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C O N F A I Matteo Bernardelli | Luigi Pisoni Agricoltura in outsourcing il futuro dei servizi agromeccanici

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CONFAI

Matteo Bernardelli | Luigi Pisoni

Agricoltura in outsourcingil futuro dei servizi agromeccanici

È che con grande piacere che, a nome di Confai, la Confederazione degli

Agromeccanici e Agricoltori Italiani, mi accingo ad inaugurare una collana

di e-book dedicati ai temi di principale interesse dei protagonisti del settore

primario.

La divulgazione tecnica e manageriale al servizio del comparto agromeccanico

e agricolo rientra infatti tra le priorità di Confai Academy, la prima Corporate

University italiana per l’agricoltura, che la nostra associazione ha fondato al

fine di soddisfare le esigenze formative del variegato panorama imprenditoriale

in cui si manifesta la moderna agricoltura professionale.

L’obiettivo di Confai è che il mondo rurale possa disporre di strumenti sempre

più efficaci per far fronte alle grandi sfide che attendono le nostre imprese

nell’ambito di un’agricoltura assai globalizzata e competitiva.

Il saluto di CONFAI

Leonardo BolisPresidente di Confai

CONFAI

Confai Academy ha inteso dedicare il primo e-book della propria collana

di pubblicazioni digitali al tema dell’agricoltura in outsourcing, ovvero ad

un’agricoltura professionalmente e tecnologicamente avanzata in cui il ricorso

ai servizi in conto terzi costituisce un aspetto imprescindibile della moderna

organizzazione aziendale del settore.

Riduzione dei costi di lavorazione, raggiungimento di proficue economie di

scala ed elevato rispetto per le risorse naturali sono solo alcuni dei vantaggi che

derivano dalla scelta di esternalizzare una parte rilevante dei processi aziendali

di un’impresa agricola a qualificate imprese contoterziste.

Nelle pagine di questo libro trova infine spazio una proposta di nuova

collaborazione tra imprese agricole e agromeccaniche, che mira a fornire una

concreta risposta ad alcune tra le principali criticità che i protagonisti del settore

primario stanno vivendo da diversi anni a questa parte.

Introduzione

Marco SpezialiPresidente di Confai Academy

CONFAI

PartnersCONFAI

Indice

Agricoltura sempre più in outsourcing

Come cambia l’agri-coltura italiana

Esternalizzare per ridurre i costi

I dati dell’agricoltura in outsourcing A

I vantaggi dei servizi in conto terzi

Quando ricorrere ai servizi agromeccanici

Verso un’agricoltura più verde

Produrre in modo ecosostenibile

Le priorità dell’Unione Europea

Agricoltura conservativa A

La proposta del mondo agromeccanico

La tecnica al servizio dell’ambiente B

Agricoltura di precisione C

APPROFONDIMENTI

A - Coltivazioni eco-friendlyB - Per una migliore qualità del lavoroC - Testimonianze sul precision farming

l

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A - Prospettive di collaborazione tra agricoltori e agromeccanici: la proposta di Confai

l

APPROFONDIMENTI

Indice

L’impresa agricolacreativa

Un nuovo modello di impresa agricola

Le frontiere della mul-tifunzionalità agraria

Verso realtà aziendali più grandi ed efficienti

I trend globali dell’agricoltura

L’imprenditore agricolo del prossimo futuro

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03INTERVISTE

- Massimo Goldoni | Presidente di FederUnacoma

- Johann Planatscher | General manager Fendt Italia

- Andrea Pangrazio | Responsabile vendite Italia - Rete Agricoltura di Merlo S.p.a.

- Mario Danieli | Direttore vendite Italia di Argo Tractors

- Paolo Marchetti | Presidente di Marchetti Macchine Agricole

- Carlo Zamponi | Presidente di UNACMA

Come cambia l’agricoltura italiana

Secondo l’opinione corrente,

l’agricoltura rappresenterebbe

un settore dove la figura

predominante è quella del

coltivatore diretto, ovvero del

piccolo proprietario o affittuario

di terreni agricoli dedito a curare

e lavorare direttamente i propri

poderi. Del resto la dimensione

media delle aziende agricole in

Italia è di soli 7,9 ettari.

Tuttavia, nonostante la ridotta

dimensione aziendale media,

da alcuni anni a questa parte

nelle nostre campagne si sta

assistendo ad un fenomeno che sta

cambiando il volto dell’operatore

agricolo tradizionale. Nei fatti

ci sono sempre meno coltivatori

diretti e sempre più imprenditori

agricoli che hanno optato per

un’agricoltura che potremmo

definire in outsourcing, dove

prevale cioè il ricorso a servizi in

conto terzi. Di che cosa si tratta?

Cap.1

.1

Agricoltura sempre più in outsourcing

Esternalizzare per ridurre i costi

Stiamo parlando dell’ormai

diffusa consuetudine di

affidare alle cosiddette imprese

agromeccaniche una o più fasi

della lavorazione dei terreni.

Per razionalizzare il lavoro

e i costi di produzione molti

agricoltori, infatti, anziché

acquistare onerose attrezzature,

preferiscono semplicemente

rivolgersi a operatori terzi dotati

delle più moderne macchine

agricole e farsi fornire di volta

in volta i servizi più idonei per i

piani di coltivazione dei propri

terreni. A questo tipo di servizi

si rivolgono sempre più proprio i

piccoli e medi conduttori di terreni

agricoli, i quali si rendono conto

dell’impossibilità di sostenere

in proprio le spese necessarie

per avere un parco macchine

moderno e al passo con le esigenze

Cap.1

.2

Agricoltura sempre più in outsourcing

Cap.1

.2

Esternalizzare i servizi di

coltivazione e raccolta è una pratica

ormai radicata nell’agricoltura

intensiva di pianura.

dell’agricoltura contemporanea.

Anche per l’agricoltura professionale italiana

l’orizzonte verso cui ci si muove è quello delle

grandi agricolture del Nord Europa e del continente

americano. In un recente approfondimento del

prestigioso Financial Times si sottolineava che il

ritmo rapidissimo delle operazioni di semina negli

Stati Uniti dimostra come le nuove tecnologie -

dai sistemi di guida satellitare all’impiego delle

seminatrici a 48 file – abbiano trasformato il

comparto agricolo da una realtà di imprese familiari

a un’industria che richiede enormi investimenti

di capitali. Le seminatrici di maggiori dimensioni

– osserva il FT – possono arrivare a costare quasi

350.000 dollari ognuna.

I dati dell’agricoltura in outsourcing

In base ai dati elaborati dall’Osservatorio

economico di Confai Academy, la grande

maggioranza degli agricoltori operanti nelle

grandi aree di pianura del nostro Paese sceglie di

“terziarizzare” una o più fasi di lavorazione dei

terreni. Si tratta di un fenomeno in linea con le

esigenze di un settore in rapida evoluzione. Del

resto, in qualsiasi ambito economico l’imprenditore

si trova oggigiorno a valutare quali funzioni

svolgere con risorse interne all’azienda e quali

altre funzioni delegare a soggetti esterni: è una

classica valutazione di costo-opportunità.

