Ad V Maggio2012 Eventi&Cultura
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80 AdV | strategie di comunicazione | advertiser.it
EVENTI, ARTI & CULTURA: SINERGIE A ELEVATO VALORE AGGIUNTOIn periodo di crisi, anche gli eventi vengono “razionalizzati”: i costosi
“effetti speciali” lasciano spazio a “soluzioni intelligenti”, dove contano
la qualità della relazione personale, la percezione del messaggio,
la distintività. Le Arti e la Cultura diventano spesso non solo territorio
valoriale, ma soluzione creativa a elevato valore aggiunto, generando
il concept “The Arts Mood”.
di FRANCESCO MONETA
k Ne avevamo già parlato nel primo
numero di ADV del 2012, con
il titolo “Quando il Brand si mette in
Mostra”: c’è una tendenza crescente da
parte della comunicazione d’impresa –
aziende e agenzie - ad adottare tecniche
e strumenti mutuati dalla cultura. Tra
questi la creazione di occasioni espo-
sitive del prodotto organizzate come
vere e proprie mostre, come nei casi
di Procter&Gamble e Ford illustrati
nell’articolo, all’interno di luoghi istitu-
zionali come sono stati rispettivamente
la Triennale e il Museo della Scienza e
MARKETING
della Tecnica di Milano.
Due casi più recenti: è tutt’ora in corso la
Mostra “Impossible Conversations”, l’e-
vento dell’anno al Metropolitan Museum
di New York, che mette a confronto due
stiliste-mito del passato e del presen-
te, come Elsa Schiapparelli e Miuccia
Prada. Ovvero, una impresa multina-
zionale della moda trova una ulteriore
consacrazione in un ambito culturale,
che ne certifica il rilievo nella storia del
costume contemporaneo. E se si va a
studiare la comunicazione di Brunello
Cucinelli, forse la più celebrata start-up
in Borsa dei primi mesi del 2012, si vedrà
come a partire dalla corporate image
per arrivare alle iniziative di Csr, tutto
è fortemente segnato da una dichiarata
dimensione culturale, a partire dalla
citazione di Fedor Dostoevskij “La
Bellezza salverà il Mondo”, per arrivare
alla recente creazione di una Fondazione
culturale che continua il percorso già
iniziato nel 2000 - quindi non strumen-
tale a una campagna di comunicazione
finanziaria - creando il “Teatro Cucinel-
li”, che anima una stagione vera di prosa,
musica e danza.
Installazione Samsung al Fuorisalone 2011
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CULTURA+IMPRESA
LE ARTI NELLA PUBBLICITÀ Come già noto, la cultura, o meglio le
arti nel loro insieme, segnano anche le
attività di comunicazione più “classi-
che”. Un esempio per tutti è la strategia
pubblicitaria che da qualche anno vede
ENI protagonista (lo stesso Gruppo che
in passato si distinse per affidare a Folon
una parte della propria identità visiva):
la comunicazione dei contenuti non è
affidata a testimonial, celebrities, attori o
gente comune, né gli spot sono ambien-
tati in un mondo reale. L’azienda si affida
ad artisti più o meno giovani, spesso sco-
nosciuti ai più (ma che diventano famosi
in Italia grazie agli spot dell’ENI), come
ad esempio è stata la sand artist israe-
liana Ilana Yahav, che ha interpretato
artisticamente con la sabbia temi “forti”
come l’internazionalità, ovvero l’energia
generata dagli scambi culturali, la ricer-
ca e il rispetto.Nulla di nuovo, in realtà:
la storia della pubblicità e della comu-
nicazione visiva è segnata da contributi
di artisti spesso di primo piano, a partire
dai suoi albori. Le contaminazioni con
le arti visive, il cinema e la fotografia
d’autore sono state già abbondantemente
celebrate, e spesso hanno fatto la fortuna
delle aziende che vi hanno creduto.
Peraltro, il vantaggio è duplice: da un
lato la qualità del prodotto creativo è
mediamente (non sempre) outstanding.
Dall’altro, il coinvolgimenti di cotanto
autore diventa ulteriore occasione di
comunicazione, la campagna pubblicita-
ria fa notizia, e può essere spesa anche
con valenze istituzionali, a partire dalle
citazioni nei bilanci e nei corporate pro-
file, fino naturalmente al sito aziendale.
Accade talvolta che la contaminazione
si perfeziona elevando il pubblicitario al
rango di artista, come è stato il caso di
Armando Testa, il cui segno era talmente
forte e non convenzionale da assumere
tutte le caratteristiche dell’opera d’arte,
capace di vivere vita propria indipen-
dentemente dal prodotto pubblicizzato:
ma sono casi rari.
