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7/18/2019 Abraxas 8 http://slidepdf.com/reader/full/abraxas-8 1/25  1  Fraternitas Gnostica Sophia Gnostica La Vite Il Mistero Degli Eretici Sardi Maria e la Gnosi Armanno PungiLupo, il Santo Cataro Quanto appartiene al Padre appartiene al Figlio Il Regno del Padre ABRAXAS .:. Rivista di diffusione del pensiero gnostico .:. 26 Gennaio 2009 – Numero 8 Rivista digitale gratuita, in supplemento trimestrale a Lex Aurea, registrazione presso il tribunale di Prato 2\2006. Ogni diritto riservato, ogni riproduzione totale o parziale dei contenuti della rivista necessità di debita autorizzazione. Contatti: [email protected] www.fuocosacro.com

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Fraternitas Gnostica

Sophia Gnostica

La Vite

Il Mistero Degli EreticiSardi

Maria e la Gnosi

Armanno PungiLupo, ilSanto Cataro

Quanto appartiene al

Padre appartiene alFiglio

Il Regno del Padre 

ABRAXAS.:. Rivista di diffusione del pensiero gnostico .:.

26 Gennaio 2009 – Numero 8

Rivista digitale gratuita, in supplemento trimestrale a Lex Aurea, registrazionepresso il tribunale di Prato 2\2006. Ogni diritto riservato, ogni riproduzionetotale o parziale dei contenuti della rivista necessità di debita autorizzazione.

Contatti: [email protected] 

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Indice

ARTICOLO AUTORE Pag.

Stele 3Fraternitas Gnostica Filippo Goti 4

Sophia Gnostica Lux Increata 8La Vite Carlo Caprino 12

Il Mistero Degli Eretici Sardi Antares666 15Maria e la Gnosi Massimo Cogliandro 17

Armanno Pungilupo, il SantoCataro

Antares666

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Quanto appartiene al Padreappartiene al Figlio

AlessandroPierangeli

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Il Regno del Padre Pino Landi 25

Per maggiori informazioni www.fuocosacro.com Indirizzo di posta elettronica di contatto [email protected] 

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STELE 

L’attuale numero di Abraxas rappresenta laconclusione di un ciclo che ha visto lanostra rivista impegnarsi nella diffusione diquello che rappresenta lo gnosticismoclassico. Nel corso di questi anni abbiamoraccolto il contributo appassionati, diricercatori, di profani e di iniziati, tuttianimati da identico amore e trasporto versoquesta antica filosofia che giammai hasmesso di pulsare. Del resto le Idee si

incarnano negli uomini, e al perire di questiultimi esse non svaniscono come miraggi,ma in attesa attendono la successivagenerazione di eroi-filosofi.

E’ nelle mie intenzioni trasformare Abraxasin una rivista che tratti in manieraapprofondita e costante alcuni ambiti delpensiero gnostico, e del cristianesimo; perquesto saranno aggiunte delle rubriche,degli appuntamenti periodici ove i curatoridelle varie sezioni avranno modo disviluppare coerentemente ed integralmenteil loro pensiero. A ciò ovviamente siaggiungeranno gli articoli frutto dell’amoree della ricerca di coloro che vorrannopartecipare a tale iniziativa.

Tale rinnovamento sarà inserito in unanuova prospettiva della rivista, la quale nonsarà che il bollettino esterno e divulgativodi una coerente ed integrale iniziativagnostica scevra da retaggi teosofici emassonici. Iniziativa tesa a ricostituire unapparato docetico ed operativo

autenticamente gnostico, saldamenteancorato a quella tradizionedell’Immanifesto che liberando l’uomo daogni asservimento nei confronti di un divinototemico, riponga nel ricercatore la chiavedella propria conoscenza-liberanzione.

Tale iniziativa si articolerà non solo nellarealizzazione di una Fraternitas gnostica,ma anche di un centro culturale teso alladivulgazione del pensiero gnostico di cuiAbraxas, come detto, sarà il bollettino. Il

sogno porta inoltre ad ipotizzare unraccoglimento ancor più ampio rivolto aquelle realtà autenticamente gnostiche nonintaccate dal germe teosofico e massonico,

con cui dialogare e ritrovarsi ognuno nelladiversità del proprio sentire.

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Fraternitas Gnosticadi Filippo Goti

04 Gennaio 2009, questo mio scrittorettifica, integra, e ammenda ogni mioscritto precedente.

Ponendoci come domanda quale legametradizionale, quale forma e quale corpodocetico dovrebbero comporre una realtàquanto più prossima allo spirito dellognosticismo, non possiamo esimerci diaffrontare queste questioni metodologiche,senza prima interrogarci appienosoll'opportunità di tale iniziativa. La quale,come tutte le opere di risveglio esvelamento al mondo profano non è certopriva di quei rischi legati alla sferapsicologica, sociale e sottile. Fra i primi,cioè quelli legati alla sfera psicologica,annoveriamo quell'umana tendenza diconsiderare ciò che è alternativo comeavverso, in una logica di detenzione dellaverità esclusiva privativa della veritàincarnata altrove. Del resto non possiamoche biasimare coloro che intendono viverela spiritualità, in genere, e lo gnosticismo in

particolare come una forma di autolegittimazione per il loro disprezzo versoforme religiose. E’ doppiamente errataquesta posizione in quanto lo gnosticismoessendo fenomeno spirituale non può e nondeve essere posto a confronto con unaqualsiasi realtà religiosa, essendo dueespressioni diverse. Legata la religione aduna sfera mesoterica, mediana fra il mondosociale e il mondo del sacro, e lognosticismo sfera esoterica, quindipienamente distolta da ogni influenza e

medianità sociale. Ancor più errata questatesi poi se andiamo a considerare come lognostico persegue un fine di liberazioneassoluto, ed è quindi veramente assurdoprovare qualsiasi velleità verso elementi estrutture per loro natura psichici o ilici; seciò sussiste allora dobbiamo considerareche colui che pretende di essere in realtànon è. Inoltre mi si permetta di ricordarecome le grandi religioni, a prescindere dellaposizione di ognuno di noi verso le stesse,rappresentano delle vere e proprie arche

che traghettano nel mare dei secoli e deimillenni un patrimonio simbolico e rituale aloro precedente. Risulta quindi indice dimiopia ed autolesionismo l'avversarle,

quando piuttosto sarebbe maggiormenteconsigliabile una sorta di pragmatismospirituale ed operativo nei loro confronti.Unitamente rivolgo un'ulteriore riflessione:nostro compito non è tanto quello dicontendere, quanto piuttosto quello di

cogliere ciò che è offerto, estrumentalmente impegnarlo per acquisirealtro di più profondo ed immutabile. Cosìcome il contadino non raccoglie semi perfarne tesoro, ma raccoglie semi per poicoltivarli e avere un raccolto di abbondanza.Solo morendo il seme da frutto, ma peravere frutti dobbiamo avere il seme.Attorno ai rischi connessi alla sfera socialedobbiamo notare che le nostre iniziativetese alla divulgazione e alla formazione,fino ad oggi non hanno incontrato eccessivi

ostacoli se non quelli mossi da qualcheisolata squilibrata, o dal fazioso di turno.Non possiamo però non tenere nel debitoconto che l'emersione di una realtà cheautenticamente si richiama al messaggiognostico storico, e con fierezza e cognizionedi causa reclama il diritto di annunciare cheil cristianesimo non nasce il fatidico annozero, e che non può essere ricondotto eridotto alla novella cattolica o alle radicigiudaiche, non possa attirare qualchereazione. Attenzioni malevoli specie se

consideriamo che essa non nasce giàscreditata in partenza, essendo monda davenature massoniche, new age eteosofiche, le quali sembrano oramaiinfluenzare, quando non determinare, neiloro aspetti degeneri, la quasi totalità delpanorama esoterico occidentale.Venendo poi alla questione legata alla sferasottile, in se sicuramente più significativaper i ricercatori della conoscenza senzamediazioni, dobbiamo ascrivere ad esse duecategorie di flussi di cui essa è composta.Chi ha ben compreso l'articolazione d'OperaLaboriosa che intendiamo, in raccordo conl'autentica tradizione gnostica, avrà notatoche essa non dispone di mediazione alcuna,e che tende come un dardo alla catarsiinteriore. L'impresa titanica che presupponepuò infrangere i vasi di coccio in modoirreparabile, e questo è uno dei rischi sottiliche possiamo ascrivere alla sferaindividuale. L'altra specie di rischio è quellarelativa al risveglio di una corrente magicaed operativa pura, e quindi nonomologabile, non ricomponibile, e

autenticamente diversa rispetto a quandooggi proposto. Inoltre dobbiamoconsiderare la concreta possibilità, in

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ragione del carico iniziatico e per la naturadi essenziale trasversalità dello gnosticismodi subordinare ad essa ogni altra correntemagica ed operativa che per propria natura,o pavidità ed inadeguatezza dei suoimagister ha rinunciato o si è scollata

rispetto alla radice metafisica in cui trovasussistenza.

Se questi sommariamente sono i rischi, ilcui approfondimento è inutile per chi hacompreso ed è eccessivo per lo svolgimentodel presente lavoro, adesso andremo atrattare dell'opportunità di tale risveglio esvelamento.

In realtà il termine risveglio è in se falso eal contempo veritiero.

Falso in quanto lo gnosticismo ha vivificatooccultamente tutto l'esoterismo occidentale,fino ad includersi anche in ambiti religiosiinfluenzandoli profondamente. Nondimentichiamo che la lettura allegorica, lacristologia, la questione del divinonell'uomo, si devono ai primi maestrignostici che hanno saputo leggere su di unaltro piano, o meglio che hanno saputopreservare sul piano legittimo, una novelladi rinascita. La quale se lasciata altrimentiin mani profane, o a disposizioni di volontà

non rivolte al sacro, si sarebbe tradotta insemplici precetti morali e sociali. Elementignostici sono presenti in molteplici scuoleesoteriche e strutture iniziatiche, quasi avoler da un lato ricordare donde tutto èpartito, e dall'altro la pochezza propositivae la limitatezza originale di questeorganizzazioni, o la loro incompiutatrasformazione.Risveglio assume senso di verità seconsideriamo che integralmente oggi èassente una umana fratellanza, che senzaondeggiamenti di sorta, incarni lo spiritognostico: che in altri termini essa siacongrua forma, ad autentico contenuto.Inoltre dobbiamo intendere risveglio anche,e sopratutto, sotto il profilo magicooperativo; ove fratelli, struttura, docetica,operatività e radice spirituale siano cosaunica, integra e pura.Attorno allo svelamento dobbiamoconsiderare che se è vero il detto Omniamunda mundis , è altrettanto vero che sinecessita di raccogliere i fratelli attorno aduna casa comune, che ne sia specchio e

scrigno. In modo da unire ciò che fino adoggi è andato disperso. E' inoltre daconsiderare non secondaria l'utilità di un

centro di divulgazione e ricerca, non solodialettica ma anche frutto di una letturaprofonda e tradotta in chiave d'opera, diquel patrimonio filosofico e immaginificoche lo gnosticismo ha lasciato all'uomo, eche è stato precursore di tante scienze

umanistiche oggi degenerate in quantorecise dalle radici vitali.Ecco quindi una visione integrale dellosviluppo umano, incentrata su di una realtàche in se sia completa ed originale, capacedi investire il centro intellettuale così comequello spirituale dell'adepto; senza averenecessità alcuna di inclusioni esterne edestranee onde comporsi. Ovvio che ciò nonesclude lo studio di altro, ma ciò avvieneesternamente e giammai internamente aquesta realtà così come è pensata, onde

evitare che alla lunga sia nuovamentemischiato ciò che è intento dividere perrispetto dell'uno e dell'altro.