Esternalizzare i servizi di coltivazione e raccolta

è una pratica ormai radicata nell’agricoltura

intensiva di pianura. In Lombardia, prima

Cap.1

.3

Agricoltura sempre più in outsourcing

Cap.1

.3

regione italiana per valore della

produzione lorda vendibile

(ovvero il Pil dell’agricoltura),

le imprese agromeccaniche

effettuano innanzitutto il 97%

della raccolta di soia e cereali,

quali mais, frumento e orzo.

Inoltre, più del 70 % delle altre

lavorazioni in campo nelle aree

di pianura è parimenti effettuata

da soggetti che lavorano in conto

terzi: si va dalla preparazione del

letto di semina ai trattamenti

antiparassitari, dall’imballatura

dei foraggi fino all’essiccazione e ad

altre forme di messa in sicurezza

del prodotto finale.

I vantaggi dei servizi

in conto terzi

Quali sono i vantaggi per

gli agricoltori che si affidano ai

servizi in conto terzi? Le moderne

aziende agricole sono impegnate

in una quotidiana battaglia che

ha come teatro uno scenario

globale sempre più agguerrito. In

questo contesto l’imprenditore

agricolo non può pensare di

poter fare tutto da sé, pena

l’espulsione dai mercati stessi. È

per questa ragione di fondo che

il contoterzismo rappresenta

un aiuto indispensabile per le

Cap.1

.4

Agricoltura sempre più in outsourcing

imprese agricole intenzionate a

non retrocedere e a crescere nella

propria capacità competitiva:

le imprese agromeccaniche,

infatti, mettono a disposizione

una professionalità alta, frutto

di un continuo aggiornamento

tecnologico e scientifico, e sono

Cap.1

.4in grado di operare in condizioni di economia di

scala che consentono un contenimento dei costi di

produzione non alla portata della singola azienda

agricola.

In effetti è proprio il tema delle economie di scala a

rendere particolarmente conveniente e competitivo

il ricorso all’outsourcing. I contoterzisti, lavorando

complessivamente grandi superfici appartenenti

a diversi proprietari, sono in grado di superare

i vincoli posti dalle ridotte dimensioni delle

singole aziende. Grazie alla specializzazione in

operazioni ad alto valore aggiunto, quali la semina

diretta, l’agricoltura di precisione e il supporto

alla produzione di bioenergia, oggigiorno gli

agromeccanici si dimostrano più che mai partner

essenziali delle imprese agricole.

Un sempre maggiore ricorso ai servizi in conto terzi

potrebbe abbassare significativamente alcune voci

di costo a carico delle imprese agricole. A questo

riguardo Luigi Sartori, docente di meccanizzazione

agricole, macchine e impianti zootecnici

all’Università di Padova, in un’intervista rilasciata

Cap.1

.4ad Agrisole nel settembre del 2012 ha affermato

che nel nostro Paese il parco macchine delle

aziende agricole molto spesso è sovradimensionato

“con la conseguenza che anche i costi di gestione

sono più elevati. Le aziende agricole italiane hanno

una dimensione media di 7-8 ettari, in linea con

il Portogallo e la Grecia, e non paragonabile alle

estensioni delle proprietà in Spagna, Francia o

Germania. Quindi da noi bastano trattori che

abbiano una potenza eccessiva. Anzi, l’ideale

potrebbe addirittura avere un trattore anche per 2

o 3 aziende, se gli ettari sono pochi”.

Per Sartori “la formula forse più azzeccata è affidarsi

ai contoterzisti. Le imprese agromeccaniche sono

le uniche che hanno la forza di ammortizzare le

macchine e riescono, grazie alle estensioni sulle

quali operano, a fare innovazione”.

Prospettive di collaborazione tra agricoltori e agromeccanici: la proposta di Confai

Confai, la Confederazione degli

Agromeccanici e Agricoltori

Italiani, ha recentemente

formulato una proposta rivolta

ai principali attori del settore

primario.

In un’epoca di globalizzazione

sempre più marcata, a maggior

ragione di fronte alla difficile

situazione che il settore primario

sta vivendo da diversi anni, le

imprese agricole hanno maturato

la piena consapevolezza di non

poter condizionare i prezzi dei

prodotti e dei servizi venduti:

l’unica strada ragionevolmente

praticabile è quella che punta ad

agire sul versante dei costi e delle

economie di scala.

Per questo Confai ritiene che

siano ormai maturi i tempi per

sperimentare anche in Italia la

formula degli “accordi globali di

coltivazione”, che nelle agricolture

di Paesi come la Francia e gli Stati

Uniti sta portando risultati assai

positivi.

A che cosa ci si riferisce? Ad una

pianificazione anticipata e su

scala pluriennale delle esigenze

di servizio delle aziende agricole

di ampie porzioni di territorio: in

una prospettiva di questo genere,

i contoterzisti sarebbero in grado

di programmare adeguatamente

il proprio lavoro, realizzando

significativi risparmi nell’impiego

di macchine, manodopera e altri

fattori di produzione e trasferendo

gran parte di questi benefici ai

colleghi agricoltori, sotto forma di

minori prezzi dei servizi.

APPROFONDIMENTI

Quando ricorrere ai servizi

agromeccanici?

Quali i criteri da seguire per decidere se

affidare o meno determinati compiti ad un

operatore terzo? Ogni imprenditore agricolo deve

innanzitutto fare i propri conti e stabilire quanta

parte delle operazioni colturali sia conveniente

esternalizzare e quanta parte realizzare con mezzi

propri dell’azienda. Si tratta di vedere quanto costa

“fare le cose in casa”, valutando accuratamente

le spese di acquisto delle macchine, ma anche

ammortamenti, assicurazioni, manutenzioni e

spese generali. In molti casi ci si renderà conto

facilmente della convenienza di optare per i servizi

agromeccanici: lavorando meno, si potrà perfino

Cap.1

.5

Agricoltura sempre più in outsourcing

Ogni imprenditore agricolo deve innanzitutto fare i propri conti

e stabilire quanta parte delle operazioni colturali sia conveniente

esternalizzare e quanta parte realizzare con mezzi propri dell’azienda.

Cap.1

.5

guadagnare di più.

La progressiva diffusione dei servizi agromeccanici, oltre a rendere più efficienti i

processi aziendali, porta anche altri rilevanti benefici: uno di questi è costituito dai

riflessi in termini di riduzione degli infortuni in agricoltura.

La generale diminuzione degli infortuni registratasi nel settore primario negli ultimi

anni, benché si tratti di una battaglia non ancora vinta, è stata possibile anche grazie

ad un sempre maggiore ricorso ai servizi offerti dalle imprese agromeccaniche, le quali

operano con professionalità, specializzazione e mezzi ed attrezzature moderne dotate

di sistemi in grado di garantire agli operatori la migliore sicurezza.

Produrre in modo eco-sostenibile

L’agricoltura eco-sostenibile costituirà il

vero banco di prova per le aziende agricole verso il

2020, data fissata dall’Unione Europea come termine

per il raggiungimento di una serie di obiettivi in

campo ambientale.

