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1 L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano > > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 44341 utenti - Zurigo, 25 giugno 2015 Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni IPSE DIXIT Costi paragonabili - «Costa molto essere sinceri, se si è intelligenti. Quanto essere onesti, se si è ambiziosi.» Fernando Pessoa VERSO LA PAUSA ESTIVA Con il prossimo numero la Newsletter dell’ADL, in uscita il 2 luglio 2015, inizierà la consueta pausa estiva, durante la quale si procederà anche ai necessari aggiornamenti tecnici del servizio. Le regolari trasmissioni riprenderanno giovedì 3 settembre 2015. La red dell’ADL Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo

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La Newsletter settimanale del 25 giugno 2015

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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano

> > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < <

e-Settimanale - inviato oggi a 44341 utenti - Zurigo, 25 giugno 2015

Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni

IPSE DIXIT

Costi paragonabili - «Costa molto essere sinceri, se si è intelligenti.

Quanto essere onesti, se si è ambiziosi.» – Fernando Pessoa

VERSO LA PAUSA ESTIVA

Con il prossimo numero la Newsletter dell’ADL, in uscita il 2 luglio

2015, inizierà la consueta pausa estiva, durante la quale si procederà

anche ai necessari aggiornamenti tecnici del servizio. Le regolari trasmissioni riprenderanno giovedì 3 settembre 2015.

La red dell’ADL

Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo

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interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

Editoriale

Un nome: Pinelli

di Andrea Ermano

Dopo l’ennesima polemica sul “Caso Sofri”, in tema di carceri e

torture è doveroso ricordare la morte del ferroviere anarchico

Giuseppe Pinelli avvenuta il 15 dicembre 1969 a Milano, dove Pinelli

precipita misteriosamente nel cortile interno della Questura. Per tre

giorni egli è stato trattenuto illegalmente con la falsa accusa di essere

coinvolto nella strage di Piazza Fontana. Dopo tre giorni di “fermo” e

di “interrogatorio” (cioè, in realtà, di “tortura”), l’anarchico cade

dalla finestra e muore.

Nella stanza cui quella finestra appartiene sono presenti «il

commissario Luigi Calabresi, i brigadieri Panessa, Mucilli, Mainardi,

Caracutta e il tenente dei carabinieri Lograno», si legge sul sito

Anarcopedia.

Poco dopo il tragico episodio il questore Guida – uomo dai

trascorsi mussoliniani – tiene un’affollata conferenza stampa cui

partecipano anche il dott. Antonino Allegra (responsabile dell'ufficio

politico della Questura) e il predetto dott. Calabresi. A sentire Guida,

la vittima si sarebbe suicidata in preda al rimorso: «Improvvisamente

il Pinelli ha compiuto un balzo felino verso la finestra che per il caldo

era stata lasciata socchiusa e si è lanciato nel vuoto».

La finestra socchiusa per il caldo decembrino… Il balzo felino… Ma

la versione del questore Guida fa acqua da tutte le parti. Il povero

corpo esanime di Pinelli non segue una traiettoria “a parabola”, ma

viene giù “a candela”, urtando contro il muro e il cornicione. Questo

confuta la versione del “balzo felino”. A essa seguiranno le versioni

della “caduta accidentale” e del “malore attivo”. Inutile

approfondire.

Che cosa ne sappiamo noi oggi di tutto ciò? Che cosa ne sappiamo

degli infiniti depistaggi risalenti a quella lunga notte della

Repubblica? Che cosa sappiamo di Piazza Fontana, dopo quasi mezzo

secolo?

Sappiamo che la strage avvenne, come scrive Benedetta Tobagi,

«quando la repubblica italiana era 23enne, una ragazza con molte

ingenuità, moltissime speranze e le spalle gravate dal peso dell’eredità

del Ventennio fascista a soffocarne gli slanci: poliziotti, magistrati,

questori, burocrati ministeriali… gli apparati dello Stato sono ancora

innervati di uomini del vecchio regime». Piazza Fontana è il primo

sanguinario anello di una lunga catena di stragi «realizzate con

l’intento di destabilizzare il Paese e promuovere una svolta

autoritaria, o almeno una stabilizzazione conservatrice, contro

l’avanzata delle sinistre».

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Della strage vennero subito accusati gli “anarchici” – i Pinelli, i

Valpreda e gli altri – i quali anarchici erano però completamente

estranei ai fatti.

Furono egualmente trasformati nei “mostri” da chiudere in galera e

sbattere in prima pagina affinché la colpa della strage neofascista

ricadesse sulle sinistre.

Ne seguì una grande lotta senza quartiere: nelle piazze, nelle

redazioni dei giornali e dei telegiornali, nelle scuole e nelle

parrocchie, nelle fabbriche e nei cinema, nei teatri e in ogni casa

d’Italia si discusse per anni, animatamente, della “Morte accidentale

di un anarchico”, come recitava il titolo di una famosa pièce

tragicomica di Dario Fo, che gli è poi valsa il Nobel per la

Letteratura.

Alla fine la verità riemerse, emersero sia l’innocenza degli

anarchici sia il marchio neofascista della strage. E vennero alla luce

anche i vari tentativi di golpe accaduti in quegli anni. Questo sul piano

storico, mentre la Giustizia segnava il passo.

