A voi la 7129… dopo il lifting! - Professione...

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Le novità per il tubo di rame Oltre ai nuovi spessori, ci sono poche novità per il tubo di rame. Per la prima volta vengono nominati i raccordi a pressare, ma solo per rimandare il lettore alla UNI TS 11147; viene introdotto anche l’obbligo di brasatura forte nei locali a rischio incendio. Restando in argomento, il tubo a norma UNI EN 1057 rispetta la direttiva sui prodotti da costruzione (CPD) e quindi i suoi requisiti essenziali, tra cui la sicurezza, la resistenza meccanica e, appunto, la sicurezza in caso d’incendio. riscaldamento 18 tecnica impiantistica È stata pubblicata lo scorso ottobre la nuova UNI 7129, forse la norma più conosciuta (e rispettata) tra gli installatori e progettisti di impianti domestici. Tale… primato è dovuto a due fattori: innanzitutto la consa- pevolezza che col gas non si scher- za, e bisogna garantire la massima sicurezza possibile, per salvaguar- dare la vita delle persone. Il secondo motivo è che non si tratta di una “semplice” norma, la cui osservanza ha il carattere della volontarietà. Infatti la legge 1083 del 1971 dice che “Tutti i materiali, gli apparecchi, le installazioni e gli impianti alimentari con gas com- bustibile per uso domestico ed usi similari devono essere realizzati secondo le regole specifiche della buona tecnica” (art. 1) e che le stes- se norme pubblicate dall’ UNI sono considerate regole della buona tec- nica per la sicurezza (art. 3). Insom- ma, in ambito gas la legge obbliga a seguire le norme UNI e prevede sanzioni pecuniarie e/o carcerarie in caso di inadempienza. La suddivisione in 4 parti L’edizione 2008 si differenza dalle altre precedenti (1972, 1992 e 2001) perché è divisa in quattro parti, corrispondenti alle sottose- zioni di un impianto insieme allo stadio di avviamento dello stesso: la rete delle tubazioni di adduzione (parte 1), l’installazione degli appa- recchi di utilizzazione, la ventilazio- ne e l’aerazione di locali (parte 2), i sistemi di scarico dei fumi (parte 3) ed infine, appunto, la messa in servizio (parte 4). Questa divisione rende più razionale il lavoro degli installatori, che non di rado hanno a che fare con una sola parte dell’impianto: immaginiamo un idraulico che debba installare un impianto, ma non gli apparecchi; oppure che trovi la canna fumaria già installata in precedenza da un collega o da un’impresa edile, come accade più frequentemente: ora, nella dichiarazione di confor- mità può delimitare con maggiore chiarezza le responsabilità alla par- te di sua competenza. Il presente articolo tratterà della parte 1, metterà in evidenza le differenze con l’edizione 2001 e fornirà un collegamento con l’altra norma “sorella”, cioè la UNI TS 11147-2008, di cui abbiamo già scritto nel numero di GT dello scor- so settembre. La UNI TS 11147: analogie e differenze Alcune novità della UNI 7129 sono state anticipate proprio dalla recen- te UNI TS 11147, tra cui la defini- zione di punto di inizio dell’impianto, il raggruppamento dei divieti in un unico capitolo e la distinzione tra impianti per edifici monofamiliari e multifamiliari (che richiedono re- quisiti supplementari di sicurezza nelle parti comuni). Semplificando al massimo, le due norme si diffe- renziano da questo: la UNI 7129 è più “generale” e riguarda tutto l’impianto, mentre la UNI TS 11147 integra la precedente fornendo indi- cazioni per l’installazione di impianti con raccordi a pressare. Il punto di inizio La norma si applica alla parte inter- na degli impianti, cioè quella che sta a valle del punto di inizio dell’im- pianto domestico, che nella mag- gior parte dei casi è il dispositivo di intercettazione immediatamente a valle del contatore. Se invece un impianto è servito da una linea di distribuzione diversa da quella principale, allora il punto d’inizio è il rubinetto d’intercettazione posto immediatamente a valle della deri- vazione; infine, se l’impianto princi- pale del caso precedente funziona a pressioni maggiori di quelle previ- ste dalla norma (40 mbar se il gas ha una densità d≤0,8, o 70 mbar se d>0,8), il punto d’inizio coincide con il rubinetto di intercettazione a valle del gruppo di riduzione. Oltre al dispositivo di intercettazio- ne, la norma prevede anche una presa di pressione, al fine di facili- tare le operazioni di collaudo previ- ste prima della messa in funzione dell’impianto. La presa di pressione può essere compresa nello stesso gruppo del rubinetto di intercetta- zione. di Marco Crespi A voi la 7129… dopo il lifting! …è fondamentale non fare confusione con il binomio interno/ esterno: se il contatore è posizionato all’esterno, l’impianto interno comprenderà tratti di tubazioni sia interne che esterne all’edificio… Le tubazioni La norma contempla tre materiali per le tubazioni: acciaio (UNI EN 10255), rame (UNI EN 1057) e polietilene (UNI EN 1555-2); all’interno delle abitazioni sono previsti solo tubi metallici, mentre quelli in polietilene possono essere installati solo se interrati e protetti dalle radiazioni solari. Per i tubi di rame, ci sono dei cambiamenti relativi agli spessori minimi permessi: i tubi del 22, 28 e 35 mm passano da 1,5 a 1 mm, e per il 54 vi passano da 2 a 1,5 mm (vedi tabella 1) Le giunzioni e i raccordi Le giunzioni per i tubi di acciaio sono quelle filettate o quelle per saldatura di testa con fusione. I raccordi per il rame sono quelli “classici”: brasatura dolce e forte, meccanici a compressione e quelli misti, purché conformi alle UNI EN 1254. Viene opportunamente marcato il divieto di fare giunzioni dirette tra tubi senza l’uso dei raccordi, come per esempio bicchierature o derivazioni a T. Per i tubi in polietilene i raccordi devono essere conformi alla UNI EN 1555-3 o quelli misti polietilene-metallo secondo la UNI 9736. L’idoneità dei materiali Tabella 1. Prospetto degli spessori minimi per le tubazioni di rame Diametro esterno De (mm) 12,0 14,0 15,0 16,0 18,0 22,0 28,0 35,0 42,0 54,0 Spessore s (mm) 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,5 1,5 NON A VISTA. “Le tubazioni possono essere installate a vista, sottotraccia, interrate, in strutture appositamente realizzate.” PRESCRIZIONI. “Negli edifici multifamiliari, la distanza tra le tubazioni deve permettere eventuali interventi di manutenzione e sostituzione”.

