Affiora il più antico registro di “Flauto armonico” oggi ... · Fig. 1 - Diteggiatura classica...

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Patrizio Barbieri Affiora il più antico registro di “Flauto armonico” oggi noto: la “Flutta al naturale” di Giuseppe I Serassi (1739-59) Questo sintetico contributo mira a documentare l’attribuzione a Giuseppe I Se- rassi del più antico registro organistico di “Flauto armonico” fino ad oggi noto e a confrontare tale sua soluzione con quella che quasi esattamente un secolo dopo verrà proposta da Aristide Cavaillé-Coll. La struttura di una canna d’organo ad anima è acusticamente simile a quella del comune flauto dolce. Come si vede in Fig. 1, in quest’ultimo strumento l’ot- tava acuta della nota più grave si ottiene tenendo aperto il solo foro centrale ed ef- fettuando una iperinsufflazione in corrispondenza dell’imboccatura: operazione, quest’ultima, che inoltre conferisce alla nota maggiore volume sonoro e un più alto contenuto di armonici, con conseguente maggiore brillantezza timbrica. Fu evidentemente in seguito a tale constatazione che furono inventate le cosiddette canne ‘armoniche’ ad anima, il cui corpo - aperto ad entrambe le estremità, ma di lunghezza doppia rispetto alla nota emessa - è munito di un foro in corrispon- denza della mezzeria o leggermente al di sotto di essa (esamineremo più avanti la ragione acustica di quest’ultima particolarità). Tali canne erano già ben note a Michael Praetorius. 1 1. La “Flutta al naturale” dei Serassi (1739-52) Finora il più antico organo dotato di un registro del genere (“Flauta armonica” 8') era quello della chiesa di San Mateo, Tarifa, Càdiz (Spagna), costruito nel 1762 da autore anonimo; subito dopo viene segnalata la Flûte harmonique 8' del Grand orgue della chiesa di Saint Sulpice, a Parigi, opera di Clicquot, 1781. 2 Le indagini recentemente condotte da Giosuè Berbenni hanno però permesso di 1 Encyclopaedia of organ stops: Harmonic flute [...], sponsored by Jonathan Lane and Associates – Organ builders, p. 1; http://www.organstops.org/h/HarmonicFlute.html (5.3.2013). 2 Encyclopaedia of organ stops: Harmonic flute cit.

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Patrizio Barbieri

Affiora il più antico registro di “Flauto armonico” oggi noto:

la “Flutta al naturale” di Giuseppe I Serassi (1739-59)

Questo sintetico contributo mira a documentare l’attribuzione a Giuseppe I Se-rassi del più antico registro organistico di “Flauto armonico” fino ad oggi noto e a confrontare tale sua soluzione con quella che quasi esattamente un secolo dopo verrà proposta da Aristide Cavaillé-Coll.

La struttura di una canna d’organo ad anima è acusticamente simile a quella del comune flauto dolce. Come si vede in Fig. 1, in quest’ultimo strumento l’ot-tava acuta della nota più grave si ottiene tenendo aperto il solo foro centrale ed ef-fettuando una iperinsufflazione in corrispondenza dell’imboccatura: operazione, quest’ultima, che inoltre conferisce alla nota maggiore volume sonoro e un più alto contenuto di armonici, con conseguente maggiore brillantezza timbrica. Fu evidentemente in seguito a tale constatazione che furono inventate le cosiddette canne ‘armoniche’ ad anima, il cui corpo - aperto ad entrambe le estremità, ma di lunghezza doppia rispetto alla nota emessa - è munito di un foro in corrispon-denza della mezzeria o leggermente al di sotto di essa (esamineremo più avanti la ragione acustica di quest’ultima particolarità). Tali canne erano già ben note a Michael Praetorius.1

