Adriana Muroni - Libertas in Roma Antica

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    Rivista Internazionale di Scienze Giuridiche e Tradizione Romana

    Anno XII - 2013 - Quaderno N. 11 - Nuova Serie - ISSN 1825-0300

    DIRETTORE: Francesco Sini

    DIREZIONE: Omar Chessa - Maria Rosa Cimma - Michele Maria Comenale Pinto - Domenico DOrsognaGian Paolo Demuro - Giovanni Lobrano - Attilio Mastino - Pietro Pinna - Antonio Serra - Giovanni Maria Uda

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    Reg. Trib. di Sassari N. 217 del 3-2-2004

    DIPARTIMENTO DI GIURISPRUDENZA

    Rivista Internazionale d he e

    radizione Romana

    nno XII - 3 - Qua erno ... - uova erie - I -0300

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    DIREZIO : Oma ssa - M Rosa Cimma

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    Libertas

    ADRIANA MURONI Universit di Sassari

    Sull'origine della libertas in Roma antica: storiografia annalistica ed elaborazionigiurisprudenziali

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    ADRIANA MURONIUniversit di Sassari

    Sullorigine della libertasin Roma antica:storiografia annalisticaed elaborazioni

    giurisprudenziali

    SOMMARIO: 1. Introduzione 2.

    Libertas est naturalisfacultas 3. Il regnum : alle origini della libertas 4. Ius ( lex ) elibertas 5. La libertas del populus Romanus 6. Lex e libertas tradiritto romano e storiografia moderna. Alcune note 7. Conclusioni. Abstract.

    1. Introduzione

    opinione corrente che la libertas [1] sia a Romadiretta espressione della res publica [2], conseguenzadellintroduzione del consolato e, pi in generale, delsistema giuridico repubblicano[3]. Ne consegue laconnotazione fortemente negativa del regnum [4], qualeperiodo privo di libertas . Esemplificativo l adfectatioregni [5], quel crimine che punisce luso distorto olabuso del potere in violazione dei principi posti afondamento della res publica e che riporta, non a caso,

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    il termine regnum proprio nel suo nomen iuris .Tuttavia, il modello di quella tradizione che

    collega in modo netto la libertas alla res publica appareuna semplificazione storiografica. Sono, infatti,riscontrabili fonti che, in vario modo, precisanolassenza di libertas durante il regnum e la ricollegano

    espressamente al modo di esercizio del potere di unospecifico rex , Tarquinio il Superbo[6] ; e ancora, pi ingenerale, sono da segnalare quelle fonti, sia letterarie,sia giuridiche, che mettono in evidenza il collegamentotra libertas e norme certe e vincolanti erga omnes [7].

    Il fatto che le fonti parlino di assenza di libertasin caso dincertezza del diritto, fa quindi sorgere ildubbio che il nucleo originario di quella libert - chesar a Roma via via arricchita di molteplici significati[8], sovente politici - non si fondi su un determinatosistema di governo ma, piuttosto, origini da elementidifferenti, quali lo ius e, pi nello specifico, la lex [9].Ci a maggior ragione se si verifica che anche nellaprima res publica , fino alla redazione delle XII Tavole,sono attestate situazioni dincertezza del diritto[10]. Ilbinomio libertas /certezza del diritto va, quindi, a minareil collegamento stretto tra libertas e res publica .

    A questo punto importante incentrare la ricercasullanalisi del pensiero espresso da fonti tardo-repubblicane e classiche sullorigine della libertas neltentativo di individuarne gli elementi fondanti che lastoriografia successiva - tendenzialmente - dar perscontati.

    2. Libertas est naturalis facultas

    Appare opportuno prendere le mosse dalladefinizione giuridica di libertas che si rinviene nel notopasso del giurista Fiorentino[11]:

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    Libertas est naturalis facultas eius quodcuique facere libet, nisi si quid vi aut iureprohibetur[12].

    Luso del termine facultas assume nel testo una

    precisa connotazione in relazione alla successiva ecorrelata definizione di schiavit come constitutio iurisgentium [13]. In particolare, la contrapposizione trafacultas e constitutio rafforza lidea della libertas comecondizione naturale[14].

    Nel passo sono evidenziabili due distinti piani,uno astratto, che attiene alla volont di fare, ed unopratico che attiene allattuazione di tale volont;lesercizio della libertas si pone nellambito di ci chenon espressamente vietato, o in ogni caso limitato,dallo ius e dalla vis [15].

    Una problematica sorge in relazione alluso che ilgiurista fa del termine vis e allo specifico significato chequesti ha inteso richiamare. Da una lato, infatti, riscontrabile a Roma un uso del concetto di vis comemanifestazione di una 'forza' legittima[16] che,dunque, accompagnerebbe il diritto stesso[17],dallaltro vi invece laccezione pi ampia del termine,implicante una forza o comunque un comportamentoantigiuridico, significato questultimo, forse, pirispondente a un suo uso nel II sec. d.C.[18].

    Indipendentemente da quale dei due significati sivoglia ritenere pi coerente con lidea contenuta nel

    passo, ius e vis appaiono in ogni caso come elementi ingrado di limitare prohibere il facere , e pertanto,precisano, quella libertas di cui lindividuo, almeno inpotenza, gi dotato. A tal proposito il fatto cheFiorentino utilizzi un generico pronome ( is ) rendedifficile comprendere se vi sia un espresso richiamoalluomo libero, o se invece lintento del giurista fosse

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    quello di indicare pi in generale la libertas ,senza entrare nei limiti del rigido schema libero-schiavo. D'altronde, lelaborazione giurisprudenzialeromana sul concetto di libertas , come pervenutaci, essenzialmente collocata nel raffronto con listituto dellaschiavit, a differenza delle fonti storiografiche che,

    seppur con le ovvie semplificazioni ostrumentalizzazioni politiche, dedicano al largomento unforte e costante interesse e descrivono sovente lalibertas come quellelemento caratterizzante e distintivosia del populus , sia del civis Romanus . Tuttavia,analizzando il passo come riportato da Giustiniano in I.1.3.1 [19], che fonde in un unico paragrafo la summadivisio de iure personarum di Gaio alla definizione dilibertas tratta dalle Institutiones di Fiorentino, si punotare come lImperatore introduca linciso ex quaetiam liberi vocantur . Attraverso tale modifica, sicircoscrive espressamente la definizione della libertasalla condizione di uomo libero. Il fatto che tale incisonon compaia nella definizione di Fiorentino, pu farpropendere per lipotesi di una visione della libertas ,operata dal giurista, pi ampia e riferibile a qualsiasiindividuo.

    Questa definizione giuridica potr essere utile perlinterpretazione delle antiche fonti storiografiche cheesaltano la libertas come una caratteristica tipica delpopolo Romano, nonch delle istituzioni repubblicane,dandone, tuttavia, per scontato il fondamento.

    3. Il regnum : alle origini della libertas romana

    Tito Livio afferma che la libertatis dulcedo unconcetto sconosciuto nel regnum [20]. Dalla fondazionedi Roma si sono dovuti attendereduecentoquarantaquattro anni[21] per ottenere la

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    libertas attraverso listituzione della res publica[22]. Il momento della scacciata dei re , nelle fonti,tanto rilevante che exactis regibus diviene locuzione eparametro per calcolare il tempo[23].

    Questa rappresentazione netta viene, tuttavia,temperata dallo storico nel II libro, laddove si precisa

    che la privazione della libertas per il populus Romanus da ricondurre al latteggiamento di superbia dellultimoTarquinio[24].

    La libertas , dunque, posta al centro dellanarrazione del II libro che si apre proprio con il termine

    liberi :

    Liberi iam hinc populi Romani res pacebelloque gestas, annuos magistratus, imperiaquelegum potentiora quam hominum peragam. Nampriores ita regnarunt ut haud immerito omnesdeinceps conditores partium certe urbis, quasnovas ipsi sedes ab se auctae multitudinisaddiderunt, numerentur; neque ambigitur quinBrutus idem qui tantum gloriae superbo exactorege meruit pessimo publico id facturus fuerit, silibertatis immaturae cupidine priorum regumalicui Regnum extorsisset. Quid enim futurumfuit, si illa pastorum convenarumque plebs,transfuga ex suis populis, sub tutela inviolatitempli aut libertatem aut certe impunitatemadepta, soluta regio metu agitari coepta essettribuniciis procellis, et in aliena urbe cum patribus

    serere certamina, priusquam pignera coniugumac liberorum caritasque ipsius soli, cui longotempore adsuescitur, animos eorumconsociasset? Dissipatae res nondum adultaediscordia forent, quas fouit tranquilla moderatioimperii eoque nutriendo perduxit ut bonamfrugem libertatis maturis iam viribus ferre

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    possent. Libertatis autem originem indemagis quia annuum imperium consulare factumest quam quod deminutum quicquam sit ex regiapotestate numeres[25].

    Il testo contiene un concetto di libertas come

    liberazione dalla superbia [26] attestato per lultimo redi Roma e che permane anche in epoche successive[27]in quel pensiero che concepisce la libertas comelibert dalla dominazione di un re o di untiranno[28]. Nella narrazione si precisa il momentoesatto dellorigine della libertas a Roma che coincide,per Tito Livio, con la creazione di magistrature dotate diimperium annuale. Liberator del popolo romano dal rex e garante stesso della libertas , per lo storico, Luciusunus Brutus [29].

    La libertas , che sar una caratteristica tipica delcittadino e del popolo romano, appare, dunque, nelpasso liviano strettamente connessa alla res publica ealle sue istituzioni.

    Analoga rappresentazione riscontrabile inacito, il quale riferisce dellassenza di libertas in epoca

    monarchica e della sua successiva introduzione,unitamente al consolato, per merito dello stesso Bruto:

    Urbem Romam a principio reges habuere;libertatem et consulatum L. Brutus instituit[30].

    Lesercizio e lampiezza stessa del potere regio,

    nonch la conseguente impossibile coesistenza dilibertas , resa dallo storico attraverso luso del verboabere . Detto verbo - comunemente - porta in s il

    concetto di possesso se non anche propriet[31] eviene nel passo utilizzato per trasmettere lidea di unesercizio arbitrario del potere. Tale idea ripresa dallostesso Tacito anche con riferimento al regno di Romolo

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    il quale ut libitum, imperitaverat [32]:

    Nobis Romulus ut libitum imperitaverat:dein Numa religionibus et divino iure populumdevinxit, repertaque quaedam a Tullo et Anco.Sed praecipuus Servius Tullius sanctor legum fuit

    quis etiam reges obtemperarent[33].Nel passo Tacito rafforza il verbo impero [34], che

    gi di per s caratterizza un potere forte e connotatomilitarmente, con luso dellespressione ut libitum [35],che indica discrezionalit ed , dunque, manifestazionedellesercizio del potere scevro da qualsivoglialimitazione esterna.

