A U G U R I A L C A R D . S E P E G iu b ile o : ch ie se ...

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N. 8 • 27 febbraio 2011 • 1,00 Anno LXV • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. 014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Andrea Acampa Teresa Beltrano Antonio Boccellino Rosanna Borzillo Eloisa Crocco Stefania De Bonis Doriano Vincenzo De Luca Davide Esposito Laura Guerra Enzo Mangia Fiorenzo Mastroianni Giovanni Mauriello Luigi Mucerino Pasquale Puca Elena Scarici Maria Rosaria Soldi Antonio Spagnoli. Gli interventi Nuova Superiora Compagnia della Santa Croce 4 L’ingresso di monsignor Spinillo ad Aversa 5 Adottare nuovi stili di vita, convegno in Diocesi 6 43° anniversario per la Comunità di S. Egidio 6 La guida per i senza dimora 13 Melito, cortometraggio sul bullismo 14 Giovanni Palatucci, il questore santo 14 Fracanzano nell’Arciconfraternita dei Pellegrini 15 Decimo Anniversario della sua Creazione a Cardinale di Santa Romana Chiesa per l’Arcivescovo Crescenzio Sepe. Direzione, amministrazione e redazione di “Nuova Stagione”, interpretando i sentimenti dell’Arcidiocesi, porgono al Porporato gli auguri più fervidi. AUGURI AL CARD. SEPE Giubileo: chiese riaperte per Napoli La Caritas diocesana a convegno 8 e 9 SPECIALE Giubileo per Napoli la Giornata dell’Ambiente 11 PRIMO PIANO CITTÀ L’assemblea diocesana di Azione Cattolica 2 e 3 PRIMO PIANO Crescenzio Card. Sepe Tutte le chiese aperte, a servizio della collettività. È l’iniziativa che la Chiesa di Napoli mette in campo nel segno del Giubileo, alla vigilia del mese che il programma di quest’anno giubilare dedica alla cultura. pagine 10

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N. 8 • 27 febbraio 2011 • € 1,00

Anno LXV • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Andrea Acampa • Teresa Beltrano • Antonio Boccellino •

Rosanna Borzillo • Eloisa Crocco • Stefania De Bonis •

Doriano Vincenzo De Luca • Davide Esposito • Laura

Guerra • Enzo Mangia • Fiorenzo Mastroianni • Giovanni

Mauriello • Luigi Mucerino • Pasquale Puca • Elena Scarici

• Maria Rosaria Soldi • Antonio Spagnoli.

Gli interventiNuova Superiora Compagnia della Santa Croce 4

L’ingresso di monsignor Spinillo ad Aversa 5

Adottare nuovi stili di vita, convegno in Diocesi 6

43° anniversario per la Comunità di S. Egidio 6

La guida per i senza dimora 13

Melito, cortometraggio sul bullismo 14

Giovanni Palatucci, il questore santo 14

Fracanzano nell’Arciconfraternita dei Pellegrini 15

Decimo Anniversariodella sua Creazione

a Cardinaledi Santa Romana Chiesa

per l’ArcivescovoCrescenzio Sepe.

Direzione, amministrazionee redazione di

“Nuova Stagione”,interpretando i sentimenti

dell’Arcidiocesi,porgono al Porporatogli auguri più fervidi.

AUGURI AL CARD. SEPE

Giubileo: chiese riaperteper Napoli

La Caritas diocesanaa convegno

8 e 9

SPECIALE

Giubileo per Napolila Giornata

dell’Ambiente11

PRIMO PIANO CITTÀ

L’assemblea diocesanadi

Azione Cattolica2 e 3

PRIMO PIANO

Crescenzio Card. Sepe

Tutte le chieseaperte, a serviziodella collettività. È l’iniziativa chela Chiesa diNapoli mette incampo nel segnodel Giubileo, allavigilia del meseche ilprogramma diquest’annogiubilare dedicaalla cultura.

pagine 10

Primo Piano Nuova Stagione2 • 27 FEBBRAIO 2011

La XIV Assemblea diocesana

Laici nella Chiesa, servizio a cura di

Edopo le assemblee elettive par-rocchiali, ecco il momentodell’Assemblea elettiva diocesa-

na, che ha visto radunati nei giorni divenerdì, sabato e domenica, tutti i re-sponsabili associativi ed educativi del-le diverse parrocchie della diocesi incui è presente l’Azione Cattolica, pervivere un’esperienza di preghiera, for-mazione e fraternità. Ma soprattuttoun’esperienza di democrazia in cuil’associazione tutta è chiamata a sce-gliere degli adulti e dei giovani a cui af-fidare la cura dell’associazione per unnuovo triennio.

E’ questo un momento importantenella vita dell’AC, in cui ci si sente re-sponsabili gli uni degli altri e corre-sponsabili delle scelte che si fanno. Giàdal mese di ottobre ogni parrocchia hacelebrato la propria assemblea eleg-gendo ciascuna il nuovo consiglio par-rocchiale. Un tempo quello delle as-semblee elettive che ha visto, nei mesiprecedenti, il Consiglio diocesanouscente impegnato nell’accompagna-re le parrocchie in un percorso che hacoinvolto tutti i soci, dai più piccoli aipiù grandi. Guida dell’intero percorsoassembleare è stata l’ icona biblica ”Voisiete la luce del mondo”, che ha aiuta-to a riscoprire la vocazione di laici, di

Le scelte per iltriennio 2011-2014Quello dell’assemblea elettiva èun tempo per progettare ilcammino futurodell’associazione. Guida delnuovo percorso diventa ildocumento dell’assemblea, lostrumento che indica le sceltedi fondo dell’associazione e gliobiettivi che intende darsi per iltriennio 2011–2014, insintonia con la Chiesa diNapoli e con le lineeprogrammatichedell’Associazione nazionale. Undocumento rivolto a tuttal’Associazione, in particolare ainuovi consiglieri diocesani chericevono il mandato diattuarlo. Quattro le priorità egli obiettivi del prossimotriennio:La cura della Formazione:l’esperienza associativa è curaeducativa di ragazzi, giovani eadulti, ciò presuppone unnotevole impegno nel formareed accompagnare gli educatori,i responsabili e gli assistenti acui è affidata questa cura. La cura delle relazioni e dellegame associativo:l’esperienza associativa èsoprattutto un’esperienza direlazioni, di incontro tra lepersone e di solidarietà tra legenerazioni, fatta di esercizio dipartecipazione democratica edi corresponsabilità. L’impegno per il benecomune: l’ esperienzaassociativa ha un valore civilee sociale sul nostro territorioperché alimenta il senso diresponsabilità nei confrontidella comunità civile e con leistituzioni. Ai laici di AC sonochiesti passione, competenza,interesse, impegno perl’edificazione concreta del benecomune insieme a tutti gliuomini e le donne di buonavolontà.Il servizio alla Chiesa locale:l’esperienza associativa èun’esperienza di vita ecclesiale,di dedizione alla chiesa locale,di condivisione dell’ansiaevangelizzatrice della Chiesa, dicorresponsabilità, dicomunione con i pastori congli altri fratelli della comunità.Al nuovo Consiglio diocesano ealle associazioni parrocchiali ilcompito di tradurliconcretamente in programmaattraverso uno stile dicorresponsabilità e di servizio.

Il saluto del presidente uscenteDopo due trienni, Titti Amore lascia la presidenza dell’Azione

Cattolica di Napoli. A lei il grazie da parte di tutta l’Associazioneper lo stile discreto, attento e generoso con cui ha avuto curadell’AC diocesana e della Chiesa di Napoli.

Nella sua relazione Titti dice: «Porto nel cuore e nella mentetante immagini, ricordi e pensieri, volti di bambini, ragazzi, giova-ni e adulti. Ricordo con molto affetto l’arcivescovo Giordano, cheinsieme al consiglio che ha proposto la mia nomina ha avuto fidu-cia in me.

Per me non era facile accettare questo incarico soprattutto guar-dando indietro, ai presidenti che mi avevano preceduta. Iniziaval’avventura in un tempo carico di emozioni: Giovanni Paolo II, ilpapa della mia gioventù, ritornava alla casa del padre, BenedettoXVI era eletto nuovo Papa e nella nostra diocesi arrivava ilCardinale Crescenzio Sepe, e anche lui, per un altro triennio ha ri-posto fiducia nella mia persona. Dopo l’iniziale turbamento ho ca-pito che era tempo di rispondere a questa chiamata, senza paura fi-dandomi e affidandomi a Dio e confidando nell’Associazione per-ché quello dell’AC è un’esperienza di famiglia, in cui ti senti a casacon il desiderio di far sentire anche gli altri a casa.

Non si e battitori liberi, ne leader o capi carismatici, ma servi

della comunione e della corresponsabilità. Sono entrata in questaresponsabilità di presidente con molte povertà: timori, insicurezzee limiti, ma lascio la presidenza diocesana con una eccedenza: unaricchezza inestimabile di relazioni, un amore alla Chiesa ancorapiù forte, e una riconoscenza profonda all’associazione.

L’esperienza di responsabilità vissuta è stata una esperienzaunica e singolare di Grazia, e auguro a chi mi succederà come pre-sidente, a tutto il consiglio, e a tutti voi cari responsabili ed edu-catori di fare un’analoga esperienza. Auguro a noi buon lavoroavendo fiducia in quell’ unica Speranza Affidabile che ci è donatamediante la fede nella redenzione operata da Gesù Cristo».

Tanta autenticità nelle parole di Titti, una presidente sempredisponibile, un’amica sempre pronta ad ascoltare chiunque, adincoraggiare e che ha saputo dialogare con tutti, piccoli e gran-di, adulti e giovani, trovando sempre una parola di conforto eadeguata ad ogni situazione.

Una donna di preghiera e di grande spiritualità che faceva tra-sparire sempre il suo continuo affidarsi al Signore in questo tem-po di servizio all’Azione Cattolica di Napoli. Una vera amica, unaguida materna che con amore si è fatta compagna di viaggio dichiunque abbia incontrato sulla sua strada.

Primo Piano Nuova Stagione 27 FEBBRAIO 2011 • 3

dell’Azione Cattolica di Napoli

cristiani nel mondo Maria Rosaria Soldi

responsabili ed educatori impegnati inAC e la bellezza di far parte di questafamiglia, andando alle radici delle suescelte. I laici di AC si impegnano a ser-vire la Chiesa. Più volte lo ha ribaditoVittorio Bachelet. «E questa è la grandecosa - diceva - Perché noi serviamo l’ACnon perché ci interessa di fare grandel’AC; noi serviamo l’AC perché ci interes-sa di rendere nella Chiesa il servizio checi è chiesto per tutti i fratelli». E proprioin virtù della missione che ogni laicoha per mezzo del battesimo ricevuto,l’AC ha scelto come tema della XVIAssemblea diocesana quello dell’edu-care al bene comune.

La storia dell’AC e la tradizione chel’ha caratterizzata, è stata una storia dipassione per il Bene comune, storia diuomini e donne che hanno saputo leg-gere il proprio tempo e interpretare ledomande del loro oggi. Vivere da cri-stiani nella vita quotidiana, nel lavoroe nella vita, della nostra città, portan-do il profumo del Vangelo con il nostrostile di vita: attenti alle persone e aiproblemi del nostro tempo, capaci discelte evangeliche, giusti, rispettosidell’ambiente e della vita, sempre, inogni sua stagione e condizione. E’ que-sta la missione dell’AC, è questa la mis-sione della Chiesa.

