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Corso A3 di formazione e aggiornamento “Tecniche di formazione” LA REGOLAZIONE DEI MERCATI FINALI DELL’ENERGIA PER I CLIENTI DOMESTICI Ing. Tullio Fanelli 1 Roma, 23 novembre 2015 INDICE DEGLI ARGOMENTI 1.I mercati al dettaglio dell’energia elettrica e del gas naturale: mercato tutelato e mercato libero. 2.Ruolo e funzioni dell’Acquirente Unico, scenari e prospettive per la tutela del consumatore. 3.Regimi di compensazione della spesa sostenuta dai clienti in condizioni di disagio. 4.I mercati europei, verso il mercato unico: le prospettive dei Gruppi di Acquisto. 1 L’ing. Tullio Fanelli, attualmente vice Direttore Generale dell’ENEA, è stato, tra l’altro, Direttore generale dell’energia del Ministero delle attività produttive, Membro dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas e Sottosegretario di Stato del ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. 1

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Corso A3 di formazione e aggiornamento “Tecniche di formazione”

LA REGOLAZIONE DEI MERCATI FINALI DELL’ENERGIA PER I CLIENTI DOMESTICI

Ing. Tullio Fanelli1

Roma, 23 novembre 2015

INDICE DEGLI ARGOMENTI

1. I mercati al dettaglio dell’energia elettrica e del gas naturale: mercato tutelato e mercato libero.

2. Ruolo e funzioni dell’Acquirente Unico, scenari e prospettive per la tutela del consumatore.

3. Regimi di compensazione della spesa sostenuta dai clienti in condizioni di disagio.

4. I mercati europei, verso il mercato unico: le prospettive dei Gruppi di Acquisto.

1 L’ing. Tullio Fanelli, attualmente vice Direttore Generale dell’ENEA, è stato, tra l’altro, Direttore generale dell’energia del Ministero delle attività produttive, Membro dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas e Sottosegretario di Stato del ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

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1. I MERCATI AL DETTAGLIO DELL’ENERGIA ELETTRICA E DEL GAS NATURALE: MERCATO TUTELATO E MERCATO LIBERO.

In esito al processo di liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del gas naturale, in corso da oltre un decennio sulla base di interventi normativi di livello europeo e nazionale, lo stato attuale dei rispettivi mercati è caratterizzato essenzialmente da:· mercati all’ingrosso, nei quali i prezzi sono liberi e le contrattazioni (tra produttori o importatori e grossisti o clienti) avvengono tramite contratti bilaterali o attraverso mercati regolati (cd “borse”);· servizi regolati, le cui tariffe sono determinate dall’Autorità, che comprendono tutte le attività connesse a monopoli naturali infrastrutturali quali la trasmissione, il dispacciamento, la distribuzione e, nel caso del gas, lo stoccaggio; anche i livelli di qualità tecnica di tali servizi sono fissati e regolati dall’Autorità;· mercati retail o al dettaglio, nei quali i prezzi sono liberi, ma sussiste ancora l’obbligo, per i venditori, di offrire condizioni di prezzo fissate dall’Autorità ai clienti tutelati, costituiti sostanzialmente dai clienti domestici e dalle piccole imprese che non abbiano ancora scelto di accettare offerte sul mercato libero; l’Autorità determina anche i livelli di qualità commerciale, ovvero delle garanzie e delle prestazioni (diverse dal prezzo) che i venditori debbono garantire.In sintesi e molto schematicamente, gli aspetti economici (costi-tariffe-prezzi) e qualitativi per le forniture di energia elettrica e gas fanno riferimento alle varie fasi di filiera rappresentate nella figura seguente.

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1.1 ENERGIA ELETTRICA

Nell’energia elettrica alle famiglie e alle piccole imprese che non ritengono ancora di affidarsi al libero mercato vengono praticati dei prezzi di riferimento stabiliti dall’Autorità in ragione del fatto che permangono differenze tra le varie categorie di clienti, in termini di forza contrattuale ed entità dei consumi che si traducono in differenti possibilità di trarre vantaggio dai meccanismi di mercato.L’Autorità aggiorna trimestralmente le condizioni di prezzo sulla base del costo di approvvigionamento dell’Acquirente unico e sulla base delle stime di fabbisogno effettuate da quest’ultimo.In particolare, al momento dell’aggiornamento, l’Autorità procede a valorizzare:-i costi sostenuti, sulla base dei dati di consuntivo e di pre-consuntivo, dall’Acquirente unico nei mesi dell’anno solare precedenti il mese in cui ha luogo l’aggiornamento;-i costi che si stima saranno sostenuti dall’Acquirente unico nei restanti mesi dello stesso anno solare sulla base delle migliori previsioni dell’andamento delle variabili rilevanti ai fini della determinazione dei costi di approvvigionamento del medesimo Acquirente unico; la variabile rilevante di maggior impatto è la stima del valore assunto dai prezzi della borsa elettrica, influenzati dall’andamento dei prezzi del mercato petrolifero, del gas naturale e del cambio dollaro/euro;-il recupero necessario per eventuali scostamenti rilevati tra quanto stimato come previsione e quanto effettivamente consuntivato.Su tali l’Autorità calcola il prezzo medio che l’esercente la maggior tutela applica ai clienti finali.Questa metodologia di calcolo, che prevede la stima del costo medio di approvvigionamento su base annua attenua la volatilità dei prezzi applicati ai clienti domestici, smorzando le oscillazioni dei prezzi all’ingrosso nei diversi mesi dell’anno.Il prezzo così determinato riflette comunque i costi formatisi nel mercato all’ingrosso, permettendo quindi ai clienti finali di partecipare, indirettamente, al mercato.

Gli operatori del mercato elettrico

Nel 2014 Enel ed Edison si confermano i due gruppi principali, avendo venduto, rispettivamente, 84,2 TWh e 20 TWh.; nella classe degli operatori più grandi che hanno venduto tra 5 e 10 TWh di energia elettrica al mercato finale sono inclusi Eni, Acea, Hera, Gala, Sorgenia, E.On, A2A e Axpo Group. Altri 21 operatori sono inclusi nella classe 1-5 TWh.Nel complesso nel 2014 hanno svolto l’attività di vendita nel mercato di maggior tutela 136 soggetti, mentre hanno svolto l’attività di vendita nel mercato libero 450 soggetti. Nel 2013 i soggetti operanti erano pari a 136 nella maggior tutela e 386 nel libero.Il numero di venditori di energia elettrica è, quindi, cresciuto nel 2014 di 64 unità, tutte sul mercato libero, per l’ingresso di nuovi attori provenienti dai settori contigui (segnatamente la vendita di gas), ma anche da altri comparti. Si conferma, pertanto, il trend già rilevato negli anni passati, che evidenzia una crescita significativa del numero di operatori di piccole dimensioni che vendono energia elettrica, in particolare sul mercato libero.

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BILANCIO DELL’ENERGIA ELETTRICA 2014 (TWh)

VENDITE FINALI DI ENERGIA ELETTRICA PER MERCATO E TIPOLOGIA DI CLIENTEAl netto degli autoconsumi e delle perdite; volumi in GWh; punti di prelievo in migliaia

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Nell’intero mercato della vendita finale, l’operatore dominante resta il gruppo Enel, sebbene la sua quota si vada (lentamente) assottigliando nel tempo: nel 2014 il peso è sceso al 34,1%, contro il 34,8% del 2013. La sua importanza, però, è alquanto differenziata nei vari segmenti del mercato finale. Nel settore domestico e nel non domestico allacciato in bassa tensione, infatti, il gruppo detiene una quota estremamente ampia e, soprattutto, assai lontana da quelle dei gruppi inseguitori.

VENDITE FINALI DI ENERGIA ELETTRICA PER OPERATOREE E TIPOLOGIA DI CLIENTEAl netto degli autoconsumi e delle perdite; volumi in GWh;

Lo switching

Lo switching nel mercato elettrico è certamente consistente. Complessivamente, oltre 3,5 milioni di clienti, cioè il 9,6%, hanno cambiato fornitore almeno una volta nel corso del 2014. In termini di volumi essi corrispondono quasi a un quarto (24,2%) del totale dell’energia distribuita.

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Anche nel 2014 lo switching è risultato in aumento, se valutato in termini di punti di prelievo. In particolare si è registrata una sempre maggiore partecipazione del settore domestico, i cui tassi diswitching aumentano di anno in anno.Dopo il 7,4% registrato nel 2013, in effetti, la percentuale di clienti domestici che ha cambiato fornitore è salita all’8,1%, corrispondente a una quota di energia che ha superato il 10%.Nel 2014 il 16% dei clienti domestici, circa 1,3 milioni, risulta aver sottoscritto un contratto dual fuel. La quota di clienti domestici con questo tipo di contratto è salita di un punto percentuale rispetto a quella registrata nel 2013. Il consumo complessivo di questi clienti è pari a 2,9 TWh, oltre il 15% di tutta l’energia venduta ai domestici sul mercato libero.

