Addio alle buste di plastica. - geofor.it · mai nelle guide/ La Cambusa del Budda il libro/ Guido...

4
rivista di i nformazione e cologica ed e cosostenibilità Numero unico Aprile 2011 i l f atto di c opertina Editoriale di Paolo Marconcini rifiuti : istruzioni rer luso R ifiuti zero? Il consuntivo della raccol- ta dei rifiuti solidi urbani nel bacino servito da Geofor (24 comuni, 350 mila abitanti circa) è questo: 235.640 ton- nellate raccolte nel 2010 contro le 225.728 del 2009. 9.912 tonnellate in più (+4,39 %). Ci siamo rimangiati la diminuzione de- gli anni precedenti dovuta anche alla crisi economica: meno produzione, meno con- sumi, meno rifiuti. E questo nonostante il bacino Geofor abbia raggiunto nel 2010 la percentuale del 39,74% di raccolta differenziata (oltre 3% in più rispetto al 2009) e nonostante siano aumentati i centri di raccolta (o stazioni ecologi- che) e siano cresciuti i Comuni dove si attua la raccolta porta a porta. Al 39,74% di RD si sommeranno le per- centuali di incentivo per biocomposter e inerti attribuite ai Comuni dall’Agen- zia Regionale Recupero Risorse che vengono comunicate in settembre. Ciò significa che nel 2010 abbiamo raggiunto la percentuale del 40% di raccolta differenziata. Il sistema porta a porta è un mezzo e non il fine (il fine è differenziare e riciclare), ma certo si dimostra al momento il mezzo migliore per raggiungere buone percentuali di differen- ziata. Prova ne sia che la raccolta complessiva dei rifiuti cala solo nei Comuni (anche se non in tutti: Vecchiano, Bientina, Lari, Castelfran- co, S.M.Monte) che praticano il sistema por- ta a porta. La quantità totale di rifiuti raccolti si calcola sommando la raccolta differenziata (che è sempre un rifiuto) con quella dell’indif- ferenziata. Se aumenta il primo addendo per- ché il totale diminuisca deve diminuire di mol- to il secondo. Da noi la raccolta differenziata è aumentata rispetto al 2009 di 12.324 tonnellate (+17,12%) e l’indifferenziata è diminuita solo di 2.398 tonnellate (-1,58%). Da qui l’aumento del totale dei rifiuti prodotti che in media pro capite anno si attesta su kg. 619 (contro i 592 kg. del 2009). E’ noto che in Toscana si contano molti ri- fiuti industriali assimilabili ai rifiuti urbani con aspetti positivi e negativi e il tutto è reso incer- to per una normativa italiana lacunosa e con- traddittoria. Ma ciò non toglie che assistiamo ad una crescita dei rifiuti, infatti anche i dati provinciali sulla quantità dei rifiuti industriali testimoniano un aumento da 1 milione all’anno ad 1,2 milioni annui. Probabilmente, pur per- manendo la crisi, la leggera ripresa produttiva incide. Bisogna allora proseguire e rafforzare gli sforzi delle singole realtà per favorire un siste- ma diverso di produrre e consumare per ridurre D al primo di gennaio di quest’anno, in Italia, è entrato ufficial- mente in vigore il divie- to di commercializzare i sacchetti di plastica. Oggi, quindi, si possono solo acquistare sacchetti biodegradabili. Quelli di plastica saranno distri- buiti, fino a esaurimento scorte, ma solo gratuita- mente. La lentezza delle buste Un provvedimento molto importante contro uno degli oggetti più dif- fusi e, allo stesso tempo, più inquinanti tra quelli usati quotidianamente da milioni di persone. Secondo le stime più recenti, soltanto l’uno per cento delle buste di plastica usate nel mon- do viene riciclato. Tutto il resto diventa rifiuto o viene disperso nell’am- biente, dove resta per se- coli vista la lentezza con cui si decompone. Due mila tonnellate Uno degli oggetti più comuni e all’apparenza innocui (una busta pesa mediamente 20 grammi) ha in realtà effetti mici- diali sull’ecosistema an- che per l’enorme quan- tità che ne consumiamo. Per intenderci, nella nostra provincia ogni anno sono consumati oltre due mila tonnellate di sacchetti di plastica. La sostituzione con i sacchetti biodegradabili alleggerisce il problema ma non lo risolve. Cambiare abitudini Se imparassimo ad usare borse riusabili, di stoffa di juta, l’ambiente ne otterrebbe un immen- so sollievo. Intervenire sulle abitudini delle per- sone è complesso e non sempre dà risultati. Ma il nostro modo di rap- portarci con l’ambiente deve necessariamente cambiare altrimenti i ri- fiuti e l’inquinamento ci travolgeranno. L’oceano sporco Per fornire alcuni dati significativi, la Blue Ocean Society for Ma- rine Conservation stima che circa il 50 per cento dei rifiuti presenti nel- le acque degli oceani sia costituito da plasti- ca. Più di un milione di uccelli e oltre centomi- la mammiferi marini muoiono ogni anno per avere ingerito o essere rimasti soffocati da og- getti di plastica trovati in mare. Qualche anno fa, a largo della costa della California è stata indivi- duata una enorme massa fluttuante, composta da rifiuti prevalentemente di plastica, con una su- perficie grande due volte l’Italia. Per chi volesse capire meglio vi rimandiamo a un bellissimo filmato che potrete trovare a questo indirizzo: http://www. guardian.co.uk/environ- ment/interactive/2010/ aug/17/majestic-plastic- bag-mockumentary. E’ stato realizzato dall’associazione am- bientalista statunitense Heal the Bay, racconta la storia di un sacchetto di plastica e del suo viaggio verso l’Oceano Pacifico e si spiega meglio di tan- te parole La metà dei rifiuti presenti negli oceani sono di plastica Addio alle buste di plastica. SOMMARIO DIFFERENZIAZIONE E NUOVI IMPIANTI: UN BINOMIO POSSIBILE continua a pagina 4 un pisano alla volta/ Ugo Riccarelli mai nelle guide/ La Cambusa del Budda il libro/ Guido Viale, La civiltà del riuso il film/ Animali di tutto il mondo unitevi lo spettacolo/ Essedice fatti in casa/ ricette a km 0 curiosità dal numero verde/ articolo/ L’azieda che verrà all’interno pagina 2 pagina 3 pagina 4 GEOinFORma, Periodico di attualità e cultura ecologica: raccolta differenziata e ambiente. Registrazione Tribunale di Pisa 6/04 del Registro della Stampa. Distribuzione gratuita nel territorio servito da Geofor SpA Progetto grafico: Sintesi-Pisa.com Redazione: Geofor SpA Viale America 105 - 56025 Pontedera tel. 0587 2619. e-mail: [email protected]

