Aarno, l'elfo di Boccadarno

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Maurizio Nerini 2015 Aarno, l'elfo di Boccadarno

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Una fiaba di Natale ambientata a Marina di Pisa

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Maurizio Nerini 2015

Aarno, l'elfo di

Boccadarno

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Tutti sanno che gli Elfi sono gli aiutanti di Babbo Natale. Tutti sanno che vivono al Circolo Polare Artico Tutti sanno che sono dei piccoli esseri con le orecchie a punta. Tutti sanno che, a dispetto del loro aspetto molto giovane, hanno molti anni... sono immortali. Tutti sanno che dispongono di poteri magici... Ma nessuno conosce la storia di Aarno, l'elfo che, suo malgrado, ha scelto di vivere sul nostro Litorale. Aarno risiedeva con i suoi compagni in Lapponia, a Rovaniemi, dove Babbo Natale ha la fabbrica dei doni e, come gli altri elfi, aveva dei compiti ben precisi. Infatti c'è l'elfo che costruisce i giocattoli, quello che li impacchetta, quello che si occupa delle renne, i meccanici della slitta. E poi c'era lui ...Aarno, l'elfo che si occupava del decollo della slitta. Un compito molto importante che Aarno svolgeva con serietà e precisione. Era molto importante per Babbo Natale riuscire

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a decollare in sicurezza dalla pista ghiacciata che Aarno preparava già dall'estate togliendo le pietre dal tracciato che sarebbe stato presto ricoperto da una bianca spessa coltre di neve. Poi c'era da assicurarsi che i meccanici avessero messo la sciolina sotto i pattini della grande slitta rossa di Babbo Natale, che le briglie delle renne fossero efficienti, che il carico dei doni processe in modo bilanciato sulla slitta in modo che non avesse problemi al decollo, ma anche in volo. Babbo Natale conosceva la pignoleria quasi maniacale di Aarno ed era contento che fosse lui a preparare il decollo. Natale arrivava presto e, quando si apprestava a spiccare il volo verso il cielo stellato della notte di Natale facendo schioccare la frusta all'indirizzo delle renne, Babbo Natale incrociava lo sguardo attraverso ai suoi occhialini rotondi, che si appannavano un po', con quello pungente e soddisfatto di Aarno, che, con due torce sfavillanti dava il via alla corsa della renne sulla pista di volo, agitandole con forza. Questo succedeva ogni anno...

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Ma quella volta Aarno, per scuotersi un po' di cenere caduta dalla torcia dalla casacca verde, si distrasse un attimo abbassandosi meno del dovuto e, improvvisamente ...restò agganciato con le bretelle della casacca ad uno dei pattini della slitta in decollo,che in genere gli passava sopra la testa senza problemi alla fine della pista, venendo sollevato in un attimo e portato in cielo! Nessuno si accorse di nulla, nemmeno Babbo Natale, che incitava le renne a gran voce. Sorpreso e spaventato dell'accaduto, Aarno era appeso come un salame in quella posizione inusuale. Cercò di attirare l'attenzione di Babbo Natale, urlando e dimenandosi, ma il buon vecchio era impegnato nella navigazione della slitta e anche le renne erano occupate a correre nell'aria fredda. Dopo lo spavento iniziale si rese conto che fino a che volavano, a parte il vento gelido che lo sballottava un po', non gli sarebbe successo nulla: così cercò di trovare un lato positivo nella cosa. In fin dei conti stava volando gratis... sull'Europa... “Nemmeno con Rayanair” pensò

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e gli scappò un sorriso. Si godette così il cielo stellato e i contorni della terra illuminati dalla luna. I laghi della Finlandia, le luci dei grandi traghetti che salutavano il loro passaggio sul mar Baltico, i contorni della Danimarca e le valli della Germania fino alle Alpi Svizzere; e più giù, la Pianura Padana attraversata dal Po che dall'alto sembrava un serpente argentato. Quell'anno toccava ai bimbi della Toscana a ricevere per primi i doni. Pisa era stata scelta dagli elfi controllori proprio perché aveva un bellissimo aeroporto dove scaricare i doni e continuare il viaggio per tutto il mondo. Quindi la slitta attraversò gli Appennini e si portò sul mare abbassandosi con una bella virata fino alla foce del fiume Arno. Aarno non sapeva che il fiume si chiamasse quasi come lui. Ma questo non era il suo problema principale in quel momento. Infatti la discesa era iniziata e lui stava lentamente scivolando dal pattino della slitta che lo aveva agganciato. Pensò con terrore che poteva cadere in mare o

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peggio...sugli scogli neri affioranti, ma la fortuna o la magia fecero il miracolo. Aarno cadde dentro la rete tirata in secca di uno dei retoni da pesca che ci sono alla foce del fiume a Boccadarno! Un po' per la bassa velocità, un po' per la sua agilità, Aarno atterrò nella grande rete come in soffice abbraccio, senza torcersi un capello Molto più difficile fu uscire da quella rete quasi fosse un'acciuga, “intramagliato” con le sue gambette e le scarpe a punta che si impigliavano. Ci riuscì con molta difficoltà, raggiungendo la balaustra in legno della baracca proprio mentre la slitta di Babbo Natale, di ritorno da Pisa, riprendeva quota per continuare il suo giro per il mondo. Babbo Natale si accorse solo allora del povero Aarno che si sbracciava dal retone. Non capì sul subito cosa fosse successo, ma di fatto un suo elfo era ...“atterrato” a Marina di Pisa. Pensò di scendere a riprenderlo, ma non poteva certo fermarsi, anche perché il decollo era avvenuto in ritardo per le bizze di una delle renne e tutti i bambini del mondo stavano

