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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Istituto Istruzione Superiore “M. Tullio Cicerone” Liceo Classico I.T.I.S./I.P.S.I.A.”G. Gatta” I.T.G./I.P.A.”De Petrinis” PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e

della RicercaIstituto Istruzione Superiore “M. Tullio

Cicerone”Liceo Classico

I.T.I.S./I.P.S.I.A.”G. Gatta”I.T.G./I.P.A.”De Petrinis”

PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE

“Una scuola che ‘include’ è una scuola che ‘pensa’ e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti.

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………Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere sul binario del miglioramentoorganizzativo perché nessun alunno sia sentito come non appartenente, non pensato e quindi non accolto.”INTRODUZIONE

LA PERSONALIZZAZIONE DELLA DIDATTICA

Il nostro sistema di istruzione e formazione è in fase di evoluzione già da alcuni decenni, con un processo che riflette sia gli esiti della nostra tradizione storica e culturale, sia i mutamenti di una "società della conoscenza" in cui la rapida obsolescenza delle conoscenze sembra acuire la necessità per tutti di "imparare ad apprendere per tutta la vita", una evoluzione continua del sistema , una sorta di 'cantiere aperto', in cui le regole possono cambiare in corso d'opera. Alla luce di questo nuovo scenario pedagogico già da molti anni la scuola italiana ha intrapreso un percorso sempre più attento agli aspetti umani e alle esigenze formative degli alunni, passando dall’inserimento all’integrazione, praticata con un approccio della didattica individualizzato, compensatorio e specialistico, per approdare all’inclusione, un processo ordinario che interviene prima sul contesto e poi sul soggetto, riferito alla globalità delle sfere educativa e sociale.

Con la Legge 53/2003, la scuola si propone di "favorire la crescita e la valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno e delle scelte educative della famiglia, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con il principio di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione" (art. 1), appare chiaro l’intento di realizzare percorsi formativi personalizzati, all’interno dei quali, ciascuno possa valorizzare le proprie differenze e attitudini, trovare pari opportunità formative, perché “la scuola non sia uguale per tutti, ma diversa par ciascuno”.

Cosi sotto l’influsso della letteratura sociale e culturale di origine anglosassone si è venuto affermando il termine “inclusione”: “Inclusione” si distingue da “integrazione” per il suo grado ed i contesti di diffusione.

L’inclusione interviene sia sul contesto e che sul soggetto. In altri termini, inclusività implica l’abbattimento di quelli che nell’“INDEX FOR INCLUSION” di Tony Booth and Mel Ainscow vengono chiamati “ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione”. Questa condizione esige che l’intera “piattaforma della cittadinanza” sia programmaticamente aperta e agibile da tutti.

Una scuola inclusiva deve progettare se stessa e tutte le sue variabili e articolazioni per essere, in partenza, aperta a tutti; ne consegue che l’inclusività non è uno status ma un processo in continuo divenire; un processo “di cambiamento”.

La legislazione italiana interviene puntando sulla didattica personalizzata ( Legge 53/2003 - Decreto legislativo 59/2004) e calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; favorendo per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento. Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento significativo

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Il 27 dicembre 2012 il Ministro Profumo emana la direttiva “Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica“, che delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana e che si inserisce in modo significativo sul percorso di inclusione scolastica e di realizzazione del diritto all’apprendimento per tutti gli alunni e per tutti gli studenti in situazione di difficoltà.

LA DIRETTIVA M. 27/12/2012Sancisce definitivamente il passaggio da un’ottica di integrazione a quella dell’inclusione.

IntegrazioneÈ una situazione.Ha un approccio compensatorio.Si riferisce esclusivamente all’ambito educativo.Guarda al singolo.Interviene prima sul soggetto e poi sul contesto.Incrementa una risposta specialistica.

InclusioneE’ un processo.Si riferisce alla globalità delle sfere educativa, sociale e politica.Guarda a tutti gli alunni indistintamente/differentemente) e a tutte le loropotenzialitàInterviene prima sul contesto, poi sul soggetto.Trasforma la risposta specialistica in ordinaria.

La prospettiva dell’integrazione e dell’inclusione ha come fondamento il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze e rivolge particolare attenzione al superamento degli ostacoli, all’apprendimento e alla partecipazione che possono determinare l’esclusione dal percorso scolastico e formativo.

La normativa di riferimento è rappresentata da:

a) Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 - “Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” (emanata alle scuole con prot. MIUR AOODRLO R.U. 721 del 28 gennaio 2013)

b) C.M. n. 8 del 6 marzo 2013 - “Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative” che a loro volta fanno riferimento ad altre normative nazionali più specifiche:

a) Legge n. 104 del 5 febbraio 1992 - “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”,

b) Legge n. 170 del 8 ottobre 2010 - “ Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”,

c) DM. 12 luglio 2011 - “Linee guida sui disturbi specifici di apprendimento (DSA)”,

d) Legge n. 517 del 4 agosto 1977 - “Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell'ordinamento scolastico”,

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e) Legge n. 53 del 28 marzo 2003 - “Definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e formazione professionale”.

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

Il concetto di BES non è clinico, ma deriva da una esigenza di equità nel riconoscimento, da parte della scuola, delle varie situazioni di funzionamento che vanno “arricchite” da interventi speciali, di individualizzazione e personalizzazione. Ciascuno, infatti, arriva con la sua speciale unicità , con la sua “speciale normalità” (E. Morin) e ciascuno con gli stessi diritti degli altri di esprimere la propria personalità, perché, come recita la costituzione : “ la scuola è aperta a tutti” , pertanto gli studenti di ogni classe sono tutti differenti , le loro differenze non sono stabili ma in continua evoluzione nel tempo.

È noto che un numero sempre più ampio di alunni per una pluralità di motivi (fisici, biologici, fisiologici, psicologici, sociali) presenta difficoltà di apprendimento, di sviluppo di abilità e competenze nonché disturbi del comportamento, che possono portare ad abbandoni, ripetenze con un impatto notevole sul fenomeno della dispersione scolastica.

Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES), dunque, si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002) .

Anche l’ UNESCO nel 1977 ha definito …«Il concetto di Bisogno Educativo Speciale estendendesi al di là di quelli che sono inclusi nelle categorie di disabilità, per comprendere quegli alunni che vanno male a scuola, per una varietà di altre ragioni, che sono note nel loro impedire un progresso ottimale». Nelle Nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo d’istruzione del Settembre 2012, nel Capitolo introduttivo “CULTURA, SCUOLA, PERSONA”, paragrafo “Centralità della persona” si legge: “ Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale e l’apertura offerta dalla sua rete di relazioni che la legano alla famiglia e agli ambiti sociali….. Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per Persone che vivono qui ed ora,…..”.

Il Bisogno Educativo Speciale si configura come categoria generale comprensiva di tutte le condizioni richiedenti l’impiego calibrato, in modo permanente o temporaneo, dei cinque pilastri dell’inclusività:

individualizzazione, percorsi differenziati per obiettivi comuni; personalizzazione, percorsi e obiettivi differenziati; strumenti compensativi; misure dispensative; impiego funzionale delle risorse umane, finanziarie, strumentali e immateriali.

E’ la stessa Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012 a precisare succintamente il significato dell’espressione “Bisogni Educativi Speciali” (BES) , e li definisce come ricomprendenti “L’area dello svantaggio scolastico e molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficolta derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.

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La Direttiva sposta definitivamente l’attenzione dalle procedure di certificazione all’analisi dei bisogni di ciascuno studente ed estende in modo definitivo a tutti gli studenti in difficoltà il diritto – e quindi il dovere per tutti i docenti – alla personalizzazione dell’apprendimento, anche attraverso il diritto ad usufruire di misure dispensative e strumenti compensativi, nella prospettiva di una presa in carico complessiva ed inclusiva di tutti gli alunni.

Con la Circolare n. 8 del 2013 (attuativa della Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012) si attribuisce ai Consigli di classe il “….compito doveroso….. di indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni”….nasce il….

PIANO ANNUALE D’INCLUSIONE che diviene parte integrante del POF d’Istituto

Il PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIVITA’ è uno strumento di riflessione di tutta la comunità educante per realizzare la cultura dell’inclusione, lo sfondo ed il fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno nel realizzare gli obiettivi comuni, non dunque come un ulteriore adempimento burocratico, ma quale integrazione del Piano dell’ Offerta Formativa di cui è parte sostanziale (nota prot. 1551 del 27 giugno 2013).

Scopo del piano è anche quello di far emergere criticità e punti di forza, rilevando le tipologie dei diversi bisogni educativi speciali e le risorse impiegabili, l’insieme delle difficoltà e dei disturbi riscontrati, dando consapevolezza alla comunità scolastica, in forma di quadro sintetico, di quanto sia consistente e variegato lo spettro delle criticità all’interno della nostra scuola.

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Quando c’è un alunno con BES nella scuola inclusiva “si deve già sapere prima cosa si deve fare” (in Inglese “know-how”); per questo è necessario avere conoscenza preventiva delle varie tipologie di BES e delle risorse e delle strategie necessarie per operare con buona speranza di successo perché i Bisogni Educativi Speciali non vanno erroneamente intesi come una ulteriore categoria, ma come una macro-categoria di livello superiore che comprende al suo interno:

• DISABILITÀ (ai sensi della Legge 104/92, Legge 517/77);

• DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI (da distinguere in DSA/deficit del linguaggio, delle abilità non verbali della coordinazione motoria, disturbo dell’attenzione e dell’ iperattività (Legge 170/2010, Legge 53/2003);

• SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO E CULTURALE.

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LINEE GUIDA PER UNA DIDATTICA INCLUSIVA

La redazione del PAI, come pure la sua realizzazione e valutazione, è l’assunzione collegiale di responsabilità da parte dell’intera comunità scolastica sulle modalità educative e i metodi di insegnamento adottati nella scuola per garantire l’apprendimento di tutti i suoi alunni.