Dopo aver sviscerato le questioni legate airischi e all'opportunità, andiamo adesso adanalizzare i punti nodali del rapportotradizionale, della forma, e del corpodocetico di questa struttura, e proporre cosìun impianto di studio e di opera congruo.

L'impegno personale in strutture iniziatiche

e scuole esoteriche, così come lo studio el'osservazione, mi hanno portato a ritenereche la Tradizione ha più sembianze di unfiume carsico, piuttosto che di una catenadi anelli. Non pongo assolutamente indubbio, in quanto essendo parte di talecatena, della legittimità di tale visione dellatradizione e dell'iniziazione, ma per buonacoscienza dobbiamo anche affermare chetrattasi di regolarità intra specula, chehanno cioè valore interno in quantopermettono all'iniziato di operare construmenti all'uopo preposti e con specifichecorrenti energetiche più o meno finalizzateal perseguimento di un obiettivo proposto epreposto. Del resto non crediamo, adifferenza di altri, che un rito mantengaefficacia solamente perchè interrottamenteriproposto e sommariamente inalterato, aprescindere della saldezza e delle qualitàdella catena umana che lo vivifica e che daesso viene vivificata. Anche strutturetradizionali possono essere dei gusci vuoti,e ricettacoli di influenze psichiche; la veritàdi queste parole sta nell'osservazione di

mali che hanno colpito proprio alcune diesse.

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La realtà o virtualità di un'iniziazione oltreal diverso contesto in cui è conseguita, èfrutto non per ultimo delle qualità e delleattitudini in parte dell'iniziatore, e insomma parte dell'iniziato. In caso contrariodobbiamo concludere che un manico di

scopa iniziato in tempio, divenga albero divita e conoscenza; la prova dei fatti cidimostra spesso l'esatto contrario.La Tradizione essendo realtà metafisica,intuibile attraverso quel tipo di pensierosuperiore come il lampo è visibile per chialza gli occhi al cielo, tende ad incarnarsi inquegli uomini e donne meritevoli di saperlaraccogliere in guisa di una coppa chesolamente quando è vuota è capace diessere colmata. Ed è questo singoloindividuo in virtù del proprio essere

pneumatico che può sanare o risvegliare unrito, e governare una corrente magica, oaggiungere anello reale ad una catenainiziatica.Orbene si potrà obiettare attorno a questaposizione, ma sappiamo fin troppo bene chetutto è opinabile. Del resto mi si permettaun'osservazione, non è abbastanza ambiguala genesi delle cosidette Chiese Gnosticheche in affannosa ricerca di legittimazioneiniziatica sono andate a ricercarla o in ramicadetti della grande chiesa di Roma o di

Bisanzio, o in vescovi erranti della stessa(spesso giungendo a veri e propriomercimoni) ?! Ovviamente tutto ciò èretaggio di quella tendenza massonica apatenti di regolarità, onde essere in virtù diciò che è attestato fino a corromperel'essenza delle cose nella loro forma, eridurre il simbolo a simulacro. Orbene secosì è, ricordo che qui in occidente ognunodi noi ha ricevuto, volente o nolente,un'iniziazione in progressione che attendesolamente di essere tramutata in adeptatotramite lo studio e l'opera. Anche qui sipotrebbe, stoltamente obiettare, che nontrattasi di iniziazione; ma se essa non èvalida, perchè ricercare il plauso e il potereapostolico di vescovi erranti che proprio taleiniziazione impartiscono ? Se è fasulla essa,è fasullo il loro potere che su essa si basa.Se un albero non da frutto è sterile l'albero,e se manca il frutto mancherà il futuroalbero. Questa è logica.

Ribadiamo che l'unica iniziazione di cui iovado parlando è quella che permette di

operare con precisi strumenti, inseritisaldamente in un determinato campomagico, e capaci di utilizzare una specifica

corrente energetica. Ciò non deve essereesperito come imposizione da partedell'iniziato, ma bensì come governo deglielementi costituenti ed utilità diprogressione. Sfruttare una correntemagica, per poi spingersi oltre in cagione

delle proprie forze e capacità.. Una via in see per se è inerte, ma fonte di utilità per chisa percorrerla. ll senso delle iniziazioni diOpera è quello di fornire gli strumenti, el'arte di utilizzo degli stessi, ma in assenzadi maestria e di genio tutto rimarrà letteramorta e lo spirito continuerà ad essereprigioniero della pietra.

La docetica attraveso la quale si provvederàa fornire gli adeguati strumenti e l'arte diutilizzo degli stessi, non potrà che

articolarsi attraverso un recupero dei testignostici e del cristianesimo primitivo, cheper la loro ricchezza simbolica ed operativapotranno svolgere funzione sia formativache informativa. Indichiamo ad esempio: Labiblioteca di Nag Hammadi - Pistis Sophia -I Vangeli Apocrifi - Nuovo Testamento -Filocalia - la Mistica Cristiana - Elementi diTeologia. Sarà posta la dovuta attenzioneallo studio della mitologia greca, egizia,delle loro religioni, e dei culti misterici cheanimavano il cuore occulto di queste

correnti magiche-operative. Ondeevidenziare così quella radice spirituale cheanima queste forme. Il piano di studio e dilavoro sarà in seguito debitamentecomposto ed articolato, in modo tale dapervenire ad una comprensione intellettualee psicologica dello spirito che ha animato gliantichi gnostici, e potere quindi utilizzarenel modo maggiormente opportuno tutte lepotenzialità del mito e del simbolo.L'operatività si concretizzerà nei seguentistrumenti rituali ed introiettivi, di gruppo edindividuali: Cerimonia di ingresso nella fraternitas,cenacolo della fraternitas, ritualegiornaliero, purificazioni, meditazione,preghiera esoterica, lavoro simbolico,pratiche di trasmutazione interiore, lavoroonirico, pratica di guarigione.Tale pratiche saranno in seguitoaccuratamente indicate e siglate.Non vi saranno nessuna forma didistinzione fra i fratelli e le sorelle incagione del sesso, non vi sarà altradistinzione interna alla fraternitas che per

gli oneri di cui ognuno si farà carico afavore degli altri. La fraternitas si articoleràin gruppi locali che assumeranno il nome di

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cenacolo gnostico, accompagnato da altraindicazione scelta dai fratelli e dalle sorellemedesime. Non vi sarà nessun rapporto sisubordinazione fra il centro e la periferia, inquanto non esisterà nessun centro, salvo laconcessione di una bolla costitutiva che

sancirà la nascita del cenacolo. Tale bollasarà rilasciata da quei fratelli che siassumeranno l'incarico, agli occhi dellacomunità, di vigilare affinchè lo spirito chetendiamo a far rinascere non sia corrotto.L'unico strumento che dispone la fraternitasè quello della revoca della bolla, edell'allontanamento del fratello e dellasorella che infrange lo spirito dellafraternitas stessa, o pone altri membri dellastessa in pericolo.

Il tipo di uomo e di donna che andiamo aricercare, in un mondo di eccessivesicumere, è colui che si riconosca nel motto"Dubium sapientiae initium." Che devequindi rispecchiare l'intierezza della nostraazione di svelamento interiore, di discesanelle profondità dell'essere, coinvolti inquell'impresa titanica di lotta senza treguacontro il velo dell'ignoranza. Opera dacompiersi attraverso gli strumenti dellafraternitas, in perfetta immersione nellacorrente spirituale cristica, congrui allo

spirito essenziale di questa tradizione checerto non trova i propri natali in Giudea.

Non potrà pertanto accedere alla fraternitaschi non avrà ricevuto un'iniziazionecristiana, e rifiutato ogni precedente vincoloche sia ostativo o abbia segno e significatodemiurgico.

Concludiamo professando che non vi ènessun anelito o bisogno religioso cheanima quest'opera, ma esclusivamente diricerca interiore utilizzando senza ipocrisiequelle correnti magiche ed operative, quelpatrimonio simbolico e mitologico, che è aparte viva della nostra costituzionepsicologica e spirituale. Neghiamol'esistenza di maestri e figure avataricheessendo il nostro un richiamo alla puratradizione del Se, consideriamo ente,potenze, ed eoni come elementi interioridell'uomo e ad esso separati, infineintendiamo la cristificazione come processoindividuale di risveglio e rimembranzainteriore di ciò che siamo, di ciò che

eravamo, e di ciò che saremo.

Saranno prese opportune iniziative cheperiodicamente porteranno al disvelamentoin ambito profano di questa nostraistituzione, per poi tornare ad immergersinelle profondità del nostro lavoro.

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Sophia Gnosticadi Lux Increata

L’IMMAGINE DELLA SAPIENZA NEL VICINOORIENTE ANTICO, NELLA TEOLOGIABIBLICA E NELL'ESOTERISMO MODERNO ECONTEMPORANEO

Si potrebbe falsamente credere che laSophia gnostica sia un concetto desueto earchiviato, oramai, dai più. Niente di piùerroneo: nel mondo odierno esistonomovimenti di pensiero, ordini religiosi einiziatici, correnti teologiche che hanno inparte ereditato una serie di riflessioni, diattributi e di azioni riconducibili all'Eoneche, che nella mitologiagnostica, ha causato lanascita del mondomateriale ma ha ancheprediposto, con il Logoscristico, un processoredentivo per il genereumano.Nei racconti teogonici e

cosmogonici dell'anticognosticismo cristiano,Sophia è un Ente o unEone che concorre siaalla formazione delmalvagio mondomateriale sia al futurorecupero delle animenella perfezionepleromatica che circondail Padre del Tutto.Nei racconti meno

elaborati, Sophia(Sapienza) è l'ultimodegli Eoni che, nonvedendo la Luce delPadre, si dispera fino aprodurre i frutti dellapassione, destinati allacaduta nel mondo della Materia; in altreversioni, da un proprio movimentopassionale, partorisce Jaldabaoth, ilDemiurgo creatore del Cosmo.La figura della Sophia gnostica riemerge in

contesti moderni e contemporanei conattributi similari a quelli dei primi secolidell’era cristiana: conserva, in modoparticolare, una funzione creatrice,

organizzatrice e redentrice in sistemi dipensiero cristiani.La Sophia protagonista dei vangeli gnosticinon è una novità: di per sé, è una riletturadella Sapienza biblica.

LA SAPIENZA NELLA BIBBIA E NEL VICINOORIENTE

La Sapienza, nel canone biblico, haaddirittura un libro riservato allaspiegazione della sua peculiarità formativae del suo modo di agire nella storia delmondo.Il testo contenuto nella Sacra Scrittura è uninsieme composito delle tradizionisapienziali dell’antico vicino oriente: inparticolare, sembra che l’opera abbia un

forte debito stilistico e contenustico neiconfronti del libro egizio conosciuto come

 “La Sapienza di Achikar”, sebbene nonmanchino, nella composizione, echi sumeri,

babilonesi, fenici.In Egitto,impersonificazione dellasaggezza costruttrice dimondi e salvatrice erala dea Maat, chepresiedeva anche lagiustizia e che donava

vita, consiglio,misericordia. Ma,soprattutto, la deaMaat insegnava laVerità. Soppiantata poidalla più popolareIside, compagna diOsiride, che ne ricalcòfedelmente gli attributie le potenzialità, laSapienza si diffusecultualmente in tutto ilMediterraneo sotto ilnome della sorella-sposa del dio dei morti,che tutto sapeva, chetutti assisteva, che algenere umanoinsegnava, con

caparbia e volontà, la Verità.Tutto il libro di Siracide, della Sapienza einteri passi dei Proverbi sono probabilmenteispirati a Iside, Sapienza incarnata, Reginadel Cielo e della Terra, reggente del regnod’Egitto e garante del potere faraonico, su

cui vigilava.La Sapienza, per gli antichi, conosceva leleggi dell’universo come il senso della vita;

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microcosmo e macrocosmo sono da leiformati e diretti,e continuamente ella ispiragli uomini, ammaestrando quella specialecategoria di esseri umani che verranno poichiamati, per esperienza e conoscenza, iSapienti. La Sapienza dunque è qualità ed

emanazione divina, conoscenza somma deimisteri dell’Ineffabile, che solo alcuniuomini possono percepire.Da un punto di vista filosofico e teologico,essa cerca, prova e trova i giusti, che colmaper poterli illuminare; guida il genereumano all’armonia, all’ordine e imponendola giustizia e la Verità porta allacomprensione di Dio e dischiude la portadel mistero della vita umana. La Sapienzapreordina e prepara la Rivelazione ecustodisce il mondo nelle sue mani.