Poi, improvvisamente ma non troppo, nel 1972, la violenza nera

iniziò ad reduplicarsi nella violenza rossa e la prima vittima fu proprio

il commissario Luigi Calabresi, ucciso da un commando terrorista.

Molti anni dopo quel barbaro omicidio venne condannato come

“mandante” Adriano Sofri.

Poi venne assolto.

E poi ancora condannato.

All’epoca dei fatti Sofri era stato uno dei giovani leader della

sinistra radicale. Il suo “caso”, il lungo e controverso Caso Sofri,

iniziò nel 1988 e giunse, dopo 15 sentenze e 8 processi, alla condanna

definitiva: 22 anni di galera furono comminati all’ex leader di Lotta

Continua.

Sul piano del giudizio storico Sofri non appare essere stato il

“mandante” di nulla. E nondimeno la virulenza giornalistica e politica

della campagna da lui condotta contro Calabresi comporta un certo

grado di corresponsabilità etica e politica. Quella campagna era stata

eccessiva. In essa Sofri e gran parte della sinistra italiana,

sottostimando la potenza delle parole, che sono pietre, commisero un

serio errore di valutazione, innescando un clima di odio personale da

cui gli assassini del Commissario devono avere tratto il movente, o la

giustificazione, del loro crimine.

Sofri ha pagato tutto il prezzo stabilito dalla giustizia italiana,

scontando completamente una lunga pena detentiva, nonostante un

atto di grazia firmato dal Presidente Ciampi, atto non richiesto da

Sofri e che un guardasigilli legista, per altro, bloccò, rifiutando la

controfirma.

E veniamo ai giorni nostri.

Sofri è stato di recente invitato dal governo a intervenire a una

conferenza tematica sullo stato delle carceri italiane e sulla grave

condizione dei detenuti in esse. Il che ha provocato varie reazioni, tra

cui quella dell’attuale direttore del quotidiano La Stampa, Mario

Calabresi, figlio del Commissario ucciso: «Sentire pareri diversi è

sempre giusto ma non comprendo la scelta di far sedere Sofri al tavolo

della riforma. Spero che Orlando lo spieghi», ha dichiarato.

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Ora, l’insurrezione del sentimento di pietà filiale è umanamente

comprensibile, e ciò sia detto con il più profondo rispetto per il dolore

di chi ha subito in tenera età la perdita cruenta di un genitore, ma

nell’ambito del dibattito sulla riforma carceraria e sulla tortura in

Italia il ministro Orlando non ha certo sbagliato a interpellare chi ha

visto e detto e scritto cose profonde sul tema, sempreché il concetto di

Stato di diritto possegga ancora qualche significato nel nostro

disgraziato Paese, nel quale un anarchico di nome Pino Pinelli fu

accusato ingiustamente, fu sottoposto a sevizie di Stato e morì

innocente in circostanze a tutt'oggi poco chiare.

Pino Pinelli (1928-1969), ex staffetta

partigiana, ferroviere, anarchico, innocente

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Occasione persa

Le polemiche su Adriano Sofri

Giustizia o ingiustizia? È complicato stabilire a quale di queste due

categorie appartenga la polemica esplosa su Adriano Sofri che il

ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva invitato, in qualità di

esperto, agli Stati generali dell'esecuzione penale.

Lo dico subito e a scanso di equivoci. Non è mia intenzione

polemizzare con la famiglia Calabresi, con la vedova Gemma e il figlio

Mario, che, come tutte le vittime hanno e avranno sempre il diritto a

manifestare il proprio dolore nelle forme e con gli argomenti che

riterranno più opportuni. Né è mia intenzione dibattere sulla

colpevolezza o l'innocenza di Adriano Sofri, sulle quali si è già

espressa la magistratura con una sentenza di condanna definitiva. Il

punto non è se Adriano Sofri sia colpevole o meno ma se possa o no

dare il proprio contributo ad un'iniziativa governativa che dovrebbe

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indagare sull'universo carcerario, sulle sofferenze e sul malessere che

ad esso sono immanenti. È lecito che agli Stati generali dell'esecuzione

penale si racconti il dolore intimo di chi deve pagare i propri errori

attraverso il carcere? È lecito che nella discussione sulle carceri

italiane, più volte oggetto di ammonimenti e condanne da parte della

giustizia europea a causa della loro disumanità latente, si possano

rappresentare anche gli stati d'animo di chi vive privato della libertà e

che, seppur colpevole, è, e resta, sempre una persona?

La scelta del ministro Orlando di chiedere un contributo a Sofri

rispetto all'assise del mondo carcerario rispondeva in modo implicito e

intelligente a queste domande, cercando al tempo stesso di trasmettere

un messaggio di positività per chi il mondo lo guarda dall'altro lato

delle sbarre, da dove, spesso, l'orizzonte della riabilitazione assume le

forme sbiadite del miraggio e i tempi irraggiungibili del mai. Una

percentuale, resa nota dal centro studi Ristretti Orizzonti, aiuta a

comprendere di cosa si parla: "nelle carceri italiane i detenuti si

tolgono la vita con una frequenza 19 volte maggiore rispetto alle

persone libere". Questo dato descrive in maniera precisa come la prima

vittima della detenzione nelle carceri italiane sia la speranza che con

grande facilità cede il passo alla cupa disperazione e, spesso, al

suicidio.