Transcript of Addio alle buste di plastica. - geofor.it · mai nelle guide/ La Cambusa del Budda il libro/ Guido...

Page 1: Addio alle buste di plastica. - geofor.it · mai nelle guide/ La Cambusa del Budda il libro/ Guido Viale, La civiltà del riuso ... che si perdono”. Stramonio è stato ripubblicato

rivista di informazione ecologica ed ecosostenibilitàNumero unico Aprile 2011

il fat to d i co p e r t i n a

Editoriale di Paolo Marconcini

rifiuti:istruzioni rer l’uso

Rifiuti zero? Il consuntivo della raccol-ta dei rifiuti solidi urbani nel bacino servito da Geofor (24 comuni, 350

mila abitanti circa) è questo: 235.640 ton-nellate raccolte nel 2010 contro le 225.728 del 2009. 9.912 tonnellate in più (+4,39 %). Ci siamo rimangiati la diminuzione de-gli anni precedenti dovuta anche alla crisi economica: meno produzione, meno con-sumi, meno rifiuti. E questo nonostante il bacino Geofor abbia raggiunto nel 2010 la percentuale del 39,74% di raccolta differenziata (oltre 3% in più rispetto al 2009) e nonostante siano aumentati i centri di raccolta (o stazioni ecologi-che) e siano cresciuti i Comuni dove si attua la raccolta porta a porta. Al 39,74% di RD si sommeranno le per-centuali di incentivo per biocomposter e inerti attribuite ai Comuni dall’Agen-zia Regionale Recupero Risorse che vengono comunicate in settembre. Ciò significa che nel 2010 abbiamo raggiunto la percentuale del 40% di raccolta differenziata.

Il sistema porta a porta è un mezzo e non il fine (il fine è differenziare e riciclare), ma certo si dimostra al momento il mezzo migliore per raggiungere buone percentuali di differen-ziata. Prova ne sia che la raccolta complessiva dei rifiuti cala solo nei Comuni (anche se non in tutti: Vecchiano, Bientina, Lari, Castelfran-co, S.M.Monte) che praticano il sistema por-ta a porta. La quantità totale di rifiuti raccolti si calcola sommando la raccolta differenziata (che è sempre un rifiuto) con quella dell’indif-ferenziata. Se aumenta il primo addendo per-ché il totale diminuisca deve diminuire di mol-to il secondo. Da noi la raccolta differenziata è aumentata rispetto al 2009 di 12.324 tonnellate (+17,12%) e l’indifferenziata è diminuita solo di 2.398 tonnellate (-1,58%). Da qui l’aumento del totale dei rifiuti prodotti che in media pro capite anno si attesta su kg. 619 (contro i 592 kg. del 2009).

E’ noto che in Toscana si contano molti ri-fiuti industriali assimilabili ai rifiuti urbani con aspetti positivi e negativi e il tutto è reso incer-to per una normativa italiana lacunosa e con-traddittoria. Ma ciò non toglie che assistiamo ad una crescita dei rifiuti, infatti anche i dati provinciali sulla quantità dei rifiuti industriali testimoniano un aumento da 1 milione all’anno ad 1,2 milioni annui. Probabilmente, pur per-manendo la crisi, la leggera ripresa produttiva incide.

