento di mentalità”. L’invitodi Gesù «metanoèite» (così si legge, peresempio, nel testo greco di Mt. 4,17),nella traduzione latina accolta e«consacrata» dalla Vulgata di sanGirolamo fu reso, erroneamente, con«poenitentiam agite», «fate penitenza»,con la conseguenza che per tutto ilMedioevo, dominato dalla spiritualitàmonastica di cui lo stesso Girolamo èstato uno dei padri - e fino al ConcilioVaticano II - il concetto di conversione èsempre stato inscindibilmente legato aquello della penitenza, allemortificazioni e ai digiuni, quasi chebastassero queste cose per fare di unpeccatore un cristiano autentico.Conseguentemente il modo migliore perrisollevarsi da una vita di peccati eraquello di «exire de saeculo», uscire da unmondo fatto di tentazioni e di vizi,lasciandolo al suo destino, per salvare séstessi rifugiandosi nel «portum salutis»,cioè in un monastero, il posto ideale perfare penitenza, purificarsi dai peccati ediventare santi.Così è stato per secoli ma a un certopunto proprio al tempo in cui visseRanieri (cioè nel secolo XII) qualcosa ècambiato e il Vangelo è stato rimesso alcentro non come libro sacro da venerarema come unica regola di vita, da seguire«sine glossa». Di conseguenza, anche sela Vulgata restò il punto di riferimento,una più profonda comprensione delmessaggio evangelico rese possibile ilsuperamento di questa erratainterpretazione e la conversione tornòad essere concepita così come laintendeva Gesù, cioè non comepremessa ma come conseguenzadell’accoglienza del perdono di Dio,gratuito e incondizionato, unaconversione che non imponeva di

fuggire dal mondo ma di impegnarsi, nelmondo, a vivere il Vangelo e le Beatitudini. Si tratta di una novità importante, perché inquesto modo si aprì a tutti, uomini e donne,ricchi e poveri, la via della santità, unasantità che non divideva la Chiesa in perfettie imperfetti, «continentes» e«incontinentes»; che non separava ma cheuniva, che non era una mèta riservata apochi eletti ma una prospettiva alla portatadi tutti, una scelta capace di dar vita a unasocietà fatta di «santi della porta accanto»per usare un’espressione della «Gaudete etexsultate» di papa Francesco.Quella di Ranieri fu una lenta e, sevogliamo, anche controversa «metanoia»,che ebbe inizio a Pisa e giunse amaturazione al termine del lungo itinerariopalestinese. Tutto cominciò dall’incontrocon un altro testimone del Vangelo,quell’Alberto che da ricco signore còrso siera fatto mendicante e vagabondo,conservando la propria identità di laico ededicandosi a testimoniare il Vangelo ingiro per il mondo. Ciò che più colpì Ranierifu la coerenza di Alberto: non diceva «beati ipoveri» godendosi le sue ricchezze, né «beatigli oppressi» comportandosi da oppressore;non diceva «beati gli operatori di pace»armandosi per le crociate e nemmenoinvitava alla conversione rimanendoattaccato alle sue convinzioni. La sua vitaera davvero conforme al Vangelo, mentrequella di Ranieri e dei suoi concittadini no equesto gli sembrò inaccettabile. Da qui lacrisi interiore e l’inizio della sua«conversatio», del suo cammino diconversione. Nell’immediato Ranieri continuò la vita diprima, ma con una novità: cominciò aguardare al mondo che lo circondava con gliocchi del Vangelo. Fu una scoperta amara,che lo fece precipitare in una profonda crisiinteriore e che scatenò, a sua volta, una nonmeno profonda crisi familiare: «quid tibisensum abstulit», gli chiesero i genitori,«cos’è che ti ha fatto perdere il senno»?Depositari del buon senso comune e delletradizioni, non riuscivano a capire il motivoper cui il loro figlio, giovane, ricco e magarianche bello, fosse improvvisamentecambiato. E non capivano proprio a causa

del contrasto insanabile che c’era allora,e che purtroppo c’è ancora ai nostrigiorni, fra un cristianesimo di facciata,fatto solo di liturgie, di riti e di preghiere,e una fede vera, basata sulla sequelaautentica di Cristo e del Vangelo, unafede che non lascia mai tranquilli, cheinterroga, disturba e mette in crisi ibenpensanti, anzi soprattutto ibenpensanti, dove dietro quel «ben» nonc’è la verità del Vangelo ma una veritàaddomesticata, di comodo, che lasciatutti tranquilli nelle proprie convinzioni,anche quelle che del Vangelo sonol’antitesi: il farsi gli affari propri, ildifendere i propri interessi, il propriomodo di intendere i rapporti socialibasato sulla legge del più forte e sullalogica del profitto, sull’affermazione disé e sul quieto vivere, sulla carità intesacome condivisione degli avanzi e nondell’essenziale, che rendeva i ricchipadroni dei poveri e non loro servi.Dopo un po’ le acque si calmarono etutto sembrava tornato nella norma, masuperata la crisi emotiva Raniericontinuò a interrogarsi su quella cheormai era diventata la sua ossessione:diventare un cristiano autentico. Inseguito partì per l’Oriente, non per fareun pellegrinaggio in Terrasanta ma perragioni di commercio. Era più o meno il1135 e per quattro anni continuò a farequesto mestiere. Poi, finalmente, lasciòtutto e voltò pagina. Non si può sapereesattamente quale sia stato il percorsospirituale di Ranieri in Terrasanta:Benincasa non era là e verosimilmenteRanieri non gli avrà poi raccontato perfilo e per segno quello che ha fatto, masolo le tappe essenziali del suo camminointeriore, che Benincasa ha poi resorimanendo nei canoni tradizionalidell’agiografia: visioni, lacrime,preghiere, ascesi. Ma al di là delloschema tradizionale si intravedequalcosa di diverso e inconsueto, apartire dal fatto che non c’è, né prima nédopo, la fuga dal mondo e il ritiro in unmonastero o in un eremo: Ranieri non sirivolse a una Regola o a un maestrospirituale ma scelse Cristo come unicomaestro e il Vangelo come unica regoladi vita. Così al termine di un lungo«itinerarium in Christum», diventò unuomo nuovo, un cristiano autentico,non un penitente inginocchiato davantia un crocifisso e a un teschio, comespesso lo ha rappresentato l’iconografia,ma un uomo sereno e gioioso, animatoda un grande amore verso Dio e verso ilprossimo e, di conseguenza, da un forteslancio apostolico, che lo spinse ancorauna volta a una decisione inattesa einusuale: lasciare i luoghi santi e tornarea casa, a Pisa, per essere «sale della terra»e «luce del mondo», per condividere coni suoi amici e concittadini la gioia chescaturisce dall’essere diventato, in Cristo,una creatura nuova, cioè un cristianovero. Ranieri ha così mostrato a tutti noiche il più grande frutto della propriaconversione è la conversione di chi ci staintorno. È questo il vero miracolo:perché anche i pagani, come i maghid’Egitto, sono bravi con miracoli edeffetti speciali, ma solo i cristiani, quelliveri, sono capaci di cambiare il mondosenza armi e senza leggi, ma solo con laforza irresistibile del Vangelo.