EVENTI, ARTI E CULTURAAnche il più recente comparto degli
Eventi di comunicazione può trovare
nella contaminazione con le arti e la cul-
tura soluzioni efficaci, quando si tratta di
organizzare ad esempio una convention
aziendale, la presentazione di un prodot-
to alla stampa, la presenza in Fiera o un
evento di marketing relazionale BtoB.
Lo stesso design oggi è considerato
“arte applicata” a tutti gli effetti, come
la moda: ma al Salone e al Fuorisalone
del Mobile di Milano - che rappresenta
una delle più elevate concentrazioni di
eventi aziendali che viviamo ogni anno
- sono numerose le citazioni culturali e
artistiche di aziende di vari settori mer-
ceologici. Nel 2011 ad esempio si distinse
l’installazione multimediale “Lead me to
your Door” degli artisti “Media Art Duo
Mioon” con la quale Samsung occupò
un intero padiglione del Superstudio.
Fu il fulcro di tutta la comunicazione
dell’azienda coreana, dove i prodotti
erano sì in scena, ma l’obiettivo strate-
gico era di comunicare la filosofia del
“Digital Humanism” allora lanciata a
livello internazionale da Mr. Boo-Yon,
President of Visual Display at Samsung
Electronics: “We highlight Samsung’s
strategy to elevate its commitment to
creating products that enable sharing of
personal experience and expression of
personal style”.
Poco lontano dal quel padiglione,
sempre al Fuorisalone in via Tortona,
quest’anno Whirlpool ha fatto ap-
prodare l’allestimento con il quale ha
presentato la nuova linea di prodotti a
marchio Whirlpool, Ignis e Kitchen Aid
a giornalisti, trade partners, architetti e
opinion leader, con un mini roadshow
che ha toccato Treviso, Riccione e quindi
appunto Milano. Il concept-evento era
“Innovative Tradition: Art & Design’,
A sinistra:
Veduta notturna del Teatro Cucinelli.
Sotto:
Le Tre Ninfe di Bosch.
Sand Art per ENI.
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e tutto l’allestimento ha giocato sulla
integrazione tra il design dei prodotti e
varie forme artistiche, principalmente
la pittura (erano esposti tredici quadri
dedicati alla donna) e la food-art, fino a
presentare come allestimento totem un
grande tavolo da soggiorno a forma di
tavolozza, nell’area “Show Cooking’.
LE ARTI COME STRUMENTO CREATIVOCome le arti e la cultura possono essere
soluzione creativa per gli organizzatori
di eventi? Sostanzialmente in due modi:
il primo è quando le arti subentrano con
le proprie discipline ai consueti stru-
menti utilizzati nel settore: l’allestitore è
uno scenografo, l’animatore un perfor-
mer, il tecnico delle luci un lighting desi-
gner di teatro, così come provengono dal
mondo degli eventi culturali il fotografo,
il conduttore, l’autore, il regista, etc... Il
luogo - o come si dice in gergo, la “loca-
tion” - può essere un Teatro, un Museo,
ma lo stesso esito lo si può ottenere - for-
se con risultati più sorprendenti perché
inaspettati - in una discoteca o in un
padiglione fieristico. Ricordo il successo
di un evento organizzato per Procter
& Gamble e Laura Biagiotti in collabo-
razione con lo staff del Teatro Franco
Parenti, in occasione della presentazione
alla stampa internazionale del profumo
“Emotions’: la discoteca La Banque di
Milano venne trasformata teatralmente
in un mondo magico e sorprendente a
evocare le atmosfere dello spot pubblici-
tario: era il 10 settembre del 2001, e no-
nostante il mondo il giorno dopo avesse
altro a cui pensare, il media coverage di
quell’evento fu ugualmente elevatissimo,
anche grazie a come i giornalisti e gli
ospiti erano stati coinvolti nell’evento. Al
Motorshow di Bologna del 2008, invece,
il successo dell’allestimento di Bosch “Il
Giardino delle Ninfe” fu enorme, a livel-
lo di pubblico, media coverage e “critica”
da parte degli stessi operatori del settore
- ivi compreso il top management inter-
nazionale dell’azienda tedesca - nono-
stante l’esiguità del budget investito. La
chiave stava nell’aver sostituito le solite
hostess-modelle discinte e di bell’aspetto
con attrici “vere” che interpretarono
performance no-stop e one-to-one, della
durata di pochi minuti, per raccontare al
pubblico le caratteristiche delle tecnolo-
gie Bosch a favore della mobilità sosteni-
bile. I visitatori erano costretti a sedersi
sull’erba vera di un microgiardino, cir-
condato dagli stand degli altri espositori:
c’era la coda perenne per ascoltare le tre
Ninfe dell’Acqua, dell’Aria e della Terra,
e l’88% degli “spettatori” poi si recò a
provare le suddette tecnologie in un
padiglione esterno, a diverse centinaia
di metri di distanza. Ovvero, talvolta il
“pensiero laterale” che abita il mondo
delle arti può essere di valido stimolo
per una comunicazione d’impresa alla
perenne ricerca di modalità di comuni-
cazione distintive e “unconventional’. Su
queste basi è nato il concept “The Arts
Mood’, ovvero la progettazione e crea-
zione di eventi fondati sulle expertise
di artisti e operatori culturali, integrati
alle competenze della comunicazione
d’impresa. Lo ha sviluppato The Round
Table, che ora lo propone in collabora-
zione con NewtonLab, agenzia di eventi
del Gruppo 24Ore, che a sua volta opera
in sinergia con le società 24Ore Cultura
e Alinari 24Ore (vedi intervista nel box
di questo numero).
