agamennone

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Agamennone (gr. Agamémnon; lat. Agamemnon) Caratteristiche e genealogia Re di Argo , figlio di Àtreo [cfr. Atridi ] e di Aèrope, fratello di Menelao , marito di Clitemnestra , comandante della spedizione achea contro Troia . Secondo i poemi omerici, Agamennone regna su Argo e sulle isole (Iliade II 107s.) oppure su Micene e Corinto (Iliade II 569ss.). Non manca però chi situa il suo regno in Laconia (Erodoto, Storie VII 159). Durante le vicende che opposero suo padre Atreo al fratello Tieste, Agamennone si rifugia con Menelao alla corte spartana di Tindaro, grazie al quale in seguito riconquista il trono perduto e di cui sposa la figlia Clitemnestra, dopo averne ucciso il precedente marito Tantalo. Un culto di Agamennone è testimoniato in Laconia e in Agamennone nell’Iliade Il suo ruolo di supremo condottiero nella guerra contro Troia è spesso oscurato dall’emergere di contrasti e di rivalità che riflettono, secondo gli studiosi, il momento di transito fra l’antica monarchia di epoca micenea – da questo punto di vista Agamennone è ancora il sovrano supremo di un regno dai confini non ben definiti – e i nuovi regimi aristocratici di età arcaica: perciò Agamennone risulta spesso il semplice capo di una coalizione paritaria i cui membri (gli altri comandanti dei diversi contingenti greci) decidono e agiscono in sostanziale autonomia. L’esempio piú noto di tali affronti all’autorità panellenica di Agamennone è il contrasto che lo oppone ad Achille e che dà origine alla narrazione dell’Iliade : Agamennone, costretto a liberare la schiava Criseide per placare la pestilenza causata da Apollo, decide di rivalersi sottraendo Briseide ad Achille; quest’ultimo, benché a malincuore, acconsente, ma decide di ritirarsi dalla guerra, dando inizio a un contrasto che costringerà Agamennone a venire a patti con lui, risarcendolo ampiamente per il torto subito. Ma nell’Iliade Agamennone è anche un valoroso guerriero, e alle sue imprese personali è dedicato il libro XI: la sua principale caratterizzazione è comunque quella di un re avido, autoritario e prevaricatore. I poemi omerici lo conoscono come padre di tre figlie (Crisòtemi, Laodíce e Ifianassa) e di un figlio (Oreste ). Agamennone prima e dopo la guerra di Troia I dati sui figli attribuiti da Omero ad Agamennone sono sottoposti a una profonda reinterpretazione dal filone mitografico che godrà di ben piú larga fortuna in età postomerica: esso rubrica tra le

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Agamennone(gr. Agammnon; lat. Agamemnon)

Caratteristiche e genealogiaRe di Argo, figlio di treo [cfr. Atridi] e di Arope, fratello di Menelao, marito di Clitemnestra, comandante della spedizione achea contro Troia. Secondo i poemi omerici, Agamennone regna su Argo e sulle isole (Iliade II 107s.) oppure su Micene e Corinto (Iliade II 569ss.). Non manca per chi situa il suo regno in Laconia (Erodoto, Storie VII 159). Durante le vicende che opposero suo padre Atreo al fratello Tieste, Agamennone si rifugia con Menelao alla corte spartana di Tindaro, grazie al quale in seguito riconquista il trono perduto e di cui sposa la figlia Clitemnestra, dopo averne ucciso il precedente marito Tantalo. Un culto di Agamennone testimoniato in Laconia e in