ra il 17 giugno del 2010 quando il cardinale Angelo Amato, allora prefetto della Con-gregazione per le cause dei santi, presiedette, in Cattedrale, la celebrazione di apertu-ra di uno speciale anno giubilare dedicato a san Ranieri. Fu quella l’occasione per «ri-scoprire» la figura del patrono principale della nostra diocesi, «ripulendola» da lettu-

re, aneddoti e ricostruzioni poco o niente affatto attendibili. Un contributo all’operazione-verità arrivò, allora, anche dal professor Gabriele Zaccagni-ni, agiografo pisano, oggi docente di Storia della Chiesa antica e medievale allo Studio teo-logico interdiocesano e consultore storico della Congregazione delle Cause dei Santi. A sanRanieri ha dedicato due volumi: «San Ranieri, patrono di Pisa - Alle radici della santità deilaici» (edizioni san Paolo, 2010) e «La “Vita” di san Ranieri (sec. XII)» (edizioni Ets, 2011),quest’ultimo dedicato, soprattutto, all’edizione critica della «Vita» scritta dal canonico Be-nincasa subito dopo la morte del santo avvenuta nel 1160.Il professor Zaccagnini è tornato, nei giorni scorsi, a parlare di san Ranieri, in una «lezio-ne» che ha aperto ufficialmente il percorso di studi per l’anno pastorale 2019/2020 deglistudenti che frequentano le quattro sedi (Pisa, Pontedera, Pietrasanta e Barga) della Scuo-la di formazione teologico-pastorale. All’incontro, ospitato nella chiesa di San Paolo a Ripad’Arno, hanno partecipato, oltre agli studenti della Sftp, anche numerosi laici interessati altema della serata: «San Ranieri, solo un uomo del suo tempo?». Tutti sono stati salutati dalparroco don Italo Lucchesi e dal responsabile della Scuola di formazione teologico pasto-rale professor Massimo Salani. L’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto ha offerto una rifles-sione sulla santità dei laici, quindi la parola è passata al professor Gabriele Zaccagnini. A fi-ne serata gli ingegneri Loriano Crecchi e Claudio Barandoni hanno illustrato le tecniche ele metodiche utilizzate per il delicato intervento di restauro della chiesa di San Paolo a Ripad’Arno.Al professor Gabriele Zaccagnini abbiamo chiesto una riflessione sul tema del suo inter-vento.

E

Da sinistra a destra: il professor Gabriele Zaccagnini, l’arcivescovo Giovanni PaoloBenotto, l’ingegner Loriano Crecchi e l’ingegner Claudio Barandoni. A fiancoparticolare di Ranieri, nell’opera «Madonna col Bambino tra i santi Ranieri,Torpè e duesante» di Turino Vanni conservata nella chiesa di San Paolo a Ripa d’Arno

7 GIORNI.........

SANTA CATERINA, LE «TELE RITROVATE»PISA - Comunità di santa Caterina d’Alessan-dria in festa per il «ritorno» - dopo un accuratointervento restauro - di due preziose tele. Loscorso giovedì 31 ottobre, infatti, sono state ri-collocate sulle pareti laterali della chiesa il Mi-racolo di San Raimondo che resuscita un morto,opera del XVII secolo di Cesare Varchesi, e la Predicazione di San Vincenzo Ferreri, di PietroDandini (metà XVII sec.), entrambi restauratidal laboratorio Lo Studiolo di Lucca con ilfondamentale contributo della Fondazione Pi-sa. Il ritorno delle due tele restaurate segue, di unanno, quello del bellissimo Martirio di SantaCaterina, dipinto da Orazio Lomi Gentileschi.Va avanti, dunque - e con ottimi risultati - l’o-perazione, promossa dal parroco di Santa Ca-terina e rettore del seminario arcivescovile donFrancesco Bachi, di valorizzazione della storiasacra e artistica di una delle chiese più rappre-sentative della città e del territorio di Pisa eche, alla fine di novembre, aprirà il proprio an-no giubilare per festeggiare gli 800 anni dallafondazione ad opera dei Domenicani. Intantovenerdì 1 novembre la poetessa SimonettaPrincivalle ha fatto dono alla parrocchia unproprio quadro, raffigurante la «Santa Cateri-na Nuova», dedicato alla Santa patrona.

