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L’ANNO CHE VERRÀ STOP ALLE TRUFFE CONDOMINIALI ABITAREOGGI Periodico di Confabitare - Associazione Proprietari Immobiliari Editoriale di Alberto Zanni GENNAIO 2011 - Anno 2 - N.3 Chiarimenti sulla cedolare secca "Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/BO"

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arredamento, design

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L’ANNOCHE VERRÀ STOP ALLE TRUFFECONDOMINIALI

ABITAREOGGIPeriodico di Confabitare - Associazione Proprietari Immobiliari

Editoriale di Alberto Zanni

GENNAIO 2011 - Anno 2 - N.3

Chiarimenti sullacedolare secca

"PosteItalianeSpa-SpedizioneinAbbonamentoPostale-D.L.353/2003(conv.In27/02/04n.46)art.1comma1-CN/BO"

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Iscritta con l’autorizzazione del Tribunale di Bolognaal numero 8066 del 1 aprile 2010

Anno 2 numero 3 gennaio 2011

Direttore ResponsabileMaurizio Costanzo

Direttore EditorialeAlberto Zanni

CaporedattoreCristiana Zappoli

Art DirectorLaura Lebro

RedazioneLorenzo Berardi, Giovanna Borgia,Iole Costanzo, Antonello De Marchi,Silvia Di Persio, Giovanni Gasparini,Enrico Guerra, Flavio Maria Marziano,Angela Mascara, Maurizio Pirazzoli,Marcello Rossi, Alessandro Rubi,Carlo Salvini, Luca Santarelli,Federica Setti, Paolo Simonetto,

Mercedes Vescio, Gianfranco Virardi

Hanno collaboratoManuela Garbarino, Emilia Milazzo,

Marco Zappia

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sommario

CONFABITARE14 Stop alle truffe condominiali15 Chi si deve occupare dell’ACE?16 Alessandro Notari

Chiarimenti sulla cedolare secca18 Francesco Miredi

Mediare i problemi condominiali19 Le sedi provinciali di Confabitare20 I servizi e le consulenze

L’OPINIONE23 Giovanni Gasparini

Le norme che regolano l’edilizia24 Mara Martelli

Amministrazione di sostegno

EDITORIALE13 Alberto Zanni

L’anno che verrà

PRIMO PIANO32 Le incertezze del mattone34 Energie rinnovabili39 Vivere spazi più accessibili

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ARCHITETTURA52 Secondo i principi bioclimatici...

A Pergine Valsugana un edificio unifamiliare

ad alta prestazione energetica

59 Minimalismo giapponeseL’architettura tipica del Giappone nelle

abitazioni di Kazunori Fujimoto

ARTE E ARTIGIANATO65 Ridare vita alle cose antiche

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68 Piccole architetture in legnoLe creazioni di Luca De Pascalis

DESIGN72 Nuove scenografie d’arredo76 Good night

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88 Vibrante effetto luceAmbienti bianchi e luminosi per l’edificio

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“L’anno che verrà” non è solo il titolo di una celebre canzone di Lucio Dalla,per noi di Confabitare è, e dovrà essere soprattutto l’anno del consolidamento, delle conferme, del radicamento semprepiù capillare. Il 2010, anno primo dell’era Confabitare, si è chiuso con un bilancio lusinghiero sotto ogni profilo.

I risultati raggiunti, in termini non solo di iscrizioni, ma anche di credibilità e rappresentatività nel tessuto sociale epolitico cittadino, sono andati ben al di là di ogni più rosea previsione. I presupposti per una ulteriore crescita dellanostra associazione ci sono tutti, anche se la crisi economica che attanaglia il nostro Paese non consente facili euforie.Ma Confabitare ha spalle sufficientemente larghe per consentire di guardare al futuro con fiducia. Il nostro è l’ottimismodella volontà, quella volontà che ci ha sin qui permesso di superare le difficoltà e di raggiungere, passo dopo passo,traguardi insperati.

L’agenda del 2011 è già ricca di iniziative, di buoni propositi, di appuntamenti. Il tutto finalizzato, come sempre, allatutela dei vostri interessi. Confabitare seguirà con particolare attenzione la vicenda dei cosiddetti “amministratoriinfedeli”. Come molti di voi già sapranno, presso la nostra sede di Via Marconi 6/2, abbiamo attivato, in collaborazionecon CODACONS, uno sportello per aiutare gratuitamente, anche con supporto legale, i condòmini che hanno problemicon gli amministratori o sono vittime di truffe. Un servizio che verrà potenziato quest’anno insieme al conto correnteon line per garantire la massima trasparenza nella gestione dei condomini.

Sempre nell’ottica di agevolare i nostri associati, ci piace sottolineare due iniziative che ci auguriamo trovino la vostrapiena adesione. La prima riguarda la dichiarazione dei redditi: tutti coloro che hanno rinnovato l’iscrizione aConfabitare potranno usufruire gratuitamente della dichiarazione dei redditi 2011 (MOD 730 o UNICO). La secondaconcerne la convenzione stipulata con il gruppo Banca Etruria, che prevede condizioni particolarmente favorevoli per inostri iscritti. Un esempio? Il “prestito casa” che consente, senza troppe formalità burocratiche, di avere a disposizionecifre rilevanti per opere di ristrutturazione o per l’acquisto di piccoli immobili da destinare al mercato degli affitti.

Per quanto riguarda l’aspetto organizzativo, Confabitare promuoverà nei prossimi mesi a Bologna una grande conventionnazionale sulle tematiche della casa e del condominio. Una kermesse con esperti qualificati che farà della nostra città,in quei giorni, la capitale del mattone Made in Italy. Infine, l’espansione sul territorio. In pochi mesi abbiamo già apertooltre dieci sedi provinciali in tutt’Italia. L’obiettivo per il 2011 è arrivare a quota cinquanta: un traguardo ambizioso,ma realistico.

Un augurio, per terminare: quello di un 2011 pieno di serenità e soddisfazioni per voi tutti, per le vostre famigliee per Confabitare.

13ABITARE OGGI

L’anno che verrà

Editoriale

CONFABITARE: VIA MARCONI 6/2 - 40122 BOLOGNA - TEL 051/238645 - FAX 051/227573www.confabitare.it

La nostra sede:

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14 ABITARE OGGI

abitare

ABologna e provincia, si moltiplicano le segnalazioni di presunteirregolarità commesse dagli amministratori di condominio indanno ai condomini. Negli ultimi tempi, sono emersi episodi dicronaca relativi a truffe e/o raggiri inerenti la cattiva gestione dicondomini che vedono, purtroppo, come parte lesa, soggetti one-sti e ignari del cattivo operato del loro amministratore. È impor-tante rendersi conto delle dinamiche sottese a situazioni di questotipo e al contempo attivarsi perché non si verifichino inconvenientispiacevoli. L’amministratore di condominio non è sovrano nel de-cidere e nell’operare. Tuttavia, se l’amministratore disonesto sirende conto che vi sono condomini poco attenti a controllare, a se-gnalare, a denunciare irregolarità e/o ammanchi, espone i condo-mini tutti a gravissimi danni. Perché un condominio sia ben am-ministrato non è sufficiente un buon amministratore ma occorre,prima di tutto, la presenza di condomini attenti e vigili. La pre-messa è fondamentale: sapere che nell’operare si è “controllati”comporta l’assunzione di un atteggiamento preciso, vigile e ac-corto. Un amministratore, anche se male intenzionato, ha così pocomargine d’azione. Sono emersi casi di amministratori truffaldiniche arrivano al punto di contraffare il verbale di assemblea con-dominiale aggiungendo l’autorizzazione, in realtà mai concessa daparte del condominio, di aprire fidi in banca. Una volta ottenutoil finanziamento, presentando un verbale falso, l’amministratore“intasca il bottino e sparisce dalla circolazione”. Gli ignari con-domini vengono a conoscenza degli intenti fraudolenti dell’am-ministratore perché l’istituto di credito medesimo, concedente ilfinanziamento al condominio, contatta appunto i condomini chie-dendo loro di saldare il conto dei fidi concessi al condominio. Na-turalmente gli ignari proprietari di tali stabili cadono dalle nuvoledi fronte a tale richiesta perché estranei all’accaduto. In sostanza,in questi casi, l’amministratore non solo non ha pagato le bollettee i fornitori bensì ha acceso fidi esibendo in banca verbali di as-

semblea falsificati ad hoc per intascare somme importanti. In piùdi un’occasione, l’istituto di credito non si è limitato a rivolgerele proprie pretese nei confronti dell’amministratore truffaldino, di-venuto nulla tenente, bensì agisce nei confronti del condominio ri-chiedendo, direttamente agli ignari condomini, di sborsare lesomme necessarie per estinguere il fido contratto dal loro rappre-sentante legale. In definitiva, dagli atti emerge incontestabilmenteche sussiste un debito contratto nei confronti dell’istituto banca-rio apparentemente imputabile al condominio che quindi vienechiamato in causa dagli istituti di credito per la restituzione dellesomme. Da un punto di vista giuridico è indubbio che il contrattodi apertura di credito è stato, in questi casi, stipulato da un falsusprocurator in quanto l’amministratore è privo di potere nonavendo l’assemblea dei condomini deliberato in tal senso. È prin-cipio generale ricavabile dall’art. 1398 del c.c. che il contratto sti-pulato dal falsus procurator non è idoneo a produrre effetti nellasfera dello pseudo rappresentato, tanto che il terzo contraentenon ha titolo per esercitare, nei confronti di costui, l’azione d’ina-dempimento che presuppone per l’appunto l’esistenza di un con-tratto valido ed efficace tra le parti. In fattispecie di questo tipo,dove la giurisprudenza parla di colpa e/o negligenza, anche in vi-gilando del condominio, prevale l’illiceità della condotta fraudo-lenta posta in essere dall’amministratore che è idonea a inter-rompere ogni nesso causale tra l’atto da lui compiuto e la condottadel falso rappresentato. In altre parole, per meglio aiutare nellacomprensione chi legge, possiamo affermare che non può cau-salmente attribuirsi al condominio un contratto la cui conclu-sione è stata determinata, non tanto da un comportamento negli-gente di quest’ultimo, quanto dalla condotta contra legemdell’amministratore. Sulla base dell’esperienza Confabitare hacreato, con l’aiuto dei propri consulenti, l’apertura di uno sportellocontro le truffe condominiali, che è in grado di aiutare in modo so-lerte ed efficace condomini che hanno problemi con i propri am-ministratori. Sostenere infatti i condomini vittime di truffe e ap-propriazioni indebite aiuta a riportare serenità nel condominio edevitare ulteriori e possibili danni.Avere uno sportello a propria di-sposizione, significa ricevere informazioni dettagliate in modo ve-loce e rapido al fine di poter avere il quadro della situazione sottomano e approntare, con l’aiuto di consulenti esperti, la soluzioneai problemi. Inoltre, con la capillare diffusione dei sistemi infor-matici, la nostra associazione, che come sappiamo amministra in-teri stabili del circondario bolognese, permette a tutti i condominidi poter controllare comodamente da casa, in ogni momentodella giornata, sia il saldo relativo al conto corrente del condo-minio sia tutti i movimenti di denaro legati a operazioni relativeallo stabile. In altre parole con l’operazione “condominio tra-sparente” Confabitare amministra i condomini e fornisce la ga-ranzia di una gestione limpida e puntuale senza brutte sorprese.(Avv. Luca Santarelli, Consulente Legale Confabitare)

È partita l’operazione “condominio trasparente”. Presso la sede di Confabitare apertura delnuovo sportello anti truffe condominiali. Garanzie e strumenti legali al servizio degli associati

Stop alle truffe condominiali

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15ABITARE OGGI

La redazione della certificazione energetica non investe solamente il singolo proprietariodell’unità immobiliare, ma si estende, in taluni casi, anche agli amministratori di condomini

Chi si deve occupare dell’ACE?

LE DELEGAZIONI DI CONFABITARE

� CASALECCHIO DI RENO, VIA DEL LAVORO, 7 - TEL. 051/9910121� CASTEL MAGGIORE, VIA GRAMSCI, 205/A - TEL. 051/6321523� PORRETTA TERME, PIAZZA MONSIGNOR SMERALDI, 4 - TEL. 0534/21356� SAN GIOVANNI IN PERSICETO, CORSO ITALIA, 84 - TEL 051/ 3167989� SAN LAZZARO DI SAVENA, VIA SPERANZA, 35/A - TEL. 051/0477298� SASSO MARCONI, VIA PORRETTANA, 389 - TEL. 051/6751202

SEDE CONFABITARE: VIA MARCONI 6/2 - 40122 BOLOGNA - Tel. 051/ 238645 - 051/270444

È ormai diffusamente noto che dal 1 luglio2009 è obbligo del venditore allegare ai tra-sferimenti onerosi di singole unità immo-biliari l’Attestato di Certificazione Ener-getica (ACE) dell’unità oggetto di com-pravendita. Dal 1 luglio 2010 tale obbli-go è stato esteso a tutti gli edifici e le uni-tà immobiliari soggetti a locazione.Non tutti sono però a conoscenza che la re-dazione dell’ACE non investe solamenteil proprietario dell’unità immobiliare, siaessa oggetto di compravendita o di loca-zione, ma si estende, in taluni casi, ancheagli amministratori di condomini. La De-libera di Giunta della Regione EmiliaRomagna n. 156/2008 “Atto di indirizzoe coordinamento sui requisiti di rendimentoenergetico e sulle procedure di certifica-zione energetica degli edifici” precisachiaramente, all’allegato 8, che la certifi-cazione energetica delle singole unità im-mobiliari va effettuata “… in presenza diimpianti centralizzati privi di sistemi di re-golazione e contabilizzazione del caloresulla base della valutazione del rendimentoenergetico dell’intero edificio ripartito a li-vello della singola unità immobiliare in re-lazione alla superficie utile riscaldata del-l’unità immobiliare medesima…”.In concreto la norma afferma in manierachiarissima che la certificazione energeti-

ca di una singola unità immobiliare, qua-lora questa sia servita da un impianto diriscaldamento di tipo centralizzato, nonpuò essere redatta senza aver preventiva-mente valutato il rendimento energeticodell’intero edificio ovvero la quantitàannua di energia (espressa in kWh/anno)effettivamente consumata o che si preve-de possa essere necessaria per soddisfarei vari bisogni connessi ad un uso standarddell'edificio.La quantificazione del rendimento ener-getico dell’edificio risulta essere, in pre-senza di impianti di riscaldamento di tipocentralizzato, il punto di partenza impre-scindibile per poter procedere alla corret-ta redazione dell’attestato di certificazio-ne energetica della singola unità immobi-liare. Risulta pertanto evidente come il ruo-lo dell’amministratore di condominio infabbricati serviti da impianti di tipo cen-tralizzato assuma una valenza di primariaimportanza. L’amministratore ha il com-pito di informare i condomini delle ne-cessità di provvedere, mediante il confe-rimento di uno specifico incarico profes-sionale ad un tecnico abilitato, alla quan-tificazione del rendimento energetico del-l’edificio allo scopo di metterli in condi-zione di poter successivamente far redigerel’attestato di certificazione energetica del-

la propria unità in maniera conforme allanormativa. A riprova di quanto sopra ri-portato la Delibera della Giunta Regiona-le N. 1362 “Modifica degli allegati di cuialla parte seconda della delibera di As-semblea legislativa n. 156/2008” entrata invigore dal 1 ottobre 2010 precisa, all’Al-legato 6 – punto 3.4, che qualora si procedaalla certificazione delle singole unità im-mobiliari in edifici serviti da impianticentralizzati privi di sistema di contabi-lizzazione del calore, è fatto obbligo agliamministratori degli stabili di fornire aicondomini le informazioni e i dati neces-sari in relazione alla metodologia appli-cabile. Il mancato adempimento, da par-te dell’amministratore, di quanto sopra de-scritto, oltre a configurarsi come un man-cato rispetto della normativa vigente, pro-durrebbe conseguenze dirette che verreb-bero a ricadere sul singolo proprietario:quest’ultimo, infatti, qualora fosse im-possibilitato a far redigere l’ACE della pro-pria unità immobiliare perché sprovvistodella documentazione sulla prestazioneenergetica dell’edificio, rischierebbe di nonpoter procedere alla compravendita o allaregolare locazione della propria unità im-mobiliare.(Ing. Lorenzo ZiosiConsulente Tecnico Confabitare)

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Lo scorso 4 agosto 2010 lo schema di decreto legislativo approvatodal Consiglio dei Ministri e recante “disposizioni in materia di fe-deralismo municipale” che attualmente è in fase di esame parla-mentare, ha introdotto la normativa sulla cedolare secca sui redditida locazione relativi a immobili ad uso abitativo e loro pertinen-ze. Con l’introduzione della cedolare secca fissata al 20%, l’Italiadiventa il paese europeo più conveniente per la tassazione in ma-teria.Anche in Ungheria, Finlandia e Olanda si pagano imposte conaliquota fissa pari, rispettivamente, al 25%, 28% e 30%. Nelle al-tre nazioni europee la tassazione funziona come in Italia fino a que-sto momento, ovvero i redditi da locazione si sommano a quelli per-sonali e a questi si applicano le varie aliquote previste dal fisco, tut-te più basse rispetto a quelle italiane. Secondo il Sole24Ore, conl’introduzione della cedolare secca al 20%, i proprietari benefice-ranno di unamedia di risparmio del 22,6%. Un risparmio consistenteperché chi dà in affitto un appartamento in genere ha un reddito piùalto rispetto alla media dei contribuenti e oggi paga un’aliquota me-dia del 30,4%. Addirittura, se il locatore si colloca nella fascia direddito più alta, la cedolare secca consente di dimezzare il costo fi-scale del proprio affitto. I vantaggi per i proprietari in regola an-dranno di pari passo con le sanzioni nei confronti degli evasori chesaranno durissime. Chi percepirà un canone in nero o parzialmen-te sommerso dovrà fare i conti con una maxisanzione. Si prevedeil raddoppio delle sanzioni fiscali rispetto a quelle ordinarie in casodi omessa dichiarazione del reddito derivante dalla locazione o diindicazione dello stesso in misura inferiore a quella effettiva. Inol-tre la bozza di decreto prevede che la mancata registrazione del con-tratto di affitto dia luogo alla registrazione d’ufficio dello stesso pre-vedendo una durata di quattro anni alla quale si accompagnerà unprimo rinnovo obbligatorio di altri quattro anni. Durante questo pe-riodo il canone annuo sarà definito in misura pari al triplo della ren-dita catastale e ciò comporterà una sostanziale riduzione dell’affitto.

