Abitare · 2020. 9. 25. · Albini e Bob Noorda stata mantenuta intatta, attualizzata da un segno...

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32 LIBERI TUTTI Sabato 27 Giugno 2020 Corriere della Sera Abitare Riusi contemporanei Da sinistra, in fondo: casa privata nel Cilento con facciata a lesene ricavate da tubi di pluviali in pvc (2020); dettaglio del controsoffitto con sistema illuminazione e areazione, del restauro della stazione metropolitana Loreto a Milano (2010); villa a Sperlonga, progettata su uno scheletro in cemento armato preesistente (2017) L’ edicola come una casa, con una zona centrale simile a un living, aree dove ri- lassarsi, il distribu- tore per le bibite che invita a una sosta, un piccolo bagno. «L’idea è un archetipo di un’abitazione, da usare aperta o chiusa, grazie alla trasforma- bilità. Un fulcro per le persone, dove è possibile stare assieme, oppure, come occorre oggi, trovarsi ma rimanendo a di- stanza», così l’architetto Che- rubino Gambardella ha conce- pito il suo progetto per il con- test del Corriere «L’Edicola del Futuro» e l’ha chiamato New- sclub, con l’intento di sottoli- nearne la vocazione da «circo- lo della lettura». «Non siamo stati messi in crisi dal distan- ziamento: il tavolo di consulta- zione per i giornali ospita al massimo sei persone, e ci si può regalare un attimo di pace individuale, adagiati sulla chaise longue di Le Corbu- sier», spiega. Con la bella sta- gione l’edicola si apre ad acco- gliere molte persone grazie al- la struttura semi trasformabile in un pulpito esterno, sullo sfondo di un mini giardino verticale di piante semprever- di. Per la sua conformazione ri- configurabile, l’edicola può adattarsi a una piazza, a un an- golo, a una fila di edifici: «Una struttura semplice in ferro zin- cato e laccato, che non necessi- ta di manutenzione. Dalla di- mensione controllabile ma ben identificabile». Architettura del riuso, ma sartorialità anche nella sua ve- ste più semplice. Questa è la fi- losofia che Gambardella appli- ca ai suoi progetti, da quelli di abitazioni private ai grandi complessi residenziali: «Come per esempio le case popolari da 600 euro al metro quadrato, nel rione napoletano di Scam- pia, dentro una corte: non po- tendo aggiungere negozi, per variare la facciata ho voluto in- serire aperture doppie e il co- lore blu. Con un’estetica lonta- na dall’immaginario di un quartiere dormitorio». Non buttare mai via niente: un pen- siero che diventa il cuore di gran parte dei suoi lavori, che si tratti di una villa privata a La- tina o la casa costruita su sche- letri di cemento armato abban- donati. «Il nostro studio ha un approccio contadino: meglio prendersi cura, rivitalizzare, aggiungere piuttosto che eli- minare. Anche quando si tratta di un edificio». Ogni lavoro nasce da un pro- cesso di ricerca: «Ci definiamo un laboratorio. Prendiamo in carico la richiesta della com- mittenza ed elaboriamo un progetto come può fare uno studio piccolo autoriale ma ar- tigiano come il nostro», spiega Gambardella, che lavora in te- L’ambiente-circolo «Newsclub», progetto per il contest L’Edicola del futuro, di Gambardella Architetti, nella versione aperta; qui sopra, il lato con il giardino verticale, e l’interno Corriere.it Proseguono su corriere.it/even ti/design le video interviste ai protagonisti delle imprese dell’arredo made in Italy «L’edicola come un salotto per creare un club dei lettori» Gambardella: recupero dei materiali, cura dei dettagli. Riecco gli spazi di transizione Identikit Gambardel- larchitetti è un atelier di architettura fondato a fine anni ‘80 da Cherubino Gambardella a Napoli, e dal 2004 è diretto dall’architetto Simona Ottieri Gambardella (foto in alto). Ha sede anche a Milano Gambardella (1962) è architetto, professore ordinario e presidente del corso magistrale di architettura presso l’università Luigi Vanvitelli. Ha partecipato più volte alla Biennale di architettura, i suoi lavori sono esposti in musei e fondazioni italiane e straniere 1 Zona lettura centrale arredata 2 Area relax con chaise longue 3 Spazio per l’edicolante e la vendita veloce 4 Bagno 5 Angolo con dispenser-bar am con la moglie Simona Ot- tieri. «Riteniamo che il futuro di questo lavoro sarà sempre di più una dimensione tailor-ma- de fatta di cura e attenzione per i bisogni del cliente, ma anche per l’ambiente. Preser- vare il preesistente, per esem- pio, significa anche ridurre la rottamazione dei rifiuti duri e inquinanti. A beneficio della collettività». Un approccio che Gambardella riconduce anche alla «napoletanità» dello stu- dio: «Questa matrice è basata sull’esigenza di produrre un’ar- chitettura che ci renda distinti- vi rispetto alla velocità proget- tuale che per esempio ha sem- pre avuto Milano». Proprio a Milano Gambar- della ha però portato a termine vari lavori, temporanei (come il Cluster bio-mediterraneo al- l’Expo 2015 e l’installazione Scrigno del Cielo, in occasione del Salone del Mobile 2017, re- alizzata con i profilati dei ser- ramenti) e permanenti: uno su tutti, il restauro della stazione della metropolitana Loreto. «Con la nostra filosofia del “riuso”, la memoria di Franco Albini e Bob Noorda è stata mantenuta intatta, attualizzata da un segno luminoso colorato sul soffitto e striature grigie al- le pareti, evocative della neb- bia milanese». Oggi, in uno scenario muta- to, come si modificherà l’archi- tettura? «Dovremo saper im- maginare spazi più generici, pronti a cambiare. Capaci di offrire luoghi di mediazione tra aperto e chiuso, per esem- pio quei porticati e logge che sembravano diventati super- flui. Dovremo trovare soluzio- ni adattabili anche per gli anni a venire, basate su risposte vere ai bisogni. Accantonando i progetti globalizzati, fatti solo per rimanere impressi nella memoria, a favore di quelli identitari per le nostre città». Silvia Nani © RIPRODUZIONE RISERVATA Il contest Sette architetti internazionali autori di un nuovo progetto di edicola che esplora concetti di polivalenza, aggregazione, identità: questo il tema del contest a inviti «L’edicola del futuro», progetto del Corriere della Sera e Nemo Monti Comunicazione , con curatela di Luca Molinari. La giuria, presieduta dall’architetto Mario Bellini, ha valutato i progetti di Matali Crasset, Gary Chang, Lina Ghotmeh, Fabio Novembre, Benedetta Tagliabue, Giancarlo Mazzanti, Cherubino Gambardella. La piantina Scopri in uno Studio Finstral le tre qualità della finestra perfetta: bellezza, benessere, sostenibilità. Scegli tra visita individuale, consulenza telefonica o videochiamata. finstral.com/studio È il momento di cambiare le finestre: approfitta dell‘ecobonus. Vivi le finestre in modo nuovo. Ti aspeiamo in uno Studio Finstral, anche online.

