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A.A 2005/2006

PROGETTO SULLE DIFFERENZE

DI GENERE

EDUCARE NELLE DIFFERENZE

RELAZIONE FINALE DI VALUTAZIONE

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A cura del Servizio Fe.n.ice - S.O.S Donna di Faenza Premessa La seguente relazione nasce con lo scopo di esplicitare e rendere noti i risultati del progetto “Educare nelle differenze”, svoltosi nell’anno accademico 2005/2006, nel comprensorio faentino, presso le scuole medie inferiori che hanno aderito al progetto. Lo scopo dell’incontro ha previsto la sensibilizzazione dei ragazzi, la riflessione circa la parità tra uomo e donna e la raccolta d’informazioni riguardanti le rappresentazioni che gli adolescenti hanno dei coetanei del proprio genere e dell’altro, delle idealizzazioni e delle aspettative legate a tali rappresentazioni, le quali generano stereotipi e pregiudizi che vengono spesso interiorizzati dagli stessi. La metodologia di lavoro prevedeva lo svolgimento di un’attività di gruppo, con un successivo dibattito su quanto emerso e la somministrazione di un questionario valutativo. Gli istituti coinvolti nel seguente progetto sono state le classi terze degli istituti scolastici medie inferiori, Lanzoni, Bendandi e Granarolo. Il progetto tende a sottolineare e a mettere in evidenza le opinioni e i vissuti dei ragazzi rispetto alla tematica delle differenze di genere, cercando di portare ad una maggiore consapevolezza e sensibilizzazione riguardo a tale tematica e allo stesso tempo, portare alla luce i pensieri e gli agiti della generazione giovanile. Pertanto questa relazione può essere utile per ulteriori approfondimenti o sperimentazioni in merito alla progettazione di altri interventi psico-educazionali nelle scuole.

Il Progetto “Educare nelle differenze” è un progetto realizzato dal Servizio Fe.ni.ce – Associazione S.O.S Donna nell’anno 2005-2006, al fine di far prendere coscienza e far riflettere sul fenomeno delle differenze di genere. Lo scopo del progetto è, infatti, quello di sensibilizzare la popolazione giovanile sul tema delle differenze di genere, di focalizzare l’attenzione sull’esistenza di pregiudizi evidenziando strategie efficaci per far fronte a tali stereotipi. Fondamentale, infatti, è stato cercare di portare gli studenti a una riflessione sul concetto di differenza di genere con l’intenzione di scardinare alcuni stereotipi e pregiudizi presenti nella cultura tradizionale. Un ulteriore scopo era favorire la conoscenza del Servizio Fe.n.ice - Associazione S.O.S Donna e dei servizi che essa offre. L’azione prevista per il raggiungimento di tali obiettivi consiste nella realizzazione di interventi psico-educazionali rivolti agli studenti delle scuole medie del comprensorio di Faenza, nelle classi terze, della durata di circa due ore. L’incontro si è articolato in due momenti distinti: inizialmente gli studenti sono stati divisi in due gruppi, uno di soli maschi e l’altro di sole femmine. In seguito è stato chiesto loro di svolgere un’attività di gruppo attraverso la quale si è poi sviluppata la discussione sulle differenze di genere.

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Il gruppo di lavoro era composto da una psicologa e da alcune tirocinanti della Facoltà di Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali di Cesena e in alcuni casi dalla presenza di una volontaria dell’associazione S.O.S Donna. La realizzazione dell’intervento è sempre stata completamente gratuita per le scuole.

Metodologia

Struttura degli incontri: L’intervento si sviluppava in 4 fasi della durata di circa 2 ore.

1. Attività di gruppo 2. Discussione con gli alunni dei risultati dell’attività 3. Presentazione del Servizio Fe.n.ice – Associazione SOS Donna 4. Distribuzione di un breve questionario finale di valutazione del progetto