I prezzi

Sulla base dei dati raccolti dall’Autorità, nel 2014 il prezzo medio sul mercato libero per l’approvvigionamento di energia elettrica è risultato pari a 103,41 €/MWh.Il dato si riferisce al totale delle offerte del mercato libero e considerando tutte le tipologie di clienti servite in bassa tensione.Per quanto riguarda, invece, le vendite relative al servizio di maggior tutela, il prezzo medio si è attestato sui 99,48 €/MWh. Complessivamente si registra, quindi, anche nel 2014 per i clienti serviti in bassa tensione, un prezzo più elevato nel mercato libero, come nei tre anni precedenti. In particolare si rileva una netta differenziazione tra i clienti domestici e quelli non domestici. Mentre per i domestici il mercato libero risulta più oneroso e con un differenziale rilevante (19,30 €/MWh, pari a +19,7%), per i clienti non domestici in bassa tensione il mercato libero presenta una convenienza (-4,66 €/kWh, pari a -4,5%).

PREZZI MEDI FINALI (COMPONENTE APPROVVIGIONAMENTO) NEL 2014(A) €/MWH

Sebbene la maggiore onerosità del mercato libero per i clienti domestici sia rilevante, occorre considerare che le offerte sul mercato libero sono più articolate e comprendono spesso servizi accessori (per esempio, polizze assicurative o strumenti per l’efficienza energetica) e talvolta sono caratterizzate da strutture di prezzo, come quelle a prezzo bloccato, che comportano meccanismi di aggiornamento dei corrispettivi diversi da quello della maggior tutela, che si muove con cadenza trimestrale

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1.2 GAS NATURALE

Gli acquisti all’estero e al PSV sono le modalità più frequenti con cui i grossisti di gas si approvvigionano della materia prima che poi rivendono: su 100 m3 acquistati, in media 80,5 m3 provengono da queste due fonti, con una prevalenza del PSV (53,6 m3) sulle importazioni (26,9 m3). I restanti 19,5 m3 provengono perlopiù dagli acquisti da altri rivenditori nazionali (12,9 m3) e in minima parte (4,1 m3) dalla produzione nazionale. Risultano ancora minoritari gli acquisti sulle piattaforme gas gestite dal Gestore dei mercati energetici, dove in media vengono procacciati 1,5 m3 su 100.Il PSV è un hub virtuale, cioè un punto concettualmente localizzato tra i punti di entrata e i punti di uscita della Rete nazionale dei gasdotti, gestito da Snam Rete Gas, in cui è possibile effettuare scambi e cessioni di gas immesso nella rete stessa.Le transazioni al PSV si effettuano sulla base di contratti bilaterali over-the-counter (OTC); esso, dunque, non può essere assimilato a una Borsa gas, che in Italia è stata avviata presso il GME .L’avvio del vero e proprio mercato spot del gas naturale con il GME che svolge il ruolo di controparte centrale è avvenuto, infatti, nell’ottobre 2010, con la nascita della MGAS. Su tale mercato gli operatori possono acquistare e vendere quantitativi di gas naturale a pronti. Esso si articola in:• MGP-GAS (Mercato del giorno prima del gas), nel quale avviene la contrattazione con offerte di vendita e di acquisto relative al giorno-gas successivo. • MI-GAS (Mercato infragiornaliero del gas), nel quale avviene la contrattazione di gas relativa al giorno-gas stesso.Il numero di venditori attivi nel mercato al dettaglio del gas, così come osservato nel mercato dell’energia elettrica, è in costante ascesa; anche nel 2014 è aumentato, anche se soltanto di quattro unità: dai 335 operatori presenti nel 2013, è salito infatti a 339. In base al decreto legge 21 giugno 2013, n. 69, dalla seconda metà del 2013 l’obbligo di offerta delle condizioni economiche di tutela riguarda soltanto i clienti finali domestici e non più anche le utenze con usi diversi e consumi limitati o quelle relative ad attività di servizio pubblico. Pertanto, a partire dalla seconda metà del 2013 i clienti non domestici stanno effettivamente uscendo in misura rilevante dal perimetro di tutela.Ciò spiega l’ulteriore significativa crescita dei clienti del mercato libero, aumentati complessivamente di oltre 1,2 milioni di punti di riconsegna (+22,78%), che segue quella già notevole (+1,4 milioni di punti di riconsegna) registrata nel 2013.La porzione di volumi acquistati in media sul mercato libero è salita al 79,8% dal 76,7% osservato nel 2013. Ovviamente, diviene più rilevante man mano che ci si sposta dal domestico ai settori per i quali il gas costituisce un input del processo produttivo e dove l’uso del gas è più intenso. Infatti, la quota di volumi acquistati sul mercato libero è pari al 30% nel domestico, al 58% per i condomini, al 98% nel commercio e servizi, al 100% nell’industria e nel termoelettrico e al 97% negli usi di servizio pubblico.

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PRIMI VENTI GRUPPI PER VENDITE AL MERCATO FINALE NEL 2014Volumi in M(m3)

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Lo switching

I cambiamenti di fornitore dei consumatori domestici nel 2014 si confermano ancora non particolarmente elevati ma in costante aumento da diversi anni; la quota di clienti che ha effettuato almeno un cambio è risultata, infatti, del 6,2%, corrispondente a una porzione di volumi del 7,2%.

I prezzi

I prezzi del servizio di tutela sono determinati trimestralmente dall’Autorità; dal quarto trimestre del 2013, il processo di riforma della metodologia di calcolo delle condizioni di fornitura del servizio di tutela ha trovato pieno compimento. Il riferimento ai contratti a lungo termine è stato completamente eliminato e sostituito al 100% con il prezzo che si forma sul mercato a breve termine. In attesa che diventi pienamente operativo il Mercato a termine italiano, è stato mantenuto il riferimento alle quotazioni che si formano sul mercato olandese TTF.

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La nuova materia prima, oltre al costo di acquisto sulla piazza TTF comprende i costi di trasporto da tale piazza sino al PSV e i costi dell’attività di approvvigionamento e dei rischi connessi con la stessa, e comprende inoltre implicitamente anche i costi di stoccaggio.Sono state inoltre introdotte la componente gradualità, volta a coprire i costi che le imprese di vendita devono sostenere per ristrutturare il proprio portafoglio di approvvigionamento, e la componente pro rinegoziazioni, volta a incentivare la rinegoziazione dei contratti a lungo termine.Anche nel settore del gas in linea generale si può affermare che la capacità di ottenere condizioni di fornitura più convenienti sia direttamente proporzionata alle dimensioni del cliente, in relazione alla maggiore conoscenza del mercato e alla superiore attenzione alle condizioni contrattuali.Beneficiano delle migliori condizioni del mercato libero principalmente i clienti medio-grandi, mentre per i clienti più piccoli (consumi fino a 5.000 m3 annui) il mercato libero offre condizioni meno favorevoli del servizio di tutela. Infatti i clienti domestici con consumi inferiori a 5.000 m3/anno, risultano pagare mediamente 56,9 c€/m3 nel servizio di tutela contro i 64,2 c€/m3 del mercato libero (+12,8%).

PREZZI DI VENDITA AL MERCATO FINALE AL DETTAGLIO PER MERCATO, SETTORE DI CONSUMO E DIMENSIONE DEI CLIENTI NEL 2014 c€/m3; classi di consumo annuo espresse in m3

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2. RUOLO E FUNZIONI DELL’ACQUIRENTE UNICO, SCENARI E PROSPETTIVE PER LA TUTELA DEL CONSUMATORE.