1. La “Flutta al naturale” dei Serassi (1739-52)

Finora il più antico organo dotato di un registro del genere (“Flauta armonica” 8') era quello della chiesa di San Mateo, Tarifa, Càdiz (Spagna), costruito nel 1762 da autore anonimo; subito dopo viene segnalata la Flûte harmonique 8' del Grand orgue della chiesa di Saint Sulpice, a Parigi, opera di Clicquot, 1781.2 Le indagini recentemente condotte da Giosuè Berbenni hanno però permesso di

1 Encyclopaedia of organ stops: Harmonic flute [...], sponsored by Jonathan Lane and Associates – Organ builders, p. 1; http://www.organstops.org/h/HarmonicFlute.html (5.3.2013).2 Encyclopaedia of organ stops: Harmonic flute cit.

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attribuire a Giuseppe I Serassi, di Bergamo, il primo esempio documentato di tale registro, poi dai successori chiamato, con terminologia assai espressiva, “Flutta al naturale”. Riferendosi al summenzionato autore, nel 1835 il compositore Gio-vanni Simone Mayr cita infatti l’organo del “Santuario della B. V. di Caravaggio, ove adoperò per la prima volta un registro di canne di quattro piedi, che danno l’ottava alta, per cui esce voce di flauto traversiere al naturale [...]”. Giuseppe II Serassi, in un opuscolo pubblicato nel 1808, conferma che, ai suoi strumenti, il “mio Avo v’aggiunse la flutta al naturale, il fagotto, e l’oboe, come si può vedere nel rinomato organo dallo stesso fabbricato nella chiesa della B. V. di Caravag-gio”. La costruzione di quest’ultimo strumento, oggi non più esistente, risale al 1739-49.3

Ancora in perfetta funzione sono invece altri organi del xviii secolo, tutti costruiti dalla famiglia Serassi, dotati di tale “Flutta” ottaviante 8' soprani, le cui caratteristiche tecniche verranno ora descritte.4 Di essi, i primi due sono anteriori al summenzionato organo di Càdiz, per cui attualmente conservano il più antico

3 Documenti entrambi segnalati da Giosuè Berbenni, I Serassi celebri costruttori d’organo, Associazione Giuseppe Serassi, Guastalla, 2012: II, p. 150; III, p. 176. Detto autore mi fa sapere che la stessa informazione compare anche in un precedente manoscritto di Mayr, risalente al 1826 (Bergamo, Biblioteca Civica Angelo Mai, Salone N. 9, 8/10), anch’esso citato in Berbenni, I Serassi cit., III, p. 171.4 Tali caratteristiche sono state raccolte grazie al fattivo interessamento del già citato Giosuè Berbenni, che mi ha segnalato e messo in contatto con i seguenti studiosi e organari, ai quali va il mio ringrazia-mento: Pietro Corna (organo di Pandino), Marco Brandazza e Marco Piccinelli (organi di Loveno e Brusio di Poschiavo), Alberto Dossena (organi di Crema, Ripalta Nuova, Monte Cremasco, Bolzone, Vaiano Cremasco), Marco Fratti e Giuseppe Spataro (organo di Desenzano del Garda).

Fig. 1 - Diteggiatura classica per la prima ottava di un flauto tagliato nella tonalità di Re maggiore; L = mano sinistra, R = mano destra (Adam Carse, Musical wind instruments. A history of the wind instruments used in European orchestras and wind-bands from the later Middle Ages up to the present time, Macmillan, London, 1939, p. 27).

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esempio di tale registro finora pervenutoci.• Crema, chiesa parrocchiale di S. Benedetto: organo di Giuseppe I e Andrea

Serassi, 1759. “Flutta” soprani tutta ottaviante dal Do3, di cui le prime otto canne sono poste in facciata. Esse seguono le medesime proporzioni delle omologhe canne del Principale I Bassi, anch’esse poste in facciata e allineate a quelle della Flutta (le caratteristiche di tale registro e le ragioni di tale disposi-zione verranno esaminate tra poco).