    Tuttavia, nellopera di Tacito sono riscontrabilielementi ulteriori.

    La narrazione dello storico prosegue, infatti,riferendo la graduale trasformazione di questa forma diesercizio del potere tramite una qualche normazione:da quella di carattere strettamente religioso di Numa, aci di cui rimasta memoria dellopera di Tullo Ostilioed Anco Marzio, sino a giungere a Servio, le cui leggiappaiono come vincolanti gli stessi re.

    Nella specificazione dellopera di Servio, la legge,e in ogni caso, la presenza di norme certe e vincolantierga omnes , rappresentata come un limiteallesercizio del potere che determina una situazionenuova rispetto al governo di Romolo, a garanzia dellalibertas [36].

    Ragionamento analogo, seppur con maggioreprecisione giuridica, si ritrova in Pomponio:

    Et quidem initio civitatis nostrae populussine lege certa, sine iure certo primum agereistituit omniaque manu a regibus gubernabantu r[37],

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    per il quale ab initio civitatis , lincertezza del dirittograva sul populus Romanus , giacch tutto si trova nella

    anus [38] del rex [39], il quale governa attraverso unpotere che pu essere caratterizzato da vi et armis [40]privo di limiti al suo esercizio.

    Leges , riferisce Pomponio[41], sono approvate inseguito alla divisione del popolo in curie operata daRomolo[42]; a questa situazione seguir una nuovafase di incertezza del diritto poich omnes leges haeexoleverunt .

    Dunque, anche Pomponio, parimenti a quantoesposto da Tacito, ritiene che larbitrariet del potereregio sia conseguenza dellincertezza del diritto, omeglio, con le stesse parole del giurista, di un governo

    ine certa lege, sine iure certo.Entrambe le fonti[43] sono uniformi nel ritenere

    che le XII Tavole rappresentino in epoca repubblicanaun momento di certezza del diritto, per cui appare comesia ai primordi del regnum , sia durante i primi annidella repubblica vi siano stati periodi di incertezza deldiritto.

    interessante notare che nelle fonti analizzate, il complesso di norme certe e vincolanti per tutti a porsiquale fondamento dellorigine della libertas a Roma.Sicch si pu ritenere che non sia tanto una precisaforma di governo a determinare la presenza o menodella libertas , quanto una sua esatta e inequivocaregolamentazione in ragione della quale si possa

    affermare che la libertas sussista anche quando si governati da un re[44].Questo collegamento tra libertas e normazione

    non si trova in contrasto con Liv. 2.1.1 [45]; nel passo,infatti, seppur sottinteso, emerge limportanza deldiritto, giacch lo storico evidenzia la continuit tra ilpotere consolare e quello regio, potere che, secondo la

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    tradizione che Livio raccoglie, reso certo daldiritto attraverso la limitazione temporale e le garanziecostituzionali del cittadino operanti allinterno del

    omerium .Dunque, le affermazioni sia di Tacito ( libertatem

    et consulatum L. Brutus instituit ), sia di Livio (Libertatisautem originem inde magis quia annuum imperiumconsulare factum est ) che pongono lorigine dellalibertas in concomitanza ed in ragione stessadellistituzione del consolato, devono leggersi comelindividuazione meramente convenzionale delloriginedella libertas che non potr porsi in esatta coincidenzacon linstaurazione della repubblica bens, come emergedai passi analizzati, con la vigenza di un diritto certo evincolante erga omnes [46].

    In tal modo non si potr escludere a priori lasussistenza della libertas , o suoi ambiti, in alcune fasidel regnum , cos come non se ne dovr forzosamenteammettere la sussistenza nella repubblica,specialmente allatto della prima fase, se il parametroresta la certezza del diritto.

    Questa ricostruzione trova ulteriore fondamentoin quanto affermato dallo storico repubblicano Sallustio[47], il quale, riportando la differenza tra lultimo re diRoma e i re precedenti, evidenzia la continuit trapotere regio e potere consolare e descrive l imperiumregio, appartenuto ai reges che hanno precedutoTarquinio il Superbo, come posto a preservare lalibertas e accrescere il sistema giuridico-religioso

    romano:Post, ubi regium imperium, quod initio

    conservandae libertatis atque augendae reipublicae fuerat, in superbiam dominationemquese convortit, inmutato more annua imperiabinosque imperatores sibi fecere: eo modo

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    minume posse putabant per licentiaminsolescere animum humanum[48].

    Questa fonte, che la pi antica tra quelleesaminate, mostra lesistenza di un legameimprescindibile tra potere e libertas nel regnum e,

    dunque, attesta, la risalente presenza di libertas nelletdei reges .

    4. Ius ( lex ) e libertas

    Il valore e limportanza delle leggi a Roma,fundamentum stesso di libertas per tutti i cittadini, ben rappresentato in un passo della pro Cluentio :

    Hoc enim vinculum est huius dignitatis quafruimur in re publica, hoc fundamentumlibertatis, hic fons aequitatis; mens et animus etconsilium et sententia civitatis posita est inlegibus. Ut corpora nostra sine mente, sine legesuis partibus ut nervis ac sanguine et membrisuti non potest. Legum ministri magistratus,legum interpretes iudices, legum denique idcircoomnes servi sumus ut liberi esse possimus[49].

    Una problematica sorge in relazione alluso nelpasso del termine lex e allo specifico significato che glisi deve attribuire. Da un lato, infatti, il termine pu

    essere ricondotto alla sua rappresentativit come fontedel diritto e assumere, cos, un valore paradigmatico ditutto lo ius [50]. Tuttavia, non si pu escludere cheCicerone abbia voluto specificatamente richiamare lalex come fondamento della libertas al fine di esaltare ilvalore centrale del lesercizio della volont popolare. Lavolont generale sarebbe cos sublimata nel diritto e

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    collegata alla stessa libertas , fatto da cuinaturalmente deriva che i cittadini romani possonoessere liberi solo se a servizio delle leggi.

    Nel pregnante paragone dellimportanza dellamente per il corpo umano, loratore pone la lex comesintesi di tutti i poteri della civitas e fondamento dellalibertas ; un vincolo necessario per fruire della dignitas[51], quella precisa connotazione socio-politica di cui sidispone nella res publica e che, nel diritto, caratterizzail cittadino romano. La libertas , dunque, diviene talesolo se regolata dal diritto e, di conseguenza, non puessere assoluta, ma deve imporsi una limitazioneinterna, a garanzia della libertas di tutti gli altriconsociati e del rispetto dellautorit[52]. Perch lalibertas possa mantenersi, infatti, necessario che iconsociati seguano il diritto al fine di garantire ilcorretto funzionamento di istituzioni e vita sociale.

    Livio evidenzia limportanza della maturit delpopolo nella fruizione della libertas , ricordando che lastessa cacciata dei Tarquini sarebbe stata imprudentese perpetrata nei confronti di uno dei reges precedenti,in ragione dellimmaturit del popolo romano[53]:

    Neque ambigitur quin Brutus idem quitantum gloriae superbo exacto rege meruitpessimo publico id facturus fuerit, si libertatisimmaturae cupidine priorum regum alicuiRegnum extorsisset.

    Il testo liviano esprime con chiarezza il profondolegame esistente tra libertas e populus Romanus ,giacch solo un popolo unito e coeso capace di gestirela libertas che, una volta ottenuta, va preservataattraverso la previsione di vincoli che limitino il poterenella misura necessaria al lesercizio corretto delgoverno, evitando il ripresentarsi di situazioni di

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    superbia .

    5. La libertas del populus Romanus

    Il legame tra popolo romano e libertas emerge

    allinterno dellanalisi sulle relazioni di postliminium [54]operata da Proculo[55]:

    Liber autem populus est is, qui nulliusalterius populi potestati est subiectus: sive isfoederatus est item, sive aequo foedere inamicitiam venit sive foedere comprehensum est,ut is populus alterius populi maiestatem comiterconservaret. Hoc enim adicitur, ut intellegaturalterum populum superiorem esse, non utintellegatur alterum non esse liberum: etquemadmodum clientes nostros intellegimusliberos esse, etiamsi neque auctoritate nequedignitate neque viri boni nobis praesunt, sic eos,qui maiestatem nostram comiter conservaredebent, liberos esse intellegendum est.

    Nel passo, il giurista riferisce un concetto dilibertas astrattamente applicabile a qualsiasi popolo che

    ullius alterius populi potestati est subiectus . Questadefinizione giuridica identifica libero un populus quandonon sottoposto a una potestas esterna e, con unasignificativa asserzione, estende la libertas anche a quel

    popolo che si trova sottomesso per mezzo di un foedus .Il testo precisa, infatti, che le civitates foederatae siritengono libere, poich, come avviene nella clientela[56], il rapporto di superiorit non esclude la libertasche, al contrario, nellesempio romano specificatamente ritenuta sussistente[57]. Il passo, chepure non esente da sospetti dinterpolazione[58], mi

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    pare utile per delineare la libertas riferita alpopolo romano[59]. Pur se, infatti, il frammento si aprecon il concetto di libert di un qualsiasi popolo, siconclude con il richiamo alla nostra maiestas [60],ovvero la supremazia del popolo romano che, come si detto, quando sussiste non priva della libertas il popolo

    a essa subiectus . In tal senso, la libertas divienecaratteristica essenziale delle istituzioni romane che, aloro volta, ne garantiscono la conservazione sia in capoagli stessi cittadini, sia ai popoli subiecti [61]. evidente, particolarmente con riferimento al rapportomaiestas / subiectus , che il passo implicitamente richiamiquanto visto poco sopra circa lambito di libertasgarantito dalla certezza del diritto. Il concetto per ilquale vi sia libertas anche se sottoposti a un governoesterno, purch lesercizio del potere di governo trovi ilsuo stesso vincolo in norme certe e valide per tutti (nelcaso de quo , un foedus ) talmente radicato da poteressere lasciato quasi sottinteso.

