Adorazione Eucaristica del Giovedì Santo nell’Anno Sacerdotale · Gesù, Servo del Signore...

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Adorazione Eucaristica del Giovedì Santo nell’Anno Sacerdotale

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Adorazione Eucaristica del Giovedì Santo

nell’Anno Sacerdotale

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Introduzione

“Oltre all’istituzione del Sacerdozio, in questo giorno santo si

commemora l’offerta totale che Cristo ha fatto di Sé

all’umanità nel sacramento dell’Eucaristia. In quella stessa

notte in cui fu tradito, Egli ci ha lasciato, come ricorda la Sa-

cra Scrittura, il "comandamento nuovo" - "mandatum novum"

- dell'amore fraterno compiendo il gesto toccante della lavan-

da dei piedi, che richiama l’umile servizio degli schiavi. Que-

sta singolare giornata, evocatrice di grandi misteri, si chiude

con l’Adorazione eucaristica, nel ricordo dell’agonia del Si-

gnore nell’orto del Getsemani. Preso da grande angoscia, nar-

ra il Vangelo, Gesù chiese ai suoi di vegliare con Lui rima-

nendo in preghiera: "Restate qui e vegliate con me" (Mt

26,38), ma i discepoli si addormentarono. Ancora oggi il Si-

gnore dice a noi: "Restate e vegliate con me". (Benedetto

XVI)

Anche noi stasera siamo invitati a fermarci, per “restare e

vegliare” con il Signore presente nel Sacramento

dell’Eucaristia. La Chiesa, in questo Giovedì Santo, si racco-

glie nel cenacolo per far memoria dei grandi doni di amore

che Gesù le ha lasciato in quell'atto supremo della sua vita,

quando ha celebrato la Pasqua con i suoi discepoli: il sacer-

dozio, l’Eucaristia, il comandamento nuovo della carità.

Sono tre aspetti dell’unico mistero pasquale che Gesù

riassume nel segno sacramentale del suo Corpo donato e del

suo Sangue versato. In quest’anno sacerdotale vogliamo ri-

flettere e pregare sul dono grande del sacerdozio, per coglie-

re il legame profondo e intimo che lo lega alla giornata di

oggi. Il sacerdozio, infatti, nasce dall’Eucaristia e viene isti-

tuito per perpetuare nei secoli il memoriale della Pasqua del

Signore a vantaggio di tutti i suoi discepoli in tutti i tempi.

Anche la carità nasce dall’Eucaristia e mostra quanto il pane

spezzato testimoni quell’amore infinito del Salvatore, che, la-

vando i piedi ai suoi discepoli, comanda loro di fare altrettan-

to per mostrare al mondo che si amano come lui li ha amati.

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Protagonista di questo mistero, che si riattua nella Chiesa, è Cristo,

sommo ed eterno sacerdote, unico mediatore tra Dio e gli uomini, fon-

te prima di salvezza e di carità. Nella Messa Crismale, che si è tenuta

ieri sera in Cattedrale, i sacerdoti sono stati invitati a rinnovare le

promesse fatte nel giorno della loro ordinazione. Poi nella “Messa in

Coena Domini” il sacerdote ha compiuto il gesto della lavanda dei

piedi, segno di quel servizio che è chiamato a svolgere nella Comuni-

tà, ma soprattutto modello per ognuno di noi di quel “lavarsi i piedi”

che diventa stile evangelico per vivere le nostre relazioni. Stasera sa-

remo guidati nella nostra preghiera dai testi preparati per questo anno

sacerdotale, dalla Parola di Dio e dalla bella e profonda “Lettera ai

sacerdoti” di Mons, Giancarlo Bregantini.

Saluto Iniziale

Invocazione dello Spirito Santo

Presid.: Vieni, Spirito Santo, fontana zampillante,

Ass.: Tu che nel Battesimo ci hai dato la Vita!

Presid.: Vieni, Spirito Santo, olio profumato mandato dal Padre,

Ass.: Tu che riversi in noi l’amore puro e gratuito!

Presid.: Vieni, Spirito Santo, soffio divino alitato dal Figlio,

Ass.: Tu che porti in noi l’amore ubbidiente!

Presid.: Vieni, Spirito Santo, fiamma splendente, che guidasti i Patriarchi e

ispirasti i Profeti,

Ass.: Tu che infondi in noi ‘amore che ascolta e ripete la Parola di Dio!

Presid.: Vieni, Spirito Santo, nube luminosa, che hai reso feconda Maria per

dare vita umana a Gesù, il Figlio eterno del Padre,

Ass.: Tu che rendi anche noi figli perché siamo gloria del Padre e del

Figlio!

Presid.: Vieni, Spirito Santo, lingua di fuoco che sei disceso sugli Apostoli,

Ass.: Tu che santifichi il Nome del Padre su tutta la terra con la vita

della Chiesa!