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Le novità per il tubo di rame

Oltre ai nuovi spessori, ci sono poche novità

per il tubo di rame. Per la prima volta vengono

nominati i raccordi a pressare, ma solo per

rimandare il lettore alla UNI TS 11147; viene

introdotto anche l’obbligo di brasatura forte nei

locali a rischio incendio. Restando in argomento,

il tubo a norma UNI EN 1057 rispetta la

direttiva sui prodotti da costruzione (CPD)

e quindi i suoi requisiti essenziali, tra cui la

sicurezza, la resistenza meccanica e, appunto, la

sicurezza in caso d’incendio.

riscaldamento

18

tecnica impiantistica

È stata pubblicata lo scorso ottobre la nuova UNI 7129, forse la norma più conosciuta (e rispettata) tra gli installatori e progettisti di impianti domestici. Tale… primato è dovuto a due fattori: innanzitutto la consa-pevolezza che col gas non si scher-za, e bisogna garantire la massima sicurezza possibile, per salvaguar-dare la vita delle persone.Il secondo motivo è che non si tratta di una “semplice” norma, la cui osservanza ha il carattere della volontarietà. Infatti la legge 1083 del 1971 dice che “Tutti i materiali,

gli apparecchi, le installazioni e gli

impianti alimentari con gas com-

bustibile per uso domestico ed usi

similari devono essere realizzati

secondo le regole specifiche della

buona tecnica” (art. 1) e che le stes-se norme pubblicate dall’ UNI sono considerate regole della buona tec-nica per la sicurezza (art. 3). Insom-ma, in ambito gas la legge obbliga a seguire le norme UNI e prevede sanzioni pecuniarie e/o carcerarie in caso di inadempienza.