• Ripalta Nuova (Crema), chiesa parrocchiale: organo di Giuseppe I e Andrea Serassi, 1760. “Flutta” soprani tutta ottaviante dal Do3, di cui le prime sei can-ne sono poste in facciata. Anch’esse seguono le medesime proporzioni delle omologhe canne del Principale I Bassi posto per simmetria in facciata.

• Pandino (Cremona), chiesa arcipretale di S. Margherita: organo di Andrea e Giuseppe II Serassi, 1775, ampliato dagli stessi nel 1789. Esso è dotato di una “Flutta” ottaviante 8', originale del 1775, cilindrica dal Do3 al Do#4, e - dal Re4 al Fa5 - pure cilindrica, ma con corpo di doppia lunghezza e dotato di un foro sul retro, in posizione sensibilmente inferiore rispetto alla mezzeria della canna: evidentemente, già nel 1775, era noto che la cosiddetta ‘correzione acustica di bocca’ è maggiore della correzione in corrispondenza dell’estremità superiore della canna. Nell’ampliamento del 1789 i Serassi dotarono lo stru-mento di una seconda Flutta ottaviante 8', che presenta 10 canne in facciata (Do3-La3), in prosecuzione e allineate a quelle del Principale 8', poste alle due estremità di esso: queste 10 canne, che precedentemente appartenevano al detto Principale (per un osservatore esterno sono di fatto indistinguibili rispetto a quelle di detto registro), nel 1789 furono trasformate in Flutta sem-plicemente praticando un foro un po’ al di sotto della mezzeria, il che portò a un automatico raddoppio del rapporto diametro-lunghezza, essendosi dimez-zata la lunghezza acustica (Fig. 2).5

Più avanti vedremo che Cavaillé-Coll agevolava l’emissione dell’armonico in otta-va alimentando detto registro con aria a pressione maggiore, fornita da particolari mantici. In detti organi (così come nei successivi) i Serassi ottenevano lo stesso risultato mantenendo invece la stessa pressione di alimentazione, ma servendosi dell’intonazione di tipo ‘a piena aria’ per la Flutta, il che portava ad avere una minore caduta di pressione al piede, essendo l’apertura di quest’ultimo pari a quella del corrispondente foro sul somiere; alla bocca, la luce veniva inoltre tenuta piuttosto larga, il che - oltre a favorire l’ottavizzazione - produceva gli altri due

5 Gentile comunicazione di Pietro Corna, Bergamo, che ha recentemente effettuato il restauro dello strumento, e del quale mi ha fornito una copia della sua Relazione di fine lavori, dattiloscritto del 13.10.2011, da lui inviato alla Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Lombardia.

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vantaggi presenti nei comuni flauti: (1) maggiore volume e brillantezza sonora, (2) simulazione del ‘soffio’ del flautista, dato che tale operazione favoriva anche l’innesco di turbolenze nella lama d’aria uscente. Caratteristiche, queste ultime, esaltate dall’accorgimento di porre in facciata dette canne.

Fig. 2 - Mostra dell’organo della chiesa arcipretale di S. Margherita, Pandino (foto Pietro Corna). In detta facciata sono poste le canne del Principale 16', dal Fa1 di 12’ al Si2. Detto Principale poi continua come registro di Flutta (soprani), dal Do3 di 4' (che, essendo forato, diventa il Do3 di 2’ della Flutta) al La3, sempre della Flutta. Di tali 29 canne nella foto ne compaiono solo 27, dato che le rimanenti due sono nascoste dalle lesene, pur proseguendo in linea con le altre: infatti – mi fa gentilmente sapere Pietro Corna, che nel 2011 ha restaurato lo strumento – nella ristrutturazione della facciata, effettuata nel 1789, i Serassi riutilizzarono tutte le canne di quella precedente.