Obiettivi ed azioni positive per una didattica realmente inclusiva sono rappresentati:

1. Mettere la persona al centro dell’azione didattica, cioè accogliere ed accettare l’altro come persona, per conoscere l’alunno anche dal punto di vista socio-affettivo, oltre che cognitivo; 2. Includere, anziché escludere, anche gli studenti più problematici, cioè riconoscerne i bisogni e cercare strategie idonee a sollecitare l’attenzione e la partecipazione, per creare apprendimento significativo, per non creare dispersione scolastica; 3. Considerare fondamentale la relazione educativa, base indispensabile dell’apprendimento, al di là della disciplina e dei programmi da svolgere;

4. Promuovere la dimensione comunitaria e sociale dell’apprendimento; 5. Praticare in classe strategie più coinvolgenti di quelle tradizionali (attività espressive come teatro, musica, video, laboratori; studio guidato; lavori sulle dinamiche di classe, sulle emozioni, sul bullismo; formazione per prevenzione e contrasto dell’uso/abuso di sostanze; utilizzo di percorsi interdisciplinari, su tematiche civiche e ambientali, con materiali e sussidi multimediali);

6. Condividere le linee metodologiche e i presupposti pedagogici con tutto il personale educativo; 7. Valorizzare le potenzialità e risorse di ognuno, anche le competenze non formali; 8. Riconoscere i diversi bisogni e le differenze individuali, dando risposte diverse a domande diverse cioè curare la personalizzazione dell’insegnamento e adeguare in itinere la programmazione di ciascuna disciplina.

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A tal fine è necessario

definire buone pratiche comuni all’interno dell’Istituto; delineare prassi condivise di carattere amministrativo e burocratico, comunicativo e relazionale , educativo

didattico e sociale; garantire l’unitarietà dell’approccio educativo e didattico dell’istituzione didattica; garantire la continuità dell’azione educativa e didattica anche in caso di variazione dei docenti e del dirigente

scolastico ( continuità orizzontale e verticale); consentire una riflessione collegiale sulle modalità educative e sui metodi di insegnamento adottati nella

scuola, arrivando a scelte basate sull’efficacia dei risultati in termini di apprendimento di tutti gli alunni; individuare le modalità di personalizzazione risultate più efficaci in modo da assicurarne la diffusione tra gli

insegnanti della scuola; raccogliere i PDP e PEI in un unico contenitore digitale che ne conservi la memoria nel tempo come elemento

essenziale della documentazione del lavoro scolastico, non più soggetta alle complessità di conservazione dei documenti cartacei;

fornire criteri educativi condivisi.

Strategie di intervento 1. Elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni con BES, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. 2. La scuola – con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico – possono avvalersi per tutti gli alunni con BES degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della Legge 170/2010, meglio descritte nelle allegate Linee guida.

Precisazioni sul Piano Didattico Personalizzato

Bisogna fare una distinzione tra :

ন ordinarie difficoltà di apprendimento,ন disturbi di apprendimento,ন gravi difficoltà o difficolta certificate .

Nella quotidiana esperienza didattica si riscontrano momenti di difficoltà nel processo di apprendimento, che possono essere riscontrati per periodi temporanei in ciascun alunno. Il disturbo di apprendimento ha un carattere permanente e base neurobiologica. Infine, è dato poi riscontrare difficoltà che hanno un carattere più stabile o comunque, per le concause che le determinano, presentano un maggior grado di complessità e richiedono notevole impegno affinché siano correttamente affrontate.

La Direttiva del 27 dicembre 2012 ha voluto in primo luogo fornire tutela a tutte quelle situazioni in cui è presente un disturbo clinicamente fondato, diagnosticabile ma non ricadente nelle previsioni della Legge 104/92 né in quelle della Legge 170/2010, in secondo luogo ha voluto ricomprendere altre situazioni che si pongono comunque oltre l’ordinaria difficoltà di apprendimento per le quali sono gli stessi insegnanti a richiedere strumenti di flessibilità da impiegare nell’azione educativo-didattica.

Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche.

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Lo strumento privilegiato è rappresentato dal percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ciascun docente e tutti i docenti del consiglio di classe sono chiamati ad elaborare; si tratta di uno strumento di lavoro con la funzione di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee. Anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione.

Tenendo presente i contenuti della citata Direttiva e della successiva CM n8 del 6/03/2013 , il gruppo di lavoro inclusione propone l’adozione di percorsi educativi personalizzati e di apprendimento per i soggetti individuati con Bisogni Educativi Speciali .

Per tali alunni dovranno adottarsi percorsi educativi e didattici programmati in base ad un:

a) Piano educativo Individualizzato , per gli alunni tutelati dalla L.104/92b) Piano didattico Personalizzato, per gli alunni tutelati dalla L.170 /2010c) Piano didattico Personalizzato per gli alunni tutelati dalla C.M. 06 /03/2013.

Nei predetti piani devono essere esplicitati gli obiettivi educativi e didattici da perseguire per il tramite dei piani medesimi.

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E IL NOSTRO ISTITUTO

Il nostro Istituto Istruzione superiore tenendo presente la composizione della nostra Istituzione Scolastica, che racchiude in se l’anima della scuola classica ( Liceo Classico “M. Tullio cicerone”) e l’anima tecnologica e professionalizzante ( I.T.I.S. “G.Gatta”- I.P.S.I.A. “G.Gatta”- I.T.G. “De Petrinis”- I.P.A. “De Petrinis”), in particolare :

A) riconosce la validità delle indicazioni ministeriali in materia e ritiene doveroso procedere alla redazione ed all’applicazione di un Piano di Inclusivita generale da ripresentare annualmente in relazione alla verifica della sua ricaduta e alla modifica dei bisogni presenti;

B) ritiene che, nella programmazione e nella realizzazione del percorso educativo e didattico personalizzato si debba rispettare la peculiarità di ogni alunno, partire dal suo livello, individuare i suoi bisogni, il suo stile d'apprendimento ed implementarlo.

C) precisa che, si debba operare con piena consapevolezza di quelli che sono i bisogni speciali dell'alunno, evitando quanto più possibile ogni generalizzazione e dando valore, al contrario, ad ogni diversità;

D) ritiene, di conseguenza, di dover far riferimento alle buone prassi, alle modalità ed agli strumenti che la scuola ha già elaborato.

Per quanto attiene allo specifico didattico, al fine di un percorso “inclusivo” si dovrà fare ricorso a:

1. raggiungimento degli stessi obiettivi curriculari della classe attraverso percorsi individualizzati, differenti per strategie, metodologie, strumenti e tempi;

2. raggiungimento di obiettivi differenziati rispetto a quelli della classe attraverso percorsi personalizzati e differenti per contenuti, strategie, strumenti e tempi, verificati anche con criteri di valutazione diversi da quelli della classe;

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3. strumenti compensativi, misure dispensative e qualsiasi altra misura necessaria, utilizzati secondo una programmazione individualizzata e personalizzata con riferimento alla normativa nazionale e/o alle direttive del POF.

Propone altresì:

un impiego funzionale delle risorse umane, finanziarie, strumentali e immateriali già disponibili nella scuola o da reperire con richieste esterne ( Ministero, Enti Locali ect. es. facilitatore linguistico, Psicologo );

ritiene infine necessario operare per abbattere i limiti di accesso al reale diritto allo studio che possono qualificarsi come ostacoli strutturali o funzionali (mancanza della dotazione della strumentazione individuale: libri di testo, ecc., per quanto riguarda lo svantaggio socio-economico e culturale).

LA FORMALIZZAZIONE DEI BES

Nella scuola che lavora per l’inclusività è necessario operare con un quadro chiaro delle esigenze da affrontare, dal punto di vista quantitativo e qualitativo.

Il processo d’inclusione nella scuola, inoltre, può avvenire realmente solo quando condiviso da tutto il personale coinvolto.

In presenza di studenti con BES, dunque, è necessario, in primo luogo avere conoscenza preventiva delle varie tipologie di BES e delle risorse e delle strategie necessarie per operare. Occorre, poi, formalizzare compiti e procedure, in modo che tutti cooperino al raggiungimento di esito positivo. Il processo inclusivo può essere formalizzato nello schema che segue:

la rilevazione del livello di inclusività della Scuola, che evidenzi i punti di criticità ed i punti di forza; il riconoscimento formale (con verbalizzazione motivata) da parte del Consiglio di Classe è il primo

momento della “storia inclusiva” dell’alunno con BES, in questa fase la Scuola, eventualmente, acquisisce la documentazione relativa;

l'attivazione di un percorso individualizzato e personalizzato è pensato redatto e deliberato dal Consiglio di Classe insieme alle famiglie e i soggetti legittimati;

l'elaborazione annuale del P.A.I. della Scuola.

IL POF

Nel P.O.F. della scuola deve essere esplicitato in modo chiaro il concreto impegno programmatico per l’inclusione relativamente:

- all’insegnamento curricolare;

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- alla gestione delle classi;

- all’organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici;

- alle relazioni tra docenti, alunni e famiglie.

E’ necessario fare riferimento ai criteri e alle procedure di utilizzo “funzionale” delle risorse professionali presenti, privilegiando, rispetto a una logica meramente quantitativa di distribuzione degli organici, una logica “qualitativa”, sulla base di un progetto di inclusione condiviso con famiglie e servizi sociosanitari, che recuperi l’aspetto “pedagogico” del percorso di apprendimento e l’ambito specifico di competenza della scuola. Inoltre, nel P.O.F. e esplicitato l’impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate anche a livello territoriale.