L’introduzione della cedolare secca, che potrà essereadottata omeno a discrezione del locatore, porta consé anche alcune perplessità. Per esempio, la scel-ta di non introdurre alcun abbattimento forfetarioalla base imponibile soggetta all’aliquota uni-ca del 20%, azzera la convenienza per i pro-prietari alla stipulazione di contratti a canoneconcordato, il cui numero è destinato a ridursi.Dottor Alessandro Notari, la bozza di de-creto legislativo in tema di federalismo

fiscale introduce la cedolare sec-ca sugli affitti, in cosa consistenello specifico?«Si tratta di una bozza e quin-di tale normativa non è ancora

entrata in vigore anche se si prevede che la stessa sia attiva dal01/01/2011. Per cedolare secca si intende unamodalità di tassazionedel 20% da applicare sul totale dei canoni di affitto percepiti dal con-tribuente persona fisica privata, che sostituisce la tassazione ordi-naria IRPEF ad aliquote progressive calcolate sull’85% dei cano-ni liberi e sul 59,5% dei canoni concordati. La cedolare secca so-stituisce non solo l’IRPEF e le relative addizionali ma anche l’im-posta di bollo e di registro sui contratti di affitto».Il contribuente è obbligato ad adottare questo nuovo tipo di tas-sazione?«No, tale nuovo regime è facoltativo; spetta al contribuente sceglierese è più conveniente tale tipo di tassazione rispetto a quella ordi-naria».Essendo l’aliquota della tassazione secca del 20% e consideran-do che le aliquote IRPEF della tassazione ordinaria vanno dal23% al 43% non è più conveniente scegliere la cedolare secca?«Il contribuente deve sempre affrontare con il proprio consulente laconvenienza dell’uno o dell’altro metodo di tassazione in base allapropria posizione fiscale personale, in quanto non è possibile ge-neralizzare. In linea di massima la cedolare secca risulta più con-veniente per quei contribuenti i cui redditi sono formati non solo daredditi da locazione, ma anche da altri redditi medio alti e al cresceredi tali redditi la convenienza aumenta. Per coloro invece che pos-siedono redditi bassi e soprattutto per chi possiede oneri detraibilio deducibili (esempio spese mediche, spese 55%, spese 36%, con-tributi ai fondi pensione ecc…) o detrazioni d’imposta per familia-ri a carico, non si ha questo vantaggio. Confabitare, nella propria re-lazione presentata alle Commissioni Parlamentari, ha suggerito diapportare delle modifiche alla normativa così da riequilibrare que-sta discriminazione, che contrasta con il principio della progressi-vità delle imposte che caratterizza il nostro ordinamento fiscale».Quando il contribuente dovrebbe esprimere la propria scelta? Inol-tre tale scelta è immodificabile?«Su questo punto lo schema normativo tace. Nella nostra relazio-ne presentata alle Commissioni Parlamentari, abbiamo sottolinea-to questa mancanza, suggerendo che l’opzione possa essere eser-citata in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi, in quan-to solo in quel momento il contribuente ha la possibilità di sapereil suo reddito effettivo dell’anno. Per quanto riguarda la possibili-tà di modificare la scelta sull’applicazione della cedolare secca, Con-fabitare ha proposto che il contribuente possa variarla di anno inanno, in base alla propria situazione fiscale personale».Quali sono le novità previste dalla Legge di stabilità 201,1 approvatedal Senato, che riguardano i possessori di immobili?«La principale misura è rappresentata dalla proroga al 31/12/2011della detrazione IRPEF del 55% per gli interventi relativi al risparmioenergetico degli edifici. La proroga conferma le regole di base del-la detrazione, l’unica innovazione è rappresentata dal fatto che lespese sostenute nel 2011 si detrarranno in 10 rate annuali anzichéin 5. Questa modifica allinea la tempistica della detrazione in og-

Ne parliamo con Alessandro Notari, responsabile nazionale settore fiscale di Confabitare

Chiarimenti sulla cedolare secca

16 ABITARE OGGI

Nella foto a sinistra:il dottor Alessandro Notari

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abitaregetto a quella del 36%, inerente le ristrutturazioni edilizie chesi ricorda scadrà il 31/12/2012».La formula decennale di rateazione in vigore dal 2011 ri-spetto a quella quinquennale non determina uno svantag-gio per il contribuente?«Generalizzando, la distribuzione della detrazione in 5 annipermette al contribuente di limitare nel tempo il vantaggio fi-scale, ma non è sempre così. Infatti la detrazione del 55% nonpuò essere più alta dell’imposta dovuta dal contribuente, cioèlo stesso non può andare a credito in virtù di tali spese. Di con-seguenza nel caso in cui la spesa non trovasse capienza nel-l’imposta, il contribuente perderebbe una parte di detrazione;spalmando la spesa in rate annuali più basse cioè in 10 rate,questa problematica potrebbe essere in parte superata».Il contribuente ha la possibilità di detrarre la spesa del 55%anche se i lavori non sono terminati nell’anno di sostenimentodella spesa stessa?«Certo. Il principio cardine per la detrazione del 55% per lapersona fisica privata è quello di cassa, cioè il contribuente deveprendere in considerazione solo la data del pagamento dellespese, che si ricorda deve essere effettuato solo a mezzo bo-nifico bancario e/o postale. Ciò significa che non ha alcuna ri-levanza né la data della fattura, né quella della conclusione deilavori, che possono terminare dopo l’anno in cui gli stessi ven-gono saldati. È possibile cioè per il contribuente detrarre in 10rate la spesa sostenuta nel 2011 per lavori che si concluderannonel 2012, così come detrarre in 5 anni le spese sostenute nel2010 per lavori che termineranno nel 2011».Nel caso appena illustrato, come può il contribuente salva-guardare la corretta esecuzione dell’opera se ha già effettuatoi pagamenti?«Il contribuente deve porre molta attenzione nella stesura delcontratto di appalto con l’impresa esecutrice, specificando chegli acconti da lui versati non siano considerati implicita ac-cettazione senza riserva dell’opera, ma che ciò avvenga solocon il collaudo finale e quindi a fine lavori. Altro consiglio èquello di considerare contrattualmente gli acconti come caparreconfirmatorie con la conseguenza che se l’impresa dovesse es-sere inadempiente, il contribuente potrebbe recedere dal con-tratto esigendo il doppio della caparra. Si potrebbe inoltre esi-gere dall’impresa esecutrice il rilascio di una fideiussione ban-caria o assicurativa avente ad oggetto le somme versate a ti-tolo di acconto/anticipo».Quali sono state le iniziative sviluppate a livello nazionale daConfabitare a tutela degli interessi dei contribuenti che pos-siedono immobili?«Confabitare è sempre in prima linea per la salvaguardia de-gli interessi dei cittadini, soprattutto nell’ambito dei diritti deiproprietari immobiliari. In particolare vorrei mettere in evidenzala proposte derivanti da un’analisi attenta e critica della nor-mativa sulla cedolare secca , oggetto di una relazione presentatanell’audizione del 22/11/2010 presso la Commissione Bica-merale sul Federalismo Fiscale e successivamente illustrata nel-l’incontro del 6/12/2010 avuto a Palazzo Montecitorio con ilSegretario del Presidente della Camera dei Deputati, Onore-vole Gianfranco Fini». (di Cristiana Zappoli)

Confabitare opera a 360° per la tutela dei proprietari e, fratutti i suoi servizi, offre anche quello dell’amministrazione con-dominiale, che viene effettuato direttamente dalla propria strut-tura, tramite professionisti qualificati. Alla luce di fatti purtroppoincresciosi che si sono verificati con una certa frequenza ne-gli ultimi tempi anche nella città di Bologna (amministratoriche hanno sottratto soldi alle casse dei loro condomini) lanostra Associazione ha trovato una soluzione semplice, fun-zionale quanto innovativa: il conto condominiale on line. Unasoluzione, questa, che consente ai singoli condomini di con-trollare via internet, per mezzo di una password fornita lorodall’amministratore, in ogni momento da casa o dall’ufficio,i movimenti del conto corrente condominiale e di poter ac-cedere ai documenti del Condominio, quali ad esempio, l’ul-timo consuntivo spese, il prospetto delle rate da pagare conle scadenze, la polizza globale fabbricato, il regolamento con-dominiale, le tabelle millesimali e altro. Questa semplice so-luzione consente ai condomini un controllo completo sullagestione finanziaria del Condominio, sui pagamenti delleutenze, dei fornitori e, non ultimo, anche sul pagamento del-le quote condominiali da parte dei condomini stessi. La pos-sibilità di accedere “on line” ai documenti condominiali e po-terli scaricare sul proprio computer, è uno strumento di as-soluta trasparenza che migliora la comunicazione tra am-ministratore e condomino, riducendo tempi e attese, e con-sentendo ai condomini di potersi creare un piccolo archiviopersonale, non solo cartaceo, ma anche elettronico. Inoltrequesta soluzione consentirebbe anche ai vari proprietari dipoter verificare in tempo reale lavori, spese ordinarie comele pulizie e l’illuminazione, ma anche tutti i costi dei fornitori,con la massima garanzia di trasparenza oltre che un note-vole risparmio di tempo. Quanto tempo perdono i condomi-ni nelle assemblee per avere chiarimenti dall’amministrato-re sulle varie voci? La diffusione globale dei sistemi informaticipermette ormai a tutti l’uso di sistemi informativi on line, e perquesto crediamo nella possibilità di un’ampia diffusione di que-sta nostra proposta di amministrazione condominiale. Con-fabitare ha studiato a fondo il problema della regolarità del-la gestione dei condomini e crediamo che sia opportuno dif-fondere questa innovazione nel modo più ampio possibile,affinché diventi un sistema di uso comune, oltre che un qua-lificato metodo di lavoro.A completamento della nostra attenzione al settore condo-miniale, Confabitare può fornire inoltre preventivi gratuiti, ra-pidi e dettagliati per amministrare il vostro condominio, an-che tramite la scheda da compilare direttamente sul nostrosito: www.confabitare.it. (di Giovanna Borgia)

CONFABITARE PROPONEIL CONDOMINIO ON LINEConsente di controllare da casa, via internet,i movimenti del conto corrente condominiale

17ABITARE OGGI

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abitare

In Italia, chi litiga ha sempre affidato a unterzo, Giudice o arbitro, la decisione sullarelativa controversia, ma ora, seppure in ri-tardo rispetto al resto del mondo, si dà spa-zio a sistemi diversi fra i quali la cosiddettaconciliazione e/o mediazione. Il decretolegislativo n. 28/2010 recante: Attuazionedell’articolo 60 della legge 18 giugno2009, n. 69, in materia di mediazione fi-nalizzata alla conciliazione delle contro-versie civili e commerciali riporta delle no-vità assolute in materia di risoluzione dellecontroversie e l’art. 5, la cui efficacia par-tirà dal mese di marzo del 2011, pone, peralcune materie, fra le quali il condominioe le locazioni, l’obbligatorietà del proce-dimento di conciliazione quale condizionedi procedibilità alla domanda giudiziale. Inparole semplici, i condomini che voglionolitigare non potranno più rivolgersi al Giu-dice se non prima di aver introdotto l’ob-bligatorio procedimento di conciliazionee/o mediazione. In questo articolo non vo-glio soffermarmi sugli aspetti tecnici dellaprocedura da seguire, ma vorrei analizzarel’essenza della mediazione o conciliazione.Normalmente la conciliazione viene defi-nita come un sistema di risoluzione dellecontroversie volontario e privato attraversoil quale due o più soggetti in lite cercano diraggiungere un accordo che ponga fine allacontroversia con l’aiuto di un terzo neu-trale e imparziale. Peculiare, in questo tipodi sistema, è che le parti sono portate ad ab-bandonare le conflittualità tipiche del pro-cesso giudiziario per concentrarsi, invece,sugli interessi e i bisogni reciproci, al fine

di trovare la via migliore per soddisfarli.Potremmo affermare che, mentre da unprocesso escono un sicuro perdente e unpossibile vincitore, la conciliazione do-vrebbe chiudersi con due vincitori certi.Quando i litiganti portano le loro battagliein un Tribunale o davanti ad un Giudice diPace, hanno come chiodo fisso le questionidi “principio” e alimentano questo gene-ratore di astio attraverso una continua rap-presentazione degli eventi passati; la con-ciliazione, al contrario, sposta l’attenzionedelle parti dal passato al realismo del pre-sente e alle necessità del futuro in un’otticadove l’ottenimento di qualcosa possa es-sere più utile che il soddisfacimento di uneffimero principio.Ricordo una controversia condominialesorta fra due vicini, uno dei quali aveva po-sto un armadio/ripostiglio sul comune bal-latoio. Il fatto non aveva creato all’altro unreale nocumento, ma questi era ossessio-nato dall’idea che un bene, del quale eracomproprietario, potesse essere usato daqualcuno senza il suo permesso. La con-troversia si è chiusa senza entrare nelleaule giudiziarie semplicemente perché,parlando con entrambi, avevo scoperto chechi si lamentava del ripostiglio lasciavanel cortile condominiale il proprio moto-rino e che l’altro aveva un box capace diospitare il motorino. Questa circostanza,del tutto estranea al problema del ballatoio,mi ha permesso di mostrare ai contendentiuna via d’uscita soddisfacente per entrambie, alla fine, colui che usava il ballatoio hacontinuato a farlo dando al vicino il per-messo di mettere il motorino nel box. Idue hanno così evitato le spese giudiziarie.Le motivazioni che hanno portato il nostrolegislatore ad emanare il sopra menzio-nato decreto vanno ricercate essenzial-mente nella necessità di deflazionare ilcontenzioso giudiziario che presenta tempibiblici per la definizione dei processi, magli utenti avranno altri vantaggi di non mi-nore importanza. Infatti, oltre al problemadella durata, che per la mediazione è statafissata in un massimo di quattro mesi, imediatori avranno un obbligo alla riserva-tezza che si concretizzerà nella inutilizza-

bilità delle dichiarazioni rese dalle parti e,se la mediazione riesce, il relativo proce-dimento si chiuderà con un verbale di con-ciliazione al quale sarà data efficacia ese-cutiva. Le organizzazioni abilitate allamediazione avranno, inoltre, disposizioniin merito alle tariffe da applicare con laconseguenza che il procedimento avrà co-sti molto contenuti rispetto agli arbitrati eai processi giudiziari. Normalmente lamediazione si svolge negli uffici dei me-diatori professionisti o delle organizzazioniaccreditate a norme di legge e i litigantivengono sentiti sia in sessioni congiunteche singolarmente. Lo scopo delle sessioniseparate è quello di raccogliere elementiche una parte non direbbe apertamente al-l’altra o che, pur apparendo estranei al-l’oggetto del contendere, possano susci-tare interesse. In questo tipo di sessione,però, il mediatore deve fare molta atten-zione e mantenere sempre la propria im-parzialità e neutralità. Il procedimento puòanche chiudersi con un nulla di fatto ma èabbastanza probabile che il mediatore rie-sca a facilitare l’accordo fra le parti, sti-lando il cosiddetto atto di conciliazione,ovvero che sia lui stesso a formulare unaproposta conciliativa che, se non accettatada entrambe le parti, potrà avere effettisulla futura sentenza giudiziale, con parti-colare riferimento alle spese processuali.In Italia la mediazione avrà successo? Per-sonalmente penso proprio di sì. I tempi e icosti relativi a un processo giudiziario sonoormai troppo pesanti per tutti e una que-stione chiusa nelle aule di un Tribunalecrea, necessariamente, dei nemici che, nelcaso di condomini, continueranno a viverenello stesso stabile alimentando un senti-mento di odio e non di civile convivenza.Dobbiamo essere ottimisti e tentare di imi-tare gli antichi cinesi e tibetiani che,quando litigavano fra loro, non si rivolge-vano ad alcun Tribunale ma andavano dalpiù vecchio del paese il quale, parlandopoco e ascoltando molto, li portava ad eli-minare ogni rancore con una sana e sentitastretta di mano.(Avv. Francesco MirediPresidente di Confabitare Milano)

Dal mese di marzo del 2011 in vigore l’obbligatorietà del procedimento di conciliazione

Mediare i problemi di condominio

18 ABITARE OGGI

FrancescoMiredi

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19ABITARE OGGI

La sede provinciale di Taranto di Confabitare è stata costituita con lo scopo di tutelare e rappresentaregli interessi economici e morali dei proprietari immobiliari e di assisterli in tutte le questioni di carattere giu-ridico, sociale, tecnico, amministrativo, fiscale, contrattualistico e tributario presso Enti, Sindacati, Orga-nismi e Uffici pubblici e/o privati; promuovere opportune azioni a difesa del territorio e a tutela delle esi-genze di vivibilità dei centri urbani; promuovere l'accesso al risparmio della proprietà della casa. E inol-tre favorire la migliore fruibilità e godibilità degli immobili, del territorio e dell'ambiente, impegnandosi an-che presso il governo centrale e presso gli enti locali per la massima accessibilità della proprietà della casa,per la normalizzazione del regime locatizio e del mercato immobiliare. Non da ultimo, comunque, il finedi questa sede provinciale è costituito dalla promozione del ruolo professionale, culturale, sociale e poli-tico degli Avvocati immobiliaristi.Presidente di Confabitare Taranto, Avv. Giovanni Bruno

TARANTO

Il 7 luglio 2010 è stata costituita la delegazione Confabitare di Firenze, diretta dall’Arch. Neri Andreoli chesi avvale della collaborazione di un Comitato Direttivo composto da ulteriori otto esperti professionisti conla cui esperienza e professionalità è quindi possibile affrontare tutte le varie tematiche legate al settore abi-tativo. La nuova delegazione fiorentina attualmente ha trovato sede alla Via Santa Reparata n. 40. Essa,grazie alla preparazione e capacità dei propri esperti e collaboratori, è in grado di fornire agli associati as-sistenza e consulenza in ordine a tutte le problematiche legate alla proprietà e al settore immobiliare in ge-nerale. Inoltre la sede Confabitare di Firenze è un punto di riferimento per tutte le problematiche legate almondo della casa e dell’abitare, sia per gli associati, ma anche per le istituzioni e gli enti locali, grazie an-che all’attenzione rivolta ai temi legati alla città, in materia urbanistica e di mercato immobiliare. Agli ami-ci fiorentini rivolgiamo i nostri più sinceri auguri per una sollecita e florida crescita.Presidente di Confabitare Firenze, Architetto Neri Andreoli

