Accogli n azzi Un richiedente asilo su due è matto da legare e ......Accoglienza dalazzi Un...

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Accog lie n za d a l azzi Un richiedente asilo su due è matto da legare e va curato Oltre metà degli immigrati che ospitiamo soffre di disturbi mentali. Molti di essi vedono gli spiriti I117% dei detenuti nei manicomi giudiziari viene dall'estero di RENATO FARINA Sono i profughi a essere da manicomio, o è l'Italia che li acco- glie? Il dato era già noto ma ora arrivano conferme da organiz- zazioni meritorie che cercano di tutelarne la salute, qual è di certo Medici senza frontiere. Lo avevamo riferito nell'autunno scorso. (...) segue a pagina 3 ibero '';tóro : re : °r

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Accoglienza da lazzi

Un richiedente asilo su dueè matto da legare e va curatoOltre metà degli immigrati che ospitiamo soffre di disturbi mentali. Molti di essi vedono gli spiritiI117% dei detenuti nei manicomi giudiziari viene dall'estero

di RENATO FARINA

Sono i profughi a essere da manicomio, o è l'Italia che li acco-glie? Il dato era già noto ma ora arrivano conferme da organiz-zazioni meritorie che cercano di tutelarne la salute, qual è dicerto Medici senza frontiere.

Lo avevamo riferito nell'autunno scorso. (...)segue a pagina 3

ibero '';tóro: re : °r

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L'accoglienza è una roba da pazziA emigrare è il fiore della borghesia. Ma il lungo viaggio ferisce la psiche e non è possibilesottoporre a visite adeguate tutti quelli che sbarcano da noi. Lanciare l'allarme non è razzismo

::: segue dalla prima

RENATO FARINAE chi più ne ride sono gli

altri 26 o 27 Paesi d'Europa,in particolare la Francia checi ha regalato con la guerrain Libia questa invasionesciagurata. Bruxelles men-tre versa 6 miliardi alla Tur-chia, contribuisce alle no-stre spese per il 2,7%, vale adire 46 milioni. Intanto gliStati fratelli (per modo di di-re) ci rispediscono indietro,impugnando il trattato diDublino come una clava, ifuggitivi che provano a rag-giungere i loro parenti oltrele Alpi. Risultato. Costoro so-no iper-traumatizzati nelleloro cellule-grigie, e sonotanti: 9.528 solo da marzo aottobre dei 2016!

ALLO SBANDO

esistono vaccinazioni o qua-rantene contro i cervelli svi-tati, ma qualche avvertenzaall'arrivo e alla dislocazionedi queste persone è necessa-ria, diremmo vitale.

Ci rendiamo conto. Nonè che coloro che sono prele-vati dalle mani degli schiavi-sti siano persone psichica-mente lesionate alla parten-za, non la maggior parte al-meno. Il più delle volte era-no il fior fiore della piccola emedia borghesia di Nigeria,Senegal, Gambia eccetera.Il fatto è che abbiamo trasci-nato qui da noi masse di po-veri cristi, illusi di trovare ilbenessere, ed è tanto spa-ventosa la traversata del de-serto e del mare, e il traumadi scoprire che non sonoplanati sul Paese del Bengo-di, che il sollievo dell'appro-do dura poco, mentre la feri-ta alla loro psiche non vienené riconosciuta né curata, esi farà purulenta nel corsodei mesi a far niente, a do-ver sopportare le angheriedei più forti del propriobranco, eccetera.

Alt. Dobbiamo segnalareche la cattiva salute menta-le di tanti africani e asiaticiin mezzo a noi, provoca di-sagi o addirittura pericoliper chi si trova ad aver a chefare con persone della cuifragilità di nervi eimprevedibilità di compor-tamenti aggressivi non si hacontezza, se non statistica.Salvo accorgersene a poste-riori.

KABOBO E GLI ALTRI

ze e quindi l'esperienza diun'accoglienza fasulla hafatto esplodere. Dapprimaci fu il ghanese Adam Kabo-bo, che nel maggio 2013 se-minò terrore nel quartieredi Niguarda, ammazzandoa picconate tre passanti (20anni di pena). Lo scorso 23gennaio, a scatenarsi conuna spranga sul cranio diun passante serbo, cheaspettava il tram nella zonasud della città dei Navigli, èstato il camerunese Frankli-ne Njuakeh. Psichiatri con-cordi: appunto, schizofre-nia conclamata.

I117% degli ospiti dei ma-nicomi criminali sono mi-granti, ma tanti altri se nestanno fuori. Ed è come sefossimo senza salvaguardiee presidi d'igiene mentaleutili per i malati e per chi ha,senza saperlo, a che farecon queste vittime da stresspost traumatico, che in mol-ti casi si traduce in difficoltàrelazionali e in pene interio-ri, ma talvolta prende stra-de di violenza.

Siamo preoccupati, esconcertati: non ho letto innessun programma di alcu-na forza politica un accen-no a questo tema, e un'ideaper provvedere. Scrivendoqueste cose ci esponiamo,ce ne rendiamo ben conto,all'accusa di seminare odio.Amen. Il problema è chenon siamo oscurantisti, enon ci va di mettere i bra-ghettoni alle oscenità dellavita.

(...) Più di metà dei 183.681immigrati (richiedenti asi-lo, profughi riconosciuti oin attesa di appello) soffro-no di turbe psichiche, disa-gi mentali, allucinazioni.Da allora non è accadutonulla, salvo l'accusa nei con-fronti di Libero di fomenta-re l'odio. Tranquilli, compa-gni: non stiamo sostenendoche la schizofrenia la stia-mo importando dall'Africa,ma i matti sì, e in quantitàda affollare lo stadio di SanSiro.