La C.M. n° 8 del 6 marzo 2013, in modo chiaro, dichiara che la presa in carico dei BES debba essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto della scuola e della famiglia. La stessa individua quale priorità la necessità di rilevare, monitorare e valutare il grado di inclusività della scuola per:

- accrescere la consapevolezza dell’intera comunità educante sulla centralità e la trasversalità dei processi inclusivi in relazione alla qualità dei “risultati” educativi;

- promuovere azioni, tempi e metodologie attente ai bisogni/ aspettative dei singoli;

- pensare “un progetto di classe”, dove il sistema classe sia percepito quale luogo di “programmazione educativa” a cui si chiede di leggere e riflettere “pedagogicamente” sulla realtà “classe” per poi impostare un serio lavoro di team, che, partendo dai reali bisogni dei singoli/della collettività, sia in grado di fornire risposte realistiche ed adeguate a tutti e ad ognuno;

- predisporre il proprio piano di lavoro educativo e didattico, sulla base del piano annuale d’Istituto, del POF e sulle scelte educative individuate dal consiglio di classe in base all’analisi della situazione complessiva di partenza della classe stessa, in modo da dare risposte concrete ai bisogni specifici evidenziati

PUNTI DI CRITICITA’ E PUNTI DI FORZA della nostra Scuola

Per l’attuazione di una concreta politica di inclusione e necessario riscontrare i punti di criticità e i punti di forza attuali della scuola. Ad oggi si ritiene di dover segnalare

punti di criticità:

ridotto numero delle risorse di sostegno a favore degli alunni con disabilità; Scarsa partecipazione dei docenti curricolari a corsi di formazioni specifici sulle tematiche della

didattica e della valutazione inclusiva; La necessità di apprendere ed utilizzare metodologie didattiche innovative ed inclusive; Difficoltà dei docenti nella rilevazione e nella lettura dei BES; scarsa disponibilità delle risorse finanziarie annuali attraverso le quali attivare opportuni interventi

di sostegno/integrativi; difficoltà di comunicazione fra i consigli di classe e docenti ed operatori responsabili degli interventi

integrativi con conseguente scarsa ricaduta nella valutazione curricolare; Mancanza di facilitatori linguistici (per far fronte alla presenza di studenti non italofoni). mancanza di una capillare diffusione di un funzionigramma

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punti di forza :

presenza di un coordinatore per i BES e per DSA; presenza di un punto di ascolto; attività laboratoriali ; possibilità per gli alunni di partecipare a stage ; Istituto attrezzato tecnologicamente; Progetti di tutoraggio per gli studenti in difficoltà ; attività formative ed accordi con partner esterni.

ASPETTI ORGANIZZATIVI E GESTIONALI COINVOLTI NEL CAMBIAMENTO INCLUSIVO (chi , fa cosa, livelli di responsabilità nelle pratiche di intervento, ecc.)

Dirigente scolastico con il compito di promuovere i rapporti con il territorio e di garantire il miglior funzionamento delle pratiche inclusive, secondo criteri di efficienza ed efficacia, individuando anche le risorse umane e le modalità organizzative, nel fare questo egli individua

una figura professionale di riferimento (figura strumentale), per le iniziative di organizzazione e di cura della documentazione;

promuove e incentiva attività diffuse di aggiornamento e di formazione del personale operante a scuola (docenti, collaboratori, assistenti) anche tramite corsi di aggiornamento congiunti di cui all’art 14 comma 7 L.n. 104/92, al fine di sensibilizzare, informare e garantire a tutte le componenti il conseguimento di competenze e indispensabili “strumenti” operativo concettuali (per intervenire sul contesto e modificarlo);

valorizza progetti che attivino strategie orientati a potenziare il processo di inclusione; guida e coordina le azioni/iniziative/attività connesse con le procedure previste dalle norme di

riferimento: presidenza del G.L.I. d’istituto, formazione delle classi, utilizzazione degli insegnanti per le attività di sostegno;

indirizza l’operato dei singoli Consigli di classe affinché promuovano e sviluppino le occasioni di apprendimento, favoriscano la partecipazione alle attività scolastiche, collaborino alla stesura del P.E.I.;

coinvolge attivamente le famiglie e garantisce la loro partecipazione durante l’elaborazione del PEI; cura il raccordo con le diverse realtà territoriali (EE.LL., enti di formazione, cooperative, scuole,

servizi socio-sanitari, ecc.); attiva specifiche azioni di orientamento per assicurare continuità con il percorso post-scolastico

prescelto; intraprende le iniziative necessarie per individuare e rimuovere eventuali barriere architettoniche

e/o senso-percettive.

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Consiglio d’Istituto, nella sua composizione prevista dal DPR 416/74, ha il compito di favorire l’adozione di una politica interna della scuola capace di garantire e realizzare il processo di inclusione scolastica.

Collegio dei docenti ha il compito di provvedere ad attuare tutte le azioni volte a promuovere una didattica dell’inclusione, inserendo nel POF la scelta inclusiva dell’Istituto e individuando le azioni che promuovano l’inclusione. In particolare ad esso spetta la deliberazione del P.A.I. , deliberare gli obiettivi da perseguire proposti dal GLI e le attività da porre in essere e che confluiranno nel P.A.I. ed infine verificare il risultato e l’efficacia delle misure inclusive poste in essere.

Al CONSIGLI DI CLASSE spetta un ruolo fondamentale per l’individuazione e la gestione dei bisogni educativi degli alunni della classe. Spetta anzitutto il compito di

- individua i casi in cui sia necessaria e opportuna l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative e dispensative;

- rileva tutte le certificazioni;- rileva alunni BES di natura socio-economica e/o linguistico-culturale;- produce una attenta verbalizzazione delle considerazioni psicopedagogiche e didattiche che

inducono ad individuare come BES alunni non in possesso di certificazione;- definisce interventi didattico-educativi;- individua strategie e metodologie utili per la realizzazione della partecipazione degli studenti con

BES al contesto di apprendimento;- definisce i bisogni dello studente;- progetta e condivide progetti personalizzati;- predispone un piano didattico personalizzato (PDP) con lo scopo di definire, monitorare e

documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti per tutti gli alunni individuati in situazione di svantaggio scolastico, tranne nei casi di disabilità.( Il PDP deve essere firmato dalla famiglia, dal Consiglio di classe e dal Dirigente Scolastico).

- collabora con scuola-famiglia-territorio;- condivide con l’ insegnante di sostegno (se presente)

Per ogni singolo alunno è costituito anche il GLHO , composto dal Consiglio di Classe (insegnanti curricolari e di sostegno), operatori ASL (e/o dell’ente privato referente) che seguono il percorso riabilitativo dell’alunno con disabilità, i genitori dell’alunno ed un esperto richiesto dalla famiglia e/o dall'Associazione di cui fanno parte.

Tale gruppo ha il compito di predisporre il PDF e il PEI o PEP e di verificarne l'attuazione e l'efficacia nell'intervento scolastico.(Art.12 L. 104/92, commi 5 e 6 , Atto d'Indirizzo D.P.R. del 24/02/94 Art. 4 e 5) Talvolta vengono convocati anche istruttori o operatori di contesti extrascolastici, al fine di creare unità e organicità tra i diversi interventi di facilitazione per la realizzazione del progetto di vita.

Al docente coordinatore del gruppo per l’inclusività, nominato dal Dirigente Scolastico, sono attribuiti compiti organizzativi, consultivi, valutativi –progettuali

competenze di tipo organizzativo Competenze di tipo consultivo

Competenze di tipo progettuale e valutativo

Gestione delle risorse personali, tenere contatti con i referenti della Asl, collabora con il Dirigente Scolastico per l’organizzazione delle attività di sostegno,

creazione di un archivio e di una banca dati di proposte didattiche integrate fruibili dai docenti, propone

predisposizione di modulistica, formula progetti in base ai bisogni educativi emersi nell’Istituto e in base alle

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richiede la convocazione del Gruppo di lavoro, coordina il Gruppo di Lavoro nello svolgimento delle varie attività

materiali inerenti le metodologie e le strategie didattiche

proposte del gruppo di lavoro per le attività di sostegno

Al docente coordinatore del gruppo per l’inclusività viene affidato anche il compito specifico di Tutor D.S.A. con ulteriori attribuzioni specifiche di collaborazione con il Dirigente Scolastico per predisporre tutte le attività volte ad assicurare :la stesura del P.D.P., attività di aggiornamento, informazione e divulgazione sui D.S.A., accede al fascicolo personale riservato aggiornandone il contenuto, incontra la famiglia per osservazioni particolari e per le richieste di eventuali strumenti compensativi e dispensativi.

Viene istituito il Dipartimento di sostegno composto da tutti i docenti specializzati dei vari istituti che compongono il nostro I.I.S., coordinato dal referente per l’inclusività.

Si riunisce più volte nel corso dell’anno con compiti:

• prende atto di quanto emerso in sede di G.L.H.I., di G.L.I. e di G.L.H.O.;

• fornisce indicazioni e proposte da portare in sede di G.L.H.I., di G.L.I. e di G.L.H.O.

• si coordina con tutti gli altri dipartimenti per tutto quanto attiene la programmazione d’Istituto.

• individua buone prassi e le condivide con i docenti curricolari

• si auto-aggiorna

• elabora e sperimenta strategie inclusive

• dà supporto ai docenti curriculari per gli alunni con disagio

• divulga attività di formazione inerenti alle problematiche inclusive

Le Funzioni Strumentali tutte curano i rapporti con i Coordinatori di classe e con il Referente BES per un’efficace applicazione delle indicazioni generali e di indirizzo del GLI.

Si ricorda infine il ruolo e la funzione del Docente di Sostegno

Docente di sostegno

La legge 517/1977 individua il docente di sostegno specializzato come figura preposta all’integrazione degli studenti con disabilità certificate. L’insegnante di sostegno è nominato dallo Stato“I docenti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di classe e dei collegi dei docenti.” (Testo Unico L. 297/94 “ )Il docente è assegnato alla classe per le attività di sostegno, nel senso che oltre a intervenire sulla base di una preparazione specifica nelle ore in classe collabora con l'insegnante curricolare e con il Consiglio di Classe affinché l'iter formativo dell'alunno possa continuare anche in sua assenza. (Linee guida per l'integrazione scolastica).