Il nuovo ConsiglioSono diciassette i componentidel nuovo Consiglio diocesanoeletto domenica 20 febbraio,che guiderà la barca dell’AC peril prossimo triennio 2011-2014, di cui cinque consiglierirappresentanti l’ACR, cinquerappresentanti il settoreGiovani, e sette il settoreAdulti. Ai neo-consiglieril’augurio da parte di tuttal’associazione di vivereun’esperienza di servizio allaChiesa di Napoli in uno stileassociativo dicorresponsabilità, di ascolto edi comunione. Quello delservizio in AC è un dono chemette insieme delle vite dipersone, ciascuno con lapropria esperienza, con unapropria storia personale, con lapropria storia associativa. C’èchi è in AC da tanti anni e chida pochi, c’è chi vive per laprima volta l’esperienzadiocesana, chi invece è statogià consigliere. Ma c’è una cosache accomuna tutti e chediventa la forza per portareavanti delle scelte: è il sapereche la nostra storia è inseritain un orizzonte più ampio eche Dio ha per ciascuno unprogetto, è sapere che l’esserechiamati ad una responsabilitàassociativa, in questo tempo,in questa Chiesa e nei territoriche abitiamo è rispondere aduna vocazione, ad unachiamata, è mettere adisposizione la nostra umanitàcon le sue fragilità e le suericchezze, nella consapevolezzadi non essere soli in questocammino, ma di essere gli uniaccanto agli altri.

Consiglieri ACR Maria Rosaria Soldi Cinzia Pastore Marialuisa NocerinoManuela Natangelo Mariangela Beato

Consiglieri Settore GiovaniRosa VenerusoM.Teresa Sorrentino Antonio Candurro Flavio Spedaliere Daniela Brancaccio

Consiglieri Settore AdultiGiuseppina Iengo Giuseppe Bottalico Paolo RussoMaria Ignara Ciro Esposito Vito Gurrado Giuseppe Irace

«Crescere in santità»Laici nella chiesa, cristiani nel mondo.

Questo il titolo che l’AC di Napoli ha volu-to dare alla XIV Assemblea diocesana, chesi è tenuta nello scorso weekend presso ilSeminario Arcivescovile di Napoli. Tre imomenti che hanno caratterizzato questospeciale incontro: una veglia, un pomerig-gio formativo sull’educazione al bene co-mune, e infine il vero e proprio momentoassembleare con l’elezione del nuovo con-siglio. E’ stata la preghiera a dare inizio al-la tre giorni assembleare, una veglia cheha visto la partecipazione di oltre trecen-to responsabili parrocchiali giovani eadulti. A presiedere la veglia SuaEccellenza Mons. Lucio Lemmo, che harivolto all’AC parole che hanno fatto vi-brare il cuore di tutti, richiamando fortela bellezza e la possibilità data a ciascunodi essere santi. «Noi dell’Azione Cattolica –dice don Lucio – non siamo persone cheamano fare le cose a metà, ma laici che sen-tono forte il senso della radicalità in Cristoe nella Chiesa». Ai giovani don Lucio chie-de di aiutare gli adulti a ritrovare il sensodei valori che contano e della responsabi-lità, scegliendo la strada della santità.«L’AC ha da sempre un progetto - continuadon Lucio - quello di accompagnarci fin dapiccoli alla santità. Siate convinti, corag-giosi e decisi nel rispondere sì alla chiama-ta di Dio a questo grande progetto di amo-re. Raggiungete la santità».

Ed è proprio questa della santità lastrada che i ragazzi, i giovani e gli adultidi AC vogliono percorrere. Lo hanno riba-dito i ragazzi dell’ACR il giorno successi-vo nel messaggio di apertura del momen-to formativo. «Diventiamo grandi insieme- dice Gaetano, un accierrino della parroc-chia SS. Trinità - noi vogliamo crescerenon solo in età, ma soprattutto in santità».Una santità da esercitare oggi, vivendoappunto da cristiani nel mondo, cristianiche sentono forte la responsabilità neiconfronti dell’altro, del proprio territorio,del proprio paese. Provocatorio e chiarol’intervento su questo tema del Prof.Giuseppe Savagnone, direttore ufficio pa-storale della cultura diocesi di Palermo.Un intervento che diventa testimonianzaautentica di impegno al bene comune.

«Educare al bene comune - dice Savagnone– è capire che qualsiasi cosa io faccia, rica-de sull’altro. La propria libertà non finiscedove inizia la libertà dell’altro, ma le due li-bertà si intersecano sempre e ovunque. Voidell’Azione Cattolica potete essere la scalache congiunge il piano superiore dove sistabiliscono i principi e le linee guida, e ilpiano terra della vita quotidiana, perché è lìche siete, è lì che vi sporcate le mani e ope-rate dando il sapore della giustizia».

Alle parole del prof. Savagnone fannoeco quelle di Maria Graziano, Vice presi-dente nazionale adulti dell’AC. “E’ l’era del-la nuova evangelizzazione - dice Maria -della formazione e del dialogo. A noi dell’ACnon viene chiesto di porci come modelli, anoi viene chiesto di essere autentici testi-moni della vita buona del Vangelo. A noiviene chiesto di essere segno profetico e diservire il bene comune”. Un’attenzione albene comune quella che l’AC sente oggi inmisura ancora più forte, soprattutto in unterritorio come quello della diocesi diNapoli. Da qui l’invito del cardinale Sepe

a vivere con slancio missionario il nuovoanno, anno giubilare per la città di Napoli.“La Chiesa di Napoli ha bisogno di voi - di-ce all’AC il cardinale Sepe nel suo salutoall’assemblea - non abbiate paura di essereamici e testimoni di Cristo. Lui ha volutochiamarci qui, in questa diocesi e in questotempo perché possiamo essere noi luce pertutti coloro che ancora vivono nel buio del-la violenza, dell’ingiustizia e dell’illegalità.Abbiate coraggio e siate fieri di essere uomi-ni e donne di questo tempo”.

E a incoraggiare l’AC di Napoli ancheMons. Raffaele Ponte, Vicario dell’Ufficioper il laicato. All’AC augura di dare sem-pre il meglio di sé nei tempi e nei luoghi incui siamo chiamati a vivere. “Un’AC in-somma che fa la differenza”. Lo rimarcanella sua omelia Sua Eccellenza Mons.Antonio Di Donna. “Come il sale - dice -portate nel mondo il gusto della differenzaevangelica. L’AC ha una grande responsabi-lità, educare e formare al bene comune coni tempi giusti. Grazie AC di Napoli per quel-lo che sei e che fai”.

Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 27 FEBBRAIO 2011

Eletti i nuovi responsabili diocesanidel RnS Tra riconfermati e nuovi eletti, ilRinnovamento nello SpiritoSanto (RnS), a seguito di unapprofondito periodo diformazione , ha i suoi nuoviresponsabili diocesani di Napoliper il prossimo quadriennio(2011-2014). Secondo la prassi prevista dalloStatuto e dal Regolamentoapprovati dalla ConferenzaEpiscopale Italiana, i 50 membridel Consiglio Diocesano, riunitia presso la chiesa S. Maria delCarmine al Pittore - Via PalmiroTogliatti, 31- San Giorgio aCremano, domenica 13 febbraio,hanno rinnovato l’organismopastorale di servizio del livellodiocesano.Nel nuovo Comitato Diocesanodi Servizio (CDS) sono statiriconfermati per il secondomandato consecutivo: AntonioPostiglione, coordinatorediocesano; Lorenzo Trito,Adriana Balzamo, EnzoFogliano, quali componenti ilComitato. Insieme a loro, è stato eletto perla prima volta Pasquale Iasiello,coordinatore del gruppo“Magnificat”.I rinnovi degli Organismipastorali di servizio dei varigruppi ora proseguono. Infatti,le elezioni dei Pastorali diservizio saranno promossesecondo un calendarioprestabilito e si concluderannoentro la fine di maggio. A tutti i responsabili uscenti vala riconoscenza sincera e lastima per il servizio prestato nelquadriennio trascorso. Airiconfermati e ai nuovi eletti,l’augurio di un servizio ricco dibenedizioni, accompagnato dallapreghiera di tutti i membri delRnS“Un quadriennio si chiude e unnuovo si apre - ha commentato ilpresidente Nazionale SalvatoreMartinez - nel segno di unavisione concorde e di unacomunione profonda. Abbiamoesperimentato una Pentecosted’amore e di unità davvero rarein un tempo in cui il mondo èdilaniato da egoismi, divisioni,fazioni, mancanza di unorizzonte comune. Siamoprofondamente grati allo SpiritoSanto che ci ha condotti inquesto nuovo passaggio dicrescita. Ringraziamo tutti imembri del RnS, in specialemodo coloro che soffrono, per lepreghiere con le quali ci hannosostenuto e ci sosterranno. Atutti i Gruppi e le Comunitàridiciamo il nostro amore,consapevoli della grande fiduciaaccordata e desiderosi di servireancora più intensamente lagrazia del RnS che ci è concessodi vivere. Riaffermiamol’impegno di una vicinanzaspirituale e fattuale ancora piùintense all’indirizzo del Papa edei nostri Vescovi nelle nostreChiese locali e il proposito fortedi essere testimoni di una vitanuova, buona, felice nelle nostrecittà, per il rinnovamento delnostro Paese”.

Una risposta libera: la Vita ConsacrataNel “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica”,

approvato da Benedetto XVI il 28 giugno 2005, la VitaConsacrata è descritta come «una risposta libera a una chia-mata particolare di Cristo, con la quale i consacrati si dedicanototalmente a Dio, e tendono verso la perfezione della carità sot-to la mozione dello Spirito Santo». Essa «partecipa alla missio-ne della Chiesa mediante una piena dedizione a Cristo e ai fra-telli, testimoniando la speranza del Regno».

Per il Codice di Diritto Canonico, approvato da GiovanniPaolo II il 25 gennaio 1983, essa è «segno della vita futura». «Lostato di coloro che professano i consigli evangelici appartienealla vita e alla santità della Chiesa e deve perciò nella Chiesa es-sere sostenuto e promosso da tutti».

Anzi, viene precisato: «Lo stato di vita consacrata, per na-tura sua, non è né clericale né laicale». «Oltre agli Istituti di vi-ta consacrata, la Chiesa – si fa osservare – riconosce la vita ere-mitica o anacoretica con la quale i fedeli, in una più rigorosaseparazione dal mondo, nel silenzio della solitudine e nella con-tinua preghiera, dedicano la propria vita alla lode di Dio e alla

salvezza del mondo». «A queste diverse forme di VitaConsacrata – fa rilevare poi il Codice della Chiesa – è assimi-lato l’Ordine delle Vergini le quali, emettendo il santo propositodi seguire Cristo più da vicino, dal Vescovo diocesano, sonoconsacrate a Dio secondo il rito liturgico approvato e, unite inmistiche nozze a Cristo Figlio di Dio, si dedicano al servizio del-la Chiesa».

Questa particolare espressione ecclesiale di VitaConsacrata, nota come “Ordo Virginum”, è presente anchenella Chiesa diocesana di Napoli. Attualmente è costituita daun gruppo di Consacrate e tre gruppi di Aspiranti, nelle diver-se tappe del cammino di discernimento e di formazione in vi-sta della personale loro consacrazione da parte del Vescovodiocesano.

Attivamente impegnate apostolicamente in diverse realtàpastorali diocesane, sono presenti in nove dei tredici Decanatidella Diocesi.