    Sulla stretta connessione tra libertas e populusRomanus si era gi espresso Cicerone con la famosaaffermazione, definita da De Martino carica dorgogliostorico[62], per cui aliae nationes servitutem pati

    ossunt: populi Romani est propria libertas [63].Una tale dichiarazione, chiaramente

    caratterizzata dallo spirito propagandistico della lottapolitica contro Antonio, pu tuttavia fornire unarilevante testimonianza del valore della libertas a Roma[64], tanto radicata nelle istituzioni da divenire metro di

    distinzione tra il popolo romano e tutte le altre nationes[65].In tal senso, il popolo romano distinto dal resto

    delle comunit organizzate, divenendo unico nellalibertas [66]; e questa unicit si riflette anche sulsingolo cittadino cui attribuito un complesso di virtdistintive sue proprie:

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    Nostis insolentiam Antoni, nostis amicos,nostis totam domum. Libidinosis, petulantibus,impuris, impudicis, aleatoribus, ebriis servire, easumma miseria est summo dedecore coniuncta.Quodsi iam, quod di omen avertant! fatum

    extremum rei publicae venit, quod gladiatoresnobiles faciunt, ut honeste decumbant, faciamusnos principes orbis terrarum gentiumqueomnium, ut cum dignitate potius cadamus quamcum ignominia serviamus. Nihil est detestabiliusdedecore, nihil foedius servitute. Ad decus et adlibertatem nati sumus; aut haec teneamus autcum dignitate moriamur[67].

    Nel passo si trova il concetto di libertas comecaratteristica del cittadino romano, unitamente a quelcomplesso di virt evidenziate dalla contrapposizionecon lesempio negativo di Antonio[68].

    Il richiamo al decus [69] e alla dignitas [70]evidenzia come essere cittadino romano, sia fonte di unonere ed un impegno specifico.

    Il discorso sulla libertas individuale del cittadinoromano viene espresso chiaramente dal giurista Paoloin un frammento riguardante listituto della capitisdeminutio [71]:

    Capitis deminutionis tria genera sunt,maxima media minima: tria enim sunt quae

    habemus, libertatem civitatem familiam. Igiturcum omnia haec amittimus, hoc est libertatem etcivitatem et familiam, maximam esse capitisdeminutionem: cum vero amittimus civitatem,libertatem retinemus, mediam esse capitisdeminutionem: cum et libertas et civitasretinetur, familia tantum mutatur, minimam esse

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    capitis deminutionem constat[72].

    Dal passo emerge come non sia possibile perderela libertas ed essere civis , mentre al contrario si potrperdere la cittadinanza e restare liber i[73]. Questoconcetto di libertas non si esaurisce nel binomio libero-

    schiavo, ma identifica un requisito essenziale delcittadino come membro attivo della comunit. Uomini,donne e bambini assumono con la cittadinanza romanauno specifico ruolo allinterno del sistema giuridico-religioso romano, uniti nel rispetto di istituzioni e leggi.In tal senso, la perdita della libertas determinerparimenti la perdita della cittadinanza in ragione dellasopravvenuta impossibilit di una partecipazione attivaalla civitas .

    Sia populus , sia civis , sono nelle fonticaratterizzati dalla libertas e compartecipano alla suastessa sussistenza, garantita dal sistema giuridico-religioso romano e, nello specifico dal diritto, con ilcontributo indispensabile di ogni singolo cittadino che,per essere tale e partecipare alla vita della civitas , nonpu che essere libero[74].

    6. Lex e libertas tra diritto romano e storiografiamoderna. Alcune note

    Il rilievo e limportanza della lex e, pi ingenerale, dello ius a fondamento della libertas romana

    sovente affrontato dalla dottrina in relazione alperiodo repubblicano.Si evidenziato come lassenza di giustizia ed

    equit, finanche alla prima fase repubblicana, escludache tutti i cittadini romani potessero godere dellalibertas [75]. In particolare, Luigi Bruno argomentalassenza di eguaglianza basandosi sulla

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    contrapposizione patrizio-plebea. LA., inparticolare, arriva ad affermare che a Roma ius eleges , essendo rimasti per oltre un cinquantennio -stando alla cronologia liviana - patrimonio riservatodella classe patrizia, non furono certamente unostrumento di libertas per la classe plebea[76].

    uttavia, si tratta di una posizione che risente di unalettura in chiave moderna del concetto di libertas [77],poich lutilizzo di una categoria come luguaglianza nonpu essere ricondotta alla riflessione romana, la cuiposizione, sul punto, ben sintetizzata dal concetto diunicuique suum tribuere [78].

    opinione comune che la normazione attraversoleges abbia avuto a Roma un utilizzo pi rilevantenellambito del diritto pubblico[79]. Attraverso la lex sono state sancite quelle garanzie di libert che hannocaratterizzato il passaggio dal regnum alla res publica[80] . Il largo uso di leggi evidenziato in quelle teoriepi moderne che rilevano una possibile e massicciaespunzione[81] di leges dalle opere dei giuristi, operataallatto della compilazione del Digesto, attraversometodi e finalit in esso dichiarate.

    Se, dunque, questo largo uso senzaltroattestato per lepoca repubblicana[82], in ogni caso,non vi motivo di ritenere falso quanto affermato daPomponio - nel lungo frammento dell Enchridionriportato nel Digesto - che attribuisce sia a Romolo, siaai re successivi, la presentazione di leggi[83].

    In ragione di questa risalente rilevanza delle

    leges , non mi sento di aderire integralmente alla teoriadi Giuliano Crif il quale sostiene che il nucleocostitutivo del diritto che regola i rapporti socialicorrisponde in et arcaica a una situazione omogenea di consenso diffuso, pi che a espresse leges [84].

    Sostenere lassenza di un ricorso alla lex duranteil regnum , si pone in contrasto con le fonti analizzate

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    che richiamano un sistema normativo per operadei reges e descrivono - espressamente lo ius espesso la stessa lex come limite allesercizio arbitrariodel potere[85] e, conseguentemente, fonte di libertas[86].

    Daltronde lo stesso Crif, pur arrivando a

    soluzioni differenti, presuppone un passaggio dalregnum alla res publica che mantiene il pi possibiledella realt preesistente[87], laddove la vera novitdellet repubblicana essenzialmente rappresentatadalla limitazione dell imperium del rex . E dunque, se vero, quanto espresso da Crif, che la libert si fondasul diritto[88], allora la libertas romana va posta inrelazione a quelle fonti che attestano una normazionegi durante il regnum [89].

    La risalente presenza di libertas non superatadalleccezione per cui pi ci si sposta indietro neltempo, pi emerge che tra gli uomini liberi alcunierano pi liberi e pi uguali degli altri[90]. Le originidella libertas , per quanto visto sopra, non si fondanosulluguaglianza davanti al diritto, bens nel dirittostesso e, pi precisamente, nella lex , quando questa,attraverso la partecipazione popolare e lamanifestazione della volont generale, vincola tutti,compreso il rex .

    7. Conclusioni

    Dallanalisi delle fonti emerso che:a) l imperium regio era originariamente posto aconservazione della libertas , come riferisce Sallustio;

    b) la privazione della libertas per il populusRomanus si lega allatteggiamento di superbiadellultimo Tarquinio, come emerge dai passi liviani;

    c) vi stata una graduale trasformazione

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    dellesercizio arbitrario del potere del rex attraverso lemanazione di norme certe, sino a quelle diServio Tullio che sono definite vincolanti gli stessi re,come narra Tacito;

    d) durante il regnum , vi stata, secondoPomponio, unantica fase di certezza del diritto per la

    presenza di leges proposte da Romolo e dai resuccessivi.La libertas , inoltre, emersa come caratteristica

    tipica del cittadino romano in quanto appartenente allacollettivit, un elemento inscindibile della cittadinanza[91], una connotazione essenziale della civitas [92]. Lacivitas Romana , in tal senso, unorganizzazione diuomini liberi[93], segnata da una comunione dinteressiche si perfeziona nella volontariet e, dunque, nellalibertas . Conseguentemente, il cittadino libero inquanto partecipante alla civitas che, in quanto libera,ne garantisce e fonda questa libertas [94]. In virt dici, lindividuo deve partecipare alla vita sociale eacquistare una posizione determinata dallo ius che gli riconosciuta dalla comunit stessa[95].

    Indipendentemente dalleffettiva portataattribuita al principio di libertas [96], nel pensiero dellagiurisprudenza romana emerso un concetto di libertfortemente concreto[97], fondato e regolato nello ius enella lex , in unottica di concatenazione tra il singolo e ilsistema giuridico-religioso cui questi appartiene[98].Per tale ragione civitas diverr a Roma sinonimo dipiena libertas [99], i due termini, pur senza coincidere

    [100], quasi si sovrapporranno.Come emerge dalle fonti, lorigine del concetto dilibertas per cui si comunque liberi anche se sottopostial governo di un rex , di due consoli o alla maiestas delpopolo Romano, si fa solo convenzionalmentecoincidere con linstaurazione della repubblica, poich,come si detto, il complesso di norme certe e

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    vincolanti per tutti a porsi quale fondamentodellorigine della libertas a Roma.

    Abstract

    The aim of this study is to shed light on theorigins of Roman libertas . Libertas is often meaning adirect expression of republican institutions. Theresearch explores the sources which do not exclude theexistence of libertas in some phases of regnum . Theconclusions drawn from sources allow to highlight theimportance of legal norms binding erga omnes .

    [Per la pubblicazione degli articoli della sezione TradizioneRomana si applicato, in maniera rigorosa, il procedimento di peer review . Ogni articolo stato valutato positivamente da due referees ,che hanno operato con il sistema del double -blind ].