Il tema della qualità ambientale delle attività del

settore primario rappresenta oggigiorno un capitolo

di grande interesse per l’agricoltura italiana ed

europea. Viviamo infatti in un’epoca in cui sia le

istituzioni sia i cittadini chiedono agli imprenditori

agricoli un impegno forte verso produzioni realizzate

nel pieno rispetto dell’ambiente e dei cicli naturali.

In questo campo le imprese agromeccaniche, come

vedremo, hanno da tempo messo a punto servizi di

coltivazione capaci di rispondere a questa domanda

di “agricoltura verde” salvaguardando alti standard

di efficienza e di produttività.

Cap.2

.1

Verso un’agricolturapiù verde

Da diversi anni le questioni ambientali si sono ritagliate un proprio spazio nella

politica agricola dell’UE

Le priorità dell’Unione Europea

Da tempo, in occasione di ogni riforma

della Politica agricola comune (Pac), ad occupare

gran parte delle discussioni tra istituzioni e

portatori di interessi è soprattutto il peso da

attribuire in ambito agricolo alla strategia

complessiva promossa dall’Unione Europea in

materia ambientale, fortemente legata ad un

obiettivo di crescita sostenibile: ci troviamo

di fronte ad un modello di sviluppo volto a

promuovere un’economia sempre più rispettosa

dell’ambiente, pur nell’ambito di finalità generali

di efficienza e competitività.

Da diversi anni le questioni ambientali si sono

ritagliate un proprio spazio nella politica agricola

dell’UE, il che ha fatto sì che le aziende agricole

Cap.2

.2

Verso un’agricolturapiù verde

Cap.2

.2

diventassero sempre più una sorta di braccio operativo di Bruxelles in questa battaglia

a tutela dell’ambiente.

Tuttavia, se fino al 2005 l’adesione a programmi comunitari di salvaguardia del

paesaggio rurale poteva costituire semplicemente un’occasione per integrare il

reddito aziendale, a partire da quella data tutte le imprese agricole europee sono

state assoggettate alla cosiddetta condizionalità obbligatoria, ovvero al rispetto di una

serie di rigide disposizioni in materia di ambiente, sanità pubblica, salute delle piante

e benessere degli animali, pena l’esclusione – in caso contrario – dagli aiuti comunitari

riservati al settore agricolo.

Agricoltura conservativa

Un ambito di intervento agroambientale

che potrebbe essere accolto con favore da una certa

parte del mondo agricolo è quello della cosiddetta

agricoltura conservativa o agricoltura blu, ovvero

un insieme di tecniche agricole eco-sostenibili che

puntano ad un’alterazione minima della struttura

superficiale del suolo. Ci si riferisce in particolare

alla semina diretta, una pratica di coltivazione che

fa a meno della tradizionale aratura profonda dei

suoli, la quale va di pari passo con un forte impiego

di prodotti chimici e può quindi arrivare in alcuni

casi ad alterare in maniera significativa l’assetto

naturale del suolo.

Qual è l’origine del movimento dell’agricoltura

conservativa? Si tratta di modalità di semina

Cap.2

.3

Verso un’agricolturapiù verde

La tecnica della semina diretta è quanto di più naturale ci sia ed è vecchia quanto l’agricoltura stessa.

Cap.2

.3

messe a punto negli Stati Uniti circa 50 anni fa, ma riscoperte solo in tempi recenti.

In tutta Italia si contano ancora solo poche migliaia di ettari coltivati in questo modo

su una superficie agricola utilizzata di quasi 13 milioni.

La tecnica della semina diretta è quanto di più naturale ci sia ed è vecchia quanto

l’agricoltura stessa. Da qualche tempo a questa parte, tuttavia, in diversi Paesi se ne

sono riscoperti i vantaggi anche a livello economico e non solo ambientale: questo

ha fatto sì che nelle grandi agricolture avanzate del Nord America, così come del

Brasile e dell’Argentina, questa tecnica sia stata rapidamente applicata su vasta scala

con risultati assai interessanti e senza sorprese dal punto di vista agronomico.

Coltivazioni eco-friendly

Le pratiche dell’agricoltura conservativa, oltre a far risparmiare l’agricoltore, incrementano la qualità e il valore nutritivo degli alimenti coltivati su questi terreni. L’assenza di tecniche di coltivazione invasive fa sì che non venga alterato il naturale assetto del suolo e che non siano dispersi alcuni nutrienti di base. Ne deriva un terreno più ricco in fosforo, calcio e altri importanti costituenti, dal quale si ricavano alimenti naturalmente fortificati con vitamine e minerali. Tutto questo – a detta di molti studiosi – aprirebbe le porte ad un nuovo tipo di agricoltura sostenibile, con vantaggi paragonabili a quelli delle moderne coltivazioni biologiche e biodinamiche.

APPROFONDIMENTI

La proposta del mondo agromeccanico

Confai, la Confederazione

degli Agromeccanici e Agricoltori

Italiani, stima che ameno un

milione di ettari di superficie

agricola in Italia potrebbero essere

immediatamente convertiti a

questo tipo di agricoltura eco-

sostenibile, senza bisogno di

interventi strutturali sugli assetti

dei suoli. Ciò comporterebbe una

riduzione secca delle emissioni

annue di CO2 pari a circa 108.000

tonnellate su una superficie di un

Cap.2

.4

Verso un’agricolturapiù verde

milione di ettari coltivati a cereali.

Oltre ad essere altamente eco-

friendly, infatti, questo nuovo modo

di concepire il rapporto con la terra

ha interessanti risvolti positivi per

l’economia dell’azienda agricola. I

maggiori vantaggi si registrano sul

fronte delle spese cui gli agricoltori

il terreno seminato su sodo riduce l’evaporazione del 60%,

tagliando drasticamente la domanda di acqua

da irrigazione.

Cap.2

.4

vanno normalmente incontro

durante la stagione produttiva: il

risparmio di carburante è notevole,

fino al 70%, e lo stesso dicasi per il

costo della manodopera.

A ciò si deve aggiungere il

significativo risparmio di acqua,

risultato che sarebbe di particolare

rilievo nella realtà di molte regini

italiane, la cui agricoltura si

confronta quasi tutti gli anni con

il problema della siccità. Secondo i

dati diffusi da AIPAS, l’Associazione

italiana produttori amici del suolo,

il terreno seminato su sodo riduce

l’evaporazione del 60%, tagliando

drasticamente la domanda di acqua

da irrigazione.

Per una migliore qualità del lavoro

L’agricoltura conservativa si basa sulla convinzione che una buona gestione dei suoli consente di incrementare l’attività biologica di questi ultimi e di ottenere quindi prodotti di qualità nettamente superiore.Ma non sono da trascurare i vantaggi che la cosiddetta agricoltura blu comporterebbe per la qualità del lavoro, e quindi della vita, degli agricoltori stessi. Un ettaro di seminativi condotto secondo i dettami dell’agricoltura conservativa richiede infatti un impegno pari a sole quattro ore di lavoro, a fronte di ben dodici ore per ettaro richieste dall’applicazione di arature profonde e altre lavorazioni proprie dell’agricoltura convenzionale.