Durante gli incontri l’insegnante era invitato ad uscire dalla classe al fine di creare un clima il più possibile neutro e libero da voti. Una caratteristica importante degli incontri è stata, infatti, la creazione da parte delle operatrici di un clima aperto al confronto, non giudicante e pronto ad accogliere le diversità di pensiero. Dopo una breve presentazione dell’equipe, dell’incontro e delle sue finalità, si svolgeva l’attività di gruppo: la classe veniva divisa in maschi e femmine e predisposta per il lavoro. Il laboratorio coinvolgeva attivamente entrambi i gruppi: essi, dopo una prima discussione con i propri membri, dovevano decidere se attribuire lavori, aggettivi e ruoli nella categoria delle donne o in quella degli uomini, argomentando alla classe tale decisione. La partecipazione di entrambi i gruppi è stata molto efficiente e produttiva. Gli interventi hanno dimostrato che sia le ragazze che i ragazzi hanno messo impegno e attenzione nella fase di elaborazione delle risposte e delle motivazioni da presentare. Frequenti sono anche state le testimonianze personali per spiegare in maniera esauriente le opinioni sul tema delle differenze di genere. La parte più importante dell’incontro è stata la discussione sul concetto di differenza di genere, che ha favorito la riflessione nei ragazzi su questi temi e sui meccanismi che stanno alla base di questi comportamenti. Alla fine dell’incontro la psicologa proponeva una sintesi dell’incontro e procedeva ad una restituzione di quanto emerso. La presentazione della storia dell’associazione veniva fornita dalle tirocinanti o dalla volontaria e veniva arricchita anche da alcuni dati sulla tipologia di donne che si rivolgono al centro e sulle caratteristiche degli autori. Queste informazioni incuriosivano molto i ragazzi e li spingevano a fare domande sul servizio Fe.n.ice. Questa parte, inoltre, permetteva a chi era più scettico, di “toccare con mano” l’esistenza del fenomeno della violenza alle donne. Durante l’incontro non veniva esplicitato questo tema, ma c’era comunque un filo conduttore che permetteva di giungere a questo argomento più delicato a conclusione della giornata: i confronti e le discussioni erano la chiave per promuovere la cultura del rispetto dell’altro e della non-violenza. La parte conclusiva dell’incontro prevedeva la somministrazione di un questionario (anonimo) al fine di sondare la loro opinione e conoscenza sul tema delle differenze di genere e di verificare l’efficacia e il gradimento dell’intervento.

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Le operatrici, alla fine, distribuivano materiale informativo appositamente creato per il progetto: un opuscolo dove si possono trovare indicazioni sui vari tipi di violenze, consigli utili per evitare tali manifestazioni e infine un confronto sui pregiudizi-stereotipi su tale fenomeno, insieme ad alcuni gadget (penne, segnalibri). Al termine del progetto sono stati svolti degli incontri con gli insegnanti di riferimento delle scuole: lo scopo era restituire i risultati del lavoro svolto attraverso la consegna di una relazione scritta, contente anche i risultati del questionario, osservare la ricaduta dell’intervento in un breve periodo e valutare insieme eventuali proposte o modifiche. Gli insegnanti hanno apprezzato la relazione e hanno espresso l’interesse nel leggerle, chiedendo il mio riscontro riguardo l’interesse degli studenti e la loro attitudine riguardo l’incontro.

ANALISI GLOBALE L’adolescenza è una fase della vita molto delicata ed importante, caratterizzata da trasformazioni a livello psichico, relazionale e fisico. Il cambiamento che si verifica a livello corporeo porta alla necessaria ristrutturazione dell’immagine di sé e alla presa di coscienza della reale diversità tra maschi e femmine. Per questo, riteniamo che il progetto educativo “Educare nelle differenze”, sia un progetto valido e meritevole di replica nei prossimi anni poiché è importante far prendere coscienza ai ragazzi dell’esistenza di stereotipi storicamente determinati, di condurli ad una riflessione più profonda rispetto alle loro convinzioni. L’utilità dell’incontro è percepita da tutti, operatrici, studenti, insegnanti, come molto alta e l’importanza dell’intervento si denota dai giudizi positivi assegnati, in particolar modo dalle richieste di prolungamento temporale dell’incontro. I ragazzi delle diverse classi hanno mostrato attenzione ed interesse riguardo al tema presentato e alla metodologia del laboratorio ed hanno partecipato con entusiasmo sia all’attività che alla discussione che n’è seguita. Nella fase finale, in cui si chiedeva una valutazione tramite un semplice questionario, i ragazzi hanno mostrato scarsa maturità e poco impegno. I docenti si sono mostrati disponibili nei nostri confronti anche se, effettivamente, non ci sono state occasioni di scambio e confronto con loro poiché, prima dell’incontro, erano invitati ad abbandonare la classe. D’altro canto, abbiamo riscontrato una generale disinformazione nei riguardi dei temi dell’incontro e dell’Associazione stessa da parte degli alunni, a testimonianza di una mancata presentazione dell’intervento da parte degli insegnanti. Per quanto concerne la metodologia, riteniamo che questa sia adeguata all’età dei ragazzi e che, come sostenuto in precedenza, data la sua natura ludica, possa essere utilizzata anche in un eventuale ed auspicabile progetto che comprenda l’intero percorso della scuola secondaria di primo grado.