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Presid.: Vieni, Spirito Santo, vento impetuoso, che intercedi per noi con

gemiti inesprimibili,

Ass.: Tu che conosci i desideri del Padre per i nostri cuori tiepidi e ten-

tati dalle passioni!

Presid.: Vieni, Spirito Santo, spirito d’amore, che sei l’unità del Padre col

Figlio,

Ass.: Tu che doni comunione ai credenti in Gesù, perché il mondo creda

in Lui!

Presid.: Vieni, Spirito Santo, che santifichi ogni cosa e trasformi il pane e il

vino nel Corpo e nel Sangue dell’Agnello,

Ass.: Tu che rendi i fedeli capaci di offrirsi, crescendo fino alla statura

di Cristo Gesù!

Presid.: Vieni, Spirito Santo, che con la Chiesa chiami lo Sposo e dici: Vie-

ni, Signore Gesù!

Ass.: Vieni e affretta il suo ritorno glorioso, e possiamo cantare: Gloria

a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama!

Presid.: Vieni, Spirito Santo, a rinnovare, purificare, infiammare del tuo

amore tutti i sacerdoti…

Ass.: Siano veramente apostoli e testimoni di Cristo! Siano veramente

sale della terra e luce del mondo! Siano veramente tuoi altoparlanti!

Noi abbiamo bisogno di sacerdoti santi!

Presid.: Manda, o Padre, il tuo Spirito e vi sarà una nuova creazione!

Ass.: Sarà così rinnovata tutta la terra!

Presid.: O Dio, che con il dono dello Spirito Santo guidi i credenti alla piena

luce della verità, donaci di gustare nel tuo Spirito la vera sapienza, e di go-

dere sempre del tuo conforto. Per Cristo nostro Signore.

Ass.: Amen.

CANTO

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PRIMO MOMENTO Fratelli, a me, che sono l'ultimo fra tutti i santi,

è stata concessa questa grazia

annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo

Dal Vangelo secondo Giovanni 17,1-8

Così parlò Gesù. Poi, alzati gli occhi al cielo, disse: Padre, è venuta

l`ora: glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai

dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tut-

ti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te,

l`unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glo-

rificato sulla terra, compiendo l`opera che mi hai dato da fare. E ora,

Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso

di te prima che il mondo fosse.

Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo.

Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola.

Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, per-

ché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno

accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che

tu mi hai mandato.

ADORAZIONE SILENZIOSA

Invocazioni alla SS . Eucaristia:

Sacramento di unità noi ti adoriamo

Fonte e culmine della vita della Chiesa noi ti adoriamo

Tesoro inestimabile offerto sino alla fine dei tempi noi ti adoriamo

Nutrimento e forza nel pellegrinaggio della vita noi ti adoriamo

Sostegno per i tuoi figli stanchi, affaticati e oppressi noi ti adoriamo

Fonte della gioia e della pace noi ti adoriamo

Presenza divina di amore e di consolazione noi ti adoriamo

Fonte della comunione con te e con i fratelli noi ti adoriamo

CANTO

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COMMENTO

I Presbiteri, infatti, sono ordinati alla perfezione della vita in forza

delle stesse sacre azioni che svolgono quotidianamente, come anche

di tutto il loro ministero, che esercitano in stretta unione con il vesco-

vo e tra di loro. Ma la stessa santità dei Presbiteri, a sua volta, contri-

buisce moltissimo al compimento efficace del loro ministero: infatti,

se è vero che la grazia di Dio può realizzare l'opera della salvezza

anche attraverso ministri indegni, ciò nondimeno Dio, ordinariamen-

te, preferisce manifestare le Sue grandezze attraverso coloro i quali,

fattisi più docili agli impulsi e alla direzione dello Spirito Santo, pos-

sono dire con l'Apostolo, grazie alla propria intima unione con Cristo

e alla santità di vita: «Ormai non sono più io che vivo, bensì è Cristo

che vive in me» (Gal 2,20). I Presbiteri raggiungeranno la santità nel

loro modo proprio se nello Spirito di Cristo eserciteranno le proprie

funzioni con impegno sincero e instancabile. Nella loro qualità di

ministri della liturgia, e soprattutto nel sacrificio della messa, i Pre-

sbiteri rappresentano in modo speciale Cristo in persona, il quale si è

offerto come vittima per santificare gli uomini; sono pertanto invitati

a imitare ciò che compiono, nel senso che, celebrando il mistero della

morte del Signore…

DAL DECRETO DEL CONCILIO VATICANO II

Presbiterorum Ordinis 12-13

PREGHIERA LITANICA

Gesù, figlio diletto del Padre lode a te

Gesù, concepito per opera dello Spirito Santo lode a te

Gesù, figlio della Vergine Maria lode a te

Gesù, nato per la nostra salvezza lode a te

Gesù, luce delle genti lode a te

Gesù, battezzato nel Giordano lode a te

Gesù, consacrato dallo Spirito lode a te

Gesù, inviato dal Padre lode a te

Gesù, maestro di verità lode a te

Gesù, guaritore degli infermi lode a te

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Gesù, consolazione degli afflitti lode a te