Agamennone nellIliadeIl suo ruolo di supremo condottiero nella guerra contro Troia spesso oscurato dallemergere di contrasti e di rivalit che riflettono, secondo gli studiosi, il momento di transito fra lantica monarchia di epoca micenea da questo punto di vista Agamennone ancora il sovrano supremo di un regno dai confini non ben definiti e i nuovi regimi aristocratici di et arcaica: perci Agamennone risulta spesso il semplice capo di una coalizione paritaria i cui membri (gli altri comandanti dei diversi contingenti greci) decidono e agiscono in sostanziale autonomia. Lesempio pi noto di tali affronti allautorit panellenica di Agamennone il contrasto che lo oppone ad Achille e che d origine alla narrazione dellIliade: Agamennone, costretto a liberare la schiava Criseide per placare la pestilenza causata da Apollo, decide di rivalersi sottraendo Briseide ad Achille; questultimo, bench a malincuore, acconsente, ma decide di ritirarsi dalla guerra, dando inizio a un contrasto che costringer Agamennone a venire a patti con lui, risarcendolo ampiamente per il torto subito. Ma nellIliade Agamennone anche un valoroso guerriero, e alle sue imprese personali dedicato il libro XI: la sua principale caratterizzazione comunque quella di un re avido, autoritario e prevaricatore. I poemi omerici lo conoscono come padre di tre figlie (Cristemi, Laodce e Ifianassa) e di un figlio (Oreste).

Agamennone prima e dopo la guerra di TroiaI dati sui figli attribuiti da Omero ad Agamennone sono sottoposti a una profonda reinterpretazione dal filone mitografico che godr di ben pi larga fortuna in et postomerica: esso rubrica tra le figlie innanzitutto Ifigenia (spesso identificata con Ifianassa) ed Elettra (nota gi allOrestea di Stescoro). Ifigenia connessa a un evento preiliadico: Agamennone lavrebbe sacrificata, su consiglio dellindovino Calcante, per placare Artemide, la cui ira impediva agli Achei si salpare da ulide alla volta di Troia. Tale dolorosa scelta costituisce lantefatto dellaltra, famosa vicenda (questa volta postiliadica) che vede Agamennone come protagonista: dopo la sconfitta dei Troiani, il re sarebbe tornato ad Argo recando con s Cassandra, figlia di Priamo ormai ridotta in schiavit; ma al suo arrivo in citt, la moglie Clitemnestra, coadiuvata dallamante Egisto, avrebbe ucciso a tradimento il sovrano per vendicare il sacrificio di Ifigenia (secondo altre versioni, per gelosia di Cassandra). Il mito noto gi allOdissea (III 234s., 247-252; IV 91s.), dove peraltro lo spettro di Agamennone racconter ad Odisseo, durante la sua discesa allAde, le modalit dellomicidio orchestrato dalla sposa (XI 409-420). La fine ingloriosa di Agamennone sar oggetto di fortunate trattazioni da parte dei tragediografi, in particolare Eschilo (di cui sopravvissuto un dramma Agamennone) e Sofocle, per quanto i vari autori discordino su alcuni dettagli (in Eschilo, per esempio, Agamennone ucciso nel bagno della propria reggia; in Sofocle, come gi in Omero, lassassinio avviene nella sala da pranzo, durante il banchetto di benvenuto); dubbio anche chi sia stato lesecutore materiale del delitto, Clitemnestra (Stesicoro, Eschilo), Egisto (Omero) o entrambi (Sofocle, Euripide). Altre tradizioni attribuiscono ad Agamennone ulteriori figli maschi avuti da Criseide (cos il mitografo Igino) e da Cassandra (cos Pausania, II 16,6 s.). In et romana Agamennone sar personaggio dellomonima tragedia di Seneca.

Secondo il mito Eris, della della discordia, non venne invitata al banchetto per le nozze dei genitori di Achille. Per vendicarsi ella fece cadere sulla tavola una bellissima mela doro con su scritto . Le de Era, Afrodite e Atena cominciarono a litigare ma Zeus decret che sarebbe stato un uomo, Paride figlio di Priamo re di Troia, a decidere chi fosse degna del pomo.