    [1] Per i vari significati del termine vedi G. KUHLMANN, v.libertas , in Thesaurus Linguae Latinae VII.2, fasc. IX liberalis -linearius , Lipsiae 1956-1979, coll. 1310 ss.; per unanalisietimologica rimando ad A. ERNOUT-A. MEILLET,Dictionnairetymologique de la langue latine. Histoire des mots 3a ed., Paris1979, voce liber , - a -um , 355. Vedi sul punto anche le riflessioni diG. CRIF, Su alcuni aspetti della libert in Roma , in ArchivioGiuridico 154 (1958), 27 ss., il quale richiama letimologia del

    termine liber che in origine identifica colui che appartiene allastirpe, per dimostrare che la libertas possiede da subito unaconnotazione politica, poich attiene a quelle facolt che vengonoattribuite allindividuo (in questo caso dalla stirpe). Dunque,contrario al soggetto liber non sarebbe tanto lo schiavo quanto unqualsiasi soggetto estraneo a quella stessa stirpe. Vedi anche 22 ss.per una ricostruzione della trasformazione del concetto di libertnelle vicende politiche di Roma e, in particolare, nella lotta tra le

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    classi.Sul tema della libert degli antichi, con particolare

    riferimento all'esperienza romana, si veda: CH. WIRSZUBSKI,Libertas as a Political Idea at Rome during the Late Republic and Early Principate , Cambridge 1950, in part. 24-30 e 122, (= ID.,Libertas . Il concetto politico di libert a Roma tra Repubblica empero , con appendice di A. Momigliano, Bari 1957); E. LEVY,

    Liber tas und civitas, in Zeitschrift der Savigny-Stiftung fr Rechtsgeschichte: Romanistische Abteilung 78 (1961), 142 ss.; J.BLEICKEN,Der Begriff der Freiheit in der letzen Phase der mischen Republik , in Historische Zeitschrift 195 (1962), 3 ss.; ID.,taatliche Ordnung und Freiheit in der rmischen Republik ,

    Kallmunz 1972; L. BRUNO,Libertas plebis in Tito Livio , in Giornaletaliano di Filologia 19 (1966), 107 ss.; A. WEISCHE, Studien zur olitischen Sprache der rmischen Republik , Mnster Westf. 1966,

    57 ss.; J. HELLEGOUARC'H,Le vocabulaire latin des relations et desartis politiques sous la Rpublique II, Paris 1972, 546 ss.; F. DE

    MARTINO,Storia della costituzione romana III, 2a ed., Napoli 1973,138 ss.; I. LANA, La libert nel mondo antico , in ID., Studi sul

    ensiero politico classico , Napoli 1973, 13 ss.; ID., Studi sullaibert nellantica Roma. Corso di letteratura latina , Torino 1991; C.VENTURINI, Libertas e dominatio nell'opera di Sallustio e nella

    ubblicistica dei populares , in Studi per Ermanno Graziani , Pisa1973, 636 ss.; H.P. KOHNS, Libertas populi und libertas civium inCiceros Schrift De re publica, in Bonner Festgabe J. Straub zum 65.Geburtstag (Hrsg. von A. Lippold und N. Himmelmann), Bonn 1977,201 ss.; C. NICOLET, Le mtier de citoyen dans la Romepublicaine , Paris 1976 [= ID., Il mestiere di cittadino nellantica

    Roma (trad. it. di F. Grillenzoni), Roma 1980, 404 ss.]; ID., Il cittadino, il politico , in L'uomo romano (a cura di A. Giardina), trad.it. di C. De Nonno, Roma-Bari 1989, 3 ss.; G. CRIF, Libert euguaglianza in Roma antica. Lemersione storica di una vicendastituzionale II, Roma 1984; P.A. BRUNT, Libertas in the Republic , inID., The Fall of the Roman Republic and Related Essays , Oxford1988, 281 ss.; Y.P. THOMAS, Lindisponibilit de la libert en droit omain , in Hypotheses . Travaux de lEcole doctorale dhistoire de

    lUniversit Paris I Panthon-Sorbonne X (2006), 379 ss.; G.VALDITAR ,Saggi sulla libert dei romani, dei cristiani e dei oderni , Soveria Mannelli 2007; W. WO ODKIEWICZ,Libertas non

    rivata sed publica res est , in Civis Civitas Libertas, Index per Franco Salerno (a cura di L. Labruna e C. Cascione), Napoli 2011,38 ss. e da ultimo V. ARENA, Libertas and the Practice of Politics inthe Late Roman Republic , New York 2012, 14 ss. e M. GENOVESE,Libertas e civitas in Roma antica , Roma 2012.

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    Non si analizzer in questa sede la sfera della libert privatapropria del cittadino romano (sul punto e sul fondamentale esempiodella familia rimando a F. DE MARTINO, Individualismo e dirittoromano privato - rist. anast. dell'orig. del 1941, ripubblicato nel1979 - Torino 1999, in part. 8, laddove lA. descrive la libertindividuale del pater familias soggetto di diritti pienamentecapace, come una sfera di libert pi ampia dellattuale libertconcessa al cittadino moderno, e la risolve con il prevaleredellindividuale sul collettivo, poich le comunit arcaiche romane sifonderebbero sulla direzione di un capo e non sullastratto concettodi potere), n si operer un raffronto tra la libert degli antici e lalibert dei moderni, pur se sul punto non si pu prescindere dalrichiamare il celebre discorso di B. CONSTANT, De la libert des

    Anciens compare celle des Modernes [= ID., Discorso sulla libertdegli antichi paragonata a quella dei moderni , in Il pensiero politico.Dalle origini ai nostri giorni , Roma 1966, 705 ss.].

    [2] Rinvio, in particolare, a P.M. MARTIN, Esclaves oucitoyens? La rfrence Rome dans le dbat sur les esclaves noirsavant et pendant la rvolution franaise , in La nozione di Romanotra cittadinanza e universalit - Da Roma alla terza Roma II, Napoli1984, 203-216 e C. NICOLET, Il cittadino, il politico, cit., 3 ss.

    [3] Si veda Liv. 2.1.7: Libertatis autem originem inde magisquia annuum imperium consulare factum est quam quod deminutumquicquam sit ex regia potestate numeres . Sul passo R.M. OGILVIE,

    A Commentary on Livy, books 1-5 , Oxford 1965, 235 s.; vedi inoltreinfra par. 3. Analoga ricostruzione anche in Tac., Annales 3.26:Urbem Romam a principio reges habuere; libertatem et consulatumL. Brutus instituit .

    [4] In tal senso, si richiama il giuramento del popolo romano- su impulso di Giunio Bruto - a che non venisse pi tollerato un rex a Roma, Liv. 2.1.9: Omnium primum auidum novae libertatis

    opulum, ne postmodum flecti precibus aut donis regiis posset, iureiurando adegit neminem Romae passuros regnare ; nonch sulla suasuccessiva sanzione legislativa 2.8.1-2: Latae deinde leges, nonsolum quae regni suspicione consulem absoluerent, sed quae adeoin contrarium verterent ut popularem etiam facerent; indecognomen factum Publicolae est . Ante omnes de provocationeadversus magistratus ad populum sacrandoque cum bonis capiteeius qui regni occupandi consilia inisset gratae in volgus leges fuere .

    [5] In materia di adfectatio regni vedi M. SORDI, L'ultima

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    dittatura di Cesare , in Aevum 50 (1976), 151 [ora in EAD.,critti di storia romana , Milano 2002, 251 ss.]; P.M. MARTIN,

    Distorsions dues lidologie tripartite dans le rcit des troisdfectationes regni de la tradition romaine , in tudes indo-

    europennes 7 (1988), 15 ss.; E. CANTARELLA,I supplizi capitali inGrecia e a Roma , Milano 1991 [si veda la nuova edizione rivista,EAD., I supplizi capitali. Origine e funzioni delle pene di morte inGrecia e a Roma , Milano 2011]; E. GABBA, Dionigi e la storia di Roma arcaica , Bari 1996, 143 s. (opera originale ID., Dyonisius and the History of Archaic Rome, Berkeley-Los Angeles-Oxford 1991); R.FIORI, Homo sacer: dinamica politico-costituzionale di una sanzione

    iuridico-religiosa, Napoli 1996, 325 ss.; B. LIOU-GILLE, La sanctiondes leges sacratae et l'adfectatio regni. Spurius Cassus, purius Maelius et Manlius Capitolinus, in La parola del passato 51

    (1996), 161 ss.; R. PESARESI, Studi sul processo penale in etepubblicana: dai tribunali rivoluzionari alla difesa della legalit

    democratica , Napoli 2005, 32 ss.

    [6] Sall., De coniuratione Catilinae VI; Liv. 2.1.1.

    [7] Tac., Annales 3.26.

    [8] Vedi L. BRUNO,Libertas plebis in Tito Livio, cit., 111, perle molteplici accezioni di libertas nel linguaggio della storiografialiviana: libertas populi , libertas plebis , libertas patrum , libertasconsulum, libertas civitatis , libertas urbis , libertas omnium , etc.;riguardano, invece, la libert personale ( habeas corpus ), la libertgiuridica, espressioni come libertas servorum , libertas privatorum ,ibertas uniuscuisque , etc., esprimono, infine, quella che noi oggichiamiamo libert di pensiero, libert spirituale, freedom of speech,reedom of religion, espressioni come libertas animi , libertas ingenii ,ibertas vocis , libertas urbana , etc..

    [9] Si veda, in part., Cic. pro Cluent. 146: Hoc enimvinculum est huius dignitatis qua fruimur in re publica, hoc undamentum libertatis, hic fons aequitatis; mens et animus et

    consilium et sententia civitatis posita est in legibus. Ut corporaostra sine mente, sine lege suis partibus ut nervis ac sanguine et embris uti non potest. Legum ministri magistratus, legum

    nterpretes iudices, legum denique idcirco omnes servi sumus ut iberi esse possimus .

    [10] Tac., Annales 3.27: pulso Tarquinio adversum patrumactiones multa populus paravit tuendae libertatis et firmandae

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    concordiae, creatique decemviri et accitis quae usquamegregia compositae duodecim tabulae, finis aequi iuris . D. 1.2.2.4(Pomponius lib. sing. ench. ): Postea ne diutius hoc fieret, placuit

    ublica auctoritate decem constitui viros, per quos peterentur legesa Graecis civitatibus et civitas fundaretur legibus: quas in tabulaseboreas perscriptas pro rostris composuerunt, ut possint legesapertius percipi: datumque est eis ius eo anno in civitate summum,uti leges et corrigerent, si opus esset, et interpretarentur neque

    rovocatio ab eis sicut a reliquis magistratibus fieret. Qui ipsi animadverterunt aliquid deesse istis primis legibus ideoque sequenti anno alias duas ad easdem tabulas adiecerunt: et ita ex accedenti appellatae sunt leges duodecim tabularum. Quarum ferendarumauctorem fuisse decemviris Hermodorum quendam Ephesiumexulantem in Italia quidam rettulerunt .

    [11] Sul pensiero del giurista si veda lopera di S.QUERZOLI,Il sapere di Fiorentino: etica, natura e logica nelleInstitutiones, Napoli 1996.

    [12] D. 1.5.4 pr. ( Florentinus lib. 9 inst .). Sul passorimando, tra i tanti, a CH. WIRSZUBSKI, Libertas as a Political Ideaat Rome during the Late Republic and Early Principate , cit., 2 ss.; S.QUERZOLI,Il sapere di Fiorentino: etica, natura e logica nelleInstitutiones , cit., 110 ss.; G. CRIF , Semitae et vestigia libertatis,in Studi per Giovanni Nicosia I, Milano 2007, 60 ss.; R. QUADRATO,Hominum gratia, in Studi in onore di Remo Martini III, Milano 2010,276 ss.

