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a Torino on ancora quaran- tenne, padre A- drien Candiard è uno studioso autorevole e un uomo molto spiritoso: «Certo che il dialogo con l’i- slam è impossibile esor- disce –. Infatti è con i mu- sulmani che dobbiamo dia- logare: con le persone, con i credenti. L’islam, di per sé, non parla». La storia di un’amicizia inattesa, quel- la tra il vescovo di Orano Pierre Claverie e il suo auti- sta musulmano, ha ispirato il più celebre testo di Can- diard, Pierre eMohamed , e- dito in Italia da Emi, la stes- sa sigla che ora propone Comprendere l’islam (tra- duzione di Valentino Cotti- ni, pagine 128, euro 13,00), saggio informatissimo e controcorrente che, dopo il passaggio al Salone di Tori- no, sarà presentato oggi al- le 17 alla libreria Il Gabbia- no di Vimercate epoi aMo- dena, ReggioEmilia, Vicen- za, Verona, Parma e Lecco (per informazioni www.emi.it). «Di questo ar- gomento, purtroppo, noi europei capiamo ancora troppo poco», insiste padre Candiard, ricercatore pres- so l’Institut dominicain d’é- tudes orientales del Cairo. Da dove dovremmo co- minciare, secondo lei? Dal riconoscere che la no- stra immagine dell’islam è una costruzione di cui noi stessi siamo responsabili. Non c’è dubbio che la cul- tura occidentale, secosì vo- gliamo chiamarla, abbia oggi una connotazione u- niversale. Ma i nostri crite- ri non spiegano tutto. Non sono applicabili, nella fatti- specie, a una realtà com- plessa come quella dell’i- slam. Ammettere la nostra incomprensione sarebbe già un bel passo avanti. Come mai siamo tanto in- competenti? Perché non cogliamo il nu- cleo teologico della que- stione. A dispetto di ogni peculiarità dottrinaria, l’i- slam può essere descritto come una diversità che ten- de all’unità. Ma questo è un progetto, non un dato di fat- to. Come occidentali, fac- ciamo fatica a misurarci con una concezione della razionalità molto diversa da quella alla quale siamo abi- tuati. Invochiamo l’avvento di un illuminismo musul- mano senza renderci conto di come, anche di recente, il sogno di modernizzare l’i- slam sia stato contraddetto della spinta a islamizzare la modernità. Non sta generalizzando an- che lei? Niente affatto. Vede, il nu- cleo della fede musulmana si compone di pochi arti- coli, che da ultimo si rias- sumono nell’assoluta uni- cità di Dio. Questo non im- pedisce che nella storia ci siano state e ancora oggi ci siano molte declinazioni diverse dell’islam, in una ricchezza di tradizioni che andrebbe riscoperta e va- lorizzata. Un po’ come è successo nel Vaticano II . In che senso? Il percorso del Concilio è stato contraddistinto daun continuo ripensamento delle fonti. Un documento come la Gaudium et spes, per esempio, è fortemente segnato dall’eredità più au- tentica del tomismo, final- mente affrancato dalle rigi- dità della neoscolastica e ri- condotto alla sua dimen- sione di confronto tra il cri- stianesimo e la modernità. Questa, a mio avviso, po- trebbe essere un’opportu- nità molto interessante per l’islam contemporaneo, chenel suo complesso è an- cora arroccato su posizioni legaliste. Come mai? N AdrienCandiard «Lapauranasce dall’ignoranza reciproca» Tutti i diritti riservati PAESE : Italia PAGINE : 24 SUPERFICIE : 15 % PERIODICITÀ : Quotidiano DIFFUSIONE : (126000) AUTORE : Alessandro Zaccuri 12 maggio 2019

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dallʼinviato a Torino

on ancora quaran-tenne, padre A-drien Candiard è

uno studioso autorevole eun uomo molto spiritoso:«Certoche il dialogo con l’i-slam è impossibile – esor-disce –. Infatti è con i mu-sulmani che dobbiamo dia-logare: con le persone, coni credenti. L’islam, di per sé,non parla». La storia diun’amicizia inattesa, quel-la tra il vescovo di OranoPierre Claverie e il suo auti-stamusulmano, ha ispiratoil più celebre testo di Can-diard, PierreeMohamed , e-dito in Italia da Emi, la stes-sa sigla che ora proponeComprendere l’islam (tra-duzione di Valentino Cotti-ni, pagine 128, euro 13,00),saggio informatissimo econtrocorrente che,dopo ilpassaggio alSalone di Tori-no, sarà presentato oggi al-le 17 alla libreria Il Gabbia-no di Vimercate epoi aMo-dena, ReggioEmilia, Vicen-za, Verona, Parma e Lecco(per informazioniwww.emi.it). «Di questo ar-gomento, purtroppo, noieuropei capiamo ancoratroppo poco», insiste padreCandiard, ricercatore pres-so l’Institut dominicain d’é-