Di certo è schizofrenicoquesto nostro Paese che sivanta di accoglierli senza ac-coglierli davvero: è come seli afferrasse per i capelli e litirasse fuori dai barconi, sal-vandone la vita fisica, mapoi li lascia li, sul bordo. Aparole il governo li spalmadi dolcezza. In realtà li am-massa come scarti umanisenza offrire lavoro onesto,educazione seria e cure ade-guate, accontentandosi dibuttare via il denaro per de-terminare la sofferenza loroe nostra. La Corte dei contiha stabilito che il sistemadell'accoglienza è costatonel 2016 1,7 miliardi di eu-ro, ma non hanno incre-mentato la felicità del popo-lo nero o asiatico o di quelloindigeno, ma probabilmen-te i bilanci di chi ha lucratosu questa cuccagna.

Simona Pletto riferisce inqueste pagine metodi e ri-sultati delle ricerche serissi-me condotte purtroppo sucampioni limitati da psico-logi e psichiatri. Non è possi-bile sottoporre a visite ade-guate tutti quanti giungonotra noi. A noi tocca constata-re che in pochissimi stannocurando una percentualeminima di questi disgrazia-ti. Disgraziati loro, ma di-sgraziato anche chi si trovaad averci a che fare. Nellemense della Caritas, nellecase di accoglienza, neglihotel adibiti ad ospitarli, sul-le banchine delle stazioni,sugli autobus. In tanti ne ab -biamo fatto esperienza.

Non c'è un progetto tera-peutico che pianifichi a livel-lo centrale, sulla base di ri-cerche sistematiche, inter-venti che garantiscano salu-te e sicurezza. Di certo non

Per restare anche solo aMilano, ci sono stati due ca-si gravissimi, per cui si è do-vuto pronunciare la diagno-si di schizofrenia, di cui nes-suno si era accorto prima,pur essendo arrivata a livelliestremi. La malattia latentein Africa, forse, ma che cer-to i terrori, le torture, lostress di una peregrinazio-ne di due anni senza certez-

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In gran parte uomini

Nei manicomi giudiziariil 17% dei detenuti è stranieronnn Si chiama «boufee delirante», una sor-ta di psicosi di cui soffre gran parte dellapopolazione africana che arriva in Italia.«La patologia, legata spesso al cambio delcontesto culturale, si manifesta con maniedi persecuzione da spiriti». Lo rivela il pro-fessor Claudio Mencacci , medico psichia-tra e past president della Società italiana diPsichiatria. In sostanza, questi pazienti,che arrivano dal Ghana come dal Senegal,dal Burkina Faso o dalla Costa d'Avorio, so-no convinti di essere perseguitati da presen-ze sovrannaturali, avvolti in un cerchio ma-gico che manda in cortocircuito la dimen-sione reale con quella mistica che appartie-ne alla loro cultura, dalla quale si sono stac-cati solo fisicamente. «Sono patologie - spie-ga il professor Mencacci -, che solitamentescatenano ansia, paure. Se a queste però siaggiunge l'uso di sostanze stupefacenti o dialcol, allora si possono manifestare reazio-ni violente».

Almeno un richiedente asilo su tre soffredi disturbi mentali, ma come si spieganotutte queste turbe psichiche? «Secondo mesono meno, ma ad ogni modo parliamo dipersone, per lo più provenienti da NordAfrica o Siria, che hanno subìto traumi, equesto incide ovviamente. Poi si trovano adover cambiare completamente il proprioambiente, le persone, la propria vita».

I117% delle persone ricoverate in struttu-re giudiziarie-psichiatriche, è composto daextracomunitari. «Stranieri, per l'appunto -precisa il professore -; il numero è formatoda migranti, da albanesi, da rumeni». Per

quello che riguarda invece i detenuti stra-nieri in carcere, quelli che soffrono di disagipsichici legati anche all'uso di alcol o stupe-facenti, sono il il 24% e in gran parte uomini(le donne sono il 5%).

L'osservatorio di Mencacci è quello delFatebenefratelli, un'altra struttura che si staorganizzando per affrontare l'emergenzadelle patologie mentali legate ai migranti,dove dirige il dipartimento di Neuroscien-ze e salute mentale. «Dal mio osservatorio,posso dire che ci sono altre patologie nume-rose da affrontare, per esempio quelle delledonne in gestazione che subiscono traumii cui effetti si protraggono post parto. Ripe-to, parliamo di persone di culture diverse,catapultati in realtà nuove». Restano legatialla loro terra, e si portano in Italia i lorospiriti, che qui diventano però follie deliran-ti, persecuzioni che creano buchi nella te-sta e nell'anima pronti ad esplodere se acce-si da alcol o altre sostanze.

Il problema non è solo legato ai continuiarrivi. Quel che preoccupa di più è la man-canza di risorse. Questo perché più aumen-tano gli sbarchi nel nostro Bel Paese, e piùgli immigrati con problemi mentali, salvopochi centri meglio organizzati, vengono la-sciati a sé. Non è facile per i nostri medicineppure curarli, perché molto spesso i pa-zienti si presentano alla prima visita e poispariscono. Oppure si rifiutano di prende-re i farmaci. Una cosa è certa: l'emergenzapsicosi c'è e va risolta.

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Migranti in arrivo dalla Libia . Nel 2016 il sistema dell 'accoglienza è costato 1,7 miliardi