Gli Stati generali dell'esecuzione penale, senza la capacità di

tradurre numeri e percentuali, in esperienze e sensazioni, sarebbero un

esercizio per addetti ai lavori, un convegno ricco di report ma incapace

di indagare il fenomeno carcerario nella sua complessità: complessità

che è impossibile comprendere se non si analizza anche la prospettiva

di chi sta "dentro". Adriano Sofri avrebbe potuto, attraverso la sua

esperienza, sintetizzare con precisione proprio quegli stati d'animo che

prova chi, mentre sconta la propria pena, rischia di smarrire, per fattori

psicologici o materiali, la propria umanità.

Chi ha stima di Adriano Sofri (e io sono tra quelli) non pensa affatto

agli anni settanta e al retaggio di un periodo storico in cui violenza e

politica si sono ibridati pericolosamente ma alla profondità di Altri

Hotel o al racconto della tragedia di Sarajevo, vergogna che galleggia

tra l'incoscienza e la rimozione nella storia di quell'Europa che allora

come oggi, paralizzata dal bug di un burocratico immobilismo, è

incapace di intervenire per fermare le tragedie che le divampano sotto

il naso.

La polemica su Adriano Sofri esplicita una visione preoccupante

degli istituti di pena, quella di chi li considera una discarica di umanità

irrecuperabile che non potrà mai più dare un contributo alla società,

nonostante l'espiazione della pena. Una visione da cui, purtroppo, non

si è discostato nemmeno il Sappe, Sindacato Autonomo della Polizia

Penitenziaria che, per primo, ha innescato la polemica. Sarebbe stato

nel loro interesse avere un punto di vista da parte di chi ha dovuto

vivere una parte della propria vita dall'altro lato delle sbarre: al

confronto hanno preferito la strada della semplificazione assegnando

implicite etichette di moralità. Semplificazione per semplificazione

sarebbe facile dire che il Sappe ha scelto di ridurre la propria categoria

al ruolo di "secondini".

Sui politici che hanno alimentato la polemica montando un vero e

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proprio caso è inutile soffermarsi: sono il prodotto del nostro tempo, il

risultato dell'ignoranza di lotta e di governo che ormai ha sostituito

l'analisi e lo studio dei fenomeni e, spesso, anche il buon senso.

D'altronde come si può dare peso alle patenti di "dignità" rilasciate da

chi non è stato capace di condannare con la dovuta fermezza le torture

avvenute al G8 di Genova e che, anzi, senza scomporsi di un

millimetro è riuscito addirittura a giustificare le azioni di chi si è

spinto fino a violentare la Costituzione?

SPIGOLATURE

America bifronte

di Renzo Balmelli

UTOPIA. Dopo la strage di Charleston, l'ennesima a sfondo razziale,

sarebbe un passo avanti se Obama riuscisse a coronare la sua

presidenza con una duplice vittoria morale e costituzionale: una contro

i grumi razzisti che infestano il Paese, e l'altra, direttamente connessa

alla prima, contro la potente e arcigna lobby delle armi. Sono i due

volti dell'America che da un lato offre straordinarie opportunità a chi le

cerca, e dall'altro conserva sacche di risentimenti razzisti sfruttati senza

vergogna dai circoli reazionari per i loro interessi politici e mercantili.

Ora si tentano altre strade per disinnescare la tensione e la scelta di

archiviare la bandiera secessionista negli stati del sud va appunto letta

come un invito alla concordia che però non può essere giocata soltanto

sui simboli. La partita da vincere è un'altra. Fino a quando la gente di

colore continuerà a essere apostrofata con lo spregiativo epiteto di

"nigger", il sogno di Martin Luther King pur continuando a vivere

resterà una meravigliosa utopia: splendida, ma incompleta,

SIRENE. Poco alla volta, ma inesorabilmente, la vischiosa ragnatela

dell'estremismo di destra raggiunge ormai i posti più impensati.

Abituati a immaginare la Danimarca un luogo ridente e ospitale, si

fatica ad accettare l'idea che il lugubre richiamo della sirena xenofoba

abbia potuto oscurare il fascino delicato della celebre sirenetta. Ora che

è accaduto torna alla mente il severo giudizio che in altri tempi

Shakespeare fa dire a un suo personaggio sulla patria del principe

Amleto. Tuttavia sarebbe scorretto usarlo in modo unilaterale, tanto

più che i cattivi profeti sono ovunque nell'Europa, indecisa a tutto sulla

strategia comune per arginare il fenomeno. Tante forze mosse da

ideologie bacate sono all'opera da sud a nord su un terreno arrendevole

per corrompere il favoloso universo di Andersen e con esso lo spirito e

la carne viva della nostra cultura. Ci consola il pensiero che se anche

c'è del marcio, quasi sempre però le fiabe hanno un lieto fine.

PRESAGI. Resta indimenticabile il volo finale sulle scope di "

Miracolo a Milano", il capolavoro di Zavattini e De Sica che invita a

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sognare un mondo dove " buongiorno voglia dire davvero

buongiorno". Forse è ispirandosi a quelle sequenze memorabili che

Giannelli, colonna del Corriere della Sera, ci mostra il Papa in

bicicletta mentre sorvola un muro portandosi appresso un bimbo di

colore. La riuscitissima vignetta coglie il nucleo fondamentale di

questa nostra epoca in cui si erigono barriere di ogni genere, da quella

in veri mattoni anti -immigrati , alle altre, frutto dell'egoismo,

dell'amnesia e della cecità, che portano a relegare in secondo piano le

sofferenze di chi per anni fu a sua volta vittima di altri muri. Anziché

continuare a correre, pare che la Storia si sia bloccata o addirittura

vada a ritroso nel tempo, incontro a una deriva carica di brutti presagi

da fermare senza indugi, in attesa di un altro miracolo.