Bisogna allora proseguire e rafforzare gli sforzi delle singole realtà per favorire un siste-ma diverso di produrre e consumare per ridurre

Dal primo di gennaio di quest’anno, in

Italia, è entrato ufficial-mente in vigore il divie-to di commercializzare i sacchetti di plastica. Oggi, quindi, si possono solo acquistare sacchetti biodegradabili. Quelli di plastica saranno distri-buiti, fino a esaurimento scorte, ma solo gratuita-mente.La lentezza delle busteUn provvedimento

molto importante contro uno degli oggetti più dif-fusi e, allo stesso tempo, più inquinanti tra quelli usati quotidianamente da milioni di persone. Secondo le stime più recenti, soltanto l’uno per cento delle buste di plastica usate nel mon-do viene riciclato. Tutto il resto diventa rifiuto o viene disperso nell’am-biente, dove resta per se-

coli vista la lentezza con cui si decompone. Due mila tonnellateUno degli oggetti più

comuni e all’apparenza innocui (una busta pesa mediamente 20 grammi) ha in realtà effetti mici-diali sull’ecosistema an-che per l’enorme quan-tità che ne consumiamo. Per intenderci, nella nostra provincia ogni anno sono consumati oltre due mila tonnellate di sacchetti di plastica. La sostituzione con i sacchetti biodegradabili alleggerisce il problema ma non lo risolve. Cambiare abitudiniSe imparassimo ad

usare borse riusabili, di stoffa di juta, l’ambiente ne otterrebbe un immen-so sollievo. Intervenire sulle abitudini delle per-sone è complesso e non sempre dà risultati. Ma il nostro modo di rap-

portarci con l’ambiente deve necessariamente cambiare altrimenti i ri-fiuti e l’inquinamento ci travolgeranno. L’oceano sporcoPer fornire alcuni dati

significativi, la Blue Ocean Society for Ma-rine Conservation stima che circa il 50 per cento dei rifiuti presenti nel-le acque degli oceani sia costituito da plasti-ca. Più di un milione di uccelli e oltre centomi-

la mammiferi marini muoiono ogni anno per avere ingerito o essere rimasti soffocati da og-getti di plastica trovati in mare. Qualche anno fa, a largo della costa della California è stata indivi-duata una enorme massa fluttuante, composta da rifiuti prevalentemente di plastica, con una su-perficie grande due volte l’Italia. Per chi volesse capire

meglio vi rimandiamo a

un bellissimo filmato che potrete trovare a questo indirizzo: http://www.guardian.co.uk/environ-ment/interactive/2010/aug/17/majestic-plastic-bag-mockumentary. E’ stato realizzato

dall’associazione am-bientalista statunitense Heal the Bay, racconta la storia di un sacchetto di plastica e del suo viaggio verso l’Oceano Pacifico e si spiega meglio di tan-te parole

La metà dei rifiuti presenti negli oceani sono di plastica

Addio alle buste di plastica.

SOMMARIODIFFERENZIAZIONE E NUOVI IMPIANTI:

UN BINOMIO POSSIBILE

continua a pagina 4

un pisano alla volta/ Ugo Riccarellimai nelle guide/ La Cambusa del Budda

il libro/ Guido Viale, La civiltà del riusoil film/Animali di tutto il mondo unitevilo spettacolo/ Essedicefatti in casa/ ricette a km 0curiosità dal numero verde/

articolo/ L’azieda che verrà

all’interno

pagina 2

pagina 3

pagina 4

GEOinFORma, Periodico di attualità e cultura ecologica: raccolta differenziata e ambiente. Registrazione Tribunale di Pisa 6/04 del Registro della Stampa. Distribuzione gratuita nel territorio servito da Geofor SpAProgetto grafico: Sintesi-Pisa.comRedazione: Geofor SpAViale America 105 - 56025 Pontederatel. 0587 2619. e-mail: [email protected]

Page 2: Addio alle buste di plastica. - geofor.it · mai nelle guide/ La Cambusa del Budda il libro/ Guido Viale, La civiltà del riuso ... che si perdono”. Stramonio è stato ripubblicato

Il profilo, a volte serio, a volte meno, di un personaggio della provincia.

Numero unico - Aprile 2011pag. 2

un pisano alla volta: ugo riccarelli

Se non ci fosse Praga Ma-rina di Pisa sarebbe la città più magica del mondo. E’ inquie-tante e surreale, per certi versi assurda. Ortogonale e precaria. Troppo esposta al mare che la consuma per poter pretendere d’essere bella. Esprime fisica-mente una malinconia profon-da che è parte sostanziale del

suo rugginoso e struggente fascino. In quel luogo, nel corso del tempo, si sono suc-ceduti ristoranti eccellenti con ristoratori epici. Di quelle glo-rie culinarie e umane - Toto, Janett, Barbarossa, Foresta - oggi rimangono alcune delle insegne, ma i contenuti sono altri. Solo l’Arsella ricorda se stessa di allora. Ma, a volte, succedono anche cose nuo-

ve. Un ristorante (vineria, risto-rosticceria, sta

scritto sul biglietto da visita) da marcia-

piede, ad esempio. Si oppone alle strutture palafit-ticole dei suoi antichi prede-cessori sempre sul lungomare ma dall’altra parte della stra-da, sul marcia-