FIRENZE

AdArezzo è stata finalmente aperta in via Nicolò Pisano 5/7 la sede provinciale di Confabitare. L’Associazioneoffre tutti i servizi che sono necessari e indispensabili a chi è già proprietario di casa e a chi vuol divenireproprietario immobiliare. Come le altre grandi associazioni che seguono questo settore offre tutti i servizirichiesti dagli associati: assistenza legale, tributaria, amministrativa, contrattuale, sindacale, assicurativa(offrendo prodotti come la Polizza Affitto Sicuro che garantisce 12 mesi di affitto e il rimborso delle speselegali), oltre alla consulenza tributaria e tecnica con il rilascio delle visure catastali e delle certificazioni ne-cessarie ai proprietari immobiliari. Ha come Presidente l’ex Segretario Provinciale di Confedilizia di Arez-zo, Maria Grazia Bartolin,i la quale vanta più di 20 anni di esperienza nel settore delle Associazioni dellaproprietà immobiliare. Inoltre Confabitare è già presente anche a Bibbiena e a Foiano della Chiana e pre-sto sarà in Valtiberina e in Valdarno, per essere attiva in modo capillare sul territorio.Presidente di Confabitare Arezzo, Maria Grazia Bartolini

AREZZO

Lo scorso anno la nostra associazione ha visto la nascita di Confabitare Liguria. La struttura ha aperto ibattenti nel suo capoluogo, Genova, nella centralissima Piazza Colombo 4/1 (Tel. 010 8566937 Fax 0108561099). La struttura offre, ai soci singoli, condomini e amministratori, soluzioni ed esperienze maturatesul campo nelle varie materie, legale, tecnica, amministrativa, sindacale ma non solo. La nostra associa-zione, in breve tempo, ha già raccolto tantissime adesioni e ha portato le istanze dei propri associati sultavolo delle autorità regionali e comunali. Infatti, una nostra delegazione è stata ricevuta dal Presidente del-la Giunta Regionale, Marylin Fusco, nonché Assessore all’Urbanistica, e dall’assessore Bruno Pastorino,responsabile delle politiche abitative del Comune di Genova. Il responsabile Provinciale, Antonino Milaz-zo, ringrazia dell’offerta il Presidente Alberto Zanni e i soci fondatori per aver consentito l’apertura nel no-stro territorio. Tra breve l’associazione aprirà un nuovo sportello ad Imperia.Presidente di Confabitare Genova, Antonio Milazzo

GENOVA

Le sedi provinciali di ConfabitareNuove sedi provinciali di Confabitare. Altre saranno presentate nel prossimo numero

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20 ABITARE OGGI

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Al nostro legislatore piacciono le sigle.D.I.A. Denuncia Inizio Attività; S.C.I.A.Segnalazione Certificata di InizioAttività;C.I.A. Comunicazione di Inizio Attività.Vediamo ora di chiarire cosa bisogna farese decidiamo di ristrutturare la nostra abi-tazione. Prima di tutto va detto che le nor-me che regolano l’edilizia sono soggette alcosiddetto regime concorrente. In altreparole lo Stato indica degli indirizzi, ogniRegione legifera in dettaglio secondo le pro-prie esigenze. Ma non è finita. Ogni Co-mune applica la Legge Regionale sul pro-prio territorio. La premessa è indispensa-bile per far comprendere che la primacosa da fare è informarsi presso la propriaAssociazione perché - come detto - lenorme possono essere diverse da Comunea Comune. Ciononostante tenteremo di faredei discorsi solitamente validi sul nostro ter-ritorio ma da verificare caso per caso.

Manutenzione ordinariaQuali adempimenti siamo obbligati a se-guire se dobbiamo sostituire i sanitari delbagno o rifare il rivestimento della cucina?L’esempio appena citato riguarda opere dimanutenzione ordinaria: solitamente nonservono pratiche comunali. Dunque fac-ciamo i lavori senza chiedere né comuni-care nulla al Comune.

Comunicazione di Inizio AttivitàCon questa novità (primavera 2010) si è ef-fettivamente snellita tutta una serie di in-terventi minori quali alcuni casi semplici dipavimentazioni e finiture di spazi esterni,eliminazione di barriere architettoniche, ma-nutenzioni straordinarie ecc. Quali adem-pimenti siamo obbligati a seguire se dob-

biamo effettuare piccole opere interne,spostamenti di tramezzi, aperture-chiusu-re vani porta su tramezzi ecc? In questo casoci dobbiamo rivolgere alla nostraAssocia-zione perché occorre riferirsi ad un tecni-co che deve garantire che l’intervento è ese-guito nel pieno rispetto della complessa vi-gente normativa (per banalizzare non si puòaprire una porta che metta in comunicazioneun bagno e una cucina!). Va peraltro rico-nosciuto che in effetti questi interventi edi-lizi sono stati realmente semplificati inquanto il tecnico deve produrre pochissimidocumenti ed i lavori possono iniziare ilgiorno dopo il deposito in Comune.

S.C.I.A. in sostituzione della D.I.A.Quali adempimenti siamo tenuti a seguirese dobbiamo effettuare interventi più im-pegnativi di quelli finora descritti? Se vo-gliamo aprire una porta su unmuro portante,se dobbiamo eseguire interventi in zona oin Bene vincolato dalla Soprintendenza,cosa dobbiamo fare? O se dobbiamo rifa-re l’appartamento con interventi più deci-si quali sono le procedure? Facile la do-manda, meno facile la risposta. Con la pub-blicazione sulla Gazzetta Ufficiale dellaLegge n. 122/2010, il quadro normativo chesovraintende le procedure di autorizzazio-ne nell’edilizia privata subisce una nuovarivoluzione. Il comma 4-bis dell’art. 49 del-la legge 122/2010 riscrive, infatti, inte-gralmente l’art. 19 della legge n.241/1990dedicato alla procedura della denuncia diinizio attività (DIA) sostituendola con la se-gnalazione certificata di inizio attività(SCIA). Al pari della vecchia DIA, laSCIAconsiste in una comunicazione che ilprivato effettua alla Pa, corredata da tutta

una serie di documenti o autocertificazio-ni necessari; a differenza che con la DIA,però, il cittadino che deposita la SCIApuòimmediatamente dar corso a quanto se-gnalato, senza il rispetto di alcun termine(che con la DIA era di 30 giorni), mentrel’Amministrazione competente ha 60 gior-ni di tempo per intervenire a bloccare la pro-secuzione dell’attività avviata e a rimuo-verne gli eventuali effetti dannosi. Come ègià accaduto con il cosiddetto piano casa,non è detto che tale ennesimo intervento disemplificazione dell’attività edilizia privataabbia un impatto significativo sul settore.Il legislatore nazionale infatti “strombazza”sui mezzi di informazione titoli entusia-smanti (Il Sole 24 Ore del 19.9.2010:“Con la Scia restauri e ristrutturazioni ini-ziano subito”). Ma cosi non è.Aparte la considerazione che le Regioni inquesta attività lamentano di non essere sta-te interpellate, ora partono i ricorsi. E infattiin una recente riunione l’assessore regionaleci ha informati che la Regione Emilia Ro-magna assieme ad altre 7 Regioni/Provin-ce autonome (Liguria, Marche, Toscana,Umbria, Puglia, Trento e Bolzano) ha di re-cente depositato un ricorso alla Corte Co-stituzionale. L’idea della SCIAera quella difar certificare tutto al tecnico. Consideran-do l’esagerata produzione di leggi, Decre-ti Presidenziali, Sentenze, Circolari esterne,Interpretazioni, Circolari interne, Decreti at-tuativi ecc. rimane la certezza che il futurodei tecnici sarà quello di affollare le aule deltribunale! Dunque, per concludere le pocherighe esposte, l’unica cosa certa è vivere allagiornata (ad oggi le vecchie D.I.A. funzio-nano ancora) e procedere con gli aggior-namenti ai nostri lettori!

Le norme che regolano l’edilizia

L’opinione

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La “legge n. 6 del 9/01/2004: Ammini-strazione di sostegno, strumento a tuteladelle persone fragili” è destinata a rivela-re nel tempo tutta la sua ampiezza e la suaportata rivoluzionaria. Dalla sua entrata invigore ad oggi, infatti, sono cresciuti in ma-niera esponenziale i procedimenti pergiungere alla nomina di un amministrato-re di sostegno. La legge, che ha visto la suaapprovazione grazie alla tenacia e perse-veranza dell’illustre giurista, Prof. PaoloCendon, ha, nei fatti, eliminato il ricorsoalle procedure per interdizione e inabili-tazione. L’amministrazione di sostegno sirivolge al malato, al debole, a colui che nonriesce più “a farcela da solo”, e che divieneora soggetto protetto, ovvero beneficiariodel provvedimento del Giudice Tutelare.Da soggetto totalmente passivo, escluso daogni diritto civile, diviene persona che con-serva la possibilità di esercitare ogni ca-pacità residua, fisica e psichica e, per ciòche necessita, e per un tempo che può es-sere anche breve, gode del sostegno di unamministratore che lo aiuta a raggiunge-re l’obiettivo ulteriore. La legge si proponecome strumento versatile e adattabile,caso per caso, alle situazioni concrete. IlGiudice Tutelare dopo il colloquio con ilbeneficiario, che non rappresenta un puroincombente d’udienza, bensì un momen-to di ascolto, individua quei negozi giuri-dici che possono essere compiuti dal be-neficiario in autonomia e quelli, invece, chenecessitino del sostegno di un ammini-stratore.Ad ognuno e per ognuno deve es-sere consentito il diritto di godere dellamassima libertà e della minima limitazionegarantendo il diritto di autodeterminarsi

mantenendo la maggior libertà, e assicu-rando, al contempo, un’adeguata prote-zione. Nelle forme più estensive di inter-pretazione della legge, si sta affermandouna linea di principio che considera po-tenziali destinatari del provvedimento disostegno non solo i soggetti inquadrabiliin una precisa categoria diagnostica, ma an-che tutte quelle persone che, per motivi di-versi, si trovano in una fase di disagio, chene determina una non adeguatezza nella ge-stione della propria quotidianità. Nei sog-getti in cui il deterioramento cognitivo, ladepressione, il ritiro sociale e relazionale,le condotte di abuso o altro sfociano nel de-nominatore comune della perdita, ancheparziale o temporanea, di risorse e con-trattualità, ecco che un provvedimento mo-dulabile ed elastico consente non solo laprotezione, ma anche lo stimolo e la riat-tivazione di abilità compresse dalla malattiae dalla emarginazione. Sarà la specificitàdi ogni singola storia ad orientare la scel-ta, secondo alcuni parametri che sono co-muni a diverse patologie, quali le abilitàresidue, la reversibilità o temporaneità del-la sintomatologia, la ancor viva percezio-ne e consapevolezza di sé, nel senso di unapropria identità di cui il soggetto ha ancoracontezza e che la malattia non ha conge-lato o soppresso. L’amministrazione di so-stegno interviene solo nelle aree di effet-tivo bisogno della persona! L’art. 404 delcodice civile che ha recepito la legge sul-l’amministrazione di sostegno recita: “lapersona che per effetto di una infermità, ov-vero di una menomazione fisica o psichi-ca, si trova nella impossibilità, anche par-ziale o temporanea di provvedere ai pro-

pri interessi, può essere assistita da un am-ministratore di sostegno nominato dalGiudice Tutelare del luogo in cui questa hala residenza o il domicilio”. Per fare unesempio pratico, di persone affette da pa-tologie in cui frequentemente si fa ricor-so alla nomina dell’amministratore di so-stegno, tra queste ci sono gli ammalati di“Alzheimer”, ma l’istituto si applica a tut-te le situazioni che necessitano di prote-zione anche solo temporanea (disabilipsichici, motori, alcolisti, tossicodipen-denti, malati terminali, persone in coma,non vedenti, ecc.). Dal punto di vistapratico, per ottenere la nomina di un am-ministratore di sostegno, le persone indi-cate dalla legge, oltre allo stesso benefi-ciario, il coniuge, il convivente stabile, i pa-renti entro il quarto grado, gli affini entroil secondo grado, il Pubblico Ministero, iltutore o il curatore ed i responsabili dei ser-vizi cha hanno in carico e in cura il bene-ficiario, possono procedere alla domandaal Giudice Tutelare il quale fisserà un’udienza in cui sarà sentito il beneficiario,i parenti ed eventualmente i servizi che han-no in cura la persona per cui si procede. IlGiudice Tutelare provvederà poi a redige-re un decreto di nomina dell’amministra-tore di sostegno individuando i poteri equindi le azioni che restano in carico allapersona e quelle che andranno in capo al-l’amministratore individuato preferibil-mente, ove possibile, tra i familiari. Il be-neficiario conserva la capacità di agire pertutti quegli atti che non richiedono la rap-presentanza esclusiva, potendo compiere inogni caso gli atti necessari a soddisfare leesigenze della propria vita quotidiana.

Amministrazione di sostegno

24 ABITARE OGGI

L’opinione

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Primo piano

tutti coloro che mi chiedono se ilperiodo di crisi è passato sono a ri-spondere con cauto ottimismoper il mercato immobiliare bolo-

gnese, anche se, secondo quanto reso notodal Censis, si prevede una crescita in Italiadel +3.2% per il 2011. La ripresa a mio av-viso, se ci sarà, sarà comunque abbastanzalenta se paragonata ai ritmi pre-crisi, frenatain parte da una sfiducia generalizzata del-le famiglie e delle imprese italiane, da unquadro macro economico incerto almeno alivello europeo, e da previsioni di crescitaper il nostro Paese largamente inferiori aquelle dei paesi europei simili al nostro.Inoltre la scelta adottata da moltissimeamministrazioni locali per fare quadrare ipropri bilanci in momenti di grave difficoltàper la finanza locale, consentendo la rea-lizzazione di un numero di immobili lar-gamente sovradimensionato, rispetto allereali necessità legate alle previsioni di di-namica demografica, ha generato un surplusdi offerta immobiliare che richiederà mol-ti anni per essere assorbita. Incremento diofferta che si inserisce in un quadro di ge-nerale paralisi del tessuto produttivo loca-le, nonché di sensibile calo del numero de-gli studenti fuori sede, legato sia al decen-tramento dell’Università di Bologna sia alcalo fisiologico di studenti provenienti dalontano, che a causa della crisi economicadecidono di studiare in città più vicine e abuon mercato.I prezzi negli ultimi anni hanno subìto unasensibile flessione, seppure questi non sia-no crollati come ad esempio in certe aree de-gli Stati Uniti. Hanno giocato a favore delmercato immobiliare le politiche moneta-rie espansive adottate finora dalla BancaCentrale Europea, volte a mantenere per lun-go tempo i tassi di sconto a valori molto bas-si (il cui valore incide in modo determinantesul costo del denaro richiesto dagli istitu-ti di credito in fase di erogazione dei mu-tui), nonché una maggior prudenza

adottata nel passato dai nostri istituti di cre-dito rispetto a quelli americani nell’eroga-zione dei prestiti, come viene dimostrato dalsensibile minor numero di pignoramenti econseguenti aste fallimentari che chiara-mente incrementando l’offerta di immobi-li in vendita hanno l’effetto di deprimernei prezzi. Purtroppo tale politica di tassi bas-si non potrà durare per molto tempo in quan-to già si intravedono in alcuni paesi i pri-mi segnali di ripartenza dei fenomeni in-flattivi che costringeranno la BCE a un pro-

gressivo rialzo dei tassi con conseguentemaggior costo per chi si dovrà finanziare.

Qualche dato sul mercato 2010Il tempo medio di vendita degli immobilisi è allungato sensibilmente rispetto a qual-che anno fa (6/8 mesi) e ciò è dovuto a di-versi fattori. In primis vi è una maggiore dif-ficoltà di accesso al credito (oggi 70 com-pravendite su 100 vengono compiute ri-correndo al mutuo), le banche sono oggimolto più prudenti di un tempo nel rilasciaremutui, e comunque generalmente l’am-montare del prestito non supera mai il60/70% del valore dell’immobile.Ad essere stati particolarmente penalizza-ti sono gli immobili usati, che sono risultatiassai più lenti ad essere commercializzati,in quanto i potenziali compratori sonosempre più spaventati dai costi di ristrut-turazione, dovuti sia alla generale obsole-scenza del patrimonio immobiliare esi-stente della nostra città che al lievitare deicosti di ristrutturazione dovuti ai sempre piùstringenti standard tecnici richiesti (vedi an-tisismica, risparmio energetico, sicurezza sulcantiere, acustica).

A

È difficile fare previsioni. Ma certamente non s’intravedono le condizioni per una ripresadel mercato immobiliare bolognese. Il “mattone” che da sempre è stato considerato un benerifugio per salvaguardare i propri risparmi, oggi attrae molto meno. Ecco perché di Valeria Fabbri

Le incertezze del “mattone”

Dr.ssa Valeria FabbriConsulente immobiliare Confabitare

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Primo piano

Anche per gli immobili nuovi, acquistati di-rettamente dal costruttore, i tempi di ven-dita si sono allungati. I motivi sono fin trop-po chiari. Quasi sempre l’acquirente com-pra solo al termine di tutti i lavori e non più“su carta” come fino a qualche anno fa.An-che per il nuovo i costi di costruzionesono aumentati per gli stessi motivi di cuisopra e pertanto i prezzi richiesti dai co-struttori, alcuni dei quali fra altro avevanocomprato ai prezzi pre crisi, sono troppo altiin relazione alla disponibilità (in calo) del-la maggior parte degli acquirenti. Da qui ilunghi tempi necessari. L’incremento del-l’incidenza dei costi energetici (energiaelettrica e calore) legati alla gestione di unimmobile, nonché gli incentivi statali per gliinterventi di contenimento dei consumienergetici premiano gli immobili che si po-sizionano in una classe energetica alta, si-nonimo di bassi consumi energetici, e si-curamente questo sarà il futuro.Per quanto riguarda le locazioni si è assi-stito per tutto il 2010 a una diminuzione me-dia dei canone di locazione (-0,85%) mo-tivata dalla ancora crescente offerta(+5,00%) e da una situazione di leggera di-minuzione della richiesta. Le transazioni ef-fettuate segnano un -3,00%, dovuto prin-cipalmente a una diminuzione degli studenti

fuori sede (- 8/10 mila all’anno) che han-no tradizionalmente sostenuto il mercatodelle locazioni della nostra città. Le previ-sioni sono di una stabilizzazione dei canonie un tempo medio per locare un immobilestimato attorno ai 6 mesi. Valori comunquesensibilmente inferiori rispetto al 2009, masuperiori al periodo pre-crisi.