    [13] D. 1.5.4.1 ( Florentinus lib. 9 inst. ): Servitus est constitutio iuris gentium, qua quis dominio alieno contra naturamsubicitur .

    [14] Sui sospetti di interpolazione del passo e le proposte diricostruzione rinvio per tutti a: G. CRIF, Semitae et vestigialibertatis, cit., 61 s.

    [15] Sul significato del termine rimando ad AE. FORCELLINI,Totius latinitatis Lexicon (consilio et cura J. Facciolati) IV, Lipsiae1835, v. vis, 455. Sul tema della rilevanza giuridica della vis sivedano, tra i tanti: E. BETTI, La vindicatio romana primitiva ed il suo svolgimento storico nel diritto privato e nel processo , inFilangieri 39 (1915), 321 ss.; TH. MAYER-MALY, v. Vis alsuristischer Begriff , in Rmisches Recht IX AI (1961), 321 ss.; U.

    EBERT, Vi metusve causa , in Zeitschrift der Savigny-Stiftung fr

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    Rechtsgeschichte: Romanistische Abtheilung 86 (1969),415; L. LABRUNA,Vim fieri veto'. Alle radici di una ideologia, Napoli1971, 8 ss.; ID., Iuri maxime adversaria. La violenza traepressione privata e persecuzione pubblica nei conflitti politici della

    tarda repubblica , in Illecito e pena privata in et repubblicana. Atti del convegno internazionale di diritto romano. Copanello 4-7 giugno1990, Napoli 1992, 253 ss.; L. SOLIDORO, La repressione dellaviolenza nel diritto romano , Napoli 1993 [= ID., Problemi di storiaociale nellelaborazione giuridica romana , Napoli 1994, 49 ss.]; G.COSSA,Studi sulla repressione del crimen vis tra tarda Repubblica e

    Principato. La legislazione giulia de vi publica et privata, Siena 2007,9 ss.; E. CALORE,Considerazioni sulla clausola edittale quod metu scausa gestum erit, ratum non hebebo , in Diritto @ Storia 9 (2010),http://www.dirittoestoria.it/9/Tradizione-Romana/E-Calore-Quod-metus-causa-gestum-erit.htm .

    [16] Cos S. SCHIPANI, La repressione della vis nellaentenza di L. Helvius Agrippa del 69 d.C. (Tavola di Esterzili) , in La

    Tavola di Esterzili: il conflitto tra pastori e contadini nella Barbariaarda. Convegno di studi, Esterzili, 13 giugno 1992 (a cura di A.

    Mastino), Sassari 1993, 145: Per cogliere il problema, si deveenere presente in modo del tutto generale che il termine vis non

    indica qualche cosa di necessariamente contrario al ius. Vis infattipu indicare la manifestazione di una 'forza' legittima. Bastiricordare l'uso di essa per la legge, per atti del magistrato, per ipoteri del tutore, per dichiarazioni di volont di singole persone,quali le dichiarazioni testamentarie, per le azioni processuali o per leorme di autotutela che ne implichino l'uso, la cui pi antica

    notevole estensione vediamo successivamente venir riducendosi.volte poi, in modo assai significativo, vediamo sanzionata larealizzazione di eventi che sono il risultato di una vis, ma non vienesanzionata la vis stessa come tale, e le condotte che la perfezionanosolo in presenza di altre concorrenti circostanze vengono inclusenella prospettiva di costituire un illecito, la lesione di un benegiuridicamente protetto.

    [17] Sui rapporti tra ius e vis si veda, in part., D. 1.3.17(Celsus lib. 26 dig.): Scire leges non hoc est verba earum tenere,ed vim ac potestatem ; 26.1.1 pr. ( Paulus lib. 38 ad ed. ): Tutela

    est, ut servius definit, vis ac potestas in capite libero ad tuendumeum, qui propter aetatem sua sponte se defendere nequit, iure civil i data ac permissa . Si vedano inoltre P. DE FRANCISCI, Primordiacivitatis, Roma 1959; R. SANTORO, Potere e azione nell'anticodiritto romano , in Annali del Seminario Giuridico dell'Universit di

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    Palermo 30 (1967), 103 ss.; E. STOLFI, Riflessioni attorno al roblema dei diritti soggettivi fra esperienza antica ed

    elaborazione moderna , in Studi Senesi 55 (2006), 120 ss.; e C.GIACHI,L interdictum de migrando e l'origine della tutela del pegno ,in Studi in onore di Remo Martini II, Milano 2009, 270 ss.

    [18] Esemplificativo luso del termine vis nelleditto delpretore riportato nel noto passo D. 4.2.1 ( Ulpianus lib. 11 ad edict.): Ait praetor: Quo metus causa gestum erit, ratum nonhabebo. Olim ita edicebatur quod vi metusve causa: vis enimfiebat mentio propter necessitatem impositam contrariam voluntati:metus instantis vel futuri pericoli causa mentis trepidatio. Sed

    ostea detracta est vis mentio ideo, quia quodcumque vi atroci fiat,id metu quoque fieri videtur .

    [19] I. 1.3.1: Et libertas quidem est, ex qua etiam liberi vocantur, naturalis facultas eius quod cuique facere libet, nisi si quid aut vi aut iure prohibetur .

    [20] Liv. 1.17.2: Romani veteres peregrinum regemaspernabantur. In variis voluntatibus regnari tamen omnesvolebant, libertatis dulcedine nondum experta .

    [21] Liv. 1.60.3: Tarquinius Superbus regnavit annosquinque et viginti. Regnatum Romae ab condita urbe ad liberatamannos ducentos quadraginta quattuor. Duo consules inde comitiiscenturiatis a praefecto urbis ex commentariis Ser. Tulli creati sunt,L. Iunius Brutus et L. Tarquinius Collatinus .

    [22] Liv. 1.60: Harum rerum nuntiis in castra perlatis cumre nova trepidus rex pergeret Romam ad comprimendos motus,flexit viam Brutus - senserat enim adventum - ne obvius fieret;eodemque fere tempore, diversis itineribus, Brutus Ardeam,Tarquinius Romam venerunt. Tarquinio clausae portae exsiliumqueindictum: liberatorem urbis laeta castra accepere, exactique indeliberi regis. Duo patrem secuti sunt qui exsulatum Caere in Etruscosierunt. Sex. Tarquinius Gabios tamquam in suum Regnum profectusab ultoribus veterum simultatium, quas sibi ipse caedibus rapinisqueconcierat, est interfectus. L. Tarquinius Superbus re gnavit annosquinque et viginti. Regnatum Romae ab condita urbe ad liberatamannos ducentos quadraginta quattuor. Duo consules inde comitiiscenturiatis a praefecto urbis ex commentariis Ser. Tulli creati sunt,L. Iunius Brutus et L. Tarquinius Collatinus . Si veda R.M. OGILVIE, ACommentary on Livy, books 1-5 , cit., 235 s.; F. CHARPIN, La

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    structure du livre I de lHistoire Romaine de Tite-Live et leersonnage de Brutus , in Annales Latini Montium Arvernorum 8

    (1981), 15 ss.; P.M. MARTIN, Le mythe de Brutus, fondateur de laRpublique romaine , in Annales Latini Montium Arvernorum 9(1982), 5 ss.

    [23] Si veda: Liv. 2.8.9: Haec post exactos reges domi ilitiaeque gesta primo anno; 3.39.9: Fuisse regibus exactis

    atricios magistratus; creatos postea post secessionem plebislebeios; cuius illi partis essent, rogitare ; 4.3.14: Claudiam certeentem post reges exactos ex Sabinis non in civitatem modoccepimus sed etiam in patriciorum numerum ; 4.4.1: At enim nemoost reges exactos de plebe consul fuit ; Varr., Res. rust . 1.2.9:

    Eiusdem gentis C. Licinius, tr. pl. cum esset, post reges exactosnnis CCCLXV primus populum ad leges accipiendas in septem

    ugera forensia e comitio eduxit ; Svet., De vita Caes. , divus Tiber .1.1: Patricia gens Claudia--fuit enim et alia plebeia, nec potentia

    inor nec dignitate--orta est ex Regillis oppido Sabinorum. IndeRomam recens conditam cum magna clientium manu conmigravit uctore Tito Tatio consorte Romuli, vel, quod magis constat, Atta

    Claudio gentis principe, post reges exactos sexto fere anno .

    [24] Cfr. Liv. 2.1.1: Quae libertas ut laetior esset proximi egis superbia fecerat. Nam priores ita regnarunt ut haud immeritoomnes deinceps conditores partium certe urbis, quas novas ipsi edes ab se auctae multitudinis addiderunt, numerentur .

    [25] Liv. 2.1.1. Vedi R.M. OGILVIE, A Commentary on Livy,ooks 1-5 , 235 s.; M. MAZZA, La praefatio di Livio: unaivisitazione, in La cultura storica nei primi due secoli dellimpero

    Romano (a cura di L. Troiani-G. Zecchini), Roma 2005, 48 s.

    [26] Si veda la traduzione regis superbia come tiranniaoperata da Gaston Baillet in Tite-Live, Histoire Romaine, Tome II(texte tabili par Jean Bayet), Paris 1962, 5. Per il termine superbiarimando a AE. FORCELLINI,Totius latinitatis Lexicon (consilio etcura J. Facciolati) IV, Lipsiae 1835, v. superbia, ae , 238; A.ERNOU -A. MEILLET,Dictionnaire tymologique de la langue latine.Histoire des mots , cit., v. super , 668.

    [27] Cos J.M. ANDR,La conception de ltat et de lEmpiredans la pense grco-romaine des deux premiers sicles de notrere , in Aufstieg und Niedergang der rmischen Welt II.30.1, Berlin-New York 1982, 3 ss.

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    [28] Cos F. DE MARTINO,Storia della costituzione romanaIII, cit., 138.

    [29] Liv. 1.56.8: Ergo ex industria factus ad imitationemstultitiae, cum se suaque praedae esse regi sineret, Bruti quoquehaud abnuit cognomen ut sub eius obtentu cognominis liberator ille

    opuli Romani animus latens opperiretur tempora sua .

    [30] Tac., Annales 1.1.

    [31] Sul significato del verbo si veda AE. FORCELLINI,Totiuslatinitatis Lexicon (consilio et cura J. Facciolati) III, Patavii 1771, v.Habeo, -es, 366.