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Altri strumenti simili sono:• Loveno (Como), chiesa parrocchiale, organo di Andrea e Giuseppe II Serassi,

1776. “Flutta” ottaviante 8', posta in facciata, in prosecuzione del Principale 8' (due canne a sinistra e sette a destra di quest’ultimo). La pressione di ali-mentazione è di 42 mm di colonna d’acqua, la stessa di quella del Principale. Le altre caratteristiche sono simili a quelle del già citato organo di Pandino, compreso il fatto che il foro è posto in posizione sensibilmente inferiore ri-spetto alla mezzeria della canna.6

• Brusio di Poschiavo (Svizzera), Chiesa Evangelica, organo di Andrea e Giusep-pe II Serassi, 1787, dotato di una “Flutta” ottaviante 8' posta in facciata, del tutto analoga a quella dei due summenzionati organi.7

• Desenzano del Garda (BS), Duomo di S. Maria Maddalena, organo dei F.lli Serassi, 1837. È dotato di un “Flauto traversiere”, composto da 34 canne (Do3-La5) in lega al 75% di stagno, che – contrariamente ai precedenti – è posto all’interno dello strumento. Le prime nove canne (Do3-Sol#3) sono a forma di clessidra; le altre venticinque (La3-La5) sono invece ottavianti, di forma cilindrica, forate nei pressi della mezzeria del corpo. Sulle prime due canne ottavianti (La3 e La#3) sono stati praticati due fori, un solo foro su tutte le rimanenti (Fig. 3). Circa l’esatta posizione del foro ottaviante e la sua di-mensione, si precisa che: 8

1. Le canne con foro posto appena al di sotto della mezzeria sono 14 (assu-mendo che la mezzeria si trovi a quota 50, detto foro risulta essere media-mente posto a quota 48.7).

2. Le canne con foro posto appena al di sopra della mezzeria sono 9.

6 Attualmente (Aprile 2013) lo strumento è in restauro presso la bottega di Marco Piccinelli, Ponte-ranica. Dette informazioni sono dovute allo stesso Piccinelli e a Giosuè Berbenni. 7 Strumento restaurato da Marco Piccinelli; a riguardo, i miei ringraziamenti vanno anche a Marco Brandazza. A detti strumenti bisogna aggiungere i seguenti, su segnalazione e ragguagli tecnici di Alberto Dossena. (1) Monte Cremasco (CR), Chiesa parrocchiale: organo di Andrea e Giuseppe II Serassi, 1766. Flutta soprani tutta ottaviante, dal Do3. Essa è collocata quale ultimo registro in fondo al somiere. Nel corso del restauro, effettuato dalla ditta Bonizzi nel 1997, la prima ottava di detto registro è stata riallungata e resa di nuovo ottaviante sulla base delle tracce presenti sui corpi, essendo stata precedentemente tagliata in interventi di riforma novecenteschi. (2) Bolzone (CR), Chiesa parrocchiale: organo di Andrea e Giuseppe II Serassi, 1768. Flutta soprani ottaviante a partire dal Do4, la prima ottava con canne ‘a clessidra’. (3) Vaiano Cremasco (CR), Chiesa parrocchiale: organo di Andrea e Giuseppe II Serassi, 1792. Flutta soprani tutta ottaviante a partire dal Do3, di cui le prime 13 canne poste in facciata. Corni soprani 8' (ricostruiti nel corso del restauro Bonizzi, 2003-04), ottavianti a partire dal Do4, prima ottava cilindrica. Le misure sono state rilevate dall’omonimo registro presente nel summenzionato organo Serassi di Pandino.8 Tali rilevamenti, strutturali e acustici, si devono all’organaro Marco Fratti, e mi sono stati gentilmente comunicati da Giuseppe Spataro; i miei ringraziamenti a entrambi.