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ANALISI DEGLI INCONTRI NELLE CLASSI CLASSE TERZA A LANZONI Nella fase di discussione sia le ragazze che i ragazzi hanno attribuito professioni dove sono necessarie forza fisica e manualità alla categoria maschile e ruoli dove emergono qualità come sensibilità e pazienza alla categoria femminile. Fabbro, militare, cacciatore e meccanico sono risultati mestieri prettamente maschili, mentre casalinga, commessa, segretaria hanno ottenuto una costante associazione con la categoria femminile. Per quanto riguarda gli aggettivi, entrambi i gruppi di lavoro hanno scelto per i maschi qualità come forza, resistenza, prestanza fisica e coraggio e qualità come comprensione, affettuosità, altruismo e capacità d’ascolto per le femmine. Tuttavia, le ragazze hanno evidenziato maggiormente come molte caratteristiche siano determinate dal carattere degli individui, indipendentemente dal genere (simpatico, gentile, sincero, dolce, bugiardo, debole, attraente, egoista, amichevole, fantasioso furbo, buono, intelligente, medico, bagnino, avvocato, veterinario e infermiere sono stati distribuiti equamente). A proposito dell’espressione delle emozioni, i ragazzi hanno affermato che piangere non sia una caratteristica maschile, ma esclusivamente femminile, in quanto sintomo di debolezza e fragilità. Qualora un ragazzo volesse esprimere le proprie emozioni la reazione più conforme risulterebbe probabilmente la rabbia. Le ragazze hanno confermato questo aspetto, criticando la tendenza maschile a non piangere come segno di controllo delle emozioni per apparire più forti. Il gruppo delle ragazze ha, inoltre, denunciato l’evidenza della condizione di subalternità della donna rispetto all’uomo, ammettendo tuttavia che l’acquisizione di alcuni diritti ha migliorato questa condizione per la donna. E’ quindi emersa una maggiore consapevolezza degli stereotipi di genere da parte delle ragazze, le quali hanno spiegato che tale consapevolezza deriva dal fatto che la categoria femminile è maggiormente penalizzata da pregiudizi e che le differenze hanno da sempre determinato ingiustizie e disparità dalle quali la donna deve cercare spesso di difendersi. I ragazzi hanno nondimeno confermato l’opinione femminile, dimostrando di avere una visione “maschilista” molto sentita. Gli stereotipi legati alla superiorità dell’uomo rispetto alla donna sono stati dichiarati con convinzione per tutta la durata della discussione dal gruppo dei ragazzi, i quali considerano la donna non dotata abbastanza da svolgere professioni di potere o dirigenza e per questo legata esclusivamente a mestieri dove sono necessarie poche capacità intellettive, la casalinga in primis. A conferma di questa convinzione alcuni ragazzi hanno affermato che nella realtà professioni come medico, avvocato, politico o dirigente d’azienda sono riservate all’uomo. Per risposta le ragazze hanno posto l’accento sul fatto che fino a qualche decennio fa per la donna era impossibile svolgere molte professioni in quanto l’acquisizione di gran parte dei diritti attraverso cui poter svolgere liberamente qualsiasi professione, è stata raggiunta storicamente in epoca molto recente, spiegando questo dato come causa prima dell’esclusione della donna da certe professioni anche attualmente. Sebbene quindi le ragazze cercassero una spiegazione ai dati portati dai compagni, questi ultimi ribadivano che la condizione di disuguaglianza si è sviluppata a seguito del livello di superiorità intellettiva dell’uomo, abile in questo senso a primeggiare da sempre sulla donna.

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L’esistenza degli stereotipi di genere è stata rilevata da entrambi i gruppi ma, se da un lato la parte femminile ritiene di doversi ancora oggi difendere da questi, seppur con una prospettiva di miglioramento, la parte maschile trova che le differenze colpiscano esclusivamente la donna e che sarà difficile liberarsi dai pregiudizi che derivano dagli stereotipi.