La suddivisione in 4 partiL’edizione 2008 si differenza dalle altre precedenti (1972, 1992 e 2001) perché è divisa in quattro parti, corrispondenti alle sottose-zioni di un impianto insieme allo stadio di avviamento dello stesso: la rete delle tubazioni di adduzione (parte 1), l’installazione degli appa-recchi di utilizzazione, la ventilazio-ne e l’aerazione di locali (parte 2), i sistemi di scarico dei fumi (parte 3) ed infine, appunto, la messa in servizio (parte 4).

Questa divisione rende più razionale il lavoro degli installatori, che non di rado hanno a che fare con una sola parte dell’impianto: immaginiamo un idraulico che debba installare un impianto, ma non gli apparecchi; oppure che trovi la canna fumaria già installata in precedenza da un collega o da un’impresa edile, come accade più frequentemente: ora, nella dichiarazione di confor-mità può delimitare con maggiore chiarezza le responsabilità alla par-te di sua competenza.

Il presente articolo tratterà della parte 1, metterà in evidenza le differenze con l’edizione 2001 e fornirà un collegamento con l’altra norma “sorella”, cioè la UNI TS 11147-2008, di cui abbiamo già scritto nel numero di GT dello scor-so settembre.

La UNI TS 11147: analogie e differenzeAlcune novità della UNI 7129 sono state anticipate proprio dalla recen-te UNI TS 11147, tra cui la defini-zione di punto di inizio dell’impianto, il raggruppamento dei divieti in un unico capitolo e la distinzione tra impianti per edifici monofamiliari

e multifamiliari (che richiedono re-quisiti supplementari di sicurezza nelle parti comuni). Semplificando al massimo, le due norme si diffe-renziano da questo: la UNI 7129 è più “generale” e riguarda tutto l’impianto, mentre la UNI TS 11147 integra la precedente fornendo indi-cazioni per l’installazione di impianti con raccordi a pressare.

Il punto di inizioLa norma si applica alla parte inter-

na degli impianti, cioè quella che sta a valle del punto di inizio dell’im-pianto domestico, che nella mag-gior parte dei casi è il dispositivo di intercettazione immediatamente a valle del contatore. Se invece un impianto è servito da una linea di distribuzione diversa da quella principale, allora il punto d’inizio è il rubinetto d’intercettazione posto immediatamente a valle della deri-vazione; infine, se l’impianto princi-pale del caso precedente funziona a pressioni maggiori di quelle previ-ste dalla norma (40 mbar se il gas ha una densità d≤0,8, o 70 mbar se d>0,8), il punto d’inizio coincide con il rubinetto di intercettazione a valle del gruppo di riduzione.Oltre al dispositivo di intercettazio-ne, la norma prevede anche una presa di pressione, al fine di facili-tare le operazioni di collaudo previ-ste prima della messa in funzione dell’impianto. La presa di pressione può essere compresa nello stesso gruppo del rubinetto di intercetta-zione.

di Marco Crespi

A voi la 7129… dopo il lifting!

…è fondamentale non fare confusione con il binomio interno/esterno: se il contatore è posizionato all’esterno, l’impianto interno comprenderà tratti di tubazioni sia interne che esterne all’edificio…

Le tubazioniLa norma contempla tre materiali per le

tubazioni: acciaio (UNI EN 10255), rame

(UNI EN 1057) e polietilene (UNI EN

1555-2); all’interno delle abitazioni sono

previsti solo tubi metallici, mentre quelli

in polietilene possono essere installati

solo se interrati e protetti dalle radiazioni

solari.