Pasquale Puca sj

Una donna diventa Superioradella Compagnia della Santa Croce

È Bianca Como, nella istituzione dal 1992di Stefania De Bonis

Il 29 settembre 1827 è iscritta nelle li-ste della più antica arciconfraternita sortaa Napoli, l’Augustissima Compagnia dellaDisciplina della Santa Croce la prima don-na – Porzia Carosi dei Baroni. Bisognaperò attendere l’11 dicembre 2010 perchéuna donna sia eletta Superiore dellaCompagnia: Bianca Como di SantoStefano, membro dal 1992.

Tra gli iscritti di questa istituzione, checontribuì alla diffusione a Napoli del cul-to della Croce, ci furono ben tre papi,Clemente XIV, Pio IX e Leone III.Stanislao D’Aloe, studioso di origine cala-brese, nominato nel 1846 ispettore de’ mo-numenti per la provincia di Napoli, rea-lizzò nel 1882 la “Storia dell’augustissimaCompagnia della Disciplina della SantaCroce scritta con prova di documenti”.D’Aloe, confratello dal 1883 e promotoredi un vasto programma di interventi di tu-tela, testimoniò la prima iscrizione allaCompagnia avvenuta nel 132. L’atto di co-stituzione (probabilmente del 1290) è an-dato perso, ma è dello stesso periodo in cuiin Umbria, grazie alla spiritualità di S.Francesco, cresceva il culto per la croce diGesù. Questo culto, a Napoli, fu legato, so-prattutto, alle processioni della GrandeSettimana e alla Pasqua. La Croce, innal-zata su un altare, convogliava i fedeli chelasciavano generose offerte, poi distribui-te ai poveri della città. A questa attività as-sistenziale si aggiunsero con il tempo i ri-ti di suffragio per i defunti, la fondazionedi ospedali.

«Il nuovo governo – ha detto BiancaComo – si ripromette di recuperare tutti ivalori spirituali e caritativi che possano es-sere da guida per il cammino della nostraCompagnia e possano divenire un punto diriferimento per la ripresa sociale, culturalee morale della nostra città». È bello ricor-dare che la Compagnia nacque – come silegge nello Statuto - con lo scopo di «spe-gnere gli odii fra i partiti (peste continuadell’Italia nostra); ed ogni germe di inimici-zia fra gli umani».

Inizialmente i membri furono prepara-ti dai padri agostiniani. Oggi sono seguitida don Carmine Nappo. La presenza di trePapi e anche di sacerdoti e religiose nellasua storia ne fece un’istituzione legata al-la Chiesa, protagonista di opere di solida-

rietà oltre che di iniziative culturali. Tra leprossime in calendario il 26 marzo la visi-ta a Castelcapuano, nella cui sala capitola-re sono custodite alcune delle opere arti-stiche di proprietà della Compagnia; sa-bato 2 aprile una visita congiunta conl’Ordine di Malta nella cappella delBattiloro, il 12 maggio un importante in-contro con una giornalista tedesca alConsolato generale per una giornata con-tro la mafia.

L’ambasciatore Michelangelo PisaniMassamormile, che è stato tra l’altro pri-mo ambasciatore italiano in Cile dopo ladittatura di Pinochet, primo segretario aNew York presso le Nazioni Unite, primoconsigliere in Israele, è membro dellaCompagnia della Disciplina della SantaCroce ne è attualmente il Governatore.«La nostra compagnia ha ricevuto dalla no-mina di Bianca Como uno slancio conside-revole sia dal punto di vista organizzativo

sia spirituale. E il fatto che sia la primadonna in Campania, forse in Italia, a esse-re a capo di una Compagnia credo sia mol-to importante. Ora, infatti, dobbiamo supe-rare un periodo di crisi, rilanciare la nostraantichissima Compagnia e riprendere, ac-canto alla valorizzazione culturale e l’inte-resse sociale per il quartiere in cui fu la no-stra sede».

Antica sede della Compagnia è la chie-sa di Santa Croce, vicino a quella diSant’Agostino alla Zecca; oggi è chiusa alculto e ha subito numerose razzie, al pun-to da dovere essere murata. I contatti conla Curia e la Regione Campania, in parti-colare con l’assessore Miraglia, potrebbe –è questo uno dei prossimi obiettivi dell’i-stituzione – affidare a una scuola l’adozio-ne delle chiese di Santa Croce e disant’Agostino alla Zecca, il recupero delgiardino cinquecentesco in cui si svolsenel 1485 la Congiura dei Baroni.

Bianca Como (superiora della Compagnia), accanto a Giuliana Bile altra componente della Compagnia

Vita EcclesialeNuova Stagione 27 FEBBRAIO 2011 • 5

S.E. Mons. Angelo Spinillo nuovo Vescovo di Aversa

«Vivere insieme la missioneaffidataci da Dio»

Intervenuti il Cardinale Sepe e numerosi Vescovi campanidi Enzo Mangia

Aversa ha il nuovo vesco-vo. È mons. Angelo Spinilloche, già vescovo di TeggianoPolicastro, nel mese di gen-naio è stato chiamato dalSanto Padre a succedere amons. Mario Milano. S.E.Angelo Spinillo è nato aSant’Arsenio (SA) l’1 mag-gio 1951. Ha conseguito ilBaccalaureato in Teologia aNapoli presso la PontificiaFacoltà Teologica dell’Italiameridionale, dove si è spe-cializzato in TeologiaPastorale Profetica.

Ordinato sacerdote nel1978, ha ricoperto diversi incarichi comedocente di Religione negli istituti supe-riori e assistente diocesano di Azione cat-tolica. E’ autore di pregevoli testi. Nelmarzo del 2000 fu eletto vescovo dellaChiesa di Teggiano-Policastro. Diventapoi responsabile della Conferenza epi-scopale campana per la Pastorale giova-nile e membro della Commissione epi-scopale per la Famiglia e la Vita dellaC.e.i. E’ il 76.mo successore di Azzolino,primo vescovo della diocesi normannaconsacrato da Papa Leone IX nel 1053.Chi lo ha avuto come allievo liceale, ne ri-corda le eccellenti qualità e virtù.

Sabato pomeriggio 19 febbraio S.E.Spinillo ha fatto ingresso in diocesi, nellacittà di Aversa. Il giorno prima era anda-to di buon mattino a pregare sulla tombadi don Peppino Diana nel cimitero diCasal di Principe, il sacerdote anticlanucciso dalla camorra il 19 marzo 1994, se-gno evidente di condivisione e di gratitu-dine per l’opera svolta dall’amato donDiana per la Chiesa locale. A Porta NapoliSpinillo ha ricevuto il benvenuto dalle au-torità civili e militari, espresse dal sinda-co di Aversa, Domenico Ciaramella.Quindi con un sole splendido si è forma-to un corteo diretto in Cattedrale, dove ilVescovo Spinillo è stato accolto con uncaloroso e prolungato applauso dallamoltitudine di fedeli che gremiva non so-lo il tempio, ma anche la piazza antistan-te il Duomo. All’altare maggiore c’era ad

attenderlo il card. Crescenzio Sepe. Inprima fila è stata notata la madre delPresule, Maddalena Coiro, vedovaSpinillo, Donato Pica, già sindaco diSant’Arsenio, paese natio del Vescovo, ilsindaco di Teggiano, Michele Di Candia,il sindaco di Polla, Massimo Loviso, i pre-sidenti delle Province di Napoli, LuigiCesaro, e di Caserta, Nicola Golia.

Sono intervenuti numerosi Vescovidella Campania.: Mons. Pietro Farina,vescovo di Caserta. Mons. Mario Milano,già vescovo di Aversa Mons. LucioLemmo, vescovo ausiliare di NapoliMons. Francesco Marino, vescovo diAvellino, Mons. Andrea Mugione, vesco-vo di Benevento, Mons. Bruno Schettinovescovo di Capua, Mons. Arturo Aiellovescovo di Teano-Calvi, Mons. FrancescoAlfano vescovo di S. Angelo deiLombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, DomBeda Paluzzi, abate di Montevergine.Mons. Bonaventura Naimana, vescovodi Rutana in Burundi, salutato nell’ome-lia da mons. Spinillo come “segno vivodell’attenzione missionaria delle nostrecomunità”.

La solenne celebrazione in Cattedraleè iniziata con il saluto di mons. PietroFarina. E’ seguita la lettura della Letteraapostolica, fatta dal cancelliere dellaCuria, mons. Angelo Simonelli, con laquale il Santo Padre nomina Spinillo ve-scovo di Aversa. Nell’omelia Spinillo haringraziato il cardinale Crescenzio Sepe,

i vescovi presenti , il clero, iseminaristi, le autorità civilie militari e i fedeli tutti per lasentita partecipazione, spe-cialmente quanti con diversipullman erano giunti dallasua amata diocesi diTeggiano-Policastro.

«Nel celebrare – ha dettomons. Spinillo – l’inizio delministero episcopale nellaChiesa di Aversa, dove sonostato chiamato dal SantoPadre Benedetto XVI, tuttipossiamo riconoscere ed ac-cogliere il segno proprio diogni apostolato della Chiesa

che è la missione, il mandato nel nome enella volontà del Signore». Il Presule haconcluso con «l’augurio di affidamento edi benedizione che il nostro CardinaleCrescenzio Sepe ci ha reso tanto familia-re… “La Madonna ci accompagni sem-pre”.

Al termine della concelebrazione ilCardinale Sepe, arcivescovo di Napoli,ha voluto ricordare che anch’egli, nativodi Carinaro, si considera aversano.Infatti nel Seminario di Aversa ha com-piuto gli studi medi e ginnasiali. IlPorporato ha inteso quindi «interpretarei sentimenti di tutti nel ringraziare ilSignore per il dono che ci ha fatto con donAngelo Spinillo pastore di Aversa…Spinillo si è solo spostato, ma rimane ve-scovo nella nostra Campania», della cuiConferenza episcopale il card. Sepe èpresidente. Per Sepe il compito delVescovo è quello di «testimoniare il pa-store supremo che è Cristo». Ha poi assi-curato a Spinillo «il sincero e cordiale ac-compagnamento in questa nuova missio-ne che il Signore gli ha affidato». Il card.Sepe ha infine auspicato che «come permons. Federico Pezzullo, aversano e poivescovo di Policastro, oggi Servo di Diocon in corso la causa di beatificazione, co-sì anche la diocesi di Aversa possa averecon don Angelo Spinillo, già Pastore delladiocesi di Teggiano-Policastro, un altro ve-scovo santo». Un grande applauso ha ac-colto le parole del Cardinale Sepe.

AssociazioneItaliana ConsulentiConiugali eFamiliari

La figurae il ruolodelConsulentefamiliareIl consulente della coppia e

della famiglia è il

professionista socio-

educativo che attua percorsi

centrati su atteggiamenti e

tecniche di accoglienza,

ascolto e auto ascolto che

valorizzino la persona nella

totalità delle sue componenti.

Egli si avvale di metodologie

specifiche che agevolano i

singoli, la coppia e il nucleo

familiare nelle dinamiche

relazionali a mobilitare le

risorse interne ed esterne per

le soluzioni possibili e si

integra, ove occorra, con altri

specialisti.

Il consulente familiare,

inoltre, agisce nel rispetto

delle convinzioni etiche delle

persone e favorisce in esse la

maturazione che le renda

capaci di scelte autonome e

responsabili.