FESTA A MONSIGNOR DANILO D’ANGIOLOULIVETO - La comunità cristiana di UlivetoTerme farà festa sabato 9 novembre a monsi-gnor Danilo D’Angiolo, sacerdote da ses-sant’anni. Stringendosi a lui in occasione dellacelebrazione eucaristica che lui presiederà alleore 18.30 nella chiesa di San Salvatore. È anco-ra vivo ad Uliveto il ricordo del sacerdote che -proveniente dalla propositura di Barga - giunsenel paese termale nel 1966. Era il 4 novembrequando il fiume Arno esondò: il giovane sacer-dote accolse tante persone in chiesa, collocatanel punto più alto del paese. La chiesa diven-ne, dunque, una sorta di ospedale da campo .«Chiesa viva dentro, ma soprattutto fuori lemura!»: con questo intento don Danilo D’An-giolo spronò i giovani a recarsi nei borghi piùdifficili del paese e a portare il proprio contri-buto di idee nella Croce rossa, nella Proloco,nella società sportiva, nella cooperativa di con-sumo, nell’Azione cattolica, nella Democraziacristiana. Don Danilo si faceva accompagnareanche alla Casa del popolo per parlare del be-ne comune. Il sacerdote collaborò molto conl’allora parroco di Caprona don Severino Dia-nich e con don Aldo Armani, parroco a Vicopi-sano. Tre sacerdoti che il comune di Vicopisa-no ha voluto ricordare lo scorso 1 dicembre2018, donando loro una riproduzione dellaRocca del Brunelleschi. Don Danilo D’Angiolose ne andrà da Uliveto nel 1980 per assumerel’incarico di parroco della parrocchia del San-tissimo Sacramento a Pietrasanta. Ma è restatonel cuore di tutti. Alla celebrazione eucaristicaseguirà una cena in un ristorante locale.

QUEL 12 AGOSTO A SANT’ANNATRENTO - Palazzo Trentini a Trento ha ospita-to, nel giorni scorsi, l’ultimo libro di GiuseppeVezzoni Quel 12 agosto 1944. Tre «italiani» lamattina della strage in località Bambini (Pezzinieditore,2019). Un libro che attraverso docu-mentati riscontri e fonti contrassegnate nelle364 note «indaga» su alcuni aspetti non anco-ra chiariti dell’Eccidio di Sant’Anna, di cui ab-biamo parlato negli scorsi numeri. Fra i tantitemi sensibili toccati: la presenza di fascisti epartigiani nei luoghi dell’eccidio nella mattinain cui avvenne, il numero dei morti e gli elen-chi delle vittime accertate. Al tavolo di presen-tazione sono intervenuti il presidente del con-siglio della Provincia autonoma di Trento Wal-ter Kaswalder, che ha messo a disposizioneper la presentazione del libro la sala gioiellodell’Aurora di Palazzo Trentini, il presidentedell’Anpi del Trentino Mario Cossali, il presi-dente del Centro Tesino di cultura GraziellaMenato, il professor Anselmo Baroni, docen-te all’Università di Trento. Presenti tanti amicitrentini e castellazzi che in questi anni hannoconcorso affinché la vicenda di don FioreMenguzzo e della sua famiglia venisse cono-sciuta nella loro terra di origine per farne me-moria castellazza e trentina.

VITA NOVATOSCANA OGGI10 novembre 2019VI

DI ANDREA BERNARDINI

tudieranno a Pisa iseminaristi delle diocesi diLivorno, Lucca, MassaCarrara-Pontremoli, Pescia

e Pisa. I locali di via San Zeno,infatti, accolgono la nuova sededello Studio teologicointerdiocesano «monsignorEnrico Bartoletti».La lezione inaugurale è stataospitata lo scorso mercoledì 6novembre nella sala «Leone» delseminario arcivescovile di Pisa.Con docenti e studenti, ancheuno dei protagonisti dell’avviodello Sti, monsignor GuglielmoBorghetti, oggi vescovo diAlbenga-Imperia, che ha offertouna lettura della Christus vivit,l’esortazione apostolica con cuipapa Francesco ha raccolto ecomunicato le riflessioni delSinodo dedicato ai giovani.L’arcivescovo di Pisa GiovanniPaolo Benotto , moderatoredell’istituto, ha presieduto inSanta Caterina, unaconcelebrazione eucaristica. Nelpomeriggio gli studenti hannopresentato un lavoro di scelta diimmagini che il maestro Ferruccio Bartoletti hacommentato conimprovvisazioni all’organo.

LA STORIAel luglio del 1988 i vescovititolari delle diocesi di

Livorno, Lucca, Massa Carrara-Pontremoli, Pescia e Pisadecidono di far confluire in ununico Studio teologico lesingole scuole teologiche perseminaristi di cui ogni diocesiera dotata. La prima sede delloSti è l’oratorio della parrocchiadel Sacro Cuore a Lido diCamaiore. L’anno successivo, almomento della costituzioneufficiale, aderisce allo Sti ancheil seminario della diocesi di LaSpezia-Sarzana-Brugnato, chegià dagli anni Settanta avevaavviato una costantecollaborazione con il seminariodi Lucca.La «missione» dello Studioteologico interdiocesano è bensintetizzata nel suo decreto dierezione, firmato il 20 luglio1989: «rendere più efficace eadeguata la preparazioneteologico-pastorale deicandidati al presbiterato» dellediocesi coinvolte. La nuova istituzione si profilagià alla nascita come la secondain Toscana, dopo Firenze, per