Cosa si sta facendoNegli artt. 19 e 20 del Disegno di Legge n. 3012 - Legge annuale per il mercato e la concorrenza, approvato dalla Camera ed attualmente al Senato si prevede di eliminare, a partire dal 2018, il Mercato Tutelato per i clienti domestici e le PMI del settore energetico.La soppressione del mercato tutelato è presentata come una liberalizzazione.Tuttavia, come recita la Treccani “La liberalizzazione consiste nella rimozione dei vincoli che rappresentano restrizioni alla concorrenza e, soprattutto, nel garantire le condizioni favorevoli affinché le dinamiche concorrenziali si sviluppino”; in questo caso non si rimuove alcun vincolo (i clienti sono da tempo tutti liberi) e, al contrario, si sopprimono uno dei principali concorrenti nel mercato all’ingrosso del settore elettrico (l’Acquirente Unico) e tutti i concorrenti nel mercato retail che applicano i prezzi della tutela.Tale norma rischia di produrre un sensibile aumento dei prezzi di elettricità e gas per i clienti domestici e le PMI. Infatti l’eventuale approvazione produrrebbe:

1. La fine del ruolo dell’Acquirente Unico, che consente la partecipazione al mercato all'ingrosso anche ai clienti del Mercato Tutelato, il quale fino ad oggi ha comprato l’energia elettrica a prezzi concorrenziali, assicurando una efficace tutela di prezzo ai piccoli clienti elettrici. Ciò determinerebbe l’eliminazione di un importante concorrente nel mercato elettrico e quindi un significativo passo indietro dal punto di vista della concorrenza

2. L’eliminazione del meccanismo dei prezzi di riferimento per elettricità e gas, fissati trimestralmente dall’Autorità per l’energia per il Mercato Tutelato, che rappresenta un benchmark importante soprattutto per i consumatori vulnerabili, perché meno capaci di valutare tutte le clausole di un contratto sul Mercato Libero: troppo grande è la loro disparità di potere contrattuale, non compensabile dal semplice monitoraggio di tali prezzi da parte dell’Autorità per l’energia e/o da quella per la concorrenza.

3. L’esigenza che le famiglie, al termine di scadenza del Mercato Tutelato, dovrebbero scegliersi un nuovo contratto di fornitura sul Mercato Libero. E’ facile prevedere che soltanto una piccola parte dei clienti domestici sceglierebbe un altro operatore rispetto a quello che sinora le ha servite nel Mercato Tutelato. Nel mercato dell’energia elettrica, ad esempio, per i consumatori domestici, sia liberi che tutelati, circa l’83% dei volumi di vendita sono appannaggio dei primi 3 gruppi societari italiani, con l’ENEL che raggiunge da solo il 76%. Si tornerebbe così alla condizione che c’era in Italia prima della liberalizzazione del 1999. Una situazione analoga si verrebbe a determinare nel settore del gas metano.

4. L’eliminazione del prezzo di riferimento del Mercato Tutelato potrebbe determinare la situazione che si è verificata in Gran Bretagna, dove non esiste il Mercato tutelato. I primi sei operatori integrati, detti BIG SIX, detengono circa il 95% delle quote del mercato elettrico domestico: siamo dunque su cifre analoghe all’Italia. Secondo l’OFGEM, l’Authority britannica per il settore energetico, questa situazione ha determinato un problema di tacito coordinamento fra gli operatori. Infatti, l’andamento crescente dei prezzi dell’elettricità e la lentezza con cui i prezzi delle BIG SIX si adeguano alla riduzione dei costi all’ingrosso, associata invece alla velocità con cui risalgono, lasciano sospettare che ci sia una coordinazione implicita tra gli operatori. Per questo l’OFGEM ha chiesto l’intervento della CMA, l’Antitrust inglese, che ha iniziato una indagine volta all’assunzione di misure atte a modificare questo stato di cose. Dalle prime notizie sulla stampa britannica emerge che una delle possibilità che il market watchdog inglese sta valutando è la costituzione di un approvvigionatore all’ingrosso per i clienti domestici. Sarebbe

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paradossale che l’Italia, avendo da subito adottato questo tipo di soluzione (Acquirente Unico), vi rinunciasse a favore di un modello del segmento retail su cui è in corso una riflessione fortemente critica proprio nel Paese, la Gran Bretagna, dove è stato attuato.

In questa situazione, è chiaro che, in assenza di altri strumenti capaci di spezzare il filo diretto tra la produzione di energia e la sua vendita – oggi verticalmente integrata in operatori che svolgono entrambe le attività (e spesso anche la distribuzione) – non esisterebbe per gli operatori integrati nessun interesse a contenere i prezzi. La prevedibile crescita dei prezzi si tradurrebbe quindi in un trasferimento di ricchezza dai piccoli consumatori finali (famiglie e PMI) alle imprese.Inoltre, va segnalato come il Mercato Libero energetico sia ancora costellato di pratiche commerciali scorrette e caratterizzato da scarsa trasparenza nelle offerte, che spesso maschera una carenza di reali vantaggi economici, con effetti contrari alle aspettative dei consumatori. Lo dimostra l'aumento esponenziale dei reclami relativi alle pratiche commerciali scorrette avvenuto negli ultimi anni: su 500 mila reclami scritti pervenuti alle aziende nel 2013, il 70% del totale riguarda il Mercato Libero ed il 18% si riferisce proprio alle pratiche commerciali scorrette.Il testo trasmesso dalla Camera contiene al riguardo una grave incongruenza.Infatti nel testo si prevede che il termine del 1 gennaio 2018 possa essere rinviato di sei mesi nel caso che il Ministro dello Sviluppo Economico, alla luce di un Rapporto presentato dall’Autorità per l’energia, emani un apposito decreto riguardo i requisiti da soddisfare affinché possa aver termine il Mercato Tutelato.Ma se accade che il Ministro non emanasse il decreto nonostante uno o più dei necessari requisiti non risultassero soddisfatti (o se l’Autorità non producesse il Rapporto) purtroppo il testo attuale della norma di legge comporterebbe comunque la cessazione del mercato tutelato. Sarebbe necessario, quindi, che il Senato inverta l’onere della prova, ovvero preveda che il mercato tutelato rimanga in vigore per tutti i clienti domestici salvo che un Decreto del Governo stabilisca che tutti i requisiti previsti siano rispettati.

Cosa si dovrebbe fareInvece di porre fine al Mercato Tutelato occorrerebbe emanare norme che facilitino l’affermarsi di una nuova e più efficiente concorrenza nel settore, in grado di offrire a tutti i consumatori, a partire da quelli domestici, forniture di elettricità e gas a prezzi equi e concorrenziali. Al fine di rendere Acquirente Unico sempre più omogeneo con le altre Società che operano sul mercato, sarebbe necessario che il legislatore riveda la struttura, la governance e la mission di A.U.; in particolare occorrerebbe:

Scorporare dalla Società le attività diverse da quelle di mercato, quali il Sistema Informativo Integrato, lo Sportello del Consumatore ed il Servizio di Conciliazione.

Consentire ad A.U. di operare anche sul mercato all’ingrosso del gas per rifornire i propri clienti. Prevedere nello Statuto di A.U. l’istituzione di un Comitato per la Trasparenza degli

Approvvigionamenti, preposto ad indicare le strategie di acquisto dell’energia, partecipato da Governo, Autorità per l’energia e dalle Associazioni di rappresentanza dei propri clienti.

Superare il regime dei prezzi di riferimento fissati dall’Autorità per l’energia, consentendo ad A.U. di autodeterminare i prezzi di elettricità e gas offerti ai propri clienti, mantenendo la sorveglianza dell’Autorità per l’energia, ma eliminando il problema formale del prezzo amministrato.

Autorizzare A.U. a proporre ai propri clienti anche forniture diverse dal semplice prezzo dell’energia a variazione trimestrale (es. prezzo fisso per 1 o 2 anni, prezzi spot, prezzi con energia interamente rinnovabile, ecc.) al fine di educare i piccoli consumatori alla scelta fra diverse opzioni, che è il presupposto della mobilità.

Il legislatore dovrebbe altresì eliminare l’obbligo per i Distributori di commercializzare l’energia fornita da Acquirente Unico: in caso di rinuncia, il servizio potrebbe essere assegnato attraverso un’asta ad altri operatori dotati di adeguati requisiti.

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3. REGIMI DI COMPENSAZIONE DELLA SPESA SOSTENUTA DAI CLIENTI IN CONDIZIONI DI DISAGIO.

3.1 LA SITUAZIONE ATTUALELe compensazioni della spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica e di gas naturale (bonus elettrico e bonus gas) sono state introdotte da:

l’articolo 1, comma 375, della legge 23 dicembre 2005, n. 266; il decreto interministeriale 28 dicembre 2007, di attuazione per il settore elettrico; il decreto legge 29 novembre 2008 n. 185, che ha esteso le compensazioni ai clienti

allacciati alle reti di distribuzione di gas naturale. L’erogazione del bonus sociale sia per i consumi elettrici che per quelli di gas naturale è oggi disciplinato dal “Testo integrato delle modalità applicative dei regimi di compensazione della spesa sostenuta dai clienti domestici disagiati per le forniture di energia elettrica e gas naturale” approvato con la delibera dell’AEEGSI 26 settembre 2013, 402/2013/R/com (TIBEG).Tali norme fissano i criteri secondo i quali i cittadini economicamente e/o fisicamente svantaggiati e le famiglie numerose hanno la possibilità di attivare la procedura per ottenere uno sconto sulla bolletta dell’elettricità e/o del gas naturale.