piede, appunto. Una stanza picco-

la con cucina retrostante che d’estate esplode all’esterno. Ma a volte (ed è più godibile) basta una giornata invernale di sole. Con una cucina sempli-ce e sincera (pasta alle cicale, muscoli ripieni, acciughe alla povera) la mamma si espri-me in cucina e il figlio, con una brigata proporzionale alla stagione, serve con vivacità e attenzione i suoi piatti in dosi massicce. Vino onesto. Se riu-scirete a mangiare due portate ve la caverete con 25 euro; se, come è più probabile, uno dei piattoni vi sazierà, spendere-te assai meno. Un’inezia se si considera che il sole, l’aria, il mare e, nei giorni tersi, la vista delle Apuane innevate laggiù sono compresi nel prezzo

Un uomo di mondo con due cuori grandi.Almeno come la sua penna.Iniziamo la nostra

galleria di perso-naggi pisani con

un uomo che propria-mente pisano non è (è nato in provincia di Torino, ha lasciato il cuore a Londra), ma che qui ha vissuto a lungo e ha conservato molti affetti, uno parti-colarmente importante: sua figlia Francesca.

La vicenda umana di Ugo Riccarelli è più di un romanzo. E’ la storia di un uomo che nasce con una malfor-mazione ai polmoni ma riesce a svolgere una vita normale, studia, la-vora, mette su famiglia, fin quando, nei prima anni Novanta, è co-stretto a sottoporsi ad un trapianto a Londra: polmoni e cuore. Il suo cuore espiantato, ma ancora gagliardo, sarà trapiantato nel torace di una donna inglese.

L’uomo ha quindi due cuori attivi e una penna che, a iniziare dal racconto di questa sua vicenda “Le scar-pe appese al cuore” (1995), produrrà una serie di romanzi, in un crescendo che lo porte-rà a vincere il Premio selezione Campiello

con “Un uomo che for-se si chiamava Schulz” (1998) fino ad aggiudi-carsi, nel 2004, il pre-mio Strega con l’im-pareggiabile “Il dolore perfetto”. Quel che ci interessa qui è una sua opera del 2000: “Stra-monio” metafora di un mondo che produce troppi rifiuti. Anche umani.Come nasce questo libro?

Da una considera-zione sul tema dei rifiu-ti, quelli solidi urbani, come rappresentazione e metafora di quello che la nostra sciagu-rata società rifiuta in varie forme. L’idea mi fu ispirata da un giova-nissimo studente che, durante un incontro nelle scuole, mi fece una domanda su que-sto tema: “Ma com’è possibile crescere in mezzo a tutta questa immondizia”. Già, mi dissi.E poi?

M ’ a p p a s s i o n a i al problema e andai a Pontedera presso l’azienda che allora gestiva i rifiuti nella provincia di Pisa. Lì incontrai un ingegnere burbero e sanguigno,

ma con le idee molto chiare che mi illumi-nò sul ciclo dei rifiuti e sull’atteggiamento delle persone nei loro confronti. Mi spiegò che tutti volevano il cassonetto vicino, ma non troppo vicino. Vo-gliamo fare poca fatica per buttarli ma siccome puzzano, è bene tenerli un po’ discosti. La me-tafora si confermava e l’ingegnere m’ispirò un personaggio che nel romanzo ho chiamato Lupo. E’ il “maestro” di Stramonio.Beh, credo di aver capito chi era, lo informerò, ne sarà onorato. E quindi la metafora prese corpo.

Sì, era fin troppo evidente. Non nel mio giardino, insomma. Le discariche e gli ince-neritori sono indispen-sabili, vanno fatti, ma non qui vicino a me. Lo stesso comporta-mento viene traslato anche a quelli che ven-gono considerati rifiuti umani: i rom, i detenu-ti, i malati. Non li vo-gliamo accanto, non li vogliamo vedere, che se ne occupi qualcun altro. Il fatto che siano esseri umani è trascu-

rabile.Insomma, il consumismo applicato anche alla convivenza sociale.

Sì, abbiamo fretta, consumiamo e buttia-mo in un vortice for-sennato. Poi di quel che buttiamo non vo-gliamo sapere più nul-la, non ci riguarda più. I rifiuti urbani e quelli umani sono sporchi, brutti e cattivi: puz-zano; non spetta a noi occuparcene.Stramonio, invece, guarda le cose dal basso.

Esatto, è piccolo. Il suo punto di vista è quello. In una socie-tà che è diventata un palcoscenico dove esi-sti solo se hai le luci puntate addosso e sei vestito di lustrini, vive-re nel sottosuolo aiuta a capire anche altro. Il libro fu premiato, nel 2000, a New York e lì mi chiamarono per una conversazione. Mi resi conto che l’allegoria funzionava, ma fu ca-pita appieno quando citai Bufalino: “I vin-citori non sanno quello che si perdono”.Stramonio è stato ripubblicato di

recente da Einaudi e la sua lezione è sempre più attuale. Che altro sta preparando in questi ultimi tempi?