IDEALE. Nell'Europa litigiosa, la strada sarà sempre lunga, faticosa e

in salita, ma non al punto di crollare sotto le macerie come Sansone

con tutti i filistei. Al giro di boa dei negoziati anche più estenuanti

come quello con la Grecia, la diplomazia e il buon senso trovano il

modo di prevalere e la carezza di Juncker al premier ellenico a questo

proposito la dice più lunga di qualsiasi comunicato. Molto però resta

ancora da fare per smussare gli angoli della possibile intesa sul debito

di Atene. Se il buongiorno si vede dal mattino, per l'Europa è di notte

che si sciolgono i nodi più intricati. Le maratone notturne fanno parte

della sua storia e anche in questa circostanza rappresentano una scelta

obbligata onde evitare la trappola mortale del "Grexit" che avrebbe

conseguenze incalcolabili sulla tenuta dell'Unione. Da quando esiste

l'UE ha superato altre prove difficili e se uscirà indenne dalla sfida

ellenica il sollievo per lo scampato pericolo non sarà soltanto quello

dei mercati, ma pure la gioia di tutti coloro che credono nell'ideale

comune.

EFFICACIA. Quella delle sanzioni e della loro reale efficienza quale

strumento punitivo nei confronti delle Nazioni che hanno violato le

regole internazionali, non è storia di oggi, ma un'invenzione che risale

all'epoca napoleonica. Ora il tema è tornato d'attualità in seguito alle

limitazioni imposte alla Russia per quanto sta combinando in Ucraina.

Parecchi indizi sembrano però indicare che difficilmente produrranno

l'effetto scontato, così come d'altronde non l'ebbero in passato, tanto

per fare un esempio, contro l'Italia fascista. Nel contesto generale non

si contano poi le frequenti violazioni sotto banco delle misure

restrittive che le hanno rese un'arma a doppio taglio, tranne in un caso:

quello del Sud Africa dove le sanzioni hanno davvero contribuito a

liquidare l'iniquo regime dell'apartheid.

INGIUSTIZIE. "Anche i ricchi a volte piangono" era il titolo di una

famosa telenovela messicana. Sarà vero, ma se a volte capita che il loro

ciglio si inumidisca, non è certo per versare lacrime da coccodrillo

sulla consistenza dei loro beni materiali . A dispetto della crisi, le

ultime statistiche indicano che, tanto per gradire , i super Paperoni del

pianeta hanno aggiunto un altro centinaio di miliardi di dollari in più ai

loro averi. Attualmente il patrimonio netto dei 400 signori più ricchi

del mondo è pari a oltre 4.100 miliardi di dollari, una discreta

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sommetta che darebbe conforto a chi di dollari al massimo, quando va

bene, ne ha uno solo al giorno. Secondo Wikipedia, la parola

solidarietà è un sostantivo che ha come suo significato principale un

impegno etico-sociale a favore di chi è meno favorito. Ma nella

ripartizione delle risorse, viste certe cifre, spesso prevalgono

discrepanze e ingiustizie macroscopiche, intollerabili per il resto

dell'umanità.

STUPIDITÀ. Come l'uomo di Arcore, maestro insuperabile nel cavare

dal cilindro proposte fragili come bolle di sapone, anche la critica di

destra riesce a compiere giravolte copernicane che se non altro hanno

però il merito di fare sorridere. Si leggono così con sommo gaudio le

lodi sperticate che da quelle parti piovono ora su Maurizio Crozza, il

bravo e graffiante comico che fino a quando sbertucciava Berlusconi

era visto come fumo negli occhi, ma che dal giorno in cui prende di

mira Matteo Renzi è diventato di colpo il miglior politologo italiano.

Nel tracimare dell'entusiasmo il cabarettista viene lodato per la

capacità di mettere a fuoco la stupidità di coloro che pretendono di

governare l'Italia senza averne le competenze. Dunque aveva ragione

Crozza nel fare le pulci all'ex Cavaliere. Oh no? Ecco perché si ride.

ICONE. Per il cinema italiano è tempo di Amarcord al femminile. Nel

giro di poche ore se ne sono andate Magali Noel e Laura Antonelli, due

icone entrate nell'immaginario collettivo per i loro ruoli, seppure con

copioni molto diversi. A consolidare la fama della star francese furono

i film d'autore firmati da Fellini: la Dolce vita, Satyricon e appunto

Amarcord, dove interpretò l'indimenticabile personaggio della

Gradisca alle prese con il Principe. Nel suo carnet anche Jules Dassin,

Renè Clair e Jean Renoir, mostri sacri della settima arte. Laura

Antonelli verrà invece ricordata come l'eroina sexy di un'epoca non

proprio memorabile, ma popolare, di Cinecittà; epoca che l'attrice

profuga istriana di Pola, seppe però illuminare con la sua grazia e la

sua bellezza mai volgare, meritandosi l'ammirazione e la regia di

Visconti. Per un verso o per l'altro esse sono l'immagine di una

stagione cinematografica che non ha avuto eredi.