ARTE E CULTURA COME CONTENUTOIl secondo modo è associare alla cultura
e alle arti i contenuti degli eventi di
comunicazione. Tra le esigenze crescenti
delle aziende - specie in alcuni settori
come il private banking, l’automotive,
l’alto di gamma, i servizi di consulenza
- c’è quella di fidelizzare e conquista-
re clientela mirata, sia in ottica BtoC
(clientela finale di medio-alto profilo)
che BtoB (business partner e clientela
intermedia)
In passato si faceva spesso ricorso a
discipline ed eventi sportivi “top di gam-
ma”, come il golf, la vela, l’equitazione,
talvolta il tennis. Oggi a queste soluzioni
si affiancano e subentrano i contenuti
e gli eventi culturali, anche per moti-
MARKETING
Sopra: Due immagine del roadshow di Whirlpool
LE AZIENDE - SPECIE
IN ALCUNI SETTORI COME
IL PRIVATE BANKING,
L’AUTOMOTIVE, L’ALTO
DI GAMMA, I SERVIZI
DI CONSULENZA - HANNO
L’ESIGENZA DI CONQUISTARE
CLIENTELA MIRATA
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CULTURA+IMPRESA
ΩL’INTERVISTAOBIETTIVO:EVENTI ANTINOIA, ANCHE GRAZIE ALL’ARTEINTERVISTA APIERO PAVANINI, AMMINISTRATORE DELEGATO DI NEWTONLAB, AGENZIA DI EVENTI DEL GRUPPO 24ORE
Recentemente al Salone del Mo-bile avete organizzato per Whirlpool un evento che ha voluto associare fortemente l’exhibition delle ultime
linee di elettrodomestici dell’azienda all’arte: che tipo di evento era, e a chi si è rivolto?
Era il lancio della nuova gamma dei 3 marchi del gruppo, Whirlpool, Ignis e Kitchen Aid, con esposizione dei prodotti e un momento e un’area esperienziali. Era rivolto ai clienti di Whirlpool, mobilieri e costruttori, oltre che alla stampa italiana e inter-nazionale. L’immagine dell’azienda è da sempre vicina all’arte, oltre che a un “Fashion Mood’: alcuni prodotti sono serigrafati e assomigliano a oggetti d’arte più che a semplici elettrodomestici.
Dal vostro osservatorio di agenzia
di eventi, spesso BtoB, che tipo di aziende vi interpellano principal-mente, e con quali indicazioni?
Le più svariate, per eventi di co-municazione interna, kick off, lancio di prodotti, motivazione, formazio-ne e informazione. Ultimamente abbiamo ravvisato molto interesse intorno agli eventi di relazione, ove l’azienda vuole creare le condizioni
per interagire con i propri clienti e prospect, senza necessariamente trattare tematiche tecniche. Si sente molto il bisogno di “creare traffico” nei punti vendita o semplicemente fra reti commerciali e clienti, per consolidare le relazioni, gratificare i migliori clienti e incontrarne di nuovi. Abbiamo alcune casistiche recenti di UBS, Banca IMI e Banca Generali. Per quest’ultima abbiamo inventato e stiamo erogando corsi per i migliori promotori finanziari per organizzare mini eventi sul ter-ritorio intorno a temi ludici e tecnici, con tanto di manuale, aula, esercita-zioni e “compiti a casa”. Ma spesso, per questi eventi di relazione, i contesti considerati ideali sono le mostre e i musei, con visite guidate personalizzate e a seguire momenti conviviali, per i quali eventi però la richiesta è di trovare soluzioni nuove basate su questo schema collaudato con successo.