Gesù, misericordia dei peccatori lode a te

Gesù, Santo di Dio donaci la tua salvezza

Gesù, il solo giusto donaci la tua salvezza

Gesù, figlio obbediente donaci la tua salvezza

Gesù, volto della misericordia del Padre donaci la tua salvezza

Gesù, Redentore dell’uomo donaci la tua salvezza

Gesù, Salvatore del mondo donaci la tua salvezza

Gesù, Vincitore della morte donaci la tua salvezza

Gesù, Principe forte e vittorioso donaci la tua salvezza

Gesù, Servo del Signore donaci la tua salvezza

Gesù, Uomo dei dolori donaci la tua salvezza

Gesù, solidale con i poveri donaci la tua salvezza

Gesù, clemente con i peccatori donaci la tua salvezza

Gesù, bellezza divina lode a te

Gesù, divina sapienza lode a te

Gesù, vita senza fine lode a te

Gesù, sicura speranza lode a te

Gesù, Divino Maestro lode a te

Gesù, Sommo Sacerdote lode a te

Gesù, Re della gloria lode a te

Gesù, Unico Mediatore lode a te

Gesù, Primo ed Ultimo lode a te

Gesù, Signore della storia lode a te

Gesù, Giudice universale lode a te

Gesù, Vivente e Veniente lode a te

ADORAZIONE SILENZIOSA

CANTO

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DALLA

“LETTERA AI SACERDOTI” DI MONS. GIANCARLO BREGANTINI

Un’esperienza di testimonianza quotidiana

Benedirò il Signore in ogni tempo (Salmo 33). E’ la preghiera che mi

sgorga dalle labbra, mentre osservo un volto sereno di prete, che corre fra le

tende dei terremotati d’Abruzzo. Ha nel cuore un immenso dolore, per le

grandi distruzioni subite dalla sua gente. Ma il suo volto si apre comunque alla

speranza. Anzi, ce la insegna, con animo rispettoso. La sua casa è la tenda nu-

mero uno. La prima di una lunga serie di tende, che la parrocchia ha elevato

nello spazio libero, non lontano dalla chiesa. Che è rimasta in piedi, l’unica o

quasi dell’intera Diocesi dell’Aquila. Vi immaginate, una solo chiesa in piedi in

tutta la diocesi subito dopo il terremoto? Che precarietà!

Ma è proprio dentro questa precarietà che emerge ancor di più la fedeltà

del prete.

Perché è un gesto d’amore vero, quotidiano, verificabile. Non ha scelto

una casetta lontana, sicura, che non trema. Ma è rimasta fra la sua gente, fra i

suoi, condividendo fino in fondo i disagi dei terremotati.

Il disastro è immane. La sproporzione tra le forze e le necessità è incal-

colabile. Eppure, quel pretino è rimasto. Non può far tutto. Lo si vorrebbe

capace, perché mille sono le richieste. Ma il suo sorriso regge la sfida delle

sproporzioni.

Di quel prete, dice la gente, ci si può fidare. Ci si può fidare, perché è

stato fedele nei giorni della prova, nel tempo della fuga. E’ rimasto con la sua

gente, La sua gente gli apre il cuore. Si fida e si affida!

E non mancano la fatica, il disagio. Vivere sotto le tende, a lungo anda-

re, sfibra e logora ogni cuore. Ecco perché un giorno, visitando la canonica del

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suo amico prete, parroco di una parrocchia posta fuori dal cratere, con ros-

sore chiese subito: Don...fammi fare una doccia...serena...senza fare la fila!

E ogni prete è così: cioè un dono per l’umanità. Perché Dio si è fidato

di me e di te, carissimo amico prete. E sento che il nostro destino è questo:

condividere in fedeltà piena e lieta la sorte della nostra gente. Camminare

con loro. Star loro accanto. Vivere come vive la nostra gente. In sobrietà e

letizia. Perché senti che il nocciolo di tutta la nostra vita di preti è quella di

essere stati afferrati da un Amore che ci ha cambiati, che ci accompagna, che

esige da noi sempre più. Ami perché sei stato amato. Sei fedele alla tua gen-

te, perché Dio ti è stato fedele….