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

Sindacati in pressing

dopo la sentenza della Consulta

La Corte Costituzionale dichiara illegittimo il blocco della

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contrattazione collettiva. Cgil: “Il governo ci convochi subito per

discutere sui rinnovi”. Medesima e unanime richiesta dalle sigle del

pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil.

“Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha dichiarato

illegittimo il blocco della contrattazione collettiva e delle norme che lo

hanno prorogato, il governo ha il dovere di convocare i sindacati e

avviare la discussione sui rinnovi contrattuali". E' quanto si legge in

una nota della Cgil nazionale. Per il sindacato di Corso Italia devono

arrivare anche "risposte sui precari e sul potenziamento dei servizi

pubblici oltre il riconoscimento delle prerogative contrattuali dei

lavoratori. Il governo - conclude la nota - poteva trovare una soluzione

politica riaprendo la contrattazione, ora dovrà prendere atto del

legittimo riconoscimento della corte del diritto al contratto per i

lavoratori pubblici che si reitera da sei anni”.

Medesima richiesta giunge dai segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp,

Uil Fpl e Uil Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni

Torluccio e Nicola Turco: “Chiediamo l'apertura immediata di un

tavolo di contrattazione per arrivare al rinnovo del contratto subito. Il

governo non ha più alcun alibi, l'alta corte si è espressa giudicando

illegittimo il protrarsi del blocco della contrattazione. Per questo

vogliamo che il governo avvii subito il confronto per arrivare presto al

rinnovo dei contratti nella Pa", proseguono i dirigenti sindacali.

"In attesa della sentenza, “che attendiamo di leggere per una

valutazione più compiuta”, i quattro segretari generali evidenziano che

“la decisione conferma quanto già avevamo previsto: Parlamento e

Governo non possono prolungare ulteriormente un blocco illegittimo.

Tuttavia il giudizio della Consulta pone un limite a una politica

legislativa più attenta ai tagli che ai diritti e che ha sacrificato, spesso

pretestuosamente, non solo gli investimenti nelle professionalità e

nell'innovazione, ma addirittura il legittimo rinnovo del contratto dei

lavoratori pubblici, alle esigenze di budget”.

"Per quanto ci riguarda, siamo in campo con una mobilitazione che

partirà con le tre grandi assemblee di inizio luglio, con tutti gli Rsu

eletti a marzo, le lavoratrici e i lavoratori. Sarà il momento in cui

avremo la nostra piattaforma nazionale e quelle di settore, per dire al

Governo come si possono e si devono rinnovare i contratti. Il governo

non può più nascondersi né accampare alcuna scusa, si dimostri

all'altezza e ci convochi per avviare il confronto per il rinnovo",

concludono.

Da Avanti! online www.avantionline.it/

Fassina? Lui…

di Mauro Del Bue

Dunque anche Fassina, dopo Civati, lascia il Pd e si mette alla ricerca

della sinistra che non c’è.

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Ridicolizzato da Renzi con quel “Fassina, chi?”, l’ex vice ministro e

responsabile economico del PD sbatte la porta annunciando la

formazione di un nuovo soggetto politico assieme a Cofferati e Civati.

Forse mettendo il naso nella cosiddetta coalizione sociale di Landini,

certo flirtando con Camusso e anche Vendola. L’interrogativo è, però,

sempre lo stesso. C’è spazio per un partito e per una lista (che non

sono esattamente la stessa cosa) alla sinistra del Pd?

Stefano Fassina in un

fotomontaggio satirico di Mangla

Sul piano politico lo spazio esiste. Più il partito di Renzi sposa idee e

tendenze del centro e anche della destra (secondo me non sempre a

torto) e più apre voragini a sinistra. Tra Cgil e Fiom, Sinistra e libertà e

vecchi reduci, un partito si può fare. E anche con un programma

credibile e avvincente. Non per me, ma capisco che un movimento

verso il centro apra spazi a sinistra non solo nella fisica, ma anche in

politica. Dubito assai, invece, che tale spazio esista a livello elettorale.

Già col vecchio Porcellum, che prevedeva la possibilità di formare

coalizioni, era esiguo. Il voto utile era una scure che si abbatteva sulle

liste autonome. Adesso, col nuovo Italicum, visto che il premio va alla

lista e le coalizioni sono abolite, non capisco dove potrebbero trovare i

voti costoro.

Dovrebbero fare una lista autonoma da quella del Pd e, visto che le

coalizioni non ci sono più, anche in conflitto con essa. Ma si

troverebbero a fare i conti con due difficoltà. La prima è quella a cui

dovette soggiacere Bertinotti nel 2008. E cioè di favorire la vittoria del

centro-destra, magari unito in una sola lista. Dunque di fare il gioco

degli avversari. La seconda è quella di seminare in un’area già coperta,

anche se in maniera diversa, dai Cinque stelle. Non è un caso che oggi

i voti in uscita dal Pd, alle regionali e alle comunali, siano andati al

movimento di Grillo e non a Sel, che non aumenta i propri consensi a

fronte dell’emorragia pidina. D’altronde, se l’elettorato si ribella o si

rifugia nell’astensione o preferisce votare chi contesta il sistema senza

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usare il politichese. Vedremo. Le difficoltà dei democratici fuoriusciti

o fuoriuscenti non sono di poco conto.