Criteri di accesso all’agevolazione In particolare le norme hanno individuato quale strumento per circoscrivere la platea dei cittadini a cui consentire l’accesso al bonus l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (di seguito: ISEE), prevedendo due soglie differenziate per numerosità della famiglia anagrafica (ISEE non superiore a 7.500 euro, esteso fino a 20.000 euro per i nuclei famigliari con almeno quattro figli a carico) e hanno stabilito che il bonus deve essere adeguato al numero di componenti della famiglia anagrafica e deve essere tale da garantire indicativamente una riduzione pari al 20% per l’elettrico e al 15% per il gas della spesa media al netto delle imposte sostenuta dall’utente tipo. Inoltre per il gas naturale è stabilito che la compensazione deve tener conto anche della necessità di tutelare i clienti che utilizzano impianti condominiali e che deve essere riconosciuta in forma differenziata per zone climatiche. Dalla possibilità di usufruire del bonus gas vengono escluse sia le famiglie che utilizzano gas diversi dal gas naturale, sia i clienti che utilizzano il teleriscaldamento, settore non soggetto a regolazione. Una disciplina specifica è prevista per i cittadini in gravi condizioni di salute che necessitano per il loro mantenimento in vita dell’utilizzo di apparecchiature elettromedicali alimentate ad energia elettrica. Tale disciplina, inizialmente attuata in via transitoria, è stata completata in seguito all’emanazione del decreto del Ministro della Salute 13 gennaio 2011 che ha individuato puntualmente le apparecchiature medico – terapeutiche il cui utilizzo consente l’accesso al bonus. Da ultimo con DM 14 settembre 2009 il bonus sociale elettrico è stato automaticamente esteso ai beneficiari della Carta Acquisti (o Social Card). Per i titolari di Carta Acquisti lo 'sconto' è riconosciuto direttamente sulla bolletta elettrica, senza che debbano farne apposita richiesta. Il diritto in automatico al bonus elettrico, spetta al titolare della Carta Acquisti o a chi ne esercita la patria potestà ed il bonus viene rinnovato automaticamente di anno in anno, a meno che l’INPS, che è il soggetto che gestisce la Carta Acquisti, non faccia richiesta di cessazione perché sono venuti meno i requisiti. Possono beneficiare della Carta Acquisti, introdotta con il DL 112/08, i cittadini di età pari o superiore a 65 anni e i bambini di età inferiore a 3 anni in presenza di determinati requisiti, tra cui una soglia ISEE, rivalutata annualmente e compresa, per il 2014 tra 6.781,76 e 9.042,34 euro.

In sintesi dunque il diritto ad ottenere il bonus elettrico e gas dipende: 13

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a) dalla soglia ISEE prestabilita e quindi da un indicatore che misura la condizione economica delle famiglie tenendo conto non soltanto del reddito, ma anche del patrimonio, della composizione e numerosità del nucleo familiare, della presenza di persone portatrici di handicap; b) dalla titolarità di un contratto di fornitura di energia elettrica e/o gas per una abitazione di residenza; c) solo per il bonus elettrico da una condizione di salute che comporta l’utilizzo di determinate macchine salvavita alimentate ad energia elettrica.

Disegno regolatorio implementato I decreti 28 dicembre 2007 e 185/08 hanno demandato all’Autorità di stabilire alcuni aspetti di carattere tecnico-applicativo, in particolare, oltre alla individuazione della spesa media dell’utente tipo, l’ Autorità deve individuare il soggetto della filiera elettrica e gas deputato a gestire ed erogare la compensazione e le modalità con cui la compensazione è trasferita al cliente finale. L’Autorità ha posto in atto un disegno regolatorio finalizzato a rendere compatibili i bonus sia con un contratto di mercato libero che di regime tutelato senza alcuna penalizzazione per i beneficiari dal punto di vista della partecipazione al mercato.A tal fine il valore del bonus è costituito da uno sconto sulla spesa di energia elettrica e gas, che non è parametrato sulla spesa effettiva, ma sulla spesa media di un utente tipo al netto delle imposte a sua volta commisurata alla numerosità familiare e nel caso del gas alla zona climatica di riferimento. L’Autorità in particolare ha: • individuato la spesa media e l’utente tipo con riferimento alla numerosità familiare e per il gas alla zona climatica e alla categoria d’uso e di conseguenza ha definito l’ammontare su cui applicare lo sconto; • stabilito che il bonus sia riconosciuto dalle imprese di distribuzione attraverso l’applicazione di una componente tariffaria negativa nel caso in cui il soggetto avente diritto al bonus sia titolare di un contratto di fornitura di elettricità o di gas naturale (cliente diretto) ad uso domestico e in abitazione di residenza; • stabilito che l’impresa di vendita è tenuta a trasferire integralmente l’agevolazione al cliente finale, applicando la compensazione in bolletta in detrazione della quota fissa, fornendone separata evidenza; • previsto che il bonus sia riconosciuto con un bonifico domiciliato erogato da Poste Italiane nel caso in cui il soggetto avente diritto sia un utilizzatore di un impianto condominiale e non sia controparte diretta di un contratto di fornitura di gas (cliente indiretto); • istituito la componente tariffaria AS e la componente tariffaria GS e GST per la copertura degli oneri di sistema derivanti dal meccanismo di compensazione.

L’Autorità ha inoltre istituito il Sistema di Gestione delle Agevolazioni sulle Tariffe Energetiche (SGATe) al fine di semplificare e accelerare la procedura di riconoscimento del bonus e di effettuare verifiche incrociate sui dati forniti dai clienti finali domestici anche in coordinamento con i Comuni ed i distributori. SGATe è stato realizzato dalla Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) per tramite della sua tecnostruttura Ancitel e mette e mantiene in relazione tra loro i diversi soggetti che interagiscono per assicurare l’erogazione del bonus ai cittadini che ne abbiano titolo. Esso consente inoltre al cittadino di controllare direttamente lo stato della sua pratica.

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Le fonti di finanziamento del sistema dei bonus

Il bonus elettrico è finanziato dal Conto per la compensazione delle agevolazioni tariffarie ai clienti del settore elettrico in stato di disagio costituito presso Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico (CCSE), alimentato dalla componente tariffaria AS raccolta attraverso la bolletta elettrica e a carico di tutti i clienti elettrici con l’unica esclusione di quelli agevolati. Il conto viene anche alimentato da una quota parte del Fondo sanzioni dell’Autorità Garante della concorrenza e del mercato (DM 18/12/2006). Un analogo Conto costituito presso CCSE per il bonus gas è alimentato dalla componente tariffaria GS e della componente tariffaria GST rispettivamente a carico dei clienti non domestici e degli utenti del trasporto. Nel conto confluiscono inoltre risorse economiche poste a carico del bilancio dello Stato e rese disponibili dalle leggi finanziarie.

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Bonus elettricoDall’avvio del meccanismo nel 2008 fino al 31 dicembre 2014, il numero di famiglie che ha ottenuto, per almeno un anno, il bonus elettrico è pari a circa 2,3 milioni, di cui oltre il 50% è localizzato nelle macro-aree Sud e Isole. Il valore della compensazione è pari ad uno sconto del 20% della spesa media, al netto delle imposte, di una famiglia tipo differenziata per numero dei componenti.Il valore del bonus viene aggiornato ogni anno contestualmente all’aggiornamento tariffario. Nel 2014 le famiglie agevolate sono state circa 950.000 e fra di esse, in continuità con gli anni precedenti, prevalgono i nuclei familiari composti da non più di quattro membri. Le famiglie numerose, quelle con almeno quattro figli fiscalmente a carico, hanno rappresentato nei tre anni considerati una media del 2,6% del totale delle famiglie agevolate e, comunque, ai sensi della quantificazione del bonus, sono ricomprese nel gruppo c.d. “oltre 4 componenti”Inoltre, nel corso del 2014, 20.278 famiglie hanno usufruito di un bonus per disagio economico attraverso il circuito Carta acquisti, con un incremento del 72% rispetto all’anno precedente.Gli importi del bonus elettrico per disagio economico sono riportati nella tavola seguente.