    [32] Per le accezioni del verbo rimando a O. PRINZ, inThesaurus Linguae Latinae , Lipsiae 1937, v. impero, - v , - tum, - re, coll. 582 ss.

    [33] Tac., Annales 3.26.

    [34] V. BULHART, v. manus , - s, in Thesaurus LinguaeLatinae, VIII fasc. III mano-matrimonium coll. 342 ss., Lipsiae1939. In part. col. 352 lin. 65 le accezioni di pugna , vis, robur : cfr.Sen., Benef . 3.29.7: Quae consilio ac manu gero ; Sall., Iug. 98.1:Manu consulere militibus, quoniam imperare conturbatis omnibusnon poterat .

    [35] B. BADER, inThesaurus Linguae Latinae , VII.2 fasc. IXliber (adi .)- linearius, v. libet , - uit et - itum est , - re, coll. 1323 ss.,Lipsiae 1975.

    [36] Tac., Annales 3.26-27: Vetustissimi mortalium, nullaadhuc mala libidine, sine probro, scelere eoque sine poena aut coercitionibus agebant. Neque praemiis opus erat cum honestasuopte ingenio peterentur; et ubi nihil contra morem cuperent, nihil

    er metum vetabantur. At postquam exui aequalitas et promodestia ac pudore ambitio et vis incedebat, proveneredominationes multosque apud populos aeternum mansere. Quidamstatim aut postquam regum pertaesum leges maluerunt. hae primorudibus hominum animis simplices erant; maximeque famacelebravit Cretensium, quas Minos, Spartanorum, quas Lycurgus, ac mox Atheniensibus quaesitiores iam et plures Solo perscripsit. NobisRomulus ut libitum imperitaverat: dein Numa religionibus et divino

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    iure populum devinxit, repertaque quaedam a Tullo et Anco.ed praecipuus Servius Tullius sanctor legum fuit quis etiam reges

    obtemperarent. Pulso Tarquinio adversum patrum factiones multaopulus paravit tuendae libertatis et firmandae concordiae,

    creatique decemviri et accitis quae usquam egregia compositaeduodecim tabulae, finis aequi iuris. Nam secutae leges etsi liquando in maleficos ex delicto, saepius tamen dissensione

    ordinum et apiscendi inlicitos honores aut pellendi claros virosliaque ob prava per vim latae sunt. Hinc Gracchi et Saturnini turbatores plebis nec minor largitor nomine senatus Drusus;

    corrupti spe aut inlusi per intercessionem socii. Ac ne bello quidemtalico, mox civili omissum quin multa et diversa sciscerentur, donec

    L. Sulla dictator abolitis vel conversis prioribus, cum pluraddidisset, otium eius rei haud in longum paravit, statim turbidis

    Lepidi rogationibus neque multo post tribunis reddita licentia quoquovellent populum agitandi. Iamque non modo in commune sed iningulos homines latae quaestiones, et corruptissima re publicalurimae leges .

    [37] D. 1.2.2.1. ( Pomponius lib. sing. ench. ). Per lanalisi delpasso rimando a D. NRR, Pomponius oder ZumGeschichtsverstndnis der rmischen Juristen , in Aufstieg und Niedergang der rmischen Welt II.15, Berlin-New York 1976, 563ss. del quale ora presente una trad. it. a cura di M.A. Fino ed E.Stolfi, Pomponio o della intelligenza storica dei giuristi romani , inRivista di Diritto Romano 2 (2002),http://www.ledonline.it/rivistadirittoromano/allegati/dirittoromano02

    [38] V. BULHART, inThesaurus Linguae Latinae VIII fasc. IIIano-matrimonium , v. manus , - s, coll. 342 ss., Lipsiae 1939.

    [39] Per lanalisi del liber singularis Enchiridii di SestoPomponio, opera finalizzata a ipsius iuris originem atque processumdemonstrare, e la visione dinamica dellorigine e dellevoluzionedel diritto si veda F. SINI, A quibus iura civibus praescribebantur.Ricerche sui giuristi del III secolo a.C. , Torino 1995, 134; ID., Urbs :

    concetto e implicazioni normative nella giurisprudenza , in Diritto @toria 10 (2011-2012) http://www.dirittoestoria.it/10/Tradizione-Romana/Sini-Urbs-concetto-norme-giurisprudenza.htm. Legge ilrammento in altra prospettiva G. LOBRANO, Pater et filius eadem

    persona . Per lo studio della patria potestas, Milano 1984, 65.

    [40] Su tale accezione vedi in part. col. 352 lin. 65,BULHART, in Thesaurus Linguae Latinae VIII fasc. III mano-

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    matrimonium , v. manus , - s, loc. cit.

    [41] D.1.2.2.2-3 ( Pomponius lib. sing. ench. ): Postea auctaad aliquem modum civitate ipsum Romulum traditur populum intriginta partes divisisse, quas partes curias appellavit proptereaquod tunc reipublicae curam per sententias partium earumexpediebat. Et ita leges quasdam et ipse curiatas ad populum tulit:tulerunt et sequentes reges. Quae omnes conscriptae exstant inlibro sexti Papirii, qui fuit illis temporibus, quibus superbus Demarati Corinthii filius, ex principalibus viris. Is liber, ut diximus, appellatur ius civile Papirianum, non quia Papirius de suo quicquam ibi adiecit,sed quod leges sine ordine latas in unum composuit. 3. Exactisdeinde regibus lege tribunicia omnes leges hae exoleverunt iterumque coepit populus Romanus incerto magis iure et consuetudine aliqua uti quam per latam legem, idque prope viginti annis passus est .

    [42] Sulla iuris origo contenuta nell Enchiridion di Pomponiosi veda, da ultimo, D. MANTOVANI, Legum multitudo e dirit to

    rivato. Revisione critica della tesi di Giovanni Rotondi , in Legesublicae. La legge nell'esperienza giuridica romana. Collegio di

    diritto romano 2010 Cedant (a cura di J.-L. Ferrary), Pavia 2012,707-767. In senso diverso A. SCHIAVONE, Ius. Linvenzione del diritto in Occidente , Torino 2005, 73 ss. per il quale il passocontiene la retrodatazione dell iter legislativo depoca repubblicana.

    [43] Tac., Annales 3.27: pulso Tarquinio adversum patrumfactiones multa populus paravit tuendae libertatis et firmandaeconcordiae, creatique decemviri et accitis quae usquam egregiacompositae duodecim tabulae, finis aequi iuris . D. 1.2.2.4(Pomponius lib. sing. ench. ): Postea ne diutius hoc fieret, placuit

    ublica auctoritate decem constitui viros, per quos peterentur legesa Graecis civitatibus et civitas fundaretur legibus: quas in tabulaseboreas perscriptas pro rostris composuerunt, ut possint legesapertius percipi: datumque est eis ius eo anno in civitate summum,uti leges et corrigerent, si opus esset, et interpretarentur neque

    rovocatio ab eis sicut a reliquis magistratibus fieret. Qui ipsi animadverterunt aliquid deesse istis primis legibus ideoque sequenti anno alias duas ad easdem tabulas adiecerunt: et ita ex accedenti appellatae sunt leges duodecim tabularum. Quarum ferendarumauctorem fuisse decemviris Hermodorum quendam Ephesiumexulantem in Italia quidam rettulerunt .

    [44] Ed cos che Tacito ( Ann. 3.26: At postquam exui

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    aequalitas et pro modestia ac pudore ambitio et visncedebat, provenere dominationes multosque apud populoseternum mansere. quidam statim aut postquam regum pertaesum

    eges maluerunt. Hae primo rudibus hominum animis simpliceserant; maximeque fama celebravit Cretensium, quas Minos, partanorum, quas Lycurgus, ac mox Atheniensibus quaesitioresam et plures Solo perscripsit ) contrappone appunto alledominationes le citt governate con proprie leggi, e dunque liberae,bench di regio carattere .

    [45] Vedi supra .

    [46] Cos anche Dionigi (Dion. Hal. 10.2: ,

    . ,

    , )

    quando afferma che il mi glior governo perch le persone siano libere quello in cui tutti abbiano la , ovvero letteralmente lalibert di parola, da intendersi come libert civile, fatto che haindotto la plebe a pretendere che ogni questione sia di dirittopubblico che di diritto privato venisse gestita secondo il diritto. Larichiesta viene motivata in raffronto alla condizione precedente doveil rex aveva un potere discrezionale tale che ,

    .

    [47] Sulla libertas in Sallustio rimando in paticolare C.VENTURINI, Libertas e dominatio nell'opera di Sallustio e nella

    ubblicistica dei populares , cit., 636 ss.

    [48] Sall., De coniuratione Catilinae VI.

    [49] Cic. pro Cluent. 146.

    [50] Gai., Inst. 1.3: Lex est quod populus iubet atque

    constituit; plebiscitum est quod plebs iubet atque constituit . Tac.,nn. 3.26: Nobis Romulus ut libitum imperitaverat: dein Numaeligionibus et divino iure populum devinxit, repertaque quaedam a

    Tullo et Anco. Sed praecipuus Servius Tullius sanctor legum fuit quisetiam reges obtemperarent .

    [51] Sul significato di dignitas vedi: AE. FORCELLINI,Totiusatinitatis Lexicon (consilio et cura J. Facciolati) II, Schneebergae

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    1831, v. dignitas, atis , 80 s.; A. ERNOUT-A. MEILLE ,Dictionnaire tymologique de la langue latine. Histoire des mots ,cit., v. decet , - vit -ere , 166 ss.; per la letteratura rimando a: P.L VY,Dignitas, gravitas, auctoritas testium , in Studi in onore di Biondo Biondi II, Milano 1965, 29 ss.; G. GILIBERTI, Omnium unalibertas. Alle origini dellidea di diritti umani , in Tradizioneromanistica e Costituzione II, Napoli 2006, 1900; M. DE FILIPPI,Dignitas tra repubblica e principato , Bari 2009, 113 ss.; U.VINCENTI,Diritti e dignit umana , Roma-Bari 2009, 12 ss.

    [52] In questo senso G. CRIF sostiene che la libertasromana si avvicina molto al concetto greco di autonoma : Libert euguaglianza in Roma antica, Lemersione storica di una vicendaistituzionale II, cit., 24 s.

    [53] Liv. 2.1.3.