Il quadro quindi è in chiaroscuroCi si chiede come mai in un momento cri-tico come questo per l’economia, il “mat-tone” che da sempre è stato considerato unbene rifugio per potere salvaguardare ipropri risparmi, oggi non risulti così appe-tibile, come dimostrano le dinamiche del-la domanda/offerta e il conseguente anda-mento dei prezzi. Portando come conse-guenza che la maggior parte dei comprato-ri di immobili sono coloro che ne hanno ne-cessità per viverci mentre pochi sono coloroche lo fanno come investimento. È moltosemplice.Ai valori attuali il rendimento ge-nerato da un immobile locato al netto di spe-se varie e imposte è molto modesto (2% )in rapporto ad altre forme di investimentoaventi lo stesso livello di rischio (e che ri-chiedono fra l’altro meno tempo per la ge-stione). Inoltre le previsioni di rivalutazio-ne del valore capitale, che sono quelle che

hanno sempre reso il mattone un ottimo in-vestimento, sono alquanto modeste, e la di-sponibilità economica dei potenziali loca-tari sarà sempre minore con conseguente ul-teriore decremento della redditività. Questoaspetto unitamente alla volontà di fareemergere i fenomeni di evasione fiscale èalla base della volontà di introdurre la “ce-dolare secca” sugli affitti, che non potrà chefavorire un po’ il mercato delle locazioni edi conseguenza anche quello della com-pravendita per investimento.I beni rifugio su cui si orienta chi oggi deveinvestire i propri risparmi, almeno chi ha unminimo di informazioni di base, sono di-ventati altri: oro, argento e altre materie pri-me, valute paesi forti, così come viene di-mostrato dall’andamento delle quotazionidegli ultimi tempi. In una prospettiva futu-ra, inoltre, il probabile rialzo dei tassi ren-derà anche più appetibile come rendimen-ti il mercato obbligazionario (a oggi con itassi molto bassi un BTP a lungo periodorende oltre il 4% netto).Quindi al momento, a mio avviso, non s’in-travedono le condizioni per una ripresa si-gnificativa del mercato, e comunque se que-sta ci sarà, sarà limitata agli immobili di qua-lità in grado più degli altri di difendere me-glio il proprio valore nel tempo.

-0,40%

-0,00%

-0,50%

-1,00%

-1,50%

-2,00%

-2,50%

-3,00%

-3,50%

Nuovi ointegralmenteristrutturati

Ristrutturatiinternamente

In buono stato Da ristrutturare

-2,23% -2,26% -3,36%

5%

5%

0%

-5%

Variazioneimmobili offerti

in vendita

Variazionenumero ditransizioni

Variazioneprezzi divendita

Previsionevariazione

prezzi

2,00% -2,06% 0%

Per quanto riguarda i dati parametrici si assiste a unaumento del numero di immobili in vendita (+5%), unaleggera crescita per numero di transazioni (+2%) e unaleggera diminuzione dei prezzi medi di vendita (-2,6%)con una previsione di stabilizzazione dei prezzi per il2011. Si assiste a una leggera ripresa delle transazioni afronte di un’ulteriore lieve diminuzione dei prezzi. Tutto ciòporterebbe a essere moderatamente ottimisti per il 2011.

Variazioni medie % dei prezzi di compravenditadelle abitazioni a Bologna per tipologia

Se si analizzano i grafici riportati dall’OssevatorioImmobiliare della FIAIP per Bologna città si evince perl’anno 2010 una diminuzione dei prezzi di compravenditadelle abitazioni nuove, diminuzione che si fa piùsignificativa per gli immobili da ristrutturare. Il valore èinversamente proporzionale alla qualità dell’immobile,ovvero ai prezzi attuali gli immobili da ristrutturareper le motivazioni di cui sopra risultano meno attraenti.

Variazioni medie %dati parametrici di compravendita

32 ABITARE OGGI

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Energie rinnovabili in Europa

Primo piano

'energia del futuro arriverà dalfondo del mare. Sarà un'energiapulita e raggiungerà le case deglieuropei con un flusso costante.

Nove Paesi dell'Ue hanno infatti in pro-getto una nuova rete elettrica sotto il Maredel Nord. Una rete che consentirà di sfrut-tare appieno il potenziale delle fonti rin-novabili in Europa, collegando fra loroalcune fra le principali centrali per la ge-nerazione di energia verde del continente.I nove Paesi stanno pensando a un pro-getto che getterebbe le basi per un ulte-riore sfruttamento dell'energia rinnovabilein Europa di fronte alle sfide del cambia-mento climatico. Una futura rete di 6milachilometri di cavi sottomarini che colle-

gherà le pale eoliche di Gran Bretagna eDanimarca, la centrale a maree della Fran-cia, gli impianti idroelettrici svedesi e ipannelli solari tedeschi. A completare ilmosaico della futura "Rete del Mare delNord", l'energia rinnovabile prodotta inBelgio, Olanda, Lussemburgo e Irlanda. Inquesto modo, entro 10 anni si punta a di-stribuire i circa 30 gigawatt di energia rin-novabile complessivamente prodotta inuna vasta parte dell'Europa centro-setten-trionale. Se il progetto dovesse decollaree dare i frutti desiderati, il sogno è quellodi arrivare a raggiungere i 100 gigawatt dipotenza elettrica, sufficiente per 30-40 mi-lioni di abitazioni risparmiando la costru-zione di un centinaio di centrali a carbone.

Per molto tempo ritenuto solamente unachimera, il progetto potrebbe passare pre-sto dalla teoria alla pratica. I rappresen-tanti dei nove Paesi Ue coinvolti puntanoinfatti a sottoscrivere una lettera di intentigià entro l'autunno di quest'anno. L'"Eu-ropa unita dell' energia" potrebbe nascerequindi a partire dal Mare del Nord. Nonsolo. Si tratterebbe di un'elettricità com-pletamente pulita e rinnovabile in quantoricavata dal sole, dal vento, dall'acqua edalle maree. Le questioni tecniche, di pia-nificazione, legali e ambientali della futuraRete sono già in fase di discussione preli-minare fra i nove Paesi coinvolti che sisono ritrovati a fine 2009 in Irlanda e nelvertice sul clima di Copenhagen. Ma è da

Entro il 2020 il 20% dell'energia prodotta in Europa dovrebbe provenire da fonti rinnovabili.Un avveniristico progetto che coinvolge 9 Paesi punta a mettere in circolo l'energia verde,passando sotto ai fondali marini. Una Rete del Mare del Nord su cui già si lavora di Mattia Curcio

L

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35ABITARE OGGI

quest'anno che i piani operativi dovreb-bero decollare, per arrivare a pieno com-pimento nel corso del decennio. Il costodella rete del Mare del Nord non è statoancora calcolato con esattezza, tuttavia unrecente studio di Greenpeace lo colloca frai 15–20 miliardi di euro entro il 2025.L'Associazione Europea per l'Energia Eo-lica (Ewea) suggerisce che i costi per laconnessione delle proposte fattorie eolichedi 100 gigawatt e la costruzione di inter-connettori per collegare fra loro centralieoliche e idriche potrebbe far lievitarequesta cifra sino a 30 miliardi di euro. Nelfrattempo, cominciano a trapelare i detta-gli tecnici dell'ambizioso progetto checonsentirebbe di eliminare quelle variabilidi incostanza e imprevedibilità che ancoraostacolano la diffusione su larga scaladelle fonti energetiche rinnovabili. NellaRete del Mare del Nord l'energia sarebbesempre assicurata, questo perché i suoidiversi nodi di produzione energetica sop-perirebbero l'uno alle carenze dell'altro.Così, se in Scozia dovesse mancare ilvento è probabile che le pale eoliche fun-zionino in Danimarca. E se la maree fran-cesi dovessero deludere, si potrà semprefar ricorso all'affidabile energia idroelet-trica scandinava. In questo modo, ciascunPaese presente in rete avrebbe una propriaquota di energia garantita indipendente-

mente dalle sfavorevoli condizioni mete-reologiche. La sicurezza di un approvvi-gionamento costante e rinnovabile con-vince tutti e fa passare in secondo piano ilfatto che si verificherà una certa disper-sione di corrente visto il trasporto del-l'energia prodotta a grandi distanze. Me-diante questa super rete di energierinnovabili, l’elettricità può essere for-

nita lungo tutto il continente sia che soffiil vento, splenda il sole o si infrangano leonde. Collegata alle molte centrali idroe-lettriche, potrebbe agire come un gigantecon a disposizione 30 gigawatt di batteriaper l’energia pulita in Europa, oltre a im-magazzinare l’elettricità quando la do-manda è bassa. Una maxi rete nel Maredel Nord potrebbe permettere una forni-

Germania

1100,,44 %% energia prodotta da fonti rinnovabili

di cui: solare 0,2% eolica 4,4% idroelettrica 3,2%

Francia

1100,,11 %% energia prodotta da fonti rinnovabili

di cui: solare 0% eolica 0,2% idroelettrica 9,1%

Regno Unito

44,,44 %% energia prodotta da fonti rinnovabili

di cui: solare 0% eolica 0,7% idroelettrica 1,2%

Belgio

33,,00 %% energia prodotta da fonti rinnovabili

di cui: solare 0% eolica 0,3% idroelettrica 0,3%

Olanda

88,,99 %% energia prodotta da fonti rinnovabili

di cui: solare 0% eolica 2,1% idroelettrica 0,1%

Lussemburgo

55,,88 %% energia prodotta da fonti rinnovabili

di cui: solare 0,4% eolica 1,3% idroelettrica 2,3%

Irlanda

77,,44 %% energia prodotta da fonti rinnovabili

di cui: solare 0% eolica 4,4% idroelettrica 2,5%

Svezia

5511,,88 %% energia prodotta da fonti rinnovabili

di cui: solare 0% eolica 0,6% idroelettrica 46%

Danimarca

2299,,33 %% energia prodotta da fonti rinnovabili

di cui: solare 0% eolica 18,2% idroelettrica 0,1%

A destra, uno schema che sintetizza laproduzione di energia da fonti rinnovabili inalcuni Paesi europei (fonte: Unione Europea)

LA NUOVA RETE DEL MARE DEL NORD SFRUTTERÀ LE FONTI RINNOVABILI IN EUROPA,COLLEGANDO LE PRINCIPALI CENTRALI PER LA GENERAZIONE DI ENERGIA VERDE

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36 ABITARE OGGI

tura sicura e affidabile proveniente dalleenergie rinnovabili attraverso il bilancia-mento delle stesse nel continente. Ma c'èdell'altro. Oltre ai nove Paesi già citati, ilpiano prevede anche la partecipazione diuno stato extra Ue come la Norvegia.Quando l'energia prodotta da mare, sole evento nei vari punti della Rete supererà iconsumi previsti, potrà essere convogliataverso gli impianti idroelettrici norvegesi.Le centrali idriche della Norvegia adope-rerebbero l’energia in eccesso per pom-pare acqua verso l'alto, generando cosìelettricità "di riserva". Il Paese scandi-navo restituirebbe poi questa energia neimomenti in cui i Paesi all'interno dellaRete dovessero essere a corto di approv-vigionamento autonomo. La prima retedi elettricità europea dedicata all’energiarinnovabile si appresta quindi a divenirerealtà. I presupposti ci sono tutti. La defi-nizione e l'approvazione di un progettodefinitivo con relativi tempi e costi di rea-lizzazione è il prossimo passo per comin-

ciare a costruire la futura rete ad alto vol-taggio entro il 2011. La messa in funzione della Rete del Maredel Nord consentirebbe di raggiungerel'asticella fissata dall’Unione Europea chepunta a produrre un 20% della propriaenergia da fonti rinnovabili. Una quotache sino a pochi anni fa era inimmagina-bile, ma che ci sono buone possibilità disfiorare nei prossimi anni. L'ambiziosoprogetto guarda soprattutto al futuro inquanto la Rete del Mare del Nord rappre-senterebbe la spina dorsale di una pros-sima e indispensabile "super rete del-l'elettricità europea". Una rete ancora piùampia che gode dell’appoggio degli scien-ziati all’Istituto per l’Energia della Com-missione (Ie) e dell’appoggio politico delpresidente francese Sarkozy e del premierbritannico Brown. La Rete del Mare delNord potrebbe creare un primo tasselloper un collegamento di rete per le energierinnovabili ancora più vasto guidato dal-l’Europa. Allo Ie hanno anche calcolato

che basterebbe acquisire appena lo 0.3%di luce solare che ogni anno splende sulSahara e nei deserti del Medio Oriente persoddisfare i bisogni energetici dell’interaEuropa. Un progetto che guarda in questadirezione, denominato Desertec IndustrialInitiative esiste già e mira a fornire il 15%di elettricità per l’Europa entro il 2050con la costruzione di una linea elettricalungo il deserto e il Mediterraneo. Deser-tec prevede una costellazione di centralisolari sparpagliate nel deserto del Saharacollegate da una ragnatela di cavi ad altatensione distesi dal Marocco alla Giorda-nia sino a dirigersi in Europa passandoper i fondali del mare. Nel frattempo sicontinuano a sviluppare e realizzare unamiriade di impianti per la produzione dienergia verde che costituiranno l'ossaturadi più ampie reti continentali. A oggi, im-pianti destinati all’energia eolica offshoreper un totale di 100 gigawatt sono in via disviluppo in Europa, ovvero circa il 10%della richiesta di elettricità dell’Ue.

Primo piano

VENTO

3.700 megawatt. Il to-tale della produzioneitaliana

6.453 megawatt pro-dotti in Europa nel 1999

64.953megawatt pro-dotti in Europa nel 2009

23.000 megawatt: ilrecord europeo di pro-duzione (in Germania)

MAREE

4-5 mt la marea mi-nima per poter produrreenergia

Saint-Malo in Fran-cia possiede un impor-tante impianto del ge-nere. La produzione an-nua della centrale copreil 3% del fabbisogno elet-trico della Bretagna fran-cese. È stata costruitatra il 1961 e il 1966

ONDE

200 megawatt installa-ti finora in Europa

100 - 200 megawattè quanto può essere pro-dotto per ogni chilometrodi costa. Ad oggi esisto-no prototipi costruiti nel-le università. Il 15% delfabbisogno mondiale po-trebbe essere copertoda impianti che sfruttanoil moto ondoso dei mari

IDROELETTRICA

87% la quota di ener-gia rinnovabile copertadalle dighe

160 i Paesi che fanno ricorso alla produzione dienergia idroelettrica

2% l’incremento an-nuo nel mondo

70% il suo incrementodal 1971

SOLARE

10-15% l’efficienzadei pannelli fotovoltaicioggi

5.300 megawatt: laproduzione della Ger-mania, prima in Europa

3.405 megawatt: laproduzione spagnola

318 megawatt: la pro-duzione italiana

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LE SCADENZE FORNITE AL CLIENTE

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Primo piano

’accessibilità, le pari opportunità e la qualità per tutti.Tre argomenti. Tre diverse visioni di un unico tema: ilrapporto tra la realtà e la qualità della vita quotidiana.Tre diverse sensibilità che, ampliandosi e arricchendo-

si nel tempo, hanno attivamente contribuito a una maggiore con-sapevolezza della disabilità o delle diverse abilità, motorie e nonsolo. La disabilità è un tema che molto spesso viene trattato conriguardo e sottile retorica. Una premurosa distanza che potrà es-sere finalmente abbattuta cambiando completamente punto di vi-sta. Difatti approcciare alla progettazione sia essa amministra-tiva, scolastica, urbanistica, edificatoria e sociale secondo la lo-gica di una qualità diffusa per tutti vuol dire abbattere qualsiasireticenza, qualsiasi differenza, vuol dire pensare in modo unicoe completo. Abbattere le barriere, mentali e fisiche, è un giova-mento per tutti, in particolar modo in una società come quella ita-liana che risulta essere sempre più anziana. Discutiamo di que-sto tema con Giuseppe Trieste, presidente dell’associazione FIA-BA, “Fondo Italiano Abbattimento Barriere Architettoniche”.

Cosa ha fatto e cosa farà FIABA per garantire e tutelare le per-sone con handicap?«FIABA nasce con lo scopo di favorire la promozione della cul-tura delle pari opportunità, coinvolgendo soprattutto le istituzio-ni pubbliche e private a realizzare un ambiente realmente acces-sibile e fruibile per tutti, libero da tutte le barriere e ostacoli chediscriminano ed escludono. L’impegno di FIABA è quello di so-stenere un cambiamento culturale della nostra società in meritoalle barriere architettoniche perché possano essere intese come unaquestione che riguarda tutti noi in tutti i momenti della nostra vitae non come un problema esclusivo e riferibile a una sola catego-ria. FIABA ha introdotto in tutti i settori il concetto di abbattimentodi ogni barriera fisica, psicologica e sensoriale innestando tale cul-tura dell’accessibilità e fruibilità totale come stile di vita nel tu-rismo, nella scuola per tutti, nel lavoro e nei trasporti, nello sporte nel tempo libero. È presente sul territorio nazionale attraversouna rete di oltre 320 sottoscrittori di Protocolli d’Intesa, un nu-mero che cresce ad un ritmo elevato: per citarne alcuni ricordia-

L

Sono ancora molti gli ostacoli all’interno delle città e condomini che impediscono, a personecon capacità motorie ridotte, di fruire di luoghi pubblici e privati. Da anni FIABA si batte per migliorare la qualità del territorio e garantire pari opportunità a tutti i cittadini di Mattia Curcio

Vivere spazi più accessibili

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40 ABITARE OGGI

mo Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministeri, Regioni, Pro-vince, Comuni, Istituti di Cultura, Enti, Associazioni, Universi-tà, Ordini Professionali, partner fondamentali con cui è continuoil dialogo e la collaborazione per diffondere la cultura dell’ac-cessibilità globale. Il nostro impegno si concretizza anche all’esteroattraverso la nostra presenza in Romania, Repubblica Ceca e Al-bania con l’ambizioso progetto di affermare anche in queste re-altà, in cui la cultura dell’accessibilità e della fruibilità non è an-cora ben sviluppata, il modello del “nuovo senza barriere”. Ne-gli ultimi anni il percorso di FIABA si è arricchito di un ambiziosoprogetto che è quello di diffondere una nuova cultura a sostegnodella Total Quality per un ambiente di qualità per tutti».Il tema dell’abbattimento delle barriere architettoniche quali pro-blematiche affronta?«Viene definita barriera architettonica qualunque elemento co-struttivo che impedisca, limiti o renda difficoltosi gli spostamen-ti o la fruizione di servizi: scalini, porte strette, spazi ridotti, pen-denze eccessive, banconi troppo alti, banchine non in linea, pre-senti sia in edifici pubblici che privati. Quello delle barriere ar-chitettoniche è un problema che non riguarda solo le persone condisabilità ma tutti noi nelle diverse fasi della vita: anziani, don-ne in gravidanza, persone con disabilità temporanea, genitori colpasseggino o semplicemente chi va a fare la spesa col carrello». Cosa può fare un cittadino che ha problemi motori per adeguareo chiedere di adeguare la propria abitazione (in caso di condo-mini) affinché vi possa deambulare senza alcuna difficoltà?

