ADHD - Strategie educative e didattiche di intervento

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Strategie educative e didattiche di intervento negli alunni con ADHD 26 marzo 2015 Pignatelli Francesco – psicologo SEE Orfano Marialuisa – educatrice SEE Fornasier Emanuela - psicologa

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Strategie educative e didattiche di intervento negli

alunni con ADHD

26 marzo 2015

Pignatelli Francesco – psicologo SEE

Orfano Marialuisa – educatrice SEE

Fornasier Emanuela - psicologa

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Disturbo da deficit di attenzione/iperattività

(ADHD)

Sintomi primari

Difficoltà di attenzione

iperattività impulsività

- Difficoltà a mantenere lo

sforzo attentivo

- Facilità di distrazione

- Difficoltà a seguire le

istruzioni

- Difficoltà ad organizzarsi

- Eccessivo livello di attività

motoria

- Frequentemente eccessivo

livello di attività vocale

- Difficoltà dilazionare una

risposta

- Difficoltà a inibire

comportamenti inappropriati

- Difficoltà ad atendere una

gratificazione

Sintomi secondari e disturbi associati

Comportamenti

aggressivi

Difficoltà

scolastiche

Disturbi

emotivi

Problematiche

interpersonali

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sviluppo di un concetto…

1846 H. Hoffmann

1902 George Still (Londra) descrive sintomi simili all’ADHD

1932 Kramer & Pollnow (Berlino) descrivono il disturbo ipercinetico

1937 Bradley usa benzedrina per il disturbo ipercinetico

1954 Panizzon sintetizza il metilfenidato (MPH)

1962 Lesione & disfunzione cerebrale minima (MBD)

1966 Clements e Peters (USA) caratterizzano il deficit attentivo infantile

1980 Disturbo da deficit di attenzione ± Iperattività (DSM-III) ADD/H±

1987 Disturbo di attenzione con iperattività (DSM-IIIR) ADHD

1992 L’ICD-10 distingue il disturbo ipercinetico HKD

1994 Il DSM-IV aggiorna i criteri ADHD/ ADD

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CONVINZIONI DIFFUSE SUL BAMBINO IPERATTIVO

«E’ colpa dei genitori se il bambino manifesta

queste difficoltà»

«E’ colpa degli insegnanti se il bambino

manifesta queste difficoltà»

«Il bambino lo fa apposta a comportarsi male»

«è colpa mia se il bambino

ha queste difficoltà»

«Non ho alcun controllo sul bambino. Mi

arrendo»

«è scoraggiante pensare al futuro del bambino.

Da gande sarà un irresponsabile un incosciente,

un delinquente…»

«questo bambino dovrebbe comportarsi come tutti gli

altri. Non dovrei essere sempre pronto ad intervenire

per insegnargli come comportarsi, non devo trattarlo

diversamente da tutti gli altri»

«questo bambino è un caso patologico, non ci

dovremmo aspettare troppo da lui, perché è

troppo problematico»

«ricompensare il bambino per comportamenti

positivi, non è educativo»

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APPROCCIO PSICOEDUCATIVO

COMPORTAMENTALE

Ignorare

pianificato

Conseguenze

logiche

Costo della

risposta

rimproveri

Interventi basati

sulle conseguenze

negative

Allenamento al

Comportamento

corrispondente

Sistema a punti

strutturato

Time out

Strategie educative

avanzate

Uso del

rinforzo

C

Conseguenze

- Rinforzi sociali

- Rinforzi dinamici:

privilegi attività

piacevoli

- Rinforzi materiali

- Rinforzi simboli

Interventi basati

sulle conseguenze

positive

Interventi basati sugli

antecedenti

Adeguata organizzazione

della classe

Organizzazione

dei materiali

Regole e attività

routinarie

Tempi di lavoro

stabiliti

Attività pianificate

nel tempo libero

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INTERVENTI PSICOEDUCATIVI

Azioni, svolte dall’insegnante e dai genitori, che tengono presenti le conoscenze acquisite delle cause che determinano il

disturbo, e quindi, azioni orientate a correggere o compensare un funzionamento psicologico-comportamentale difettoso

Pianificare gli interventi

attraverso una serie di

operazioni

1) identificare, in modo descrittivo, molecolare, i

comportamenti problema maggiormente invalidanti

e che si manifestano con maggiore frequenza.