CLASSE TERZA B LANZONI In questa classe, da parte di entrambi i gruppi, esclusi pochi alunni, la partecipazione è stata discontinua e gli interventi sono stati sporadici e piuttosto superficiali. I ragazzi hanno mostrato maggior attenzione nella fase di discussione e durante la presentazione dell’associazione. Il gruppo delle ragazze ha attribuito ruoli dove sono determinanti forza fisica (intesa come determinante biologica) alla categoria maschile e ruoli dove emergono qualità come sensibilità, gentilezza, dolcezza, calma, precisione, comprensività, premurosità e pazienza alla categoria femminile. Per le motivazioni sopra indicate, mestieri quali fabbro, militare, cacciatore e meccanico sono risultati appartenere esclusivamente all’universo maschile, mentre casalinga, commessa, segretaria hanno ottenuto una costante associazione con la categoria femminile. Per quanto riguardava gli aggettivi, le ragazze attribuivano ai maschi qualità negative, come arrogante e immaturo, ma anche caratteristiche quali l’amichevolezza e la sincerità, dimostrandosi abbastanza obiettive. In accordo con le nostre aspettative aggettivi come forza, resistenza, invulnerabilità e prestanza fisica sono stati attribuiti alla categoria maschile mentre qualità come comprensione, affettuosità, altruismo e capacità di ascolto a quella femminile. Il gruppo dei ragazzi ha attribuito aggettivi fisici e ruoli dove sono importanti forza e resistenza alla categoria maschile. Hanno considerato, inoltre, aggettivi quali forte e debole come caratteristiche esclusivamente fisiche attribuendole di conseguenza a se stessi. Come le ragazze, essi hanno attribuito qualità più prettamente legate alla sfera emotiva alla categoria femminile. Non ci sono stati dibattiti e scambi di opinioni salienti tra i due gruppi. Nonostante questo, nella fase conclusiva, gli stereotipi legati al genere sono stati comunque denunciati da entrambi i gruppi come caratteristica passata, presente e futura della nostra società. Sia i ragazzi che le ragazze hanno espresso il loro dissenso per quanto riguarda questa tendenza della società sottolineandone l’ingiustizia, soprattutto per la categoria femminile considerata inferiore all’uomo. L’incontro è terminato con una sintesi ed una riflessione su quanto emerso dai gruppi di lavoro e in particolare sul significato degli stereotipi, culturalmente e storicamente trasmessi, legati al genere. La psicologa ha spiegato come tali stereotipi esistono, in quanto risultato di un modello educativo storicamente determinato. In questa fase la classe si è dimostrata piuttosto attenta e concorde con quanto verbalizzato sulle conclusioni.

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CLASSE TERZA C LANZONI Sia il gruppo delle femmine che quello dei maschi ha attribuito ruoli dove sono determinanti forza fisica (intesa come determinante biologica) alla categoria maschile. Per questo, mestieri quali fabbro, militare, cacciatore e meccanico sono risultati appartenere esclusivamente all’universo maschile. Ruoli dove emergono qualità come sensibilità, gentilezza, dolcezza, calma, precisione, comprensività, premurosità e pazienza sono stati attribuiti dalle ragazze esclusivamente alla categoria femminile in quanto legati alla maternità e all’accudimento. Sorprendentemente il gruppo dei ragazzi ha attribuito le stesse qualità alla propria categoria sostenendo fermamente che le emozioni appartengono anche all’universo maschile. Nonostante ciò, entrambi i gruppi si sono dimostrati molto obiettivi, attribuendo parecchi ruoli ed aggettivi indistintamente sia alla categoria maschile che a quella femminile. Nella fase conclusiva, gli stereotipi legati al genere sono stati denunciati da entrambi i gruppi come caratteristica passata, presente e futura della nostra società. Sia i ragazzi che le ragazze hanno espresso il loro dissenso per quanto riguarda questa tendenza della società sottolineandone l’ingiustizia, soprattutto per la categoria femminile considerata inferiore all’uomo. La classe si è mostrata particolarmente sensibile alla problematica delle differenze di genere sostenendo che ci sia, ad oggi, un grande dislivello tra i due sessi che, in alcuni casi, degenera in violenza dell’uomo nei confronti della donna.

CLASSE TERZA D LANZONI Abbiamo riscontrato che in entrambi i gruppi c’è stata la tendenza ad attribuire alla categoria maschile ruoli dove prestanza fisica, intesa come forza e resistenza, e manualità sono caratteristiche centrali. Gli aggettivi come muscoloso, forte, coraggioso e i ruoli quali meccanico, fabbro, fornaio, militare e cacciatore sono stati scelti da entrambi i gruppi come propri della categoria maschile, sulla base di questa consapevolezza. Risultati comuni sono stati registrati anche per quello che riguarda aggettivi e ruoli prettamente femminili. Infatti, dalla discussione è emerso che ruoli come infermiere, casalinga, ballerino commesso e segretaria in cui sono necessarie qualità come affidabilità, sensibilità, capacità di ascolto e comprensione, disponibilità, premura siano attribuibili esclusivamente alla categoria femminile. Dalla discussione sono emersi stereotipi dovuti alla tradizione storica ed educativa che collega all’uomo aspetti pragmatici e alla donna una sensibilità derivante da responsabilità legate all’accudimento e alla maternità, uniche dimensioni di cui la donna si è occupata per secoli. Alcune affermazioni che riteniamo opportuno riportare sono esempio di quanto appena detto: “Fa parte della debolezza delle donne, essere più sensibili”(affermazione del gruppo dei maschi); “Ma perché la sensibilità deve essere una debolezza?questo è un pregiudizio!” (riflessione di una ragazza).