Primo piano

La domotica si occupa dello studio delle tecnologie cheservono a migliorare la qualità di vita all’interno di unacasa. È una scienza interdisciplinare che richiedel’apporto di molte tecnologie e professionalità diverse:ingegneria edile, elettrotecnica, elettronica,telecomunicazioni, informatica. È una disciplina che nelcorso degli ultimi dieci anni ha conosciuto una grandeespansione, con il continuo proliferare di sistemi dedicatiall’automazione della casa e, come tante altre tecnologiemoderne, è un settore in continua espansione edevoluzione. Comporta evidenti vantaggi nel comfort, nel risparmio energetico, nella sicurezza.Da parecchi anni si discute anche sull’applicazione delladomotica per andare incontro alle necessità reali dipersone con particolare difficoltà, come gli anziani e idisabili. Concretamente, la domotica può evitare aglianziani lunghe degenze ospedaliere e limitare l’handicapdelle persone affette da disabilità, adattando gli ambientiche si vivono quotidianamente grazie a servizi etecnologie nuove che permettano di superare difficoltàmotorie, sensoriali e intellettive. Le difficoltà maggiori chesi incontrano quando si parla di applicazione delladomotica per persone con problemi fisici, sono di tipoculturale. Ovvero, da una parte è difficile far conoscere

all’utente finale in modo approfondito e completo lepossibilità che questa scienza può offrirgli, dall’altra partegli operatori di settore incontrano difficoltà nell’operare inun ambito di tipo socio sanitario, poco avvezzo adaggiornarsi di continuo sulle novità tecnologiche. I passiavanti che sono stati fatti ultimamente vanno proprio nelladirezione di una crescita culturale che nasce dall’analisiapprofondita delle esigenze delle persone e,contemporaneamente, delle tecnologie che possono

La domotica a serviziodelle persone disabili

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1. All’arrivo, il trasponder attiva il processo di apertura del garage 2. All’interno del garage le luci si accendono automaticamente 3. L’ascensore si posiziona in automatico al piano del garage 4. Dalla carrozzina è possibile muovere i pensili per avvicinarli all’utente

Giuseppe TriestePresidente di FIABA

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aiutarle. Gli automatismi della domotica assistono nellaesecuzione delle operazioni più pesanti o pericolose, peresempio l’apertura e la chiusura di tapparelle, tende epersiane. Un sistema integrato di chiusura automaticainterviene tempestivamente in caso di pioggia o forte vento,mentre un telecomando permette di aprirle al risvegliosenza fatica. È possibile dotare anche le porte interne e leporte finestra di motori per l'apertura assistita. La parolad’ordine, in questi casi più che in altri, è semplicità. Lemotorizzazioni della domotica sono dispositivi semplici main grado di sostituire tutti quei movimenti che sono troppoampi, troppo faticosi, troppo pericolosi, troppo lontani otroppo fini. Un altro aspetto importantissimo per le personecon ridotta capacità motoria è quello dei sistemi di

comando. Esistono telecomandi appositamente progettatiper anziani o portatori di handicap. Sono in grado di riuniretutte le possibili funzioni della casa, dalla televisione alleluci, alle motorizzazioni, in un unico oggetto. Ci sono,inoltre, telecomandi con modalità di utilizzo particolari,come i comandi vocali che possono essere utilizzati tramitesensori esterni, pensati per persone con disabilità motoriemolto gravi. (di Mauro Corsini)

41ABITARE OGGI

«Il nostro ordinamento, ai sensi della Legge 13/1989 e delle suesuccessive modifiche, prescrive che un soggetto disabile, che ab-bia bisogno di abbattere le barriere architettoniche all’interno delproprio condominio, può farlo previa richiesta all’assemblea con-dominiale. Per quanto riguarda l’abbattimento delle barriere ar-chitettoniche tramite l’installazione di servo scala o rampe, l’au-torizzazione del condominio non è necessaria, in quanto il con-dominio non può opporsi all’installazione di questi presidi, anchese la maggior parte delle volte si oppone, creando non pochi pro-blemi ai soggetti disabili. Discorso diverso se il presidio per la mo-bilità è un ascensore: in questo caso vi è bisogno dell’autorizza-zione dei condomini. In entrambi i casi i condomini possono au-torizzare l’opera e decidere di non partecipare alle spese. Nono-stante la normativa, molti disabili devono ricorrere ai tribunali perottenere la soddisfazione dei propri diritti e sono spesso costret-ti a cambiare abitazione». Il testo unico 380 del 2001, che ha completamente assorbito lalegge 13 dell’89, prevede che anche in edifici posti a tutela, visia, sotto verifica da parte dei beni culturali, la possibilità di farei lavori necessari all’accessibilità per le persone meno abili. Qua-le procedura è indicata in questo caso?«Il nostro Paese è pieno di edifici storici, alcuni adibiti ad abita-zioni private. Quando si devono abbattere le barriere architetto-niche in questi stabili vi è bisogno anche dell’autorizzazione del-le belle arti, che devono dare il loro assenso all’installazione del-l’opera. Tale problematica, a parere di FIABA, nei tempi moder-

ni è sorpassata, in quanto le tecniche moderne di costruzione sonopoco invasive per le strutture. Basti pensare che all’interno del Co-losseo è stato installato un ascensore e molti musei storici di Romasono stati forniti di servo scala, senza che questo comportasse al-cun danno agli immobili. Molte volte le istituzioni o i privati sinascondono dietro falsi problemi per non abbattere le barriere ar-chitettoniche».Nel caso in cui il condominio rifiuti di assumere le innovazio-ni pensate per eliminare le barriere architettoniche, i portatoridi handicap possono installare a proprie spese le diverse strut-

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ture mobili e possono anche modificare l'ampiezza dei vari ac-cessi. Più che giusta la possibilità di rifiutare, ma forse poco eti-ca. Non si lede così la libertà dei portatori di handicap meno ab-bienti? Quali strade è possibile percorrere per incentivare la sen-sibilità dei condomini su questo tema?«Non si può parlare di innovazioni per l’abbattimento delle bar-riere architettoniche in quanto l’unica innovazione giuridicamenteparlando è l’installazione di un ascensore, ma per abbattere le bar-riere non esiste solamente l’ascensore. Accade molto spesso chei condòmini si rifiutino di far abbattere le barriere architettonichee la ragione è sempre la stessa: l’ignoranza e la cattiveria dell’uomo.Si parla spesso di disabilità, ma poche sono le persone che effet-tivamente agevolano l’autonomia delle persone con disabilità e ri-spettano i loro diritti. Non crediamo che ci siano dei modi per in-centivare la sensibilità delle persone, in quanto l’ignoranza rimanetale fino a quando l’individuo non comprende che deve trasfor-marsi da bestia in persona. Però non neghiamo che, tramite il no-stro legale, quando i condòmini vengono condannati per i loro com-portamenti contro i disabili otteniamo una grande soddisfazionee una barriera in meno. La problematica dei costi per la disabili-tà non riguarda solo l’abbattimento, ma tutti i presidi per l’auto-nomia. Dai medicinali alle carrozzine ad altri ausili, che non ven-gono sempre finanziati integralmente dal servizio nazionale. Perla maggior parte, infatti, sono a carico dei disabili o delle loro fa-miglie. La semplice iva al 4% e gli incentivi statali non bastanoad abbassare i costi, in quanto le aziende costruttrici mantengo-no prezzi folli. Comunque, anche se la legge è semplice in mate-ria di abbattimento, la soluzione non può che cambiare da caso acaso. Pertanto, consigliamo, nel caso di rifiuto delle assemblee con-

dominiali, di affidarsi a persone esperte nel settore ed è per que-sto che all’interno di FIABA vi è un avvocato che effettua con-sulenze giuridiche gratuite per tutti coloro che hanno problemi con-nessi alla disabilità». L’Associazione FIABA più volte ha ribadito che il principio del-la Total Quality è sancito dalle Convenzioni Internazionali suidiritti umani e sulle pari opportunità. Ma cosa si intende vera-mente per Total Quality?«La Total Quality è la Qualità Totale. Un concetto ampio che ab-braccia tutti gli ambiti e che ha come idea-base il miglioramentocontinuo. La Total Quality è, perciò, un’“unità di misura” che hal’obiettivo di raggiungere quanto più possibile una vivibilità pertutti senza nessuna distinzione ma, soprattutto, senza privilegia-re determinate categorie: a tutti deve essere consentito di viverel’ambiente in modo confortevole e sicuro. E ognuno, per rag-giungere la qualità totale, ha la responsabilità di operare per mi-gliorare lo status quo. Spetta certamente al cittadino comunicaresituazioni di difficoltà ma deve essere principalmente il sogget-to che amministra a svolgere un’opera di prevenzione realizzan-do un monitoraggio del territorio per renderlo, appunto, di qua-lità. Il cittadino diventa quindi una “sentinella” con una funzio-ne di collaborazione con l’istituzione per segnalare ostacoli fisi-ci e mentali. È in questo modo che si realizza, tra l’altro, quel “Wel-fare partecipato”: una collaborazione costruttiva tra cittadini e isti-tuzioni. In ogni settore della vita si deve ambire alla Total Qua-lity poiché si tratta di diritti sanciti, oltre che dalla nostra Carta Co-stituzionale anche dalle Convenzioni Onu sui diritti umani e sul-le pari opportunità. Per il 2011 FIABA è impegnata nella diffu-sione della “Cabina di Regia per la Total Quality” presso le va-

Primo piano

42 ABITARE OGGI

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La Qualità di vitaSempre più spesso si sente parlare di qualità della vita.L'argomento però non è di recente invenzione se è veroche sia Aristotele che Platone avevano già teorizzatomolto e bene. Due tra gli indicatori sociali piùimportanti, al proposito, sono sicuramente la libertà dimovimento nell'ambiente in cui viviamo e di azione neiconfronti delle cose che ci circondano. Gli indicatorisociali, al contrario di quelli economici, sono abbastanzadifficili da misurare. La disuguaglianza sociale, lasicurezza, la libertà di pensiero sono valori non univoci e dipendono dal grado di istruzione e da situazionicontingenti. Anche per quanto riguarda il concetto dibarriera architettonica l'unità di misura non è universale,ma viene pensata e realizzata con modalità moltodifferenti. L'architetto spesso progetta pensandosolamente all'utente standard, il cosiddetto normodotato.Questo tipo di utente, tra l'altro, nell'articolato ecomplesso mondo globale, è un modello astratto evirtuale. Il progettista più attento si impegna, invece, a realizzare spazi adatti alle persone disabili. Il suoprodotto divide quindi il mondo in due: uomo adultosano e disabile. A volte questo può rappresentare unapproccio negativo in quanto contrappone le soluzioniper la "disabilità" con quelle per la "normalità".

Il Progetto per l'utenza ampliataLa strada giusta da seguire è il "progetto per l'utenzaampliata" che, superando il Barrier-free Design, tendead evitare dannose schematizzazioni e mette invece ingiusto rilievo la complessità dell'essere umano, in unadimensione aperta e in costante evoluzione nella ricercae nell'interazione della persona con lo spaziocircostante. La normativa italiana definisce tre livelli diqualità dello spazio in relazione a persone con ridottacapacità motoria: accessibilità, visitabilità e adattabilità.Per accessibilità si intende la possibilità di entrare efruire delle unità immobiliari, di qualsiasi destinazioned'uso. Per visitabilità si intende la possibilità di accederea spazi di relazione e a un servizio igienico. Peradattabilità si intende la possibilità di poter modificare lo spazio per renderlo completamente fruibile.

La DomoticaUn grande aiuto alla realizzazione di spazi per l'utenzaampliata deriva dall'applicazione delle tecnologiedomotiche che mirano a migliorare la qualità della vita ela sicurezza negli spazi architettonici. Il termine derivadal greco domos, che significa casa, e dal suffisso ticos.Queste tecniche servono anche per ottimizzare iconsumi energetici, semplificare la gestione e creare unmaggior grado di comfort. Un efficace sistema domoticodeve essere semplice nel suo utilizzo, poiché è diretto aun utente non professionale, affidabile e di costolimitato. Tende ad automatizzare una serie di azioni

quotidiane, semplificandole e favorendone anche l'uso.

La casa intelligenteCon questo termine si intende il controllo globaledi sistemi tecnologici attraverso unità computerizzatedomestiche attraverso interfacce quali pulsanti,telecomandi, tastiere, touch screen, riconoscimentivocali e di impronte digitali. Questo sistema di controllocentralizzato può servire ad aprire una tapparella,rilevare una fuga di gas, modulare la luce e la musica,gestire la temperatura e la climatizzazione, creare effettiambientali, controllare i rilevatori anti-intrusione eantincendio. In generale permette di interagire in temporeale con impianti telefonici, televisivi, climatizzanti,visivi, sonori e di monitoraggio. La home automationè derivata dalle ormai consolidate tecnologie per labuilding automation che caratterizza i servizi comuni di tipo condominiale.

L'interfaccia uomo-macchinaAttraverso messaggi visivi, sonori e azioni di controllol'uomo interagisce, tramite hardware e software, con la "macchina" per migliorare la propria qualità di vita. Il livello di questo miglioramento non è univocamentericonosciuto, poiché non sempre il progressotecnologico è positivo in tutte le sue manifestazioni.

Lo sviluppo sostenibile per tuttiÈ assodato che una corretta condotta professionale non può prescindere da comportamenti etici chetengano conto dell'importanza sociale del progettista.Sviluppo sostenibile significa quindi qualità della vita,efficienza energetica, eliminazione delle barrierearchitettoniche, perseguimento del comfort psico-fisico,contenimento dell'inquinamento, attenzione al ciclo divita e alla riciclabilità dei materiali, utilizzo di risorseenergetiche rinnovabili, risparmio della risorsa acqua,corretto sfruttamento dell'innovazione tecnologica. Tuttoquesto con l'obiettivo di mettere l'uomo al centro dellaprogettazione. Non solo l'uomo che vive in questi anni,ma anche le generazioni future. A questo proposito unconcetto illuminante è rappresentato dal SeventhGeneration Standard, che richiede che gli effetti delledecisioni non devono avere ricadute negative peralmeno cento anni.

Il Design for AllProgettare per tutti è ormai un dovere ineludibile perl'architettura che è diventata da un lato una disciplinaprincipe per i Knowledge workers del terzo millennio edall'altro una professione di grande responsabilitàsociale. Per noi. E per le generazioni future.

di Alessandro MarataPresidente dell’Ordine degli Architetti di Bologna

Progettare per tutti

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rie amministrazioni locali e nazionali. Tale organo è diretto daFIABA e ha come obiettivo quello di coordinare iniziative e in-dividuare criticità presenti nel territorio, per promuovere l'ac-cessibilità, la fruibilità, il vivere in modo confortevole e conta-re su una migliore qualità di vita di concerto con tutte le asso-ciazioni e istituzioni pubbliche e private locali. Tale iniziativa èstata già attivata nel Lazio, in Abruzzo e Sicilia». Lei ha anche affrontato gli argomenti dell’housing sociale e deldesign for all. Vuole specificare meglio ai lettori le diverse voci?«Il supporto che FIABA vuole dare ai suoi interlocutori pubbli-ci e privati è il miglioramento della qualità della vita attraversoquei concetti che in “modo naturale” creano accessibilità e frui-bilità totale, come quello di “Design for all” o “Universal design”-la progettazione per tutti. Questi termini sono stati introdotti ne-gli anni recenti dalla normativa tecnica italiana, intendendo conciò un approccio più sistematico ad una progettualità di prodot-ti, servizi e infrastrutture che consenta e favorisca l’accessibili-tà e la fruibilità da parte di tutte le persone e non solo a una spe-cifica categoria. Si tratta di progettare e gestire l’ambiente urbano,gli edifici e i servizi con caratteristiche e prestazioni che ne con-sentono la fruizione agevole al maggior numero possibile di per-sone. FIABA ritiene di fondamentale importanza che tali princi-pi siano alla base dei progetti di Housing sociale, cioè dei pianidi realizzazione di alloggi da locare a canoni vantaggiosi ai cit-tadini con una fascia di reddito medio-bassa. L’Housing socialeè un progetto di grande rilevanza sociale e che rappresenta un pri-mo passo verso un rapporto di collaborazione tra le istituzioni etutte le altre realtà sociali e produttive. Un progetto di tale im-portanza non può, però, prescindere da due parole chiave: ac-cessibilità e fruibilità perché il vivere in modo confortevole e con-tare su una migliore qualità della vita sono ormai diritti per i cit-tadini. Con un “Housing sociale accessibile”, attento alla fruibi-lità, si realizza anche un grande risparmio economico perché leamministrazioni non saranno costrette in futuro ad affrontare co-sti di adeguamento. Anche perché costruire il nuovo senza bar-riere è uno stimolo per ammodernare il vecchio e renderlo frui-bile, ma è necessario un maggiore coinvolgimento di ogni Isti-tuzione pubblica e privata per raggiungere l’ambizioso obiettivo».Costruire secondo i canoni dell’accessibilità non può che gio-vare a tutta la famiglia: ai bambini, a chi ha problemi defici-tari transitori, agli anziani. Eppure ciò che in paesi come la Fin-landia e la Danimarca sembra all’ordine del giorno qui sem-bra difficile da concretizzare. È solo malcostume o altro?«È un problema di barriera culturale, la più difficile da abbatte-re. Manca ancora la capacità di concepire l’accessibilità a 360gradi, come un diritto di cui tutti devono godere. Le pubblicheamministrazioni sono ancora legate a vecchi stereotipi o a men-talità lontane da certi concetti con il limite di voler migliorare lavivibilità delle città con soluzioni “dedicate” alle sole persone condisabilità anziché puntare ad una qualità totale del territorio comeunica strada in grado di garantire pari opportunità per tutti. Oc-corre promuovere un cambiamento culturale nella modalità di pro-gettare, pianificare la mobilità e i servizi che metta al centro l’in-dividuo nella sua totalità e con tutti i suoi bisogni. Il cittadino,consapevole del proprio percorso di vita, dovrà esigere da chi pro-getta e dai soggetti che amministrano di avere spazi e servizi adaccessibilità totale».