APPROFONDIMENTI

La tecnica al servizio dell’ambiente

La coltivazione su sodo e le

altre forme di agricoltura “a basso

impatto”, per essere praticata in

modo razionale e vantaggioso,

richiedono l’applicazione di alcuni

accorgimenti agronomici e tecnici:

le principali imprese contoterziste

sono ben preparate da questo

punto di vista e offrono volentieri

queste modalità di coltivazione

agli agricoltori che le richiedono.

In particolare si rende necessario

l’intervento di seminatrici con

caratteristiche parzialmente

Cap.2

.5

Verso un’agricolturapiù verde

diverse rispetto a quelle

convenzionali e in grado di mettere

a dimora il seme nel terreno

evitando sia l’aratura del suolo sia

la maggior parte delle altre forme di

lavorazione meccanica del terreno.

Sotto questo profilo non sono molte

le aziende agricole di dimensioni tali

Cap.2

.5

da poter ammortizzare i necessari

investimenti in attrezzature. È

consigliabile optare quindi per un

utilizzo di servizi in conto terzi o per

soluzioni di carattere cooperativo.

Peraltro la nuova riforma della

Pac, elaborata a Bruxelles e valida

fino al 2020, con un sistema di aiuti

flessibili e comunque per molti versi

inferiori rispetto al precedente

impianto, rilancia ulteriormente

la soluzione del contoterzismo

come strumento di sostenibilità

economica ed ambientale.

Sul ruolo decisivo delle imprese

agromeccaniche in vista di

una compiuta affermazione

Cap.2

.5

dell’agricoltura conservativa

è intervenuto recentemente il

prof. Pietro Piccarolo, georgofilo,

ordinario di Meccanica agraria

all’Università di Torino e presidente

dell’Accademia di Agricoltura di

Torino.

In un’intervista rilasciata ad

Agronotizie nel maggio 2013

Piccarolo ha dichiarato che “una

macchina che viene impiegata

per due ore all’ettaro entra, se non

si hanno dimensioni superiori ai

100 ettari, nell’ambito del sotto-

utilizzo. In questo ambito le imprese

agromeccaniche hanno un ruolo

fondamentale. Le dimensioni

delle aziende agricole italiane,

così ridotte, rappresentano un

freno rilevante. Credo che le

organizzazioni di produttori

debbano spingere per promuovere

il ricorso al contoterzismo”.

Agricoltura di precisione

Tra le tecniche di

coltivazione che contribuiscono

a configurare un settore

primario più ecosostenibile vi

sono indubbiamente quelle

riconducibili all’agricoltura di

precisione.

Facciamo un esempio. Nel

Foggiano, il “granaio d’Italia”,

il navigatore satellitare con la

guida assistita è diventato ormai

una dotazione di base per 4

nuovi trattori su 10 che vengono

acquistati. Le macchine da raccolta

Cap.2

.6

Verso un’agricolturapiù verde

e i trattori di potenza superiore ai

180 Hp escono dalle concessionarie

ormai con il pacchetto completo in

dotazione.

In altri termini, l’agricoltura di

precisione sta vivendo una fase

di slancio, complici i rincari del

carburante e dei mezzi tecnici per

Nel Foggiano, il “granaio d’Italia”,

il navigatore satellitare con

la guida assistita è diventato ormai una

dotazione di base

Cap.2

.6

l’agricoltura, che con le impennate degli ultimi mesi

impongono alle imprese agricole di porre maggiore

attenzione ai costi di produzione. Se ci si mettono

poi gli obblighi legati alla tracciabilità dei prodotti

agroalimentari lungo tutta la filiera e la prospettiva

di un giro di vite in materia di sostenibilità a partire

dal 2014, il precision farming si traduce praticamente

in un investimento utile.

Ecco allora che tecnologie come la telemetria e

il controllo remoto delle operazioni in campo –

esattamente come se trattori e macchine operatrici

fossero delle vetture da Formula 1 – si stanno

diffondendo con un ritmo decisamente più sostenuto

rispetto al passato. Il Foggiano è solamente una delle

aree in cui l’agricoltura di precisione si sta affermando,

al pari della Pianura padana, per effetto dei vincoli

imposti dalla Direttiva nitrati e della deroga ad essa

collegata. Ma anche le colture orticole rappresentano

un segmento in cui gli strumenti iper-tecnologici

montati sulle trattrici sono decisamente efficaci.

Testimonianze sul precision-farming

Claudio Vella, agricoltore e agromeccanico di San Giorgio La Molara (Benevento), conduce un’azienda di 250 ettari ad indirizzo cerealicolo. “Sono ormai due anni che ho preso la strada dell’agricoltura di precisione – ha dichiarato in un recente evento organizzato da Veronafiere e MAD-Macchine agricole domani – con risultati estremamente soddisfacenti sul fronte dei risparmi”.La sforbiciata su costi di produzione, rivela, “incide fino al 15 per cento per gli agrofarmaci e fino al 10 per cento per il carburante”. Concretamente, “in un’azienda di 250 ettari questo si traduce in un risparmio di 15 tonnellate di fertilizzante e di 3 tonnellate di gasolio nelle fasi di lavorazione, con una semina tradizionale”. E con il prezzo del gasolio agricolo cresciuto di oltre il 40% in due anni, parliamo di minori uscite di cassa per 3.500 euro, ai quali si deve sommare il denaro

risparmiato per i mezzi tecnici.“Normalmente il primo step è rappresentato dall’installazione del navigatore satellitare con sistema di geoposizionamento – spiega Marco Limina, direttore di Macchine agricole domani (Edizioni de L’Informatore Agrario) – ma le tecnologie ormai a disposizione sono veramente molte, soprattutto per le fasi di mappatura dei raccolti e dei terreni e per la distribuzione di agrofarmaci, fitosanitari, fertilizzanti o reflui di origine animale. Senza dimenticare la guida assistita”. Ormai siamo vicini al trattore che si muove senza pilota.

APPROFONDIMENTI

Un nuovo modello di impresa agricola

Dedichiamo l’ultimo capitolo di questo libro al

tentativo di definire i contorni del modello aziendale

che potrebbe caratterizzare l’agricoltura italiana del

prossimo futuro.

Abbiamo deciso di definirlo con l’espressione

“impresa agricola creativa”. A che cosa ci riferiamo?

Ad un’impresa capace di interpretare in maniera

sempre nuova le continue sfide di un settore

multiforme e molto più competitivo che in passato:

un’impresa in grado di confrontarsi con i mercati

internazionali senza perdere al tempo stesso il senso

più profondo del legame con il proprio territorio.

Come fare tutto questo?

Cap.3

.1

L’impresa agricolacreativa

Le frontiere della multifunzionalità agraria

Comunemente si ritiene che agricoltura

multifunzionale e agricoltura professionale siano

due cose totalmente diverse, spesso contrapposte.