Allora Era promise a Paride che, se lavesse scelta, gli avrebbe dato il dominio sullAsia; Atena invece gli promise la saggezza e linvincibilit; Afrodite gli assicur che, se lavesse fatta vincere, gli avrebbe fatto sposare la donna pi bella del mondo cio Elena, moglie di Menelao. Paride fece vincere Afrodite. La da, perci, fece un incantesimo su Elena che, non appena vide Paride, andato nel suo palazzo in missione diplomatica con i suoi fratelli, se ne innamor e fugg con lui a Troia.

Menelao, chiamati altri re Achei in aiuto, mosse guerra alla citt di Troia per riprendersi sua moglie!

Argonauti(gr. Argonatai; lat. Argonautae)

Eroi leggendarii detti anche Mnii (da Minia, il re tessalo di cui alcuni di loro, tra cui Gisone, si dicevano discendenti), che su invito di Giasone si imbarcarono sulla nave Argo alla volta della Colchide per conquistare il vello doro. Il mito, antichissimo, adombra forse unimpresa storicamente avvenuta: la penetrazione coloniale greca nel Mar Nero, in et micenea, da parte della trib dei Minii di Tessaglia. Secondo la tradizione, quando Giasone si rec a Iolco a reclamare il trono paterno usurpatogli dallo zio Plia, costui promise di abdicare a patto che egli riportasse in patria il vello doro dellariete su cui era fuggito Frisso (sperando, in questo modo, di liberarsi di lui). Con laiuto di Era, Giasone raduna circa cinquanta tra i pi valenti eroi greci (il nome e il numero variano a seconda degli autori: ricordiamo Argo, Tifi, Linceo, Eracle, Ila, Orfeo, Cstore e Pollce, Telamne e Pleo, Admto, Meleagro).

Il viaggio tocca diverse terre tra cui lisola di Lemno, Czico, la Misia, la Bitinia, la Tracia e finalmente, dopo le Simplgadi, la Colchide. Qui il re Eta promise a Giasone di consegnare il vello doro, sorvegliato da un terribile drago, solo dopo il superamento di una prova durissima: Giasone avrebbe dovuto aggiogare un paio di tori spiranti fiamme, arare un campo consacrato a Marte, seminarvi i denti di un drago e vincere i guerrieri che ne sarebbero sorti. Giasone riusc nellimpresa grazie alle arti magiche della figlia di Eeta, Medea, innamoratasi di lui: si impossess dunque del vello doro e fugg, portando con s anche la donna. Sul viaggio di ritorno esistono diverse varianti mitiche. Si narra in ogni caso di un tragitto faticoso e ricco di nuove peripezie, che si risolse per nel rientro a Iolco, secondo uno schema che ricalca il viaggio di Odisseo.

La saga degli Argonauti stata trattata da diversi autori e ha ispirato varie opere antiche e moderne. Tra le prime, degne di menzione, bench quasi interamente perdute, una trilogia drammatica di Eschilo, due tragedie (Donne di Lemno e Colchide) e un dramma satiresco (mico) di Sofocle, la tragedia Ipspile di Euripide e infine conservati invece il poema epico di Apollonio Rodio, Argonautiche (Varrone Atacino le tradusse in latino, ma i suoi Argonautae non sono giunti a noi), le incompiute Argonautiche di Valerio Flacco, infine un omonimo poema orfico di epoca tardo-antica (cfr. Orfeo). In mbito moderno la saga degli Argonauti incontra una certa fortuna nel teatro (ad esempio La conqute de la toison dor [La conquista del vello doro, 1660] di P. Corneille, o la trilogia drammatica di F. Grillparzer, Das Goldene Vlies [Il vello doro, 1820]), nellarte (A. Carracci scelse il tema per una serie di affreschi [1583-1584] di Palazzo Fava a Bologna, ma gi nellantichit si contano raffigurazioni di scene o particolari della vicenda leggendaria) e nella musica (numerosi, soprattutto, i libretti di opere liriche).