Importi del bonus elettrico per il disagio economico dal 2012 al 2015

Gli oneri connessi all’erogazione del bonus elettrico per disagio economico e fisico sono compresi tra le componenti degli oneri generali afferenti al sistema elettrico e trovano copertura tramite la componente As, che è pagata da tutti i clienti elettrici che non godono del bonus elettrico.Il bonus elettrico per disagio economico, al netto delle risorse necessarie per il funzionamento del sistema, ha richiesto nel corso del 2014 l’impiego di circa 86 milioni di euro. Le famiglie con bonus attivo per l’utilizzo di apparecchiature elettriche per il mantenimento in vita (bonus per disagio fisico), al 31 dicembre 2014, erano pari a 26.134. Il bonus per disagio fisico è articolato in tre fasce (come da tavola seguente), per tener conto del tipo di apparecchiatura utilizzata, dei consumi medi orari di ciascuna tipologia di apparecchiatura e delle ore medie di utilizzo giornaliero. Sulla base di questi elementi, certificati dalla ASL, il cliente viene assegnato a una delle tre fasce di compensazione previste; le tre fasce sono poi ulteriormente differenziate, in considerazione della potenza impegnata (fino a 3 kW e da 4,5 kW).

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Il bonus per disagio fisico è indipendente dalla condizione di disagio economico, ma può essere cumulato al bonus per disagio economico, qualora la famiglia del malato sia anche in condizioni di vulnerabilità economica. Il bonus elettrico per disagio fisico, al netto delle risorse necessarie per il funzionamento del sistema, ha richiesto nel corso del 2014 l’impiego di circa 5.5 milioni di euro.

Bonus gasLe famiglie che hanno usufruito del bonus gas, almeno una volta dall’entrata in vigore del meccanismo, sono poco più di 1,3 milioni e, nel 90% dei casi, hanno anche usufruito del bonus elettrico. Rispetto al bonus elettrico, la loro ripartizione geografica si concentra maggiormente nell’area Nord-Ovest (25,4%). Si riduce il peso delle Isole in ragione della non metanizzazione della Sardegna.

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Al 31 dicembre 2014, 624.233 famiglie usufruivano del bonus gas per disagio economico, con una ripartizione per numero dei componenti familiari sostanzialmente simile a quella elettrica. La presenza delle famiglie numerose mostra un andamento lievemente più sostenuto rispetto al settore elettrico (3% contro il 2,6% del settore elettrico). Le forniture agevolate sono prevalentemente situate in area di fascia climatica E (44,6%), D (26,4%) e C (24%), che raggruppano le località con temperature medie annuali più basse, e le forniture individuali rappresentano il 95,4% del totale delle forniture gas agevolate. Il valore della compensazione è calcolato come uno sconto del 15% della spesa media, al netto delle imposte, di una famiglia tipo differenziata per numero di componenti e per area climatica di riferimento. Come per il settore elettrico, il valore viene aggiornato contestualmente all’aggiornamento tariffario. Per la copertura dell’onere derivante dall’applicazione del bonus gas, l’Autorità ha istituito, all’interno della tariffa obbligatoria per i servizi di distribuzione e misura del gas naturale, la componente GS e la componente GST, poste a carico dei clienti diversi dai clienti domestici. Ai fondi raccolti a valere sui clienti si aggiungono i fondi a carico del bilancio dello Stato. Il bonus gas, al netto delle risorse necessarie per il funzionamento del sistema, ha richiesto nel corso del 2014 l’impiego di circa 83 milioni di euro.Gli importi del bonus gas, per l’anno 2015, sono riportati nella tavola seguente.

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3.2 LE PROBLEMATICHE DEI BONUS E LA POSSIBILE EVOLUZIONE

I bonus per l’energia elettrica e il gas presentano almeno quattro problematiche, le prime due esistenti sin dall’attuazione della normativa, la seconda sopraggiunta lo scorso anno e la terza in procinto di verificarsi.La prima problematica riguarda la copertura dei costi del regime di compensazione: il fatto che l’onere sia per la massima parte a carico dei consumatori determina forti iniquità dal punto di vista redistributivo (cosi come per tutti gli “oneri di sistema”) connesse alla scarsa correlazione tra consumi energetici e reddito. In sostanza un soggetto “ricco” ma che consuma poco contribuisce meno rispetto a famiglie meno abbienti (ma non sufficientemente “povere” da usufruire del bonus) che consumano di più, magari perché più numerose.La seconda problematica riguarda il numero effettivo dei soggetti che usufruiscono del bonus.Dall’indagine conoscitiva effettuata dall’Autorità e conclusasi nel 2014 e dai dati contenuti nel Sistema di Gestione delle Agevolazioni sulle Tariffe Energetiche (di seguito: SGATe) emerge che tra il 2009 e il 2014 più di 2,3 milioni di famiglie hanno almeno una volta ottenuto il bonus per elettricità ed una parte di esse, più di 1,3 milioni, anche il bonus gas. Se poste in relazione ai soggetti potenzialmente titolati ad ottenere il bonus (cioè le famiglie con un livello di ISEE adeguato), le famiglie beneficiarie hanno rappresentato su base annua in media appena il 34% degli aventi diritto al bonus elettrico e il 27% degli aventi diritto al bonus gas; inoltre, fino al 31 dicembre 2014, circa il 30% di queste famiglie beneficiarie ha poi deciso di non rinnovare la richiesta di bonus. Non vi è dubbio che tra le principali motivazioni di tale fenomeno ci sia la dimensione del bonus: il 20% per l’elettrico ed il 15% per il gas appaiono percentuali troppo modeste per incentivare adeguatamente le partecipazione.La terza problematica riguarda l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente ( ISEE).Il Dpcm 5 dicembre 2013, n.158. in vigore a partire dall’8 febbraio 2014 ha rivisto le modalità di calcolo dell’ISEE per “rendere più corretta la misurazione della condizione economica delle famiglie e quindi migliorare l’equità nell’accesso alle prestazioni” ed è stato sancito il principio che le nuove prestazioni richieste a partire dal 2 gennaio 2015 (data definita in forza del decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali 7 novembre 2014) possano essere richieste esclusivamente in presenza di attestazione ISEE rilasciata in conformità alle nuove modalità di calcolo. Poiché la presentazione delle nuove domande di bonus o di quelle di rinnovo avviene in maniera continuativa per tutto l’anno, nei primi mesi del 2015 si è verificata una severa riduzione delle domande di bonus (sia nuove che di rinnovo) dovuta probabilmente alle iniziali difficoltà di avvio del nuovo sistema e alle incertezze sui suoi effetti che non è al momento ancora stata recuperata. L’effetto complessivo è stato che il numero delle famiglie agevolate al 31 maggio 2015 è risultato inferiore del 18% rispetto a quello del 31 maggio 2014.Tale situazione, che può non essere solo congiunturale (ovvero essenzialmente attribuibile a difficoltà variamente legate alla compilazione ed alla presentazione delle domande per ottenere l’ISEE), non può che suscitare una forte preoccupazione, in considerazione del fatto che sono coinvolte in forte disagio economico.La soluzione può essere solo un consistente incremento delle soglie ISEE di accesso ai benefici.La quarta problematica riguarda la riforma tariffaria del settore elettrico.Il decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102, prevede che: “Con uno o più provvedimenti e con riferimento ai clienti domestici, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas e i servizi idrici adegua le componenti della tariffa elettrica da essa stessa definite, con l’obiettivo di superare la struttura progressiva rispetto ai consumi e adeguare le predette componenti ai costi del relativo servizio, secondo criteri di gradualità. L’adeguamento della struttura tariffaria deve essere tale

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da stimolare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, favorire il conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica e non determina impatti sulle categorie di utenti con struttura tariffaria non progressiva. Su proposta della stessa Autorità, il Ministro dello sviluppo economico, in relazione alla valutazione ex-ante dell’impatto conseguente all’adeguamento e al fine di tutelare i clienti appartenenti a fasce economicamente svantaggiate, definisce eventuali nuovi criteri per la determinazione delle compensazioni della spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica, di cui al decreto del Ministro dello sviluppo economico 28 dicembre 2007, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 41 del 18 febbraio 2008, recante determinazione dei criteri per la definizione delle compensazioni della spesa sostenuta per la fornitura di energia elettrica per i clienti economicamente svantaggiati e per i clienti in gravi condizione di salute.”. Il superamento dell’attuale struttura progressiva della tariffa comporterà per i clienti domestici: • un aumento della spesa, per i profili con bassi prelievi annui; • una riduzione della spesa, per i profili con prelievi annui più elevati. Più in dettaglio, per i clienti domestici residenti e con potenza non superiore a 3 kW, cioè i clienti che attualmente beneficiano in misura maggiore del carattere progressivo della struttura tariffaria, il passaggio a una tariffa non progressiva comporta che la spesa annua al netto delle imposte cresca di circa 69 euro per i clienti che prelevano fino a 1.900 kWh/anno; l’incremento di spesa tende poi a ridursi gradualmente fino ad azzerarsi per prelievi pari a circa 2.800 kWh/anno; superata questa soglia, il risparmio cresce rapidamente avvicinandosi a 300 euro/anno per prelievi annui pari a circa 5.000 kWh. Lo stesso tipo di impatto anche per i clienti ammessi al bonus per disagio economico. La Tabella 6 riepiloga i principali indicatori quantitativi dell’impatto della riforma tariffaria per i clienti ammessi al bonus.

