AGESCI - ZONA DEL REVENTINO Progetto di Zona 2014/2017Progetto di Zona 2014/2017 Le tappe del...

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1 AGESCI - ZONA DEL REVENTINO Progetto di Zona 2014/2017 Le tappe del progetto Durante lo scorso anno abbiamo avuto modo di confrontarci e verificarci sul cammino che abbiamo intrapreso in questi ultimi anni, sulla strada che ancora dobbiamo percorrere insieme e sulle prossime sfide che ci aspettano, sia in Zona che nelle nostre Comunità capi. Siamo partiti da un’analisi molto critica dei punti di forza e di debolezza della nostra zona, su come stiamo camminando in questo preciso periodo storico e su come affrontiamo i cambiamenti repentini della società. Il confronto in ogni Comunità Capi con i membri del Comitato è stato un passaggio stimolante ed impegnativo. Ci ha permesso di fare chiarezza, di condividere le idee, di raccogliere i suggerimenti e i sogni di ogni capo della Zona, rispetto a come immaginiamo il nostro fare scoutismo nei prossimi quattro anni. L’incontro tra Co.ca. gemellate ha segnato una tappa importante verso il nuovo progetto e in maniera gioiosa sono emerse le singole identità dei gruppi. Dai vari momenti di verifica è emerso che la nostra Zona, composta da molti gruppi con peculiarità e con esigenze molto diverse, legate al quartiere in cui si trova, avverte sempre di più l’esigenza di essere segno tangibile di presenza attiva e concreta, in Zona, in Regione, nel territorio e nella chiesa. Dall’analisi sono emersi gli ambiti di interventi necessari per impegnarsi ad accompagnare i capi nello svolgimento del loro servizio, ad aiutare i Gruppi e la Zona a sentirsi sempre più parte attiva del territorio in cui ci troviamo a svolgere la nostra azione educativa. Il Comitato di Zona ha raccolto spunti e indicazioni emerse per fare sintesi e dare forma al nuovo progetto, portandone in Consiglio di Zona una bozza, cercando non solo di definire con precisione l’analisi e di conseguenza gli obiettivi e gli strumenti, ma descrivendo l’idea e lo stile che sarà necessario tenere presenti. Il risultato lo trovate in queste pagine. E in ogni pagina crediamo che ogni singolo capo possa ritrovare le proprie idee, le proprie esigenze e i propri sogni. Ora il progetto ci fornisce una direzione concreta e verificabile, spronandoci a non restare fermi a guardare perché “non si arriva ad una meta se non per ripartire”, per cui: Buona Strada!

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AGESCI - ZONA DEL REVENTINO

Progetto di Zona 2014/2017

Le tappe del progetto Durante lo scorso anno abbiamo avuto modo di confrontarci e verificarci sul cammino che abbiamo intrapreso in questi ultimi anni, sulla strada che ancora dobbiamo percorrere insieme e sulle prossime sfide che ci aspettano, sia in Zona che nelle nostre Comunità capi. Siamo partiti da un’analisi molto critica dei punti di forza e di debolezza della nostra zona, su come stiamo camminando in questo preciso periodo storico e su come affrontiamo i cambiamenti repentini della società.

Il confronto in ogni Comunità Capi con i membri del Comitato è stato un passaggio stimolante ed impegnativo. Ci ha permesso di fare chiarezza, di condividere le idee, di raccogliere i suggerimenti e i sogni di ogni capo della Zona, rispetto a come immaginiamo il nostro fare scoutismo nei prossimi quattro anni.

L’incontro tra Co.ca. gemellate ha segnato una tappa importante verso il nuovo progetto e in maniera gioiosa sono emerse le singole identità dei gruppi.

Dai vari momenti di verifica è emerso che la nostra Zona, composta da molti gruppi con peculiarità e con esigenze molto diverse, legate al quartiere in cui si trova, avverte sempre di più l’esigenza di essere segno tangibile di presenza attiva e concreta, in Zona, in Regione, nel territorio e nella chiesa.

Dall’analisi sono emersi gli ambiti di interventi necessari per impegnarsi ad accompagnare i capi nello svolgimento del loro servizio, ad aiutare i Gruppi e la Zona a sentirsi sempre più parte attiva del territorio in cui ci troviamo a svolgere la nostra azione educativa.