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aspettando. Lanciò un saluto all'elfo sfortunato, che lo ricambiò speranzoso di poter essere recuperato presto, ma cosciente di essere da solo in un posto sconosciuto. Aarno seguì fin che poté il magico volo della slitta contro la luce della luna, poi entrò mestamente nella baracca e cercò qualcosa per fare luce. Trovò una lampada a petrolio, che accese schioccando magicamente le dita. La casetta si rivelò a lui un po' puzzolente di pesce, ma asciutta e confortevole: una cucina a gas, un tavolo di legno con il piano di marmo bianco, due sedie impagliate e, in un angolo, un giaciglio usato dai pescatori. Trovò anche una bottiglia di grappa e ne gradì molto un goccetto. Placando il cuore, si addormentò in quel povero letto con la testa piena di mille pensieri, cullato dal leggero sbattere delle onde. Fu svegliato di soprassalto da un gabbiano che, posatosi proprio in cima al palo principale del retone, lanciò il suo grido. Il sole era già alto in quella mattina di Natale. Realizzò in un attimo dove si trovasse ...era

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circondato dall'acqua. Girò lentamente intorno alla baracca, scrutando l'orizzonte: la terra verde di San Rossore con le spiagge bianche davanti e dietro lo spettacolo delle Apuane innevate; poi il fiume che rifletteva la bassa luce del sole; poi i rimessaggi con centinaia di barche colorate; i platani del viale D'Annunzio che sembravano specchiarsi nel fiume; e poi ancora le baracche della vendita del pesce a Boccadarno...il rifugio e l'Obelisco di Garibaldi a fare da guardiano del porto imponente...lì vicino. Si rese conto che tutto sommato... era un posto meraviglioso: il punto di incontro tra le acque del fiume e quelle del mare...ben diverso dai gelidi pur bellissimi paesaggi nordici, ma un luogo quasi magico. Respirò a pieni polmoni l'aria salmastra, felice di quel regalo come solo una creatura superiore può essere. Da quel giorno Aarno cercò di rendere ospitale la sua nuova casa facendo un po' di pulizie e riparando il pontile da buon falegname quale era, come tutti gli elfi. Babbo Natale non si era dimenticato di lui e gli mandò un inviato davvero speciale, la

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Befana, che atterrò sul tetto del retone dopo pochi giorni. Aarno un po' spaventato, aveva anche preparato la calza ma non osò chiedere niente, spiegò alla vecchina che stava bene, che non aveva così premura di tornare e che, addirittura, pensava di poter metter su una filiale pisana della fabbrica di Babbo Natale, proprio in quel luogo che la sorte aveva scelto per lui e che iniziava ad apprezzare. La Befana restò un po' sorpresa e ripartì sulla sua scopa lasciando una scia di luce. Il giorno dopo riferì al “capo”, che si dimostrò per niente sorpreso e che fu addirittura felice della scelta dell'avventuroso elfo. Del resto, ogni volta che passava sopra quel lembo di terra, avvertiva anche lui un'attrazione per l'unicità del posto, quindi era sicuro che un essere sensibile come il suo elfo si sarebbe trovato benissimo laggiù. Aarno si adattò molto presto alla vita sull'Arno … su quella specie di isola, e le sue giornate passavano tra una pennellata di vernice verde e l'altra date sulle pareti bruciate dal sole della baracca, la pesca e la raccolta di legname portato dal mare.

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Dette sfogo alla incredibile arte che aveva dentro di sè e che non sapeva di avere: quella di mettere insieme quei tronchi, quelle tavole che il mare aveva deformato e portava a riva, facendone delle composizioni artistiche raffinate. Un ramo diventava un cavallo rampante, una tavoletta lavorata una cornice, un pezzo di dura corteccia un posacenere. La fantasia avvolse le sue giornate. Le cose che il mare gli affidava prendevano magicamente nuova vita dal lavoro sapiente delle sue piccole mani. Ben presto il retone fu pieno di vere e proprie piccole opere d'arte. L'eco delle sue creazioni artistiche arrivò fino al Polo portata dalle chiacchiere vocianti dei gabbiani, anche alle orecchie di un raggiante Babbo Natale. Il piano di volo della slitta quell'anno fu cambiato in modo da fare tappa a Boccadarno per caricare le opere di Aarno da distribuire come regali importanti. E da allora è così: ogni anno la storia si ripete. Se si guarda bene a Boccadarno, la sera della vigilia di Natale si può vedere una scia dorata

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che scende fino sulla spiaggia di San Rossore: è la sua slitta che si ferma a salutare Aarno e a prendere i preziosi doni fatti dall'elfo marinese con del semplice legno riciclato. Poi mentre la slitta riprende il suo magico volo, Aarno con il cuore pieno di gioia, spinge in acqua un vecchio barchino e torna lentamente alla sua casa: il retone verde di Boccadarno che adesso ama più di ogni altra cosa.