In sintesi, in assenza di interventi correttivi, l’introduzione della riforma tariffaria comporterebbe per la grande maggioranza (tutti i nuclei fino a 4 componenti) dei clienti ammessi al bonus per disagio economico un aumento della spesa complessiva, incluse le imposte, che risulta più elevato per i nuclei di minori dimensioni (profilo E1), quantificabile in circa 52 euro/anno (pari al 17% della spesa attuale) Per i nuclei più numerosi, al contrario, la riforma tariffaria comporterebbe una riduzione della spesa complessiva rispetto a quella sostenuta attualmente, quantificabile in circa 54 euro/anno (-11%) per i clienti con le caratteristiche del profilo E3.Con la segnalazione 12 giugno 2014, 273/2014/I/com, l’Autorità ha posto all’attenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministri competenti alcuni aggiustamenti da introdurre nella disciplina dei bonus elettrico e gas, con particolare riferimento alla rivalutazione del livello dell’ISEE, all’ampliamento della platea dei destinatari e alla definizione della spesa media di riferimento per il calcolo del bonus. Nello specifico la segnalazione ha avanzato le seguenti proposte: • indicizzazione annuale del livello di ISEE individuato come soglia massima per l’acceso al bonus sulla base dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo; • data l’incidenza delle imposte, porre la spesa media dell’utente tipo al lordo delle imposte come riferimento per il calcolo dello sconto anziché la spesa al netto delle imposte;

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• estensione del bonus anche ai clienti che utilizzano gas diversi dal gas naturale se distribuiti su reti urbane e agli utenti di teleriscaldamento ponendo in essere a tal fine adeguati sistemi di identificazione univoca degli utenti allacciati a tali reti; • perfezionamento del processo di assegnazione di Carta Acquisti prevedendo che nella domanda per la Carta venga inserita come obbligatoria e non facoltativa l’informazione relativa almeno al POD elettrico per assicurare l’automatico riconoscimento dei bonus a questi cittadini e raccomandato l’inserimento del PDR gas e che in sede di consegna della Carta da parte di Poste Italiane venga comunque consegnata una nota informativa sul bonus; • interventi di semplificazione amministrativa nella procedura di richiesta e di rinnovo del bonus e previsione di meccanismi che sfruttino i canali di rilascio delle attestazioni ISEE per veicolare la comunicazione sul bonus; • misure ulteriori che integrino la disciplina del bonus per consentire ai clienti economicamente disagiati di ridurre per quanto possibile la spesa per l’energia elettrica e il gas e che prevedano soluzioni specifiche per le situazioni di più grave difficoltà ed in particolare promozione dell’efficienza energetica e sospensione temporanea dei distacchi per morosità nel periodo invernale. La segnalazione 273/2014/I/com non conteneva invece proposte su possibili modifiche ai livelli soglia di ISEE per l’accesso al bonus (salvo l’indicizzazione) né modifiche quantitative per i bonus.Con la segnalazione 18 giugno 2015 287/2015/I/com l’Autorità ha proposto invece nuovi criteri di ridefinizione del bonus elettrico per i clienti in disagio economico In particolare l’Autorità propone, per neutralizzare gli impatti economici negativi della riforma tariffaria per i clienti ammessi al bonus per disagio economico, l’innalzamento al 35% della quota percentuale di riduzione della spesa annua di riferimento che deve essere assicurata tramite l’applicazione del bonus medesimo. La Tabella 7 riassume i principali elementi quantitativi per la valutazione dell’impatto dell’intervento ipotizzato, ottenuti con bonus valorizzato al 35% della spesa lorda di riferimento.

Come risulta dalla simulazione riepilogata in tabella, l’intervento correttivo così ipotizzato consentirebbe di neutralizzare completamente l’impatto della riforma tariffaria, consentendo peraltro una ulteriore riduzione della spesa anche per i nuclei di minori dimensioni (profilo E1).In relazione alla copertura dei costi, l’Autorità stima che, a parità di numero dei titolari e della loro distribuzione nei tre diversi profili, l’innalzamento al 35% della quota di riduzione della spesa di riferimento assicurata dal bonus medesimo possa produrre un incremento delle risorse erogate, e quindi del gettito necessario a garantirne la relativa copertura, fino a raggiungere un valore complessivo di oltre 168 milioni di euro/anno (+93% rispetto ai circa 87 milioni di euro/anno risultanti applicando i valori del bonus in vigore per il 2015 alla platea dei titolari risultanti a fine 2014). In caso di ampliamento del numero dei beneficiari effettivi, i costi subirebbero un incremento direttamente proporzionale. Tale incremento comporterebbe, a parità di ogni altra condizione, un proporzionale incremento dell’onere gravante sui clienti del servizio elettrico per la copertura delle esigenze di gettito, che per il cliente domestico tipo passerebbe dagli attuali 0,19 euro/anno a circa 0,36 euro/anno.

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4. I MERCATI EUROPEI, VERSO IL MERCATO UNICO: LE PROSPETTIVE DEI GRUPPI DI ACQUISTO.

Il 25 febbraio 2015 la Commissione Europea ha presentato il pacchetto di proposte sull’Unione Energetica. Il Pacchetto definisce la strategia  a lungo termine dell’Unione Europea  e le misure normative che dovranno accompagnarla.Il pacchetto comprende tre documenti: Una strategia a lungo termine (“A Framework Strategy for a Resilient Energy Union with a

Forward-Looking Climate Change Policy”).  Il documento stabilisce i principali obiettivi dell’unione energetica delineandoli in cinque dimensioni politiche correlate e annunciando le prossime iniziative della Commissione Juncker. L’attività legislativa si concentrerà nella nuova progettazione e nella riforma  del mercato elettrico europeo e nell’assicurare maggiore trasparenza nei contratti per le forniture di gas. La cooperazione regionale sarà intensificata allo scopo di  facilitare un mercato integrato, attraverso il rafforzamento del quadro normativo. Saranno presentate nuove normative per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti di elettricità e di gas, saranno aumentati I fondi europei per l’efficienza energetica e sarà definito un nuovo pacchetto per la promozione delle fonti rinnovabili. Una strategia per la Ricerca e l’Innovazione, un rapporto  annuale sullo “stato dell’Unione Energetica” completeranno la strategia.

Una Comunicazione sulle Interconnessioni , che definisce le misure necessarie a raggiungere l’obiettivo del  10% di interconnessione elettrica entro il 2020, che consentirà un flusso minimo di elettricità attraverso gli Stati membri. Il documento presenta una lista dei progetti che è ancora necessario sviluppare negli Stati Membri, Italia compresa, per raggiungere l’obiettivo.

Una Comunicazione su come preparare l’accordo globale sul clima ,  che dovrebbe essere raggiunto a dicembre 2015 a Parigi. L’accordo dovrà essere vincolante e fondarsi sulla trasparenza  e sul contributo ambizioso di tutte le parti del negoziato globale, al quale l’Europa si presenterà con l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 40% entro il 2030, deciso dal Consiglio Europeo di ottobre 2014.

 Il 15 luglio 2015 la Commissione Europea ha poi adottato un Pacchetto di misure attuative (“Summer Package”) del programma presentato a febbraio.Il Pacchetto comprende quattro documenti:1. Un rapporto sul mercato elettrico come spunto per avviare una consultazione pubblica

sull’assetto futuro del mercato.2. Una proposta di revisione che modifica la Direttiva Emissions Trading 2003/87/CE e

successive modifiche, ai fini del conseguimento dell’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 40% entro il 2030.

3. Nuova normativa in materia di etichettatura energetica per frigoriferi, TV e altre apparecchiature e per gli strumenti elettronici.

4. La definizione di una strategia per rendere i consumatori più attivi e partecipi nel mercato dell’energia.

1. Comunicazione e consultazione sul nuovo assetto del mercato elettricoLa visione del nuovo assetto del mercato elettrico europeo presentata ai fini della consultazione pubblica si basa su quattro obiettivi politici di fondo: una generazione e distribuzione di energia elettrica più decentralizzata;

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un forte impulso allo sviluppo e alla diffusione delle fonti rinnovabili (secondo l’Esecutivo potrebbero coprire fino al 50% della capacità di generazione globale dell’UE entro il 2030), anche grazie ad una rete di interconnessioni più efficace e flessibile;

consumi di energia più moderati, anche attraverso un accesso al mercato di meccanismi di domanda più integrati e flessibili;

una maggiore inter-dipendenza tra i mercati transfrontalieri che, nel garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, consentirebbe un minore ricorso a meccanismi di sostegno della capacità elettrica a livello nazionale.