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3. Le canne con foro posto esattamente in corrispondenza della mezzeria sono 4 (Sol4, Si4, Do5, Sol5)

4. Relativamente alle due canne con doppio foro, La3 e La#3, si è constatato che, sulla canna La3, chiudere uno dei due fori (indifferentemente quello superiore o quello inferiore) causa un lieve aumento dell’intensità del fonda-mentale, e quindi meno prontezza nell’emissione dell’ottava (con entrambi i fori aperti l’intonazione della canna risulta invece essere ottimale). Sul La#3 chiudere uno dei due fori (indifferentemente quello superiore o quello infe-riore) non produce nessuna differenza sull’emissione del suono della canna.

Fig. 3 - Fori ‘armonici’ praticati in alcune canne del “Flauto traversiere” dell’organo F.lli Serassi del duomo di Desenzano del Garda (1837). La foto, gentilmente fornitami da Marco Fratti e Giuseppe Spataro, mostra quattro canne con un solo foro e una delle due dotate di doppio foro.

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5. Il foro ottaviante ha mediamente il diametro di 1,9 mm. Valore minimo 1,5 mm, massimo 2,3 mm.

Tale indecisione nel posizionamento dei fori rivela che, almeno da parte di chi lo effettuò, la teoria a riguardo era ancora incerta.

2. I registri armonici di Aristide Cavaillé-Coll (1839)

Fino a pochi anni fa la paternità di tale tipo di registro veniva attribuita ad Ari-stide Cavaillé-Coll, al quale si deve comunque il suo perfezionamento e la sua più ampia notorietà. A riguardo, Cavaillé-Coll fornisce anche una sua personale giustificazione teorica, che portò a risultati corretti nonostante fosse basata sul seguente errato presupposto: assumendo che la sonorità di una canna sia pro-porzionale al volume d’aria che essa contiene, conclude che le intensità di due note all’ottava dovrebbero essere nel rapporto di 8:1.9 Per sopperire a tale de-bolezza nella tessitura acuta egli riferisce di essersi ispirato agli strumenti a fiato orchestrali, che saltano agli armonici superiori mantenendo la stessa lunghezza di canneggio e aumentando la pressione di insufflazione. Ragion per cui ideò un si-stema di mantici congegnato in modo da fornire una maggiore pressione alle note acute di determinati registri e, per evitare che essi diventassero striduli a causa della eccessiva pressione, ne facilitò il salto all’ottava superiore praticando un foro in prossimità della mezzeria della canna, cioè nel punto in cui il suo armonico fondamentale presenta un antinodo di pressione: ottenne in tal modo la “Flûte octaviante”. Tali sue prime sperimentazioni vennero presentate alla Esposizione di Parigi del 1839, e furono successivamente inserite negli organi di Saint-Dénis (Parigi, 1841), della Madeleine, e in molti altri.10

In una sua famosa memoria letta nel 1762 all’Accademia delle scienze di Parigi, Daniel Bernoulli fu il primo ad analizzare scientificamente il problema dei fori ‘ar-monici’ praticati nel corpo di una canna. Egli affermò che l’apertura di detto foro sopprime o attenua tutti gli armonici eccetto quelli aventi un nodo di pressione in

9 Aristide Cavaillé-Coll, Projet d’orgue monumental pour la basilique de St-Pierre de Rome (Rossel, Bruxelles, 1875), reprint in Aristide Cavaillé-Coll, Complete theoretical works, ed. Gilbert Huybens, Frits Knuf, Buren, 1979, p. 42. Oggi sappiamo invece che l’intensità sonora di una canna è proporzionale all’area delle aperture che la mettono in comunicazione con l’aria esterna, cioè area della bocca più – se si tratta di una canna ‘aperta’ – area dell’apertura superiore (il contributo acustico apportato dalle vibrazioni delle pareti è di solito trascurabile).10 Cavaillé-Coll, Projet d’orgue monumental cit., p. 46; George Ashdown Audsley, The art of organ-building, Dodd, Mead & C., New York, 1905: I, pp. 530, 538; II, pp. 6, 10, 375.