Statuto Aiccef

Un professionista in ascoltodel singolo, della coppia e della famiglia

Venerdì 4 marzo il Convegno organizzato dal Consultorio Centro La Famiglia nell’Auditorium di Largo Donnaregina

Nuova Stagione6 • 27 FEBBRAIO 2011 Vita Ecclesiale

ComunitàdelMagnificatQuesti i prossimiappuntamenti dei “Tempidello Spirito” dell’anno2011. Dal pomeriggio divenerdì 11 alla mattina dimartedì 15 marzo, ritirospirituale per giovani eadulti sul tema: “IlCrocifisso-Risorto: speranzaaffidabile per tutti gliuomini”. Dal pomeriggio di giovedì 9al mattino di lunedì 13giugno, ritiro di Pentecostesul tema: “Lo Spirito santo el’Eucaristia”.Inoltre la Comunità delMagnificat è apertaall’accoglienza di giovani“cercatori di Dio” nell’ultimofine settimana di ogni mese.La Comunità del Magnificatsi trova a Castel dell’Alpi, inprovincia di Bologna,sull’Appennino Tosco-Emiliano, a 750 metri dialtitudine, sul lagoomonimo. È facilmenteraggiungibile con autobus dilinea che partonodall’autostazione diBologna, oppure con mezzoproprio dall’Autostrada delSole.Per ulteriori informazioni eprenotazioni: 0534.94.028 –328.27.33.925.

Un migliaio di fedeli ha salutato, nella mattinata di domenica20 febbraio, sua Eminenza il cardinale Crescenzio Sepe pres-so la parrocchia di S. Maria Francesca delle Cinque Piaghe al-

la Cittadella.Un tripudio di fede e amore per la visita dell’amato porporato per

la benedizione della cappella della Madonna di Lourdes (detta anchedell’Adorazione, ndr.), portata agli antichi splendori dopo circa 35 an-ni di chiusura e abbandono.

L’evento - organizzato in occasione del 25° anniversario della con-sacrazione della chiesa parrocchiale - ha concluso una serie di appun-tamenti avviati, nelle scorse settimane, con la partecipazione diMons. Smaragde Mbonyintege, Vescovo di Kabgayi (Rwanda) e S. E.Mons. Lucio Lemmo, Vescovo Ausiliare di Napoli.

I festeggiamenti hanno preso il via con una solenne celebrazioneeucaristica, presieduta dallo stesso cardinale e concelebrata da donJonas e da padre Bertino Gasinzifwa, giovane sacerdote di originiruandesi che collabora in parrocchia. Molto sentita la funzione reli-giosa, alla quale hanno partecipato alcuni diaconi insieme decine diministri straordinari e accoliti; suggestivo anche l’accompagnamen-to musicale, appannaggio del coro parrocchiale diretto dai giovaniTiziana Salerno, Giovanni Guarino e Gabriella Acanfora. La presen-za dei vigili urbani sull’altare – in alta uniforme- e il clima di raccogli-mento dell’assemblea ha dato alla giornata quel quid delle grandi so-lennità, almeno per la comunità di Via delle Puglie.

Bella e accorata l’omelia del cardinale che, partendo dal Vangelodel Giorno (“Amate i vostri nemici”, Mt 5, 38) ha dissertato sull’amo-re e sulla necessità per i cristiani di essere perfetti.

Dopo la Santa messa, l’intera comunità si è mossa in processio-ne, insieme all’arcivescovo, alla volta dell’antica cappella (distantepoco più di una decina di metri) per il rito della benedizione. In ta-le occasione, dopo il saluto di don Jonas, ha preso la parola il por-porato che si è complimentato per la lodevole iniziativa. L’alto pre-lato ha espresso ammirazione per i dipinti del tempietto e per lariuscita del restauro profondendo altresì parole di incoraggiamen-to sia alla comunità parrocchiale sia al lavoro del suo pastore chedal 2006 ne è alla guida.

“Ringrazio Mons. Lemmo per la presenza presso la nostra comunità– ha affermato don Jonas.- e per questa solenne benedizione che ci au-guriamo porti grandi frutti. Il mio predecessore, don Giuseppe Miano,era diventato parroco, negli anni ‘70, di questa piccola Cappella intito-lata a San Placido. Dopo la costruzione della nuova Chiesa parrocchia-le, il tempietto era andato in disuso fino alla sua completa chiusura.Dopo circa 35 anni ho sentito il desiderio di riparare la casa di Dio e crea-re un luogo di raccoglimento. Da domenica prossima diventerà laCappella della Preghiera e dell’Adorazione Perpetua e resterà sempreaperta, con la presenza di persone che hanno garantito la loro presenzain tutte le ore del giorno e della notte, offrendo a tutti la possibilità di rac-cogliersi in preghiera davanti a Gesù Eucaristia che sarà sempre espo-

sto”. Gli ha fatto eco il cardinale che, in maniera scherzosa ha ricor-dato alcuni avvenimenti vissuti in occasione della sua recente visitaalle comunità statunitensi.

“Mi sono recato di recente – ha detto con sano umorismo l’arcive-scovo- in pellegrinaggio a piedi a New York. In quella comunità ho tro-vato molti italiani e abbiamo ricordato don Jonas. Siamo stati fortuna-ti ad averlo con noi prima che diventasse un americano. Mi complimen-to per il lavoro che quotidianamente fa in parrocchia e per questo re-stauro che contribuirà sicuramente a portare altre persone a Cristo”..

Il Cardinale Sepe benedice il tempio dell’Adorazione alla Cittadella

La cappella ritrovatadi Antonio Boccellino

A Napoli il 43° anniversario della nascita della Comunità di Sant’Egidio

A servizio dei più poveridi Davide Esposito

Napoli si è ritrovata per celebrare il 43°anniversario della nascita della Comunitàdi Sant’Egidio, martedì 22 febbraio, inCattedrale, A concelebrare, con l’arcivesco-vo di Napoli, Crescenzio Sepe, i vescovi diAcerra mons. Salvatore Rinaldi, di Avellinomons. Francesco Marino e di ArianoArpino mons. Giovanni D’Alise. In tanti percelebrare l’anniversario della nascita diquella che era una piccola comunità forma-ta di liceali, oggi diventata una realtà diffu-sa in 73 paesi con 60.000 volontari. Tra ipresenti, il Prefetto di Napoli Andrea DeMartino, esponenti delle forze dell’ordine,oltre ai numerosi sostenitori dellaComunità, nata nel 1968, per volontà diAndrea Riccardi, che si è posto come obiet-tivo principale il sostegno dei poveri e ditutte quelle categorie che incontrano diffi-coltà in una realtà come quella odierna, co-me anziani, immigrati, malati, bambini di-sadattati, nomadi, handicappati, tossicodi-pendenti e carcerati.

«Sono anni – ha detto il cardinale Sepe –che ho avuto modo di apprezzare laComunità anche su altre frontiere crucialiper il mondo in cui viviamo: le frontiere dellacomunicazione del Vangelo e del dialogo trale culture e le religioni. E le due cose sono

profondamente connesse, in una realtà plu-rale come è quella in cui viviamo, quandol’immigrazione fa crescere comunità di reli-gione e cultura diverse tra noi, quando lo svi-luppo delle comunicazioni crea connessionimai avvenute tra mondi lontani quando laChiesa si trova ad essere una confessione inmezzo alle altre, anche se portare di un mes-saggio universale di salvezza e deve diventareuna minoranza creativa e comunicativa delvangelo».

Una comunità che, come ha voluto an-cora ricordare il Cardinale, ha vistoNapoli come la prima città oggetto di mis-sione dopo Roma, in cui era stata fondata.E proprio verso Napoli si è rivolto il pen-siero del Cardinale, che ha ricordato ilGiubileo che si terrà quest’anno: «Ho par-lato col prof. Riccardi e pensiamo di fare aNapoli un convegno con tutte le associazio-ni che si occupano della povertà del Mondo,in occasione del Giubileo». Si è espressafortemente la volontà di una Chiesa con-creta, in occasione anche della celebrazio-ne della Cattedra di S. Pietro, tant’è che èstato letto proprio il passo del Vangelo incui Gesù affida la sua chiesa a SimonPietro, su cui si è incentrata l’omelia delCardinale. «Gesù interroga i suoi discepoli

chiedendogli: chi è Gesù? E Pietro rispondedicendogli che è il Cristo, il Figlio del Dio vi-vente. E’ una risposta fondata sulla fede,sull’Amore di Dio. E da lì è nato il primatodella Chiesa, che è il servizio che questa hasvolto con tutti i successori di Pietro, unprimato di Carità».

«Gesù – prosegue l’arcivescovo – ci inter-roga davanti al grande mondo in cui il suonome significa cose diverse, e talvolta anchenulla. Gesù ci interroga davanti alle tragediedella storia, davanti al dolore del mondo, da-vanti al mistero della forza del male, davantidel male, davanti alla vita, ai dolori e alle spe-ranze della gente di Napoli»

«L’interrogativo di Gesù è profondo ed èrivolto ancora oggi a ciascuno di noi. Non ba-sta rispondere una sola volta, ma siamo sem-pre interrogati nella vita e dobbiamo dare unarisposta netta. Questo vogliamo proclamareoggi: la presenza di una Chiesa forte, fondatasulla pietra e non sulla sabbia, anche quan-do affronta momenti difficili la Chiesa noncrolla e non crollerà mai». Il Cardinale ha vo-luto lanciare un messaggio molto forte, ri-badendo il carattere concreto della Chiesa,che, come nel caso della Comunità di S.Egidio, è presente e vuole esser presente fratutti gli uomini di questo mondo.

Nuova Stagione 27 FEBBRAIO 2011 • 7Pastorale e Domenica

27 febbraio: Ottava Domenica del Tempo Ordinario

I sensi della Scrittura nei Vangeli domenicaliLittera gesta docet: la lettera insegna i fatti. Quid credas allegoria: l’allegoria cosa credere.

Moralis quid agas: la morale cosa fare. Quo tendas anagogia: l’anagogia indica la meta

Lettera (Matteo 6, 24-34): Gesù inse-gna che Dio e la ricchezza sono due “pa-droni” che si elidono a vicenda, e l’uomodeve scegliere l’Uno o l’altra. Sceglierecomporta amare e porre la fiducianell’Uno o nell’altra. Gesù esorta ad ama-re solo Dio e ad affidarci solo a lui, perchéegli provvede agli uccelli del cielo e ai giglidei campi, e soprattutto si occupa degliuomini, che valgono di più davanti ai suoiocchi. Dio ci concede quasi tutto senzaneanche chiederglielo, come l’aria, l’ac-qua, la luce del sole ecc. Altre cose vuoleche gliele chiediamo, ma a cominciare daivalori dello spirito, dal regno di Dio (zetèì-te dè pròton tèn basilèian) e il resto vienedato in aggiunta (kaì tàuta tà pànta pro-stethèsetai umìn). L’uomo – insegna Gesù– non può fare a meno di Dio, poiché di-pende da lui persino lo sviluppo del suocorpo e la durata della sua vita. Non porrequindi nemmeno in se stessi la fiducia,poiché nessuno può aggiungere un centi-metro alla propria statura né un attimo al-la vita, per quanto se ne occupi e preoccu-pi.