In particolare nella Comunicazione si delinea un nuovo ruolo dei consumatori nel mercato elettrico. Si afferma infatti che per raggiungere gli obiettivi climatici e energetici europei al 2030, è necessario consentire un’integrazione competitiva delle nuove tipologie di domanda flessibile. Per questo, l’integrazione dovrà avvenire non solo al livello del mercato all’ingrosso ma anche al mercato al dettaglio, perché solo in questo modo si potrà consentire al consumatore una piena partecipazione. La Commissione osserva che sarà necessario rimuovere i numerosi ostacoli che impediscono questo, come la scarsa informazione sui costi e i consumi. 2. Proposta di revisione delle Direttiva Emissions TradingLa proposta di revisione della Direttiva europea 2003/87/CE e successive modifiche, inerente lo schema di scambio di quote di emissione di CO2 (Emissions Trading Scheme) interessa aspetti fondamentali del funzionamento dell’ETS, inclusa la definizione delle nuove misure per i settori a rischio di carbon leakage, la metodologia di allocazione delle quote a titolo gratuito, la compensazioni dei costi indiretti, la destinazione dei proventi delle aste, la clausola di opt-out per i piccoli impianti, le caratteristiche del nuovo fondo innovazione per i settori energivori. 3. Nuova normativa sull’etichettatura energeticaLa Commissione ha presentato una proposta di revisione della normativa sull’etichettatura energetica di elettrodomestici ed elettronica, che ha l’obiettivo di fornire una migliore informazione ai consumatori per le scelte di acquisto finalizzate a un risparmio energetico. La proposta ha lo scopo di rivedere l’attuale sistema di etichettatura energetica introducendo due modifiche chiave:

il ritorno a un’unica scala di etichettatura energetica dalla “A” ala “G” per i prodotti ad efficienza energetica;

un archivio digitale per i nuovi prodotti ad efficienza energetica.4. Comunicazione “New Deal” per i consumatoriLa Comunicazione della Commissione colloca i consumatori al centro dell’Unione energetica. Il documento definisce un piano per facilitare i consumatori a controllare il loro consumo energetico e a ridurre il costo della loro bolletta energetica, attraverso un utilizzo di tutte le tecnologie disponibili e un’informazione più trasparente.Una delle priorità della Commissione è di procedere verso un ulteriore rafforzamento legislativo della tutela dei diritti dei consumatori di elettricità , elaborando in particolare specifiche proposte nel contesto del Regolamento sulla Consumer Protection Cooperation.In particolare nella Comunicazione si afferma che tra gli ostacoli che impediscono ai consumatori (famiglie, imprese e industria) di beneficiare appieno della transizione energetica in corso figurano:

informazioni inadeguate su costi e consumi o trasparenza limitata nelle offerte, che rendono difficile per i consumatori (o per intermediari e società di servizi energetici affidabili, quali gli aggregatori che agiscono a loro nome) valutare la situazione e le opportunità offerte dal mercato;

una quota crescente di oneri di rete, tasse e soprattutto imposte nella bolletta dell'energia elettrica media dei nuclei familiari;

una concorrenza insufficiente in molti mercati al dettaglio, la mancanza di riconoscimenti per la partecipazione attiva e la difficoltà nel cambiare fornitore, con il relativo effetto disincentivante;

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mercati per i servizi energetici a uso domestico e la gestione attiva dei consumi (la cosiddetta demand response) non sufficientemente sviluppati, con conseguente limitazione delle scelte dei consumatori;

il divieto di autoproduzione per i consumatori e di autoconsumo, che riducono il potenziale ritorno economico per gli stessi;

la disparità di accesso alle informazioni ed elevate barriere all'ingresso per nuovi concorrenti, che rallentano l'adozione di tecnologie avanzate e pratiche disponibili, ad esempio i contatori intelligenti, apparecchiature intelligenti, informazioni sulle fonti dell'energia distribuita e miglioramenti dell'efficienza energetica.

La Commissione mira a un nuovo assetto del mercato dell'energia elettrica, capace di rafforzare il ruolo dei consumatori di energia grazie al cosiddetto "new deal" (il "nuovo corso" che rafforza il ruolo dei consumatori), anche attraverso una maggiore interconnessione tra mercati all'ingrosso e al dettaglio. Le società di servizi energetici dovrebbero fare leva sulle nuove tecnologie per consentire a tutti i consumatori di partecipare pienamente alla transizione energetica e di gestire i propri consumi al fine di individuare soluzioni efficienti sotto il profilo energetico che permettano di risparmiare denaro e di contribuire alla riduzione complessiva del consumo energetico.I punti chiave ritenuti essenziali per concretizzare il "new deal" per i consumatori sono i seguenti: a) accesso più agevole e più frequente ai propri dati sui consumi Nel preparare la revisione della legislazione in materia di efficienza energetica (la direttiva sull'efficienza energetica e la direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia) e l'iniziativa sull'assetto del mercato dell'energia elettrica, la Commissione esaminerà il modo in cui i consumatori potrebbero trarre vantaggio da un accesso più agevole e più frequente ai propri dati sui consumi, compresa la possibilità di richiedere un contatore intelligente se non è sistematicamente distribuito in zona.b) partecipazione attiva ai mercati dell'energia I consumatori dell'Unione dovrebbero essere liberi di scegliere la forma preferita di partecipazione attiva ai mercati dell'energia, direttamente o delegando le loro decisioni in materia di energia a intermediari e società di servizi energetici affidabili, come gli aggregatori, che agiranno per loro conto. c) switching più sempliceIl passaggio a un altro fornitore deve essere tecnicamente semplice, rapido e sicuro. Potrebbe inoltre essere considerata la possibilità di eliminare le spese legate al cambio di fornitore e le relative penali, che limitano la scelta dei consumatori e la concorrenza. Inoltre per tutti i fornitori e tutta l'offerta di mercato, il passaggio deve avvenire in base a informazioni facilmente accessibili, trasparenti, affidabili e semplici da confrontare, con indicazione del prezzo e di dati sulla qualità contrattuale nonché sul grado di soddisfazione dei clienti, ad esempio tramite sistemi di valutazione della clientela. La Commissione collaborerà con le autorità nazionali di regolamentazione per elaborare criteri di trasparenza e affidabilità degli strumenti di confronto energetico e per garantire che tutti i consumatori abbiano accesso ad almeno uno strumento di confronto indipendente e verificato per valutare l'attuale situazione contrattuale rispetto alle offerte disponibili sul mercato. La Commissione individuerà, in collaborazione con le autorità nazionali di regolamentazione, i requisiti minimi che dovranno soddisfare le informazioni fondamentali in materia di pubblicità e fatturazione, in particolare per quanto riguarda il confronto dei prezzi. d) soppressione dei prezzi regolamentati sottocosto La regolamentazione dei prezzi al dettaglio può rappresentare un ostacolo particolarmente importante alla concorrenza, come sottolinea la comunicazione dell'Unione dell'energia. Gli Stati membri spesso fanno riferimento a un mercato al di sotto delle sue possibilità o a esigenze di protezione sociale per giustificare la regolamentazione dei prezzi. Gli obiettivi di politica sociale,