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All’interno della discussione sull’esprimere emozioni piangendo, i ragazzi affermano che anche l’ uomo può piangere ma nel caso in cui ci sia una situazione di disagio per entrambi, l’uomo deve essere più forte per consolare la donna. Da un’ ulteriore analisi abbiamo riscontrato una tendenza nelle femmine ad essere più discriminanti nei riguardi del genere maschile attraverso l’attribuzione di aggettivi negativi, quali arrogante, insensibile, bugiardo, inaffidabile ed egoista. Per quanto riguarda i ragazzi invece la tendenza è stata decisamente di adottare maggiore obiettività nelle scelte effettuate, motivando che esistono caratteristiche indipendenti dal sesso ma legate esclusivamente alla personalità di ciascun individuo.

CLASSE TERZA E LANZONI In questo caso, riteniamo opportuno sottolineare che i ragazzi, per l’intera durata dell’incontro, si sono mostrati molto infantili nei comportamenti e nelle opinioni. Essi hanno esclusivamente attribuito qualità negative alla categoria femminile e qualità positive alla sola categoria maschile. Per quanto riguarda i ruoli, hanno attribuito casalinga, segretaria, commessa, infermiera all’universo femminile in quanto secondari, mentre hanno attribuito ruoli di più potere e prestigio come medico, avvocato, veterinario all’universo maschile. In loro la divisione dei ruoli è risultata essere molto forte e la concezione che hanno della donna è legata agli stereotipi ed ai pregiudizi esistenti. Anche nella compilazione, individuale, del questionario anonimo hanno tutti segnalato in modo standardizzato l’inferiorità della donna ribadendo un’immaturità di base, come conferma della superficialità già citata. Le ragazze si sono dimostrate molto più mature, obiettive e riflessive partecipando attivamente per tutta la durata dell’incontro. Il gruppo ha attribuito ruoli dove sono determinanti forza fisica (intesa come determinante biologica) alla categoria maschile. Per questo, mestieri quali fabbro, militare, cacciatore e meccanico sono risultati appartenere esclusivamente all’universo maschile. Per i restanti ruoli e qualità, le ragazze, hanno ritenuto necessario attribuirli ad entrambe le categorie sostenendo che ciò dipende esclusivamente dalle caratteristiche personologiche di ogni singola persona. Nella fase conclusiva, gli stereotipi legati al genere sono stati denunciati da entrambi i gruppi come caratteristica passata, presente e futura della nostra società. Le ragazze hanno espresso il loro dissenso per quanto riguarda questa tendenza della società sottolineandone l’ingiustizia, soprattutto per la categoria femminile spesso considerata inferiore all’uomo. L’incontro è terminato con una sintesi ed una riflessione su quanto emerso dai gruppi di lavoro e in particolare sul significato degli stereotipi, culturalmente e storicamente trasmessi, legati al genere. In questa fase la psicologa ha spiegato come tali stereotipi esistono, in quanto risultato di un modello educativo storicamente determinato.

CLASSE TERZA A BENDANDI In questa classe è emersa una netta separazione tra i due sessi e le discussioni sono risultate molto accese. La partecipazione è stata molto vivace e continua e gli interventi distribuiti abbastanza equamente tra tutti i membri della classe.

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Come si poteva presumere il gruppo delle ragazze ha attribuito ruoli dove sono determinanti forza fisica e manualità alla categoria maschile e ruoli dove emergono qualità come sensibilità e pazienza alla categoria femminile. Fabbro, militare, cacciatore e meccanico sono risultati mestieri prettamente maschili mentre casalinga, commessa, segretaria hanno ottenuto una costante associazione con la categoria femminile. Per quanto riguarda gli aggettivi, le ragazze hanno attribuito ai maschi qualità come forza, resistenza, prestanza fisica e coraggio mentre qualità come comprensione, affettuosità, altruismo e capacità di ascolto alla femmine. In seguito all’esposizione dell’elaborato del gruppo femminile si è acceso un dibattito con il gruppo dei ragazzi. Questi ultimi ritenevano che le scelte delle ragazze fossero state ingiuste e poco obiettive. Il gruppo dei ragazzi, infatti, ha attribuito, come le ragazze, aggettivi fisici e ruoli dove importanti sono forza e resistenza a se stessi, anche sulla base di caratteristiche geneticamente determinate. Tuttavia hanno stabilito che tutti gli altri aggettivi e ruoli (sensibile, gentile, affettuoso, egoista, calmo, sincero, dolce, comprensivo, amichevole, bugiardo, affidabile, vulnerabile, premuroso, fantasioso, ordinato, coraggioso, intelligente, avvocato, medico, bagnino, commesso, veterinario) potessero essere distribuiti equamente ad entrambi i generi, in modo più equo rispetto alle ragazze, giustificando tale scelta come più obiettiva e veritiera di quella effettuata dalle ragazze. Questo dato è stato abbastanza significativo ed ha in qualche modo sorpreso le nostre aspettative. E’ da segnalare che i ragazzi hanno partecipato più attivamente seppur in maniera “rumorosa”, ma questo ha permesso loro di elaborare le proprie decisioni in maniera più attenta e riflessiva. Questo aspetto è stato difeso dal gruppo dei ragazzi che in più momenti ha rivendicato maggior sincerità e minor presa di posizione rispetto alle ragazze. Il dibattito in questa fase della discussione ha ottenuto come risultato l’adesione delle compagne ai principi egualitari dei ragazzi. Gli stereotipi legati al genere sono stati comunque denunciati da entrambi i gruppi come caratteristica presente della nostra società. Sia i ragazzi che le ragazze hanno espresso il loro dissenso per quanto riguarda questa tendenza della società sottolineandone l’ingiustizia, soprattutto per la categoria femminile.