Insieme a Marco Baliani abbiamo scrit-to uno spettacolo in occasione del 150° dall’Unità: “La Repubblica di un solo giorno”. Racconta del-la Repubblica Romana del 1849 quella di Mazzini, Ar-mellini e Saffi. L’unica vera rivoluzione mai fatta in Italia che abolì la pena di morte, inventò il suffragio universale e mise le basi della Co-stituzione. Proce-dendo al c o n -

trario - lo spettacolo è in giro da un po’ - ho deciso di romanzarlo e di farci un libro che è uscito proprio in questi giorni da Mon-d a d o -ri.

A lei piace procedere al contrario.

Molto, mi aiuta a capire

Lo stramonio è una pianta dai fiori bianchi che cresce tra i rifiuti; in piccole quantità è terapeutica, in quantità maggiori velenosa.

Stramonio è anche il soprannome di Paolino il pro-tagonista del romanzo. Paolino è piccolo di statura e minuto, ma di grande intelligenza e raffinatezza. Per cui, al contempo, risulta trascurabile e ingom-brante. Ha un mentore, lo scrittore ceco Bohumil Hrabal e somiglia all’io-narrante di “Una solitudi-ne troppo rumorosa”, reietto di una società che tra-sforma tutto in rifiuti. E Paolino diventa uno spaz-zino, in coerenza con l’epigrafe iniziale, sempre di Hrabal: «…ma la vita è rimozione di sporcizia», che è il filo conduttore della storia. Metafora del mondo come incessante produttore di rifiuti che non si ferma neppure di fronte agli uomini tant’è che lo stesso Stramonio è destinato a diventarlo.

Ugo Riccarelli

StramonioEinaudi di Stile Libero, 2009pagg. 208 - € 12,50

Intervista dove si parla di Stramonio, rifiuti e d’altro

Un ristoro da marciapiede.

La Cambusa deL buddavia Padre Agostino, 13Marina di Pisatel 050 36461

mai nelle guide Posti un po’ così dove si mangia bene

Page 3: Addio alle buste di plastica. - geofor.it · mai nelle guide/ La Cambusa del Budda il libro/ Guido Viale, La civiltà del riuso ... che si perdono”. Stramonio è stato ripubblicato

libri · film · teatro · eventi · concerti · curiositàNumero unico - Aprile 2011 pag. 3

CuriositàSUPEREROI DELL’AMBIENTE

MADE IN PISA.

Batman, Flash, Capitan America e Wonder Woman sono comparsi a Pisa per dare una lezione di ecologia ai cittadini della movi-da notturna. Il loro modo di operare è fatto di incursioni gioco-

se, che però hanno un significato: istruire gli utenti della notte su come rispettare l’ambiente in modo divertente. Anche Geoman, il genio del cassonetto di Geofor, si è affiancato ai “colleghi” supereroi in alcune “missioni” educative.L’idea, nata da Alessandro Trolese e Marco Cardinotti, è stata talmente apprezzata che i supereroi pisani sono stati chiamati da Giancarlo Ma-

galli a “I fatti vostri” (Raidue) e intervistati al noti-ziario ambientale nazionale di Radio Dimensione

Suono.

Gipi si chiama Gianni Pacinot-ti ed è pisano,

disegna e racconta storie. Secondo Goffredo Fofi è uno dei migliori narratori italiani: confermo. Il padre di Gipi si chiamava Sergio e faceva l’ottico ma, come il collega Baruch Spinoza, era un po’ filosofo. Un filo-sofo pragmatico, diciamo. Ecco, succede che dopo la sua morte, dopo averne scritto in un libro bellis-simo: “S.”, Gianni abbia deciso di trasferire tutto su un palco con l’aiuto dei

bravissimi “Sacchi di sab-bia”. Lui è lì che disegna e racconta una storia che si dipana tra la memoria di un padre, quella di un figlio e quella di una città. Dal bombardamento dell’ago-sto del 1943 (il primo che Pisa subì, terribile) inizia un racconto tra presente e passato che cita se stesso, che si spezza, si sospende, si perde. Pirandello è dietro quel palco. Ma al centro c’è Gipi e il suo amore per uno che gli ha insegnato tanto. Anche il disincanto

“Non vale la pena aggiustarlo, lo com-pro nuovo”, quan-

te volte abbiamo detto questa frase? In questo libro di Guido Viale si riscopre “la seconda mano” e il suo senso profondo che esula dalle nostre dispo-nibilità economiche per diventare una scelta etica e una filosofia di vita. Un modo di far dimi-nuire i rifiuti per amore del loro valore (non solo economico) e del pianeta Terra.