Primo piano

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46 ABITARE OGGI

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Wet Bell, la lampadaquasi sospesaSinuosa, misteriosa, pura nellelinee e nella scelta di materialie finiture. È Wet Bell, lalampada a sospensione chenon è sospesa, ma sorretta da una tige che scende dalsoffitto, dei designer KasperSalto & Thomas Sigsgaard.Con un segno fluido edelegante, la tige circoscrive il diffusore (di formasemiellissoidale e realizzato in alluminio tornito con unaraffinata finitura zapponata)sorreggendolo dal basso. Ungesto che conferisce grandeleggerezza visiva a Wet Bell. Il corpo della lampada è inalluminio tornito in lastra confinitura zapponata e la tige in metallo verniciato bianco. Wet Bell è una novità 2010 di Nemo Divisione Luci diCassina. Nemo Cassina sipone come punto di riferimentonella riscoperta di quello spiritoche ha ispirato la stagioned’oro del design italiano.www.nemo.cassina.it

Oggetti di design per la nostra tavolaMario Luca Giusti è tornato a Pitti Uomo con le suecollezioni di eleganti oggettiper la casa realizzati inmateriali sintetici e presentatiin nuovi quanto sorprendenticolori. Un design classico,declinato in un materialecontemporaneo come ilpolicarbonato per i candelieriNapoleone trasparenti, verdi,rossi, viola e blu che sitrasformano in eleganti abat-jour. E ancora, il servito dipiatti Brunello dall'aspettodella ceramica, ma inleggerissima melamina. Le tinte spaziano dal verdeacceso al rosso corallo, dal turchese al più tranquillobeige. Sontuosi i bicchierisfaccettati per acqua e vinoVictoria & Albert propostinelle versioni trasparente,rosso, verde, viola, turchese,blu. Un debutto per ledeclinazioni in smalto biancoe nero anche da abbinareinsieme per una tavolacontemporanea e cooldal curioso effetto optical. www.nudelab.it

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47ABITARE OGGI

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Seducenti formeper Big TableUna forte personalità,sempre in movimento, comese stesse camminando: cosìil designer belga Alain Gillesvede il tavolo Big Table, cheha disegnato per Bonaldo.Big Table è un ampio tavolofunzionale che, pur essendorealizzato in materialitradizionali come l’acciaio, il legno e il cristallo, ècaratterizzato da un designestremamente originale,tanto che la percezione delprodotto cambia a secondadell’angolazione da cui lo si osserva. Le gambe sonolastre di acciaio tagliate a laser, ognuna con unalarghezza diversa cheevidenzia le differenti tonalitàe sfumature. Big Table èdisponibile in tre diverseversioni di colore: con gambebianche, multicolore e in unacombinazione di marroni e grigi. Il piano rettangolarepuò essere fisso oallungabile. La versionefissa, che è realizzabileanche su misura, èdisponibile in cristallo, innoce canaletto nazionale e,dal 2011, in massello di noce.www.bonaldo.it

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un edificio unifamiliare ristrutturatoe ampliato secondo scelte archi-tettoniche e tecniche costruttiveappartenenti ai criteri della soste-

nibilità. Il progetto è stato curato da ElisaBurnazzi, Davide Feltrin e Paolo Pegoretti,tre architetti che si occupano principalmentedi risparmio energetico. Situato sotto il ca-stello medievale di Pergine Valsugana,l’edificio unifamiliare PF gode di una bel-lissima vista su tutta la valle pregiandosicosì di un ottimo soleggiamento. Gran par-te dell’edificio era già esistente, e agli ar-chitetti è stato chiesto un ampliamento de-gli ambienti a pianta libera. La soluzioneè stata trovata per mezzo di una trave Vie-rendel, alla quale per mezzo di travi e ti-ranti è appeso il piano inferiore. Tutta lastruttura portante dell’ampliamento ha uninvolucro edilizio in legno di larice pre-fabbricato e preassemblato ad alta presta-zione energetica. Legno che si presta an-che a creare un forte legame con l’archi-tettura rurale tipica della regione.Architetto Elisa Burnazzi, progettare que-

sta struttura secondo i principi bioclima-tici è stata un’esplicita richiesta del com-mittente o un suggerimento da parte deiprogettisti?«La principale richiesta del cliente eraquella di ottenere una costruzione in legnoa risparmio energetico. E noi tre progetti-sti (Elisa Burnazzi, Davide Feltrin e Pao-lo Pegoretti) lavoriamo nel campo dell’ar-chitettura a risparmio energetico. Ci siamoformati come esperti CasaClima presso laProvincia di Bolzano. Un edificio dovreb-be essere in grado di limitare o anche eli-minare totalmente i consumi delle differentifonti energetiche non rinnovabili. Dovreb-be distinguersi per un elevato benessere abi-tativo e dovrebbe essere capace di benefi-ciare delle fonti energetiche rinnovabili. Inparticolare, a causa della forma del lotto,casa PF doveva avere necessariamente ilprospetto principale orientato a sud-ovest.Questo poteva costituire un problema inestate, a causa dell’eccessivo surriscalda-mento. Si è ovviato con opportuni accor-gimenti planimetrici, movimentando la

Secondo i principi bioclimatici...

Sotto il castello medievale di Pergine Valsugana, l’edificio unifamiliare PF riprende e ampliauna costruzione esistente utilizzando elementi ad alta prestazione energetica, riproponendo erielaborando alcune caratteristiche tipiche dell’architettura rurale di questa regione di Iole Costanzo

Architettura

È

La collaborazionetra gli architetti ElisaBurnazzi e DavideFeltrin inizia nel 2001.Negli anni si èconsolidata e dal 2004due sono le sedioperative, una a Trentoe l’altra a Rimini. Sonoentrambi progettistiesperti CasaClimae applicano ai progetticriteri di alto risparmioenergetico e disostenibilità ambientale(Tutte le foto sonodi Carlo Baroni)

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Il legno in facciata ha comemotivazione il legame conl’architettura rurale trentina.Come essenza è stato utilizzatoil larice che non ha subito alcuntrattamento, quindi l’edificiocambierà aspetto nel tempo

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facciata con delle logge capaci di fornire,attraverso la loro geometria, un ottimoombreggiamento».Quali obiettivi bisogna porsi nel redi-gere un progetto bioclimatico?«Il benessere psico-fisico degli abitan-ti è la prima finalità di ogni buona ar-chitettura. Oltre alla temperatura, al-l’umidità, alla qualità dell’aria e ai fe-nomeni sonori, per gli ambienti interniha grande importanza la luce, sia natu-rale che artificiale. In questo edificio laluce del sole entra attraverso grandi aper-ture, che fanno da cornice al paesaggio».

Quale caratteristica deve avere un edi-ficio per essere bioclimatico?«Questo è un edificio efficiente, ma fles-sibile. È affidabile come una macchina,ossia raggiunge attraverso grandi pre-stazioni, i risultati voluti.Ad esempio ininverno disperde quantità minime di ca-lore, ma nello stesso tempo lascia, ai suoiabitanti, la libertà di scegliere di modi-ficare gli spazi e le condizioni ambien-tali interne a loro piacimento».Che tipo di riscaldamento è stato pro-gettato per questo edificio?«Il riscaldamento dell’intera abitazione

è assicurato attraverso una caldaia a gas,del tipo a condensazione. La regolazionedella temperatura di caldaia e dellatemperatura fornita ai corpi scaldanti(pavimento e pareti radianti nella par-te ampliata e radiatori in acciaio, nellaparte esistente) avviene in funzionedella temperatura dell’aria esterna. Laventilazione ad alto rendimento è im-piegata come scambiatore e recuperatoredi calore tra l’esterno e l’interno, men-tre l’acqua calda sanitaria è fornita dalsolare termico».È stato fatto un calcolo di quanto ri-

A sinistra: l’angolo vetratomette in relazione la zonaliving interna con quellaorganizzata sulla veranda.In alto: particolare del pianosottotetto. Il solaio presentaun taglio vetrato cheillumina ulteriormente ilsalone sottostante. A destra:l’atrio dell’abitazione,ambiente arioso e luminosocaratterizzato dalla paretevetrata delle scale

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sparmio energetico apporterà questa im-postazione del progetto?«Sì, per quanto riguarda il riscaldamento in-vernale, secondo la classificazione Casa-Clima, la parte di costruzione relativa al soloampliamento è approssimativamente una“A”, ossia un edificio che consumameno di30 kwh. Il fabbisogno energetico annuo, chetiene invece conto sia della parte di edificioesistente che della sopraelevazione, è di48.24 kwh/mq anno, una CasaClima “B”».La logica della sostenibilità è stata appli-cata anche all’interior design?«Negli interni sono stati utilizzati materialiattenti all’ambiente e alla salute dei suoi abi-tanti. Ad esempio il vetro, utilizzato nellepareti e negli arredi che dividono gli spa-zi interni, è un materiale riciclabile oltre cheessere estremamente igienico. Il legno di la-rice, che è un’essenza con una buona re-peribilità e dalle buone prestazioni tecniche,è stato utilizzato sia sui pavimenti che sul-le pareti nonché per i mobili. Infine abbia-mo rivestito le pareti dei bagni con calce na-turale, come si faceva fin dall’antichità, etutte le restanti pareti della casa con pittu-re biocompatibili».Il particolare rivestimento esterno è lega-to unicamente ad una ricerca formale?«L’utilizzo del legno in questo edificio hasvariate motivazioni. Innanzitutto voleva-mo legarci all’architettura rurale trentinadove il legno è stato utilizzato fin da epo-che lontanissime. Inoltre volevamo ottenereun effetto al contempo massivo e filtrante:il primo nei confronti dello spazio, il se-condo nei confronti della luce. Come es-

senza abbiamo utilizzato il larice, che è inuso ancora oggi in moltissime costruzioni,ad esempio nei balconi. Ci piaceva l’ideache l’edificio cambiasse aspetto nel tempo,divenendo grigio e per ottenere questo ef-fetto il legno non ha subito alcun tratta-mento».Nella stagione estiva che tipo di impian-to è stato scelto per il raffrescamento?«Dal punto di vista impiantistico, siad’estate che d’inverno, è la ventilazione adalto rendimento il sistema prioritario. Spes-so se ne parla molto, ma non è facile tro-varla realmente impiegata in una soluzio-ne residenziale privata, a meno che non sitratti di una casa passiva. Oltre che per ot-tenere un migliore comfort ambientale in-terno, la ventilazione ad alto rendimentocontiene la dispersione termica annuale. Èimpiegata come vero e proprio scambiato-re e recuperatore di calore: l’aria prima diessere immessa passa in un tubo all’ester-no dove si può preriscaldare in inverno epreraffrescare in estate».

Architettura

ABITARE OGGI56

Sopra: altro punto di vista dell’ambiente dirappresentanza che presenta il taglio vetratonel solaio. In basso: le ampie balconateprogettate per ottenere la giusta ombreggiaturaper gli ambienti esposti nei mesi soleggiati

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59ABITARE OGGI

Architettura

Piccole abitazioni in cemento armato. Mondi essenziali e scarni,come il cemento stesso, in cui gli aspetti funzionali della vita

incrociano l’astrazione tipica degli spazi rarefatti. L’architetturagiapponese si compiace della scarna ma accogliente

essenza della forma di Iole Costanzo

Minimalismo giapponese

el paese delle abitazioni leg-gere, fatte di legno e carta diriso, l’uso del cemento ar-mato, dalla seconda guerra

mondiale in poi, ha acquisito un usocomune non solo nell’edilizia pub-

blica ma anche in quella privata.L'utilizzo che ne viene fatto è preva-lentemente a faccia a vista, cioè pri-vo di intonaco o di altro materiale dicompletamento. È un materiale ac-cettato nella sua essenza scultorea e

monocromatica ed è apprezzato pro-prio per la sua cruda identità materi-ca. È unmateriale che nella logica mi-nimalista, tipica del Giappone, donala possibilità al progettista di giungerealla riduzione massima, all’elimina-

N

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Architettura

60 ABITARE OGGI

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zione totale dell’eccesso e del superfluo, allascarna essenza della forma. Tadao Ando,dunque, ha fatto scuola.Secondo questa stessa logica ad Okayama,su progetto di Kazunori FujimotoArchitect&Associates, è stata costruita, per una gio-vane coppia, una piccola abitazione dicampagna dalle linee contemporanee. Hou-se in Ibara ripropone l’impostazione formaledi una tradizionale fattoria. Due volumi in-dipendenti, semplici con un terrazzo pen-sato per unire l’edificio al paesaggio. Unodei volumi è destinato alle camere da let-to, l'altro invece è dedicato alla fase diur-na della giornata. Gli spazi sono pensati cosìda avere un diretto contatto visivo con la na-

tura. Sono ampi e assolutamente lineari. Levetrate sono state posizionate per offrire lavista del bosco e garantire contempora-neamente la privacy. Tutto l’edificio, con lasua semplice e assoluta geometria, di vo-lumi ad incastro, domina la scena senza op-primerla. Dà la netta sensazione di esserestato adagiato sul lotto e riesce perciò a crea-re con la natura circostante un rapporto sin-cero, esente da note stridenti. Il materialeprevalente, il cemento a vista, in House inIbara è usato sia all’esterno che all’inter-no. Nella sua piena identità materica, il ce-mento, è proposto nudo ed è presente, nel-la sua assolutezza, sia per le pareti che peri solai. Non vi è alcun materiale di rivesti-

mento. E la sua densa crudezza è esaltatada un arredo altrettanto semplice e essen-ziale che non crea, nella profondità dellosguardo, impedimenti visivi. Lo stessoKazunori Fujimoto in merito al rapporto chesi può creare tra architettura e paesaggio hadichiarato: «Penso che la natura e il pae-saggio siano molto importanti, ma solo l’ar-chitettura sa creare lo spazio in cui vivere.Vivere bene dipende da tre elementi: il pae-saggio, la comunità e l’architettura». Mol-ti edifici residenziali curati dallo studio Ka-zunori Fujimoto Architect & Associatessono strutturati così che il paesaggio diventiun elemento connotante l’intero stabile, unoscenario dell’intimità casalinga. Ed è così

61ABITARE OGGI

Sopra: House Sunami, costruita a Hiroshima eprogettata sempre da Kazunori Fujimoto Architect &

Associates. Le ampie superfici vetrate garantiscono atutti gli ambienti un continuo apporto di luce. Anche la

corte interna apporta ulteriore luce all’interno. Ladoppia copertura a botte sembra adagiarsi sulla

semplice struttura puntiforme

A sinistra: House in Ibara, una piccolaabitazione costruita a Okayama e progettatada Kazunori Fujimoto Architect & Associates.Le ampie vetrate del salone sono posizionatein modo tale da offrire la vista del bosco.L’abitazione ripropone l’impostazioneformale di una tradizionale fattoria

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Architettura

In questa pagina: Mizuho N-House progettatadallo studio Shizuo Yamamoto Architects &Associates. Un volume concluso che escludequalsiasi contatto diretto con il mondoesterno. All’interno della corte le pareti divetro aprono gli ambienti alla luce diurna

ABITARE OGGI62

anche nella House Sunami, l’abitazione convista panoramica sul mare interno di Setoche è situata su una collina di Hiroshima.Ha una pianta semplice e una struttura por-tante essenziale e sottile. Gli interni si di-stribuiscono a elle intorno a un piccolo cor-tile. Tutte le tamponature esterne, sia quel-le che danno sulla corte sia quelle che si af-facciano sul mare, sono quasi tutte realiz-zate in vetro. L’unica differenza è nel taglio.Quelle che si rivolgono all’esterno, pensa-te per guidare la vista, sono a nastro e pog-giano su setti murari. Quelle interne inve-ce sono tutte in vetro e si agganciano in ma-niera diretta e scarna ai due solai.Anche inquesto edificio il materiale prescelto è il ce-mento armato a vista, ma questa volta è vis-suto in modo meno scultoreo e assoluto. In-fatti, il solaio di calpestio ha come rivesti-mento un pavimento dalla tinta molto vicinaa quella del cemento e ha un taglio rigoro-so. La luce non è solo parte integrante del-

l’aspetto compositivo, è essa stessa com-posizione. La trasparenza delle ampie su-perfici vetrate garantisce un continuo ap-porto di luce da tutti lati dell’abitazione. Epoiché tutti gli ambienti sono stati proget-tati senza soluzione di continuità con lo spa-zio destinato ai collegamenti, la luce da en-trambi i lati riesce a penetrarli creando unaluminosità permanente e costante. «Hosempre cercato di progettare secondo i prin-cipi della funzionalità» spiega Kazunori Fu-jimoto. «E credo che la funzionalità non di-penda solo dalla distribuzione degli am-bienti, o dai comfort presenti. La funzio-nalità è anche mediazione tra vita concre-ta e spazio astratto».Ma il cemento armato nel paese del Sol Le-vante raggiunge la sua essenzialità ed es-senza non solo a faccia vista ma anche in-tonacato. È così per la Mizuho N-Housedello studio ShizuoYamamotoArchitects &Associates. È una struttura molto semplice.

Calibrata nelle dimensioni e essenziale nelsuo rapporto con ciò che lo circonda. È unedificio semplice e concluso. Un volumepuro e con poche aperture verso l’esterno.Il distacco dall’intorno è stato volutamen-te enfatizzato con il setto di cemento armatoche occlude la corte e conclude l’edificiostesso. La chiusura verso l’intorno è quasitotale, fatta eccezione per le piccole aper-ture dei servizi e per l’ampio taglio che è pre-sente nella muratura all’altezza del secon-do livello. Lì dove il costruito gioca con ilcielo il volume si apre al mondo. Sono pre-senti anche altri materiali, ma il legno rivesteuna valenza significativa: caratterizza, infatti,gli ampi solai degli ambienti vuoti e rilas-santi del piano terra, mentre al piano supe-riore disegna e scandisce la struttura portantedella copertura. Materiali nuovi incontrano,dunque, materiali appartenenti alla tradi-zione. Un nuovo connubio eclettico che pro-pende al minimalismo.