Compiti e Funzioni Promozione del processo di integrazione dell’alunno nel gruppo

classe attraverso corrette modalità relazionali Partecipazione alla programmazione educativo-didattica della classe Supporto al consiglio di classe/team docenti nell’assunzione di

strategie e tecniche pedagogiche, metodologiche e didattiche

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inclusive Coordinamento stesura e applicazione del piano di programmazione

educativo-didattica per l’alunno diversamente abile nel contesto della programmazione di classe ( P.E.I. ) Piano Educativo Individualizzato

Coordinamento conoscenza della documentazione inerente all’alunno disabile

Coordinamento dei rapporti con tutte le figure che ruotano intorno all’alunno ( genitori, specialisti, operatori ASL, ecc. )

Facilitatore per l’integrazione tra pari attraverso il proprio contributo nella gestione del gruppo classe

Non bisogna dimenticare che il CCNL 1998/2001, Tabella A/1 Profilo del collaboratore scolastico, indica tra le mansioni: "l’ausilio materiale agli alunni portatori di handicap nell’accesso alle aree esterne alle strutture scolastiche e nell’uscita da esse. Può, infine, svolgere: assistenza agli alunni portatori di handicap all’interno delle strutture scolastiche, nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale".

Infine l’ ASL si occupa, su richiesta dei genitori:

degli alunni con disabilità, con problemi di sviluppo, globali e specifici, comportamentali, emozionali, con disturbi psicopatologici attraverso funzioni di valutazione e di presa in carico;

redige, sulla base della valutazione, certificazioni cliniche ed elabora i profili di funzionamento previsti entro i tempi consentiti;

fornisce, nei limiti consentiti e con le modalità concordate, la consulenza ai docenti degli alunni segnalati sulla base dei risultati della valutazione;

fornisce supporto alla scuola per individuare il percorso da intraprendere in assenza della famiglia.

Ai Servizi Sociali viene affidato il compito di:

ricevere la segnalazione da parte della scuola, rendersi disponibile ad incontrare la famiglia; su richiesta della famiglia, coordina con la scuola attivazione di strumenti utili al sostegno; attiva autonomamente o su segnalazione della scuola le procedure previste qualora si rilevino fatti

di rilevanza giudiziaria o penale.

Gruppo di lavoro per l’Inclusione (GLI)

Nella normativa sugli alunni con Bisogni Educativi Speciali rinveniamo indicazioni per una nuova organizzazione inter-istituzionale con il compito di attivare interventi di integrazione ed inclusione scolastica. la Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 individua nel gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI) l’organo istituzionale preposto a perseguire una “ politica per l’inclusione “. La circolare ministeriale delinea e precisa la strategia inclusiva al fine di realizzare appieno il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà estendendo il campo d’intervento e di responsabilità a tutta la comunità educante e così i già noti GLH (Gruppi di Lavoro per l’integrazione scolastica) e GLHI (Gruppi di lavoro e di studio d’Istituto) previsti dall’art.15 della Legge n.104 del 1992 si vedono oggi affiancati, a livello

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di singola istituzione scolastica, dai GLI ovvero Gruppi di lavoro per l’inclusione o per l’inclusività ‘organi politico-operativi’ con il compito di realizzare il processo di inclusione scolastica.

Cosa sono i GLI Ai sensi della Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 (Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica), la Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013 e la Legge 104/92 art. 15 comma 2, fermo restando quanto previsto dall’art. 15 comma 2della L. 104/92, estende l’area di competenza del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) alle problematiche relative a tutti i BES.A tale scopo i suoi componenti sono integrati da tutte le risorse specifiche e di coordinamento presenti nella scuola (funzioni strumentali, insegnanti per il sostegno, AEC, assistenti alla comunicazione, docenti “disciplinari” con esperienza e/o formazione specifica o con compiti di coordinamento delle classi, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola), in modo da assicurare all’interno del corpo docente il trasferimento capillare delle azioni di miglioramento intraprese e un’efficace capacità di rilevazione e intervento sulle criticità all’interno delle classi.

Chi compone il GLI I gruppi di lavoro per l’inclusione sono composti da : Dirigente scolastico o un suo delegato Funzione strumentale Servizi agli studenti Docenti per le attività di sostegno Funzioni strumentali Rappresentanza dei docenti coordinatori di classe Genitori Eventuali educatori e operatori dei servizi Specialisti ASL o enti accreditati

Compiti e funzioni del GLIall’inizio di ogni anno scolastico

Propone al Collegio docenti una programmazione degli obiettivi da perseguire e delle attività da porre in essere, che confluisce nel PAI

In relazione alle risorse effettivamente assegnate dall’USR alla scuola, propone l’adattamento del Pianoin corso d’anno

Svolge la propria attività riunendosi con una cadenza almeno mensile, nei tempi e nei modi che maggiormente si confanno alla complessità interna della scuolaOffre consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi

Rileva e monitora e valuta il livello di inclusività della scuola Raccoglie e coordina le proposte formulate dai singoli GLH Operativi

sulla base delle effettive esigenze Costituisce interfaccia della rete dei CTS e dei servizi sociali e sanitari per

l’implementazione di azioni di sistema (formazione, tutoraggio, progetti di prevenzione, monitoraggio, ecc)entro la fine dell’anno scolastico (mese di giugno)

Conduce l’analisi delle criticità e dei punti di forza degli interventi di inclusione scolastica operati nell’anno appena trascorso

Desume indicatori realistici sui quali fondare piani di miglioramento organizzativo e culturale

Elabora una proposta di PAI riferito a tutti gli alunni con BES. Con questo scopo:

o rileva i BES presenti nella scuola o raccoglie e coordina proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive esigenze o elabora strategie funzionali a livello di istituzione scolastica che ottimizzano e massimizzano le risorse presenti, come ad esempio un uso intelligente dell’orario, della formazione delle classi, delle sinergie con altre realtà territoriali, ecc.

Pianifica e predispone attività di accoglienza alunni BES

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Organizza sportello di ascolto (alunni, genitori, docenti, personale, operatori, …)

Consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;

Predispone schede di rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola

Propone attività di formazione e tutoraggio all’interno delle classi in presenza di alunni

FUNZIONE STRUMENTALE COORDINAMENTO GLI

La Funzione strumentale di coordinamento GLI Pianifica e predispone attività di accoglienza alunni BES Organizza sportello di ascolto (alunni, genitori, docenti, personale,

operatori, …) Consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di

gestione delle classi; Predispone schede di rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello

di inclusività della scuola Propone attività di formazione e tutoraggio all’interno delle classi in

presenza di alunni

In ultimo e’ necessario ricordare il Gruppo di Lavoro per l’Handicap d’Istituto GLHI.La sua composizione vede la presenza del: dirigente scolastico, docente referente per il sostegno, docenti rappresentanti dei docenti curricolari e di sostegno operanti nell’Istituto, rappresentante dei genitori, rappresentante degli allievi. Il Gruppo di Lavoro per l’Handicap d’Istituto (GLHI) ha in sintesi competenze di tipo :

ORGANIZZATIVO (Analisi della situazione, Censimento e gestione risorse professionali e materiali, ) CONSULTIVO (formulazione proposte di formazione e aggiornamento, documentazione e

costituzione di banche dati) VALUTATIVO- PROGETTUALE (formulazione progetti per la continuità, progetti specifici per

l'handicap, progetti relativi all'organico, verifica degli interventi)

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RILEVAZIONE ALUNNI CON Bisogni Educativi Speciali - LA SITUAZIONE ATTUALE -

Il quadro generale della distribuzione degli alunni con BES nella scuola è sintetizzato nella seguente tabella, considerando che la nostra scuola abbraccia diverse anime (Liceo Classico, due Istituti Tecnici e due Istituti Professionali) e gli alunni che la frequentano rappresentano il variegato mondo socio-economico della nostra area geografica.

Rilevazione dei BES presenti: n°disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3) 11minorati vistaminorati udito 1Psicofisici 10disturbi evolutivi specificiDSAADHD/DOPBorderline cognitivoAltrosvantaggio (indicare il disagio prevalente)Socio-economico Vari alunni

Linguistico-culturale

Sono presenti alunni immigrati accolti in case famiglie e comunità

Disagio comportamentale/relazionale

Vi sono diversi alunni che manifestano tale disagio

AltroTotali

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% su popolazione scolasticaN° PEI redatti dai GLHO 11N° di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitariaN° di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria

Risorse professionali specifiche Prevalentemente utilizzate in…

Sì / No

Insegnanti di sostegno Attività individualizzate e di piccolo gruppo

Si

Attività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

si

Assistenti alla comunicazione Attività individualizzate e di piccolo gruppo noAttività laboratoriali integrate (classi aperte, laboratori protetti, ecc.)

no

Funzioni strumentali / coordinamento siReferenti di Istituto (disabilità, DSA, BES) siPsicopedagogisti e affini esterni/interni noDocenti tutor/mentor siAltro:Altro:Coinvolgimento docenti curricolari Attraverso… Sì / No

Coordinatori di classe e simili

Partecipazione a GLI SiRapporti con famiglie SiTutoraggio alunni SiProgetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

si

Altro:

Docenti con specifica formazione

Partecipazione a GLI siRapporti con famiglie siTutoraggio alunni siProgetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

si

Altro:

Altri docenti

Partecipazione a GLIRapporti con famiglie siTutoraggio alunni siProgetti didattico-educativi a prevalente tematica inclusiva

si

Coinvolgimento personale ATA Assistenza alunni disabili siProgetti di inclusione / laboratori integrati

si

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Altro:

Coinvolgimento famiglie

Informazione /formazione su genitorialità e psicopedagogia dell’età evolutiva

si

Coinvolgimento in progetti di inclusione si

Coinvolgimento in attività di promozione della comunità educante si

Altro:

Rapporti con servizi sociosanitari territoriali e istituzioni deputate alla sicurezza. Rapporti con CTS / CTI

Accordi di programma / protocolli di intesa formalizzati sulla disabilitàAccordi di programma / protocolli di intesa formalizzati su disagio e similiProcedure condivise di intervento sulla disabilitàProcedure condivise di intervento su disagio e similiProgetti territoriali integratiProgetti integrati a livello di singola scuolaRapporti con CTS / CTI

Altro:

Rapporti con privato sociale e volontariato

Progetti territoriali integratiProgetti integrati a livello di singola scuolaProgetti a livello di reti di scuole

Formazione docenti

Strategie e metodologie educativo-didattiche / gestione della classeDidattica speciale e progetti educativo-didattici a prevalente tematica inclusivaDidattica interculturale / italiano L2Psicologia e psicopatologia dell’età evolutiva (compresi DSA, ADHD, ecc.)Progetti di formazione su specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…)Altro:

AMBITI DI VALUTAZIONE DELL’ISTITUTO

La tabella sottostante elenca gli ambiti nei quali l’ I.I.S. “M. Tullio Cicerone” intende adoperarsi al fine di perseguire un miglioramento continuo dei servizi offerti, per poter garantire agli studenti uno standard di qualità sempre più elevato.