Perché spesso le aziende sentono il bisogno di dare contenuti culturali
ai propri eventi?Per diversificare, rendersi diverse,
elevare il livello del loro messag-gio, e renderlo adatto a clientela di elevato standing spesso sensibile a queste tematiche. A mio avviso c’è anche il “fattore moda’, un trend del momento. In ogni caso è ancora un’area con grandi spazi di crescita.
La vostra appartenenza al Gruppo 24Ore che sinergie vi procura?
La possibilità di accedere a con-dizioni particolari alle attività delle società del gruppo che si occupano di cultura, 24Ore Cultura e Alinari.
Qual è il segreto per organizzare eventi di relazione di successo, se-condo la vostra esperienza?
Rendere le cose semplici, dinami-che e divertenti, invitare pubblici in modo estremamente mirato, evitare eccessivi tecnicismi e noia e parlare di cose che interessano ai destinatari del messaggio e non solo ai suoi mit-tenti. Purtroppo ancora troppo spes-so prevale la seconda situazione, e la noia invade le platee.
vazioni logistiche e di tempo, sempre
più tiranno, vero problema alla base dei
cosiddetti “eventi di relazione”, ove il
primo goal è conquistare la disponibi-
lità e la presenza dei propri pubblici-
obiettivo.
Gli eventi culturali preferiti sono oggi
rappresentati dalle visite - il più esclu-
sive e originali possibile - a mostre e
musei, dei quali non sempre è necessario
essere sponsor: gli operatori culturali e
gli organizzatori di mostre ormai hanno
nel proprio modello di business anche
“gli eventi one shot organizzati per le
aziende’. Una volta ci si associava a
“prime” teatrali o cinematografiche, poi
si è scoperto che fatto 100 il tempo de-
dicato dall’ospite al proprio evento, solo
una minima parte veniva poi impiegata
in attività di relazione: un paio d’ore
venivano impegnate seduti nella propria
poltrona, in silenzio. Mentre la formula
“visita guidata alla Mostra anticipata da
aperitivo e seguita da buffet” (sconsi-
gliata la cena placé) consente attività di
relazione diffuse, dove si può agilmente
conversare con gli ospiti, e gli ospiti
anche tra di loro.
MOSTRE AL TOP NEL RANKING DEGLI EVENTI DI RELAZIONESenza contare che le mostre oggi posso-
no anche rappresentare eventi mediatici
e aspirazionali; artisti, critici e curatori
sono vere e proprie star; i luoghi dell’arte
sono “cool’; le campagne di comunica-
zione e di media relations intorno alle
grandi mostre possono essere anche di
grande impatto popolare; infine non è da
trascurare la benemerenza che le azien-
de partner acquisiscono sottolineando
di aver contribuito con le proprie risorse
economiche e tecniche all’allestimento
della mostra.
Queste considerazioni sono avvalorate
dai risultati della ricerca “Comunicare
con la Cultura, in tempo di crisi” rea-
lizzata da The Round Table in collabo-
razione con Astarea e 24Ore Cultura
(vedi numero 2 /2012 di ADV), da cui
è emerso che gli eventi preferiti dalle
aziende che sponsorizzano la cultura
sono proprio le mostre, oltre che i Festi-
val culturali e le manifestazioni musicali.
Poiché quello degli “Eventi di relazione
culturali” è diventato un trend ormai
consolidato - e il rischio è che due priva-
te bankers o due Case automobilistiche
diverse, ad esempio, invitino la stessa
persona a due eventi culturali diversi o
peggio alla stessa mostra - ora l’esigenza
è quella di organizzare eventi culturali
in proprio, o crearli in partnership con
prestigiosi operatori culturali, per avere
quindi il diritto-beneficio di sfruttarli in
esclusiva anche per le proprie attività di
marketing relazionale.
Senza contare che sempre più spesso le
Fondazioni d’Impresa spostano i propri
interessi verso la cultura, in senso lato: è
un modo di interpretare la responsabilità
sociale che consente anche ritorni di co-
municazione declinati attraverso eventi
e iniziative mediatiche più consistenti
dei tradizionali contributi a Enti del
Terzo Settore.
A ben guardare è una delle opportunità
che gli operatori culturali in genere han-
no per sostenere i propri magri bilanci:
diventare - e imparare a essere - anche
partner di comunicazione delle Impre-
se, magari partecipando attivamente e
creativamente all’organizzazione dei
loro eventi.