Il diaconato è la scelta che sta alla base del presbiterato. Ogni prete,

prima di essere tale, sceglie di essere diacono. E diacono resta per tutta la

vita. La dimensione del prete è intessuta così delle cinque scelte che vive nel-

la sua consacrazione diaconale: la scelta di amare quella terra in cui è incar-

dinato; terra che ama con amore verginale nella dimensione del celibato;

terra cui annunzia il Vangelo con voce limpida; terra per la quale prega ogni

giorno perché divenga il giardino della speranza. Ma in questa terra, sceglie

di lavare i piedi soprattutto a chi è piccolo e povero, in un catino d’acqua

che è la più bella dimensione del Vangelo. Nulla più di quel catino riflette il

volto stesso del Padre della misericordia.

Nulla di più limpido vi è nella fedeltà dell’amore. Cinque doni, che

tratteggiano tutta la nostra esistenza. E a questi doni, il prete, con il sigillo

sacramentale sulle mani profumate di crisma profetico, aggiunge la gioia di

assolvere i peccati e di sostenere i malati, ridando loro la salvezza.

CANTO

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SECONDO MOMENTO Per questo io piego le ginocchia davanti al Padre,

perché vi conceda, di essere potentemente rafforzati

nell'uomo in­teriore mediante il suo Spirito.

Dal Vangelo secondo Giovanni 17,9-19

Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che mi hai

dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e tutte le tue sono

mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi in-

vece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo

nome, quello che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come noi.

Quand`ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai

dato e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il

figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io ven-

go a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se

stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato a loro la tua parola e il

mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non so-

no del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che li custo-

disca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del

mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai

mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per

loro io consacro me stesso, perché siano anch`essi consacrati nella

verità.

Adorazione Silenziosa

COMMENTO

Certamente «c'è una fisionomia essenziale del sacerdote che non mu-

ta: il sacerdote di domani infatti, non meno di quello di oggi, dovrà

assomigliare a Cristo. Quando viveva sulla terra, Gesù offrì in se stes-

so il volto definitivo del presbitero, realizzando un sacerdozio mini-

steriale di cui gli apostoli furono i primi ad essere investiti; esso è de-

stinato a durare, a riprodursi incessantemente in tutti i periodi della

storia. Il presbitero del terzo millennio sarà, in questo senso, il conti-

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nuatore dei presbiteri che, nei precedenti millenni, hanno animato la

vita della Chiesa. Anche nel Duemila la vocazione sacerdotale conti-

nuerà ad essere la chiamata a vivere l'unico e permanente sacerdozio

di Cristo».

DALL’ESORTAZIONE APOSTOLICA POSTSINODALE

Pastores dabo vobis, 5

PREGHIERA LITANICA

Preghiamo insieme dicendo: Santifica, o Signore, i Tuoi sacerdoti.

Per la Santa Chiesa, affinché, nel Suo materno amore verginale, generi di

nuovo e ancora santi Sacerdoti, infiammati dal Fuoco del Tuo Amore, che

guidino il popolo con la Tua certa Misericordia, lo educhino alla Verità e lo

santifichino offrendo, insieme alla propria esistenza, il Tuo Corpo e il Tuo

Sangue, Fonte di ogni Grazia, preghiamo.

Per il Santo Padre Benedetto XVI, perché, conformato sempre più a Te dal-

lo Spirito Santo, guidi come Pastore dei pastori la Tua Santa Chiesa nell'u-

nità, richiamando incessan­temente alla Verità e alla Santità tutto il Popolo,

attraverso il ministero umile e ubbidiente dei Vescovi e di tutti i Sacerdoti,

che, solo nella fedeltà alla sua persona, sono fedeli Te, preghiamo.

Per quanti non Ti hanno ancora incontrato e riconosciuto come Signore,

perché, salutarmente provocati dalla totale, quotidiana e verginale dedizio-

ne dei tuoi sacerdoti, non induriscano il proprio cuore ma si affidino, attra-

verso di loro, alla Santa Chiesa, nella quale splende il Tuo Volto misericor-

dioso, preghiamo.

Per i sacerdoti malati e sofferenti, perché, abbracciando la Croce, attraverso

la quale li chiami alla santità, riconoscano sempre il Tuo Volto Redentore e

offrano ogni fatica interce­dendo per la salvezza del popolo loro affidato e

per tutta la Santa Chiesa, preghiamo.