2) Procedere alla valutazione funzionale del

comportamento (utilizzo di specifiche griglie di

osservazione)

* Definire il comportamento target, in modo da

riuscire facilmente a monitorarlo

* Identificare antecedenti e conseguenze

* Generare ipotesi circa la funzione del

comportamento problema in termini di eventi

antecedenti e/o conseguenze che determinano, con

particolare attenzione agli eventi distali

* Manipolare sistematicamente gli antecedenti e le

conseguenze allo scopo di rimpiazzare i

comportamenti problema con comportamenti

appropriati

3) Adottare procedure che si ipotizzano in grado

di intervenire sul comportamento problema

* Stabilire routine

* Lavori a domicilio per mantenere abitudini

funzionali al mantenimento dell’attenzione sul

compito

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Rinforzi simbolici

Hanno valore SOLO perché poi possono

essere cambiati con oggetti desiderati o

con attività/situazioni in base ad alcuni

criteri predefiniti

Criticità:

• Ricompensa troppo piccola in proporzione al cambiamento

comportamentale

• Non tenere conto del valore soggettivo del rinforzo

• Non tenere conto delle caratteristiche peculiari del bambino

• Alcune ricompense possono perdere efficacia in tempi

abbastanza rapidi (bassa soglia di saturazione dell’alunno)

Rinforzi sociali

Attenzione che l’adulto rivolge al

bambino attraverso un riconoscimento,

parole gentili ed altre espressioni di

approvazione

Criticità:

• Dare molta attenzione al bambino perché si sta comportando

negativamente in classe può rafforzare proprio il

comportamento indesiderabile che si desidera diminuire

(l’attenzione può essere espressa anche attraverso i

rimproveri!!!)

• Elogi rivolti alla persona (sei bravissimo!) anziché alla

prestazione: si consolida la propensione del bambino a fare

valutazioni globali su di sé e sugli altri, anziché rinforzare il

comportamento specifico. Può minare l’autostima…..

• AGGIUNGERE critiche al comportamento positivo….

Negli alunni poco sensibili ai rinforzi sociali di

tipo verbale, accompagnare il rinforzo sociale

con qualche rinforzo di natura affettiva o con

l’annuncio di un rinforzo dinamico

Dopo una serie di abbinamenti rinforzo

verbale/rinforzo dinamico = il rinforzo verbale

da solo acquisterà una maggiore valenza

positiva per l’alunno

Se il rinforzo sociale crea motivano =

maggiori probabilità che il

comportamento desiderabile si consolidi

e si trasferisca da una situazione all’altra

Uso strategicodel rinforzo

Obiettivo finale: portare gradualmente il bambino al punto in cui

possa rinforzarsi da solo per un comportamento desiderato

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Interventi basati sulle conseguenze

negative

Sono degli efficaci regolatori del comportamento umano;

fanno parte della vita e non possono essere evitate.

2 condizioni di

applicazione

Quando il comportamento inappropriato produce un’immediata

conseguenza positiva.

Quando il comportamento inappropriato è potenzialmente pericoloso

per il bambino o per gli altri.

Conseguenze negative più comunemente

utilizzate con alunni ADHD:

• IGNORARE PIANIFICATO

• RIMPROVERO

• CONSEGUENZE LOGICHE

• COSTO DELLA RISPOSTA

• PUNIZIONE CON NOIA

• PUNIZIONE CON SFORZO

AAA…..

la punizione da informazioni

su ciò che è inappropriato, ma NON

fornisce informazioni su ciò che è

appropriato……

Dovrebbero essere sempre usate

in unione a conseguenze positive

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Ignorare pianificato Consiste nell’ignorare sistematicamente il

comportamento indesiderabile

Conseguenza: estinzione del comportamento, che

era precedentemente rinforzato dall’attenzione

dell’insegnante…….