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corrispondenza del punto in cui esso viene praticato.11 Cavaillé-Coll doveva evi-dentemente essere a conoscenza di tali principi acustici, dato che inizialmente egli aveva pensato di saltare ad armonici anche più acuti del secondo, in accordo con quanto si ottiene col comune flauto (da cui il suo registro di “Flute harmonique”):12

Pour remédier à cet inconvénient [cioè la debolezza delle note acute] nous avons établi plusieurs jeux dont les tuyaux de la 1re octave de la basse parlent au son fondamental, ceux de la 2e octave font entendre le premier harmonique, ceux de la 3e octave le deuxième harmonique, ceux de la 4e octave le troisième harmo-nique et ainsi de suite successivement.

Per rimediare a tale inconveniente [cioè la debolezza delle note acute] abbiamo inventato molti registri, nei quali le canne della 1a ottava del basso emetto-no il suono fondamentale, quelle della 2a ottava fanno sentire il primo armoni-co, quelli della 3a ottava il secondo ar-monico, quelli della 4a ottava il terzo ar-monico e così di seguito per i successivi.

Tale soluzione fu effettivamente presentata alla Esposizione di Parigi del 1839, come testimoniato dal favorevole rapporto redatto in tale occasione dal fisico acustico Félix Savart (che, come ora vedremo, riteneva che l’inventore della Flute octaviante fosse lo stesso Cavaillé-Coll, errore che quest’ultimo mai rettificò):13

Parmi ces jeux, il en est deux tout à fait nouveaux: dans l’un, que M.M. Cavail-lé-Coll appellent la Flûte octaviante, les tuyaux, qui sont ouverts aux deux bouts, sont embouchés de manière à donner, non le son fondamental, mais le premier harmonique; dans l’autre, nommé Flûte harmonique, ils sont em-bouchés de manière à faire entendre, les uns le premier, les autres le deuxiè-me, le troisième et jusqu’au septième harmonique. Ces deux jeux sont d’un très-bel effet; ils imitent, le premier, la petite flûte, le second, la flûte traversière.

Tra tali registri, ce ne sono due assolu-tamente nuovi: in uno di essi, che i Si-gnori Cavaillé-Coll chiamano Flûte oc-taviante, le canne, che sono aperte alle due estremità, sono intonate in modo da emettere non il suono fondamen-tale, ma il primo armonico; nell’altro, chiamato Flûte harmonique, esse sono intonate in modo da fare sentire le une il primo, le altre il secondo, il terzo e fino al settimo armonico. Tali due re-gistri fanno un bellissimo effetto; essi imitano, il primo il flauto dolce, il se-condo il flauto traverso.

11 Recherches physiques mécaniques et analytiques sur le son et sur les tons des tuyaux d’orgues différemment construits, “Mémoires de Mathématique et de Physique presentés à l’Académie R. des Sciences”, 1762 (pubbl. 1764), pp. 431-85; reprint Forni, Sala Bolognese, 1983, p. 36.12 Cavaillé-Coll, Projet d’orgue monumental cit., p. 45.13 Extrait du Rapport du jury de l’Exposition de 1839 par M. Félix Savart, de l’Institut, in Aristide Cavaillé-Coll, Complete theoretical works, ed. Gilbert Huybens, Frits Knuf, Buren, 1979 (detto rapporto è contenuto in un foglio volante pubblicitario inserito in una tasca incollata nella terza pagina di copertina del volume, intitolato Manufacture d’orgues d’eglise Aristide Cavaillé-Coll).