CANTO

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DALLA

“LETTERA AI SACERDOTI” DI MONS. GIANCARLO BREGANTINI

La lettera agli Ebrei come punto di riferimento

E’ una lettera di esortazione la lettera agli Ebrei. E mi piace questa paro-la, esortazione, perché ha dentro uno stile che vorrei fosse il mio e nostro in tanti momenti. “Esortare” vuol dire capire e comprendere il cuore della nostra gente. Avere occhi di attenzione, mani di solidarietà, passo sollecito. Come Ma-ria a Cana: attenta, vicina, solidale. Ma anche capace di trasformare le situazioni più difficili e dure in occasione di bellezza e gioia. E ci vuole quella parola che penetra, che conquista, che rasserena. Che solo il prete spesso più dire. Perché sa cose che solo lui ha potuto ascoltare. Esortare allora è accompagnare, stare vicini. Soprattutto quando vedi che gli altri scrollano la testa. E ti poni né troppo avanti, perché altrimenti la gente ti perde di vista e non ti segue più...nè ovviamente troppo indietro. Perché allora tu non guidi, non sai, non entri nel cuore della tua gente. Che resta da sola e tu non accompagni. Né fughe in avanti né pigrizie imperdonabili. Ma la parola giusta al mo-mento giusto. Questa è l’esortazione. L’esortazione nasce proprio da questo cuore, capace di fedeltà e di mise-ricordia. Insieme e unite. “Intrecciate” e consolidate in ordito e trama. Perché anche tu, carissimo amico prete, sei intrecciato. Tu sei l’ordito, la tua gente è la trama. Senza quel filo, il tessuto non si compie. Tu sei il prete, perché il popolo di Dio sia sacerdote nella dimensione del tuo battesimo. E il sacerdozio battesimale si fa sostegno per il sacerdozio ministeriale. Diversi, anche per grado, ma intrecciati. L’uno nell’altro; anzi, l’uno per l’altro. Ecco perché l’esortare è il verbo che più ci lega alla nostra gente. Che ci fa senti-re più vicini. Nello stile del Cristo, che mentre parlava, metteva in pratica quan-to diceva. Con “parole ed eventi” intimamente connessi (DV2)

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CANTO

ADORAZIONE SILENZIOSA

Preghiera

L.: Eccomi davanti a questo mistero d’Amore: Gesù-Eucaristia.

Essere qui è prendere coscienza di essere amati da te, Dio, è scoprire

come tu sei nella mia vita, e come l’unica cosa che posso fare è quella

di abbandonarmi a te.

Ass.: Mi abbandono a te, mi consegno all’onnipotenza del tuo amo-

re che salva.

L.: Adorare è abbandonarsi a Dio, fra le sue braccia spalancate, rifugiar-

si all’ombra delle sue ali. Spesso non so adorare perché penso di essere

io a dare qualcosa a Lui, invece è vero il contrario.

Ass.: Mi rifugio all’ombra delle tue ali, tu sei il mio Dio, nelle tue

mani sono i miei giorni.

L.: Stare davanti a Te è accogliere Te come amore della mia stessa vita.

L’Eucaristia è la rivelazione dell’amore di Dio. L’amore si dona invi-

tando a guardare. L’adorazione è l’amore che si lascia guardare.

Ass.: Io ti adoro, Signore Gesù, amore continuamente donato.

Io ti lodo e ti ringrazio facendomi voce di ogni tua creatura.

L.: Adorare è ricevere da parte di Gesù la sua dichiarazione d’amore:

“Io ti amo, tu sei importante per me”. Adorare è conoscere il Dio di Ge-

sù Cristo, per sentirci amati come poveri e per amare con la tenerezza

e la delicatezza di Cristo.

Ass.: Io ti amo Signore, ma aiutami ad amarti e ad amare di più!

Vivi in me! Adora in me! Ama in me!

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DALLA

“LETTERA AI SACERDOTI” DI MONS. GIANCARLO BREGANTINI

Il cammino della perseveranza

Ma la lettera agli Ebrei non è solo esortazione. E’ anche severo moni-to. Rimprovero ben articolato. Esorta ma anche punge. E’ l’attualizzazione di quello che viene detto sulla parola di Dio, pro-prio nella lettera, in un celebre passo (Eb 4,12-13). Qui, la Parola viene defi-nita “viva ed energica, più tagliente di ogni spada. Penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla. Discerne i sentimenti e i pensieri del cuore”. Una parola tagliente, quindi. Ma anche illuminante. Davanti a questa spada e a questa luce, che ci impediscono di nasconderci per la chiarezza di luce con cui siamo “letti dentro”, è fecondo sentire i moniti che ci rivolge. Perché tutto è nudo e scoperto agli occhi di Colui al quale noi dobbiamo rendere conto. Credo proprio che questo sia il segreto di una fedeltà fatta perseveran-za: quello di porsi davanti alla Parola con metodo, nell’esercizio della lectio settimanale...ogni settimana, in un giorno e un orario, fedelmente eseguiti…. Solo l’ascolto sistematico della Parola, tagliente e illuminante, ci per-mette di cambiare il nostro cuore, spesso indurito nelle abitudini ecclesiasti-che. E nulla più dell’abitudine ci uccide dentro, come preti. Ci rende troppo funzionari delle cose di Dio. E non “amici dello Sposo che ne ascoltando la voce, pronti a diminuire, perché Lui cresca” (Gv 3,29-30). E’ quindi quella Parola che ci ringiovanisce e ci rende nuovi, freschi, vitali, sempre carichi di entusiasmo.