Nel libro di Tobia, (1, 21 – 22; 14, 10) ilriferimento al romanzo “La Sapienza diAchikar” è palese. Achikar, ministro diSennacherib, istruisce il nipote Nadab.Questi, irriconoscente, lo calunnia. Lo zioperde il suo posto, si nasconde e riesce asopravvivere. Tornato nelle grazie del re sivendica del suo protetto e conclude laraccolta di istruzioni con l’aggiunta di severirimproveri.Moltissimi sono i testi egizi e sumeri che sipotrebbero riportare a sostegno di questa

immagine della Sapienza: “Satira deimestieri” in cui Khety fa al proprio figlioPepy l’elogio del mestiere di scriba. (cf. Sir38, 24-39, 11) , “Istruzioni dello scribaAmenemope al figlio” (1000-600 a.C, i versi22, 17 – 24,22 dei Proverbi, probabilmentedipendono da Amenemope).Proverbi, (Pro), Siracide o Ecclesiastico,(Sir, Eccli), Giobbe, (Gb), Qoelet oEcclesiaste (Qo, Eccle), Sapienza, (Sap) eCantico dei Cantici, (Ct) a motivo, oltre chedel loro contenuto, anche di una formaletteraria propria, sono da considerare veraletteratura sapienziale. Solo questi libriubbidiscono a specifiche esigenzestilistiche: l’uso del proverbio popolare,della comparazione, dell’enigma, dellafavola, dell’inno, della forma didascalica eautobiografica, del dialogo..Nell’ Antico Testamento, le astrattetradizioni sapienziali dei paesi checonfinavano con Israele e Palestinaassumono anche toni quotidiani, come neiProverbi e in Siracide, mentre in Qoelet eGiobbe rispondono a quesiti più esistenziali,

in linea con gli insegnamenti egizi e sumeri.La finitezza dell’essere umano, ilriconoscimento della propria imperfezione,

la necessità dell’autoconoscenza, sono lecondizioni necessarie per conquistarel’ambita Sapienza, che in questi testi non èsolo intuizione filosofica, ma un faticosopercorso ascetico.In numerosi passi dei libri sapienziali citati,

la Sapienza ha creato il mondo, dovealeggia con il suo Spirito per preparare ilprocesso redentivo; nel Nuovo Testamento,la Sapienza sarà identificata con GesùCristo e strettamente collegata osovrapposta alla figura della Vergine Maria,come vedremo dopo.Difatti occorre spiegare che, come la Sophiagnostica, la Sapienza veterotestamentaria èun’entità femminile che si è arrogata lestesse prerogative di Jahveh, partecipandoalla creazione: è un’entità celeste, che deve

abitare la Terra e gli uomini, è l’architettodivino e al contempo l’aiuto dell’uomogiusto, che prepara le vie del Sapere e,dunque, della rinascita.Nelle successive elaborazioni teologiche, laSapienza diventa addirittura Persona, parteattiva del processo creativo, e vieneindicata nel famoso “spirito che aleggiasulle acque primordiali” della Genesi.E’ in questo aspetto che la Sophia deglignostici e quella giudaica si somigliano:entità creatrici, sono anche custodi di

segreti cosmici e fedeli assistenti sia delDivino che dell’Umano.L’Eone gnostico, tuttavia, subisce il drammacosmico del pentimento di un mondo chenon riconosce perfetto, ma che cercherà disalvare, tramite l’insufflazione dello Spiritonella materia eo la collaborazione conl’Eone del Cristo.Difficile stabilire come, da quando e perché,nella speculazione gnostica, la Sapienzastessa è portata a riconoscereconcettualmente il mondo materiale comeun errore, partorito da una sua debolezza omancanza: la Sophia dell’Antico Testamentonon nega la sua creazione, né la percepiscenegativamente.Nel Vecchio Testamento, la Sapienza finiscecon l’incarnarsi nella donna-Legge: glignostici precristiani, refrattari alle regolemosaiche, prima ancora del Cristo, larifiutarono tramite l’ampia letteraturaapocalittica giudaica, dove per la primavolta compare il Demiurgo e la bontà dellacreazione è chiaramente messa in dubbio.La critica di questi protognostici, forse, è

volta all’inaridimento della tradizionesapienziale ebraica, che in questo modo haprodotto l’immagine di un Creatore

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ingiusto:questa potrebbe essere una validaspiegazione del mito teogonico ecosmogonico di queste correnti di pensierogiudaiche eterodosse.La generazione gnostica successiva,stavolta sulle orme del Cristo, non poteva

che accentuare la sua ostilità alla Legge e alcieco Demiurgo figlio di Sophia che hadisseminato il creato di errori: ecco allorache la Sapienza, nelle prime sette gnostichecausa prima della nascita del mondo piùcorrotto, si pente e collabora per recuperareil pneuma disperso nel mondo.

MARIA, SEDE DELLA SAPIENZA

Se in alcuni testi gnostici valentiniani piùtardi rispetto a quelli barbelotiani, ofiti e

sethiani cui si accennava sopra, tra cui ilVangelo di Maria e quello di Filippo, è MariaMaddalena, come discepolo perfetto,apostola degli apostoli, a incarnare unaSophia superiore, finalmente salvata eammaestrata dal suo Salvatore, fin daiprimordi la teologia cristiana cattolica eortodossa ha identificato in Gesù e Maria laSapienza. Se in Gesù la Sapienza èincerata, e prende temporaneamente formaumana, in Maria si adombra il modello e lapersonificazione della Sapienza creata.

Soprattutto in quest’ultima, esclusa dallaTrinità, ma proclamata Madre di Dio, si èinteso, tradizionalmente, indicare anche lasede della Sapienza.Prima collaboratrice del piano divino disalvezza ordito dal Padre e voluto dalCristo, prima Madre di Dio e del Cristo,prima discepola di Gesù, spiritualmentefiglia del suo Figlio Divino, sposa delloSpirito Santo, Maria offrì il suo corpoverginale e la sua anima pura allamanifestazione e glorificazione dellaSapienza incarnata storicamente in suoFiglio, diventando l’emblema della figuradella Sapienza e suo tempio.L’eco ancora vivo della clemente figuradella Sophia gnostica, eone o discepolaprediletta, l’ essere femminile dei Libri Sacrisapienziali biblici, il ricordo di Iside laSapiente e Madre misericordiosa,contribuirono sicuramente a far sì che laMadonna ereditasse l’onere dirappresentare la Sapienza, e non solo lasua sede corporea e animica in terra.Specie nel Medioevo, le Maestà in trono, le

Madonne nere, le “Nostra Signora” francesi,le Madri incoronate con il Bambino inatteggiamento serafico reggenti il globo

terrestre, alludevano con stupefacenteprecisione alla Persona della Sapienzanarrata dalla Bibbia.Sostanza prima dell’universo per glialchimisti, Madre del genere umano nelsolco della tradizione della Grande Madre

mediterranea di secoli prima, Maria non è loSpirito creatore della Genesi, ma espletauna funzione redentrice come l’anticaSophia gnostica e, come la Maddalena deivangeli valentiniani, è la Regina degliApostoli.Rispetto all’Eone gnostico, perde la capacitàcreatrice cosmica, pur potendosi fregiarecomunque di essere Madre di Dio e diimpetrare grazie per i fedeli, facendosiavvocata degli umani, modello perfetto didiscepola e madre, e conservando

pienamente facoltà redentrici.Maria è, così, colei che conosce il Cristo,Sapienza increata e immagine del Padreinvisibile: naturale, in questo modo,diventare il simbolo di una Sapienza terrenacreata e visibile.Non solo: per effetto del dogmadell’Immacolata Concezione, è sicuramentestata la prima figlia di Adamo e Eva,concepita in tempi edenici, preesistente dasempre ai tempi storici dell’Incarnazione delVerbo.

LA TEOLOGIA SOFIANICA

Momentaneamente dimenticata dai cattolicimoderni e attuali, che pure in Mariacontinuano a presentirla occultata tramiteun immaginario pieno di atteggiamenti,rappresentazioni e culti ieratici e profetici,la Sapienza ha conosciuto, teologicamente,maggiore fama presso gli ortodossi.

Già i Padri del deserto, i Padri greci e ilmonachesimo ortodosso gettarono le basidella sofiologia, ramo teologico che sioccupa della Sapienza. Nell’Ottocento, daun punto di vista filosofico, la Sapienza furiproposta e rielaborata da grandi scrittori estudiosi come Soloviev, Bulgakov,Dostoevskij, Nella sofiologia, la creazione ècominciata con la Sapienza creata, riflessodella Sapienza increata, fatto pienamenteconfermato dalle Scritture che dicono: "LaSapienza si è costruita la casa, vi ha erettosette colonne... tiene pronto il suo vino, haimbandito la sua mensa. Poi ha inviato isuoi servi a rivolgere ad alta voce questo

invito: "Chi è semplice, entri qui!" A quelliancora insensati ha detto: "Venite,mangiate il mio pane, bevete il mio vino

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che ho preparato per voi"" (Proverbi, 9). La"casa, è l'Ekklesia, le sette colonne sono isette doni dello Spirito Santo.

LA FORTUNA DELLA SOFIANICITA’ PRESSO

L’ESOTERISMO E IL MISTICISMO

Bohme, mistico ispiratore diretto delfilosofo ed esoterista Saint-Martin, dedicòun’opera alla Sofia perfettamente insintonia con le tesi sofiologiche ortodosse einfluenzò tutto il pensiero filosofico tedesco,che spesso fu anche anti-sofianico (Fiche,Husserl)

Nella cabala e nel sufismo è l’aspettofemminile del Divino, la Shekinah, a farsiemblema e garanzia di un Demiurgo

affidatario del cosmo.Tommaso Palamidessi, archeosofo, haapprofondito il tema della Sapienzaproponendo una “cardiognosi”, un metododi conoscenza e ascesi, basatosull’invocazione sofianica.

Difatti ha scritto, in uno dei suoi libri: “Dalleprofezie e prefigurazioni delle SacreScritture risulta evidente che Iddio, nellasua infinita sapienza e bontà, ha prepostoalla custodia della Creazione il demiurgo

cosniogonico, al quale la Rivelazione hadato il nome di Sofia o Sapienza creata "abaeterno". Dunque a Sofia è stata affidatasin dall'inizio del mondo l'azione pilota perricondurre il salvabile dell'Umanità allapurezza originale, quale fu prima dellacaduta adamica, attraverso l'opera diRedenzione del Verbo operante in Cristo eincarnatosi nel seme di Maria“(Genesi,3:15; Proverbi, 8:22, 30:31; Eccl.,24:14).E continua: “In realtà la VergineMaria è una creatura spirituale

perfettissima, senza peccato, preesistente,che si è sostituita alla madre Eva per farsila Nuova Eva e Madre dell'Umanità. Ella èsempre stata conforme al Volere, allaSapienza e all'Amore di Dio Uno e Trino, edha atteso nella contemplazione divina il"via", destinazione terra, per collaborarecon eroico slancio ed umiltà svolgendo lasua parte salvifica e sempre aderente aSofia…” “Maria è dunque la prima monadecostruttrice dell'Anima del Mondo, l'eternaMaria in preghiera prima della caduta

adamica e dopo la caduta, durante lanascita, passione e morte di Gesù Cristosuo figlio, ora e sempre. Maria è lacapostipite dell'Anima del Mondo che soffre

con il mondo, perché quest'Anima delMondo è impura, peccaminosa, egoista.Maria è la "Donna vestita di sole" con ledodici stelle sul capo, i piedi posati sullafalce lunare, in doglie di parto e aggreditasenza risultato alcuno dalle forze del

dragone-Satana: quella "donna vestita disole" che Giovanni inquadra nel dodicesimocapitolo dell'Apocalisse. Maria è anche Sofiasin da quando Eva, ancora in stato digrazia, la generò come anima perfetta epura”.