La scuola, attraverso il GLI, si propone di esaminare e valutare annualmente i diversi ambiti, allo scopo di individuarne le criticità, i punti di forza e le opportunità di miglioramento, fissare gli obiettivi e i programmi di azione, facilitare le operazioni di gestione e controllo di tutte le attività, nel costante rispetto delle prescrizioni normative.

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Sintesi dei punti di forza e di criticità rilevati*: 0 1 2 3 4Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo xPossibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti x

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive; xOrganizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola x

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’esterno della scuola, in rapporto ai diversi servizi esistenti; x

Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative;

x

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi; x

Valorizzazione delle risorse esistenti xAcquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione x

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

x

Altro:Altro:* = 0: per niente 1: poco 2: abbastanza 3: molto 4 moltissimoAdattato dagli indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei sistemi scolastici

Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola

E’ necessario che tutti i soggetti, coinvolti nel piano attuativo del progetto, siano ben organizzati, con competenze e ruoli ben definiti. Nello specifico, all’inizio dell’anno (primissimi di settembre), saranno organizzati degli incontri per accogliere ed analizzare la documentazione degli alunni provenienti dalle classi ponte, in coordinamento con le Funzioni Strumentali presenti (F.S. Continuità, F.S. Inclusione e F.S. Valutazione); I consigli di classe ed ogni insegnante curricolare in merito alla disciplina di competenza, affiancati e supportati dall’insegnante di sostegno, ove presente, metteranno in atto, già dalle prime settimane dell’anno scolastico, una osservazione iniziale attenta che consenta di individuare elementi utili per definire e redigere il percorso didattico inclusivo di ogni alunno BES.

È importante chiarire il concetto di risorsa che va intesa in senso ampio:

l’organizzazione scolastica generale a partire dagli orari dei docenti fino alla definizione di spazi e setting organizzativi;

l’applicazione di strategie inclusive all’interno della didattica comune anche con l’adozione di metodologie didattiche attive, e con l’utilizzo di misure dispensative e strumenti compensativi adeguati;

l’arricchimento della speciale normalità attraverso risorse aggiuntive specifiche, che favoriscano l’attivazione del contesto.

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Il Consiglio di Classe redigerà il relativo PDP o PEI entro due mesi dall’inizio dell’anno scolastico o comunque dalla ricezione della relativa certificazione.

Il GLI si occuperà della rilevazione dei BES presenti nell’istituto su proposta dei singoli Consigli di classe, raccoglierà la documentazione degli interventi didattici-educativi che si intendono attuare e fornirà supporto sulla didattica inclusiva e la personalizzazione del curricolo, se richiesto.

Il Dirigente Scolastico presiederà alle riunioni del GLHI e del GLI, verrà messo al corrente dalla FS Inclusione del percorso scolastico di ogni allievo BES e coinvolto ogni qualvolta si presentino particolari difficoltà nell’attuazione dei progetti.

Il Personale non docente, collaboratori scolastici, si occuperà dell’assistenza di base e della vigilanzain ambiente scolastico. Fornirà supporto ai docenti negli spostamenti interni ed esterni all’istituto

Per l’organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola si tiene conto:

dell’organico di sostegno; della documentazione medica (Diagnosi Funzionale, Certificazione di handicap della commissione

medica, altre certificazioni medico-specialistiche); della precedente esperienza scolastica dell’alunno; delle indicazioni fornite dalla famiglia

Per gli alunni con Bisogni Educativi Speciali saranno attuate prassi di tipo:

amministrativo e burocratico: acquisizione della documentazione necessaria e verifica della completezza del fascicolo personale

comunicativo e relazionale: conoscenza dell’alunno, accoglienza all’interno della nuova scuola, incontri con terapisti o esperti di riferimento, famiglia.....

educativo – didattica: attivazione del Consiglio di classe nella predisposizione del PEI e PDP e realizzazione della didattica personalizzata.

Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi

L’alunno è protagonista del proprio apprendimento qualunque siano le sue potenzialità, capacità o i suoi limiti. Si cercherà pertanto di stimolare un apprendimento attivo al sapere, promuovendo l’utilizzo di strategie personali al sapere e rispettando sempre i ritmi e gli stili di apprendimento di ciascuno. Si stimoleranno attività di gruppo e apprendimenti cooperativi.È necessario organizzare le azioni mediante metodologie funzionali all'inclusione e al successo della persona attraverso:

attività laboratoriali; attività per piccolo gruppi (cooperative learning); tutoring; peer education; attività individualizzata.

INTERVENTI DI INTEGRAZIONE E DI INCLUSIONE A LIVELLO DI CLASSE

L’OSSERVAZIONE PEDAGOGICA

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L’osservazione pedagogica compete a tutti i docenti del Consiglio di classe e agli operatori he affiancano lo studente. Ha la finalità di raccogliere informazioni sugli aspetti cognitivi, emotivo-comportamentali e relazionali dello studente. È funzionale alla stesura del Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e alla definizione delle linee del Piano Educativo Individualizzato (PEI) o del Piano Didattico Personalizzato (PDP). Va quindi effettuata attraverso modalità e strumenti di registrazione, condivisi dal Consiglio di classe (es. griglia di rilevazione, colloqui/attività di conoscenza proposte alla classe o a gruppi, attività esplorative delle abilità, proposta di situazioni diversificate al fine di rilevare interessi e potenzialità).

Nel corso dell’anno scolastico l’osservazione pedagogica ha una funzione di monitoraggio degli esiti dell’azione educativa, funzionale alla verifica dell’efficacia e dell’adeguatezza del percorso individualizzato.

Ciascuna figura professionale che opera all’interno del Consiglio di classe opererà per condividere le proprie competenze professionali con gli altri educatori al fine di raggiungere in forma collegiale gli obiettivi definiti a favore degli studenti con BES.

RUOLO E COMPITI DEL CONSIGLIO DI CLASSE

Il Consiglio di classe definisce gli interventi didattico/educativi ed individua le strategie e le metodologie più utili per realizzare la piena partecipazione degli studenti con BES al normale contesto di apprendimento.

In tale ottica il Consiglio di classe ha particolare cura anche nell’individuare e nel proporre le risorse umane, strumentali e ambientali da utilizzare per favorire al meglio i processi inclusivi.

Esso si assume in tal modo la responsabilità del percorso educativo dello studente e della pianificazione degli interventi didattici, dà indicazioni in merito al metodo di lavoro, all’organizzazione delle attività in aula, alle strategie per favorire un clima positivo di lavoro e alla collaborazione tra scuola/famiglia e territorio. L’adozione delle misure è collegiale proprio per evitare la delega ai soli insegnanti di sostegno degli studenti con BES.

RUOLO E COMPITI DEL DOCENTE REFERENTE

Una figura significativa per le funzioni di raccordo, comunicazione interna ed esterna e promozione della collegialità è rappresentata dal docente referente per lo studente con BES .

Ogni docente del Consiglio di classe può assumere questo ruolo, anche se è preferibile che sia il coordinatore di classe a prendere su di se questo ruolo . Questa funzione non può, però, essere assunta da assistenti educatori o da docenti non appartenenti al Consiglio di classe. Tutte queste figure collaborano con il docente referente e con il Consiglio di classe nella conoscenza dello studente, nell’osservazione pedagogica e nella progettazione dei percorsi.

Il docente referente ha le seguenti funzioni:

curare, in modo particolare, la redazione - a seconda dei casi - del PDF, del PEI o del PDP, avvalendosi della stretta collaborazione dei docenti, degli assistenti educatori, dei facilitatori, degli specialisti e della famiglia;

curare la comunicazione e i rapporti tra famiglia, scuola e operatori sanitari e socio-assistenziali che seguono lo studente;

curare la raccolta della documentazione e l’aggiornamento del fascicolo personale che contiene la documentazione del percorso scolastico e formativo dello studente.

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Criteri condivisi per la stesura dei percorsi personalizzati

Modalità di stesura sia dei Piani Educativi Individualizzati degli alunni disabili, sia dei Piani Didattici Personalizzati degli alunni con DSA, sia dei percorsi personalizzati per gli alunni che ne hanno necessità. Modelli di PEI e di PDP anche in formato digitale; protocolli di condivisione con le famiglie)

Nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora nell’ambito del Consiglio di classe si concordi di valutare l’efficacia di strumenti specifici questo potrà comportare l’adozione e quindi la compilazione di un Piano Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative. Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche.

Anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o DSA, il Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione.

Il Consiglio di Classe condivide la stesura dei percorsi personalizzati, dopo le prime rilevazioni di inizio d’anno, in due momenti:

Consigli di Classe di ottobre (prima bozza di redazione)

Consigli di Classe di novembre, in cui i PDP, PSP, PEI risultano condivisi con le famiglie e definitivamente adottati.

PROSPETTO RIEPILOGATIVO PDP

Tipologie di alunnicon Bisogni EducativiSpeciali a scuola sono:

Come lo individuo Cosa faccio Per quanto tempo

Disabilità certificataai sensi dell’art. 3 c.1e c.3 della legge104/199

Disabilità intellettiva PEI/PEP Sempre ma converifiche/modificheannuali.

Disabilità sensoriale e motoriaAltra disabilità

Disturbi evolutivispecifici (concertificazione o condiagnosi)

DSA Legge 170/2010In attesa di certificazione, va bene diagnosidi specialista privato.CM n° 8 del 6/3/2013

PDP Sempre ma converifiche/modificheannuali.