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65ABITARE OGGI

Arte e artigianato

osa spinge un’insegnante di chi-mica a diventare restauratrice dicornici e oggetti antichi in legno?L’amore per l’antichità e per il

piacere di recuperare cose antiche, rotte ein disuso. Una passione, questa di Adria-na Biondi, che ha preso il sopravvento sututte le altre, anche sulla pittura, che pra-ticava da anni. «Al pennello ho preferitosgorbia e scalpelli», ci racconta. «È co-minciato tutto per caso, ormai più di 25anni fa.Avevo appuntamento con una miaamica che era in ritardo e per passare iltempo sono entrata nella Bottega delLuzzo, di Guido Selva, storica bottega ar-tigianale di Bologna. Quel giorno hochiacchierato con lui a lungo e da alloranon ho più abbandonato questo mondo fat-to di legni antichi, oro vecchio e argenta-ture d’epoca». Ha iniziato così a girare fie-re e mercatini per procurarsi il materiale“giusto” («più è deteriorato più è grande

la soddisfazione»), facendo incetta dicornici, candelieri, fregi, corone, specchi.Fra le sue passioni: gli oggetti sacri, le vec-chie cartoline, le incisioni. E soprattutto lecornici, che costituiscono la parte più im-portante del suo lavoro. Prima ancora cheuna restauratrice e un’artigiana, AdrianaBiondi si sente una collezionista e anco-ra oggi ama girare per mercati e fiere. «Mipiace lavorare su oggetti religiosi anche digrande formato», ci spiega. «Adoro anchelavorare sulle cornici delle specchiere.Spesso ho eseguito restauri di questo tipoper privati». La pratica e la manualità delrestauro le viene dalla formazione più chedecennale proprio presso la Bottega delLuzzo e dai preziosi insegnamenti di Sel-va, con cui ha lavorato 13 anni. Prima parttime, quando ancora insegnava, poi atempo pieno dal 1996. «Ho scelto di an-dare in pensione proprio per dedicarmi aquesta mia nuova passione». A que-st'esperienza ha unito la frequentazione di

CA destra: cartagloria in oro e lacca,inizio ‘800. Sotto: una cimasa in oroe polvere che incornicia uno specchioantico. In basso: un angelo ad alispiegate in oro e una serie dicornici diverse fra loro. Le cornicisono la passione di Adriana Biondi

La passione per gli oggetti antichi. La frequentazione di fiere e mercatini. Una continua ricerca dimateriale da recuperare: cornici, candelieri, fregi, specchi, oggetti sacri. Per dar loro vita nuova.È la storia di Adriana Biondi e del suo laboratorio: Nuova Bottega del Luzzo di Cristiana Zappoli

Ridare vita alle cose antiche

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Arte e artigianato

corsi di restauro ligneo, condotti dai mae-stri ClaudioMazzetti e Valerio Volpi, e l'in-teresse per la storia dell'arte. Ed è propriograzie a questa passione che avvia nel mar-zo del 2002, un proprio laboratorio nellasuggestiva via dell'Inferno, nell' ex ghet-to ebraico della città, la Nuova Bottega delLuzzo, aperta dopo che Guido Selva è an-dato in pensione, a 36 anni dall’inizio del-la propria carriera. «Dovevo subentrare aSelva nella vecchia bottega di via del Luz-zo, - spiega - ma i lavori di ristrutturazio-ne sono andati per le lunghe e alla fine hoscelto di aprirne una nuova». Una botte-ga dai profumi e i colori di una volta, cheevoca il ricordo dei mestieri antichi.L'attività della Nuova Bottega s'inseriscenella tradizione bolognese dell'intaglio edella doratura, con la produzione e il re-

stauro di manufatti lignei come cornici,candelieri, fregi e altro, dorati, argentati emarmorizzati. Adriana Biondi ama valo-rizzare le opere mediante un’incorniciaturaappropriata, creando un’armonia perfettatra l’opera da incorniciare e la cornice chela deve contenere. Il mestiere del corniciaio,tramandato nel corso dei secoli, richiede in-nanzitutto una grande passione: oltre allamera produzione della cornice, l’artigianodeve essere in grado di proporre struttureoriginali, deve saper consigliare il clientee allo stesso tempo comprendere i suoi de-sideri. La grande cura e la realizzazione dicornici di qualità ne completano il profilo.Un mestiere senza dubbio affascinanteche la tecnologia non è riuscita ad intaccare.I lavori industriali, infatti, non possono es-sere paragonati a quelli manuali che offronostile e personalità. Adriana ama anche fartornare a nuova vita oggetti apparentementebrutti, il tutto attraverso un lavoro pazien-te e meticoloso. «Mi piace immaginare ilvissuto delle cose: i danni delle guerre, l’in-curia della gente, l’ignoranza di chi non savedere la bellezza…Penso di poter dire chequello che amo di più sono i frammen-ti delle cose, mi piace osservarli, ma-neggiarli e cercare di capire da dovearrivano». Un passato che si rive-la, grazie adAdriana, ancora vivoe ricco di sorprese. Restaurare, infondo, vuol dire ridare a un og-getto che ha subito i rigori del tem-

po, la sua dignità, senza stra-volgerne il fascino. «Il re-stauro mi rilassa», conclude.«Mi distende, mi gratifica equando passo alla doraturami sento felice. Sono affasci-nata dalle cose rigorosamenteinutili. E adoro questo mondod’oro e d’argento che ho intorno».

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A fianco: applique a due luci in argentoossidato. In basso: piccola scultura grezzache originariamente faceva parte di una coppiae cartagloria dorata in stile neoclassico.Al centro della pagina: un angolo dellaboratorio di Adriana Biondi

ABITARE OGGI66

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68 ABITARE OGGI

ivendo circondati dai computer,abituati a tecnologie sempre piùevolute, il lavoro degli artigianinon può che apparire affascinan-

te. È come se nelle loro botteghe e nei lorolaboratori il tempo si fosse fermato. Non faeccezione il laboratorio di Luca De Pasca-lis, che di professione fa, appunto, l’arti-giano: sulle pareti ci sono più di trenta dif-ferenti essenze di legno, stipate a secondadelle dimensioni. Barattoli di gomma lac-ca naturale o decerata, barattoli di cera d’api,di carnauba e pece greca, di olio di linosciolto in olio di agrumi e di impregnanticerosi all’acqua. Sopra e sotto il banconesu cui De Pascalis lavora si trova-no gli attrezzi che utilizza per lelavorazioni manuali: sgorbie,pialletti, scalpelli, vastringhe, ra-siere, carta-vetrata, sponderuo-le e seghetti vari. All’interno diquella che una volta doveva es-sere stata una scarpiera, si tro-vano alcune macchine come se-ghe, pialle a banco, levigatrici, untornio e un trapano a colonna.Unico indicatore di modernità, uncomputer. «I disegni originali lieffettuo a mano libera, successi-vamente uso cad o sketchup pervisualizzare il progetto tridi-mensionale ed evitare alcuni inu-tili tentativi prima di raggiunge-re un buon rapporto fra le di-mensioni dei componenti», spie-ga Luca De Pascalis.Le sue creazioni sono realizzate inlegno massello. «Con le tecnicheattualmente disponibili - raccon-ta - si può trasformare il legno in

materiale inerte e successivamente model-larlo o assemblarlo come fosse plastica. Inrealtà, in barba ad un secolo di innovazio-ni, la tecnica costruttiva di un mobile in le-gno massello si è fermata sostanzialmentea quella del 1800. Questa tecnica consistein una serie di accorgimenti atti a control-lare il naturale movimento della fibra do-vuto al taglio o alle variazioni di umidità».Secondo De Pascalis, il fatto che il legnosi muova non è un difetto. «Il gioco - pro-segue - è architettare soluzioni più o menooriginali per realizzare il proprio disegnocontemplando contemporaneamente l’osti-

nata propensione del legnoa muoversi. Considero que-ste soluzioni una parteimportante della bellezzadi un manufatto in legno».Classe 1971, Luca De Pa-scalis non capisce imme-diatamente la sua voca-zione per l’artigianato e lecreazioni in legno. FrequentaScienze Economiche e Ban-carie a Siena e lascia la fa-coltà per seguire diversi cor-si di teatro e lavorare con va-rie compagnie in giro perl’Italia e l’Europa. Nel 2001

si imbatte casualmente in un lavoro per ilModernAutomata Museum aMontopoli diSabina, in provincia di Rieti. Qui scopre ilpiacere della creazione dal nulla nella so-litudine di un laboratorio e decide di tra-sferirsi prima in questa zona (dove ancoraoggi si trova il suo laboratorio) e poi a Cit-tà di Castello, dove frequenta per due anniuna scuola di falegnameria. «Un automa-ta – spiega – è una scultura dinamica, so-litamente in legno, mossa da un meccani-smo anch’esso in legno che trasforma il mo-vimento rotatorio di una manovella in ar-ticolati spostamenti di leve, camme e in-granaggi. Avendo ogni giorno di fronte unnuovo automata, con i suoi originali siste-mi di trasmissione, ho familiarizzato con lameccanica di base e con la possibilità di rea-lizzarla in legno e dopo un po’ ho comin-ciato a costruirne qualcuno». Fin da quan-do hamosso i primi passi in quel mondo chepoi sarebbe diventato il suo lavoro, De Pa-scalis ha scelto il legno. «Ho iniziato co-struendo mobili per casa mia con listella-re o legni di scarto, poi un giorno sono en-trato in una vera segheria per cercare un cer-chio di ferro, di quelli che si usano per chiu-dere le botti e ho visto accatastate centinaiadi tavole grezze.Avevo un po’di soldi e neho comprate alcune per realizzare unagrande libreria sospesa che ho ancora in sa-lotto. Il progetto era di Renny Orsi, che èstato il mio maestro: mi ha insegnato a faregli scassi con lo scalpello e la sega e mi hadato una mano a montarla. Da quel giornonon ho praticamente mai smesso».Il leitmotiv dei suoi lavori è da sempre latendenza a trasformare oggetti, mobili e spa-zi in occasioni per giocare. L’uso delle va-rie essenze lignee, i meccanismi che De Pa-scalis inserisce nelle sedie per rendere loschienale o la seduta molleggiante, gliequilibri delle lampade e in generale tuttele texture fantasiose che utilizza servono,

Le sue creazioni sono in legno. Piccoli mobili, lampade, sedie. Oggetti dinamici che sfruttanole conoscenze meccaniche degli automata. Luca De Pascalis realizza nel suo laboratorioprogetti originali giocando con la naturale propensione del legno al movimento di Cristiana Zappoli

Arte e artigianato

VPiccole architetture in legno

Sedia Fiore (serie sedie mobili) realizzatautilizzando diverse essenze lignee. Presentauno schienale basculante e può essererealizzata in differenti formati: “moltostretta”, “stretta”, “normale”

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A sinistra: Lampada - serie Faro mod. Tycho,realizzata in legno di noce chiaro, padouk e wengè.Il faro è regolabile in ogni direzione della semisferasuperiore. Altezza cm 185, ingombro max a terra42cm. Sotto: Sedia Mobile, realizzata in legnomassello: noce, mogano, faggio. In basso: Lampada- L1Avocetta piccola, lampada da tavolo, essenzeutilizzate acero, noce (o morado) e wengè

per dirla con sue parole «a privare il legnomassello della sua aurea classica, permet-tendo attraverso uno sguardo più ironico eirriverente di godere della sua profonda bel-lezza». È innegabile l’influenza che l’espe-rienza presso il ModernAutomataMuseumha avuto sulla sua filosofia progettuale. Unautomata è una scultura dinamica, nellaquale i meccanismi costituiscono una par-te importante della sua capacità comuni-cativa. Meccanica e visione fantasticasono dunque su un piano paritario: la

mancanza di soggezione ad uno scopo spe-cifico permette un rapporto creativo più li-bero che sfuma i confini fra razionale e ir-razionale.Ancora oggi le idee prendono for-ma nella mente di De Pascalis dall’osser-vazione di meccanismi. Tutto inizia dallosviluppo di un meccanismo, sia sempliceo complesso. Perfezionare i dettagli è lacosa certamente più lunga e difficile, maavere un gioco meccanico semplice ed ele-gante permette di avere una solida base dacui partire. «Quando progettavo i miei au-

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tomi - prosegue De Pascalis - mi sono resoconto che immaginare alcune azioni e poiricercare i meccanismi che avrebbero tra-sformato il movimento di una manovella inquelle azioni era difficilissimo e quasi maimi permetteva di raggiungere un risultatoelegante. L’idea delle sedie ad arco con loschienale molleggiante, per esempio, mi èinvece venuta mentre cercavo di realizza-re una lampada ad arco senza usare le lun-ghe e difficili tecniche di piegatura del le-gno. Ho incastrato due tavole spesse 4mm in un telaio rigido e quando ho visto chefunzionava ho pensato: cos’altro ci si po-

trebbe fare con questo sistema?». Luca DePascalis si considera in tutto e per tutto unartigiano e auspica ad una collaborazionesempre maggiore tra la propria categoria equella di designer e architetti. «L’artigiano– spiega – fornisce soluzioni costruttive,spesso scoperte casualmente nel quotidia-no rapporto con la materia. Il designer un di-segno più consapevole, in grado di attua-lizzarsi in ogni contesto». In realtà la lineadi demarcazione fra i due professionisti è sot-tile. «Credo che un designer abbia dei rife-rimenti che solitamente un artigiano non hae personalmente sperimento la mancanza diquesti riferimenti quotidianamente». Perquanto riguarda i rapporti tra artigiani ed ar-chitetti, le collaborazioni si verificano qua-si unicamente negli uffici delle grandi mar-che, dove i designer e gli architetti si con-sultano con l’ufficio tecnico prima di pro-gettare un qualunque arredo. Solitamente,invece, l’artigiano viene interpellato solo aprogetto fatto e non viene visto di buon oc-chio se espone perplessità o porta alla luceproblematiche. «Poiché – chiarisce De Pa-scalis – solo in pochi hanno la possibilità dicollaborare con le grandi marche, ritengo chevi possa essere un gran numero di tecnichecostruttive più veloci e divertenti di quelleconvenzionali che, se poste all’attenzione digiovani designer di talento, potrebbero ri-lanciare molti materiali e fra questi sicura-mente il legno massello».

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Arte e artigianato

Sopra: Lampada ad arco, realizzata con varieessenze lignee: padouk, wengè e iroko. A sinistra:Lampada, L1Avocetta, media, altezza cm 133,ingombro max a terra 42. In basso: Sedia -Poltrona in legno, schienale e seduta mobile.Essenze utilizzate noce, padouk e ciliegio

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Design

Eleganza e rigore geometrico. Alternanza di contrasti cromatici e materici. Di ispirazioneclassica o tecnologicamente avanzate. Tante sono le proposte delle aziende produttrici di porte.Un settore che sempre più attira le firme del design nazionale e internazionale di Andrea Giuliani

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Nuove scenografie d’arredo

DECORI by Ugo Nespolo per Henry glassAnche Nespolo ha interpretato la porta in vetro per Henry glass, l'azienda veneta che ospita le più prestigiose firme del design. Ha creato quattro decori che siinseriscono sul vetro della porta con due tecniche: come incisioni sabbiate su vetro trasparente o satinato oppure come decori specchiati argento su vetro laccato

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el settore dell’abitare si parla tanto di design, o alme-no di quei progetti creativi ottenuti da una stretta si-nergia tra creatività, innovazione, praticità, ergonomicitàe bellezza.A questo va aggiunto che negli ultimi anni

è aumentata l’attenzione per la casa come ambiente funziona-le, dotato di comfort, funzione espressiva e comunicativa. Granparte dei complementi d’arredo, infatti, che trovano ospitalitànelle nostre abitazioni, sono affidati nel progetto a nomi im-portanti del design nazionale e internazionale, offrendo sug-gestioni e proposte capaci di catturare l’interesse e l’attenzio-ne di molti. E l’Italia soprattutto è diventata il punto di confluenzadelle nuove generazioni creative, legittimando l’esistenza di unamescolanza di fantasia e rigore creativo. Soprattutto nel setto-re delle porte gli industriali si affidano a bravi e giovani desi-gner e li stimolano ad applicare soluzioni d’avanguardia e spe-rimentali. Semplici gesti, quasi automatici, ripetuti più volte algiorno instaurano tra noi e le porte esterne o interne delle no-stre abitazioni un rapporto e un contatto diretto: caratterizza-to da sinergie attinenti sia alla funzionalità che all’aspetto pu-ramente estetico. Dietro ogni porta chiusa si nascondono si-gnificati profondi e simbolici legati alla sfera intima ed emo-zionale della nostra esistenza. È, infatti, nelle case che custo-diamo la nostra privacy, i segreti, i problemi famigliari e i no-stri affetti. Per queste ragioni, dunque, il settore merceologicoè animato da un numero consistente di realtà produttive viva-ci e propositive, la cui logica conseguenza è unmercato variegatoe multiforme. Dalle porte d’ingresso, considerate da sempre di-fesa dei nostri affetti, a quelle interne, verso cui si catalizza l’in-teresse dei più rinomati designer, oppure ancora a quelle scor-revoli, artefici della modificazione e modulazione dello spazioabitativo. Proprio a questa tipologia appartengono le porte scor-revoli Cinius, azienda bolognese che opera in linea con la fi-losofia del Home Wellness, proponendo le proprie soluzioni,

N

DECORI by Ugo Nespolo per Henry glassTratti forti e colori intensi caratterizzano le quattro formelle inmosaico disegnate ancora da Ugo Nespolo. Realizzati attraversoun lavoro certosino di mosaico, smalto, oro e sagome di vetro,questi decori sono pezzi unici che fanno della porta un originaleoggetto scenografico ricco di fascino e personalità

COLLEZIONE RODIdi BertolottoI battenti sono prodottiin massello di legnomassiccio con la garanziadi una porta realizzatautilizzando le piùinnovative tecnologie:l’uso del legno lastronatominimizza il naturalemovimento del legno,le flessioni ed evitale fessurazioni. Anchela verniciatura vieneeffettuata sui singolielementi, per non mostrarei segni della vita di unaporta in legno. La strutturadelle porte garantisce laperfetta durata nel tempo