La Sofia gnostica, tramite la teologiacristiana, il misticismo, sopravvive nellacontemporaneità e la sofiologia, in tempi didialogo interreligioso, si presta bene comeutile tema di discussione tra i popoli.

Senza saperlo, nella Sapienza rivive l’anticoanelito gnostico a conoscere il Tutto comevia di redenzione: la forza e la persistenzadell’archetipo sofianico impressionano ilmoderno.

Concludiamo, lasciandolo alle vostreriflessioni, con questo passo tratto dal librobiblico che le è dedicato:

“Dall’eternità sono stata costituita,

fin dal principio dagli inizi della terra.

Quando ancora non esistevano gli abissi, iofui generata; 

quando non vi erano le sorgenti cariched’acqua, 

quando fissava i cieli io ero là; quandostabiliva al mare i suoi limiti

allora io ero con lui come architetto, ed erola sua delizia ogni giorno. 

Ora figli ascoltatemi: beati quelli che seguono le mie vie!ascoltate l’esortazione e siate saggi, 

non trascuratela! Beato l’uomo che miascolta, 

vegliando ogni giorno alle mie porte, percustodire attentamente la soglia. 

Infatti chi trova me trova la vita, e ottienefavore dal Signore; 

ma chi pecca contro di me danneggia se

stesso; quanti mi odiano, amano la morte.»

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La Vitedi Carlo Caprino

Una vite fu piantata da altri che non eramio Padre: giacchè non si irrobustì saràsradicata e perirà

PremessaIl Vangelo di Tommaso è un vangelo diorigine gnostica, scritto in coptoprobabilmente nella seconda metà del IIsecolo, forse da un prototesto grecoperduto. L'attribuzione pseudoepigrafa èall’apostolo Tommaso e contiene una

raccolta eterogenea di detti attribuiti aGesù.Per secoli fu creduto perduto, e le unichenotizie sul suo conto erano le sue citazioni,più o meno dirette, fatte da alcuni Padridella Chiesa. In epoca moderna vennerorinvenuti alcuni papiri, scritti in greco eriportanti alcuni frammenti di questa opera,ma la vera svolta avvenne nel 1945,quando a NagHammâdi è statorinvenuto unmanoscritto coptointegro, che hapermesso di conoscerequesto vangelo nellasua interezza.Il codice ritrovato èdatato al IV secolo, malo scritto nel suo testooriginale si fa risalireagli anni 90-120 d.C.Nonostante siauniversalmenteconosciuto come un

vangelo, in effettiquesto scritto noncorrisponde né algenere letterario deivangeli canonici eneppure a quello degliapocrifi.

Il codice contiene 114"loghia", ovvero frasi attribuite a Gesù eriportate in terza persona, introdotte quasitutte da "Gesù disse" e susseguentesi tra

loro senza un ordine o un filo conduttoreevidente.Già dalla introduzione l'opera rivela il suo

carattere esoterico, contenente parole edammaestramenti che non debbono esseresvelate ai profani, perché non possonoessere comprese da tutti.

Quasi tutti i "loghia" hanno forma breve e

concisa, e riportano sentenze, prescrizioni oaforismi; solo raramente sono riportateconversazioni con Maria, con i discepoli ocon anonimi.L'analisi del testo induce a pensare che sitratti di uno scritto a carattere antologico,che raccoglie componenti provenienti dafonti diverse e di età differenti; una parte fuquasi certamente composta o elaboratadall'autore, testimoniando la situazione delsuo ambiente, un'altra parte giunge da unretaggio più vecchio, comune anche ai

vangeli canonici. Questo insieme subìulteriori aggiunte e abbreviazioni primadella redazione definitiva giunta sino a noi,avvenuta come detto nei primi secolidell'era cristiana.

Il "loghion" da commentareIl passo del vangelo preso in esame recita:

"Una vite fu piantata daaltri che non era mioPadre: giacchè non si

irrobustì sarà sradicatae perirà"

Analisi del "loghion"Gli elementi salienti del"loghion" sono:1) La Vite2) L'atto del piantare3) Il soggetto che lapianta4) La constatazione cheil soggetto del puntoprecedente non è ilPadre5) La constatazione chela vite piantata non èdiventata robusta, equindi verrà sradicata edi conseguenza morirà

Esaminiamoli orasingolarmente:

La viteLa vite è probabilmente, insieme all'olivo ed

al grano, una delle piante più conosciute ecoltivate. Come l'olivo ed il grano, anche lavite accompagna la uomo da tempo

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immemore e come il frutto dell'olivo e dellaspiga, anche il frutto della vite, ovvero ilvino, ha una grande valenza simbolica esociale. Senza addentrarci in complesse eprolisse analisi, basterà citare alcuni esempitratti dalla Bibbia:

Il vino è - per certi aspetti - il simbolo del"mondo nuovo": fu infatti prodotto da Noèdopo l'approdo dell'Arca sulla cima delmonte Ararat, spremendo i grappoli d'uvadei vigneti posti sui fianchi del monte.

Il vino fu il "protagonista" del primomiracolo operato da Gesù durante ilbanchetto nuziale a Cana, quandotrasformò - appunto in vino - l'acquacontenuta nelle giare.Il vino fu inoltre, insieme al pane, il

"mezzo" fisico attraverso cui, durantel'Ultima Cena, Gesù mostra agli apostoliriuniti il rito attraverso cui ricordarlo ("fatequesto in memoria di me").

Volendo passare dal sacro al profano,ancora oggi - nelle campagne delMeridione, la vigna è ancora oggi piantacurata e rispettata (in barba ai burocraticiregolamenti della Comunità Europea...) nonsolo per i grappoli d'una che produce, maper la molteplicità di impiego delle varie

parti della pianta: I ceppi sono ottimi daardere, i rami flessibili vengono intrecciatiper produrre cesti e cortine, le ampie fogliesono usate per accogliere latticini freschi, ilunghi rami fronzuti sono disposti a formareampi e freschi pergolati.

Il piantareL’atto del piantare un seme è certamenteuno dei più antichi dell’uomo ed uno deiprimi tra quelli utilizzati per modificare edadattare la Natura alle proprie necessità.Certamente ispirato dalla osservazione dellanatura, il piantare un seme o un ramo perottenere una nuova pianta appartiene dasempre alla storia della umanità.L’importanza di questo atto è tale cheanche lo sperma umano viene chiamato

 “seme” o “liquido seminale”. Facile intuirequindi che l’atto del “piantare” assuma unprofondo significato simbolico che va aldilàdella mera riproduzione vegetale, dal

 “piantare” una bandiera al “piantare inasso” una persona.

Il soggetto che pianta e la constatazioneche questi non è il PadreCome tutte le opere d’arte, anche l’atto del

piantare - seppure apparentementesemplice e banale - richiede una precisaconoscenza dei tempi e dei modi in cuieseguirlo. Va da se che se questo non vieneeffettuato da chi ha il “potere” di farlo,quasi sicuramente l’atto è destinato al

fallimento.

La constatazione che la vite piantata non èdiventata robusta, e quindi verrà sradicatae di conseguenza moriràRichiamando il punto precedente, dalmomento che l’atto del piantare non è statoeffettuato dal Padre, ovvero da colui che hala “potestà” dell’atto e la conoscenzanecessaria per ben eseguirlo, la vitepiantata è cresciuta gracile e debole.Questa vite occupa il terreno senza

produrre frutto e quindi non ha motivo dirimanere interrata e per questo il contadinola estirperà dal suolo e sarà destinata aseccarsi e morire.

Commento personale:Tra i vangeli gnostici, quello di Tomaso èquello verso cui ho da subito sentitomaggiore interesse. Sarà perché i suoi

 “loghia” sono brevi e lasciano grande spazioalla immaginazione, sarà perché non siaddentra in complicate cosmologie, fatto

sta che da anni – oramai – ne rileggo alcunipassi.

La prima cosa che salta agli occhi èl’aspetto “agricolo” del “loghion” in esame.Attualmente, specie dopo la strage di vitignicausata nell’800 dalla Filossera, un vignetoviene impiantato usando le “barbatelle”,ovvero una talea o una propaggine dellavite che ha emesso la “barba” ossia leradici; quando questa si è ben radicata,sull’arbusto viene innestato il vitignodesiderato. E’ appena il caso di notare chegià la scelta della “barbatella” più adatta alterreno disponibile, la modalità diinterramento prima e di innesto doponecessitano di esperienza e conoscenza,doti tradizionalmente possedute dai “padri”che le trasmettevano con l’esempio e neglianni, ai figli.

Non è facile cogliere i particolarifondamentali di un gesto così semplice;quello che ad un profano può sembrare unsemplice “infilare nella terra un pezzo di

legno”, a chi abbia un minimo di attenzionemostra tutta una serie di sfaccettature:profondità di interro, distanza tra gli

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arbusti, modo di disporre le barbe,concimatura ed innaffiatura... tutte coseimparate a prezzo di esperimenti efallimenti, valide in un appezzamento diterreno e non – a volte – in quelloadiacente.

Quindi il “loghion” per evidenziare uninsegnamento usa un esempio sicuramentecomprensibile per quei tempi, utilizzandouna “chiave di lettura” accessibile a tuttinella sua evidenza. Ciò che assicura ilsuccesso dell’atto non è tanto l’atto in sé,quanto il patrimonio di conoscenza chepermette di eseguirlo nei tempi e nei modiadatti.

Ho sempre pensato che – con le opportune

cautele – i princìpi di un Arte potessero -anzi dovessero - essere applicati nella vitaquotidiana, e così mi è capitatofrequentemente di constatare che quantoinsegnato dalle Arti marziali che pratico haun interessante e proficuo riscontro ancheal di fuori del tatami . Ovviamente valeanche il contrario, e quindi non è raro checonstatazioni rilevate negli ambiti piùdisparati possano trovare una qualche ecoanche all’interno della pratica marziale,come in questo caso.

In questo caso, il “punto di contatto” èl’importanza del “lignaggio” nel garantire lagenuinità dell’insegnamento ricevuto,rappresentato dalla vite. E’ questa una delleprincipali differenze tra le Arti marzialiorientali ed occidentali. Le prime hanno,nella maggior parte dei casi, unatrasmissione ininterrotta che passa da uncapo Scuola al successore, costituendo unacondizione (non certo sufficiente, maquantomeno auspicabile, se nonnecessaria) per garantire la bontà di quantoveicolato. A differenza delle loro “sorelle”dagli occhi a mandorla, le Arti marzialioccidentali oggi praticate sono praticamentetutte “ricostruite” sulla base diinterpretazioni di trattati, manuali, raccontie reperti iconografici, con tutte leperplessità, le differenze interpretative ed ifraintendimenti che ciò implica.

Sia pure con modalità diverse, nellatrasmissione dell’insegnamento la primadote che è richiesta all’allievo/figlio è la

fiducia nel Maestro/padre, una situazionerappresentata in maniera estrema (ma nontroppo...) nel famoso film “Karate Kid” in

cui un anziano Maestro insegna il Karate adun giovane ed inconsapevole allievo,facendogli eseguire una serie di incombenzemanuali (“metti la cera, togli la cera...”)