Vai al sito dell’avantionline

Da MondOperaio http://www.mondoperaio.net/

La “Claudiana”

compie 160 anni

Abbiamo intervistato Manuel Kromer, direttore editoriale della

Claudiana (casa editrice di riferimento della cultura protestante in

Italia), fondata a Torino nel 1855 e giunta dunque al suo 160mo

compleanno. La “Claudiana” deve il nome a un grande vescovo di

Torino vissuto nel IX secolo, lo spagnolo Claudio, considerato un

precursore del movimento evangelico per la lotta contro la

venerazione delle immagini nelle chiese e l’impegno in favore della

diffusione delle sacre Scritture.

di Danilo Di Matteo

La casa editrice Claudiana compie 160 anni. L’impressione, anche

partecipando al Salone internazionale del libro di Torino e ad altri

eventi, è che dinanzi alla cultura protestante, nel nostro Paese,

prevalgano curiosità e interesse oppure diffidenza e resistenze?

Senz’altro curiosità e interesse, come del resto sempre, negli ultimi

anni. Direi che è in atto un vero e proprio cambio di paradigma

culturale in Italia. Mentre prima la religione era una, quella cattolica, e

tutti gli altri erano visti con sospetto, ora le persone si rendono conto

che viviamo in una società plurale dal punto di vista religioso.

Quest’anno, forse, l’attenzione si è addirittura rafforzata, a causa del

fatto che il portavoce della sala stampa vaticana aveva già annunciato

che il 22 giugno 2015 papa Francesco avrebbe visitato la chiesa

valdese di Torino: la prima volta di un papa in una chiesa valdese dopo

700 anni.

Di certo la Claudiana rappresenta anche un ponte con il centro e

nord-Europa e con il mondo anglosassone. Si tratta di un compito

assai importante. Cosa può dirci al riguardo?

Claudiana si è sempre sentita un ponte tra le culture protestanti e la

cultura italiana, fortemente di ispirazione cattolica. Questo fa sì che le

aree geografiche citate siano per noi fondamentali. Tuttavia abbiamo

anche già pubblicato sulle istanze teologiche ed etiche emergenti

dall’Africa, dall’America latina e dall’Asia. Questo è per noi un

aspetto essenziale. Desideriamo portare in Italia tematiche anche

controverse, istanze che in altri paesi sono parte della normalità, quali

la liberazione della sessualità, il femminismo e le teologie della

liberazione negli anni ’70, l’omosessualità e il pacifismo negli anni

’80: per non parlare di matrimonio dei preti, divorzio, aborto,

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eutanasia. Sono temi su cui si può e si deve discutere, non per

omologarsi a una cultura liberista tout court, ma per far sentire una

voce cristiana diversa da quella cattolica. Significativo a tal proposito è

come in Italia sia stata accolta l’enciclica del papa «Laudato si’»:

nessuno ha menzionato il fatto che il Consiglio ecumenico delle Chiese

– che raggruppa la quasi totalità delle chiese protestanti e ortodosse del

mondo – già negli anni ’80 aveva lanciato un grande programma di

sensibilizzazione chiamato «Giustizia, pace e integrità del creato».

Nel 2017 ricorreranno cinquecento anni dall’inizio della

Riforma. Come si prepara la Claudiana all’evento e, più in

generale, come lo vive?

Sicuramente si tratta di un avvenimento straordinario. Claudiana, per

il momento, si concentra sulla pubblicazione di opere di Lutero, per

mettere a disposizione del pubblico italiano – colto e non – le fonti che

hanno innescato questa vera e propria rivoluzione che in maniera più o

meno diretta ha portato alla nascita del mondo moderno. In secondo

luogo ci concentriamo su opere su Lutero (quest’autunno uscirà una

grande biografia sul Riformatore), e su opere che aiutino ad

attualizzare quello che avvenne all’epoca. Sarà una pubblicazione di

opere molto ricca e variegata. Tutte le chiese protestanti si stanno

preparando a questo anniversario, che vedrà una folta serie di iniziative

e manifestazioni. Ma anche a livello universitario e laico so che si

stanno ipotizzando varie e interessanti iniziative. Claudiana cercherà

con le sue forze di inserirsi in queste celebrazioni, offrendo il suo

contributo di fonti e analisi dell’avvenimento. Come nel 1993 – 500°

anniversario della nascita di Lutero – la cultura italiana entrò

maggiormente in contatto con il Riformatore (da allora il numero di

opere su e di Lutero pubblicate in Italia sono aumentate a dismisura),

ci auguriamo che l’anniversario dell’inizio della Riforma possa

favorirne una maggiore conoscenza sia nella cultura italiana, sia anche

in ambito universitario e scolastico. È ovvio – grazie al suo ricco

catalogo sull’argomento – che Claudiana sarà in qualche modo la casa

editrice di riferimento in quelle celebrazioni.

La Claudiana tiene vivo il dialogo con altre tradizioni culturali

presenti in Italia: con quella cattolica, certo, e con quelle laiche

(non a caso pubblica i Quaderni Laici). In particolare, poi, essa si è

confrontata con la cultura socialista, con il contributo decisivo, fra

gli altri, di Giorgio Spini. Che futuro potrà avere tale confronto?