numero di docenti e di studenti.Lo Studio teologicointerdiocesano inizia la suaattività il 17 ottobre 1989. Diràil vescovo di Lucca GiulianoAgresti: «Facciamo un passoavanti, quando sei chiese, con ivescovi, i presbiteri, gliinsegnanti, i seminaristi, vivonoancora più intensamente questatestimonianza visibiledell’unità».Superata la prima fase diorganizzazione e di raccordocon gli studi eseguitiprecedentemente, lo Sti prende via via un andamento semprepiù regolare e armonico e conl’anno accademico 1993-1994,si trasferisce nell’ex convento diSan Lazzaro a Camaiore. Qui sirealizzano alcuni adattamentidello Statuto necessari per ilbuon funzionamento delleattività didattiche, si curano lastruttura e gli organi di governo,si accolgono le suggestioniprovenienti dagli studenti e daiprofessori. Una commissioneistituita dai vescovi - di cuifanno parte anche don RobertoFilippini e don MaurizioGronchi - prepara il nuovopiano di studi. Si articola in seianni di studi, suddivisi in duetrienni: il primo di tagliofilosofico e teologico e ilsecondo di taglio teologico-pastorale.Nel 1999 lo Sti si affilia alla

Facoltà teologica dell’Italiacentrale di Firenze: da allora iseminaristi che hannofrequentato i corsi del sessennioe sostenuto i relativi esami,possono conseguire il gradoaccademico di baccalaureato inTeologia.Nel novembre del 2003, inoccasione dell’aperturadell’anno accademico, lo Studioteologico interdiocesano èintitolato a monsignor EnricoBartoletti, già vescovo di Lucca esegretario della Conferenzaepiscopale italiana. Una figurastraordinaria: a Lucca, dopoaverlo preparato, monsignorBartoletti aveva fatto conoscereil Concilio, avviato la riformadella Chiesa lanciata dalVaticano II.Nel’’anno accademico 2002-2003, su iniziativa del consigliodei vescovi, sorge in seno allo Stiil Centro studi di pastorale,annesso al Centro diconsultazione psicologica per lavita consacrata, che offreiniziative per la formazionepermanente del clero e unaScuola triennale di counselingpastorale destinata a tutti glioperatori pastorali. Due servizi,questi, che poi si sono trasferitiad Albenga. Nell’anno accademico 2009-2010, il consiglio di studio hacominciato a metter mano, dinuovo, al piano di studi per

rispondere alle esigenze deiseminari diocesani, alle presecon l’organizzazione - orainsieme anche alle altre diocesitoscane - dell’annopropedeutico; e per renderel’insegnamento più coerentecon la «Veritatis Gaudium» lacostituzione con cui papaFrancesco ha dato indicazioni sucome aggiornare la formazioneteologica

IL PRESENTEggi - spiega a Vita Nova ilpreside dello Sti, don

Francesco Vannini, parroco diNostra Signora della Salute allaSpezia e docente di sacraScrittura allo Sti sin dalle originidell’isituto - il percorso di studisi articola in sei anni: dopo ilprimo anno propedeutico, unprimo biennio con molte ore difilosofia e un triennio di tagliopiù teologico. Nel sesto anno, ditaglio teologico-pastorale, i corsisi riducono, per poterpermettere agli studenti dipreparare con cura la tesi finaleper il baccalaureato. Le lezioni si tengono al mattinodal lunedì al venerdì - eccezionfatta per il mercoledì, in cui silascia ai seminaristi la possibilitàdi dedicarsi ad altra attività - e alpomeriggio di martedì. Lo Sti, fino al 2016, è statofrequentato da una cinquantinadi studenti. Negli ultimi anni ilnumero degli studenti si èridotto a 25/30: si tratta diseminaristi, religiosi, ma anchedi alcuni laici che frequentano lelezioni come studenti«straordinari». In particolaresono studenti dello Sti: 8seminaristi di Massa, 5 di Lucca,5 di Pisa, 1 seminarista diLivorno, 1 di Pescia, un religiosoe un laico. E poi 4 giovani del«propedeutico» (dueprovenienti da Lucca, due daPisa) che hanno le loro lezioninel giorno del sabato. Nessunstudente per il quinto anno, seiinvece i seminaristi chefrequentano il sesto anno «e chequindi ci lasceranno a giugno,per l’ultimo periodo dipreparazione all’ordinazionepresbiterale. Fino a due anni faerano con noi anche gli studentidella Spezia - osserva ancoradon Vannini. In passato hannofrequentato lo Sti anche studentiprovenienti dalle diocesi diAlbenga e di Volterra. Originaridella diocesi di Volterra anchealcuni docenti».

O

N

S

BLOCK NOTES.........

LA QUESTIONE ETICA IN AGRICOLTURAPISA - Il Movimento ecclesiale di impegnoculturale (Meic) di Pisa promuove un ciclo diconferenze dedicate all’etica in agricoltura. Ilciclo si aprirà il prossimo mercoledì 13 no-vembre nell’aula magna storica del diparti-mento di Scienze agrarie, alimentari edagroalimentari del nostro ateneo, a Pisa invia del Borghetto 80: qui, alle ore 17.30, ilprofessor Fabio Caporali, presidente del Meicdi Pisa e già docente all’Università della Tu-scia (Viterbo) terrà una conferenza su «Il con-testo etico delle scienze agrarie delle origini». Il ciclo di conferenze è dedicato alla figura diPietro Cuppari, nel 150ª anno dalla sua mor-te, avvenuta il 7 febbraio del 1870. A Cupparisaranno dedicate alcune conferenze nel pros-simo anno.L’iniziativa fa parte del programma del Servi-zio diocesano «Cultura e università», da que-st’anno diretto dal gesuita padre FrancescoGermano.