Chi ha scelto di seguire Cristo, per dedicarsi al lui e al servizio dei fratelli e delle sorelle con cuore indiviso, immerge la sua vita completamente nel Van-gelo e fa risplendere nel volto della Chiesa il volto santo di Cristo. Il sacerdo-zio è l’incontro con Cristo fatto testimonianza, amore verso tutti e trasmis-sione di vita vera.

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CANTO

INTERCESSIONI

L. 1: Con tutta l’ansia del mio cuore di pastore vi dico:

amate i vostri sacerdoti! Stimateli, ascoltateli,

seguiteli! Pregate ogni giorno per loro. Non

lasciateli soli né all’altare né nella vita quotidiana.

(Giovanni Paolo II)

L. 2: Domandiamo per tutti i sacerdoti il dono della

perseveranza: che si mantengano fedeli alla preghiera,

celebrino la santa Messa con devozione

sempre rinnovata, vivano in ascolto della Parola

di Dio e assimilino, giorno dopo giorno, gli stessi

sentimenti ed atteggiamenti di Gesù Cristo,

il Buon Pastore. (Benedetto XVI)

Diciamo insieme: Signore, dona a loro la tua grazia.

Perché scoprano sempre più la profondità del tuo dono

nell’Eucaristia...

Perché abbiano il coraggio di spendersi per Te e per i fratelli, gratuita-

mente...

Perché siano tuoi testimoni dove li chiami a vivere...

Perché modellino il loro amore per gli altri sul tuo amore per noi...

Perché la loro vita, i loro gesti, le loro parole, siano trasparenza di Te...

Adorazione Silenziosa

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TERZO MOMENTO Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori,

e siate in grado di conoscere l'amore di Cristo …

perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio

DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI 17,20-26

Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me

mediante la loro parola: perché tutti siano una sola cosa; come tu, Pa-

dre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi, perché il mondo creda

che tu mi hai mandato.

E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano una

sola cosa come noi siamo una sola cosa. Io in loro e tu in me, perché

siano perfetti nell’unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e

che li hai amati come hai amato me.

Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano anch’essi con me

dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai

dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.

Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e

questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. E io ho fatto conosce-

re loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l`amore con il quale mi

hai amato sia in essi e io in loro.

ADORAZIONE SILENZIOSA

CANTO

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Commento

Innanzitutto è necessario ribadire che il legame tra l'Ordine sacro e l'Eu-

caristia è visibile proprio nella Messa presieduta dal Vescovo o dal pre-

sbitero in persona di Cristo capo. È necessario, pertanto, che i sacerdoti

abbiano coscienza che tutto il loro ministero non deve mai mettere in

primo piano loro stessi o le loro opinioni, ma Gesù Cristo. Contraddice

l'identità sacerdotale ogni tentativo di porre se stessi come protagonisti

dell'azione liturgica. Il sacerdote è più che mai servo e deve impegnarsi

continuamente ad essere segno che, come strumento docile nelle mani di

Cristo, rimanda a Lui. Ciò si esprime particolarmente nell'umiltà con la

quale il sacerdote guida l'azione liturgica, in obbedienza al rito, corri-

spondendovi con il cuore e la mente, evitando tutto ciò che possa dare la

sensazione di un proprio inopportuno protagonismo. Raccomando, per-

tanto, al clero di approfondire sempre la coscienza del proprio ministero

eucaristico come umile servizio a Cristo e alla sua Chiesa. Il sacerdozio,

come diceva sant'Agostino, è amoris officium, è l'ufficio del buon pasto-

re, che offre la vita per le pecore (cfr Gv 10,14-15).

Dall’Esortazione Apostolica Postsinodale

Sacramentum Caritatis, 23

Invocazioni Rit: Lode e gloria a te, Signore Gesù.

Agnello immolato fin dalla fondazione del mondo

il tuo corpo è diventato nostro cibo.

Agnello irreprensibile e senza macchia

il tuo sangue è sparso in remissione dei peccati.

Agnello che togli il peccato del mondo

sei tu la nostra Pasqua immolata.

Agnello condotto al macello

hai portato i nostri peccati nel tuo corpo.

Agnello diventato il Pastore grande delle pecore

hai concluso l'alleanza eterna nel tuo sangue.