Per i tubi di rame, ci sono dei

cambiamenti relativi agli spessori minimi

permessi: i tubi del 22, 28 e 35 mm

passano da 1,5 a 1 mm, e per il 54 vi

passano da 2 a 1,5 mm (vedi tabella 1)

Le giunzioni e i raccordiLe giunzioni per i tubi di acciaio sono

quelle filettate o quelle per saldatura di

testa con fusione. I raccordi per il rame

sono quelli “classici”: brasatura dolce e

forte, meccanici a compressione e quelli

misti, purché conformi alle UNI EN

1254. Viene opportunamente marcato

il divieto di fare giunzioni dirette tra

tubi senza l’uso dei raccordi, come per

esempio bicchierature o derivazioni a T.

Per i tubi in polietilene i raccordi devono

essere conformi alla UNI EN 1555-3 o

quelli misti polietilene-metallo secondo la

UNI 9736.

L’idoneità dei materiali Tabella 1. Prospetto degli spessori minimi per le tubazioni di rame

Diametro esterno De (mm)

12,0 14,0 15,0 16,0 18,0 22,0 28,0 35,0 42,0 54,0

Spessore s (mm)

1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0 1,5 1,5

NON A VISTA. “Le tubazioni possono essere installate a vista, sottotraccia, interrate, in strutture appositamente realizzate.”

PRESCRIZIONI. “Negli edifici multifamiliari, la distanza tra le tubazioni deve permettere eventuali interventi di manutenzione e sostituzione”.

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riscaldamento

20

tecnica impiantistica

Il presente servizio – che fa seguito

alla pagina precedente – riassume i

criteri generali con cui si deve instal-

lare un impianto secondo la nuova

7129, senza entrare in ogni possibile

caso e sottocaso.

Meglio all’esternoSi suggerisce innanzitutto di installa-

re per quanto possibile le tubazioni

all’esterno dell’edificio, limitando i

percorsi interni e favorendo una fa-

cile accessibilità per le manutenzioni

(è una tendenza generale dell’impian-

tistica: anche nelle UNI EN 806 sugli

impianti per acqua potabile si insiste

sulle tubazioni a vista e sulla acces-

sibilità). Oltre che a vista, le tubazio-

ni possono essere installate anche

di Marco Crespi

UNI 7129 e generalità sulla posa in opera

I principali divieti

Il capitolo 4.4.2 è esclusivamente dedicato ai divieti, elencati uno di seguito all’altro

senza che siano dispersi nel testo, magari nascosti in qualche sottoparagrafo: è una

maniera per darne importanza, facilitare la consultazione della norma in caso di dubbio

e – speriamo – favorire la corretta installazione. Sono 14 punti: ne riportiamo di

seguito alcuni a titolo di esempio.

Non è consentita la posa sottotraccia nei locali costituenti le parti comuni

dell’edificio.

Non è consentita la posa sottotraccia in diagonale ed obliqua.

Non è consentito il contatto con tubazioni dell’acqua (in caso di parallelismi ed

incroci, sono ammessi tubi con rivestimenti conformi alla UNI 10823 per il rame e

alle UNI 9099 o UNI 10191 per l’acciaio).

Non è consentito collocare giunzioni filettate o meccaniche all’interno di locali non

aerati o aerabili.

Non è consentito usare tubi, rubinetti, accessori, ecc. rimossi da altri impianti.

Non è consentita la posa di tubazioni in polietilene all’interno del perimetro del

corpo dell’edificio.

Non è consentito l’attraversamento di pareti/solai/intercapedini con tubi flessibili.

La UNI 7129 del 1972…

La prima edizione della UNI 7129, quella

del 1972, era di 10 (dieci!) pagine,

a cui se ne sono aggiunte altre 2 con

l’aggiornamento del 1985. Allora i materiali

ammessi per la parte fissa dell’impianto

erano l’”acciaio zincato, saldabile a basso

tenore di carbonio equivalente con o

senza saldatura o di rame” mentre l’uso

dell’acciaio nero era consentito solo in

alcuni casi. Era previsto perfino il piombo,

ma con severe restrizioni. Interrati erano

consentiti solo l’acciaio zincato e ferro nero,

purché provvisti di un adeguato rivestimento.