Criticità: una volta rimossa l’attenzione vi

sarà un aumento dell’intensità dei

comportamenti indesiderati, nel tentativo

di ottenere ciò che si è perso

ATTENZIONE:

se si cede in questa

fase si insegna

all’alunno ad essere più

persistente nel

comportamento

indesiderabile!!!

Rimproveri pubblici: possono rinforzare il

comportamento che si desidera indebolire

Rimproveri privati: appaiono più efficaci,

soprattutto se sono centrati sul comportamento

rimproveri

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Conseguenze logicheConsistono nel verificarsi di eventi

spiacevoli come conseguenza diretta di

un determinato modo di agire

Obiettivo: rendere l’alunno responsabile

per le proprie azioni

Criticità: devono essere direttamente

collegate al comportamento scorretto

Costo della risposta 2) Ad inizio giornata vengono forniti all’alunno un certo numero di punti premio,

bollini o gettoni

1) Prima di iniziare si costruisce insieme al bambino un menu di ricompense, che

verranno concesse in base ai punti che riuscirà a conservare/guadagnare

comportandosi in modo corretto

3) Si somministra la penalità nel momento in cui si verificano determinati

comportamenti indesiderati PRECEDENTEMENTE SPECIFICATI

4) A fine mattina si contano i punti/bollini rimasti e si concede gratificazione

in base ai punti

ATTENZIONE!!!

Concedere al bambino un

numero sufficiente di punti

in modo che alla fine

dell’orario scolastico gli

rimanga qualcosa.

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Come insegnare al bambino iperattivo????

Fornire indicazioni chiare

L’adesione al compito e il suo completamento aumentano

quando l’insegnante fornisce indicazioni SINGOLE e SPECIFICHE,

attendendo un feedback comportamentale dall’alunno.

L’adesione aumenta ulteriormente se all’alunno iperattivo

viene chiesto di ripetere le istruzioni

Essere positivi

Importante rivolgersi all’alunno comunicando ciò che dovrebbe

fare, anziché dirgli ciò che non deve fare

Aiuta a capire le richieste dell’ambiente

Riduce il conflitto nel bambino

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Strutturare il lavoro

Suddividere compiti complessi in

parti più piccole

Concedere qualche piccola pausa

programmata

Insegnare ad avere il proprio ritmo

Segnali esterni, uditivi e visivi, che non

implichino direttamente l’intervento

dell’insegnante

Richiede che l’alunno sia abbastanza

motivato e sufficientemente

collaborativo

Fornire segnali

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Rendimento migliore in un ambiente

costante

Variare una sequenza di attività quotidiane può:

* far confondere;

* far calare l’attenzione;

* ostacolare il completamento del lavoro

Gli alunni tendono a diventare cognitivamente

meno efficienti con il trascorrere del giorno

Compiti complessi = prima

parte dell’orario scolastico

Attività meno strutturate =

seconda parte dell’orario

Fornire una routine costante pur continuando a cambiare le cose

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Intolleranza alla frustrazione

Strutturare le transizioni e preparare i cambiamenti

Cambiamenti inaspettati o non spiegati =

fanno precipitare i problemi comportamentali

Preparare in anticipo l’alunno ai

cambiamenti

Specificare i tempi

Spiegare qualsiasi novità

Avvisi anticipati

Conto alla rovescia

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Criticità delle prime settimane di scuola Anticipare i problemi potenziali

Attivare strategie preventive Lavorare sui punti di forza

dell’alunno

Favorire il successo Dare il maggiore risalto possibile ai minimi

successi dell’alunno

Prevenire le difficoltà Lavorare in stretta collaborazione con i genitori

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Spesso hanno riscontri negativi

Mondo percepito come minaccioso

Attivazione = modo per evitare

conseguenze negative

Dare un feedbackMiglioramenti significativi in presenza di

feedback immediato e maggiore attenzione

da parte dell’insegnante.