Questa modalità tradizionale di

insegnamento è indicata con il termine “shu-ha-ri ” che richiede il passaggio da trefasi, ovvero:

* studio passivo: l’allievo/apprendista imitail maestro e il suo modo di fare e di essere,pur comprendendo poco o nulla dei motivi edegli scopi di questo agire.* esperienza attiva: l’allievo/iniziato

 “prende le distanze” dal maestro, ma nonha ancora un suo stile e lotta per liberarsidall'influenza del maestro.

* realizzazione: l’Adepto arriva a esprimerela disciplina conservando l'essenza dellascuola, ma interpretandola secondo lapropria esperienza, contribuendo al diveniredell'arte, che si costruisce con l'esperienzaumana una generazione dopo l'altra.

Come è facile notare, solo apparentementenelle arti tradizionali l’insegnamento èstatico e ripetitivo; in realtà è solol’apparenza – ovvero il “mezzo di

trasmissione” – che è uguale a sé stesso,mentre l’essenza è individuale, tanto che –parafrasando Tomasi di Lampedusa – sipotrebbe dire che l’insegnamento èqualcosa "che deve cambiare perché tuttoresti come prima", e questo rende forse piùchiaro il senso di una frase che si senteripetere spesso a proposito dello Zen: 

 “ All'inizio la montagna è montagna e ilfiume è fiume; poi le montagne non sono

 più tali e il fiume non è più fiume; ma allafine le montagne sono ancora montagne e il

fiume fiume.”

Quello che a molti riesce difficilecomprendere è che una Scuola – se è unorganismo “vivo” – ha come scopo primarioquello di assicurarsi la sopravvivenza,quindi il compito di un insegnante è primadi tutto cercare ed addestrare il suosuccessore, che non deve essere la suafotocopia, ma qualcuno che – pur nella suaindividualità – trasmetta lo Spirito della

Scuola. Una nuova “barbatella” su cuiinnestare il vitigno vecchio di secoli,insomma.

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L’esperienza non è di poco conto e non èfacile, “Perché molti sono chiamati, ma

 pochi elett i" (Mt. 22, 14) e non a caso lafase conclusiva "ri" negli “Scritti Postumi ” di

Chiba Susaku viene descritta in questamaniera: “Ri significa staccarsi,allontanarsi, rinnegando anche "shu" e"ha", senza possibilità di tornare al passato,senza nulla da mirare più in alto.”

Allo stato “Ri” l’adepto assume l’onore el’onere di “rappresentare” la Scuola ed ilsuo insegnamento ed esprime i suoi principiin ogni gesto, principi che si sono ormai

 “radicati” in lui ed hanno dato il fruttoatteso solo se “piantati” nel giusto modo enel giusto tempo da chi ha – come detto –potestà di farlo. Citando una email di FilippoGoti, il curatore del sito internetwww.fuocosacro.com  possiamo allora direche  “il sentiero iniziatico è quel percorsoindividuale che si estrinseca dopol'iniziazione, attraverso la correlazione delsingolo individuo con le forze, le energie, egli strumenti a cui è stato sottoposto, resoin grado di interagire, e munito. Da cui ne

discende che finalità del sentiero iniziaticonon è tanto quella di generare da bulbidiversi identica pianta, quanto piuttosto di

 permettere a bulbi diversi di generare lamiglior pianta di cui sono potenzialmentecapaci ” .

IL MISTERO DEGLI ERETICISARDI

di Anatares666

Il millenarismo imperversava. Gli animi piiprovavano un sincero terrore: l'avvicinarsidell'Anno 1000 aveva riportato in vita lesuggestioni apocalittiche del primocristianesimo. In corrispondenza della datasi temeva che sarebbe giunta la Fine deiTempi. Anche quando l'Anno 1000 fupassato, il timore restava: molti credetteropossibile che la data fatidica fosse invece il

millenario della morte di Cristo anzichéquello della sua nascita - ossia il 1033. Diquest'atmosfera ci dà testimonianza unostorico e cronista dell'epoca: Rodolfo ilGlabro. Questo autore interpreta lacomparsa di fermenti eterodossi come unsegno dell'imminenza del Giudizio. Così egliscrive a questo proposito:

Tutto ciò costituisce un presagio che ben siaccorda con la profezia di Giovanni, là dovedice che Satana verrà liberato, e al terminedi mille anni [uscirà per sedurre le nazioni

ai quattro punti della terra].Tra i tanti eventi descritti come calamitosi,molti devono essere connessi alla comparsadi gruppi di Protocatari, riconducibili alDualismo Bogomilo. E' però da notare chealcuni casi sono di natura totalmentedissimile, come quello di Vilgardo daRavenna, spiegabile piuttosto come unfermento neopagano nato tra i cultori dellelettere. Un fenomeno certo stravagante peril contesto dell'epoca, ma descritto tuttosommato nei particolari. Per contro un

passo è ancora senza alcuna spiegazionesoddisfacente:Anche dalla Sardegna, isola dove gli ereticisempre abbondano, in quel tempo uscironoalcuni che andarono a traviare in parte lapopolazione della Spagna: e finironomassacrati dai cattolici.A cosa si riferisce Rodolfo il Glabro? Nonsono riuscito a trovare in alcuna fonte altreallusioni a movimenti eterodossi inSardegna. Il fatto, di per sé eccezionale,dovrebbe risalire al tardo X secolo, quindiprima della comparsa dei fermentiprotocatari. Qual era la situazione religiosadella Sardegna dell'epoca in questione? Vanotato che se ci fosse stata un'inveterata

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abbondanza di dissidenti religiosi, la cosasarebbe dovuta emergere anche nelle operedi altri autori, anche se è probabile che lanatura periferica di quel territorio spieghialmeno in parte questo silenzio.Quando i Vandali  giunsero ad occupare

l'isola verso il 456, la cristianizzazione eraabbastanza recente e non si era diffusa chenei centri costieri. I Vandali erano unapopolazione appartenente al ramo rientaledei Germani, come i Goti  e i Burgundi.Seguivano l'Arianesimo, ma essendoun'aristocrazia poco numerosa, la loroinfluenza religiosa sulle popolazionisottomesse fu in pratica nulla. Avendooccupato anche l'Africa e perseguitandoviaccanitamente il clero cattolico, utilizzaronola Sardegna come terra di esilio per i

dissidenti. Accadde così che molti chiericidella Chiesa di Roma furono confinatinell'isola.Le lotte tra le diverse confessioni cristianenon toccarono la popolazione dell'interno.Questa regione era conosciuta comeBarbaria, ossia come Terra Barbara (da cuiBarbagia), perché i suoi abitanti non eranostati romanizzati. I Barbaricini,lontanamente imparentati con i Baschi,continuavano ad esprimersi in un idiomapreindoeuropeo derivato dal nuragico, e

adoravano gli idoli. Non c'è traccia di unsingolo cristiano in quest'area primadell'epoca di Gregorio Magno. Quando ildominio vandalico finì in Sardegna, nel 534,vi subentrarono i Bizantini. Papa GregorioMagno scrisse nel maggio del 594 unalettera al barbaricino Ospitone,esprimendosi in questi termini:

"Gregorio ad Ospitone, capo dei Barbaricini.Poiché nessuno della tua gente è Cristiano,

 per questo so che sei il migliore di tutto iltuo popolo: perché sei Cristiano. Mentreinfatti tutti i Barbaricini vivono comeanimali insensati, non conoscono il veroDio, adorano legni e pietre, tu, per il solofatto che veneri il vero Dio, hai dimostratoquanto sei superiore a tutti.Ma dovrai mettere in atto la Fede che haiaccolto anche con le buone opere e con le

 parole, e al servizio di Cristo, in cui tucredi; dovrai impegnare la tua posizione di

 preminenza, conducendo a Lui quanti potrai, facendoli battezzare e ammonendolia prediligere la vita eterna.

Se per caso tu stesso non potrai fare ciò perché sei occupato in altro, ti chiedo,salutandoti, di aiutare in tutti i modi gli

uomini che abbiamo inviato lì, cioè il mio"fratello" e coepiscopo Felice e il mio "figlio"Ciriaco, servo di Dio consolatore, e diaiutarli nelle loro mansioni, di mostrare latua devozione nel Signore onnipotente, eLui stesso sia per te un aiuto nelle buone

azioni come tu lo sarai per i serviconsolatori in questa buona opera, etramite loro ti mandiamo veramente labenedizione di San Pietro Apostolo, che tichiedo di ricevere con buona disposizioned'animo."Sembra che l'intento cristianizzatore diGregorio si sia dimostrato fallimentare eche anzi il paganesimo abbia conosciutouna fase di espansione accompagnata daviolente scorrerie ai danni delle popolazionicristianizzate di lingua romanza.

Il dominio bizantino, limitato alle coste,portò nuove forme di culto cristiano, fino adallora sconosciute. Alcuni residui diquest'epoca ancora permangono. Un tipicoesempio è il culto di San Costantino  (insardo Santu Antine). L'ImperatoreCostantino è ignorato dal martirologioromano, ma è considerato santo dallaChiesa Ortodossa, che anzi gli attribuisceun singolare epiteto, chiamandolo Pari agliApostoli.Qualche autore ha pensato che Rodolfo il

Glabro alludesse a forme di monachesimogreco-bizantino, che sarebbero stateconsiderate eretiche. Ancora oggi qualcunonei forum si chiede con stupore come mai iSardi venererebbero Costantino se laChiesa di Roma non lo considera santo.Non è comunque possibile che il cronistafacesse riferimento a questo. L'uso ditermini come "eretici" o "traviare" alludonoevidentemente a contenuti dottrinali e nona mere differenze formali.Non è neppure possibile pensare cheRodolfo confondesse del tutto l'eresia con ilpaganesimo. Agli adoratori di pietre edalberi non è mai interessato il proselitismo.Chi erano dunque questi dissidenti religiosiche veleggiarono fino alla Spagna? Questoè un vero mistero, e a differenza dei tantifalsi dei misteriologi non ha soluzionealcuna. Si potrebbe pensare a Bogomiliradicatisi precocemente attraverso ambientimonastici bizantini. Non si trovanocomunque prove a favore di questainterpretazione. Dai documenti emerge chela Barbagia era ancora pagana nel X secolo,

e che la sua prima cristianizzazioneavvenne soltanto nel XI secolo. A un certopunto le fonti ci dicono che i cristiani della

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Sardegna avevano nemici esterni, ossia iSaraceni, come nemici interni, ossia iBarbaricini pagani. Non è facile capire comein un contesto simile l'isola potesse essereregistrare abbondanza di eretici.La stessa ipotesi di una precoce influenza

bogomila comporta difficoltà. Secorrispondesse al vero, nei secoli successivil'isola avrebbe dovuto essere un territorioben predisposto alla diffusione delCatarismo, che vi apparve invece solo informa marginale. Verso la fine del XIIIsecolo la Chiesa di Roma organizzò unaspedizione in Sardegna per cercare disnidare esuli Albigesi, ma non registrò aquanto pare alcun successo.Interessante è infine notare quantocontrasti con il quadro descritto da Rodolfo

il Glabro la faziosa affermazione delVaticano, secondo cui "la Sardegna non èmai stata terra di eresie; il suo popolo hasempre manifestato filiale fedeltà a Cristo ealla Sede di Pietro".Sarebbe tra l'altro bello disporre di unamacchina del tempo e spedire tra iBarbaricini pagani chi ha scritto "Sì, cariamici, nel susseguirsi delle invasioni e delledominazioni, la fede in Cristo è rimastanell’anima delle vostre popolazioni comeelemento costitutivo della vostra stessa

identità sarda".

Maria e la Gnosidi Massimo Cogliandro

1.

Maria e la Gnosi

Maria, la madre di Gesù, ha un’importanzacentrale nel pensiero gnostico e manicheo.