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Design

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Porte scorrevoli CiniusSi tratta di un prodotto che viene realizzato sempre su misura in faggiomassello lamellare. Disponibile in 12 diverse colorazioni e in diversi tipi dimateriali, per la foderatura spaziano dal tessuto alla carta di riso applicatasu pvc, per renderla resistente e lavabile, al legno laccato e altro

SENSUNELS di DI.BI.Nuova collezione di porte da interni complanari e rivestimenti per porte blindate ideate daKarim Rashid per la DI.BI. Le porte Sensunels si adattano a ogni contesto, dalla casa giovanee fresca, a quella di stile rustico o di lusso, fino agli ambienti professionali. Nella foto: Veil. È ilmodello più rappresentativo della collezione in termini di effetto tridimensionale del disegno

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non solo per arredare le abitazioni, ma anche e soprattutto per renderepiù confortevole, armonico e vivibile ogni ambiente della casa e perdonare, a chi ci abita, salute e uno stile di vita più sano ed energeti-co. Le sue porte e pareti scorrevoli sono versatili e funzionali, ispi-rate alla tradizione giapponese, utilizzabili come divisorio per ambientidomestici o come ante per pratiche cabine armadio. Di ispirazione orien-tale anche Iki Collection, linea di porte firmata da Giugiaro Designper GD Dorigo, che rappresenta una sintesi perfetta di nuovi acco-stamenti di materiali, evoluzione tecnologica e senso della forma. Dalpunto di vista tecnico l’aspetto innovativo della proposta è costitui-to da un impiego importante dell’alluminio, con il quale è possibileottenere la particolare sfaccettatura degli elementi che fiancheggia-no il pannello. Motivi grafici essenziali, che si richiamano alla tradizioneorientale, riprendono temi altamente simbolici. La ricerca di nuovesuggestioni dell’abitare caratterizza anche Sensunels, la nuova col-lezione di porte da interni complanari e rivestimenti per porte blin-date ideate da KarimRashid per laDI.BI.Una collezione dall’immaginefresca, attuale e di raffinato design, allontanandosi sempre più dal con-cetto tradizionale di porta. La porta da interni e ancor di più la portablindata diventa un elemento di arredo, acquista così carattere, rega-la un’emozione, interpreta un gusto e arreda un ambiente, come se fos-se un nuovo oggetto di decoro o un originale dipinto da parete. Nonè stato da meno Ugo Nespolo per la linea Vetroveneto diHenry glass.L'alchimia del colore nel gioco di figure composte e ricomposte, il fa-scino di numeri e lettere che articolano linguaggi infiniti e frasi sen-za interruzione. La molteplicità delle tecniche a servizio del tentati-vo, minuziosamente riuscito, di animare con ironia la purezza del de-sign. Questa la chiave di lettura con cui Ugo Nespolo ha voluto in-terpretare la visione artistica della porta in vetro per Henry glass.

DECORI by Ugo Nespolo per Henry glassAncora un esempio della collezione Decori diHenry glass. L'incastonatura al vivo nel vetro dellaporta accentua il protagonismo della formella, chesi staglia sul vetro nelle finiture trasparente,satinato o laccato. Interpretazioni ironiche evisioni suggestive emergono da queste formelle inmosaico: opere di immediata lettura da inserire suuna o più porte per inventare una storia figurata

IKI COLLECTION by Giugiaro Design per GD DorigoUn progetto dai contenuti estetici rivoluzionariche concentra la raffinatezza e l’eleganza dellatradizione orientale in segni nitidi e intensi, distraordinario rigore formale. Dal punto di vistatecnico l’aspetto innovativo è costituito da unimpiego importante dell’alluminio, con il qualeè possibile ottenere la particolare sfaccettaturadegli elementi che fiancheggiano il pannello

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Linee morbide ed essenziali. Forme geometriche caratterizzateda un minimalismo elegante e raffinato. Le ultime tendenzedel design definiscono il nuovo comfort in camera da letto

GOODNIGHT

GUIA BY CARLO COLOMBO FLOULa struttura è in ferro schiumato afreddo. Il piano di riposo è a dogheregolabili oppure con base contenitoresalvaspazio. Il retro testata ècostituito da un guscio-scocca inmetacrilato termoformato. La testataha il bordo perimetrale in poliuretanoschiumato rigido, mentre la zona diappoggio testa-spalle in poliuretanomorbido. Guia è disponibile permaterasso in misura 170 cm dilarghezza x 200 cm di lunghezza.

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Design

MODULOR BY PIERO LISSONI PORROÈ un letto compatto composto da una struttura centrale congrande testata in rovere “carbone” o mongoi, completata dacuscini in tessuto o pelle e da due pedane poste ai lati delletto che fungono da comodino cassetto. Il letto gioca sulleasimmetrie nella disposizione delle varie parti.

BERGÈRE BED BY AUTOBANDE LA ESPADASulla scia della poltronaBergère, icona Autoban, ilBed Bergère ha un ricco esolido profilo in legno e unatestata che dà l'impressionedi essere una scatola.È disponibile in noce neroamericano o quercia biancaamericana.

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BRANDINA PLINIO IL GIOVANEPer realizzare questo progetto è stato necessario uno studio sulla lavorazione di curatissimi elementi in robusto legno di rovere, assemblati tramitespeciali incastri che consentono ai singoli pezzi di formare un corpo unico, permettendo di ridurre al minimo l’uso di collanti. Misure: 210 X 83.

LIPLA BY JEAN MARIE MASSAUD PORROÈ un letto dall’estrema uniformità visiva. È composto da una struttura con testata rivestita in pelle, eco-pelle o in tessuto. Il retroletto è opzionabilee funge da superficie d’appoggio e comodino con cassetti. È disponibile in rovere “carbone”, mongoi o in tutte le laccature lucide del campionario.

Design

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SAMSARA BY CUNO FROMMHERZ CASSINALetto con giroletto e testiera in legno, imbottiti con rivestimento tessile sfoderabile. La struttura portante è in acciaio verniciato color grigio.I basamenti sono costituiti da un nastro metallico curvato, cromato lucido. Il letto può essere dotato di comodini a due cassetti (uno interno all'altro).

MIRAGE BY CLAESSON, KOIVISTO E RUNE CAPPELLINISerie di letti dalle forme sottili e squadrate. Sono composti da un’esile testata e da un pianale, realizzati in MDF con rinforzo in tulipier. Struttura inlegno disponibile nelle finiture laccato macroter o lucido in tutti i colori di collezione. La rete a doghe è fissa ed è già inserita nella struttura portante.

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LOS ANGELESProgettata dallo studio Glen Ira-ni Architects a Venice Canal a LosAngeles in California, Hover Hou-se 3 è una struttura di tre livelli do-tata di ampie finestrature, varia-mente trattate dal punto di vistamaterico. La disposizione è ra-zionale e funzionale. Gli arredisono essenziali e confortevoli,semplici e pratici. E sono stati scel-ti dai proprietari perché realizza-ti con particolari materiali non no-civi di origine vegetale.

RICCIONEMassimo Zanelli e Luca Matulli aRiccione, nella zona residenzia-le, sui colli, hanno progettatocasa Cmg. Il lotto di 1100 mq sucui è stata costruita offre ampiscorci visivi della costa adriatica.Opportunità ovviamente più chesfruttata nella progettazione. Dal-l’interno dell’edificio è possibilegodere di molte viste apposita-mente scelte per guidare lo sguar-do sul mare e sulla vegetazioneche gravita intorno all’edificio.

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In questa foto: il prospetto principale, con la sua maglia tripartita variamentetrattata. Il vetro, materiale prescelto, èschermato da diversi brise-soleil che fannovariamente vibrare le diverse partiture. A destra: il disimpegno posto tra le scaled’accesso e quelle di distribuzione interna

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Suggestivo volume

Nel Venice Canal di Los Angeles, in California, un'abitazione progettata dallo studioGlen Irani Architects. Lineare, semplice, essenziale, Hover House 3 si presentacome un volume sobrio che poggia su un piano pilotis, compatto e rigoroso nellaforma e con ampie superfici vetrate lungo i prospetti principali di Iole Costanzo

Interior design

TRASPARENTE

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n edificio indipendente. Un’abitazione unifamiliare co-struita seguendo diverse accortezze. È colorata e lumi-nosa. È la Hover House 3 progettata dallo studio GlenIrani Architects nel Venice Canal di Los Angeles in Ca-

lifornia. È una struttura poggiante su un piano pilotis parzialmenteusato come locale tecnico e in parte sfruttato come spazio di re-lazione all’aperto, come giardino coperto. La scelta del progetti-sta è stata quella di programmare questo spazio posto proprio difronte al giardino come cucina-soggiorno per l’estate. Una cucinaa diretto contatto con il verde. Un luogo per la convivialità spon-tanea, stagionale, mite. La Hover House è una struttura di tre li-velli dotata di ampie finestrature, variamente trattate dal punto divista materico. Planimetricamente ha un’impostazione piuttostostretta e lunga e la ragione è legata all’esigua dimensione del lotto,tipico della gestione dei suoli presente nel quartiere Venice Canaldi Los Angeles. Ai due piani sovrastanti vi si accede direttamentecon una scala esterna che, penetrando la corte, si aggancia al di-simpegno del primo piano. La corte, con la copertura caratteriz-zata da travetti di cemento armato che fungono da brise-soleil ze-nitali, funge anche da torre dei venti. Elemento bioclimatico attoa garantire la doppia ventilazione degli ambienti e, nei mesi estivi,la giusta climatizzazione dell’intero edificio, senza dover ricorrereall’impianto di condizionamento dell’aria. Materiali diversi eopalescenti connotano i due prospetti principali mentre gli altridue, i lati lunghi dell’edificio sono completamente rivestiti con

In alto: la camera da letto che affaccia su uno dei canali tipici di Venice. In basso: le due porte d’accesso che dal disimpegno portano allo studio e all’interno dell’abitazione. A destra: la scala esterna di metallo e pietra che attraversa la corte - torre dei venti su cui prospettano alcune finestre

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pannelli di ardesia pensati per facilitare la captazione energetica in-vernale. Materiali che all’interno modulano diversamente la luce deidiversi ambienti. Il primo piano, il tipico piano giorno, dedicato alleattività che si svolgono durante la giornata, è diviso in due partiprincipali. A destra dell’entrata vi è l’ampia zona living con cucina-soggiorno, corredata da un’ampia parete attrezzata comprendentei diversi arnesi necessari per una cucina, e un ampio camino. Lazona contrapposta è invece dedicata al lavoro del proprietario dicasa (l’architetto che l’ha progettata) ed è anch’essa suddivisa indue ambienti: lo studio e la libreria. Al piano di sopra vi si accededalla scala in metallo posta di fronte all’entrata. In totale l’intero edificio consta di 250 mq e il piano notte ricavanei suoi 80 mq circa ben tre spaziose camere da letto matrimo-niali, ognuna dotata di cabina armadio e relativa stanza da bagno.È su questo piano che è stata organizzata la lavanderia che serviràtutta la casa. È posta nella parte centrale a pochi passi dalle scaleinterne e dal terrazzo. Dal punto di vista della disposizione internadegli ambienti, la Hover House è stata pensata nei più piccoli par-ticolari. La disposizione è razionale e funzionale, fresca e con-temporaneamente accogliente. Gli arredi di tutti gli ambientisono essenziali e confortevoli, semplici e pratici. E sono stati sceltidai proprietari perché realizzati con particolari materiali non no-civi di origine vegetale. I diversi legni sono stati assemblati, in-fatti, con l’uso di collanti atossici. L’accortezza verso la sosteni-bilità dell’edificio è stata rispettata dall’architetto anche nellaprogettazione degli impianti. Quello di riscaldamento, infatti,pensato a pavimento, sfrutta l’acqua calda prodotta con i panellisolari e fotovoltaici che sono stati posti sulla copertura.

Sopra: particolare delle scale interne realizzate con pedata di metallo imbullonata alla lastra di vetro. Sotto: la scala esterna, posta nella corte – torre, checollega l’ambiente soggiorno realizzato nel patio con il disimpegno del primo piano. A destra: la corte – torre vista dalla finestra del salone del piano superiore

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Interior design

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EFFETTO LUCEVibrante

Ambienti bianchi e luminosi,dotati di ampie superfici vetrate.L’edificio progettato da MassimoZanelli e Luca Matulli a Riccionesi caratterizza per le sue lineerigorose e decise. Si staglia suicolli della città romagnola eoffre a chi vi abita ampi scorcisul mare di Iole Costanzo

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A sinistra: l’ampio disimpegno del corpo scala che all’esterno è completamenteschermato da un brise-soleil ligneo doghettato e all’interno è caratterizzato dalbianco candido delle pareti e dal colore deciso del rivestimento dei pavimenti e della scala. In alto: la parete vetrata collega il salone con l’androne

ominano il bianco e la luce. Morbide dicotomie cromatiche ca-ratterizzano tutta l’abitazione. È stata scelta un’essenza ligneascura per i pavimenti e per gli altri elementi caratterizzanti i di-versi ambienti, mentre per le pareti e per gli elementi d’arredo

le tonalità selezionate sono calde e chiare. Gli interni sono spaziosi, ariosi,fashion e molto accoglienti. È casa Cmg, la residenza progettata da Mas-simo Zanelli e Luca Matulli a Riccione nella zona residenziale, sui colli.Il lotto di 1100 mq su cui è stata costruita offre ampi scorci visivi della co-sta adriatica. Opportunità ovviamente più che sfruttata nella progettazione.Dall’interno dell’edificio è possibile godere di molte viste appositamentescelte per guidare lo sguardo sul mare e sulla vegetazione che gravita in-torno all’edificio. La trasparenza è concettualmente presente in tutta l’abi-tazione anche per ciò che concerne gli stessi ambienti interni. Lungo le pa-reti si alternano ampie superfici vetrate che collegano visivamente ilsalone agli ambienti circostanti, sia a quelli posti sullo stesso piano che aquelli del piano superiore. Il salone, infatti, ha una doppia altezza, fontedi ulteriore luce, la cui ascensionalità è guidata dal richiamo cromatico ematerico del blocco parallelepipedo della canna fumaria. È un ambientesoft, dai colori delicati e morbidi e dalle linee essenziali e avvolgenti. Nel-l’arco della giornata, con il trascorrere delle ore, diverse tonalità di lucepenetrano e caratterizzano l’ambiente, personalizzandolo con le diverse

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cangianti sfumature. L’abitazione si sviluppa su tre piani: 350mq suddivisi tra un piano seminterrato a sua volta diviso indue parti, il garage per le automobili e un piccolo apparta-mento completamente autonomo pensato appositamente perpoter ospitare, e due piani superiori. Al piano terra si trovanole diverse funzioni legate all’aspetto diurno dell’abitare:l’ingresso, il soggiorno a doppia altezza, la cucina e lo stu-dio con il suo lucernaio che illumina direttamente la scriva-nia. I singoli ambienti di questo piano sono dotati di grandiporte finestre e intere pareti vetrate scorrevoli che legano l’in-terno e l’esterno. Il vetro è sentito come vera superficie e inquanto tale non è mai mascherata da tendaggi. L’esterno e laluce entrano negli ambienti senza alcun filtro, in modo direttoed esplicito, secondo degli assi appositamente studiati. La cu-cina, posta quasi nel cuore dell’edificio, pone in continuitàl’esterno con l’interno, attraverso due grandi porte vetrateche enfatizzano l’assialità esistente tra le due zone pranzo,quella all’interno del grande salone e quella sulla veranda cheanticipa il giardino. Al primo piano sono collocate tre camereda letto. Quella dotata di letto matrimoniale ha una grandecabina armadio esternamente rivestita con grandi pannelli co-lor sabbia laccati lucidi e un bagno molto capiente corredatodi doccia e vasca separate tra loro. Le altre due stanze sono

In alto: l’accesso si connota di grandi superfici vetrate e lignee. A destra: prospetto principale est. Il volume puro doghettato è quello che contiene il corpo scale. Nella pagina a fianco: l’affaccio che, daldisimpegno delle scale del piano notte, dà sul salone a doppia altezza

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per i ragazzi, e ognuna è dotata di un proprio bagno con doc-cia. Tutti i servizi sono direttamente illuminati dalla luce ze-nitale proveniente dai lucernari che disegnano le docce. Ester-namente l’intero edificio è fortemente connotato dall’ideaarchitettonica di un “nastro” che, piegandosi secondo una ri-gida legge compositiva, da piano orizzontale diventa in primaistanza l’elemento verticale che collega i piani paralleli men-tre con la seconda piega acquisisce valenza di copertura. Ilprospetto est presenta il nastro intersecato dal volume puroche contiene le scale di servizio interne. Il blocco è comple-tamente rivestito da un semplice doghettato ligneo che ha fun-zione di brise-soleil, lo stesso che sul prospetto opposto di-venta membrana schermante lo spazio incorniciato dai duepiani orizzontali. Il legno è presente all’esterno e all’internodell’edificio ed è importante sia come materiale sia come ef-

fetto cromatico. La doppia valenza che questo materiale ri-veste in questo progetto dona a tutto l’edificio un aspetto caldoe naturale. Nulla stride. Tutto è in sintonia. Tutto ha un tonosuadente per il godimento degli spazi. E il vetro, l’altro ma-teriale prescelto, è l’elemento che offre l’interno all’esternoe viceversa, donando a tutti gli ambienti la possibilità diavere delle immagini luminose di cui godere. Anche gli spazidi collegamento tra gli ambienti e le scale offrono, secondoprecise assialità, delle viste sull’intorno lussureggiante e cu-rato dei colli. Al primo piano, il disimpegno di collegamentocon le scale ha un affaccio sul salone a doppia altezza, dal-l’ampia finestratura che illumina dall’alto il salone sotto-stante. Giochi di luce e di colori caldi. Giochi che vestono eravvivano. Giochi che conferiscono a tutta l’abitazione unaspiccata e caratterizzante identità.

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In alto a sinistra: piccolostudiolo ricavato nell’ampiodisimpegno del piano notte. La libreria accompagna losguardo verso l’affaccio che dà sul salone sottostante. Le scale sono caratterizzate da elementi di legno verticali.In alto a destra: la camera daletto semplice ed essenziale. A fianco: la cucina dotata, su due lati, di ampie vetrate

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