CLASSE TERZA B BENDANDI Abbiamo registrato una partecipazione attiva e continua, ricca di interventi distribuiti abbastanza equamente tra tutti i membri della classe. Sia le femmine che i maschi attribuiscono ruoli ed aggettivi relativi a caratteristiche fisiche alla categoria maschile(es. forte, muscoloso, resistente, lavori prettamente manuali come il fabbro, il fornaio, il meccanico, il cacciatore o il militare). Le femmine valutano se stesse e vengono valutate prevalentemente su aspetti caratteriali, sottolineando che sensibilità, affettuosità, altruismo, affidabilità, disponibilità all’ascolto., capacità di comprensione siano caratteristiche generalmente più femminili. A questo proposito ruoli come insegnante, infermiera, casalinga e commessa sono stati attribuiti alla categoria femminile da entrambi i gruppi.

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Per tutta la durata dell’attività è emerso il binomio forza fisica - categoria maschile e fragilità/ sensibilità- categoria femminile. Per confermare questo aspetto riportiamo fedelmente alcune citazioni significative: “Le commesse sono donne perché devono essere pazienti con i clienti solo le donne sanno dare spazio ai sentimenti ”(affermazione di una ragazza ) “il cacciatore è per forza un maschio perché i lavori di fatica e dove ci si sporca sono maschili” (affermazione di un ragazzo ) “Non ce la vedo una donna ad uccidere un cacciatore è sempre un uomo”(affermazione di una ragazza ) “Vorrei vederla una donna sbattere con un ferro per 12 ore!!!!”,” E io vorrei vedere un uomo badare un bambino per 12 ore!!!” ( dialogo tra un ragazzo e una ragazza ). L’affermazione ricorrente da parte di entrambi i generi “Non ho mai visto una donna avvocato, veterinario o medico” ha aperto un piccolo dibattito che ci è sembrato opportuno approfondire. E’ infatti emerso che la maggior parte dei mestieri viene attribuiti ad una categoria specifica in base all’esperienza visiva soggettiva. Alcuni studenti affermano a questo proposito di non aver mai visto un medico donna o un uomo commesso ma questo non implica l’incapacità o l’impossibilità di svolgere tale mestiere da una persona di sesso opposto. Gli stereotipi legati al genere sono risultati tuttavia molto evidenti, soprattutto quando l’attenzione si è spostata sul tema dell’espressione dei sentimenti, in particolare nella forma del pianto. Le ragazze considerano normale esprimere le proprie emozioni piangendo e questo indipendentemente dal sesso. Al contrario i ragazzi ritengono che ”piangere sia una cosa da femmine”, in quanto il pianto sottolinea una debolezza e una sensibilità tipicamente femminile. Interessante è stato vedere come, dopo uno scambio interattivo con le ragazze, questa credenza sia stata modificata al punto tale che i ragazzi hanno ammesso che “non ci sarebbe poi niente di male a vedere un compagno piangere ”.

CLASSE TERZA GRANAROLO In questa classe la partecipazione da parte di entrambi i gruppi, è stata continua, gli interventi sono risultati essere molto pertinenti e ben collocati in un quadro di riferimento storico-culturale. Sia il gruppo delle femmine che quello dei maschi ha attribuito ruoli dove sono determinanti forza fisica (intesa come determinante biologica) alla categoria maschile. Per questo, mestieri quali fabbro, militare, cacciatore e meccanico sono risultati appartenere esclusivamente all’universo maschile. Ruoli dove emergono qualità come sensibilità, gentilezza, dolcezza, calma, precisione, comprensività, premurosità e pazienza sono stati attribuiti dalle ragazze esclusivamente alla categoria femminile. Esse hanno, allo stesso tempo, sottolineato attraverso qualità quali l’arroganza, l’invulnerabilità, e l’aggressività una chiusura e una negazione a livello emotivo da parte del sesso opposto dichiarando che i “maschi provano emozioni ma le tengono chiuse nel cassetto”. Ruoli quali casalinga e segretaria hanno ottenuto una costante associazione con la categoria femminile da parte di entrambi i gruppi.