Persino l’ISTAT sembra far propria questa

interpretazione quando dice che in Italia solo il

5% delle aziende agricole opera nel settore della

multifunzionalità, inteso grosso modo come somma

di agriturismo, vendita diretta e didattica in fattoria.

In realtà, l’agricoltura multifunzionale non è un

settore, non è una somma di comparti produttivi,

bensì un modo di interpretare la funzione agricola

di produzione di beni e servizi.

Un’impresa è creativa non tanto per le cose che fa,

quanto in base a come le fa e alla mentalità con cui

agisce.

Cap.3

.2

L’impresa agricolacreativa

Verso realtà aziendali più grandi ed efficienti

La moderna agricoltura sta generando da

tempo una nuova tipologia di azienda agricola: si

tratta di quelle grandi aggregazioni di terreni e di

produzioni che ruotano attorno ad ognuna delle

aziende agromeccaniche professionali.

Tali estensioni sono coltivate da ognuno dei nostri

agromeccanici applicando economie di scala e

dosando in maniera oculata i fattori di produzione,

come se questi appezzamenti fossero parte di

un’unica realtà aziendale. Nei prossimi anni

questo modello gestionale potrà rappresentare un

valido antidoto all’eccessiva parcellizzazione delle

proprietà agricole che è tipica di molte aree del

nostro Paese e che rischia di portare alla chiusura

un numero sempre più rilevante di aziende.

Cap.3

.3

L’impresa agricolacreativa

I trend globali dell’agricoltura

Nella recente edizione di Best

Seller Award, evento organizzato

da Veronafiere per riunire tutta

la filiera della meccanica agricola,

dai costruttori ai rappresentanti

del mondo agricolo, dalle

imprese agromeccaniche alla

componentistica, il prof. Dario

Casati, docente di Economia

agraria ed estimo dell’Università

di Milano, ha fatto il punto sulle

grandi tendenze in atto nel

panorama agricolo mondiale.

Una delle variabili più

interessanti da monitorare

sarà senz’altro l’esigenza di

Cap.3

.4

L’impresa agricolacreativa

aumentare le produzioni agricole.

“Nel 2050 – ha affermato Casati

- la popolazione arriverà a 9,11

miliardi e le rese per il frumento

dovranno passare dalle attuali

2,8 tonnellate/ettaro a 3,8, per

il riso da 4,1 a 5,3, per il mais da

4,7 a 6,1. Il fabbisogno alimentare

sarà in media di 3.070 calorie e

Cap.3

.4

la produzione agricola dovrà aumentare in media

del 60 per cento: rispetto ad oggi, nei Paesi in via

di sviluppo del 77 per cento e del 24 per cento nei

Paesi sviluppati.

Ulteriori indicatori della crescita rilevano che

il fabbisogno dei cereali passerà dagli attuali 2,1

miliardi di tonnellate a 3, mentre per la carne si

passerà dagli attuali 258 milioni di tonnellate a

455. Tutto ciò contribuisce a delineare una nuova

prospettiva nel settore agroalimentare mondiale,

che richiederà una nuova agricoltura, in termini

di investimenti, tecnologie e produttività, come

evidenziato negli stessi documenti preparatori di

Expo 2015, la grande Esposizione Universale di

Milano dedicata a sostenibilità e alimentazione.

L’altro fattore chiave sarà dato proprio dall’esigenza

di raggiungere la sostenibilità, basata – secondo

Casati - su quattro punti: “Soddisfare il fabbisogno

Soddisfare il fabbisogno alimentare di uomini e animali

Cap.3

.4

alimentare di uomini e animali,

fibra e biocarburanti; migliorare

la qualità dell’ambiente e la

disponibilità delle risorse;

sostenere la vitalità economica

dell’agricoltura; migliorare la

qualità della vita per agricoltori,

lavoratori agricoli e società nel

suo insieme”.

In quest’ottica i ruolo della

meccanizzazione agricola

rappresenta un fondamentale

valore aggiunto, in grado di

sostenere il miglioramento

produttivo.

L’imprenditore agricolo del prossimo futuro

Alla luce del quadro che

abbiamo delineato nelle pagine

precedenti l’imprenditore

agromeccanico deve giocare

le proprie carte con la

consapevolezza di avere assunto

un ruolo decisivo per le sorti del

settore primario. Deve sapere

fin d’ora che potrà e, forse,

dovrà occupare lo scenario

dell’agricoltura italiana degli

anni a venire.

Gli imprenditori agricoli hanno

già sancito il ruolo indispensabile

dei servizi agromeccanici: è il

Cap.3

.5

L’impresa agricolacreativa

mercato che lo afferma in maniera

sempre più chiara. Manca solo

un salto di mentalità decisivo da

parte di tutti i protagonisti del

settore: ovvero la piena coscienza

che l’imprenditore agromeccanico

non è una presenza occasionale o

contingente nelle nostre aziende,

bensì un elemento costitutivo della

l’imprenditore agromeccanico deve giocare le proprie carte

con la consapevolezza di avere assunto un ruolo decisivo per le

sorti del settore primario.

Cap.3

.5

gestione aziendale e, nel prossimo

futuro, un probabile coautore della

strategia di sviluppo dell’impresa.

Nel complesso quadro del

mondo rurale italiano, se per

un verso anche i contoterzisti

agrari guardano al futuro con

giustificata preoccupazione, per

un altro dovranno coltivare la

propria attitudine ad anticipare

i cambiamenti in atto, con

la ferma convinzione che la

ricerca dell’innovazione e il

miglioramento della qualità dei

servizi continueranno ad essere –

nonostante la crisi – una sfida alla

portata del settore primario.

Al fine di raccogliere una visione il più possibile ampia e completa del mondo della

meccanizzazione agricola, Confai Academy ha realizzato una serie di interviste a

persone che, a vario titolo, rivestono un ruolo di rilievo nel comparto.

Le offriamo in appendice a questa pubblicazione quale contributo per una più

profonda comprensione delle dinamiche che caratterizzano la complessa filiera

della meccanizzazione e del contoterzismo agrario.

Le interviste di Confai AcademyCONFAI

Massimo GoldoniPresidente di FederUnacoma, Federazione Nazionale Costruttori Macchine per l’Agricoltura

Quante sono le imprese costruttrici aderenti a FederUnacoma e qual è il valore del comparto?“Abbiamo circa 300 imprese aderenti, che coprono una quota pari al 90% della produzione nazionale, quindi molto rappresentativa della realtà di questo settore. La produzione ha raggiunto nel 2012 un valore pari a 7,5 miliardi di euro per trattrici, parti di trattrici e altre macchine ed attrezzature comprese quelle per la cura del verde, e un valore di circa 2,5 miliardi di euro per le macchine movimento terra”.