Nella disamina di Viale, tra l’altro, si censiscono i beni durevoli di cui sventatamente ci sba-razziamo, quanto val-gono e a quante persone potrebbe dare lavoro il loro recupero; quanto è importante avere a dispo-sizione tecnici in grado di riparare gli oggetti e che intima soddisfazione può dare questo lavoro. Tra le mille riflessioni utili una sorprende più delle altre: quello dell’artigiano non è un mestiere del passato, ma del futuro

Tutti, ma proprio tutti, gli animali della ter-ra decidono di unirsi

per difendere un pianeta sempre più a rischio. Gli orsi polari che vedono il ghiaccio sciogliersi; i leoni e le giraffe che in Africa rischiano di morire di sete. Per questo si mettono in marcia verso New York per partecipare e cambiare il programma della Conferenza Mondiale per l’Ambiente. Il 21 gennaio è uscito nelle sale italiane il film di animazione “Animals united”, ispirato al libro “La conferenza degli animali” di

Erich Kastner che racconta in modo divertente e istruttivo quel che accade e quel che si può fare per rimediare al de-clino ambientale del mondo. Perché nulla vada perduto la produzione in collaborazione col Wwf ha promosso il pro-getto ‘Uniti per l’Ambiente’ rivolto alle scuole primarie. Con l’aiuto degli insegnanti i ragazzi sono invitati a inven-tare una sceneggiatura sotto forma di elaborato grafico o scritto ispirandosi alle tema-tiche ambientali contenute in uno speciale kit creato dai promotori

Guido VialeLa civiltà del riusoRiparare, riutilizzare,ridurreLaterzaPagg. 138, € 14,00

curiosità dal numero verde

La mi’ moglie no.Cittadino: “Bongiorno, la mi’ mo-glie c’ha da butta’ via la lavatrice”Operatrice: “Buongiorno a lei. Il ritiro verrà effettuato il giorno 10 Gennaio, dalle 9 alle 13. Dovrà metterla sul marciapiede”Cittadino: “Cosa? Devo mette la mi’ moglie sul marciapiede?!”.

Dopo il ponticello.Operatice: “Da dove chiama, signo-re?”Cittadino: “Da casa mia”Operatrice: “Sì, d’accordo. Ma l’in-dirizzo?”Cittadino: “Dopo ir ponticello giri subito, poi lo vedi: la mi’ casa è pro-prio accanto a casa di Beppe”.

Ma è sudicio.Cittadino: “Oh, e c’ho da svotà ‘r bottino…”Operatrice: “Buongiorno, probabil-mente lei dovrebbe parlare con Ac-que…”Cittadino: “No, e ‘un c’ho l’acqua; e c’ho ‘r botti-no!”.Operatrice: “Sì, ho capito, ma deve fare un altro numero; quello di un’azien-da che si occupa di questo. Noi siamo Geofor, raccogliamo i rifiuti”Cittadino: “E perché, ir bottino ‘un è sudi-cio?!; io ho chia-mato voi, punto e basta. E ‘un chiamo più nes-suno!”. Click…

Queste conversazioni sono solo alcune di quelle che concorrono a formare le circa cinquemila telefonate al mese ricevute dal Numero Verde di Geofor:

recycle

Animals Uniteddi Reinhard e Holger Tappe

Essediceregia di Gipi edei Sacchi di Sabbia

lo

RIPARAREIL PIANETA

ANIMALIDI TUTTOIL MONDO:UNITEVI

ONORAIL PADRE

di Sabrina Frati

Chi differenzia fa la differenza.

Nella foto:i supereroi con la loro “supercar”

mentre puliscono le strade di

Pisa».

AVANZI DI CIBO | PICCOLI SFALCI DI POTATURE RIVISTE | SCATOLE DI CARTONE BOTTIGLIE E FLACONI DI PLASTICA | VETRO | LATTINE | BARATTOLI DI LATTA | RETI DI PLATICA | VASCHETTE PER ALIMENTIo centri raccolta

Page 4: Addio alle buste di plastica. - geofor.it · mai nelle guide/ La Cambusa del Budda il libro/ Guido Viale, La civiltà del riuso ... che si perdono”. Stramonio è stato ripubblicato

Numero unico - Aprile 2011pag. 4

L’assemblea dell’Ato (Ambito Territoria-le Ottimale) della

Costa composto da 115 Co-muni delle quattro Province di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara hanno deli-berato il percorso che porte-rà alla selezione del gestore unico del servizio rifiuti.

Era loro dovere e diritto, l’Ato era anzi inadempiente rispetto alla legge regionale 61/2007; così facendo è stato evitato il commissariamen-to annunciato dalla Regione Toscana.

I percorsi possibili previsti dalla normativa na-zionale ed europea per sele-zionare un’unica società di gestione, che abbia al suo interno almeno un 40% di partecipazione privata, sono due: la gara per l’affidamen-to del gestore o la formazione di una società mista attraver-so una selezione di evidenza pubblica.

Gli altri due Ato che, per quanto riguarda il set-tore dei rifiuti, comprendo-no la Toscana: l’Ato Centro (Comuni delle Province di Firenze, Prato, Pistoia e Cir-condario di Empoli) e Ato Sud (Comuni delle Provincie di Siena, Arezzo e Grosseto) hanno scelto prima della fine del 2010 di effettuare la gara per l’affidamento del servi-zio per scegliere il gestore

unico.Anche noi aveva-

mo costituto un’Asso-ciazione Temporanea di Impresa (Ati) che comprendeva la pi-sana Geofor, l’Asiu di Piombino, la Rea di Rosignano, la Bel-vedere di Peccioli e Sistema Ambiente di Lucca. Ci erava-mo organizzati per prepararci alla gara. Evidentemente l’Ati non è stata in grado

di trasmettere progettualità, forza e rappresentatività ai Comuni dell’Ato Costa. Evi-dentemente non c’è da noi quell’intreccio di relazioni autonome ma correlate, tra le strategie delle aziende di ser-vizio del settore e le politiche amministrative, che invece è riscontrabile nelle altre aree della Toscana.