Il Comitato di Zona ha raccolto spunti e indicazioni emerse per fare sintesi e dare forma al nuovo progetto, portandone in Consiglio di Zona una bozza, cercando non solo di definire con precisione l’analisi e di conseguenza gli obiettivi e gli strumenti, ma descrivendo l’idea e lo stile che sarà necessario tenere presenti.

Il risultato lo trovate in queste pagine. E in ogni pagina crediamo che ogni singolo capo possa ritrovare le proprie idee, le proprie esigenze e i propri sogni. Ora il progetto ci fornisce una direzione concreta e verificabile, spronandoci a non restare fermi a guardare perché “non si arriva ad una meta se non per ripartire”, per cui:

Buona Strada!

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La Parola che ci illumina

BRANO VANGELO GIOVANNI 1; 35-51

35Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli 36e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». 37E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. 38Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa Maestro –, dove dimori?». 39Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. 40Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. 41Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – 42e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro. 43Il giorno dopo Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi!». 44Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.45Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il figlio di Giuseppe, di Nàzaret». 46Natanaele gli disse: «Da Nàzaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi».

Nel brano che proponiamo per illuminare il nostro cammino Giovanni indica un altro a cui guardare e si ritrae; due discepoli lasciano il vecchio maestro e si mettono in cammino per sentieri sconosciuti dietro ad un giovane Rabbì di cui ignorano tutto, eccetto un’ immagine, una metafora folgorante: ecco l’agnello di Dio! Gesù si voltò e disse loro: “Che cosa cercate?” Sono queste le sue prime parole nel Vangelo di Giovanni. Le prime parole del Risorto saranno del tutto simili: “Donna, chi cerchi?” Cosa cercate? Chi cerchi? Due domande, un unico verbo, dove troviamo la definizione stessa dell’uomo: l’uomo è un essere di ricerca, cercatore mai arreso. La Parola di Dio ci educa alla fede attraverso le domande del cuore. “Prima di cercare risposte vivi bene le tue domande” (Rilke). La prima cosa che Gesù chiede non è di aderire a una dottrina, di osservare i comandamenti o di pregare, ma la prima cosa che Lui chiede è di rientrare in se stessi, di conoscere il desiderio profondo: che cosa desideri di più dalle vita? Tutto intorno a noi grida: accontentati! Invece il Vangelo ripete la beatitudine dimenticata: “Beati gli insoddisfatti perché saranno cercatori di tesori. Beati voi che avete fame e sete, perché diventerete mercanti della perla preziosa”. “Maestro dove dimori? “La richiesta di una casa, di un luogo dove sentirsi tranquilli, al sicuro. La risposta di Gesù a ogni discepolo è sempre: vieni e vedrai.Vedrai che il mio cuore è a casa solo accanto al tuo. ( Ermes Ronchi). Noi capi educatori siamo consapevoli di aver incontrato nella nostra vita Gesù, che abbiamo riconosciuto come meta del nostro camminare, come Colui che solo ha

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parole che hanno il “sapore” delle cose eterne, belle, significative per cui vale la pena vivere e giocarsi ve abbiamo scelto di seguirlo, di camminare sui suoi sentieri. Pertanto avvertiamo sempre di più l’esigenza di creare una cultura vocazionale in ogni ambiente. In questo modo i ragazzi che ci vengono affidati scoprono la vita come chiamata e come impegno ad essere testimoni tra i loro coetanei dei valori ai quali li stiamo educando. Come noi vogliamo vivere sempre alla ricerca del “ tesoro” , così vogliamo proporre ai nostri ragazzi, attraverso il metodo scout, la ricerca della bellezza e della gioia che ci parlano di Dio e ce lo fanno conoscere.