DOTTORATO HONORIS CAUSA A FAGGINPISA -L’ateneo pisano ha conferito il dottora-to di ricerca honoris causa in Ingegneria del-l’informazione a Federico Faggin, figura ec-clettica di scienziato, ingegnere e imprendito-re, padre di invenzioni che hanno reso possi-bile la nascita di tecnologie fondamentali perl’informatica quali il microprocessore, il tou-chpad e il touchscreen.La cerimonia di conferi-mento si è tenuta lo scorso mercoledì 30 ot-tobre nell’aula magna nuova della Sapienza,alla presenza del rettore Paolo Maria Manca-rella. Il premiato ha poi tenuto la sua lectiomagistralis dal titolo «L’intelligenza biologicanon è equiparabile all’intelligenza artificia-le».

VISITE GUIDATE AL MUSEO DELL’OPERAOPERA - L’Opera della primaziale pisana -nel mese di novembre - offre a tutti gli inte-ressati visite guidate gratuite al nuovo Museodell’Opera del Duomo. Le visite guidate sa-ranno organizzate ogni martedì, alle ore10.30 e alle ore 17.30. È possibile prenotareuna visita per un massimo di 2 persone viaemail scrivendo all’indirizzo [email protected]. La segreteria dell’Opera Primaziale in-vierà una email di conferma entro il giornoprecedente la visita, salvo disponibilità.

CAPOLAVORI RUBATIPISA - Crocifissi, pale d’altare, ostensori, can-delabri, turiboli, arredi funerari, urne cinera-rie, statuette votive, bassorilievi, statue bron-zee, mosaici, gioielli preziosi, stendardi, pa-piri, tele d’artista, così come i monumenta,sono stati ripetutamente oggetto di contese,guerre legali, diplomatiche, spoliazioni, sac-cheggi, violente dispersioni. Attorno a questiparticolarissimi manufatti, che sono le opered’arte, e a questi particolarissimi luoghi pub-blici, che sono i monumenti, non sono gravi-tati soltanto cure, attenzioni, premure, dedi-zioni, meticolosi riguardi verso la loro pre-servazione, ma anche e spesso avidità, ingor-digie, accanimenti, speculazioni. Ne parla Luca Nannipieri, critico d’arte, nel libro «Ca-polavori rubati» (edito da Skira). Il volume èstato presentato lo scorso mercoledì al Mu-seo delle Navi antiche di Pisa, presente il di-rettore del Museo Andrea Camilleri.

CARISSIMO DON ALESSANDROPISA - «Carissimo don Alessandro» è il titolodi un volume curato dal professor AlessandroPanajia e da Luisa Winsemann Falghera (di-scendente di Alessandro Manzoni). Il volumeraccoglie il carteggio intercorso tra il noto pit-tore romano Scipione Vannutelli (1834-1894) e la sorella di lui Laura - moglie di Her-mann von Kanzler, generale comandante letruppe dell’ultimo Papa Re - con il garibaldi-no-pittore Alessandro Trotti Bentivoglio(1841-1914), nipote dell’autore dei PromessiSposi. Un epistolario straordinario e significa-tivo, che sarà presentato il prossimo lunedì11 novembre alle ore 17 alle Officine Gari-baldi - a Pisa in via Gioberti 39 - dagli autorie dalla la giornalista Eleonora Mancini Du-pont..

LECTURA DANTIS ALLA DOMUS MAZZINIANAPISA - Pomeriggi «infernali» alla bibliotecadella Domus Mazziniana, dove l’attore Gia-como Lemmetti propone - due lunedì al me-se - una lettura teatrale della Divina commediadi Dante Alighieri. Gli incontri, aperti al pub-blico e ad ingresso gratuito, sono iniziati loscorso 21 ottobre. Il prossimo appuntamentoè fissato per le ore 16 di lunedì 18 novembrealla Domus, a Pisa in via Mazzini 71. Dopo lalettura del canto dell’Inferno, il commentocritico affidato alla professoressa Sandra Lu-carelli, critica letteraria e poetessa. Per assicu-rarsi un posto a sedere, è bene prenotare, te-lefonando allo 050 24174 oppure a393.4749936.

A Pisa la nuova sede dello StiNei locali di via SanZeno, da questo annopastorale, studiano iseminaristi di Livorno,Lucca, MassaCarrara-Pontremoli,Pescia e Pisa.Mercoledì scorsol’inaugurazione

Quattro aule e una biblioteca ben fornitaa nuova sede dello Studio teologico interdiocesano èdotata di quattro aule. A fianco alle aule c’è la biblioteca

Cateriniana, che offre una ricca documentazione di testiteologici e filosofici. I vescovi ed il consiglio dello studiohanno scelto di spostare lo studio da Camaiore a Pisaperché qui dovrebbe nascere un seminario interdiocesano.Ma c’è di più: «lo spostamento da una posizione isolata etranquilla, come il bellissimo chiostro francescano diCamaiore, alla città universitaria - osserva don FrancescoVannini - rende più facile tentare di realizzare alcune delleistanze fondamentali del rinnovamento che il Papa chiedeagli studi teologici, perché siano orientati dal desiderio deldialogo con tutte le culture e alla interdisciplinarietà deisaperi. Su queste prospettive è molto coinvolta la trentinadi docenti dello studio, molti dei quali all’inizio del loropercorso di insegnamento. Dato che nessuno puòdedicarsi soltanto all’insegnamento teologico, si è preferitoavere un numero ampio di docenti, ciascuno specializzatisu alcune, limitate, materie, in modo da poter mantenerevivo lo studio e l’aggiornamento su ciò che insegniamo».La segreteria dello Sti è aperta dalle ore 8.30 alle ore 11.30e risponde alla mail [email protected].