Fatto sta che l’Ato Co-sta ha scelto, contrariamen-te agli altri Ato, il percorso della società mista, percorso che deve essere ancor meglio definito, ma che, per grandi linee, è gia tracciato. Sarà costituita una “new.co.”, una nuova società interamente pubblica formata e partecipa-ta inizialmente dai Comuni compresi nell’Ato. Tale so-cietà dovrà effettuare un uni-co bando di gara ad evidenza pubblica “a doppio oggetto” per selezionare il socio indu-striale privato, attribuendogli una partecipazione non infe-riore al 40% e per affidargli gli specifici compiti opera-tivi connessi alla gestione del servizio rifiuti di tutto l’Ato. Non diversamente da come è avvenuto da noi per il servizio pubblico delle acque. Certamente il socio privato, così selezionato per prerogativa di legge e confe-rimento di capitale, avrà un ruolo importante e decisivo nella nuova società unica di

gestione. La newco stipulerà con-

tratti di affitto con tutte le società pubbliche o miste preesistenti. Successivamen-te potranno essere conferiti i rami d’azienda delle socie-tà interamente pubbliche, mentre le società che hanno al proprio interno soci priva-ti, che li abbiano scelti o no con gara pubblica, devono liquidarne la partecipazione societaria.

Saranno acquisiti dalla newco, dal nuovo gestore, gli impianti tramite il pagamen-to della quota non ammortiz-zata degli investimenti.

Il tutto sarà precedu-to dalla costituzione di un collegio di sindaci, da un gruppo di lavoro composto da tecnici: dovrà essere ap-prontato uno studio di fatti-bilità che comprenda valuta-zioni tecniche, economiche e giuridiche nonché il Piano industriale economico e fi-nanziario, basato sul Piano straordinario dell’Ato Costa a suo tempo approvato dalla Regione Toscana.

Questo processo è ne-cessario per rendere più equa e condivisa la tariffa e so-prattutto per affermare una politica industriale nel setto-re troppo frammentato dei ri-fiuti, capace di affrontare gli ingenti investimenti necessa-ri al suo ammodernamento. Oggi in Toscana ci sono ben 27 aziende operanti, nell’Ato Costa 16. Tutto questo sarà ridotto a tre aziende, una per ogni Ato.

Bisogna dire che per af-frontare il percorso della so-cietà mista, il nostro Ato si è deciso molto in ritardo e oggi non sarà facile intraprendere in fretta il cammino che deve portare ad “assorbire” le di-verse società operanti per creare una società che sia in equilibrio sia per quanto riguarda la propria capitaliz-

zazione che l’organizzazione del servizio. Una società che avrà circa 1.500 dipendenti, presterà servizio in quattro province a circa 1.344.000 abitanti, dovrà ammortizzare e gestire gli impianti, dovrà operare investimenti intanto per oltre 130 milioni di euro (previsti dal piano straor-dinario che deve essere ag-giornato) ce dovranno essere coperti dalla tariffa unica di ambito).

Geofor potrebbe essere considerata, se non la prima tra le prime aziende dell’Ato Costa, per esperienza storica nella gestione degli impianti e del servizio, per quantità di Comuni serviti, per il territo-rio provinciale che in gran-dissima parte rappresenta, per la lunga conduzione atti-va dei propri bilanci e anche in virtù del fatto che il no-stro sistema societario ha da tempo previsto lo scorporo degli impianti posti in mano ad una società interamente pubblica. Tuttavia la nostra azienda avrà difficoltà ad aderire al processo di costi-tuzione del nuovo gestore se non si individueranno mec-canismi equi in grado di con-sentire la liquidazione della partecipazione dei soci pri-vati. Queste difficoltà vanno risolte per potere affermare il ruolo, il valore, gli investi-menti, l’importanza e la rap-presentatività di Geofor per l’area pisana, per l’Ato, per il nuovo gestore.

E ancor prima per onora-re la professionalità dei no-stri dirigenti e dei lavoratori che proseguiranno l’opera, forti delle tutele contrattuali-stiche, normative e sindacali, nella nuova società di cui, sono certo, costituiranno, in-sieme agli altri, la base per il miglioramento del servizio pubblico

Paolo Marconcini

L’AZIENDA CHE VERRÀ

i rifiuti: porta a porta, stazioni ecologiche, fonta-nelli pubblici ecc. Ma è evidente che occorrono soprattutto misure su scala nazionale per ridurre le quantità immesse sul mercato di plastica, imbal-laggi ecc. Si può agire sulla leva fiscale in base al principio della responsabilità diffusa modificando le modalità produttive, incoraggiando il vetro con resa, eliminando gli shoppers non biodegradabili, ecc.