Presidente, come sta andando il settore delle macchine agricole e le relative vendite in Italia e all’estero?“Il dato complessivo sulla produzione indica una ripresa del settore, che ha chiuso il 2012 con incrementi superiori al 3% per il comparto delle macchine agricole, ma questo positivo andamento si deve esclusivamente alla crescita delle esportazioni, che stimiamo nel

2012 superiore al 7% rispetto all’anno precedente.Il mercato interno è infatti in grave crisi, e dopo aver toccato nel 2012 il più basso livello dal 1953, con appena 19.300 trattrici immatricolate, segna nei primi mesi di quest’anno una ulteriore lieve flessione, che riflette la difficile condizione economica del Paese. Gli imprenditori agricoli, le amministrazioni pubbliche, i settori della cantieristica e delle manutenzioni, mai come in questo momento faticano ad effettuare investimenti per l’acquisto di mezzi meccanici nuovi”.

Quali sono i mercati più ricettivi e quali macchine agricole chiedono maggiormente?“La geografia dei mercati evolve rapidamente, e questo richiede alle imprese del nostro settore una particolare competenza nel capire quali sono i trend e come intercettare la domanda di meccanizzazione che viene dalle diverse aree del mondo. Nel comparto delle trattrici, ad esempio, i Paesi verso i quali i costruttori italiani indirizzano la propria produzione sono tradizionalmente la Germania, la Francia, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, ma con l’aggiunta ora di

interviste

nel nostro Paese, e come vi sia il rischio, ogni anno, di dover restituire a Bruxelles i fondi non impegnati. Riteniamo dunque che l’apertura ai contoterzisti avrebbe l’effetto positivo di aumentare la platea dei beneficiari e di accelerare le procedure di assegnazione dei fondi, con vantaggi per le imprese agromeccaniche e per le industrie costruttrici, ma con benefici in termini di efficienza e competitività per l’intero settore agricolo nazionale”.

FederUnacoma è favorevole alla revisione delle macchine agricole? Se sì, quali potrebbero essere i criteri per raggiungere concretamente gli obiettivi annunciati di sicurezza sul lavoro e in fase di circolazione?“Come noto la Federazione ha espresso fin dall’inizio una valutazione positiva circa l’introduzione di un provvedimento di questo tipo. Dobbiamo considerare, infatti, che abbiamo in Italia un numero di circa 1,9 milioni di trattrici delle quali circa 1,5 ormai obsolete, e che molte di queste non presentano i requisiti di sicurezza e affidabilità oggi richiesti.L’obiettivo del provvedimento per la revisione è quello di verificare che le macchine abbiano mantenuto le stesse caratteristiche dichiarate al momento

Paesi di nuova meccanizzazione, come la Polonia o il Sud Africa. Nel comparto delle altre macchine agricole e delle attrezzature, al di là dei tradizionali mercati europeo ed americano si vanno imponendo la Federazione Russa, la Polonia la Turchia ed altri Paesi dove la domanda di mezzi è in crescita e dove si aprono prospettive interessanti per i nostri costruttori”. I contoterzisti sono fra i principali acquirenti, almeno per alcune tipologie, di macchine agricole. In particolare, Confai chiede di poter accedere a specifiche misure dei Piani di sviluppo rurale. L’Unione europea è favorevole, ma la competenza spetta agli stati Membri. Come si esprime a riguardo FederUnacoma?“In effetti i contoterzisti coprono una parte sempre più significativa del mercato delle macchine agricole, e costituiscono una componente importante non soltanto per la maggiore propensione agli investimenti ma anche per la qualità delle tecnologie e la propensione all’aggiornamento del parco. Per quanto riguarda la possibilità per le imprese agromeccaniche di accedere ai fondi dei Piani di Sviluppo Rurale, abbiamo sottolineato più volte come i PSR siano ancora sottoutilizzati

dell’immatricolazione, e questo mi sembra un criterio minimo per la funzionalità e la sicurezza dei mezzi. Sappiamo bene che in questo momento le imprese sono giustamente sensibili a tutte le voci di costo che possono gravare sui bilanci aziendali, ma l’obiettivo della revisione, in sé, è corretto.Del resto, in mancanza dei decreti attuativi non possiamo sapere quali incombenze dovranno realmente affrontare i possessori dei mezzi meccanici. E’ bene, insomma, aspettare i decreti prima di formulare una valutazione sull’impatto effettivo del provvedimento”.

Agricoltura di precisione e minima lavorazione consentono di ridurre alcune voci dei costi di produzione e orientarsi verso un’agricoltura sostenibile, eppure non sono molto diffuse in Italia. Per quali motivi, secondo lei? “In questo momento è difficile fare una valutazione. Era lecito aspettarsi che proprio in questi anni si diffondessero nel nostro Paese sistemi di lavorazione e tecnologie di tipo innovativo, naturalmente non dovunque ma in quei contesti produttivi e ambientali nei quali le nuove tecnologie possono trovare una

valida applicazione.Purtroppo, veniamo da cinque-sei anni di crisi economica, che ha scoraggiato proprio gli investimenti in tecnologie di nuova generazione. L’industria italiana delle macchine, delle attrezzature e della componentistica ha una tradizione d’eccellenza in questo campo, e già lavora sulla meccatronica e sulla robotica che rappresentano la nuova frontiera della meccanizzazione agricola.Sono certo che nel prossimo futuro, con il miglioramento della situazione economica generale, avremo un rinnovato interesse nel nostro Paese per le tecnologie d’avanguardia”.

Johann PlanatscherGeneral manager Fendt Italia

All’interno dei volumi complessivi della sua azienda, quanto pesano le compravendite verso i contoterzisti in termini percentuali, di volumi e di valore?“Le vendite ai contoterzisti in termini di volumi rappresentano il 40% del totale, mentre a valore raggiungiamo il 50 per cento”.Ad oggi come sta andando il settore delle macchine agricole (o attrezzature) e le relative vendite in Italia e all’estero?“Ci riferiamo chiaramente al mercato italiano e il 2013 è un anno regolare per il marchio Fendt, più o meno in linea con l’anno scorso”.

Confai chiede di poter accedere a specifiche misure dei Piani di sviluppo rurale. L’Unione europea è favorevole, ma la competenza spetta agli stati Membri. Qual è la sua posizione?“Sicuramente un’apertura favorirebbe l’acquisto e rinforzerebbe l’agricoltura italiana”.

Quali potrebbero essere le strategie e le misure idonee per rilanciare le vendite, tenuto conto anche della particolare condizione economica?“Le misure sono due: il finanziamento con tasso agevolato e un programma di rottamazione”.

Agricoltura di precisione e minima lavorazione consentono di ridurre alcune voci dei costi di produzione e orientarsi verso un’agricoltura sostenibile, eppure non sono molto diffuse in Italia. Per quali motivi, secondo lei? “Perché le condizioni atmosferiche e le piccole estensioni delle nostre realtà non garantiscono una produzione allineata con gli investimenti iniziali”.

interviste

Andrea PangrazioResponsabile vendite Italia - Rete Agricoltura di Merlo S.p.a.

All’interno dei volumi complessivi della sua azienda, quanto pesano le compravendite verso i contoterzisti in termini percentuali, di volumi e di valore?“Le vendite ai contoterzisti, vista la tipologia del nostro prodotto, pesano il 15% del totale, pari a 45 macchine, per un fatturato in valore di 2.600.000 euro”.