Consentire una certa quantità di

movimenti, non eccessivamente disturbanti

Riservare in fondo all’aula uno spazio dove il

bambino ogni tanto potrà muoversi senza

disturbare

Consentire una certa possibilitàdi movimento

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Prendere appuntiFornire materiale aggiuntivo

Utilizzo di registratore

Regolare le aspettative

Rendimento scolastico fortemente influenzato dalle

aspettative degli insegnanti e dagli interventi aggiuntivi sul

piano didattico e psicoeducativo.

Accumulo di frustrazione

struttura

varietàAttività gradevole utilizzata come ricompensa per

aver lavorato prima su un compito più difficile

Cooperative learning

Routine costante

Attività altamente organizzate

Regole

Aspettative

conseguenze

Adattare il curricolo Principi base

brevità

Esercitazioni brevi e frequenti

Lezioni con brevi unità di

apprendimento

Ritmo relativamente veloce con cui si

succedono le varie attività di classe

Page 25: ADHD - Strategie educative e didattiche di intervento

Compiti per casa

Spesso i genitori si assumono la

responsabilità per il lavoro dei loro figli

Difficoltà nel trascrivere i compiti assegnati

Dimenticano a casa/scuola il materiale necessario

Ci mettono una grande quantità di tempo per

terminare i compiti

Aiutare il bambino a

risolvere i compiti per

casa coinvolge sia

insegnanti che

genitori!!!

Possibili strategie…..

Utilizzo di schede strutturate dove scrivere i compiti,

che vengono poi «siglate» dall’insegnante

Utilizzo di un registratore per registrare l’assegnazione dei

compiti

Utilizzo della perdita di qualche gratificazione e applicazione

delle conseguenze logiche, in caso di dimenticanza del

quaderno dei compiti (da scuola a casa che viceversa)

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Messaggio essenziale da comunicare al bambino «Tu non sei il tuo comportamento»

L’autostima rappresenta il modo

in cui l’individuo valuta se stesso

La bassa autostima

Quando il bambino iperattivo ha una visione univoca e negativa della

propria persona, non capisce che il fatto importante è quello di essere una

persona e che il suo valore è intrinseco alla sua essenza, non a ciò che fa

Maggiore è il numero delle esperienze fallite, più bassa sarà l’autostima

Il bambino iperattivo tende più facilmente a sviluppare un’immagine

o un concetto di sé poveri e ad avere una bassa autostima

Evitare di criticare

aspramente l’alunno

Evitare di umiliare l’alunno

(ATTENZIONE all’ironia!!!)

Incoraggiamenti

positivi

frequenti

Sul compito, non sulla

persona

«Sei stato proprio bravo a

disegnare quelle auto da

corsa»

«Sei proprio bravo»

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«E’ colpa dei genitori/insegnanti se il

bambino manifesta queste difficoltà»

Determinate caratteristiche del bambino sono costituzionali e influenzate dal

temperamento. E’ bene impegnarsi nella soluzione costruttiva dei problemi

piuttosto che cadere nella trappola dell’attribuire ad altri la responsabilità del

comportamento del bambino.

«questo bambino è un caso patologico, non ci

dovremmo aspettare troppo da lui, perché è

troppo problematico»

Per aiutare il bambino è necessario sviluppare aspettative adeguate nei

suoi confronti sia a scuola che a casa e non abbandonare ogni speranza.

«questo bambino dovrebbe comportarsi come tutti gli

altri. Non dovrei essere sempre pronto ad intervenire

per insegnargli come comportarsi, non devo trattarlo

diversamente da tutti gli altri»

In realtà è necessario insegnare al bambino iperattivo come comportarsi.

Egli avrà tempi più lunghi degli altri per imparare a comportarsi in modo

adeguato.