Diciamo che ci piace interagire con quella parte della cultura italiana

per la quale i due primi termini dello slogan del Consiglio ecumenico

delle Chiese (e anche il terzo) sono parole importanti. Sotto questo

punto di vista non ci siamo tirati indietro dal pubblicare due libri di

autori della Cdu tedesca: Jürgen Todenhöfer, che ha scritto un

bellissimo libro sull’Afghanistan nell’immediatezza della crisi

afghana, e una selezione di discorsi tenuti da Angela Merkel. Certo, ci

capita più spesso di sentirci in sintonia con la sinistra, ma questo non

certo per partito preso, bensì su tematiche molto specifiche attinenti

appunto all’etica, alla giustizia, alla pace e all’integrità del creato.

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FONDAZIONE NENNI http://fondazionenenni.wordpress.com/

Vallauri, un autentico militante socialista

Lo storico Carlo Vallauri, uno dei maggiori specialisti di storia dei

movimenti e dei partiti politici italiani, ci ha lasciato; La Fondazione

Nenni lo ricorda con grande affetto. Ha animato negli anni 90′ il

Comitato scientifico della Fondazione Nenni; recentemente ci ha fatto

dono di numerose tesi di laurea, che ha raccolto nei tanti anni di

docenza; studi molto preziosi che abbiamo prontamente catalogato ed

oggi sono fruibili al pubblico

(http://fondazionenenni.it/tesi). Autentico militante socialista, molto

vicino al Sindacato. Professore emerito di storia contemporanea

all’università di Siena, ha insegnato storia dei partiti e sociologia

politica all’Università “La Sapienza” di Roma e alla LUISS;

Ha pubblicato moltissimi libri, vere e proprie opere di storia

contemporanea, tra i quali ricordiamo: “La politica liberale di

Zanardelli” (1966); “Giolitti e l’occupazione delle fabbriche” (1968);

“Lineamenti dei partiti italiani nell’Ottocento” (1971); “I gruppi

extraparlamentari” (1975); “La ricostituzione dei partiti democratici”

(1978); “Partiti tra declino e riforme” (1984); “Conflitti sociali

nell’Italia liberale” (1990); e la monumentale opera in otto volumi

sugli statuti e l’organizzazione dei partiti.

Negli anni ’70 è tra gli animatori e i protagonisti di “Mondoperaio”

diretto da Federico Coen diventare un prestigioso “laboratorio” di

cultura politica. Sterminata la sua attività pubblicistica disseminata in

testate come “L’Astrolabio”, “Il Messaggero”, “Avanti!”, “Paese

Sera”, “L’Espresso”, “II Tirreno”, “Nuova Sardegna”, “Il Centro” e

“Nuova Venezia”. La sua perdita, ci addolora.

La Fondazione Nenni

Da vivalascuola riceviamo

e volentieri pubblichiamo

La “Buona Scuola” spiegata a… Renzi

di Giorgio Morale

vivalascuola chiude le pubblicazioni dell'anno scolastico 2014-2015

con un bilancio di fine anno:

https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2015/06/15/vivalascuola-198/

La “Buona Scuola” spiegata a Renzi: così si potrebbe intitolare –

anche – questa puntata, e per questo abbiamo scelto la formula

dell’abbecedario. Il Presidente del Consiglio infatti continua a

ripetere che i professori non hanno capito o non hanno letto il

progetto di riforma del suo Governo. In realtà non esiste disegno di

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legge che sia stato tanto letto e analizzato come questo, dalla bozza

di settembre a quella di giugno.

E’ vero l’opposto: Renzi e chi ha scritto la "riforma" non sanno

le conseguenze distruttive che il DdL provocherebbe nella scuola

perché non conoscono la scuola – e questo è inammissibile in chi

governa. C’è un’altra possibilità, ampiamente contemplata dagli

osservatori: che sappiano e perseguano premeditatamente

l’obiettivo della distruzione della scuola pubblica e della possibilità

di istruzione e formazione per tutti. In un caso o nell’altro, la

condanna è ugualmente senza appello.

Ma questo lungo anno scolastico non si chiude con la chiusura delle

scuole, non si sa ancora che ne sarà del DdL e dell’inizio del

prossimo anno scolastico, situazione non nuova per la scuola italiana.

CONVEGNO

Proteggere i giornalisti. Come?

Convegno “Ossigeno per l’informazione” il 2 luglio al Senato con

Pietro Grasso, Sergio Zavoli, don Luigi Ciotti, Claudio Fava,

Giulietti, Iacopino, Lorusso, Agcom, Fieg, OSCE, EFJ, AEJ,

SEEMO, OBC e oratori di vari paesi

“Proteggere i giornalisti, conoscere le verità scomode” è il tema della

conferenza internazionale promossa da Ossigeno per l’Informazione

giovedì 2 luglio dalle 14:30 alle 18:30 al Senato.

L’incontro ha il patrocinio del Senato, della FNSI e dell’Ordine dei

Giornalisti e l’adesione della rappresentante dell’OSCE per la libertà di

stampa e di associazioni italiane del settore dei media e con il sostegno

della Commissione Europea.

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, aprirà i lavori, presieduti dal

senatore Sergio Zavoli, presidente onorario di Ossigeno. Fra gli altri

prenderanno la parola: don Luigi Ciotti., Claudio Fava, vicepresidente

della commissione antimafia, Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine

dei Giornalisti, Raffaele Lorusso, segretario della FNSI, Filippo

Carotti, direttore generale della FIEG, Lirio Abbate, inviato de

l’Espresso e osservatore n.1 di Ossigeno, William Horsley, giornalista

inglese, vicepresidente dell’Association of European Journalists AEJ,

il giornalista di Belgrado Radomir Licina, rappresentante

dell’osservatorio SEEMO, Lutz Mukke, giornalista tedesco,

coordinatore del Centro Europeo per la Libertà di stampa e dei media

di Lipsia, Ulrike Schmidt, per l’ufficio della Rappresentate dell’Osce

per la libertà dei Media, Dunja Mjatovich, Renate Schroeder, in

rappresentanza del segretario dell’European Federation of Journalists,

Giuseppe F. Mennella e Alberto Spampinato, segretario e direttore di

Ossigeno, Antonio Martusciello, Commissario dell’Agcom.