Le giunzioni dei tubi di rame dovevano

“essere realizzate mediante saldatura o

con giunti meccanici senza guarnizioni

e mastici”. Il capitolo 2 riguardava gli

impianti interni e comprendeva anche la

posa degli apparecchi, la messa in servizio

e la manutenzione (2 pagine e mezzo);

il capitolo 3 lo scarico dei prodotti di

combustione (2 pagine e mezzo, figure

comprese); il capitolo 4 la ventilazione

dei locali (mezza pagina). Solo nelle

edizioni successive la UNI 7129 è diventata

decisamente articolata e anche graficamente

simile a quella che conosciamo oggi;

escludendo gli aggiornamenti, quella del ’92

è di 54 pagine, quella del 2001 di 58, quella

del 2008 di 160.

Le altre parti della UNI 7129

Per la parte 2 (installazione degli apparecchi,

ventilazione ed aerazione) è stata adottata

una suddivisione della casistica in funzione

del tipo di apparecchio (apparecchi di cottura,

di tipo A, B o C). Nella parte 3 (scarico dei

prodotti di combustione), le prescrizioni sono

state suddivise in funzione della tipologia di

apparecchio, ma soprattutto sono state inserite

un gran numero di figure esplicative relative sia

alle installazioni corrette sia alle installazioni

“vietate”. Infine nella parte 4 vengono indicate

le procedure da adottare per la messa in

servizio degli impianti, a partire dalle verifiche

iniziali fino alle prove di funzionamento. Sono

previsti tre casi fondamentali: impianto di nuova

realizzazione; impianto modificato; impianto

riattivato.

In caso di posa interrata

LA POSA INTERRATA. Posa di tubazione interrata per un edificio unifamiliare (fig. 1) e plurifamiliare (fig. 2). Attenzione: se non fosse possibile rispettare le distanze o fossero previste eventuali sollecitazioni sulle tubazioni, bisogna realizzare una protezione meccanica adeguata (ad es. una struttura in laterizio).

n.b.: il nastro di segnalazione deve essere color “giallo segnale” (RAL 1003).

co (tipo tubo guaina metallico); il tubo

di rame dovrà essere giuntato solo

con brasatura forte. Nei tratti di at-

traversamento di muri e pareti viene

confermato il divieto di giunzione.

Installazioni a vistaPer le installazioni esterne a vista la

UNI 7129 introduce l’obbligo di pro-

teggere le tubazioni da urti e dan-

neggiamenti accidentali (come nelle

zone di transito o stazionamento

vetture), per esempio inserendole in

una guaina d’acciaio di 2 mm di spes-

sore fino ad un altezza di 1,5 metri o

posandole in canalette ricavate nel-

l’estradosso. Nei tratti a vista i tubi di

rame dovranno essere sostenuti con

fissaggi posti alle distanze indicate

in tabella 2.

Collaudi e controlli periodiciIl capitolo 5 si sofferma sui collaudi

da effettuare prima di mettere in ser-

vizio l’impianto; non ci sono grosse

novità rispetto all’edizione preceden-

te. La novità è nel capitolo 7, che

rimanda alla UNI 11137 per i controlli

periodici con le relative tempistiche

e modalità.

Tabella 2. Distanze massime consigliate per lo staffaggio dei tubi in rame

Diametri esterni della tubazione

Tubazione in vista Tubazione in canaletta o apposito alloggiamento

(mm) Orizzontale(m)

Verticale(m)

Verticale(m)

fino a 10 1,0 1,5 3

da 12 a 18 1,2 1,8 3

da 22 a 28 1,8 2,4 3

da 35 a 42 2,4 3,0 3

da 54 a 64 2,7 3,0 3

sottotraccia, interrate, in guaine o in

strutture appositamente realizzate.

In caso di attraversamento di locali

a rischio di incendio (autorimesse,

magazzini, ecc.) le tubazioni devono

essere protette da materiali resistenti

aventi classe A1 di resistenza al fuo-

Figura 1 Figura 2