Allegoria: il termine “padrone” è alle-gorico, perché Dio si comporta sempreda “padre” e mai da padrone con gli uo-

mini; e gli uomini, pur sapendo che Dio èil vero padrone di tutto il creato, deveamarlo come padre e sentirsi figlio, piùche “cosa” di Dio. Anche la ricchezza nonpuò essere padrona se non nel senso alle-gorico, perché è l’uomo che se ne rendeschiavo idolatrandola, cioè consideran-dola un dio; gli uccelli e i gigli sono alle-goria e simbolo di tutto il creato, delle co-se animate e non animate, su cui dominal’uomo, che vale più di tutto: “non valeteforse più di loro?” (ouch umèis màllondiafèrete autòn;)

Morale: non siamo cristiani ma paga-ni se pensiamo che Dio non si occupi dinoi e se pensiamo che il cibo, il vestito e ilresto dipendono da noi e non da Dio (pàn-ta gàr tàuta tà èthne epizetoùsin).Certamente dipendono anche da noi, masolo perché Dio ci chiama a collaborarecon lui col nostro lavoro. Che cosa abbia-mo che non abbiamo ricevuto?... intelli-genza, forza fisica, materie prime…Certamente Gesù non vuole esimere gliuomini dallo svolgere i loro compiti, maquando hanno fatto tutto, devono rite-nersi “utili” alla gloria di Dio, ma “non-necessari” (a-chrèioi). Dal punto di vistafilosofico Gesù capovolge totalmente le

convinzioni di pensatori come Aristotele,secondo cui Dio non può interessarsi de-gli uccelli del cielo e dei gigli dei campi,perché per lui Dio non è padre ma padro-ne, anzi è motore immobile. Gesù affer-ma che il Padre non è immobile ma “ope-ra sempre” (èos àrti ergàzetai, Gv 5,17).

Anagogia: le parole di Gesù sono ana-gogiche, nel senso che sollevano l’uomodalle preoccupazioni materiali e monda-ne, e invitano a guardare in alto, a Dio,Padre provvido e amoroso. Ciò che è fat-to per volare alto non può portare pesi eattaccamenti che lo costringerebbero aterra! Chi è fatto per Dio che è Tutto, nonha bisogno di ciò che è parziale. Dio è “ilpiù” di tutto: è un Essere personale, e co-me tale è amabile più di tutte le cose nonpersonali messe insieme; è il SommoBene, che supera tutti i beni che non so-no Lui, compresi gli uomini, i mariti, lemogli, i figli, i genitori. Perciò Gesù disseanche: “Chi ama il padre o la madre piùdi me non è degno di me” /Mt 10, 37). Dioè al vertice di tutto!...

Fiorenzo Mastroianni, Ofm Cappuccino

Rom, minoranzadiscriminata

di Antonio Spagnoli

La cronaca, in genere drammatica, degli ultimi tempi ha ri-chiamato più volte l’attenzione sui Rom. È di appena qualche set-timana fa la tragica fine dei quattro bambini morti a Roma nel-l’incendio dello loro baracca. Assurdi incidenti di questo generesi ripetono periodicamente e nuovi nomi si aggiungono al giàlungo elenco di vittime, soprattutto giovani, della povertà e del-l’emarginazione sociale. Ricorderete, poi, le infinite discussionie polemiche seguite alla decisione del Governo francese dellascorsa estate di sgomberare una serie di campi «illegali», in pre-valenza di Rom, e la partenza di centinaia di persone spedite neiloro Paesi d’origine. In realtà, ci ricorda Giacomo Costa S.I. sulmensile che dirige, Aggiornamenti sociali, nel numero di novem-bre 2010, «è l’Italia che ha lanciato la “moda degli sgomberi“, an-che se non è perseguibile a livello europeo perché si tratta di azio-ni decise localmente e perché le espulsioni sono presentate comerimpatri volontari», così come è avvenuto in Francia a luglio.

Al di là dei singoli fatti di cronaca, in Italia come all’estero, ingenere quando si parla dei Rom (e dei Sinti) emergono pregiudi-zi e stereotipi che segnano la nostra cultura. Pregiudizi che si so-no formati nei secoli, oggi rinvigoriti dalla paura e alimentati dapolitici senza scrupoli che li utilizzano in modo strumentale peraccrescere il proprio consenso elettorale. In questa cultura se-gnata da pregiudizi e stereotipi ci ritroviamo tutti: comuni citta-dini, amministratori pubblici, associazioni e volontari, gli stessiRom.

Ma, di fatto, cosa si sa dei rom? Si sa che sono una minoran-za etnico-linguistica - accomunati dall’uso della lingua romanés,anche se i diversi gruppi, Sinti, Manus, Kale, Romanichals, par-lano dialetti con molte differenze -, che include italiani e non ita-liani, cittadini comunitari e non comunitari, cristiani e musul-mani? È noto che i Rom sono un universo di gruppi e personemolto eterogeneo per cultura, classi sociali, attività lavorative, ri-sorse economiche e stili di vita?

Tutti, o quasi, ritengono i Rom nomadi: ma è davvero così?«In Francia, ad esempio, - si legge ancora nell’articolo diGiacomo Costa - il 95% dei 400mila Rom ha la cittadinanza fran-cese e due terzi sono sedentari, mentre gli “irregolari” sarebberocirca 15mila, provenienti soprattutto da Romania e Bulgaria, edunque cittadini UE». In Italia i Rom sono solo circa 130-150mi-la e la metà sono cittadini italiani. Solo una piccola parte, menodell’8%, pratica qualche forma di nomadismo, ma, in realtà, sitratta di spostamenti dovuti a motivi di lavoro o di commercio.In pratica, allora, la gran parte dei rom è nomade solo perché co-stretta dagli sgomberi forzati o dai “rimpatri volontari“!

(1. continua)

ALFABETO SOCIALE

Il Quaderno dei fidanzati

Un “corso” in preparazione al matrimonio cristiano. Incontro dopoincontro, i fidanzati scopriranno quanto Dio ama il loro amore e impa-reranno ad accoglierlo nella loro vita di coppia.

Allegato al testo, l’opuscolo “Il nostro quaderno di appunti”, per cu-stodire pensieri e ricordi: un compagno di viaggio da conservare gelo-samente.

Autori variIl “quaderno” dei fidanzati. Percorso di preparazione al matrimonio in chiesaEdizioni LDC – 2011128 pagine – euro 19,90

Associazioni e movimenti ecclesiali

Gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio2010-2020 “Educare alla vita buona del Vangelo”, evidenziano nella curadella formazione permanente degli adulti e delle famiglie una delle prio-rità affidate alle Diocesi. L’autore di questo libro evidenzia come, all’in-terno della vita ecclesiale, i movimenti e le associazioni, pur nella loro di-versità, diano un significativo apporto in ordine a questo compito educa-tivo. Attraverso una triplice prospettiva – storica, pastorale-catechetica etestimoniale – l’autore dimostra come l’intreccio tra catechesi ed espe-rienza di vita cristiana, presente nei movimenti di spiritualità fin dai pri-mi secoli della Chiesa, ma sviluppatosi con grande vitalità, dopo ilVaticano II, sia stato determinante nella formazione degli adulti.

Il libro è una prima risposta concreta e operativa agli Orientamentidella Conferenza Episcopale Italiana per questo decennio appena inizia-to. Sacerdoti, educatori, catechisti, animatori della pastorale nelleParrocchie e nelle diocesi, possono trovare in queste pagine indicazioniinteressanti e concrete per un percorso condiviso. Il libro è indicato an-che ai membri dei diversi movimenti e associazioni che trovano indica-zioni di collaborazione con la pastorale della chiesa locale, responsabilein ultima istanza del cammino del popolo di Dio.

Giuseppe AlcamoAssociazioni e movimenti ecclesiali. Formazione, catechesi e dinamiche educative. Prefazione di mons. Mariano CrociataEdizioni Paoline – 2011280 pagine – euro 17,00

RECENSIONI

A proposito di sfida educativa

Condividerel’incontrocon Cristodi Teresa Beltrano Ha fatto riflettere o sorridere, lasentenza del tribunale dei Minori diMestre che recentemente hacondannato due ragazzi minorennidi Bassano del Grappa, accusati dirapina ed estorsione nei confronti dialcuni coetanei, ad impegnarsi nelvolontariato, ad andare a messatutte le domeniche, ottenere ottimivoti a scuola e soprattutto a scusarsicon le loro vittime. Una condannarieducativa che ha lo scopo diaiutare a crescere, ma credosoprattutto ad essere accompagnati,affiancati da adulti in questopercorso d’impegno a favore deglialtri. C’è sempre un’essenza dell’adultodietro il disagio di un adolescente. Ilproblema è che non si puòcostringere ad andare a Messa,anche se il fine può essere nobile.Andare a Messa deve diventare unascelta, piuttosto che il frutto di unapunizione. Negli Orientamentipastorali dell’Episcopato italiano peril decennio 2010-2020, il CardinaleBagnasco nella presentazione,sottolinea che educare alla vitabuona del Vangelo «significa, inprimo luogo, farci discepoli delSignore Gesù, il Maestro che noncessa di educare a una umanitànuova e piena. Egli parla sempreall’intelligenza e scalda il cuore dicoloro che si aprono a lui eaccolgono la compagnia dei fratelliper fare esperienza della bellezza delVangelo». Il punto cruciale è il come fare adappassionare i ragazzi a Cristo.Forse non vedono questa passione innoi adulti? Forse parliamo unlinguaggio non comprensibile? Oforse dovremmo semplicemente starloro accanto perché Gesù è giàpresente nella loro vita, più di quelloche possiamo immaginare. Nonpossiamo insegnare la fede, abbiamosolo l’opportunità di condividerel’esperienza dell’incontro con Cristo.Step Up è un film di Anne Fletchercon Channing Tatum. È il primodelle tre pellicole, di cui la terza, StepUp 3, è appena uscita in dvd. Ilprotagonista è un adolescente, TylerGage, senza una famiglia alle spalleche commette qualche bravatainsieme ad altri coetanei.Ambientato nel Bronx quartiere diNew York con una forte criminalità.Tyler Gage dopo un’irruzionenotturna nella Maryland School ofthe Arts, viene condannato alavorare, per alcune ore al giorno,come inserviente nello stessoIstituto. Tyler incontra Nora,ballerina di danza classica che èconcentrata sul saggio finale chepotrà segnare l’inizio di una brillantecarriera. I due hanno modo diconoscersi e di aiutarsi a vicenda.Soprattutto Tyler, grazie alla streetdance, valorizza il suo talento etroverà l’opportunità di dare unnuovo senso alla sua vita e alle sueamicizie.

Speciale Nuova Stagione8 • 27 FEBBRAIO 2011

Ufficiodi PastoraleCarceraria

Umanizzarele carceriConvegno diocesanoal Teatro Mercadanteil 12 marzo

Sabato 12 marzo,alle ore 9.30,presso il Teatro Mercadante, in piazza Municipio, si terrà il convegno diocesano di pastorale carceraria sul tema “Umanizzare le carceri”.Contributo della comunitàCristiana con il musical“A vera libertà”, con i detenuti del carcere di Poggioreale.Musiche del maestroGiuseppe Schirone.Gli inviti per l’ingresso al teatro si possono ritiraregratuitamente pressoil Centro di PastoraleCarceraria in via Santa Sofia 30,il lunedi, martedì, venerdìdalle ore 9 alle ore 12.Domenica 13 marzo: Giornata di preghiera per i carcerati. Alle ore 18.30, in Cattedrale,Celebrazione eucaristicapresieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe.A seguire, incontrodell’Arcivescovocon i detenuti e le lorofamiglie.Per ulteriori informazioni:[email protected]

A Ponticelli il Convegno diocesano della Caritas d

«Senza carità non pos servizio a cura d

«Praticando e vivendo la carità che incarna il nostro esse-re cristiani abbiamo il dovere di richiamare alle proprie re-sponsabilità tutti quelli che non fanno il loro dovere a tutti ilivelli, la Chiesa non può supplire alle mancanze di chi inveceha il dovere di dare risposte concrete ai tanti bisogni che si fan-no sempre più urgenti». Con questo richiamo alla responsa-bilità individuale, l’arcivescovo di Napoli, cardinaleCrescenzio Sepe, ha concluso il convegno diocesano “Farestrada ai poveri senza farsi strada” organizzato dalla Caritasdi Napoli.