    [54] Sul postliminium si vedano, tra i molteplici: F. DEVISSCHER, Aperus sur les origines du postliminium , in Festschrift Paul Koschaker , Weimar 1939, 367 ss.; C. GIOFFREDI, Sul ius

    ostliminii, I La struttura dellistituto , in Studia et DocumentaHistoriae et Iuris 16 (1950); S. SOLAZZI, Il concetto del ius

    ostliminii , in Scritti Ferrini 2, Milano 1947, 288 ss.; L. AMIRANTE,Captivitas e postliminium , Napoli 1950; ID., Ancora sulla captivitased il postliminium, in Studi in onore di P. de Francisci 1, Milano1956, 517 ss.; ID., Prigionia di guerra, riscatto e postliminium,Napoli 1970; P. FUENTESECA DAZ,Origen y perfiles clsicos del

    ostliminium, in Anuario de historia del derecho espaol 31-32(1951-52), 300 ss.; F. BONA, Postliminium in pace , in Studia et Documenta Historiae et Iuris 21 (1955), 249 ss.; E. LEVY, Libertasund civitas, cit., 142 ss.; F. DE VISSCHER, Droit de capture et postliminium in pace , in tudes de droit romain public et priv ,Milano 1966, 117 ss.; A. MAFFI, Ricerche sul postliminium, Milano1992; G. NICOSIA, Prigionia di guerra e perdita della libertnellesperienza giuridica romana , in Silloge. Scritti 1956-1996 ,Catania 1998, 701 ss.; M.F. CURSI, La struttura del postliminium

    nella repubblica e nel principato , Napoli 1996; M.V. SANNA,Nuovericerche in tema di postliminium e redemptio ad hostibus , Cagliari2001; EAD., Capitis deminutio e captivitas , in Diritto @ Storia 6(2007), http://www.dirittoestoria.it/6/Tradizione-romana/Sanna-MV-Capitis-deminutio-captivitas.htm.

    [55] D. 49.15.7.1 ( Proculus lib. 8 epist. ).

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    [56] Della sterminata bibliografia dedicata alla clientela,vedi: M.R. CIMMA,Reges soci et amici populi Romani , Milano 1976;.E. SKYDSGAARD,The disintegration of the Roman labour market nd the clientela theory , in Studia Romana in honorem Petri Krarup

    27 (1976), 44 ss.; J.M. ROLDN HERVAS, La Comunidad RomanaPrimitiva. La Clientela y la Plebe, in Colonato y otras formasdependientes no esclavistas , Oviedo 1978, 25 ss.; E. FERENCZY,Clientela e schiavit nella repubblica romana primitiva , in Index 8(1978-1979), 167 ss.; N. ROULAND, La clientela nellet del rincipato, in Labeo 29 (1983), 191 ss.; J.H. DARMS, Control,companionship, and clientela. Some social functions of the Romancommunal meal , in Classical Views 28 (1984), 327 ss.; G.FRANCIOSI,Una ipotesi sullorigine della clientela , in Labeo 32(1986), 263 ss.; J. RICH, Patronage and interstate relations in theRoman Republic , in Patronage in Ancient Society , New York 1989,117 ss.; F. DE MARTINO, Nota minima sulla clientela , in Index 22(1994), 343 ss.; M.A. LEVI, Da clientela ad amicitia, in Epigrafia eterritorio. Politica e Societ. Temi di antichit romane , Bari 1994,375 ss.; R. ASTOLFI, Lendogamia della clientela gentilizia , in Studiaet Documenta Historiae et Iuris 60 (1994), 75 ss.; M.A. LEVI,Clientela e fides, in Rendiconti dellAccademia Lombarda 9 serie, 7(1996), 677 ss.; A. ZIOLKOWSKI, La scomparsa della clientelarcaica, in Athenaeum 87 (1999), 369 ss.; P.J. BURTON, Clientelaor amicitia? modeling Roman international behavior in the Middle

    Republc (264-146 B.C.) , in Klio 85.2 (2003), 333 ss.

    [57] Sul punto si veda per tutti E. FABBRINI, L'impero di ugusto come ordinamento sovranazionale , Milano 1974.

    [58] Rimando alle proposte di modifica del passo formulateda TH. MOMMSEN-P. KRUEGER,Corpus Iuris Civilis I, Berlin 1899,833 n. 8, nel quale si propone leliminazione del primo sive e da O.LENEL,Palingenesia iuris civilis II, Lipsia 1889, 166. Vedi anche: F.BON , Postliminium in pace , in Studia et Documenta Historiae et uris 21 (1955), 249 ss.; C. KRAMPE, Proculi Epistulae. Eineriihklassische Juristenschrift , Karlsruhe 1970; A. MAFFI, Ricerche

    ul postliminium, Milano 1992, 128.[59] Vedi anche Liv . perioch. 15: Victis Tarentinis pax et

    ibertas data est .

    [60] C. DIETZFELBINGER, v.maiestas -atis , in ThesaurusLinguae Latinae VIII fasc. I m-malachim, Lipsiae 1936, coll. 152 ss.

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    [61] Liv. 45.18.2.

    [62] Cos F. DE MARTINO,Storia della costituzione romanaIII, cit., 143.

    [63] Cic. Phil . 6.19. Vedi anche 3.36: Ad decus et ad libertatem nati sumus .

    [64] P.M. MARTIN, Esclaves ou citoyens? La rfrence Rome dans le dbat sur les esclaves noirs avant et pendant larvolution franaise , cit., 197.

    [65] Per il significato del termine natio rimando a AE.FORCELLINI,Totius latinitatis Lexicon (consilio et cura J. Facciolati)III, Patavii 1771, v. natio, onis, 188; A. ERNOUT-A. MEILLET,Dictionnaire tymologique de la langue latine. Histoire des mots ,cit., v. nascor , - eris, natus sum , nasci , 429 s.

    [66] Sul punto rimando al famoso passo Verg., Aen. 6.851-853: Tu regere imperio populos Romane memento: / haec tibi erunt artes, pacisque imponere morem, / parcere subiectis et debellaresuperbos . Nei celebri versi dellEneide, caratterizzati secondo F.Schulz dimperialismo giuridico ( I principii del diritto romano(trad. it. di V. Arangio-Ruiz), Firenze 1946, 103), la responsabilit diimporre l imperium agli altri popoli e dare loro la pace, risparmiandoquanti si sottomettono ma stroncando chi si oppone, differenzia iRomani dalle altre popolazioni. Sullinterpretazione del passorimando per tutti a F. SINI, Bellum nefandum . Virgilio e il problemadel diritto internazionale antico , cit., 240 s., bibliografia ivi. Sullapolitica augustea sottesa al passo, si veda: F. FABBRINI, L'impero di

    Augusto come ordinamento sovrannazionale , cit., 114; L.BRACCESI,Epigrafia e storiografia. Interpretazioni augustee , Napoli1981; V. ILARI, v. Imperium, in Enciclopedia Virgiliana II, Roma1984, 927 ss.

    [67] Cic. Phil . 3.35-36.

    [68] Interessante lanalisi dei termini usati da Ciceroneoperata da J .-F. THOMAS, Dshonneur et honte en latin: tudesmantique , Leuven 2007, 39 ss.

    [69] Si veda LEISSNER, Thesaurus Linguae Latinae , V.1fasc. I d -decus (Lipsiae 1910) e fasc. II decus -demergo (Lipsiae1910), v. decus , - oris, coll. 235 ss.

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    [70] Si veda Thesaurus Linguae Latinae , V.1 fasc. V dicio-dimico, Lipsiae 1913, v. dignitas, - tis, coll. 1133 ss.

    [71] In materia rinvio, tra la sterminata bibliografia, a: U.COLI,Saggi critici sulle fonti del diritto romano. I. Capitis deminutio,Firenze 1922 (= ID., Scritti di diritto romano 1, Milano 1973), 55ss.; G. NICOSIA, Pri gionia di guerra e perdita della libert

    ellesperienza giuridica romana , in Actes du XIX Colloquenternationale GIREA, Napoli 1966, 39 ss.; ID., Servus hostium ecapitis deminutio , in Index 39 (2011), 274 ss.; M.F. CURSI,Captivitas e capitis deminutio. La posizione del servus hostium tra ius civile e ius gentium , in Iuris vincula . Studi in onore di MarioTalamanca II, Napoli 2001, 395 ss.; L. DAMATI, Civis ab hostibuscaptus . Profili del regime classico , Milano 2004, 75 ss.; M.V. SANNA,Capitis deminutio e captivitas, cit.,http://www.dirittoestoria.it/6/Tradizione-romana/Sanna-MV-Capitis-deminutio-captivitas.htm.

    [72] D. 4.5.11 ( Paulus libro 2 ad sab. ).

    [73] Vedi altre fonti che contrappongono la libert civiledellindividuo alla schiavit: Cic. De off. 1.38: Et hoc simul accipedictum: Quorum virtuti belli Fortuna pepercit, Eorundem libertati me

    arcere certum est. Dono, ducite, doque volentibus cum magnis dis ;Caes. De bell. Gall . 3.10: Omnes autem homines natura libertati tudere et condicionem servitutis odisse .

    [74] Sul punto interessante lo stralcio del discorso di Catoneriportato da Festo che pone sullo stesso piano ius, lex , libertas e res

    ublica cui tutti i cives romani devono godere, a fronte di gloria edonore da costruirsi nella sfera personale. Fest. 408 L s.v. struere :ure, lege, libertate republica communiter uti oportet; gloria atqueonore, quomodo sibi quisque struxit .

    [75] L. BRUNO,Libertas plebis in Tito Livio, cit., 109 ss.

    [76] L. BRUNO,Libertas plebis in Tito Livio, cit., 117.

    [77] Questo postulato porterebbe a voler individuare,secondo il pensiero moderno, una necessaria uguaglianza deicittadini davanti alla legge. Tuttavia a Roma luguaglianza davantialla legge non comportava necessariamente che tutti i consociatiavessero uguali diritti, perch non tutti versavano nella stessa

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    condizione. Rinvio, sul punto, alle riflessioni di C. NICOLE ,Il mestiere di cittadino nellantica Roma , cit., 33 ss.; ID., Il cittadino, il politico, cit., 8 ss.; G. CRIF, Libert e uguaglianza inRoma antica. Lemersione storica di una vicenda istituzionale II, cit.,7.