Nei due principali Vangeli Manicheidell’Infanzia, il Protovangelo di Giacomo e ilVangelo dello Pseudo-Matteo, Maria vienevista essenzialmente come l’ultima grandeprofetessa della Pre-Gnosi ebraica.Nel Protovangelo di Giacomo e nel Vangelodello Pseudo-Matteo troviamo la profezia di

Maria che annuncia il grande drammacosmico legato alla Natività del Salvatore:Quando furono a tre miglia di distanza,Giuseppe si voltò e vedendola triste dissetra sé: “Probabilmente quello che è in lei lafa star male”.E un'altra volta si voltò Giuseppe e vide cheessa rideva. Allora le disse: - Maria, checos’hai, che vedo il tuo viso ora ridente oraaccigliato? - E disse Maria a Giuseppe: - E’perché vedo con i miei occhi due popoli:uno che piange e si batte il petto, l’altro che

è lieto ed esulta (Protovangelo di Giacomo,XVII, 2).Questo passo del Protovangelo haun’impostazione chiaramente e tipicamentegnostica: il popolo che ride rappresenta glipneumatici, cioè gli Gnostici, checostituiscono la Chiesa della Luce di cuiparlano gli Atti di Tomaso.Il riso del popolo di Dio, cioè degli Gnostici,trova un chiaro parallelo in alcuni passi delVangelo di Filippo, dove Gesù, lo Gnosticoper eccellenza, esce dall’acqua

(battesimale) della … ridendo, indicandocosì che gli uomini che possiedono la Gnosilasciano la vita corporea ridendo, perchéintuiscono la caducità di quanto è legatoall’esistenza sensibile degli enti:Bene disse il Signore: “Alcuni entrarono nelRegno dei cieli ridendo, e uscirono”. Essinon vi rimasero perché l’uno non era uncristiano, l’altro perché in seguito rimpianse(la sua decisione). Non appena il Cristodiscese nell’acqua, ne uscì ridendo di tutto,non perché fosse per lui un gioco, ma perl’assoluto disprezzo che ne aveva. Colui chevuole entrare nel Regno dei cieli, vigiungerà. Se disprezza il tutto (di questo

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mondo) e lo considera un gioco, ne usciràridendo (Vangelo di Filippo, 74, 20)E’ evidente il disprezzo gnostico perl’attaccamento psichico al mondo sensibile.Se confrontiamo la profezia di Mariariportata nel Protovangelo di Giacomo con

quella riportata nel Vangelo dello Pseudo-Matteo, notiamo immediatamente laesistenza di alcune differenze, chetestimoniano il rimaneggiamento subito inambiente cattolico dal Vangelo dell’Infanziadello Pseudo-Matteo, composto dalmanicheo Leucio nel III° secolo d.C. -interpolazioni:

Andando dunque Giuseppe e Maria per lastrada che conduce a Betlemme, Mariadisse a Giuseppe: - Vedo due popoli davantia me: uno che piange e l’altro che ride -. E

Giuseppe le rispose: sta’ seduta e tientibene sul tuo giumento, e non dire parolevane.

Allora apparve davanti a loro un bellissimofanciullo, che indossava una vestesplendente, e disse a Giuseppe: - Perchéhai detto che sono parole vane quelleriguardo hai due popolini cui ha parlatoMaria? Essa ha visto il popolo dei Giudeipiangente perché si è allontanato dal suoDio e il popolo dei Gentili ridente perché siè rivolto e avvicinato al Signore, come Egliaveva promesso ai nostri patriarchiAbramo, Isacco e Giacobbe. Infatti è venutoil tempo che per mezzodella discendenza diAbramo sia concessa a tutte le genti labenedizione divina (Vangelo dello Pseudo-Matteo, XIII, 1)

E’ evidente che, come si può sospettaredalla stessa lettura della lettera diGerolamo ai vescovi Cromazio ed Eliodoro,il Vangelo dello Pseudo-Matteo, giunto inmano cattolica, ha subito tutta una serie di

modifiche rispetto all’originale redatto dalmanicheo Leucio, che a sua volta aveva trale proprie fonti il Protovangelo gnostico diGiacomo.

Tra le modifiche apportate vi èindubbiamente questa interpolazione, cheha permesso alla Chiesa “Cattolica”, cioè

 “Universale”, di trasformare una profezia dimatrice gnostica in una giustificazioneteologico-politica dell’atteggiamento anti-giudaico tenuto dalla burocrazia clericaledel tempo e del carattere “universale”, cioè

rivolto a tutte le genti, del propriomessaggio.

2.

L'Ave Maria, Salomè e la fine della Pre-Gnosi ebraica

Il Proto-Vangelo di Giacomo deve essereconsiderato l’ultimo scritto dell’Antico

Testamento, perché il contrasto tra l’AveMaria e la parole rivolte da Gesù ad unadonna, probabilmente Salomè, nel loghionn° 79 del Vangelo di Tommaso marcano ilcambiamento di prospettiva tra ilmessaggio della Pre-Gnosi ebraica e dellaQabbalah da un lato e il messaggio gnosticoche ci è stato trasmesso dal Salvatore.

La pre-Gnosi, pur vedendo la luce divinache irradia nel creato e la necessità dellarinascita umana alla divina sapienza, nonvede ancora pienamente i limiti che

l’esistere nel molteplice in un contestosincronico e diacronico pone allo pneumadivino dell’essere umano.Per comprendere pienamente il rapporto tral’Ave Maria e le parole rivolte da Gesù aSalomè, bisogna tenere presente la notiziadi Celso secondo cui il mistero della nascitadel Salvatore di cui parlano i Vangelidell’Infanzia è stato narrato direttamenteda Gesù (<<T’inventasti la nascita da unavergine>>, <<Tuttavia, tu dici che alla tuanascita si levò la stella>>, ecc…).

Nel Vangelo di Tomaso, il Salvatore spiegadunque il senso delle parole rivoltedall’angelo a sua madre Maria:Una donna gli disse di tra la folla: <<Beatoil ventre che ti ha portato e i seni che tihanno nutrito!>>. Egli rispose: <<Beaticoloro che udirono il Logos del Padre e locustodirono veramente! Giorni verranno neiquali direte: “Beato il ventre che non haconcepito e i seni che non hannoallattato!”>> (Vangelo di Tomaso, loghionn° 79)

Il Ventre di Maria rappresentasimbolicamente il cuore degli uominipneumatici, che custodisce l’insegnamentodivino del Salvatore.Gesù bambino che si nutre ai seni di Mariarappresenta l’uomo psichico che nutrendosidel Logos del Padre (simbolicamente, illatte di Maria) si assimila a Dio.La creazione viene vista qui nel suo limite diimmagine imperfetta di Dio, che diventa difatto un luogo di prigionia per lo spiritoumano, non più in grado di vedere la lucedel Padre.3.La mariologia manichea

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La mariologia nasce in ambito manicheoverso la fine del III° secolo d.C., graziesoprattutto al lavoro di raccolta di tutte leantiche tradizioni gnostiche sulla madre diGesù operato dal Maestro Manicheo Leucio,che ha realizzato una sintesi ed una

riunificazione di tali tradizioni in un operaorganica, che va sotto il titolo di “Morte diNostra Signora Sempre Vergine Maria”.Il ruolo avuto da Leucio nella composizionedi questa importante opera mariologicamanichea è stata descritta in manieraesemplare dal Vescovo di Sardi Melitone:

 “Spesso ricordo di avere scritto a propositodi un certo Leucio che visse con noi assiemeagli apostoli, ma poi con un sentimentoestraneo ed animo temerario si allontanòdalla via della giustizia e […] con linguaggio

empio corruppe la stessa narrazione deltransito della beata sempre vergine Mariamadre di Dio tanto che non solo non èpermesso leggerla in Chiesa, ma non èlecito neppure ascoltarla” (Melitone,vescovo di Sardi, Transito della BeataVergine Maria, Recensione latina B, 1, I).Subito dopo, Melitone ci indica, sia pureindirettamente, i contenuti che l’operamariologica di Leucio ha mutuatodirettamente dalla teologia e dallaantropologia manichee:

 “A voi dunque che ce lo domandate, allafraternità vostra, scriveremo cosìsemplicemente quanto abbiamo uditodall’apostolo Giovanni, non credendo aidogmi strani che pullulano tra gli eretici,ma al Padre nel Figlio al Figlio nel Padrenella trinità delle persone pur restandoindivisa la natura divina, né credendo allacreazione di due nature umane, una buonae l’altra cattiva, ma ad un’unica naturabuona creata dal Dio buono, viziata dallacolpa per inganno del serpente e restaurata

 per la grazia di Cristo.”   (Melitone, vescovodi Sardi, Transito della Beata Vergine Maria,Recensione latina B, 1, I).La controversia teologica sorta in seguitoalla apparizione della libro intitolato “Mortedi Nostra Signora Sempre Vergine Maria”del manicheo Leucio riguardava dunque lateologia trinitaria e l’antropologia dualisticatipica della Gnosi Manichea.Da quanto abbiamo appena letto, risultaevidente che il vescovo Melitone si èrifiutato di trascrivere l’opera di Leucio eche il suo Transito della Beata Vergine

Maria non ha nulla a che fare con la Mortedi Nostra Signora Sempre Vergine Mariascritta da Leucio.

L’opera mariana di Leucio si è salvata solograzie a Giovanni, arcivescovo diTessalonica, che, per andare incontro alleesigenze della devozione popolare versoMaria, alimentata per lo più proprio daquesto importante Testo Sacro Manicheo,

ha deciso di diffonderne una versione “riveduta e corretta”.L’opera di Leucio, per come ci è statatrasmessa dall’arcivescovo Giovanni diTessalonica, mantiene inalterate lecaratteristiche della propria dottrinatrinitaria e soprattutto l’antropologiadualistica di tipo manicheo, che avevasollevato le ire del vescovo Melitone:

 “Con la morte, entrano nell’uomo dueangeli, uno della giustizia, l’altro dellacattiveria. Quando la morte scuote l’anima,

si accostano questi due angeli e sidiscutono il suo corpo.Se si constata che quell’uomo ha compiutole opere della giustizia, l’angelo dellagiustizia ne gode perché in lui il malignonon ha nulla di suo.Presso quest’anima si radunano molti angelie cantano inni fino a quando non sia giuntoal luogo di tutti i giusti; nel mentre l’angelodella cattiveria piange perché in lui non hanulla di suo. Se invece si constata che hacompiuto le opere cattive, ne gode anche

lui e chiama altri angeli maligni, cheprendono quell’anima e la tormentano; el’angelo della giustizia si duolegrandemente” (Giovanni di Tessalonica,Morte di Nostra Signora Sempre VergineTeotoco Maria, 5, 3).Seguendo la più genuina tradizionegnostico-manichea, nel testo che ci è statotramandato da Giovanni di Tessalonicaviene messo in rilievo il carattere segreto,cioè riservato agli Eletti, del messaggiosalvifico del Salvatore:<<E mentre tu vedevi e udivi, egli mirispose “C’è Giovanni che s’interesserà dite”. Ora, figlio mio, non dimenticarequanto, a mio proposito, ti è stato ordinato,ricordando che egli ti ha amato più di tuttigli altri apostoli. Ricordati che, a preferenzadegli altri, hai posato il capo sul suo petto.Ricordati che, mentre posavi il capo sul suo

 petto, è solo a te che disse il mistero notosoltanto a me e a te, poiché tu sei vergineed eletto.  […] Gli avevo detto, infatti:

 “Dimmi quanto hai manifestato a Giovanni”.Ed egli lo disse a te, e tu mi hai comunicato

il segreto. Ora, figlio mio, Giovanni nonabbandonarmi>> (Giovanni di Tessalonica,

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Morte di Nostra Signora Sempre VergineTeotoco Maria, 6, 1)Il gesto di Giovanni di posare la testa sulpetto del Salvatore, sul Sacro Cuore diGesù, dove risiede simbolicamente la lucedella Gnosi divina, richiama la nostra

attenzione sul fatto che l’insegnamentosalvifico del Logos è legato ad unacomunicazione immediata, ad unailluminazione, cui l’uomo pneumaticogiunge grazie alla sua immediata intuizionedel messaggio salvifico del Verbo. Né vasottaciuto il fatto che Leucio si richiamidirettamente alla tradizione gnosticagiovannea.Il carattere marcatamente gnostico diquesti passi dimostra che l’arcivescovoGiovanni di Tessalonica, pur avendo scritto

di avere eliminato “la semente nociva”presente nel libro sulla Morte di NostraSignora di Leucio, in realtà non ha avuto ilcoraggio di rimaneggiare ed alterare inmaniera sostanziale l’impianto del principaleTesto Sacro Mariano, partendo dalpresupposto che “gli odiosi inganni” deimanichei “non ci devono far disprezzaredocumenti che sono veritieri” (Giovanni diTessalonica, Morte di Nostra SignoraSempre Vergine Teotoco Maria, 1, 4).In conclusione, la mariologia della Chiesa

Psichica, come del resto tutti gli altri ramidel sapere teologico cattolico, è nata dallafallace interpretazione psichica di uninsegnamento segreto di tipo gnostico, chetutti possono leggere o ascoltare, ma chesolo gli Eletti, rappresentati da Giovanni neltesto mariano di Leucio, sono in grado dicapire.