Rivolgendosi a volontari, operatori pastorali, parroci,diaconi e decani arrivati da tutta la Diocesi il cardinale havoluto ribadire il suo sostegno e il suo incoraggiamento aquanti, con la loro opera quotidiana e nascosta, spinti dal-l’amore per Cristo, incarnano la Carità nei decanati, parroc-chie e in tanti luoghi aperti alla sofferenza. Nel corso del suointervento, il Pastore ha commentato gli interventi di donLuigi Ciotti e di don Elvio Damoli definendoli «testimonian-ze di vita che hanno centrato in pieno il tema del convegnoperchè tutti siamo sostanziati della carità che deriva dal no-stro essere cristiani, se non fossimo carità, se non agissimo lacarità non ci potremmo dire cristiani».

E per mettere in pratica il comandamento dell’amorenella vita quotidiana, il cardinale ha invitato a uscire, anda-

«Tornare ad esserela Chiesa del grembiule»

L’invito del direttore don Enzo Cozzolino

«Dobbiamo ritornare ad essere tutti, la Chiesa del grembiule, èl’unica strada che ci porta alle sorgenti della nostra regalità è l’u-nica porta che ci introduce nella casa della credibilità». Citandodon Tonino Bello, don Enzo Cozzolino, direttore della Caritasdiocesana ha aperto i lavori del convegno diocesano “Fare stra-da ai poveri senza farsi strada”.

«Obiettivo dell’intervento caritativo – ha detto don Enzo – è ilcambiamento concreto negli stili di vita ordinari dei singoli e del-le comunità». Perchè fare la carità non è da una parte allunga-re la mano per porgere una moneta e dall’altra prenderla senzache gli sguardi si incrocino.

Occorre la capacità di individuare, tra tutte le azioni possibi-li, quelle in grado di collegare emergenza e quotidianità, cioè diintervenire nell’immediato e portare ad un cambiamento nel fu-turo; e scegliere di costruire e proporre percorsi educativi, ingrado di incidere concretamente nella vita delle persone e dellecomunità.

Questo il ruolo della Caritas parrocchiale che attraverso glioperatori del centro d’ascolto ha il compito di raccogliere i biso-gni di quanti chiedono aiuto; il metodo messo a punto è comu-ne e si basa sull’ascolto, l’osservazione, il discernimento e l’ani-mazione.

Fondamentale nella comunità parrocchiale, è diventato do-po il Concilio Vaticano II, ha ricordato il direttore della Caritas,la figura dell’animatore pastorale, colui che «fa perché altri fac-ciano» anzi, «fa per mettere altri nelle condizioni di fare».

Nell’illustrare la sua convinzione, don Enzo Cozzolino, si èlasciato guidare dalle pagine evangeliche che raccontano la pa-rabola del Buon Samaritano soffermandosi sui passaggi più si-gnificativi: «Qualunque cosa avete fatto ad uno di questi mieifratelli piccoli l’avete fatto a me» e su quell’insegnamento fon-dante che è «Amatevi come io vi ho amati».

«Il Servizio nasce da una forte carica spirituale. Noi tutti sia-mo in viaggio come il buon Samaritano, il viaggio della nostra vi-ta, è una grande occasione da non perdere, un viaggio da percor-rere non nell’egoismo, nel pensare a realizzare solo noi stessi»quindi senza farsi strada come richiama il titolo – ma esaltan-do la cultura dell’effimero e dell’edonistico, ma aprendo , spa-lancando gli occhi davanti ai drammi della vita. E a tavola ro-tonda conclusa ha voluto sottolineare con gioia che nel corsodella riflessione tutti i relatori si sono riferiti all’insegnamentodi don Tonino che tanta parte ha nella sua formazione e nel suooperato perchè – «ha spiegato solo se avremo servito saremo cre-duti».

SpecialeNuova Stagione 27 FEBBRAIO 2011 • 9

Per i nomadi nasce“A casa lontanoda casa”Si chiama ‘A casa lontano dacasa’ traduzione italiana dallalingua rom ‘Desh Pradesh’, ed è ilprogetto che Caritas Napoli,sostenuto dall’8x 1000, starealizzando per monitorarepresenza, condizione e bisogni neivari insediamenti di nomadipresenti fra Napoli e provincia. Il progetto prevede la presenza diun camper attrezzato perinterventi sanitari che svolgeràun’azione di informazione eprevenzione delle malattiecoinvolgendo le persone in unacampagna di educazione allatutela della salute e alla cura delladi sé e della propria famiglia,rendendoli protagonisti attivi delmiglioramento delle lorocondizioni di salute.Oltre all’azione di prevenzionesanitaria, il progetto avviato nelgiugno scorso ha già realizzato ilcensimento della popolazione rome sinti presente nel campo nomadiautorizzato di Scampia e harealizzato una mappatura dei variinsediamenti presenti sulterritorio diocesano in modo daconoscere la reale entità dellecomunità Rom, Sinti eCamminante presenti a Napoli eprovincia. Il monitoraggio hapermesso soprattutto di entrare inrelazione con le persone che fannoparte della comunità, di stabilireun contatto e di conoscere le lororeali condizioni di vita in modo dapoter individuare interventi dicarattere educativo, relazionale, discolarizzazione e di inclusionesociale.Desh Pradesh prevede anche unaforma sperimentale di inclusionelavorativa per tre rom cheusufruiscono di una borsa lavoroin modo da potersi emanciparedalle difficoltà e migliorare le lorocondizioni di vita. Il progetto è ilrisultato degli interventi messi apunto dal Tavolo Nazionale Rompromosso da Caritas Italiana cheha invitato le dodici diocesiitaliane dove più forte è lapresenza dei nomadi. DeshPradesh è realizzato incollaborazione con l’associazioneIl Pioppo, l’associazione Iniziativesociali A.I.S. Seguimi, laCooperativa Ambiente Solidale,Femir Salus srl.

dal tema “Fare strada ai poveri senza farsi strada”

ssiamo dirci cristiani» i Laura Guerra

re nelle strade, a bussare alle porte dei palazzi come dei bas-si ricordando che è povero non solo chi ha un bisogno ma-teriale ma anche chi soffre di solitudine, di depressione, chidipende da abitudini sbagliate, da sostanze dannose, da vi-zi distruttivi della dignità.

«Fare la carità - ha sottolineato il cardinale - come han-no detto sia don Luigi Ciotti che don Elvio Damoli - non si-gnifica fare l’elemosina che è un dare girando lo sguardo dal-l’altra parte, ma entrare in relazione con l’altro, entrare in con-tatto, offrire aiuto per conoscersi e percorrere insieme i passiper la promozione di chi ha bisogno e l’arricchimento di chitende la mano».

Al centro dell’intervento caritativo si pone dunque la re-lazione ed infatti concludendo il suo intervento, l’arcivesco-vo ha voluto “provocatoriamente” chiedersi e chiedere chidi noi non è povero? Chi non ha bisogno degli altri e questo«dobbiamo tenere a mente quando facciamo i nostri gestidi carità, nessuno può dire io non ha bisogno di te e questoè il principio che ci deve guidare quando organizziamo laCaritas diocesana, decanale, parrocchiale, familiare».

«Dunque – ha concluso Sepe – andate avanti per i vicoli, ibassi, bussate e portate la bellezza, la grazia e il volto lumino-so e bello di Dio, perchè più apriamo le porte alla Carità più ciavviciniamo a Dio stesso».

Che cosa vuol dire fare la carità ogginella città di Napoli? E qual’è il giusto at-teggiamento caritativo. Queste domandesono state al centro del convegno diocesa-no “Fare strada ai poveri senza farsi stra-da” organizzato dalla Caritas diocesana diNapoli.

I lavori, che si sono svolti nella parroc-chia dei Santi Pietro e Paolo a Ponticelli,sono stati aperti dal direttore della Caritasdon Enzo Cozzolino che, alla presenza delcardinale Sepe ne ha discusso di caritàcontemporanea insieme a don LuigiCiotti, fondatore del Gruppo Abele e pre-sidente nazionale di Libera, a don ToninoPalmese direttore dell’ ufficio diocesanoPastorale del Lavoro e a don Elvio Damoli,già direttore della Caritas nazionale.

Filo conduttore della discussione, chesi è svolta in una sala gremita di parroci,volontari ed operatori pastorali che pre-stano servizio a chi ha bisogno, gli inter-rogativi legati alla carità fra le urgenze dioggi.

«Obiettivo principale del nostro operareè partire dai bisogni, risorse, emergenze -sottolinea don Enzo Cozzolino, direttoredella Caritas diocesana di Napoli nell’a-prire l’incontro - non solo per offrire un ser-vizio ai poveri ma soprattutto per realizzarepercorsi educativi finalizzati al cambia-mento concreto negli stili di vita ordinari disingoli e comunità sia in ambito ecclesialeche civile»

«Che non sia elemosina - dice l’arcive-scovo di Napoli - ma che si incarni sul ter-ritorio. Che il povero diventi persona concui condividere e non oggetto delle nostracommiserazione». Con la raccomandazio-ne di «uscire dai palazzi, andare oltre i no-stri egoismi e personalismi, imparando adamare l’altro. Quando portiamo un piattocaldo o un aiuto - dice il Pastore - non di-mentichiamo una parola di ascolto, nellapiena reciprocità».

Sulla stessa lunghezza d’onda donTonino Palmese, referente regionale diLibera e direttore dell’Ufficio di pastoraledel lavoro «la carità va organizzata affinchénon si trasformi in elemosina e nemmeno

in delega. Attenzione - avverte don Tonino -la Chiesa non deve sostituirsi alleIstituzioni che devono fare la loro parte enon sentirsi deresponsabilizzate dall’impe-gno dei tanti che lavorano in ambito eccle-siale».

Una carità - per don Luigi Ciotti - chenon può esserci senza giustizia.«Teniamoci stretti gli ultimi, gli indifesi, ipoveri», è l’appello del sacerdote che del-l’apostolato di strada ha fatto una testimo-nianza continua. «Alimentando la speran-za che non si arrende con rabbia e coraggio.La rabbia che è segno di amore verso i pove-ri ed il coraggio di cui tutti siamo chiamatia rispondere alla nostra coscienza. Ognuno- dice Ciotti - ha le sue responsabilità. Sonostanco di parlare di educazione alla legalità,dobbiamo parlare di corresponsabilità.Ognuno deve agire perché ci sia più giusti-zia, ognuno ha il dovere di denunciare l’as-senza delle istituzioni rispetto alla forte sof-ferenza in cui versano i servizi sociali per iquali si tagliano continuamente le risorse».«Chi ha ruoli di governo - ha detto ancora

Ciotti - ha la responsabilità di fare scelte dipolitiche pubbliche che ci mettano in con-dizione di garantire i servizi alle persone piùdeboli» . Condivide don Elvio Damoli, cheha svolto la seconda relazione della matti-nata. Ricorda Giovanni Paolo II e il suomonito a Napoli nel ’90: «Organizzare lasperanza». Don Elvio ribadisce «organiz-zare la carità». «Ma con l’ascolto del cuore.Senza programmare. Il cuore o ama oppu-re non si può comandare ad un cuore diamare - dice il sacerdote - così è per la ca-rità, la forma più alta d’amore. E chi amanon delega. Se la Chiesa ama i poveri, lavaloro i piedi non paga un lavapiedi per farlo».