Diagnosi di ADHDBorderline cognitiviDisturbi evolutivi specificiPer “diagnosi” si intende invece ungiudizio clinico, attestante la presenza diuna patologia o di un disturbo, che puòessere rilasciato da un medico, da unopsicologo o comunque da

Strategie didatticheoppurePDP(se il team docenti/CdClo ritiene opportuno)“Il Consiglio di classe èautonomo nel decidere se

Circoscrittonell’anno scolasticodi riferimento emesso in atto per iltempo strettamentenecessario.CM n° 8 del6.3.2013

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uno specialistaiscritto negli albi delle professionisanitarie.”CM n° 8 del 6/3/2013

formulare o nonformulare un PianoDidattico Personalizzato,avendo cura diverbalizzare lemotivazioni delladecisione”(Nota MIUR del22/11/2013)

Svantaggio socioeconomico,linguisticoe culturale

Tali tipologie di BES dovrannoessere individuate sulla base di elementioggettivi (come ad es. una segnalazionedegli operatori dei servizi sociali), ovverodi ben fondate considerazionipsicopedagogiche e didattiche

Note La diagnosi di BES non esiste.

A) INTERVENTI A FAVORE DI STUDENTI CON DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA) Legge n. 170/2010 DM. 12 luglio 2011 su DSA e linee guida

Per gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento , la normativa di riferimento prevede la stesura del Piano Didattico Personalizzato ed è il documento nel quale vengono declinate le azioni da mettere in campo per il raggiungimento del successo scolastico. Il P.D.P. è redatto congiuntamente dal personale scolastico curricolare, dalla famiglia o da chi esercita la potestà parentale e dallo stesso studente.

Il P.D.P. è redatto nel rispetto della legge 170/2010 che così recita” le istituzioni scolastiche devono garantire l’uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari del soggetto ... , adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate”.

Le misure compensative e dispensative messe in atto sono quelle previste dalla Legge 170/2010 e comunque tenendo conto di quanto espresso nella diagnosi medica.

Nella riunione del C.di C. del mese di ottobre il docente coordinatore mette al corrente i colleghi di quanto diagnosticato dallo specialista , ogni docente riferisce le osservazioni del primo mese di scuola e poi si redige la bozza del P.D.P. , che viene inviato alla famiglia e allo studente per le opportune osservazioni ed eventuali modifiche. Nel corso del C. di C. del mese di novembre vi è la stesura finale del P.D.P. sottoscritto dal Dirigente Scolastico, da tutti i docenti curricolari, dalla famiglia e dallo studente. Una copia del P.D.P. viene consegnata alla famiglia durante i colloqui collettivi del mese di dicembre.

Durante l’anno scolastico, qualora se ne ravvisi la effettiva necessità, il P.D.P. può essere oggetto di revisione.

A fronte di diagnosi presentate dopo il primo bimestre i docenti della classe, in cui lo studente con DSA è iscritto, provvedono alla stesura del P.D.P. nella riunione del primo C.di C. utile.

Sia per le verifiche che vengono effettuate durante l’anno scolastico, sia per le prove oggetto dell’Esame di Stato si terrà conto di quanto stabilito nel P.D.P.

Page 26: › wp-content › uploads › 201… · Web viewTale gruppo ha il compito di predisporre il PDF e il PEI o PEP e di verificarne l'attuazione e l'efficacia nell'intervento scolastico.

In caso di mancata sottoscrizione del P.D.P. da parte della famiglia, lo studente deve seguire la programmazione di classe.

B) INTERVENTI A FAVORE DEGLI STUDENTI IN SITUAZIONI DI SVANTAGGIO

Le situazioni di svantaggio, anche temporanee, possono compromettere in modo significativo la frequenza ed il positivo svolgimento del percorso scolastico e formativo.

Il Consiglio di classe, in base all’osservazione pedagogica e alla raccolta di informazioni sugli aspetti cognitivi, comportamentali e relazionali degli studenti, ha l’opportunità di riconoscere quello o quegli studenti che, per determinate condizioni sociali o ambientali, necessitano di attenzioni educativo/didattiche specifiche.

Riconoscendo la situazione di svantaggio il Consiglio di classe, non solamente rileva i bisogni educativi della situazione, ma progetta le azioni educativo/didattiche mirate a supportarlo e a favorirne il processo di crescita. È necessario, quindi, comprendere perché lo studente è in difficoltà e quali possono essere le risorse e le potenzialità su cui innestare un Piano Didattico Personalizzato (PDP).

RILEVAZIONE DELLA SITUAZIONE DI SVANTAGGIO

Il Consiglio di classe ha un ruolo pedagogico e didattico importante nella rilevazione dei bisogni relativi all’apprendimento e nell’attivazione di progettualità personalizzate. È opportuno che il Consiglio di classe nella sua autonomia individui degli indicatori per la rilevazione dello svantaggio al fine di evitare la sottovalutazione del caso oppure un’interpretazione legata a letture individuali. L’assunzione del parere di uno specialista in psicologia o in neuropsichiatria, non necessariamente dell’ASL, ma ove presente, dello psicologo scolastico, favorisce una comprensione più approfondita e completa della situazione personale e socio/ambientale dello studente.

Lo specialista può essere di supporto al Consiglio di classe sia nella fase di preparazione di strumenti di osservazione da utilizzare in classe che nella fase di individuazione di metodologie didattiche che sostengano il percorso personalizzato.

Fra le situazioni di svantaggio si possono annoverare:

1) svantaggio socioeconomico

2) svantaggio linguistico

3) svantaggio culturale

4) svantaggio sanitario.

Nei punti 2 e 3 rientrano in particolare gli alunni stranieri di recente immigrazione, mentre nel punto 4 rientrano tutti gli alunni affetti da patologie più o meno gravi, anche temporanee (ad esempio anoressia, trattamenti oncologici, attacchi di panico, epilessia, ecc.).

Il PDP ha carattere di temporaneità configurandosi come progetto d’intervento limitato al periodo necessario per il raggiungimento degli obiettivi in esso previsti.

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La progettazione personalizzata può presentare anche caratteristiche di differenziazione consistente dal percorso regolare, sia nei contenuti disciplinari, sia per quanto riguarda la tipologia, il tempo ed il luogo in cui possono essere svolte le attività. Opportuno può essere il coinvolgimento di altre istituzioni scolastiche o formative e di realtà socioassistenziali del territorio.

La modalità di differenziazione sarà concordata dal Consiglio di classe con la famiglia. È però consigliabile prevedere azioni formative e didattiche che consentano quanto più possibile la coerenza con il percorso della classe ed un successivo rientro nel percorso regolare.

Tale contiguità va ricercata solo in parte nei contenuti delle singole discipline. L’accento dovrebbe essere posto sulle competenze che si intendono costruire anche utilizzando contenuti e attività diverse: la ricerca di una correlazione con il percorso di studio regolare è necessario sia definita già in sede di progettazione del PDP.

Riguardo alla pur legittima scelta di eventuali esoneri dalla lingua straniera, essa va effettuata, ma con un’attenta valutazione degli effetti sull’intero percorso scolastico dello studente, sul suo progetto di vita ed anche sulla necessità che egli possa essere comunque in grado di effettuare l’esame di qualifica e di Stato.

Durante l’anno scolastico ogni verifica ed eventuale aggiustamento degli interventi dovrà considerare ed integrare quanto condiviso e riportato nel PDP (in particolare nella relazione fra obiettivi, risultati attesi e valutazione).

Il PDP dello studente, in linea di massima, raccoglie:

il parere dello specialista nella rilevazione della situazione di svantaggio; il consenso della famiglia; gli obiettivi specifici di apprendimento; le strategie e le attività educativo/didattiche; le iniziative formative integrate tra istituzioni scolastiche e realtà socio/assistenziali o educative

territoriali; le modalità di verifica e valutazione.

Per gli alunni stranieri che vengono accolti nel percorso scolastico si mira a favorire una progressiva alfabetizzazione con un curricolo disciplinare ridotto e semplificato ( che mira al raggiungimento degli obiettivi minimi previsti per disciplina) o differenziato ( nel caso l’alunno sia scevro da qualsiasi competenza linguistica).

Iter per la compilazione del P.S.P.

Il docente di italiano valuta le competenze in ingresso.

Il docente dovrà indicare i livelli di competenza ( A1- A2; B1 - B2).

Compilazione della scheda di valutazione del corso di italiano: a cura del docente di italiano L2.

Il Consiglio di Classe delibera per ciascuno studente le azioni e le metodologie da intraprendere, cioè:

Interventi di sostegno

E stabilire se l’alunno segue:

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Primo caso: PROGRAMMAZIONE DI CLASSE (anche se sono previsti i soli obiettivi minimi disciplinari)

Secondo caso: PROGRAMMA PERSONALIZZATO (solo in questo secondo caso il Consiglio di Classe deve predisporre il programma personalizzato per ogni singola disciplina)

In sede di scrutinio si rimanda agli obiettivi prefissati per lo studente nel piano.

MODALITÀ DI VERIFICA E VALUTAZIONE Al momento della valutazione è necessario tenere conto, da un lato dei risultati raggiunti dal singolo studente anche in relazione al suo punto di partenza, dall’altro è fondamentale verificare quanto gli obiettivi sono riconducibili ai livelli essenziali degli apprendimenti previsti dal grado di scuola che lo studente frequenta.

A tal fine è importante che il Consiglio di classe, relativamente ai percorsi personalizzati:

concordi, per le attività che lo studente svolge in modo differenziato rispetto alla classe, le modalità di raccordo con le discipline in termini di contenuti e competenze;

individui modalità di verifica dei risultati raggiunti che prevedano anche prove assimilabili a quelle del percorso comune;

stabilisca livelli essenziali di competenza che consentano di valutare la contiguità con il percorso comune e la possibilità del passaggio alla classe successiva.