Roma, 25/12/02

P.S.: L’ispirazione divina che mi hapermesso di scrivere questo saggio è sortacome una minuscola stella nel profondo delmio cuore la notte di Natale del 25/12/02.

ARMANNO PONGILUPO,

IL SANTO CATAROdi Antares666

Correva l'Anno del Signore 1269, 16dicembre, tre giorni dopo Santa Lucia.Moriva a Ferrara Armanno Pongilupo. Il suotrapasso era avvenuto in odore di santità.Dopo mesi passati nella preghiera, aconfessarsi e a ricevere la comunione, ilSanto si era spento. Così infatti loconoscevano ormai dovunque nelle terre diLombardia, e la sua fama aumentava digiorno in giorno a causa dei molti miracoli

che iniziarono a registrarsi. I ciechi giunti alsuo sepolcro riacquistavano la vista, glistorpi si rimettevano a camminare dopoaverlo pregato. La salma fu tumulata in unacappella del Duomo di Ferrara che presto siriempì di ex voto. Un lussuoso sepolcro fufatto arrivare da Ravenna per contenere lespoglie del Santo, e si diceva che fossestato costruito per l'Imperatore Teodosio. Aperorare la causa per la santificazione eraproprio il Vescovo della città, Alberto, cheaveva fama di condurre vita esemplare -

cosa che all'epoca per un prelato dellaChiesa di Roma era abbastanza eccezionale.Ma chi era veramente Armanno Pongilupo?Il suo nome di famiglia (secondo altri eraun soprannome) è riportato con diversevarianti. Pongilupo, Pungilupo e Punzilovo.L'ultima forma è chiaramente dialettale,essendo lovo  la forma schiettamentesettentrionale corrispondente al toscanolupo. Da una ricerca è risultato che nonesiste al giorno d'oggi nessuno in Italia conquesto cognome. Entrambi i suoi genitori

erano credenti catari, e lui stesso era statoallevato nella religione dei Buoni Uomini.Aveva contratto matrimonio con una donnache era a sua volta di famiglia catara. Nel1254 era incappato nelle magliedell'Inquisizione: i Domenicani lo avevanoimprigionato e sottoposto a tortura,costringendolo ad abiurare per aver salva lavita. Una volta tornato libero, si era subitorecato a Verona dal Vescovo della Chiesa diBagnolo San Vito, di cui era membro e siera fatto impartire il Consolamentum.

Anche la moglie era una Consolata, anchese risulta che ricevette il Sacramento in unadiversa circostanza. Pur aderendoformalmente al Cattolicesimo per sviare i

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sospetti dell'occhiuto apparato burocraticopontificio, Armanno Pongilupo era uno deimembri più attivi della Chiesa Catara: si eradistinto nella sua opera di assistenza dicredenti e Buoni Uomini prigionieri.Se il clero di Ferrara sosteneva Armanno

Pongilupo a spada tratta e raccoglievadovunque testimonianze sulla sua santità,si fece avanti un avvocato del diavolo: undomenicano conosciuto come FrateAldobrandino. Armanno parlava spesso dilui ai suoi amici, definendolo un lupo rapacee dicendo che aveva fatto scempio del suocorpo: era proprio l'inquisitore che lo avevasottoposto a torture aberranti per obbligarloa credere nello sconcio dellatransustanziazione. Frate Aldobrandino eraanimato da un odio cieco ed assoluto: come

ogni domenicano era programmato perl'annientamento totale del Catarismo,perseguito tramite la cremazione finoall'ultimo Buon Uomo, vivo o morto chefosse. Una determinazione che non avevanulla da invidiare a quella delle SS, anzi,ancora più malvagia perché non si rivolgevasoltanto ad esseri viventi: perseguitava inegual modo anche i cadaveri! Non per nullai Domenicani sono chiamati Cani delSignore. Sono infatti uomini perversi,assolutamente maligni, peggiori dei cani

feroci. Orbene, questo frate diabolicocominciò a riportare testimonianze di spie edi canaglie, al fine di screditare il Pongilupo.L'Inquisizione presentò così ben ventiseicapi di imputazione. Tra questi vi erano iseguenti:1) Che egli era un eretico4) Che egli aveva affermato che non c'erasalvezza nella Chiesa di Roma, ma solo tragli eretici5) Che egli parlava male del corpo di Cristo6) Che egli diede e ricevette ilConsolamentum da e a eretici secondo illoro rito7) Che egli aveva amicizia, familiarità econversazione con eretici8) Che egli diceva cose eretiche, parlandomale dei ministri della Chiesa, chiamandolilupi e demoni perché perseguitavano iBuoni Uomini, cioè gli eretici10) Che egli ricadde nell'eresia dopo cheegli aveva giurato di obbedireall'Inquisizione11) Che egli aveva abiurato l'eresia inprecedenza nel 1254

13) Che egli ere un messaggero per glieretici, prendendo loro pane benedetto daeretici

16) Che gli eretici vennero da lui a riverirlodopo la sua morte

Tra le testimonianze, emersero alcunitoccanti episodi che illustrano quantoArmanno Pongilupo seguisse fino in fondo

l'autentica Via degli Apostoli. Quando ilConsolato Martino di Campitello fucondannato al rogo, proprio a Ferrara,Armanno lo confortò e lo assistette finoall'ultimo, incarnando la pietàdell'Evangelio. Quando i boia lo posero sullapira, non poté trattenersi oltre, ed esclamò:"Vedete, cosa sono queste azioni, bruciarequesto vecchio Buon Uomo! La terra nondeve sostenere quelli che fanno tali cose!"  

Il processo si trascinò tra alterne vicende

per circa vent'anni. Iniziato nel 1270, siconcluse soltanto nel 1288, la sentenzadefinitiva essendo pubblicata solo nel 1301.I malvagi inquisitori ebbero la meglio sulclero locale e sui devoti del Santo, edeseguirono l'orrida sentenza. I resti delPongilupo furono esumati di notte e datialle fiamme, quindi le ceneri furonodisperse nelle lutulente acque del Po. Lacappella fu smantellata e tutti gli ex votodistrutti.Si ricorda l'eroismo di Donna Spera,damigella del Marchese d'Este. Era unacasta credente che, costretta dagliinquisitori a dir male di Armanno Pongilupo,si rifiutò di cedere alle minacce e alla forzabruta, e morì da Martire arsa sul rogo.Questo caso illustra come la maligna Chiesadi Roma perseguitò in modo abominevoleuomini la cui vita incarnava in modo totaleil messaggio di Cristo, non esitando amacchiarsi dei crimini più atroci e dellecolpe più indegne pur di far valere il suopotere infame, che è la Prigione di FerroNero. Gli atti del processo furono resi noti

nel XVIII secolo da Ludovico AntonioMuratori, che però non può aver merito - inquanto si macchiò di una colpa

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innominabile, componendo opere pienedell'odio più belluino verso la Vera Chiesa diDio. Egli osò chiamare Armanno Pongilupo"faina" e coprirne il ricordo di contumelie.Questo modo di esprimersi verso le vittimedel carnefice pontificio, del tutto

ingiustificato, dimostra soltanto la naturanon umana dell'autore, appartenente alCreatore Malvagio anima e corpo.Come ultima cosa, faccio notare comemolte fonti pur autorevoli riportanoerroneamente come data di morte diArmanno Pongilupo il 26 dicembre, e traqueste c'è anche Grado Merlo. Mi trovocostretto ad emendare questo errore, forsenato dalla singola cattiva battitura di unnumero e poi propagatosi a dismisura.Fanno fede le testimonianze della

successione di miracoli attestati nel corsodel 1269 e all'inizio del 1270:

19 dicembre: Madonna Nova, figlia diMainardino da Maderio, e moglie diGiovannino da Achille, della parrocchia diSanta Maria in Vado, Ferrara, ha giuratoalla presenza del Sire Alberto, Vescovo diFerrara, e dei Signori Federico, arciprete,Ferrarino, canonico, e del nobile AldigerioFontana, di Petrocino Menabuoi, di suo figlioPietro e di molti altri, di dire la verità a

 proposito della sua infermità e della sua

cura, confermando sotto giuramento, cheella ha sofferto per circa nove anni nel suoocchi destro e che da circa otto giorni latumefazione e il dolore in quell'occhio sonocresciuti, al punto che ella non poteva piùvedere. E oggi è venuta di persona allacattedrale, dove giace il corpo di Armanno,l'Uomo di Dio, e tre volte con devozione si èinginocchiata davanti alla sua tomba,devotamente pregando Dio Padre, affinchéattraverso i meriti di Armanno potessecurarla della sua infermità e restituirle la

vista. Avendo detto ciò, ella fece un'offertae presto la tumefazione è svanita ed harecuperato la vista.