Siamo in attesa dei dati regionali e nazionali, ma una risposta va data e programmata qui e ora perché sono necessari molti anni per realizzare nuovi impianti ed attuare nuove politiche. E la ri-sposta migliore è pensare ad un sistema integrato di interventi a livello provinciale, regionale e na-zionale.

Primo: differenziare e riciclare di più e in maggior qualità aumentando le filiere del recu-pero e del riciclo: multimateriale leggero, vetro e organico. Coinvolgere il mondo della ricerca. In questa direzione vanno il progetto dell’azien-da Revet e il nuovo impianto per l’organico di Geofor.

Secondo: individuare il sistema necessario di discariche diminuendone però il numero (in Toscana ce ne sono 22) e sopratutto dimi-nuendo la percentuale di conferimento dei rifiuti (attualmente in Toscana tra il 50 e il 60 %!) che vi finisce. In provincia di Pisa (bacino Geofor) il dato, pur non otti-male, è già più accettabile: all’incirca 40% differenziata, 25% recupero energetico, 35% discarica.

Terzo: investire in nuova tecnologia. La Toscana ha otto termovalorizzatori qua-si tutti piccoli e datati. Si possono ridurre realizzandone di più capienti, moderni e sicu-ri per raccogliere energia dai rifiuti. In Europa non hanno paura della scienza e della tecnologa come in Italia. Il tema della produzione energe-tica è decisivo per le sorti del pianeta e i rifiuti possono fare la loro parte. Così si fa in Francia, in Germania, in Austria, in tutti i paesi del nord Europa. In Italia, invece, non solo ricicliamo poco, buttiamo in discarica oltre il 50% dei rifiuti e solo il 10% va a recupero energetico e ormai l’emer-genza rifiuti riguarda parte della Campania, della Calabria, del Lazio e della Sicilia. Uno studio del politecnico di Milano dimostra che le emissioni dei termovalorizzatori di Bologna, Brescia e Mi-lano sono controllate e ininfluenti sulle condizioni atmosferiche e sulla salute, nonché rispetto alla qualità e quantità di nanoparticelle immesse in-vece in gran quantità da altre fonti di emissioni: traffico, combustione di biomasse ecc.

Per quanto riguarda i gassificatori essi pos-sono essere una soluzione per la grande quantità di rifiuti industriali che rischiano di sommerger-ci. Non hanno nessuna influenza sull’aria e sulla salute e, se programmati anch’essi in quantità e qualità, possono essere più efficaci per produrre energia.

Non è giusto creare allarmismi ingiustificati e privi di supporto scientifico. Questo è oscuranti-smo e strumentalizzazione politica. E’ l’anacroni-stico e sciocco tentativo di mettere in contrasto vo-cazioni industriali e agrituristiche in una regione e in un territorio dove per fortuna queste differenti vocazioni hanno sempre convissuto. E non solo da noi, a Vienna non mi risulta diminuita l’attrazio-ne della città o l’affluenza negli alberghi, né mi risultano diminuiti la qualità del cibo, dell’aria o il livello di salute dei cittadini e Vienna ha quattro termovalorizzatori, di cui uno vicino all’ospeda-le e alla città universitaria, con i quali provvede, attraverso il recupero energetico, al teleriscalda-mento della città.

L’alternativa a tutto questo non è il rifiuto zero, non è un paese o un territorio migliore, sarà

semmai in alcune aree del paese l’emergenza ri-fiuti e da noi e in Toscana l’ulteriore utilizzo delle discariche per i rifiuti urbani e industriali. Questo è meglio per l’ambiente, per l’agricoltura, per il vino, per l’acqua ed il cibo? E’ meglio per il turi-smo? Immagino: albergo con vista o produzione vitivinicola su discarica. E’ meglio per coloro che pensano che i rifiuti spariscano o vadano messi da qualche parte ma non nel nostro cortile.

Se gli ambientalisti e i comitati vari vogliono essere d’aiuto per le politiche dei rifiuti smetta-no di cavalcare tendenze oscurantiste, populiste e ideologiche e partecipino con le istituzioni de-mocratiche elette alla: riduzione, recupero (anche energetico), riciclo e smaltimento dei rifiuti previ-sto dalle direttive europee e dal codice ambienta-le del nostro paese. Questa gerarchia corrisponde

ad un processo che va affrontato in maniera complessiva e non con im-

Verso l’unificazione delle aziende dei rifiuti della Costa

rifiuti: istruzioni per l’uso

probabili scansioni temporali che ne vanificherebbero la program-mazione.

E facciano anche quel-lo che si fa in Europa: siano presenti nel processo di pro-grammazione, controllino la progettazione e propongano la loro rappresentanza attiva in organismi preposti al controllo delle emissioni degli impianti. Ma forse a dire di no si raccattano più consensi a destra e sinistra, anche se si risolvono meno i problemi dei rifiuti, le risorse che essi rappresentano e quin-di i bisogni dei citta-dini e dell’ambiente

riprende da prima pagina