I punti di riferimento Siamo consapevoli che non c’è solidità nei capi senza radicamento nella FEDE. E’ solo accettando l’invito di Gesù che noi capi educatori possiamo metterci realmente in gioco decidendo di investire tutto noi stessi nella sua proposta. Ed è sempre dall’esempio di Gesù che apprendiamo come la relazione educativa richieda pazienza, gradualità e reciprocità nel tempo. Sentiamo oggi più forte che mai la sfida di creare una cultura vocazionale in ogni ambiente, in modo che i giovani che ci vengono affidati, scoprano la vita come chiamata. Se partiamo dal presupposto che per noi fare educazione vuol dire coinvolgere i nostri ragazzi a 360 gradi, uscire dalle sedi e rivolgerci ad un contesto più ampio, scendere per strada con loro, allora comprendiamo che possiamo educare completamente solo se siamo in grado di avere il coraggio di essere presenti sul territorio, intervenendo e dando il nostro contributo da protagonisti e non da spettatori. Siamo ancor più certi che non ci può essere cognizione di tutto ciò senza la giusta formazione dei capi. Siamo coscienti che la nostra missione educativa si realizza con ciò che trasmettiamo, e soprattutto con la testimonianza delle piccole e grandi scelte quotidiane legate ai valori del Patto Associativo. La Zona deve offrire momenti significativi per la crescita di tutti i Capi e divenire sempre più uno spazio di confronto attivo sulle questioni educative e di conoscenza della realtà di altre associazioni.

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TERRITORIO: Noi Cittadini attivi

Analisi

Oggi più che mai siamo consapevoli di trovarci in un contesto di continua e costante evoluzione. Le varie dinamiche sociali che si vengono a creare e a modificare all’esterno della nostra associazione, non meritano più soltanto un commento veloce e magari disinteressato, ma al contrario necessitano di essere conosciute, per poi affrontarle e viverle nel modo più consapevole e partecipato possibile. Manca una rete di associazioni e movimenti che si occupi di varie problematiche ed eventualmente promuova azioni comuni che ci permettano di essere “buoni cittadini”. A livello numerico siamo circa 1.000 associati e proprio per questo motivo ci rendiamo conto che la nostra voce, il nostro essere propositivi può incidere decisamente nella realtà che ci circonda. Conoscere il territorio e rispondere alle sollecitazioni che da esso provengono, imparando soprattutto a non subire le situazioni, significa per noi mantenere sempre vivo quell’impegno per il bene comune e quell’attenzione per l’ambiente che ci circonda. Questi valori sono per noi fondamentali in una società in cui sembrano essere sempre più rari. Molto si è discusso anche sull’importanza di coinvolgere maggiormente i ragazzi che ci vengono affidati, soprattutto quelli della branca R/S, a farsi promotori di cambiamento in quanto lievito della nostra società. A tal fine, noi per primi dobbiamo riscoprire quel senso di appartenenza all’associazione, consapevoli che insieme siamo più “forti”; dobbiamo riprenderci l’orgoglio e la fierezza di essere scout, perché in una realtà positiva come l’AGESCI sono le persone e non i numeri a fare la differenza, al contrario degli stereotipi sociali ai quali siamo ormai abituati.

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Che cosa Cercate

• Essere testimoni coerenti delle nostre scelte attraverso segni tangibili nel nostro territorio

• Essere segno di presenza attiva, interagendo con altre associazioni, movimenti e con la “ CITTA’ ” sulle problematiche e sugli avvenimenti più imminenti.

• Prestare maggiore attenzione ai problemi sociali, politici e ambientalidel territorio

Venite e vedrete

• Farsi sentinelle sul territorio all’interno del Consiglio di Zona

• Fare rete con le altre associazioni su progetti condivisi

• Invitare nelle nostre assemblee esperti sulle problematiche del territorio

• Proporre esperienze significative e attive sul territorio in merito a tematiche educative, sociali e ambientali.

• Porre maggiore attenzione all’interazione con il territorio attraverso attività specifiche per ogni branca

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FEDE: Gioia nel credere

Analisi

Come capi sentiamo l'importanza dell'essere testimoni del Vangelo, di fare esperienza vera di Dio, di metterci in cammino per incontrarlo, di rendere la strada non solo metafora, ma vero luogo di incontro. Dall’analisi che abbiamo fatto è emerso che, nonostante molti gruppi della zona siano presenti in parrocchia, si avverte la necessità di essere anche nella diocesi più presenti e più propositivi. Per sentirsi non più spettatori, ma protagonisti delle attività della nostra diocesi. Nasce proprio da qui l’esigenza di essere più aperti al confronto anche con le altre associazioni e movimenti per rafforzare la sinergia che a oggi manca. Senza moltiplicare gli eventi, crediamo che la Zona debba responsabilizzare le Comunità Capi nella scelta, le branche nella preparazione e i singoli capi nella testimonianza.