Lo stesso giorno, alla presenza dellasopracitata testimone, Gisla, vedova diCastellano, della parrocchia di Santa Mariain Vado, una testimone giurata, ha dettosotto giuramento che aveva conosciutoNova da sette anni, e che aveva vistol'afflizione del suo occhio.20 dicembre: Gisla, in precedenza diLendinara, moglie di Stefano da Villanova,

che vive nella parrocchia di Borgonuovo, hagiurato alla presenza del Signor vescovo,del Sire Federico arciprete, di Amedeo e di

Ferrarino canonici, del cappellano Alberto edel mansionario Cossa, e su giuramento hadetto che per diciotto anni è stata storpianel suo braccio destri, fino a oggi, e chenon era in grado di sollevarlo fino allabocca, e neppure di stringere qualcosa. E

oggi ha fatto voto a Dio e al Beato Armannoche offrirà sulla sua tomba un braccio dicera e una candela della forma di unadonna anziana, e che durante la sua vigiliadigiunerà per il resto della sua vita a pane eacqua, e veglierà sulla tomba quella notte.E, avendo formalmente fatto questo voto,essa è venuta alla tomba del Beato

 Armanno e ha vegliato tutta notte in puradevozione e reverenza. E questa mattina,mentre il corpo di Cristo veniva elevato dal

 prete della cattedrale, Gisla, che era ancora

lì, stette in reverenza ed ha alzatoentrambe le sue braccia ed è stata liberatadall'infermità.28 dicembre: Marinello, calzolaio diBoccacanale, ha giurato alla presenza delSignor Vescovo e dei Signori Federicoarciprete, Ferrarino e Amedeo canonici, eha pronunciato un giuramento affermandoche per diciotto mesi egli era immobilizzatoa causa della gotta, dai suoi lombi ai piedi,finché non è passata la vigilia di Natale.Con difficoltà era in grado di girarsi nel

letto, ed era molto tormentato nelle gambee nelle anche, e non aveva remissione né digiorno né di notte. La vigilia di Natale,

 prima dell'alba, egli è stato portato allatomba del Beato Armanno, ed è stato làsupplicando in devozione tutto il giorno finoall'ora nona, pregando Dio di guarirlo dallagotta, tramite i meriti del Beato Armanno.Quando la campana ha suonato, egli si èsentito libero dal dolore alle anche e allegambe, e ha cominciato a camminareliberamente e senza bastone, cosa che

 prima non era capace di fare.Gennaio 1270: Madonna Candiana, mogliedi Petrocino di Mazzo della parrocchia diSan Romano, Ferrara, alla presenza delSignor Vescovo e di molti altri, chierici elaici, ha giurato di dire la verità a propositodell'infermità e alla guarigione di sua figliaTommasina, di due anni, che è statamostrata al Signor Vescovo. Sottogiuramento ella ha confermato che suafiglia è stata per quattro mesi afflitta daulcere multiple su entrambi i lati delle sueanche, cosicché era disperata di poter avere

remissione. E così elle è rimasta afflitta finoa che la vigilia di Natale non fu passata. Aquesto punto Candiana ha votato la sua

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bambina a Dio e al Beato Armanno, promettendo che se fosse stata guarita,avrebbe portato alla sua tombaun'immagine di cera con le sue fattezze.

 Avendo fatto questo voto, il giorno di NataleTommasina è stata liberata, le ulcere sono

state guarite. Ed ella ha mostrato le ulcere,che sono apparse totalmente guarite, alvescovo e a un gran numero di persone.Lo stesso giorno, Mastro Enoch, medico ecittadino di Ferrara, come testimonegiurato, ha asserito sotto giuramento cheaveva avuto in cura quella bambina, figliadi Candiana, che era lì presente, e cheaveva fatto di tutto per oltre un mese perliberarla e guarirla. Ed egli sapeva per certoche era afflitta da terribili dolori a causadelle ulcere. Quando egli ha visto che la sua

infermità era incurabile, l'aveva scaricata eabbandonata, dicendo alla madre dellabambina di fasciarla e fare il meglio che

 potesse. E questo avveniva proprio primache il Natale fosse trascorso.

Mi auguro di cuore che la città di Ferrarapresto erigerà un monumento ad ArmannoPongilupo, anche se le sue vere fattezze cisono sconosciute.

Quanto appartiene al Padreappartiene al Figlio

di Alessandro Pierangeli

"Quanto appartiene al Padre appartiene alFiglio; però, fintanto che il figlio è giovane,il padre non gli affida quanto è suo. Maquando è divenuto uomo, il padre gli dàtutto ciò che gli appartiene....."

Tanti e illustri i rapporti “Padri-Figli” nellastoria, nella letteratura, nel mito, e nellareligione (che *mito* lo è per eccellenza).

Cercherò di condensare , un insieme cosìeterogeneo, nei principali e più famosi,partendo dal punto di vista Creatore-Creato(Creatura), tentando di capire questodare-avere, che ogni creatura,animata omeno, eredita ciò che è del suo creatore , almomento della sua nascita e al momentodella sua morte. Con ogni probabilitàemergeranno più domande che risposte.

Nel mondo che appare a noi , in quello*umano* , l'eredità-patrimonio, soprattuttosul piano materiale, comprende tre fasitemporali : prima(concepimento-creazione), durante (allevamento-crescita),dopo(eredità-*mortedelpadre*). Comepadre mi trovo nell'impossibilità di scrivereapprofonditamente su quest'ultimo puntoche invece conosco già dall’infanzia dafiglio.

Prima :Un padre trasmette, attraverso un atto daconsiderare volontario-istintivo, dei *valori*genetici, gruppo sanguigno , tratti fisici

,qualità e difetti etc, salto per motivi dicensura i dettagli legati a questa primafase.

Durante :La fase *durante* consiste nell'educazione-formazione, del nuovo individuo (Figlio) ,ma anche dell'educante Padre, poichè*Padre* diventa dal momento che ha unfiglio e anagraficamente ne assume semprela sua stessa età. A tal proposito pensoavvenga uno scambio all’esterno, non

dissimile a quello della gestazione “Madre-Figlio” che è tradizionalmente “interno”.

Dopo : E’ argomento da notai.

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 Non mi soffermo sulle nostre miserieterrene e passo al *mito* Ulisse , checontraddice quanto scritto nel Loghion ,rientrando , nella versione Omerica, adItaca per riprendersi ciò che un tempo era

suo. Proseguendo nel *mito* , le cose nonmigliorano neppure quando sono coinvoltele divinità *in persona* , e salta fuori unesempio *violento-negativo*, che è quellodel rapporto tra Urano-Saturno-Giove , ovenon si attende lo svolgimento *naturale*degli eventi (gli dei sono immortali) e sipassa alle vie di fatto...

Tagli di genitali , de-troneggiamenti incesti,trame oscure, cospirazioni, non sono certoesempi edificanti. <<la leggenda tenta di

spiegare l'inspiegabile>>.

L'anello di congiunzione , in questa catenache va dall'Umano al Divino e viceversa èrappresentato dal sacrificio, diAbramo......«"Il fuoco e la legna, ma dov’èl’agnello per l’olocausto?" disse il figlioAbramo rispose: "Dio stesso provvederàl’agnello per l’olocausto, figlio mio!"Proseguirono tutt’e due insieme», eranopartiti. Una festa dell'Islam "eid el kebir",

celebrata 60 giorni dopo la fine delRamadan, rievoca la sostituzione di Isaccocon un "agnello-montone" inviato dalSignore, la religione Cristiana e l’Islam nonconcordano su questo punto che merita unatrattazione a parte.

Ma arrivando al Sacro-Sacro (e qui spero diessere assistito dal Padre Interiore mentrescrivo), un problema è l'eredità , un altro il*ritorno al Padre* , un altro ancora quelloche è dell’Uno e dell’altro... Troverete

banale (ma non lo è) il pensiero va alCristo, che *disobbedisce* a tutte le regoledel *mondo materiale*, e all’ordinenaturale delle cose menzionate inprecedenza :

*nato senza creazione* (concepimento-creazione-coito) cresciuto con ogniprobabilità attraverso il Padre Interiore(allevamento-crescita). Non Morto quando èuomo adulto (eredità-*mortedelpadre*). Eancora di più , che io sappia durante ilcalvario la crocefissione e la morte ,Giuseppe non compare mai, perchè ? Unaltro tema da approfondire. L'altro Padre dacui Lui si sente abbandonare (mentre è

morente sulla croce) gli da ciò che è Suo...? Ora viene da chiedere che cosa gli da incambio della vita ? Mi auguro non sia laGloria, “che tra le forme di incomprensioneè forse la peggiore” La possibilità di sederglia fianco (sulla destra) ?... Forse al cinema

per vedere “Il Regno dei Cieli” (Più unprobabile kolossal americano, che unaeffettiva eredità). Tutti in questo casodisobbediscono a tutto , offrendo unospunto importante per Carlo Collodi, chedella *disobbedienza* ne ha fatto un’operad’arte. In questo caso, religione mito erazza umana, per mezzo della metamorfosi-trasformazione, si fondono e si confondono, dando luogo si a un confittuale rapportoPadre Figlio. Sembra una storia da ridere ,ma a ben vedere è la più seria di tutte ,

solo quando il protagonista Pinocchioacquista una coscienza personale, ottiene ildono del Padre, che è il Suo dono... Delresto anche Maestro Geppetto, comeGiuseppe era falegname, il raccontorispecchia in pieno quanto scritto nelLoghion.

A *ENTRAMBI* anzi anche al *padreinteriore* (che ha fatto del suo meglio)Alessandro (Parma Dicembre 2008)

Fonti :

Odissea (Omero)

Pinocchio (Carlo Collodi)

Bibbia (Antico Testamento)

Vangelo (Apocrifo di Filippo)

Mitologia Greco-Romana (Tradizione Orale)

Il mio amico Rachid (che è mussulmano)

Citazioni :

 “(la leggenda tenta di spiegarel'inspiegabile).” Franz Kafka (Prometeo)

 “...«"Il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnelloper l’olocausto?" disse ilfiglioAbramo rispose: "Dio stesso provvederàl’agnello per l’olocausto, figlio mio!"Proseguirono tutt’e due insieme», eranopartiti.” *Autore Incerto* (Bibbia)

 “la Gloria è una forma di incomprensione,forse la peggiore” J.L.Borges

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Il Regno del Padre è Similead una Donna

di Pino Landi

" Il regno del Padre è simile a una donna;prese un po' di lievito, lo nascose nellapasta, e ne fece pani grandi. Chi haorecchie intenda!"

(Vangelo di Tommaso)

Ciò che caratterizza l’uomo, che lodifferenzia dagli altri viventi, è la sua

capacità di ricerca, di utilizzo edappropriazione. Ci sono uomini che cercanosolo ciò che è materiale e palese ai sensi,ed altri che estendono la loro ricerca oltre ilsensibile, spesso spinti da una insofferenza,una “aspirazione” spesso inconsapevole,verso una perfezione e completezza chenon trovano in nulla di ciò che hannoattorno.L’uomo di conoscenza è sostanzialmente unuomo di ricerca, ma la sua è una ricercaparticolare, che nulla esclude e a tutto si

volge. L’uomo comune vede il pane e loprende per placare la sua fame: sentel’odorosa fragranza, vede la dorata cottura,se lo infila nella bocca, lo mastica e loinghiotte, perché ciò che solamente lointeressa è l’utilizzo del pane per il suobenessere e la sua propria sopravvivenzafisica.Pochi osservano quel pane vedendo dentrodi esso il lavoro di chi ha seminato eraccolto il grano, macinato i chicchiseparando il grano dalla crusca, impastatoacqua e farina, tagliato la legna per il forno.A pochi importa sapere che quelle forme dipane sono morbide e grandi perchéqualcuno ha conservato il lievito e lo haaggiunto all’impasto. Pochi hannoconsapevolezza che quella materiadiventerà parte della propria medesimamateria corporea.Quando l’uomo riesce in un qualche modo a

 “toccare”, a “percepire” il “Tutto” nella suareale portata, riuscirà anche ad essereconsapevole contestualmente della propria

limitatezza, ma anche delle propriepossibilità e a comprendere l’aspirazione, atrovare ragione nella ricerca della felicità,

della quiete, della conoscenza, dell’amore,perché riconosce che uno solo può esserel’oggetto della sua ricerca ed aspirazione:

 “il Tutto”, non come idea astratta, comeuna trascendenza che per definizione è oltreogni sua possibilità, ma come essenza di

tutte le cose.Il regno del Padre è in tutte le cose,

perché la Sua sostanza, il Suo lievito è intutte le cose. E’ la nostra mancanza diconoscenza, la nostra coscienza limitata checi impedisce di comprenderlo. Nel momentoin cui l’uomo ha acquisito pienamente lacoscienza dell’individualità, ha perdutocontestualmente il regno del Padre, nonperché ne sia stato scacciato, ma perchénon riesce più a percepirlo come tale.Alla fine del suo cammino, della sua salita a

spirale, la coscienza potrà riacquisire la suaqualità Divina e riscoprire l’essenza (illievito) che sostiene la realtà di ogni forma.Ecco allora rivelarsi in tutta la suagrandezza e magnificenza, dietro l’illusionee l’apparenza della separatezza del pianodella materia e dei fenomeni, il regno delPadre, regno di Realtà, di Verità, diConoscenza e di Amore.