Il confronto si è concluso con la proie-zione di un video prodotto dalla Caritasdella parrocchia di San Castrese aMarano, presentato da Giancamillo Trani,vicedirettore della Caritas diocesana diNapoli che ha illustrato ai partecipanti lemodalità per prenotare i corsi di forma-zione tenuti dal Laboratorio di formazio-ne della Caritas ed utili per organizzare laCaritas parrocchiale.

«Condividere con i poveri»

Nuova Stagione10 • 27 FEBBRAIO 2011 Cultura

Moriva un anno fa padre Luigi Castello, sacerdote generoso, intelligente e preparato

Un attestato di riconoscenzadi Luigi Mucerino

Si è chiuso un anno che padre Luigi Castello è andato via da noi econtinua ancora ad esserci.

“Sembra ieri”! L’espressione così ricorrente sfiora la banalità deiluoghi comuni, eppure contiene una sua carica significativa. In questomomento l’espressione vuol dire che padre Luigi è così spontaneamen-te vivo che non è passato oltre, e lo avvertiamo tuttora in relazione conil nostro mondo. Il suo volto sensibile continua a comunicare e il suotipico modo di atteggiarsi si ripropone con leggerezza, com’è leggerochi non fa centro su di sé, si rivolge agli altri, libero dalle superficialitàcui diamo sempre peso.

“Sembra ieri”, dunque, è un omaggio alla memoria e un atte-stato di riconoscenza. Che egli sia vivo lo hanno avvertito e rievo-cato in cento e cento persone: è la folta schiera dei pellegrini che atappe lungo l’arco dell’anno si sono portati a Medjugorje, meta ecammino mariano cui il nostro docente di vita spirituale tenevamolto come all’altra parte, quella vissuta, rispetto alle lezioni di in-segnamento teologico-spirituale presso gli Istituti di ScienzeReligiose o presso la Facoltà Teologica. Senza dire della genuinadevozione alla Madonna, che da sempre pervadeva il suo cuore, eche egli diffondeva con gesto spontaneo e con formula tradiziona-le. Chi può dissentire che padre Luigi rivelasse tante volte dentroe fuori di sé un cuore di fanciullo?

Della sua presenza e della sua mancanza, si è reso conto il gran nu-mero di studenti che confluivano nelle aule delle sue lezioni di Teologiamorale e che si rivolgevano a lui per le ricerche conclusive in vista deltitolo di magistero, di baccalaureato, di licenza.

Non è semplice monitorare date, luoghi e nomi di quanti egli ha ac-compagnato lungo i sentieri di elaborazione culturale e di maturazio-ne teologica. È uno spettro tematico notevole, che vale come un testinequivocabile di interessi di pensiero e di dedizione permanente. Èpassato per le nostre mani la pila imponente dei lavori di tesi, atti a do-cumentare il suo servizio di carità intellettuale.

Con passo diretto sembra che egli dal banco di alunno, senza attra-versare nessuna zona intermedia, sia passato alla cattedra, per la sti-ma che suscitava e la prepazione di cui era provvisto.

E non pare che il prof. Castiello rimanesse in posizione esterna aquanto trasmetteva, giacché per intrinseca coerenza si identificava

con quello che insegnava, in una convergenza di intelligenza e di amo-re, di ragione e di esperienza di fede.

Dotato di intelligenza emotiva, come precisano le scienze umaneoggi, lo spirito di partecipazione e la risonanza interiore fecero il ca-rattere distintivo del suo servizi della parola ovvero di insegnamento edi comunicazione.

Spontaneità espressiva e maturità teologica, senso di condivisionee coscienza viva di Dio presente con il suo Spirito: con il dono della sin-tesi egli per lunghi anni è stato non meno animatore di gruppi, guidadi singoli, ricorrente maestro di comunità consacrate.

Con diversità di linguaggio e identità di prospettiva evangelica, hasaputo mettersi al passo di tante anime, indirizzando ognuno per lasua via all’unica meta di Dio. Fu in lui sempre desta la coscienza dellasua mediazione in persona Christi e in persona Ecclesiae. Coscienzache impresse al suo cammino coerenza e unità.

Di un santo in modo speciale egli riportò la spiritualità cioè di S.Francesco, dalla cui scuola non si staccò mai e di cui fu interprete conla semplicità di sé, la simpatia verso le creature e il fervore verso ilCrocifisso, come si può ricavare anche dal suo studio pubblicato annifa intorno a “Il mistero trinitario e pasquale di Cristo”.

Eppure, al di là di quanto si possa intravedere dal contesto di vi-ta, padre Luigi non ha mai intrattenuto un facile rapporto con sestesso, libero dall’urto del dubbio e dall’ansia della profonda ricer-ca di se stesso. D’altronde la storia ammonisce che più si è spiritual-mente dotati e più siamo toccati dalla trepidazione interiore.Fedeltà e creatività, carisma e istituzione sono in rapporto proble-matico teorico e formano un binomio esistenziale che lo tenne in vi-gile tensione di equilibrio. A integrazione della sua scelta professio-nale di docente e di animatore spirituale di persone e gruppi, padreLuigi ha pure coltivato la prassi pastorale svolgendo il ministeroparrocchiale come collaboratore e come responsabile in prima per-sona. Faibano di Marigliano non può dimenticare la sua attività co-sì ben costruita.

E proprio a Faibano egli è finito un anno fa, per incominciare sen-za tempo altrove, in Cielo. Un passaggio incisivo. Venne di notte ed im-provvisamente la morte, quasi per coprire il tradimento di cui tutti ab-biamo risentito.

APPUNTAMENTI

Parrocchia SS. Crocifissoe Santa Rita

In preparazione alla visita delCardinale Sepe di domenica 6marzo, con celebrazione eucari-stica alle ore 12, Mons. GennaroMatino, Vicario Episcopale perle Comunicazioni, venerdì 4marzo alle ore 19, presenterà laLettera Pastorale: “Non chiudetele porte alla speranza”,

Piccole Ancelle di Cristo ReLectura Patrum Neapolitana

È in corso di svolgimento,presso l’Istituto delle PiccoleAncelle di Cristo Re, in vico delleFate a Foria 11, il nuovo ciclo del-le lezioni di “Lectura patrumneapolitana”, giunto quest’annoalla trentunesima edizione.

Sabato 7 marzo 2011:Roberto Palla, Ordinario diLetteratura Cristiana Anticanell’Università di Macerata leg-gerà “Epigrammi di Paolino” acura di A. Schuller e A. Isola (PoetiCristiani 8), Pisa, Ets, 2010.

Seminario ArcivescovileGli itinerari vocazionali del

Seminario Arcivescovile diNapoli, in viale Colli Aminei, siarticolano su tre gruppi. GruppoNazareth, dai 12 ai 14 anni,“Costruiamo con Gesù. Mattonesu mattone lavoriamo insiemecol Maestro”. Gruppo Betania,dai 14 ai 17 anni, “Testimoni diuna vita ‘Altra’. Alla scoperta del-l’opera d’arte che è in noi”.Gruppo Emmaus, dai 18 anni insu, “Pietro: una terra che diventaroccia. Il cammino di un uomoche si è fatto plasmare dal cristo”.

I gruppi camminano con le“Domeniche in Seminario”.Prossimi incontri mensili, dalleore 9 alle 16.30: 13 marzo; 10aprile.

Centro Missionario “Sulle orme di Gesù: dal

gruppo virtuale alla comunitàcon i poveri”. Proposta deiGiovani di Impegno Missionarioper un cammino di responsabi-lità. L’itinerario ha come obietti-vo l’approfondimeno del cammi-no di fede in Cristo e di formazio-ne missionaria e si rivolge ai gio-vani dai 17 ai 30 anni in ricerca diuna personale scelta di vita. Sisvolge attraverso un incontromensile con un programma dicatechesi e di testimonianze mis-sionarie, al Centro MissionarioDiocesano, in via dei Tribunali188, presso la chiesa di SantaMaria del Rifugio. La giornatainizia alle ore 9.30 e finisce con laCelebrazione eucaristica alle ore18. Prossimo appuntamento do-menica 13 marzo: “Non arric-chirti!” (Mt 5, 20. 6, 19-34).

Per ulteriori informazioni:suor Daniela Serafin(347.19.88.202) o LorenzaBiasco (340.595.85.01).

Giubileo: chiese riaperte per Napoli Crescenzio Card. Sepe *

Tutte le chiese aperte, a servizio della col-lettività. E’ l’iniziativa che la Chiesa diNapoli mette in campo nel segno delGiubileo, alla vigilia del mese che il pro-gramma di quest’anno giubilare dedica allacultura.

Mettiamo a disposizione di tutti, infatti,numerose chiese e strutture ecclesiastiche e,per questo, lanciamo un appello a quanti so-no interessati a proporre un progetto di uti-lizzo in ambito culturale e sociale, innestan-do un processo virtuoso anche sul piano del-la vivibilità e dell’economia del territorio.

La Chiesa fa la sua parte, conferendoconcretezza all’evento giubilare volto al ri-sveglio delle coscienze e al riscatto comples-sivo della comunità. Offre, difatti, quello cheha. Si tratta certamente di edifici che neces-sitano di ristrutturazioni, a volte solo di fac-ciata, a volte più radicali. È necessario trova-re, a tale scopo, degli sponsor disponibili, fa-cendo conoscere l’iniziativa in tutta Italia emagari anche all’estero. Si può adottare unsingolo monumento o un’intera chiesa in di-suso. La struttura, quasi sempre di partico-lare pregio e valore storico-artistico, può es-sere destinata alla fruibilità turistica comead una finalità sociale, formativa, culturale,espositiva, comunque non antitetica alla suaoriginaria natura e utile alle attuali necessitàdella gente e della comunità.

Si converrà che si tratta di una vera no-vità che può nascere dalla coalizione, dall’al-leanza e dalla sinergia, come del resto si pro-pone il Giubileo, tra la Chiesa di Napoli, pro-prietaria degli immobili, gli sponsor interes-sati al restauro e gli affidatari che si rende-ranno affidabili attraverso la presentazionedi un progetto valido. Da questo incontro divolontà e di obiettivi può partire, come risul-ta evidente, la rivitalizzazione del tessuto ur-bano in un territorio da lungo tempo presso-ché abbandonato al suo destino.

Proviamo ad immaginare: cosa potrà di-

ventare la zona dei Decumani se una costel-lazione di imprese e di associazioni venissead abitarla e ad animarla con attività artigia-nali, culturali, musicali, commerciali, ri-creative? E’ un esempio, ma ne potremmofare tanti altri e riferirli non solo alla città eal suo centro storico, ma a tutto il territoriometropolitano e diocesano. Senza dire chein questo modo si aprirebbero numerosicantieri in grado di dare lavoro a molti ope-rai, con un notevole indotto per l’economiagenerale della città, che, resa più bella e sicu-ra, attirerebbe a sua volta maggiori flussi divisitatori che quasi sempre evitano di fer-marsi a Napoli e preferiscono le più tran-quille zone della costiera.