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I mantici “a differenti pressioni” (“soufflerie à diverses pressions”), da lui ide-ati, dovevano servire ottimamente a tale scopo, mentre abbiamo visto che i Serassi favorivano invece il passaggio all’armonico superiore mediante l’into-nazione del tipo ‘a piena aria’. Al fine di tenere conto della maggiore entità della correzione di bocca rispetto a quella relativa all’estremità superiore, in tali canne il foro armonico veniva posizionato leggermente al di sotto della mezzeria. Si è già visto che tale accorgimento era noto anche ai Serassi, ma Cavaillé-Coll doveva certamente avere scientifica consapevolezza dell’opera-zione, dato che l’esistenza della summenzionata ‘anomalia’ era per la prima volta stata dimostrata sperimentalmente da Félix Savart nel 1823, acustico col quale doveva essere evidentemente in contatto, in base a quanto visto poco

Fig. 4 - (a) Metodo inventato da Félix Savart (1823) per trovare sperimentalmente la posizione dei nodi e antinodi di spostamento (cioè di vibrazione) delle particelle d’aria. Una piccola e sottile membrana tesa sopra un telaietto circolare, coperta con sabbia finissima, viene calata all’interno di una canna di legno: essa è visibile attraverso una finestrella di vetro aperta in un fianco della canna. La sabbia rimane immobile solo quando la membrana è posizionata in corrispondenza di un nodo di vibrazione, cioè – per l’armonico fondamentale – un po’ al di sotto della mezzeria della canna (Auguste Guillemin, Notions d’acoustique, Sociétés d’éditions scientifiques, Paris, c.1875, p. 28). (b) Onde stazionarie di pressione per il 1°, 2°, e 3° modo di vibrazione di una canna di un registro di Nachthorn, cioè di taglio largo. Da notare che, per il modo fondamentale, il massimo di pressione non cade in mezzeria, ma è sensibilmente spostato verso la bocca della canna (Andràs Miklòs, Judit Angster, Properties of the sound of flue organ pipes, “Acustica united with Acta Acustica”, 86 (2000), pp. 611-22: 613).

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sopra (Fig. 4a).14 Grazie alla moderna strumentazione elettronica, l’entità di tale abbassamento – che dipende in misura rilevante dalla conformazione e dall’entità dell’apertura della bocca – può oggi essere rilevata con maggiore precisione, canna per canna (Fig. 4b). Per il registro di “Flauto armonico” essa comunque comincia a essere quantitativamente segnalata già nella seconda metà del xix secolo.15

Per concludere, c’è da sottolineare che Aristide Cavaillé-Coll introdusse regi-stri armonici non solo costituiti da canne ad anima (Grosse flûte harmonique 16', Flûte harmonique 8', Flûte traversière harmonique 8'), ma anche da canne ad an-cia (Trompette harmonique 8', Clairon harmonique 4', Violon harmonique 4').16

14 Félix Savart, Recherches sur les vibrations de l’air, “Annales de Chimie et de Physique”, XXIV (1823), pp. 56-88: 58-67.15 Il foro armonico è posizionato approssimativamente a 3/7 della lunghezza del corpo della canna, iniziando dalla bocca: ciò secondo Hermann Smith, On some errors of statement concerning organ-pipes in recent treatises on natural philosophy, “Nature. A weekly illustrated Journal of Science”, VIII (May-Oct. 1873), pp. 45-6: 45; Hermann Smith, On the process of tone-making in organ-pipes, “Nature. A weekly illustrated Journal of Science”, X (May-Oct. 1874), pp. 481-2: 482. L’esatta posizione dei fori (due per ciascuna canna) praticati in una delle canne armoniche dell’organo Aristide Cavaillé-Coll di Saint Sulpice, a Parigi, si può trovare in Jesse E. Eschbach, Some details of voicing techniques at St-Sulpice, Paris, “The Organ Yearbook”, IX (1978), pp. 11-50: 25 (le canne ‘armoniche’ iniziano dal Fa3). Sulla posizione di tale ‘harmonic’ hole, proposta dai differenti autori, vedi anche la Encyclopaedia of organ stops: Harmonic flute cit.16 Cavaillé-Coll, Projet d’orgue monumental cit., pp. 14-20.