Che cosa Cercate

• Capi protagonisti nella dimensione ecclesiale, capaci di produrre cambiamento nella Chiesa e nella società;

• Rafforzare la reciproca conoscenza, il dialogo, il confronto e i rapporti di collaborazione con altre associazioni, altri gruppi e movimenti presenti in diocesi per realizzare, costruire e crescere nella fede.

Venite e vedrete

• Partecipazione attiva alla vita parrocchiale

• essere propositivi all’interno degli organismi diocesani

• partecipare a quegli eventi diocesani che aiutano la formazione e la crescita di noi capi come educatori

• coinvolgimento attivo nei momenti di fede in zona

• incontri tra AE

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ASSOCIAZIONE: la Gioia di Essere Capi

Analisi

Crediamo che la nostra competenza di capi, unita alla solidità di persone testimoni delle scelte, possa fare la differenza nel nostro modo di fare educazione, spendendoci con gioia nel servizio educativo. Quindi è fondamentale impegnarci per crescere e formarci sia nella conoscenza del metodo scout che nelle scelte di valore che ci contraddistinguono. La Zona in questi anni ha lavorato molto sull’importanza della formazione dei Capi a tutti i livelli. Abbiamo cercato di migliorare gli incontri tra le branche, il tirocinio e anche le Assemblee di zona, cercando di dare un taglio maggiormente formativo. Abbiamo risposto così alle necessità e al desiderio dei capi di migliorare nel servizio ai ragazzi e soprattutto nel curare la formazione permanente per non sentirsi mai arrivati. Diventano compiti della Zona: favorire la formazione permanente dei capi, proponendo occasioni di partecipazione e di crescita; stimolare la maturazione di una coscienza associativa, guardando oltre il proprio gruppo. Il precedente progetto ci consegna una strada ormai tracciata su cui è necessario continuare a camminare. Lo stile di lavoro che ci ha contraddistinto in questi ultimi anni, deve essere uno stile che dobbiamo continuare a perseguire nella consapevolezza che la qualità del nostro servizio è imprescindibile dalle competenze che acquisiamo. Dar fiducia all’impegno educativo dei gruppi, conoscere le diverse realtà, accompagnare i gruppi in difficoltà, attuare una formazione specifica in Consiglio di Zona e in Assemblea e mettere in circolo le buone prassi, hanno permesso di instaurare un clima favorevole alla condivisione e alla corresponsabilità della zona. Crediamo che ancora oggi i gruppi siano chiamati a vivere il proprio scoutismo superando il pensiero debole dell’autoreferenzialità, a condividere lealmente le proprie situazioni in zona, sperimentando anche l’efficacia della contaminazione buona e lavorando in un clima fraterno e sereno. In questo modo diventerà più semplice affrontare con chiarezza di intenti e fiducia reciproca le situazioni critiche e le eventuali promozioni di sviluppo per l’ apertura di nuovi gruppi.

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Che cosa Cercate

• Capi formati e competenti capaci di dare risposte esaustive alle esigenze dei ragazzi

• Capi capaci di spendersi con gioia nel confronto e nell’apertura verso gli altri

• Supporto ai gruppi in difficoltà

• Aiutare i capi gruppo nella consapevolezza del proprio ruolo all’interno della Co.Ca. e nei confronti dell’associazione approfondendo e proseguendo la loro formazione

Venite e vedrete

• Incontri tra Co.ca

• Sostenere i gruppi con incontri specifici

• Progetto di sviluppo per l’eventuale apertura di nuovi gruppi

• Incontri di branca mirati all’approfondimento del metodo

• Offrire strumenti per un utilizzo più consapevole del Progetto del Capo

• Percorso per capi gruppo

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INDICATORI DI VERIFICA

L’individualizzazione degli indicatori di verifica verrà effettuata annualmente in fase di programmazione.

• consigli di zona dedicati alla formazione e al confronto per i capi gruppo

• numero di incontri con altre associazioni e movimenti territoriali e diocesani

• monitoraggio del percorso formativo dei capi a partire dal tirocinio

• modalità di realizzazione degli incontri di branca

• coinvolgimento di persone qualificate nelle varie tematiche oggetto di approfondimento

• incidenza delle attività e della presenza della nostra associazione a vari livelli sul territorio

• valutazione degli incontri associativi ( tra Co.ca, Consigli di zona, momenti di catechesi e altro)

• numero di incontri tra assistenti ecclesiastici.