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I ragazzi, contrariamente alle ragazze hanno precisato che aggettivi appartenenti alla sfera emotiva quali sensibilità, gentilezza, affettuosità, comprensività possono appartenere anche a loro aggiungendo addirittura un aggettivo particolare come “innamorato”. I due gruppi hanno interagito, soprattutto nella fase della discussione, ed hanno argomentato le loro scelte riconducendole soprattutto ad influenze di un modello sociale storicamente determinato. Nella fase conclusiva, gli stereotipi legati al genere sono stati denunciati da entrambi i gruppi come caratteristica passata, presente e futura della nostra società. Sia i ragazzi che le ragazze hanno espresso il loro dissenso per quanto riguarda questa tendenza della società sottolineandone l’ingiustizia, soprattutto per la categoria femminile considerata incapace di difendersi dall’uomo e inferiore all’uomo stesso. L’incontro è terminato con una sintesi ed una riflessione su quanto emerso dai gruppi di lavoro e in particolare sul significato degli stereotipi, culturalmente e storicamente trasmessi, legati al genere. La psicologa ha spiegato come tali stereotipi esistono, in quanto risultato di un modello educativo storicamente determinato. In questa fase la classe si è dimostrata piuttosto attenta e concorde con quanto verbalizzato sulle conclusioni.

RISULTATI DEI QUESTIONARI In seguito alla discussione collettiva, è stata presentata l’associazione SOS Donna, si è poi distribuito il materiale relativo e il questionario anonimo sulle differenze di genere e sul gradimento dell’incontro. La valutazione dell’intervento psico-educazionale tramite la compilazione dei questionari ha rilevato i seguenti risultati rispettivamente nelle seguenti classi: TERZA A LANZONI

• Le tematiche dell’incontro sono risultate interessanti per entrambi i gruppi; molto gradita è stata anche la libertà di espressione;

• L’incontro è stato percepito come utile perché ha permesso di trattare temi poco considerati in classe;

• Tra i suggerimenti è stato costantemente espresso il desiderio di fare più incontri durante l’anno e di poter parlare dei temi trattati anche con gli insegnanti;

• Per entrambi i gruppi esistono ancora oggi molte differenze di genere e stereotipi;

• Entrambi i gruppi di lavoro ritengono che la parità tra maschi e femmine non sia stata raggiunta;

• Le ragazze auspicano un miglioramento della condizione della donna e il raggiungimento della parità totale tra i sessi, partendo proprio dall’eliminazione degli stereotipi e dai pregiudizi cha da essi derivano.

• I ragazzi vedono questa prospettiva ad oggi molto lontana

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TERZA B LANZONI

• Le tematiche dell’incontro sono risultate interessanti per entrambi i gruppi così come la libertà di espressione;

• L’incontro è stato percepito come utile perché ha permesso di apprendere cose nuove e di conoscere l’esistenza dell’associazione SOS Donna;

• Tra i suggerimenti è stato costantemente espresso il desiderio di fare più incontri durante l’anno e di poter parlare dei temi trattati anche con gli insegnanti;

• Per entrambi i gruppi esistono ancora oggi le differenze di genere e gli stereotipi nella consapevolezza che la parità tra maschi e femmine sia giusta, indispensabile, pur non essendo ancora un dato di fatto ;

• La critica più frequente riguarda la brevità dell’incontro. TERZA C LANZONI

• Le tematiche dell’incontro sono risultate interessanti per entrambi i gruppi così come la storia dell’associazione;

• L’incontro è stato percepito come utile perché ha permesso la conoscenza delle problematiche legate alle differenze di genere e la conoscenza del fenomeno della violenza e della sottomissione delle donne al giorno d’oggi e soprattutto all’interno di una realtà locale a loro molto vicina;

• Tra i suggerimenti è stato costantemente espresso il desiderio di fare più incontri durante l’anno e di poter parlare dei temi trattati anche con gli insegnanti;

• Per entrambi i gruppi esistono ancora oggi differenze di genere e stereotipi nella consapevolezza che la parità tra maschi e femmine sia giusta, indispensabile, pur non essendo ancora un dato di fatto;

• Non è stata espressa alcuna critica: l’incontro è stato di gradimento dei ragazzi anche se, per loro, troppo breve.

TERZA D LANZONI

• La classe ha valutato l’intervento positivamente, dichiarando che l’oggetto della discussione è interessante.