Un’adeguata comunicazione con la famiglia e con lo studente stesso, ove sia possibile, può favorire la comprensione dei criteri e la gestione delle aspettative in relazione agli esiti dei percorsi.

C) INTERVENTI A FAVORE DEGLI STUDENTI CON DISABILITÀ CERTIFICATA Legge quadro per l’assistenza e l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate 5 febbraio 1992, n. 104

All'individuazione dello studente, anche se maggiorenne, come soggetto disabile provvede il competente Servizio dell'ASL attraverso un percorso di riconoscimento della disabilità, che comporta una serie di diritti sia in termini di benefici economici, sia di ulteriori certificazioni connesse ai diritti dello studente, tra le quali anche la Certificazione per l'Integrazione Scolastica.

La Certificazione attesta la natura della disabilità ed il suo grado secondo la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10).

Essa viene rilasciata con le modalità previste dalla normativa nazionale e regionale vigente (L. 104/1992 e L.R. 4/2008).

il "documento nel quale vengono descritti gli interventi finalizzati alla piena realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione ed alla integrazione scolastica" (art. 12 Legge n. 104/92) è il PEI Piano Educativo Individualizzato , predisposto per ogni studenti con disabilità ed è parte integrante della programmazione educativo-didattica di classe.

Sulla base della D.F. e del P.D.F., nel mese di ottobre, il Consiglio di Classe definisce il tipo di intervento educativo, dopo che il docente specializzato ha presentato gli esiti dell’osservazione, anche attraverso le check-list ICF-CY compilate dai docenti, individuando le sue competenze iniziali, i punti di forza e di debolezza e le competenze da raggiungere finalizzate all’elaborazione del Progetto di Vita.

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Nel mese di novembre il P.E.I. è redatto e sottoscritto dal Gruppo Operativo (GLHO).

Il GLHO è composto dai docenti del Consiglio di Classe, dalla famiglia, dagli operatori dell’AUSL, dalle eventuali figure professionali dell’Ente Locale che seguono lo studente e dalla famiglia o dagli esercenti la potestà parentale dello studente (D.P.R. 24/2/94 art. 5).

Il P.E.I. è verificato ed eventualmente aggiornato in itinere “con frequenza possibilmente correlata all’ordinaria ripartizione dell’anno scolastico o, se possibile, con frequenza trimestrale (D.P.R. 24/2/94 art. 6 comma 1).

Nella scuola secondaria di secondo grado per gli studenti con disabilità sono previste due tipologie di programmazione:

Prima tipologia

Programmazione riconducibile agli obiettivi minimi previsti dai programmi ministeriali, o comunque ad essi globalmente corrispondenti (art. 15 comma 3 dell’O.M. n. 90 del 21/5/2001). Per gli studenti che seguono obiettivi riconducibili ai programmi ministeriali è possibile prevedere:

Un programma minimo, con la ricerca dei contenuti essenziali delle discipline; Un programma equipollente con la riduzione parziale e/o sostituzione dei contenuti, ricercando la

medesima valenza formativa (art. 318 del D.L.vo 297/1994).

Secondo tipologia

Programmazione differenziata in vista di obiettivi didattici non riconducibile ai programmi ministeriali.

E’ necessario il consenso della famiglia (O.M. n. 90 del 21/5/01 - art. 15 comma 5).

Il Consiglio di Classe deve dare immediata comunicazione per iscritto alla famiglia, fissando un termine per manifestare un formale assenso. In caso di mancata risposta, si intende accettata dalla famiglia la valutazione differenziata. In caso di diniego scritto della famiglia, lo studente deve seguire la programmazione di classe.

Per le modalità di valutazione sia continua sia finale per tutte le diverse categorie di alunni con percorsi personalizzati, la normativa vigente (Norme vigenti: Legge 104/92; Legge 170/2010; Regolamento sul sistema di valutazione; Ordinanze sugli Esami di Stato; disposizioni INVALSI per lo svolgimento delle relative prove, …. ) e in particolare l'art. 16, comma 1 della Legge n. 104/92 dispone che la valutazione degli alunni in situazione di “handicap” debba avvenire sulla base del Piano Educativo Individualizzato.

La valutazione è effettuata da tutti gli insegnanti è errata la prassi che affida al solo insegnante di sostegno la valutazione dello studente che viene poi formalmente fatta propria dagli insegnanti curricolari o, al contrario, che esclude il docente di sostegno dalla valutazione e viene effettuata solo dal docente curricolare.

Il Collegio dei Docenti ha approvato, ed inserito nel POF, una griglia di valutazione a cui tutti i docenti devono rifarsi. (ALLEGATO)

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Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel partecipare alle decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative

Nella specifica situazione degli studenti con BES, la collaborazione fra genitori e scuola è tanto più rilevante in quanto la buona riuscita scolastica di questi ragazzi richiede di essere sostenuta da un impegno continuo da parte degli adulti di riferimento. Un impegno collaborativo, per accompagnare e favorire il percorso di apprendimento.

Pertanto, la comunicazione con la famiglia deve essere puntuale, in modo particolare riguardo alla lettura condivisa delle difficoltà e alla progettazione educativo/didattica del Consiglio di classe per favorire il successo formativo dello studente.

In accordo con la famiglia verranno individuate le modalità e le strategie specifiche, adeguate alle effettive capacità dello studente, per favorire lo sviluppo pieno delle sue potenzialità, nel rispetto degli obiettivi formativi previsti.

Parte II – Obiettivi di incremento dell’inclusività

Il nostro Istituto è inserito in un tessuto sociale che vede all'interno delle classi diversi alunni che richiedono una speciale attenzione per molteplici ragioni: disturbi specifici di apprendimento o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana, svantaggio sociale e culturale.

Tali situazioni rendono le nostre classi più complesse per la presenza sempre più numerosa di alunni con BES (alunni disabili, alunni con disturbi specifici dell’apprendimento e alunni con svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale)

L’ obiettivo generale che ci proponiamo per l’ anno scolastico 2015/2016 è un approccio educativo volto ad individuare il bisogno e ad attivare le rispettive strategie e metodologie di intervento idonee alle esigenze educative speciali dell’alunno, nella prospettiva di una scuola con una didattica “inclusiva” più che “speciale” come denominatore comune.

Il primo passo affinché ciò si realizzi è l’osservazione e la valutazione degli alunni rispetto a: conoscenze possedute, competenze relazionali, competenze comunicative, metodologie operative, così da poter rilevare i bisogni educativi e attivare strategie idonee, come, progetti volti all'inclusione e allo sviluppo del senso di appartenenza, lavoro per piccolo gruppo, lavoro per gruppi cooperativi, attività individuali di potenziamento.

Noi tutti sappiamo che buone prassi si effettuano già nella nostra scuola, ciò che ci viene chiesto oggi è di formalizzare e condividere, con tutto il personale operante all’interno e all’esterno della scuola, affinché il nostro Istituto possa intraprendere la via per raggiungere un buon livello di inclusività all’interno della società in cui opera.

Ulteriori obiettivi sono:

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Migliorare il passaggio delle informazioni, sia verbali sia cartacee, relativamente a tutte le situazioni di BES presenti nelle singole realtà, all’interno degli incontri tra docenti dei diversi ordini di scuola

Sperimentare un percorso di continuità che veda un maggiore raccordo tra le competenze di uscita e di entrata per favorire l’inclusione al passaggio del successivo ordine di scuola (orientamento).

Far conoscere i percorsi pianificati e intrapresi dai team docenti/consigli di classe, al fine di garantire la continuità sia relazionale che pedagogico – didattica degli allievi;

Incrementare le risorse umane per attuare strategie inclusive e concrete

Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti

E’ da considerare il fatto che vi è una sempre maggiore complessità nelle nostre classi: in esse si intrecciano i temi della disabilità, dei disturbi evolutivi specifici, con le problematiche del disagio sociale e dell'inclusione degli alunni stranieri. Oltre ai corsi di formazione e di aggiornamento che saranno organizzati all’esterno dell’Istituto, saranno attivate iniziative di formazione e aggiornamento rivolte al gruppo docenti/educatori per elaborare strategie comuni di inclusione per adottare una didattica che sia “denominatore comune” per tutti gli alunni e che non lasci indietro nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale.

L’intento è quello di sviluppare le competenze professionali dei docenti/educatori e metterli in grado di individuare i segnali delle difficoltà specifiche di apprendimento in classe, di applicare in modo appropriato ed approfondito strategie, metodologie e strumenti anche informatici idonei che, mediante una didattica flessibile, individualizzata e personalizzata, promuovano lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno, riducendo i disagi relazionali ed emotivi, anche mediante l’utilizzo di adeguate forme di verifica e valutazione, al fine di realizzare il successo formativo degli alunni interessati, così come indicato dalla recente normativa.

"Lo scopo è quello di promuovere modalità di formazione affidate alla partecipazione degli insegnanti, coinvolti non come semplici destinatari, ma come professionisti che riflettono e attivano modalita didattiche orientate all’integrazione efficaci nel normale contesto del fare scuola quotidiano".

INTERVENTI DI FORMAZIONE SU:

metodologie didattiche e pedagogia inclusiva; strumenti compensativi e dispensativi per l'inclusione; nuove tecnologie per l'inclusione; le norme a favore dell'inclusione; valutazione autentica e strumenti; strumenti di osservazione per l'individuazione dei bisogni; uso di strumenti per il monitoraggio della qualità dell'inclusione; gruppo dei pari e apprendimento cooperativo come strategia compensativa per i BES (COOPERATIVE LEARNING).

Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive

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L’insegnante , rispetto ad altri adulti educatori, ha due vantaggi per individuare le difficoltà : opera nel contesto classe costituito da un numero di soggetti eterogenei e quindi riesce a cogliere le differenze; ha un contatto prolungato con gli alunni che fornisce elementi di conoscenze relativi a diversi ambiti di azione.