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32 LIBERI TUTTI Sabato 27 Giugno 2020 Corriere della Sera

Abitare Riusi contemporaneiDa sinistra, in fondo: casa privata nel Cilento con facciata a lesene ricavate da tubi di pluviali in pvc (2020); dettaglio del controsoffitto con sistemailluminazione e areazione, del restauro della stazione metropolitana Loreto a Milano (2010); villa a Sperlonga, progettata su uno scheletro in cemento armato preesistente (2017)

L’edicola come unacasa, con una zonacentrale simile a unliving, aree dove ri-lassarsi, il distribu-

tore per le bibite che invita auna sosta, un piccolo bagno.«L’idea è un archetipo diun’abitazione, da usare apertao chiusa, grazie alla trasforma-bilità. Un fulcro per le persone,dove è possibile stare assieme,oppure, come occorre oggi,trovarsi ma rimanendo a di-stanza», così l’architetto Che-rubino Gambardella ha conce-pito il suo progetto per il con-test del Corriere «L’Edicola delFuturo» e l’ha chiamato New-sclub, con l’intento di sottoli-nearne la vocazione da «circo-lo della lettura». «Non siamostati messi in crisi dal distan-ziamento: il tavolo di consulta-zione per i giornali ospita al massimo sei persone, e ci sipuò regalare un attimo di paceindividuale, adagiati sullachaise longue di Le Corbu-sier», spiega. Con la bella sta-gione l’edicola si apre ad acco-gliere molte persone grazie al-la struttura semi trasformabilein un pulpito esterno, sullosfondo di un mini giardinoverticale di piante semprever-di. Per la sua conformazione ri-configurabile, l’edicola puòadattarsi a una piazza, a un an-golo, a una fila di edifici: «Unastruttura semplice in ferro zin-cato e laccato, che non necessi-ta di manutenzione. Dalla di-mensione controllabile maben identificabile».