Ad oggi come sta andando il settore delle macchine agricole (o attrezzature) e le relative vendite in Italia e all’estero?“Il mercato nazionale è stabile, mentre cresce molto l’export”.

Quali sono i mercati più ricettivi e quali macchine agricole (o attrezzature) chiedono maggiormente?“I mercati più importanti, dopo l’Europa, sono il Sud America, la Russia e le Repubbliche dell’ex Unione Sovietica, aree in cui il sollevatore telescopico non è ancora ben conosciuto”.

Confai chiede di poter accedere a specifiche misure dei Piani di sviluppo rurale. L’Unione europea è favorevole, ma la competenza spetta agli stati Membri. Qual è la sua posizione?

“Sono favorevole, a patto che sia studiato in modo oculato il sistema di incentivazione, per evitare di foraggiare costruttori senza scrupoli e penalizzare i contoterzisti, che lavorano onestamente e con professionalità”.

Quali potrebbero essere le strategie e le misure idonee per rilanciare le vendite, tenuto conto anche della particolare condizione economica?“Riduzione dell’IVA, per eliminare il mercato del sommerso, e finanziamenti a tasso agevolato solo per le aziende produttive, eliminando le realtà marginali che non portano alcun giovamento al settore”.

Agricoltura di precisione e minima lavorazione consentono di ridurre alcune voci dei costi di produzione e orientarsi verso un’agricoltura sostenibile, eppure non sono molto diffuse in Italia. Per quali motivi, secondo lei? “La principale motivazione è che esiste una grande fetta dei contoterzisti che non ha competenze in materia e ha scarsa professionalità: dimostrazione è che tali pratiche sono riservate a pochi imprenditori oculati e coscienziosi”.

interviste

Mario DanieliDirettore vendite Italia di Argo Tractors

All’interno dei volumi complessivi della sua azienda, quanto pesano le compravendite verso i contoterzisti in termini percentuali, di volumi e di valore?“E’ quanto mai difficile avere un dato simile ma credo si attesti sul 30% come McCormick e 15% come Landini”.

Ad oggi come sta andando il settore delle macchine agricole (o attrezzature) e le relative vendite in Italia e all’estero?“L’Italia continua la sua “sofferenza” anche se il mercato non ha avvertito cali considerevoli nei primi cinque mesi; secondo me l’anno chiuderà con un calo del 5% almeno.In generale il mercato estero è più costante, bene nei Paesi Africani, Sud Americani, Francia e Germania”.

Quali sono i mercati più ricettivi e quali macchine agricole (o attrezzature) chiedono maggiormente?“Dipende da molti fattori, esistono mercati che un anno sono statici e quello successivo crescono smisuratamente, vale per tanti Paesi africani, Marocco, Tunisia oppure

per Paesi dell’Est Europa. Le trattrici più utilizzate sono quelle basiche ed essenziali”.

Confai chiede di poter accedere a specifiche misure dei Piani di sviluppo rurale. L’Unione europea è favorevole, ma la competenza spetta agli Stati Membri. Qual è la sua posizione?“Ogni iniziativa a sostegno delle vendite è sicuramente ben accetta”.

Quali potrebbero essere le strategie e le misure idonee per rilanciare le vendite, tenuto conto anche della particolare condizione economica?“Maggiore accesso al credito”.

Agricoltura di precisione e minima lavorazione consentono di ridurre alcune voci dei costi di produzione e orientarsi verso un’agricoltura sostenibile, eppure non sono molto diffuse in Italia. Per quali motivi, secondo lei? “Poca informazione e poca conoscenza di tali prodotti e al loro reale utilizzo”.

interviste

Paolo MarchettiPresidente di Marchetti Macchine Agricole

All’interno dei volumi complessivi della sua azienda, quanto pesano le compravendite verso i contoterzisti in termini percentuali, di volumi e di valore?“Il contoterzista, inteso come impresa professionale, sta assumendo un ruolo sempre più determinante all’interno dell’azienda agricola relativamente all’intero processo colturale, sia sotto l’aspetto agronomico che economico.Stiamo infatti assistendo ad un’evoluzione importante delle tecniche colturali mirate alla riduzione dei costi, ad una più attenta gestione del suolo e di tutto il programma relativo alle concimazioni e la difesa delle colture.In questo ambito le nostre soluzioni tecniche trovano i giusto riscontro con effetti importanti sia in termini agronomici che commerciali. Pertanto il contoterzista rappresenta il nostro punto di forza e di riferimento poiché capace di adottare certe scelte e quindi “propositivo” verso le varie realtà aziendali”.

Ad oggi come sta andando il settore delle macchine agricole (o attrezzature) e le relative vendite in Italia e all’estero?“I risultati che stiamo ottenendo sono la conferma che siamo sulla direzione giusta con le nostre soluzioni tecniche, la qualità dei prodotti e dei nostri servizi”.

I contoterzisti sono fra i principali acquirenti, almeno per alcune tipologie di macchine agricole. In particolare, Confai chiede di poter accedere a specifiche misure dei Piani di sviluppo rurale. L’Unione europea è favorevole, ma la competenza spetta agli stati Membri. Qual è la sua posizione?“Ribadisco il ruolo determinante del contoterzista e le opportunità di crescita che si prospettano. Sicuramente l’azienda agricola dovrà (se non lo ha già fatto) cominciare a fare i conti economici nella sua gestione e l’unica certezza percorribile e quella di affidarsi a chi sa già cosa vuol dire fare impresa.

interviste

tecniche idonee alla riduzione dei costi, anche se questo non è certamente il modo di fare agricoltura.Fare agricoltura significa saper fare impresa e quindi avere già intrapreso dei percorsi collaudati e calcolati in termini agronomici ed economici, unico modo per restare sul mercato”.

È indispensabile quindi attivare delle specifiche misure adeguate e tali da sostenere l’adozione di specifici mezzi da parte di quelle realtà definite reali imprese professionali” .

Quali potrebbero essere le strategie e le misure idonee per rilanciare le vendite, tenuto conto anche della particolare condizione economica?“Una corretta informazione può essere un valido strumento di conoscenza. Incontri mirati quindi ed in aree pre-definite rappresentano la via per mettere a confronto risultati ed effetti ottenuti con l’utilizzo di tecniche colturali diverse e relativi conti alla mano. La parte principale viene rappresentata dall’aspetto agronomico e quindi la parte economica ne è il conseguente effetto.” Agricoltura di precisione e minima lavorazione consentono di ridurre alcune voci dei costi di produzione e orientarsi verso un’agricoltura sostenibile, eppure non sono molto diffuse in Italia. Per quali motivi, secondo lei? “L’attuale situazione economica nonché l’andamento climatico sono la molla che sta forzando la direzione verso scelte di

Carlo Zamponi Presidente di UNACMA, Unione Nazionale Commercianti Macchine Agricole

Quanti sono i dealer aderenti a Unacma e qual è il valore del comparto?“Il numero degli associati sta crescendo ogni anno. Oggi, comprese le Acma regionali e provinciali, siamo circa 350.Da un’analisi dei questionari che riceviamo, abbiamo dedotto che la somma di trattori nuovi e usati, attrezzature nuove e usate, ricambi, garden professionale, siamo su un valore di 4 miliardi di volume annuo. L’indagine è stata fatta con un mercato sopra i 20mila trattori venduti”.