Tali vantaggi comportano da parte dei docenti un particolare impegno in relazione agli stili educativi, al ripensamento della trasmissione-elaborazione dei saperi, ai metodi di lavoro, alle strategie di organizzazione delle attività in aula; il tutto si traduce nel passaggio, “dalla scuola dell’insegnare alla scuola dell’apprendere che tiene insieme l’importanza dell’oggetto culturale e le ragioni del soggetto".

Le strategie di valutazione devono tener conto di un curriculo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi.

La valutazione è significativa quando:

a) gli studenti comprendono le procedure della valutazione;

b) gli studenti investono tempo ed energie per valutare i loro processi di lavoro;

c) gli studenti si appropriano della valutazione di qualità e quantità dei propri lavori;

d) gli studenti vogliono mostrare i loro lavori e parlare di essi con altri.

La valutazione fornisce direzione all'apprendimento quando:

a) permette di comprendere e correggere l'errore;

b) permette di colmare le distanze che vengono rilevate negli apprendimenti;

c) permette di avanzare al livello successivo di conoscenza e abilità

Bisognerà, inoltre, pensare alla formazione sulle prassi di integrazione e inclusione, anche per le figure professionali, personale A.T.A., non tradizionalmente coinvolte nelle pratiche inclusive

Valutare un alunno in difficoltà coinvolge in modo responsabile sia il singolo docente sia il Consiglio di Classe nella sua interezza. In fase di valutazione si terrà conto della situazione di partenza, delle capacità e potenzialità, nonché dei ritmi di apprendimento dei singoli alunni.

In dettaglio, agli alunni con BES verranno predisposte e garantite adeguate forme di verifica e valutazione iniziale, intermedia e finale coerenti con gli interventi pedagogico-didattici previsti. Si valuterà l’effettivo livello di apprendimento conseguito, mediante l'applicazione di misure che determinino le condizioni ottimali per l'espletamento delle attività da valutare.

Relativamente ai tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove, nel tener conto di eventuali strumenti compensativi e misure dispensative, si riserverà particolare attenzione alla padronanza, da parte degli alunni, dei contenuti disciplinari e si prescinderà dagli aspetti legati all'abilità deficitaria.

Ove il Consiglio di Classe lo ritenga necessario può adottare una valutazione differenziata, opportunamente formalizzata in un PDP, che tenga conto delle effettive capacità, potenzialità, punti di partenza e crescita dei singoli alunni.

Nei PEI e nei PDP si dovranno specificale le modalità di verifica attraverso le quali si intende operare e valutare durante l’anno scolastico, in particolare si dovrà specificare:

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l’organizzazione delle interrogazioni (modalità, tempi e modi); l’eventuale compensazione, con prove orali, di compiti scritti non ritenuti adeguati; i tipi di mediatori didattici (mappe, tabelle, formulari, calcolatrici,…..) ammessi durante le verifiche; altri accorgimenti adottati e ritenuti utili.

Per gli Esami di Stato.

Il Consiglio di Classe deve stendere una relazione di presentazione dell’alunno disabile/con BES da consegnare alla Commissione Esaminatrice, contenente le seguenti informazioni:

descrizione del deficit e dell’handicap; descrizione del percorso formativo realizzato dall’alunno; esposizione delle modalità di formulazione e di realizzazione delle prove per le valutazioni

(tecnologie, strumenti, modalità, assistenza).

La Commissione, dopo aver esaminato la documentazione, predispone le prove equipollenti e, ove necessario, quelle relative al percorso differenziato con le modalità indicate dal Consiglio di Classe.

Per prove equipollenti si intendono:

le prove inviate dal Ministero della Pubblica Istruzione svolte con mezzi e/o strumenti diversi ( uso del computer, dettatura dell’insegnante di sostegno…);

le prove proposte dalla Commissione d’esame con contenuti culturali, tecnici e professionali differenti da quelli proposti dal Ministero ma ad essi equipollenti.

Bisognerà, inoltre, pensare alla formazione sulle prassi di integrazione e inclusione, anche per le figure professionali, personale A.T.A., non tradizionalmente coinvolte nelle pratiche inclusive

Valorizzazione delle risorse esistenti

Ogni intervento sarà posto in essere partendo dalle risorse e dalle competenze presenti nel nostro istituto anche se, visto il numero e le diverse problematicità degli alunni nonchè le proposte didattico formative per l'inclusione, si ritiene necessaria la presenza di risorse aggiuntive costituite anche da docenti in esubero, utilizzati come risorse per sostenere gli alunni BES nelle varie attività e/o laboratori.

Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione

Le proposte progettuali, per la metodologia che le contraddistingue e per le competenze specifiche che richiedono, necessitano di risorse aggiuntive non presenti nel nostro istituto.

Tale richiesta deriva dal fatto che la scuola, tenuto conto del numero elevato di alunni BES non è in grado di dare risposte ai loro bisogni specifici.

Tra gli strumenti e le risorse tecnologiche di ausilio al processo di inclusione, ci si prefigge di utilizzare quanto presente a scuola, ovvero:

PC portatili (utili soprattutto per gli alunni DSA) tablet sintesi vocale (se necessari) software didattici e riabilitativi postazioni PC per i docenti con database didattici

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testi scolastici digitali; LIM con accesso ad Internet

RICHIESTA DI RISORSE AGGIUNTIVE PER REALIZZARE IL PIANO DI MIGLIORAMENTO PER L’ANNO SUCCESSIVO

L’istituto necessita:

l’assegnazione di docenti da utilizzare nella realizzazione dei progetti diinclusione e personalizzazione degli apprendimenti;

il finanziamento di corsi di formazione sulla didattica inclusiva, in modo da ottimizzare gli interventi di ricaduta su tutti gli alunni;

l’assegnazione di un organico di sostegno adeguato alle reali necessità per gli alunni con disabilità; l’assegnazione di educatori dell’assistenza specialistica per gli alunni con disabilita dal primo

periodo dell’anno scolastico; l’assegnazione di assistenti alla comunicazione per gli alunni con disabilità sensoriale dal primo

periodo dell’anno scolastico; l’incremento di risorse umane per favorire la promozione del successo formativo per alunni stranieri e per corsi di alfabetizzazione (laboratori di Italbase e Italstudio in tutti gli

istituti); risorse umane per l’organizzazione e la gestione di laboratori informatici, nonche l’incremento di

risorse tecnologiche in dotazione alla singole classi, specialmente dove sono indispensabili strumenti compensativi;

risorse per la mediazione linguistico culturale e traduzione di documenti nelle lingue comunitarie ed extracomunitarie;

definizione di nuove intese con i servizi socio-sanitari; costituzione di reti di scuole in tema di inclusività; costituzioni di rapporti con CTS per consulenze e relazioni d’intesa.

Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola e il successivo inserimento lavorativo.

E’ presente da questo anno uno sportello di ascolto e consulenza per alunni BES rivolto ad alunni, docenti e genitori. Inoltre si mira a facilitare l'inserimento di alcuni ragazzi disabili nel mondo del lavoro attraverso percorsi misti di alternanza scuola-lavoro o di potenziamento delle autonomie personali e sociali.

AZIONI DI MIGLIORAMENTO La scuola per assicurare a tutti pari opportunità di apprendimento e promozione individuale e sociale” sottolinea l’intento di “valorizzare” l’inclusività e di progettare concretamente buone prassi inclusive, per fare ciò si prevede di :

attivare corsi di formazione specifica sui bisogni educativi speciali in sede e anche attraverso la partecipazione a Reti di Scuole.

percorsi di formazione e aggiornamento per tutti i docenti con l’intento di informare sulle normative esistenti, far acquisire metodologie didattiche innovative che permettano di favorire l’apprendimento degli alunni con BES, promuovere l’utilizzo delle nuove tecnologie o di strategie didattiche sperimentali inclusive, promuovere la formazione sulle tecniche valutative efficaci ai processi inclusivi.

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FORMALIZZAZIONE DEI PERCORSI PERSONALIZZATI

N.

1 PEI redatti sulla base delle certificazioni 92 PDP redatti sulla base di diagnosi3 PSP redatti per studenti stranieri non alfabetizzati o con alfabetizzazione insufficiente4 PDP redatti su decisione dei consiglio di classe/sezione senza diagnosi

PROGETTI e INTERVENTI

PROGETTO ARTE E SPORT

Il progetto ha come destinatari alunni con Bisogni Educativi Speciali: le difficoltà nel comportamento, l’ansia da prestazione, l’insicurezza di fronte alle situazioni da risolvere, l’attenzione sempre più ridotta, l’incapacità di orientarsi, unitamente ad un’allarmante aumento dei disturbi specifici dell’apprendimento, sono caratteristiche molto frequenti nei nostri giovani al punto da essere state ufficialmente codificate come difficoltà concrete nel rapportarsi con il mondo esterno e con se stessi. Aumenta nei giovani la ricerca di stimoli forti, senza la consapevolezza delle possibili e spesso tragiche conseguenze che possono derivarne: la diffusione di episodi sempre più gravi di bullismo, di forme di dipendenza come l’alcolismo, il tabagismo e il doping.

Il progetto ha tra le finalità :

concorrere allo sviluppo di coerenti comportamenti relazionali mediante la verifica, vissuta in esperienze di gioco-sport, dell'esigenze di regole, sviluppando la capacità di iniziativa e di soluzione dei problemi "problem solving";

Collegare la motricità all'acquisizione di abilità relative alla comunicazione gestuale e mimica, alla drammatizzazione, al rapporto tra movimenti e musica per migliorare la sensibilità espressiva ed estetica

Proposta del Gruppo di Lavoro per l’Inclusione in data _________________

Deliberato dal Collegio dei Docenti in data __________________________

Allegati

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PROSPETTO RIEPILOGATIVO

A tutti noi ...........

Questo PAI, che si pone come atto di riflessione del lavoro svolto e di impegno di miglioramento, spera di aver chiarito che l’espressione B.E.S.

non è una diagnosi

non è una certificazione

non è uno stigma

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è il riconoscimento del fatto che alcuni alunni possono chiedere nel corso della loro carriera scolastica per tempi più o meno lunghi una particolare accentuazione della personalizzazione didattica, che resta fondamentale per ciascuno.