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DALLA

“LETTERA AI SACERDOTI” DI MONS. GIANCARLO BREGANTINI

Prete dal cuore sempre nuovo

Non è un titolo ad effetto. Ma è quell’aggettivo biblico spesso usato, co-me segno di una novità di vita in crescendo. Non è infatti il nuovo contrappo-sto semplicemente al vecchio. No! Ma è maturazione, è pienezza. Vecchio e nuovo non stanno sullo stesso piano. Non sono comparabili. Ma il nuovo è la maturazione del fiore e la dolcezza del frutto. E’ la corsa portata a termine, la casa finalmente finita. E’ la gioia di un cuore che guarda con soddisfazione tutte le cose belle che ha fatto e si compia-ce. Ecco io faccio nuove tutte le cose, le porto a compimento, do loro pie-nezza. Il verbo usato nella lettera agli Ebrei è allora teleioò. Nuovo è allora per-fezione. L’alleanza si fa nuova, ogni giorno sempre di più. Cresce con te, come nuovo è il giorno che ami, mentre spalanchi le finestre. E gusto quel sole, antico e sempre nuovo. Come nuovo è il mio Diario, che adoro. Perché vi scrivo cose sempre nuove, che di giorno in giorno si fanno compimento. Nuove sono le persone che si affacciano ogni giorno in udienza. Ciascuna con il suo carico di lacrime e speranza. Mai uguali, pur nell’ordinarietà del cammino. E’ il pregio sublime della castità, che rende pulite e belle tutte le relazioni, autentiche, che non invecchiano nella pesantezza del possesso né nella opacità dell’interesse. La castità allora non è solo osservanza di prescrizioni formali e-sterne, che riguardano il corpo, ma è accoglienza di ogni persona sulla mia stes-sa strada. E’ valorizzazione di tutti, senza giudizio. E’ la corsa di Filippo, diaco-no, sulla via di Gaza, verso il carro dell’eunuco etiope, capace di intrecciare su-bito con lui una relazione di cordialità: Capisci quello che leggi? E sale sul suo carro, gli si fa vicino e gli spiega la Parola, illuminandolo sul mistero del servo sofferente. Come per Gesù, nascosto nel pellegrino di Emmaus. Ma nuova ed eterna è soprattutto quell’alleanza che celebro ogni mattina nell’Eucaristia. Al mattino presto la preferisco. Perché il sapore del nuovo è più evidente, che si fa freschezza, progettualità, parola che resta impressa nel cuore

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lungo tutto il giorno. Alleanza nuova, profetica, messianica. Alleanza interiore, che non si basa sull’obbligo, ma sul cuore, in relazioni libere e nuove. Un’alleanza scritta nell’intimo della nostra vita e non sulle esteriorità cogenti, per motivo di occhio dell’altro. Crei relazioni vere. E non guardi alle cose. Il tempo non ha più importan-za. Anche se arrivi tardi, ti fermi e ascolti. Perché la persona vale più dell’orario. E un sorriso cambia sempre la vita. Il testo dell’Antico Testamento che viene citato è quello di Geremia, al capitolo 31. Un testo bellissimo, il cuore del libro profetico. Perché Geremia non è il libro del lamento, ma la ricostruzione di relazioni nuove, proprio men-tre la terra trema e il terremoto spacca e distrugge. Come abbiamo visto sotto le tende de L’Aquila. Non c’è condizione esterna che ti possa condizionare. Ma sei tu che cambi ogni cosa, perché imprimi il sigillo del tuo cuore e l’impronta della tua carità in ogni tuo gesto. Ecco perché il prete ha uno stile, la sua classe, lascia la sua impronta. In tutte le cose che fa. E perciò le rende nuove. Imparando proprio da quell’Eucaristia mattutina che rinnova la tua giovi-nezza, la accende perché la rende più appassionata e avvincente. Sempre però nell’umiltà di relazioni serene: non crederti saggio ai tuoi occhi, temi il Signore e sta lontano dal male, riconoscilo in tutti i tuoi passi ed egli appianerà i tuoi sentieri. (Pro 3,6-7)

Questo è il cuore di un prete, che sa amare anche quando viene offeso, che non risponde fuggendo ma incontrando, che fa il primo passo, che non re-gola le sue relazioni in base alla risposta, ma anzi, cerca chi più fugge lontano e chi più ha fatto il male. La notte del male viene trasfigurata dalla dolcezza di Cristo. E la notte diviene giorno… E il segreto di tanto amore è ancora quel momento in cui abbiamo, nella consacrazione, il calice in mano e diciamo con commossa partecipazione : “Prendete e bevetene tutti, questo è il calice del mio sangue per la nuova ed e-terna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati”. Sangue e alleanza sono inscindibili. Sangue e dono d’amore, sangue e per-dono...Il perdono nasce dal sangue. Perché nasce l’amore. Come ogni gesto, di ogni prete. Ma tutto è reso possibile, perché tutto è santificato dalla presenza dello Spirito Santo. Perché in forza di quello spirito eterno che Cristo offrì se stesso senza macchia a Dio, purificando la nostra coscienza dalle opere morte, per servire il Dio vivente (Eb 9,14). Tutto è dono d’Amore.