    [78] Si veda D. 1.1.10 ( Ulpianus lib. 1 reg.): Iustitia est constans et perpetua voluntas ius suum cuique tribuendi. 1. Iuris

    raecepta sunt haec: honeste vivere, alterum non laedere, suumcuique tribuere. Cic. De leg. 1.6.19: Itaque arbitrantur prudentiamesse legem, cuius ea vis sit, ut recte facere iubeat, vetet delinquere,eamque rem illi Graeco putant nomine nmon a suum cuiquetribuendo appellatam, ego nostro a legendo ; Cic. De fin. 5.23.65:Quae animi affectio suum cuique tribuens atque hanc quam dicosocietatem coniunctionis humanae munifice et aeque tuens iustitiadicitur ; 5.23.67: Atque haec coniunct io confusioque v irtutum tamena philosophis ratione quadam distinguitur. Nam cum ita copulataeconexaeque sint, ut omnes omnium participes sint nec alia ab alia

    ossit separari, tamen proprium suum cuiusque munus est, ut fortitudo in laboribus periculisque cernatur, temperantia in

    raetermittendis voluptatibus, prudentia in dilectu bonorum et malorum, iustitia in suo cuique tribuendo ; Cic. De nat. deorum3.15.38: Nam iustitia, quae suum cuique distribuit, quid pertinet ad deos; hominum enim societas et communitas, ut vos dicitis,iustitiam procreavit .

    Su giustizia ed uguaglianza a Roma, tra i tantissimi, rimandaa: A. CARCATERRA, Iustitia nelle fonti e nella storia del dirittoromano , in Atti del congresso internazionale di diritto romano e di storia del diritto (Verona 27-28-29/9/1948) II, Milano 1951, 37 ss.;C. GIOFFREDI, Sul problema del diritto soggettivo nel dirittoromano , in Bullettino dell'Istituto di Diritto Romano 70 (1967), 231ss.; A. BURDESE, Sul concetto di giustizia nel diritto romano , in

    Annali di storia del diritto XIV-XVII (1970-1973), 103 ss.; W.WALDSTEIN,Zu Ulpians Definition der Gerechtigkeit (D. 1.1.10 pr.) ,in Festschrift fr Werner Flume zum 70. Geburtstag I, Kln 1978,225 ss.; U. VON LBTOW, Die Anschauungen der rmischen

    urisprudenz ber Recht und Gerechtigkeit , in Studi in onore di Cesare Sanfilippo 6, Milano 1985, 526 ss.; M. DIESSELHORST, DieGerechti gkeitsdefinition Ulpians in D. 1.1.10 pr. und die Praeceptaiuris nach D. 1.1.10.1 sowie ihre Rezeption bei Leibniz und Kant , inRmisches Recht in der europischen Tradition. Symposion aus

    Anla des 75. Geburtstags von Franz Wieacker (Hrsg. von OkkoBehrends), Ebelsbach 1985, 185 ss.; P. CERAMI, Ordo legum e iustitia in Claudio Trifonino, in Annali del Seminario giuridico della

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    Universit di Palermo 40 (1988), 5 ss.; F. GALLO, Diritto eiustizia nel titolo primo del Digesto , in Studia et Documenta

    Historiae et Iuris 54 (1988), 19 ss. (= ID., Opuscula selecta , Padova1999, 605 ss.); ID., Linterpretazione del diritto affabulazione? ,Milano 2005, 38 ss.; ID., Aspetti peculiari e qualificanti della

    roduzione del diritto nellesperienza romana , in Iura 65 (2003), 1ss.; T. HONOR, Ulpian. Pioneer of human rights 2, Oxford 2002,215 ss.; L. PEPPE, Jedem das Seine,(uni)cuique suum, aciascuno il suo , in Tradizione romanistica e Costituzione (diretto daL. Labruna, a cura di M.P. Baccari-C. Cascione), Napoli 2006, 1707ss.

    [79] Sul punto rinvio al fondamentale G. ROTONDI,Osservazioni sulla le gislazione comiziale romana di diritto privato(1910), ora in ID., Scritti giuridici I, Milano 1922, 2 ss., per cui laex rogata la principale fonte del diritto pubblico attraverso laquale si attuano quelle riforme relative allorganizzazione dellemagistrature e la loro stessa istituzione, allorganizzazione dellagiustizia penale, allintroduzione di provvedimenti fiscali o di polizia,e dello stesso autore Leges Publicae populi romani , Milano 1912.Contra W. KUNKEL, Gesetzesrecht und Gewohnheitsrecht in der Verfassung der rmischen Republik (1970), in ID., Kleine Schriften,Weimar 1974, 368 ss. che ritiene lintervento per legem menorilevante, limitandolo a non pi di 50 leges , da cui vannoulteriormente escluse circa 20 di scarsa credibilit. Sul rilievo dellaex nel sistema giuridico romano, della ampia bibliografia rinvio a:H. MOMMSEN,Disegno del diritto pubblico romano , (trad. it. di P.

    Bonfante, rist. an. ed. 1943), Milano 1973, 377 ss.; V. ARANGIO-RUIZ , La rgle de droit et la loi dans lantiquit classique , inL' gypte contemporaine 29 (1938), 17 ss. (= Rariora, Roma 1946,231 ss.); G. NOCERA, Il potere dei comizi , Milano 1940; C.GIOFFREDI, Ius , lex , praetor, in Studia ed Documenta Historiae et uris XII (1946), 186 ss.; P. FREZZA, Preistoria e storia della lex ublica, in Archives de droit priv 16 (1953) 54 ss.; G. TIBILETTI,ulle leges romane, in Studi in onore di P. de Francisci IV, Milano

    1956, 347 ss.; G. BROGGINI, Ius lexque esto, in Ius et Lex .

    Festgabe fr Max Gutzwiller , Basel 1959, 23 ss.; F. SERRAO, Ius elex nella dialettica costituzionale della prima repubblica. Nuoveiflessioni su un vecchio problema , in Nozione formazione enterpretazione del diritto dall'et romana alle esperienze moderne.Ricerche dedicate al Prof. Filippo Gallo II, Napoli 1997, 294 ss.; J.-L.FERRARY,Chapitres tralatices et rfrences des lois antrieuresdans les lois romaines , in Mlanges de droit romain et dhistoirencienne. Hommage la mmoire de Andr Magdelain , Paris 1998,

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    69 ss.; C. WILLIAMSON,The Laws of the Roman People.Public Law in the Expansion and Decline of the Roman Republic , AnnArbor 2005, 3 ss.; V. MANNINO, Questioni di diritto , Milano 2007,74 ss.; D. MANTOVANI, Legum multitudoe diritto privato. Revisionecritica della tesi di Giovanni Rotondi , cit., 707 ss.

    [80] Si veda in particolare E. BETTI, Le origini giuridiche e losvolgimento politico del conflitto tra Giulio Cesare e il senatoromano sino allo scoppio della guerra civile , Citt di Castello 1915,ripubblicato - a cura di G. Crif - in ID., La crisi della repubblica e lagenesi del principato in Roma , Roma 1982, 217 ss.

    [81] Definisce espunzione sistematica lopera deicompilatori del Digesto che esclusero le leges publicae ben presentinegli scritti dei giuristi classici D. MANTOVANI, Legum multitudoediritto privato. Revisione critica della tesi di Giovanni Rotondi , cit.,740. Vedi inoltre 709 ss. in cui lA. precisa che negli ultimi anni si da pi parti richiamata lattenzione sulla parzialit dellinformazionedi cui disponiamo a proposito delle leges , che soffre gravementedella selezione operata dagli autori antichi in funzione degli intenti divolta in volta da ciascuno perseguiti ed in part. nn. 10 e 11.

    [82] Si veda, per tutti, il fondamentale G. ROTONDI, Legesublicae populi Romani , cit., 46 ss.

    [83] D. 1.2.2.2 ( Pomponius lib. sing. ench. ): Postea auctaad aliquem modum civitate ipsum Romulum traditur populum intriginta partes divisisse, quas partes curias appellavit proptereaquod tunc reipublicae curam per sententias partium earumexpediebat. Et ita leges quasdam et ipse curiatas ad populum tulit:tulerunt et sequentes reges. Quae omnes conscriptae exstant inlibro sexti Papirii, qui fuit illis temporibus, quibus superbus Demarati Corinthii filius, ex principalibus viris. Is liber, ut diximus, appellatur ius civile Papirianum, non quia Papirius de suo quicquam ibi adiecit,sed quod leges sine ordine latas in unum composuit . Sul passo ed inparticolare sulle analisi intorno alle leges regiae rinvio ad A.

    WATSON,Roman Private Law and the 'leges regiae' , in The Journal of Roman Studies LXII (1972), 100-110; S. TONDO, 'Leges regiae' e'paricidas ' , Firenze 1973; P. MAROTTOLI, 'Leges sacratae' , Roma1979, 91 ss.; A. GUARINO, Lordinamento giuridico romano , Napoli1990, 129 ss.; F. GALLO, Interpretazione e formazioneconsuetudinaria del diritto , Torino 1993, 28 s.; B. SANTALUCIA,Studi di diritto penale romano , Roma 1994, 146 nt. 2; C.A.CANNAT ,Per una storia della scienza giuridica europea I, Dalle

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    origini allopera di Labeone, Torino 1997, 40 ss.; D.MANTOVANI,Le due serie di leges regiae, in Rendiconti dellIstitutoLombardo Accademia di Scienze e Lettere (Cl. Lettere) , 136 (2002),59 ss. [= Seminarios Complutenses de Derecho Romano , Madrid,2004].

    [84] G. CRIF, Normazione e libert. Il rapporto traegislazione alto repubblicana ed identit civica , cit., 353.

    [85] Si vedano, in particolare, i passi di Tacito ( Annales3.26) e Pomponio (D. 1.2.2.1) meglio analizzati supra .

    [86] Vedi supra Cic. pro Cluent. 146.

    [87] G. CRIF, Normazione e libert. Il rapporto traegislazione alto repubblicana ed identit civica , cit., 353.

    [88] G. CRIF, Libert e uguaglianza in Roma antica,Lemersione storica di una vicenda istituzionale II, cit., 17 s. per ilquale il diritto non soltanto una istituzione della libert; ma aRoma, almeno, lo si pu considerare piuttosto come la realizzazioneendenzialmente completa di quelle oggettivazioni della libert che

    costituivano la libert reale dei romani.[89] Si veda, ad esempio, Pomponio che parla

    espressamente di leggi curiate, D.1.2.2.2-3 ( Pomponius lib.ingulari enchiridii ): Postea aucta ad aliquem modum civitate ipsum

    Romulum traditur populum in triginta partes divisisse, quas partescurias appellavit propterea quod tunc reipublicae curam per ententias partium earum expediebat. Et ita leges quasdam et ipse

    curiatas ad populum tulit: tulerunt et sequentes reges .

    [90] G. CRIF, Libert e uguaglianza in Roma antica,Lemersione storica d