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Affiora il più antico registro di “Flauto armonico” oggi noto: la “Flutta al naturale” di Giuseppe I Serassi (1739-59)Giosuè Berbenni ha recentemente segnalato che, nel 1739-49, Giuseppe I Serassi introdusse per la prima volta un registro di “Flutta al naturale” nell’organo, oggi non più esistente, del San-tuario della Beata Vergine, a Caravaggio. Tale registro soprano, per similitudine con i comuni flauti orchestrali, era caratterizzato da un suono più intenso e brillante nella tessitura acuta, se confrontato con gli usuali registri di flauto: ciò si otteneva facendo ottavizzare la canna, prati-cando cioè un foro in prossimità della mezzeria e accrescendone poi opportunamente la pres-sione alla bocca. Tale registro ottaviante era già noto a Michael Praetorius (1619). Il più antico esemplare di detto Flauto ottaviante a noi giunto era finora ritenuto quello dell’organo della chiesa spagnola di San Mateo, Tarifa, Cadiz (1762). Le ricerche innescate dalla segnalazione di Berbenni hanno però permesso di appurare che un tale registro si può oggi trovare già in un organo del 1759, di Giuseppe I e Andrea Serassi (Crema, chiesa parrocchiale di S. Benedetto). In esso si rileva inoltre che il foro è praticato un po’ al di sotto della mezzeria geometrica della canna, evidentemente per tenere conto della maggiore entità della correzione di bocca rispetto a quella di estremità superiore. Per quanto poi riguarda la maggiore pressione di alimentazione conveniente a detta canna, sappiamo che nel secolo seguente Aristide Cavaillé-Coll si serviva di opportuni mantici supplementari. I Serassi mantenevano invece un’unica pressione di ali-mentazione al somiere: per le canne del Flauto armonico, contrariamente agli altri registri, essi però praticavano una intonazione del tipo ‘a pien’aria’, il che accresceva la pressione in corri-spondenza della bocca. La luce veniva inoltre tenuta più aperta, il che favoriva la produzione un maggiore rumore di fondo, simulante il soffio del flautista; effetto accresciuto dal fatto che nell’organo di Crema, come del resto in altri analoghi strumenti serassiani, detto registro è posto in facciata, accanto al Principale.

The most ancient stop of “Flauto armonico” known till present: the “Flutta al natural” by Giuseppe I Serassi (1739-59)Giosuè Berbenni has recently highlighted that, in 1739-49, Giuseppe I Serassi introduced for the first time one stop of “Flutta al naturale” in the organ, no longer existing, of the Santuario della Beata Vergine in Caravaggio. This treble stop, like the usual flutes of the orchestra, was peculiar for its brilliant and intense sound in the higher texture, in comparison to the normal flute stops: this effect was obtained by making an harmonic pipe through a hole opened in the middle of the body and subsequently by increasing the wind pressure at the mouth. This kind of stop was already known to Michael Praetorius (1619). The oldest remaining example of this kind of Flauto ottaviante was so far the one in the Spanish church of San Mateo, Tarifa, Cadiz (1762). The researches initiated after the discovery of Berbenni have then permitted to verify that such stop is already present in an organ from 1759, by Giuseppe I and Andrea Serassi (Crema, parish church of S. Benedetto). In this case, the hole has been made a little lower than the middle of the pipe, probably in order to take account of the bigger entity of the correction of the mouth compared to the higher section. Regarding the higher wind pressure suitable for such pipes, we know that in the following century, Aristide Cavaillé-Coll employed specific supplementary bellows. The Serassi instead maintained one unique pressure in the wind chest: for the harmonic flute stop, differently than the other stops, they used a full open toe tuning, that increased the pressure at the mouth. The flue windway was also kept wider, in order to re-produce the sound of the flautist blow. This effect was also increased by positioning these pipes, in Crema as well as in other Serassi organs, in the prospect, next to the Principale.