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PREGHIERA PER L’ANNO SACERDOTALE Signore Gesù, Tu hai voluto donare alla Chiesa, attraverso San Giovanni Maria Vianney, un’immagine viva di Te, ed una personificazione della Tua carità pastorale. Aiutaci, in sua compagnia ed assistiti dal suo esempio, a vivere bene quest’Anno Sacerdotale. Fa che possiamo imparare dal Santo Curato d’Ars il modo di trovare la nostra gioia restando a lungo in adorazione davanti al Santissimo Sacramento; come la Tua Parola che ci guida sia semplice e quotidiana; con quale tenerezza il Tuo Amore accolga i peccatori pentiti; quanto sia consolante l’abbandono fiducioso alla Tua Santissima Madre Immacolata; quanto sia necessario lottare con vigilanza contro il Maligno. Fa, o Signore Gesù, che i nostri giovani possano apprendere dall’esempio del Santo Curato d’Ars, quanto sia necessario, umile e glorioso il ministero sacerdotale che Tu vuoi affidare a quelli che si aprono alla Tua chiamata. Fa che nelle nostre comunità – come ad Ars a quel tempo – ugualmente si realizzino quelle meraviglie di grazia che Tu compi quando un sacerdote sa “mettere l’amore nella sua parrocchia”. Fa che le nostre famiglie cristiane si sentano parte della Chiesa dove possono sempre ritrovare i Tuoi ministri e sappiano rendere le lorocase belle come una chiesa. Fa che la carità dei nostri Pastori nutra ed infiammi la carità di tutti i fedeli, affinché tutte le vocazioni e tutti i carismi donati dal Tuo Santo, Spirito possano essere accolti e valorizzati. Ma soprattutto, o Signore Gesù, concedici l’ardore e la verità del cuore perché noi possiamo rivolgerci al Tuo Padre Celeste, facendo nostre le stesse parole che San Giovanni Maria Vianney utilizzava quando si rivolgeva a Lui: “Vi amo mio Dio, e il mio unico desiderio è di amarvi fino all’ultimo respiro della mia vita. Vi amo, o Dio infinitamente amabile, e desidero ardentemente di morire amandovi, piuttosto che vivere un solo istante senza amarVi. Vi amo Signore, e la sola grazia che Vi chiedo è di amarVi in eterno. Mio Dio, se la mia lingua non può ripetere sempre che io Vi amo, desidero che il mio cuore Ve lo ripeta ad ogni mio respiro. Vi amo, o mio Divin Salvatore, perché siete stato crocifisso per me; e perché Voi mi tenete crocifisso quaggiù per Voi. Mio Dio, fatemi la grazia di morire nel amandoVi e sentendo che io Vi amo”. AMEN

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PREGHIERA LITANICA

Ascoltaci Signore

Signore Gesù, presente nel Santissimo Sacramento,

che hai voluto perpetuare la tua Presenza tra noi

per il tramite dei tuoi Sacerdoti,

fa’ che le loro parole siano sempre le tue,

che i loro gesti siano i tuoi gesti,

che la loro vita sia fedele riflesso della tua vita.

Ascoltaci Signore

Che essi siano quegli uomini che parlano a Dio degli uomini,

e agli uomini, di Dio.

Che non abbiano paura del dover servire,

servendo la Chiesa nel modo in cui essa ha bisogno di essere servita.

Ascoltaci Signore

Che siano uomini, testimoni dell'eterno nel nostro tempo,

camminando per le strade della storia con i tuoi stessi passi

e facendo a tutti del bene.

Ascoltaci Signore

Che siano fedeli ai loro impegni,

gelosi della propria vocazione e della propria donazione,

specchio luminoso della propria identità

e che vivano nella gioia per il dono ricevuto.

Ascoltaci Signore

Te lo chiedo per la tua Madre Maria Santissima:

lei che è stata presente nella tua vita

sarà sempre presente nella vita dei tuoi Sacerdoti. Amen.

Ascoltaci Signore

Padre Nostro

Canto Finale

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“Il Sacerdozio è l'amore del cuore di Gesù”, soleva

dire il Santo Curato d’Ars.Questa toccante espressione

ci permette anzitutto di evocare con tenerezza e ricono-

scenza l’immenso dono che i sacerdoti costituiscono

non solo per la Chiesa, ma anche per la stessa umani-

tà. Penso a tutti quei presbiteri che offrono ai fedeli cri-

stiani e al mondo intero l’umile e quotidiana proposta

delle parole e dei gesti di Cristo, cercando di aderire a

Lui con i pensieri, la volontà, i sentimenti e lo stile di

tutta la propria esistenza. (dalla lettera di indizione dell’Anno

Sacerdotale di Benedetto XVI)

Annodati al cuore di Cristo, testimoniamo, carissimi sacerdoti, che l’amore di Dio in Cristo

trasfigura la nostra vita. La fedeltà e l’amore pure e gratuito siano i segni distintivi del nostro ministeri,

per far sgorgare nell’umanità il cuore della speranza.

(dalla “Lettera ai sacerdoti” di Mons. Giancarlo Bregantini