L

LA SCHEDA

Nel fotoservizio di Gerardo Teta una lezionenella nuova sede dello Sti e, sopra, ilpreside don Francesco Vannini

FATTI nostri

PERCORSI PASTORALI ALLA SFTPPISA - Al via, nella sede pisana della Scuoladi formazione teologico pastorale di Pisa, ipercorsi pastorali. Giovedì 7 novembre, dalleore 19.30, le prime lezioni: nel percorso pa-storale sulla liturgia don Franco Cancelli par-lerà de «La Parola di Dio nella liturgia»; nelpercorso pastorale sulla catechesi ValentinaRanalli, Vittorio e Marina Ricchiuto, Alessan-dra Benvenuti e Beatrice Lenzi terranno unalezione su «La coppia, sacramento dell’amo-

re tra Cristo e la Chiesa». Massimo Salani eSilvia Nannipieri inaugureranno, infine, unpercorso di formazione per operatori pasto-rali da impegnare nel dialogo interreligioso einterculturale.

LA SANTITÀ È PER TUTTIPISA - I locali parrocchiali di Sant’Antonioabate a Pisa ospitano un ciclo di incontri pro-mossi dal vicariato delle parrocchie di città ededicato al tema della santità nel mondo

contemporaneo. Gli incontri prendonospunto dalla lettera apostolica «Gaudete etexultate» di papa Francesco. Il primo incon-tro, mercoledì 23 ottobre, è stato tenuto da monsignor Franco Cancelli, il secondo, loscorso mercoledì 6 novembre, dal direttoredella Caritas don Emanuele Morelli. Il terzo,fissato per venerdì 29 novembre, sarà tenutoda don Maurizio Gronchi, il quarto, venerdì13 dicembre, da padre Matteo Suffritti. Gliincontri si tengono alle ore 18.30.

VITA NOVA TOSCANA OGGI10 novembre 2019 VII

CONVEGNO SUGLI AMBULATORI SOCIALIPISA - «La Repubblica tutela la salute come fon-damentale diritto dell’individuo e interesse dellacollettività, e garantisce cure gratuite agli indi-genti»: è quanto prevede l’articolo 32 dellaCostituzione italiana. Nei fatti l’accesso allecure non sempre è gratuito, specie per alcunitipi di prestazione. Per supplire alle mancan-ze del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) so-no nati gli ambulatori sociali, centri che of-frono prestazioni sanitarie a prezzi contenutie in tempi brevi. Si parlerà di «ambulatori so-ciali» questo giovedì 7 novembre dalle ore 10al centro «I Cappuccini» a Pisa, in occasionedel convegno «Frontiere di cura». Esperienzelocali saranno messe a confronto con espe-rienze di tipo nazionale, attraverso molte te-stimonianze: quelle di Alessandro Cipriano (iCappuccini Salute), di Salvatore Geraci (Caritas diocesana di Roma), di Daniele Gal-lea, capo gruppo di Pisa del Corpo italiano disoccorso dell’Ordine di Malta. L’incontro siaprirà con i saluti di Alberto Grilli, presidentedella cooperativa sociale «Il Simbolo», di Ste-fano Taddei professore ordinario di Medicinainterna all’ateneo pisano, di Sabina Ghilli di-rettrice della Società della salute zona pisanae di Lorenzo Roti direttore sanitario dell’a-zienda Usl Toscana nord ovest. Concluderan-no i lavori Claudio Messina (Federazione na-zionale San Vincenzo de’ Paoli), il direttoredella Caritas diocesana di Pisa don EmanueleMorelli e l’assessore alle politiche sociali delcomune di Pisa Gianna Gambaccini.

STELLA MARIS, ACCOLTO RICORSO AL TARCALAMBRONE - Il Tar della Toscana ha par-zialmente accolto un ricorso dell’istituto«Stella Maris» contro una delibera regionaleche stabiliva un tetto finanziario per l’Irccs,decurtandolo di 1 milione di euro. Stabilen-do, altresì, di recuperare i rimborsi già versatidalla Regione per quelle cure destinate abambini provenienti da fuori Toscana. La de-libera della Regione era partita dalla conside-razione che alcune regioni si «rifiutano» dirimborsare la Regione Toscana per prestazio-ni ottenute da alcuni loro concittadini in ter-ritori extraregionali. Questa misura - com-menta Roberto Cutajar , direttore generaledell’Irccs «Stella Maris» - avrebbe reso stabil-mente precari i bilanci dell’ente «in quantola trattativa sui rimborsi di regola avvienedue o tre anni dopo l’anno in cui sono avve-nuti i ricoveri. Questo rende impossibileogni programmazione pluriennale di acqui-sizione di attrezzature sanitarie di ultima ge-nerazione e di costruzione o ammoderna-mento delle strutture edilizie della Fondazio-ne, per l’evidente impossibilità di ottenereprestiti e mutui dalle banche». Il Tar ha rite-nuto giustamente illegittima questa disposi-zione.Tra l’altro la «Stella Maris», ente no-profit, èl’unico istituto scientifico in Italia intera-mente dedicato alla ricerca e all’assistenzaospedaliera per i bambini affetti da malattiedel cervello e della mente. «Attualmente -prosegue il direttore Roberto Cutajar - le listedi attesa dell’ospedale Stella Maris, per alcu-ne patologie tra cui l’autismo, arriva addirit-tura al 2021, un vero e proprio scandalo dellasanità. A ciò si aggiungono la drammatica si-tuazione di circa 700 bambini in attesa diuna presa incarico nell’ambito dei nostri dayservices ambulatoriali. È buon senso conclu-dere che l’attività dell’Irccs non solo non do-vrebbe essere limitata o frenata ma dovrebbeessere incentivata a collocarsi sulla massimaefficienza».