TERZA E LANZONI

• Le tematiche dell’incontro sono risultate interessanti solo per il gruppo delle femmine ed è stata apprezzata la possibilità di esprimersi liberamente;

• L’incontro è stato percepito come inutile dal gruppo dei ragazzi in quanto non è servito loro per sapere nuove cose. Al contrario, il gruppo delle ragazze lo ha ritenuto utile perché ha permesso loro di conoscere le opinioni dei propri compagni su un tema su cui non si erano mai confrontati e perché ha dato loro la possibilità di esprimere i propri pareri;

• Tra i suggerimenti è stato costantemente espresso il desiderio di fare più incontri durante l’anno;

• Per entrambi i gruppi esistono ancora oggi stereotipi sulle differenze di genere. Il gruppo delle femmine ha mostrato la consapevolezza che la parità tra maschi e

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femmine sia giusta, e indispensabile, pur non essendo ancora un dato di fatto. Il gruppo dei maschi ha ribadito che la parità tra uomo e donna non sia rispettata e tanto meno giusta in quanto l’uomo, per loro, è superiore alla donna in tutti gli aspetti della vita;

• Non è stata espressa alcuna critica: l’incontro è stato di gradimento dei ragazzi anche se troppo breve.

TERZA A BENDANDI

• Le tematiche dell’incontro sono risultate interessanti per entrambi i gruppi così come la libertà di espressione;

• L’incontro è stato percepito come utile perché ha permesso di trattare tematiche mai considerate in classe;

• Tra i suggerimenti è stato costantemente espresso il desiderio di fare più incontri durante l’anno e di poter parlare dei temi trattati anche con gli insegnanti;

• Per entrambi i gruppi esistono ancora oggi le differenze di genere e gli stereotipi ed entrambi ritengono che la parità tra maschi e femmine sia giusta, indispensabile ma non totalmente esistente

TERZA B BENDANDI

• Le tematiche dell’incontro sono risultate interessanti per entrambi i gruppi;

• L’incontro è stato percepito come utile e a questo proposito tra i suggerimenti è stato costantemente espresso il desiderio di fare più incontri durante l’anno e di poter parlare dei temi trattati anche con gli insegnanti;

• Per entrambi i gruppi esistono ancora oggi le differenze di genere e gli stereotipi legati ad esse;

• Per i ragazzi l’incontro è stato utile soprattutto perché li ha portati a fare ulteriori considerazioni rispetto a ciò che pensavano prima sui temi trattati mentre per le femmine questo aspetto non è sentito;

• Entrambi i gruppi ritengono che la parità tra maschi e femmine sia giusta, indispensabile ma non totalmente esistente.

SCUOLA MEDIA DI GRANAROLO

• Le tematiche dell’incontro sono risultate interessanti per entrambi i gruppi;

• L’incontro è stato percepito come utile perché ha permesso la conoscenza delle problematiche legate alle differenze di genere e la conoscenza delle opinioni dei propri compagni riguardo all’argomento trattato;

• Tra i suggerimenti è stato costantemente espresso il desiderio di fare più incontri durante l’anno, di poter parlare dei temi trattati anche con gli insegnanti e di approfondire tematiche più relative alla sfera della sessualità;

• Per entrambi i gruppi esistono ancora oggi differenze di genere e stereotipi nella consapevolezza che la parità tra maschi e femmine sia giusta, indispensabile, pur non essendo ancora un dato di fatto;

• La critica più frequente riguarda la brevità dell’incontro.

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PROPOSTE: A livello metodologico si propone nei limiti di possibilità temporale e di disponibilità delle scuole e dei professori, una fase introduttiva all’incontro, dove si possano gettare le basi per una più alta e consapevole partecipazione all’intervento sulla differenza di genere, accompagnata dalla somministrazione di questionari, per sondare in maniera molto più dettagliata e scientifica le percezioni su questa tematica, potendone apprezzare il cambiamento in itinere (prima e dopo l’intervento). Inoltre, seguendo le indicazioni degli alunni, si propone un prolungamento della durata dell’incontro. A tal proposito, si è riscontrata la necessità di modificare la durata degli incontri: andrebbe, forse, aumentata per dare maggiore spazio alla discussione tra i ragazzi e per consentire una più ampia presentazione dell’Associazione S.O.S Donna che tanto incuriosisce i ragazzi. Sarebbe, inoltre, auspicabile la presenza fissa di una volontaria dell’Associazione stessa, per poter rispondere esaustivamente ed appropriatamente alle molte risposte degli studenti. Si possono, inoltre, creare dei momenti di approfondimento, coinvolgendo anche le altre materie scolastiche, al fine di realizzare un vero e proprio percorso sulle differenze di genere. Servizio Fe.n.ice – S.O.S Donna