tudes orientales del Cairo.Da dove dovremmo co-minciare, secondo lei?Dal riconoscere che la no-stra immagine dell’islam èuna costruzione di cui noistessi siamo responsabili.Non c’è dubbio che la cul-tura occidentale, secosì vo-gliamo chiamarla, abbiaoggi una connotazione u-niversale. Ma i nostri crite-ri non spiegano tutto. Nonsono applicabili, nella fatti-specie, a una realtà com-plessa come quella dell’i-slam. Ammettere la nostraincomprensione sarebbegià un bel passo avanti.Come mai siamo tanto in-competenti?Perché non cogliamo il nu-cleo teologico della que-stione. A dispetto di ognipeculiarità dottrinaria, l’i-slam può essere descrittocome una diversità che ten-de all’unità. Ma questo èunprogetto, non un dato di fat-

to. Come occidentali, fac-ciamo fatica a misurarcicon una concezione dellarazionalità molto diversadaquella alla quale siamo abi-tuati. Invochiamo l’avventodi un illuminismo musul-mano senzarenderci contodi come, anche di recente,il sogno di modernizzare l’i-slam sia stato contraddetto

della spinta a islamizzare lamodernità.Non stageneralizzando an-che lei?Niente affatto. Vede, il nu-cleo della fede musulmanasi compone di pochi arti-coli, che da ultimo si rias-sumono nell’assoluta uni-cità di Dio. Questo non im-pedisce che nella storia cisiano state eancora oggi cisiano molte declinazionidiverse dell’islam, in unaricchezza di tradizioni cheandrebbe riscoperta e va-lorizzata. Un po’ come èsuccesso nel Vaticano II .In che senso?Il percorso del Concilio èstato contraddistinto dauncontinuo ripensamentodelle fonti. Un documentocome la Gaudium et spes,per esempio, è fortementesegnatodall’eredità più au-tentica del tomismo, final-mente affrancato dalle rigi-dità della neoscolastica eri-condotto alla sua dimen-sione di confronto tra il cri-stianesimo e la modernità.Questa, a mio avviso, po-trebbe essereun’opportu-nità molto interessante perl’islam contemporaneo,chenel suo complesso èan-cora arroccato su posizionilegaliste.Come mai?

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AdrienCandiard«Lapauranascedall’ignoranzareciproca»

Tutti i diritti riservati

PAESE : Italia PAGINE : 24SUPERFICIE : 15 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (126000)AUTORE : Alessandro Zaccuri

12 maggio 2019

Page 2: AdrienCandiard «Lapauranasce dall’ignoranza reciproca» stampa 2019/Avvenire_24... · 2019-05-14 · dallÿinviato a Torino on ancora quaran-tenne, padre A-drien Candiard è uno

La mia impressione è che,dall’Ottocento in poi, i pen-satori musulmani abbianorinunciato a dibattere conl’Occidente sul terreno del-la metafisica. Hanno lascia-to Kant agli europei, in-somma, ehanno cercato didelimitare un campo nelquale potessero sentirsi im-battibili. In questo modo,hanno fatto della leggeil lo-ro rifugio sicuro o, sesi pre-ferisce, la disciplina in cuinon temevano più rivali. Unriflesso inconsapevole, pro-babilmente, ma che a benvedere attraversa tutte letrasformazioni subìte dalsunnismo, fino all’attualerigorismo salafita. Il dirittosi è sostituito alla teologia,causando l’inedito corto-circuito concettuale di unagnosticismo religioso. DiDio non si può e non oc-corre dire nulla, quindi si èliberi di concentrarsi sullenorme morali egiuridiche.Ma questo non rende an-cora più difficoltoso ildialogo?La situazione attuale puòessereparagonata a quellache il mondo ha conosciu-to durante la Guerra Fred-da: diffidenza, sospetto, in-comprensioni. Sonoqueste,oggi, learmi che dobbiamosmantellare, esattamentecome fu fatto all’epoca conle testate nucleari. Perché ilcristianesimo nasce disar-mato e tale deve rimanere.Non ci si può illudere chebrandire il Vangeloequival-ga ad annunciarlo.

Alessandro Zaccuri© RIPRODUZIONE RISERVATA

Tutti i diritti riservati

PAESE : Italia PAGINE : 24SUPERFICIE : 15 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (126000)AUTORE : Alessandro Zaccuri

12 maggio 2019