Architettura del riuso, masartorialità anche nella sua ve-ste più semplice. Questa è la fi-losofia che Gambardella appli-ca ai suoi progetti, da quelli diabitazioni private ai grandicomplessi residenziali: «Comeper esempio le case popolarida 600 euro al metro quadrato,nel rione napoletano di Scam-pia, dentro una corte: non po-tendo aggiungere negozi, pervariare la facciata ho voluto in-serire aperture doppie e il co-lore blu. Con un’estetica lonta-na dall’immaginario di unquartiere dormitorio». Nonbuttare mai via niente: un pen-siero che diventa il cuore digran parte dei suoi lavori, chesi tratti di una villa privata a La-tina o la casa costruita su sche-letri di cemento armato abban-donati. «Il nostro studio ha unapproccio contadino: meglioprendersi cura, rivitalizzare,aggiungere piuttosto che eli-minare. Anche quando si trattadi un edificio».

Ogni lavoro nasce da un pro-cesso di ricerca: «Ci definiamoun laboratorio. Prendiamo incarico la richiesta della com-mittenza ed elaboriamo unprogetto come può fare unostudio piccolo autoriale ma ar-tigiano come il nostro», spiegaGambardella, che lavora in te-

L’ambiente-circolo «Newsclub», progetto per il contest L’Edicola del futuro, di Gambardella Architetti, nella versione aperta; qui sopra, il lato con il giardino verticale, e l’interno

Corriere.itProseguono su corriere.it/eventi/design le video interviste ai protagonisti delle imprese dell’arredo made in Italy

«L’edicola come un salottoper creare un club dei lettori»Gambardella: recupero dei materiali, cura dei dettagli. Riecco gli spazi di transizione

Identikit

Gambardel-larchitetti è un atelier di architettura fondato a fine anni ‘80 da Cherubino Gambardella a Napoli, e dal 2004 è diretto dall’architetto Simona Ottieri Gambardella (foto in alto). Ha sede anche a Milano

Gambardella (1962) è architetto, professore ordinario e presidente del corso magistrale di architettura presso l’università Luigi Vanvitelli. Ha partecipato più volte alla Biennale di architettura, i suoi lavori sonoesposti in musei e fondazioni italiane e straniere

1 Zona lettura centrale arredata

2 Area relax con chaise longue

3 Spazio per l’edicolante e la vendita veloce

4 Bagno5 Angolo con

dispenser-bar

am con la moglie Simona Ot-tieri. «Riteniamo che il futurodi questo lavoro sarà sempre dipiù una dimensione tailor-ma-de fatta di cura e attenzioneper i bisogni del cliente, maanche per l’ambiente. Preser-vare il preesistente, per esem-pio, significa anche ridurre larottamazione dei rifiuti duri einquinanti. A beneficio dellacollettività». Un approccio cheGambardella riconduce anchealla «napoletanità» dello stu-dio: «Questa matrice è basatasull’esigenza di produrre un’ar-chitettura che ci renda distinti-vi rispetto alla velocità proget-tuale che per esempio ha sem-pre avuto Milano».

Proprio a Milano Gambar-della ha però portato a terminevari lavori, temporanei (comeil Cluster bio-mediterraneo al-l’Expo 2015 e l’installazioneScrigno del Cielo, in occasionedel Salone del Mobile 2017, re-alizzata con i profilati dei ser-ramenti) e permanenti: uno sututti, il restauro della stazionedella metropolitana Loreto.«Con la nostra filosofia del“riuso”, la memoria di FrancoAlbini e Bob Noorda è stata mantenuta intatta, attualizzatada un segno luminoso coloratosul soffitto e striature grigie al-le pareti, evocative della neb-bia milanese».

Oggi, in uno scenario muta-to, come si modificherà l’archi-tettura? «Dovremo saper im-maginare spazi più generici,pronti a cambiare. Capaci dioffrire luoghi di mediazionetra aperto e chiuso, per esem-pio quei porticati e logge chesembravano diventati super-flui. Dovremo trovare soluzio-ni adattabili anche per gli annia venire, basate su risposte vereai bisogni. Accantonando iprogetti globalizzati, fatti solo per rimanere impressi nellamemoria, a favore di quelliidentitari per le nostre città».

Silvia Nani© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il contest

Sette architetti internazionali autori di un nuovo progetto di edicola che esplora concetti di polivalenza, aggregazione, identità: questo il tema del contest a inviti «L’edicola del futuro», progetto del Corriere della Sera e Nemo Monti Comunicazione, con curatela di Luca Molinari. La giuria, presieduta dall’architetto Mario Bellini, ha valutato i progetti di Matali Crasset, Gary Chang, Lina Ghotmeh, Fabio Novembre, Benedetta Tagliabue, Giancarlo Mazzanti, Cherubino Gambardella.

La piantina

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