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che mirano ad esempio a proteggere i consumatori vulnerabili con tariffe generali regolamentate, non sono sufficientemente trasparenti e possono addirittura fare aumentare i costi dell'energia per tutti i consumatori, vulnerabili e non. Di conseguenza, è opportuno valutare altre misure più sostenibili e mirate al fine di aiutare gli Stati membri a deregolamentare i prezzi per gli utenti finali. La Commissione sta collaborando con gli Stati membri per una graduale soppressione dei prezzi regolamentati sottocosto, come indicato nella strategia dell'Unione dell'energia, facendo anche in modo che tali misure siano integrate da una protezione mirata ed efficace dei consumatori vulnerabili. e) Riconoscere il valore della flessibilità tramite la gestione attiva dei consumi La diffusione delle energie rinnovabili variabili rende sempre ancora importante la gestione attiva dei consumi. L'efficienza energetica e la gestione attiva dei consumi spesso rappresentano le migliori opzioni per bilanciare domanda e offerta invece di costruire nuove centrali elettriche o linee di rete oppure mantenerle in esercizio. Chiaramente i consumatori devono essere liberi di scegliere se aderire alle dinamiche di gestione attiva dei consumi. Un elemento chiave della gestione attiva dei consumi è l'accesso dei consumatori ai segnali di prezzo che premiano il consumo flessibile. L'accesso può essere fornito sotto forma di contratti di fornitura con tariffazione dinamica oppure di contratti che prevedono un controllo del carico in funzione delle condizioni di mercato o di rete. Gli impatti di tali contratti dovranno essere spiegati in maniera accurata ai consumatori. Un ulteriore incentivo potrebbe essere dato dalla riduzione degli oneri di rete in caso di consumo ridotto quando le reti sono congestionate. I consumatori dovrebbero quindi essere incoraggiati a partecipare alla gestione attiva dei consumi, pur senza penalizzare coloro che non sono in grado di modificare la loro domanda. Nel quadro della prevista revisione della direttiva sull'efficienza energetica e grazie a proposte legislative che diano attuazione al nuovo assetto di mercato sarà possibile valutare in che modo aumentare la disponibilità di contratti con differenziazione delle tariffe su base temporale.f) Ridurre i costi energetici attraverso autoproduzione e l'autoconsumo La combinazione di una produzione decentralizzata e opzioni di stoccaggio che danno maggiore flessibilità alla domanda possono consentire ai consumatori di diventare i propri fornitori e gestori di (parte) del loro fabbisogno energetico, diventando nel contempo produttori e consumatori e riducendo così le proprie fatture energetiche. Se i consumatori producono la propria energia elettrica grazie a sistemi locali di energia rinnovabile, consumano meno energia elettrica fornita dalla rete. Questo inciderà sulle modalità di calcolo delle tariffe di rete. Le tariffe di rete dovrebbero essere strutturate in modo da rispecchiare i costi in maniera equa, sostenendo nel contempo l'efficienza energetica e gli obiettivi in materia di energie rinnovabili, pur restando di semplice comprensione e trasparenti per i consumatori. g) Aumentare la partecipazione dei consumatori attraverso l'intermediazione e i regimi collettivi In alcuni Stati membri si sono si sono diffusi con sempre maggiore frequenza regimi collettivi e iniziative comuni. Un numero crescente di consumatori si unisce in regimi collettivi e cooperative di autoproduzione per gestire meglio il proprio consumo energetico. Questa innovazione promossa dai consumatori si traduce anche in un'innovazione a loro favore e spiana la strada a nuovi modelli commerciali. Sempre più società di servizi energetici, aggregatori, broker, società di trattamento dei dati, altre società di intermediazione e, spesso, anche organizzazioni dei consumatori, si stanno attivando per aiutare i consumatori a ottenere accordi energetici più vantaggiosi senza procedure amministrative e ricerche complesse. Questo fenomeno crea anche nuove opportunità per le comunità locali e le autorità regionali e locali che si occupano di energia, le cui iniziative possono costituire un valido nesso, in una dimensione locale, tra responsabili politici, cittadini e promotori di attività innovative.

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La revisione della direttiva sulle energie rinnovabili e della direttiva sull'efficienza energetica, nonché l'iniziativa sull'assetto di mercato, offriranno l'opportunità di valutare il modo in cui agevolare l'accesso effettivo ai fornitori di energia innovativi, tra cui i regimi collettivi.

h) Mantenere la piena protezione dei consumatori Man mano che aumenta la scelta di opzioni e offerte per i consumatori, è importante che crescano ulteriormente anche le garanzie di una protezione effettiva da pratiche commerciali sleali. Le autorità che indagano su tali pratiche e denunce nel settore dell'energia potrebbero trarre vantaggio da una più stretta cooperazione con i loro omologhi in altri Stati membri. La povertà energetica è un altro ambito di intervento importante per gli Stati membri, in cui è necessario coniugare azione sociale e misure di politica energetica. La povertà energetica deve essere affrontata nel contesto più ampio della sicurezza sociale, senza tuttavia trascurare la necessità di un'assistenza mirata, efficace e che rispecchi le migliori pratiche nel settore dell'energia. Dallo studio delle migliori pratiche condotto insieme alle parti interessate nel quadro del forum dei cittadini per l'energia è emerso che i miglioramenti dell'efficienza energetica costituiscono tendenzialmente la migliore risposta a lungo termine alla povertà energetica. Ciò dovrebbe riflettersi in misure degli Stati membri realizzate in ottemperanza agli obblighi di riduzione della vulnerabilità dei consumatori e di lotta alla povertà energetica previsti dalla legislazione dell'UE. Al fine di aiutare gli Stati membri a conformarsi ai loro obblighi in materia e ad aumentare la trasparenza, la Commissione valuterà le modalità per migliorare, a livello di UE, la raccolta di dati sulla povertà energetica e il relativo monitoraggio, nel rispetto di esigenze di sicurezza, privacy e protezione dei dati personali. Per identificare al meglio il problema della vulnerabilità dei consumatori e la povertà energetica potrebbe essere utile stabilire criteri minimi comuni.i) Case e reti intelligenti Le tecnologie intelligenti applicate alle reti e in ambito domestico sono volte a favorire il coinvolgimento dei consumatori nel nuovo mercato al dettaglio senza comportare oneri. Le soluzioni integrate automatizzate possono rendere possibili e semplificare azioni dei consumatori grazie alla connessione di sistemi di misurazione intelligente con sistemi di domotica in ambito energetico e apparecchiature intelligenti. Ciò facilita la gestione dei consumi, la partecipazione alle dinamiche digestione attiva dei consumi e, se del caso, il bilanciamento più accurato possibile tra i consumi e la propria microproduzione, in funzione delle informazioni sul prezzo di mercato. Queste tecnologie intelligenti consentiranno inoltre di agevolare l'introduzione dei veicoli elettrici. Affinché sia i consumatori, sia il sistema energetico possano trarre pienamente vantaggio da tali tecnologie, è necessario che i sistemi di misurazione intelligenti da installare siano predisposti per le funzionalità richieste. Inoltre, la diffusione di infrastrutture di misurazione avanzate dovrebbe garantire l'interoperabilità tecnica e l'accesso dei consumatori ai dati di consumo attraverso uno standard aperto di interfaccia comune. Gli organismi europei di normazione hanno già elaborato una serie completa di norme per i contatori intelligenti e per l'architettura generale e i singoli componenti delle reti intelligenti, che rispondono a esigenze tecnologiche e comunicative (ossia i protocolli per lo scambio di informazioni). La Commissione seguirà attentamente l'attuazione di queste norme e valuterà se le norme europee per le reti intelligenti e i sistemi di misurazione intelligenti, così come le funzionalità raccomandate per questi ultimi, verranno applicate in modo coerente per garantire l'auspicata funzionalità e interoperabilità. Le norme e l'interoperabilità sono importanti anche per la comunicazione tra apparecchi intelligenti e sistemi di gestione energetica all'interno delle mura domestiche, per far sì che le apparecchiature predisposte per dinamiche digestione attiva dei consumi siano facilmente installabili e utilizzabili. I fondi e i finanziamenti dell'UE continueranno a essere investiti in attività di ricerca e di dimostrazione nell'ambito delle tecnologie per case e reti intelligenti, nonché nella loro sicurezza, al

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fine di aumentare la competitività internazionale delle imprese dell'UE in questo settore ad alto valore aggiunto. La Commissione, in collaborazione con il Consiglio dei regolatori europei dell'energia e l'Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia, garantisce che gli approcci adottati dalle autorità nazionali in tema di regolamentazione dei gestori del sistema di distribuzione incentivino l'innovazione e l'efficienza in termini di costi, nonché la trasparenza della qualità delle operazioni di distribuzione energetica. l) Attenzione alla gestione e protezione dei dati Il soggetto responsabile della raccolta e del trattamento dei dati nel quadro dei sistemi di misurazione intelligenti o di altri servizi volti a rafforzare il ruolo attivo dei consumatori dovrà garantire ai clienti e ai terzi da loro designati un accesso diretto ai dati. La possibilità di accesso dovrebbe essere reale e non discriminatoria. Ciò è essenziale se il soggetto che si occupa della misurazione o della fatturazione fornisce anche altri servizi sul mercato. Il trattamento dei dati può avvenire adottando diversi modelli, ma è di fondamentale importanza che i soggetti interessati gestiscano con neutralità l'accesso ai dati. Per i servizi a valore aggiunto, solo terzi autorizzati dal consumatore possono accedere ai dati di consumo e di fatturazione. Nel quadro della strategia per il mercato unico digitale, nel 2016 la Commissione europea proporrà un'iniziativa per il libero flusso dei dati in cui saranno trattati i temi della proprietà, dell'interoperabilità, della fruibilità e dell'accesso ai dati (compresi i dati in ambito energetico).

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