Presidente, le vendite di macchine agricole in Italia ha ancora il segno meno. Si tratta della crisi o ci si dovrà abituare a numeri che oscillano tra 18 e 23mila mezzi venduti ogni anno?“Diverse sono le riflessioni che è giusto fare. L’Italia è sempre stato un Paese dai numeri importanti come Francia e Germania, anche se la Sau è inferiore. Per questi motivi e per la grande frammentazione delle nostre aziende, la tutela del reddito di queste piccole imprese non è più nelle priorità della Pac e di conseguenza la volontà di acquisto è scesa moltissimo.

È altresì vero che su un parco macchine di circa 1,5 milioni di trattori non posso credere che si aggiorni solo l’1-1,5% ogni anno”.

Quali soluzioni adottare per innescare una ripresa che all’estero sembra essere già avviata?“Non esiste un’azione specifica, ma se la nostra agricoltura, che vanta molti prodotti di eccellenza, non mantiene il passo con l’evoluzione tecnologica, ci troveremmo tra qualche anno a dover fare degli investimenti cosi ingenti che sarà complicatissimo sostenere.Se invece manteniamo un ricambio costante e diluito nel tempo, allora tutto sarà più facile”.

Si legge una certa fiducia, nelle sue parole.“Sì. Noi di Unacma siamo ottimisti, semplicemente perché sommiamo delle opportunità che abbiamo in questi ultimi anni trascurato: l’hobby farmer, ad esempio, è un comparto sempre più importante in termini di numeri, anche

interviste

di importanti beni strumentali come i trattori, se poi vengono utilizzate 100 ore all’anno. è più coerente incentivare una impresa che acquista il mezzo per svolgere lo stesso lavoro per più aziende. Spendiamo in modo più razionale i soldi pubblici e facciamo crescere le imprese agromeccaniche organizzate, visto che in un Paese con le aziende cosi frazionate sono l’unica soluzione per abbattere i costi. Parallelamente, facciamo fare alla aziende agricole investimenti legati alla qualità dei prodotti”.

Unacma è favorevole alla revisione delle macchine agricole?“Siamo molto favorevoli alla revisione. Lo ribadisco in modo chiaro per non avere equivoci. Siamo convinti che sarà un vantaggio per tutti”.

Quali potrebbero essere i criteri per raggiungere concretamente gli obiettivi annunciati di sicurezza sul lavoro e in fase di circolazione?“Procedo per punti, in modo da semplificare il discorso.1- La revisione colma un vuoto legislativo: dove oggi vengono controllati i nostri trattori, dalle Asl, dal ministero del Lavoro, dal Corpo forestale dello Stato, significa

se i fatturati sono ridotti. Ma se qualcuno si rende conto dei benefici sociali e di bellezza del territorio che attivano questo esercito di persone che torna a dedicarsi al proprio angolo di terreno, è probabile che anche una forma di sostegno minima possa muovere importanti propensioni all’acquisto.L’obiettivo è quello di rimanere tra i 25mila e i 30mila trattori venduti”.

In questi anni come è cambiato il mercato per le trattrici, i mezzi e le attrezzature, in termini richieste, tendenze, servizi?“Più che cambiare è tristemente diminuito, in particolar modo a Centro Sud. Comunque le tendenze confermano che si utilizzeranno sempre meno macchine, ma più potenti, più confortevoli e con tecnologie avanzate. La corsa alla potenza è stata in parte frenata, grazie alla maggiore attenzione ai consumi. Rimane poi la micro-agricoltura con macchine piccole e molto semplici”.

Confai chiede di poter accedere a specifiche misure dei Piani di sviluppo rurale. Cosa ne pensa Unacma?“Siamo assolutamente favorevoli. È inutile incentivare le imprese agricole all’acquisto

attuale e non lavorare con la mente proiettata a disegnare un futuro migliore di oggi significa svolgere in modo errato il compito di rappresentanti che ci è stato assegnato da tutti gli operatori”.

Anche il segmento dei dealer sta vivendo una fase di razionalizzazione. Dove si arriverà e come dovranno essere i commercianti di macchine agricole del futuro?“Meno macchine acquistate, di conseguenza meno dealer che vendono: credo sia una legge a cui non ci si può sottrarre. Così come i contoterzisti avremo imprese sempre più grandi che forniscono una grande quantità di servizi. È anche vero che proprio per la grande quantità e specializzazione necessaria ci sarà sempre lo spazio per imprese più piccole, capaci di specializzarsi e fornire comunque servizi competitivi e professionali”.

che domani un trattore che ha superato la revisione è in ordine con tutti.2 - Per i contoterzisti elimina una serie di improvvisati, che svolgono lo stesso vostro lavoro con macchine obsolete e pericolose da usare, per giunta a prezzi senza regola. 3 - Chiunque deve acquistare un trattore, esperto professionista o privato con un semplice documento, identifica se la macchina è a norma o non è aggiornata e quindi da revisionare (quando sarà possibile). Idem per qualsiasi venditore.4 - Gli incidenti sul lavoro, nella maggior parte dei casi (in aprile 2013 sono state oltre 30 le vittime) avvengono con macchine molto vecchie e non a norma. Credo che il costo sociale di tutto questo sia diventato insostenibile.Aggiungo una postilla. Nell’ultimo incontro al ministero delle Politiche agricole, dove si è discusso di questo argomento, sono rimasto molto sorpreso della posizione di Confai e Unima in merito alla revisione. Rimandare ulteriormente l’entrata in vigore di questa norma vuole dire rendere vano un lavoro che insieme svolgiamo nei diversi tavoli istituzionali, dove la priorità è la creazione di un ambiente di lavoro più sicuro, anche in agricoltura.Farsi influenzare dalla congiuntura

Enzo Cattaneo

Segretario Generale di Confai Academy

Confai Academy è la prima Corporate University italiana per l’agricoltura: una

moderna accademia d’impresa che realizza specifici percorsi formativi richiesti dal

mercato e previsti dalle normative applicate al settore agricolo e agromeccanico.

La scuola promuove inoltre attività di approfondimento e aggiornamento su temi

di carattere tecnico ed economico per il settore primario e su aspetti relativi alla

gestione aziendale e alla strategia d’impresa.

Confai Academy è un’associazione senza scopo di lucro partecipata dalle

organizzazioni territoriali aderenti a Confai, la Confederazione degli Agromeccanici

e Agricoltori Italiani. La sede nazionale è a Bergamo, in via dell’Industria n. 8. Altre

sedi operative sono localizzate ad Alessandria, Asti, Brescia, Grosseto, Livorno,

Mantova, Pavia, Rovigo, Torino.

All’interno di Confai Academy è attivo un Osservatorio Economico che promuove

attività di studio, analisi e ricerca, realizzate in proprio o in collaborazione con

istituzioni e società private.

Confai AcademyCONFAI

GRAZIE

CONFAI