La conferenza ha lo scopo di confrontare proposte, pareri e opinioni

su che cosa sia più opportuno fare per rafforzare la protezione dei

giornalisti di inchiesta, per frenare le querele strumentali e gli altri

abusi che, non solo in Italia, ostacolano sempre più diffusamente la

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conoscenza di importanti informazioni. Su questo argomento

Ossigeno, insieme all’associazione Journalismfund, che ha organizzato

un analogo convegno lo scorso maggio a Bruxelles, scriverà un

rapporto per il Centro Europeo per la Libertà di stampa e dei media di

Lipsia, con il quale collabora alla realizzazione di un progetto

sostenuto dalla Commissione Europea.

La discussione si svolgerà in italiano e in inglese. Sarà attivo un

servizio di traduzione simultanea. Il convegno sarà fruibile in diretta

streaming in entrambe le lingue. Ossigeno darà indicazioni in tempo

utile per attivare i link.

Per partecipare occorre registrarsi presso [email protected]

I materiali di lavoro saranno pubblicati sul sito web di Ossigeno. Una

nuova area sarà attivata in occasione della conferenza. In particolare

Ossigeno renderà scaricabili liberamente i seguenti documenti in

italiano, inglese e francese: le proposte per migliorare la protezione dei

giornalisti già sottoposte al parlamento italiano, una proposta per

onorare attivamente la memoria dei giornalisti italiani uccisi a causa

del loro lavoro; il manuale sul metodo di osservazione e classificazione

delle intimidazioni.

Il giorno successivo, venerdì 3 luglio alle ore 11 nella sala stampa di

Montecitorio, si terrà una conferenza stampa per presentare un dossier

inedito di Ossigeno sulle condanne al carcere per diffamazione emesse

negli ultimi anni in Italia per oltre venti anni di carcere. Sarà fornita

inoltre un’anticipazione del nuovo Rapporto Annuale di Ossigeno sulle

minacce in Italia. Parteciperà l’onorevole Claudio Fava, vicepresidente

della commissione parlamentare antimafia, che sta scrivendo la

relazione conclusiva dell’indagine conoscitiva della Commissione sui

giornalisti minacciati. Parteciperanno anche gli oratori stranieri della

conferenza.

Il direttore di Ossigeno per l’Informazione Alberto Spampinato ha

così spiegato il carattere dell’iniziativa: “Da molti anni Roma non

ospita una conferenza internazionale sulle violazioni della libertà di

stampa di così alto livello e con un parterre internazionale così vasto.

Confrontare situazioni, idee e proposte di vari paesi è indispensabile

per vincere il fatalismo, per affrontare problemi che si possono

risolvere soltanto sul piano internazionale”.

OSSIGENO per l’informazione osservatorio promosso dalla FNSI e dall’Ordine dei Giornalisti

sui cronisti minacciati e le notizie oscurate in Italia con la violenza

presso Associazione Stampa Romana – Piazza della Torretta 36- 00186 Roma

www.ossigenoinformazione.it

[email protected]

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

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LETTERA

L’articolo sul “Matrimonio egualitario” (ADL 18.6.15)

In merito all’articolo “Matrimonio egualitario” mi preme far presente

che il Vaticano avrebbe ragione se la richiesta fosse quella del

“matrimonio in chiesa” in quanto non previsto dai canoni religiosi, ma

una legge di uno Stato laico non dovrebbe essere giudicata da organi

religiosi. Io da cattolico sposato in chiesa, etero ecc. ecc. posso

oppormi se vogliono farmi vivere secondo leggi che non rispettano il

mio credo, ma non posso impedire ad altri di vivere con leggi che

rispettano il proprio “ESSERE PERSONA”.

Antonio Autieri, e-mail

LETTERA

Ho scritto un libro.... Tutta la storia del mondo in un pomeriggio

...un sommario di storia universale molto atipico, breve, con molte idee

e interpretazioni e pochissime date e nozioni. In compenso tanti

particolari interessanti e talvolta pure divertenti. Alla fine i lettori

sapranno cosa è successo di veramente importante e perché.

Si tratta di un E-book, pubblicato da Amazon, ci ho lavorato 2 anni

per condensare la mia cultura storica in qualcosa di scorrevole, ma

non impreciso

Costa come una birra, perché vorrei lo leggessero gli studenti. Ecco

il riferimento > Tutta la storia del mondo in un pomeriggio

Mi farebbe molto piacere se riusciste a girarlo tra gli studenti delle

superiori: è fatto per fargli imparare la storia divertendoli.

Il libro sarà adottato come testo dal liceo italo francese di Parigi e

consigliato come lettura agli studenti torinesi di ingegneria gestionale.

E’ il mio primo libro, è un po’ come andare in montagna: una grande

fatica, ma poi ci torni subito...

Claudio Bellavita, Torino

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.