CORSO PER VOLONTARI OSPEDALIERIPISA - Ha avuto inizio lo scorso martedì po-meriggio il corso di formazione per volontariospedalieri di Pisa. Monica Scateni (unitàoperativa Direzione infermieri ed ostetriche)ha tenuto una lezione sull’approccio assi-stenziale al nuovo ospedale «Santa Chiara» aCisanello. Di un «approccio sereno al mala-to» ha invece parlato la psicologa AlessandraTongiorgi. «Dona un po’ del tuo tempo a chisoffre» è il titolo scelto per il corso di forma-zione, che si svolge nell’aula Paradisa dell’o-spedale di Cisanello (accesso dalla vecchiaentrata). I prossimi incontri sono in pro-gramma lunedì 11 novembre - quando inter-verranno il vicepresidente dell’Avo regionaleAlessandro Biagi e Giulia Gemignani, delladirezione medica di presidio dell’ospedale -e lunedì 25 novembre, quando sono statichiamati ad intervenire il direttore sanitariodell’azienda ospedaliera Grazia Luchini e lopsicofiologo Angelo Gemignani. L’ultimo in-contro, in programma mercoledì 4 dicembre,sempre alle ore 16, servirà come tirocinio esarà tenuto da Anna Paola Giglioli (ufficio didirezione Cdc regione Toscana) e Alida Grop-puzzo, presidente dell’Avo di Pisa. Il corso ègratuito e rivolto a persone che abbiano rag-giunto la maggiore età.

Da Lugnano a Cucigliana,pregando il rosariootto la tua protezione cerchiamo rifugio,santa Madre di Dio: non disprezzare le

suppliche di noi che siamo nellaprova, e liberaci da ogni pericolo,o Vergine gloriosa e benedetta». Questa è la preghiera che hamosso don MarekKardaczynski amministratoreparrocchiale di Cucigliana e diLugnano nelle proposte rivolteai suoi parrocchiani nelloscorso mese di ottobre. A Cucigliana esiste un gruppodi preghiera che si ispira allaspiritualità di sanMassimiliano Maria Kolbe: ilgruppo si riunisce nella chiesadel paese tutti i 14 del mese.Ebbene, lo scorso venerdì 25ottobre don Marek ha fatto riflettere iparrocchiani sulla vita di questo santoattraverso il film «Vita per vita», molto

toccante e denso di significati. A seguitodel film, don Marek Kardaczynski ha

proposto ai fedeli una nuova einaspettata iniziativa: imitareMaria nel suo spiritomissionario (Cfr Lc. 1, 39).Come? Andando inprocessione tra Lugnano eCucigliana, passando per lecase e recitando il santorosario,. Pregare per chi nonviene in chiesa, per i malati egli anziani: era questa lamotivazione data all’iniziativa. Molti partecipanti, tra cuianche bambini e loro genitori.Il santo rosario recitato dallesuore di Cucigliana, è entratoin tutte le case e strada facendo

alcune persone si sono unite a questapreghiera itinerante preceduta da duebambini che sorreggevano un grande

rosario.Partendo dalla chiesa di Lugnano, ipellegrini hanno toccato tutte le strade erioni dei due paesi, sostando davanti allachiesa di cucigliana per una merenda tuttiinsieme. Uniti, idealmente, i due estremidell’unità pastorale, portando labenedizione di Gesù che in Maria ci dauna donna da imitare.Pregando i vari misteri del santo rosario ipellegrini sono poi ritornati alla chiesa diLugnano, stanchi, ma soddisfatti.Prima della partenza don MarekKardaczynski ha regalato a tutti i bambinie alle loro mamme una corona del rosariobenedetta con l’esortazione di pregare laMadonna per le loro mamme: in MariaMadre di Gesù e madre nostra, infatti,dobbiamo amare le nostre mamme,onorarle e rispettarle.

Giorgio RediniNella foto un momento del pellegrinaggio

L’INIZIATIVA.........

BLOCK NOTES.........

SAN PROSPERO,nuova area dedicata a don Rovini

’oratorio della parrocchia disan Prospero intitolato a don

Marcello Rovini si amplia. Lascorsa domenica 27 ottobre, altermine di una celebrazioneeucaristica presieduta dal vicarioforaneo don Paolo Paoletti econcelebratadall’amministratore parrocchialepadre Joseph Reji e da donAntonio Simoni - è statainaugurata una nuova area averde. Presenti all’inaugurazione:il primo cittadino di Cascina Dario Rollo , l’assessore allacultura Leonardo Cosentini e Marco Ruocco, amministratoreunico di Sogefarm, la società chegestisce le quattro farmacie delComune di Cascina. La nuovaarea sorge a destra del sagrato

della chiesa parrocchiale e«completa» gli ampli spazi chegià oggi ospitano, ad esempio, lasagra sanprosperina. È dotata didue porte per il gioco del calcio,di uno scivolo, di due dondolini,un’altalena a due posti, duepanchine. In arrivo una bacheca,un tappeto per caduta davantiagli scivoli ed ancora uno scivoloper i bambini più grandi. La data scelta perl’inaugurazione della strutturanon è casuale: il 27 ottobre del1984 - dunque 35 anni fa -moriva don Marcello, amatoparroco di San Prospero. «Anchese sono passati 35 anni -sottolineano alcuni sanprosperinidoc - vogliamo ricordare donMarcello con il suo sorriso. Un

sorriso che trasmetteva serenità ela certezza di essere davanti aduna persona disposta acomprendere e soprattuttoconsigliare.Un sorriso che era uninvito ad entrare nella casa delPadre, ad accogliere il vangelo, ascegliere di diventareannunciatori e testimoni diquella fede che in don Marcelloera così viva e concreta. Grandeera la sua capacità di stareinsieme a noi giovani del tempo.