«Non ho alcun controllo sul bambino. Mi

arrendo»

In realtà è bene che genitori e insegnanti abbiano un buon controllo sulle

proprie reazioni prima ancora di cercare di controllare il bambino stesso

«è colpa mia se il bambino ha queste difficoltà»

Aiutare il genitore a superare la tendenza all’autocolpevolizzazione, in

quanto potrebbe impedirgli di essere una risorsa efficace per il

bambino

«Il bambino lo fa apposta a comportarsi male»E’ importante evitare di considerare il comportamento del bambino

come intenzionalmente rivolto contro l’insegnante

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…un esempio di token economy…..

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Linee guida per controllare l’eccessiva attività motoria……

- Stabilire regole chiare per quanto riguarda il movimento all’interno della classe

- Predisporre segnali predeterminati che possano suggerire agli alunni quando possono parlare e quando devono stare tranquilli

- Stabilire specifiche conseguenze per la trasgressione alla regola

- Far si che gli alunni che seguono le regole possano costituire un modello, rinforzando con attenzione positiva il loro comportamento (NO CONFRONTI TRA BAMBINI!!!!)

- Utilizzare strategie di «mediazione cognitiva»

- Utilizzare molte più conseguenze positive per il comportamento adeguato e meno conseguenze negative per i comportamenti negativi

- Utilizzare il movimento o il permesso di parlare come conseguenze positive per gli alunni che sono rimasti tranquilli o che hanno ridotto il movimento per un certo lasso di tempo o durante certe attività

- Utilizzare pause, esercizi distensivi o brevi esercizi di rilassamento per favorire l’autocontrollo dei movimenti motori

- Integrare periodi di compiti da svolgere seduti con attività di apprendimento attivo

- Stimolare gli alunni a diventare più consapevoli del loro bisogno di movimento

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- Stabilire regole ben precise riguardo il prendere la parola durante la lezione o chiedere il permesso di fare qualcosa (scrivere la regola, verbalizzarla, attaccare dei cartellini sui banchi dei bambini…).

- Ignorare chi dà risposte impulsive e non alza la mano.

- Premiare i bambini che alzano la mano e utilizzarli come modelli. NON PARAGONARE i bambini tra loro.

- Quando un bambino che in precedenza aveva risposto in modo impulsivo alza la mano, dirigere immediatamente l’attenzione su di lui.

- Registrare il numero di volte in cui, ogni giorno, il bambino iperattivo alza lamano per rispondere. Ricompensare i miglioramenti settimanali sia rispetto ailivelli comportamenti di base di ciascun alunno, sia in base ai risultati della

settimana precedente.

- Oltre a contare quante volte vengono messi in atto comportamenti appropriati, lodare i buoni risultati e, quando viene raggiungo un obiettivo specifico, utilizzare qualche premio come rinforzo.

Linee guida per limitare l’impulsività a rispondere

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Strategie utili per innalzare l’autostima……

- Premiare lo sforzo piuttosto che concentrarsi solo sul risultato

aumento del desiderio del bambino di fare ulteriori tentativi.

- Iniziare sempre un nuovo compito stimolante definendo le aspettative

si permette al bambino di avere un successo realistico e adatto alla sua

età).

- Riconoscere le difficoltà di un compito, esprimendo nel contempo

fiducia nelle capacità dell’alunno di portarlo a termine.

- Concedere la possibilità di errori. Parlare degli errori fatti dagli adulti.

- Aiutare il bambino a riconoscere e identificare le reazioni emozionali

derivanti dai risultati ottenuti (comunicazione empatica).

- Coinvolgere il bambino nella pianificazione di un approccio mirato al

completamento dei vari compiti.

- Mantenere un’appropriata prospettiva riguardo ai successi scolastici.

- Essere sempre consapevoli dei punti di forza del bambino; permettergli

di manifestarli ogni volta che è possibile = aumento del senso di

autoefficacia.

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• BIOGRAFIA

• AAVV, ADHD a scuola, Guide Erickson, 2013

• Celi F., Università di Massa e Carrara

• Di Pietro et al., L’alunno iperattivo in classe, Erickson, 2001

• Vio et al, materiale di prossima pubblicazione

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