Come non ricordare quandovestiva gli abiti di imbattibileportiere, quando giocavamo aruba fazzoletto, allo sculaccioneo quando si trasformava inpaziente registra delle nostrecommedie. Abbiamo volutoinaugurare questa area di gioco,proprio nell’anniversario dellasua morte, con l’augurio che tuttii bambini e ragazzi possanodivertirsi e sentirsi accolti comelo siamo stati noi».

L

Un momento dell’inaugurazione dell’oratorio intitolato a don Marcello Rovini

La XVIII giornataecumenica deldialogo cristianoislamico, fa

memoria dello «storico»incontro interreligioso perla pace voluto da sanGiovanni Paolo II e tenutoad Assisi il 27 ottobre1986. A Pisa la Giornataha otto anni di vita. La«Leopolda» ha ospitato unincontro sul tema sceltoper la giornata nazionale ecioè «Non c’è futuro senzafratellanza e solidarietà».Nel saluto inizialel’arcivescovo GiovanniPaolo Benotto si è dettofelice di partecipare aquesta iniziativa. Questiappuntamenti - haosservato l’Arcivescovo - cirendono consapevolidella necessità di educarcie di educare all’incontro ealla relazione. E sono purenecessari per riuscire acamminare insieme sullebasi di quella stessaumanità che tutticondividiamo. Si tratta,questo, di un tema spessooscurato nel dibattitopubblico: «siamo tuttipersone umane, eppuresembra che qualcunovenga percepito comepersona più dell’altro».Quando si è rispettosil’uno dell’altro - è ilragionamento di

monsignor GiovanniPaolo Benotto - anche ilcondividere la propriaesperienza di fede non èmotivo di divisione. Anzi,ci aiuta a capire meglio ivalori e le specificità dellenostre fedi. Poil’Arcivescovo si è messo inascolto, dichiarando cheanch’egli ha bisogno diimparare. Anche l’imam Mohammad Khalil ed ilpastore valdese DanieleBouchard hanno salutatocon favore questa

iniziativa: la fede diciascuno - è la lettura deicapi delle comunitàislamica e valdese - nonpuò che crescere edaffinarsi nell’incontro conla fede dell’altro: lediversità interrogano estimolanoall’approfondimento dellapropria fede. Mohamed Bamoshmoos,cardiologo, a lungo inservizio all’Istituto difisiologia clinica al Cnr diPisa, componente dellacomunità islamica di

Firenze, ha espressosolidarietà alla comunitàmusulmana di Pisa per ledifficoltà incontrate nellacostruzione del proprioluogo di culto. Difficoltàche - ha osservatoportando la propriaesperienza - si registranoanche a Firenze. Si è dettoperò colpito dallavicinanza, dallafratellanza e dallasolidarietà dei confratellicattolici, valdesi, ebrei edanche dei non credenti.Partendo dalle

considerazioni delmovimento antiutilitaristanelle scienze sociali, ilmedicoha analizzato ilparadigma del dono. Hafatto l’esempio del donoche 30 anni fa il Centrointernazionale «La Pira»fece alla comunitàmusulmana fiorentina,mettendo a disposizione,senza chiedere nulla incambio, la Sala Teatinaper poter pregare. Queldono - ha osservato - hapermesso agli islamici ditessere relazioni tra loro,ma anche con il restodella città, con cittadinicristiani ed ebrei: se oggiFirenze è un esempio dicittà del dialogointerreligioso, insomma, èproprio grazie a queldono. Il professor AntonioCuciniello, arabista eIslamologo, docenteall’Università «Cattolica»del Sacro Cuore a Milano,è partito dall’incontro trasan Francesco ed ilsultano al-Malik al-Kamilper analizzare i concettidell’incontro e dialogo nelrispetto anche dellediverse fedi religiose. Sulla paginahttps://www.gruppoimpegnoecumenico.pisa.it/dialogo-ecumenico-cristiano/index.htmlsaranno presto inserite leregistrazioni dellagiornata.

Francesca Del Corso

Conoscersi per convivere in pace

LA GIORNATA DEL DIALOGO.........

CRISTIANI & ISLAMICI

VITA NOVATOSCANA OGGI10 novembre 2019VIII

Il venerdì dalle 16 alle 18Chiesa di Santo Stefanodei Cavalieri a Pisa(ingresso da via Consoli del Mare)

Venerdì 15 novembre 2019PAOLA PISANILa beata Chiara Gambacorti e il monastero di San Domenico

Venerdì 13 dicembre 2019 ELENA GIANNARELLIMemorie di una Normalista

Venerdì 17 gennaio 2020MARCO COLLARETAI tesori della chiesa dei Cavalieri

Venerdì 14 febbraio 2020VERA GHENOPotere alle parole. Perché usarle meglio

Venerdì 13 marzo 2020MICHELE FEOCosa leggeva la Madonna?

Venerdì 17 aprile 2020CRISTINA SAGLIOCCOQuando gli italiani studiavano in Seminario

Venerdì 15 maggio 2020ANDREA FAGIOLIQuel che resta della tv

PER INFORMAZIONI: Tel. 050 565543 Email: [email protected]