E’ una iniziativa di servizio e di comunio-ne, come si vede, che certamente incontreràla sensibilità e l’approvazione anche dellaSoprintendenza che non farà mancare la suailluminante guida tecnica, come ha fatto neigiorni scorsi per la Chiesa Cattedrale, dovec’è stato un insolito spettacolo, proprio nel-lo spirito del Giubileo. Numerose maestran-ze di restauratori, rispondendo all’appellodella Soprintendente dott.ssa Mochi Onori,hanno messo a disposizione gratuitamentela loro professionalità e, per tre giorni, qua-

ranta tecnici – in camice bianco e con il coor-dinamento appassionato della dott.ssaLaura Giusti – hanno popolato le navate del-la Cattedrale, riportando al loro anticosplendore statue, altari, monumenti. Una si-gnificativa metafora per la nostra città, chein questo periodo del Giubileo aspetta di es-sere restituita alla sua dignità, alla sua origi-naria bellezza.

Ma va anche detto, con gratitudine e congioia, che il gesto disinteressato dei restau-ratori ha provocato un contagio positivo.Molti hanno chiesto di esserci, di partecipa-re al riscatto della città. Come in una gara,ognuno vuole rendersi utile alla causa co-mune. Va diffondendosi, in realtà, la consa-pevolezza che Napoli non può farcela senzala partecipazione di tutti. Un nuovo senso diresponsabilità, un intimo bisogno di contri-buire alla crescita del vissuto sociale.

Forti della esperienza fatta in questi gior-ni, dunque, mettiamo a disposizione tantechiese attualmente non aperte, per dare aNapoli una nuova chance concreta, duttile,molto promettente. Sarà un ulteriore segna-le incoraggiante della fecondità delGiubileo.

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

Nuova Stagione 27 FEBBRAIO 2011 • 11Primo Piano Città

Obiettivo principale del progetto è l’assunzione da parte delle fa-miglie e delle parrocchie napoletane di un ruolo guida nella diffu-sione di stili di vita responsabili e coerenti con l’invito alla sobrietàe all’attenzione verso i poveri, contenuto peculiare del messaggiocristiano.

Il progetto permetterà anche di avere un quadro chiaro delleinefficienze e dei possibili cambiamenti attuabili per un uso più in-telligente dell’energia e dei beni di consumo, offrendo un’analisi suun campione significativo su scala nazionale e locale, utile ancheper gli Enti e le Amministrazioni che hanno competenza nella ge-stione del territorio e nella pianificazione dei servizi.

Gli obiettivi ed i caratteri del progetto sono:– Sensibilizzazione sulle questioni ambientali e responsabilizza-

zione per un uso intelligente delle risorse naturali– Realizzazione di iniziative pratiche per il miglioramento dell’ef-

ficienza energetica, per l’uso di energie pulite e rinnovabili, perla riduzione e il riciclaggio dei rifiuti, per la riduzione del pro-prio impatto nei trasporti e nei consumi

– Proposta al largo pubblico delle azioni messe in pratica– Indagine sul livello di informazione esistente e sulla disponibi-

lità al cambiamento degli stili di vita – Le informazioni di base che verranno richieste riguardano, at-

traverso un Diario dei consumi:– Informazioni generali sul nucleo familiare (componenti, età, at-

tività, ecc.)– Informazioni sulla casa (tipologia edilizia, esposizione, dimen-

sioni, infissi, isolamento, ecc.)– Informazioni sulle dotazioni tecniche (tipo di riscaldamento, il-

luminazione, elettrodomestici con relativa classe di efficienzaenergetica, altre apparecchiature)

– Dati delle bollette energetiche (elettricità, gas, carburanti, altro)– Abitudini alimentari e orientamenti sugli acquisti– Altri consumi (vestiario, libri e riviste, cosmetici, elettronica,

ecc.)– Trasporto quotidiano/vacanze: km percorsi, mezzi utilizzati (ca-

ratteristiche)– Rifiuti: produzione/smaltimento

In tutte le fasi del progetto le famiglie saranno affiancate da operato-ri volontari debitamente formati, e per la realizzazione di iniziative dimiglioramento a carattere tecnico (pannelli solari, interventi sull’abita-zione, ecc.) avranno il supporto diretto (telefono – e.mail – posta ordina-ria) di tecnici che li assisteranno anche nell’eventuale richiesta di incen-tivi pubblici.

L’elaborazione dei dati raccolti e l’analisi dei cambiamenti indottisulle strutture, sui consumi e sui comportamenti condurranno alla re-dazione di un vero e proprio bilancio degli effetti concreti del proget-to, attraverso il ricalcolo finale dell’impronta ecologica, al fine di dimo-strare la praticabilità e l’importanza di cambiamenti, anche piccoli ne-gli stili di vita. A supporto dell’opera di sensibilizzazione verrà diffusoun “manuale di buone pratiche”, anche al di fuori delle famiglie coin-volte direttamente nel progetto. Il sostegno è delle Fondazioni Cariploe Banco Napoli.

Gli obiettivi da raggiungereL’iniziativa è proposta dall’Associazione culturale Greenaccord ed è portata avanti dagli Uffici diocesani della Salvaguardia del Creato e della Famiglia, con la consulenza scientifica del Wwf

Al via il progetto di educazione ambientale della Diocesi,“Impronta ecologica”, inserito nel Giubileo per Napoli

Impariamo a custodire i beni del creatoOltre cento famiglie si impegnano per un anno a stilare un Diario, allo scopo di annotare

i propri consumi e di modificare le loro abitudini rispetto ai consumi energetici, alla raccolta differenziata, all’utilizzo dei trasporti e alla spesa alimentare

di Elena Scarici

«Bisogna salvare Napoli dall’abbru-timento ed essere protagonisti di buo-ne pratiche per restituire ai cittadiniuna città guarita». È l’invito che ha ri-volto il cardinale Sepe per la Giornatadell’Ambiente nell’ambito del Giubileoper Napoli che a febbraio è dedicato al-la cura della salute e dell’ambiente. Perl’occasione l’arcivescovo ha consegna-to il mandato a oltre cento famiglie na-poletane che hanno aderitoall’Impronta ecologica, un proget-to pilota di educazione ambien-tale, proposto dall’associazio-ne nazionale Greenaccord esostenuto dalle FondazioniCariplo e Banco di Napoli,con la consulenza tecnica delWwf. Le famiglie si impegna-no per un anno a stilare unDiario, allo scopo di annota-re i propri consumi e di modi-ficare le loro abitudini rispet-to ai consumi energetici, allaraccolta differenziata, all’utiliz-zo dei trasporti e alla spesa ali-mentare.

A loro Sepe ha consegnato simbo-licamente il kit contenente il Diario deiconsumi, il Diario dei rifiuti cinquesacchetti di plastica per la raccolta dif-ferenziata e il manuale per la compila-zione, oltre ai prodotti provenienti dal-le terre confiscate alle mafie.L’incontro è stato introdotto dal vicarioepiscopale per il laicato don RaffaelePonte ed è stato guidato da don ToninoPalmese, direttore dell’Ufficio per lasalvaguardia del creato che si è augura-to «che dall’impronta possa nascere

una carezza per la città». «Noi siamo chiamati ad ammini-

strare i beni del creato – ha proseguitol’arcivescovo – e non a sfruttarli ancheperchè non sono nostri. Questo proget-to rappresenta per noi un supplemento

di impe-

gno adifesa dell’ambiente affinché possiamocustodire il bello che Dio ci ha donato,soprattutto a Napoli, non dimentican-do di passare successivamente daun’impronta ecologica ad una antropo-logica che tenga cioè conto dell’ecolo-gia umana. A noi è richiesta una solida-rietà globale, soprattutto rispetto alleviolenze, agli egoismi, in un mondo do-

ve chi è povero lo è sempre di più».Presente il questore Santi Giuffrè:

«Napoli è una della città più belle nellequali ho lavorato, fatta di gente per be-ne, che ha bisogno di un risveglio dellecoscienze. Il Giubileo è un’esperienzaforte per questa città da cui bisognatrarre speranza» Alfonso Cauteruccio,presidente dell’associazione culturaleGreenaccord che promuove la salva-

guardia del creato, basandosi suiprincipi del magistero del Papa e

dei Vescovi, ha ricordato comeoggi sia importante non trala-sciare nessun aspetto delle no-stre abitudini, facendo atten-zione, perchè da ogni com-portamento sbagliato può na-scere un danno alla natura.

Andrea Masullo presiden-te e coordinatore scientificodi Greenaccord ha illustrato i

dettagli del progetto, ricordan-do come l’idea nasca dalla ne-

cessità di adottare stili di vita so-stenibili.

Presenti anche i rappresentatidelle diverse forze impegnate per la di-

fesa dell’Ambiente: Antonio Episcopo(Arpac), Mario Cinque, (Carabinieri),Fernando Fuschetti, (Corpo forestaledello Stato), Franco Bianco, presiden-te Scuola regionale della ProtezioneCivile, che tutti insieme si sono impe-gnati a promuovere un’opera di forma-zione, educazione e prevenzione sui te-mi dell’ambiente nelle parrocchie, conil coordinamento della Scuola diProtezione Civile.

Incontroinformativoil 2 marzoMercoledì 2 marzo, alle ore17,30, presso la CuriaArcivescovile, si terrà unincontro informativo con lefamiglie che aderiscono alprogetto “Impronta ecologica”. Andrea Masullo, responsabilescientifico del progetto stesso,illustrerà da un punto di vistatecnico le modalità dipartecipazione. Alle famiglie partecipanti èstato consegnato un kit (ilDiario dei consumi)comprendente un Quadernodegli acquisti, un Passaportodi ingresso e un Diario deirifiuti, più cinque sacchetti peri rifiuti in materialebiodegradabile. Adaccompagnare il materiale unlibretto che spiega in sintesi ilprogetto, contenente leistruzioni per la compilazionedel Diario e del Quaderno. Il Quaderno degli acquisti –ciascuno contrassegnato,come il resto del materiale, daun codice identificativo dellafamiglia - dovrà esserecompilato per un mese,annotando gli acquisti dialimentari, di capi diabbigliamento e di altre merci,come libri e riviste, prodottiper l’igiene e altro. SulQuaderno verranno segnalatianche gli spostamenti, sia conmezzi pubblici che con mezziprivati. Il Passaporto riguarda lecaratteristichedell’appartamento in cui lafamiglia partecipante abita:metri quadrati, eventualegiardino, tipologia di palazzoper gli edifici plurifamiliari. Inesso vanno poi annotati i datiriguardanti l’impianto diriscaldamento, il tipo discaldabagno, la dotazione dielettrodomestici e le principalifasce orarie di utilizzo, iconsumi energetici (energiaelettrica, gas, gasolio, ecc.) ealtro. Il Diario dei rifiuti invece serveper descrivere la modalitàordinaria di gestione dei rifiutiin zona, la presenza o menodella raccolta differenziata e lacapacità di seguirne o meno leregole in maniera precisa. Nel corso dell’incontro AndreaMasullo spiegherà airappresentanti delle famiglieche aderiscono al progettocome utilizzare praticamente ilmateriale. A metà marzo sipartirà con la compilazione delDiario dei consumi,. nel corsodella quale le famiglie sarannosupportate, per ogni eventualedubbio o curiosità, da un Callcenter appositamentepredisposto il cui numeroverrà fornito durante lariunione.

Eloisa Crocco

Nuova Stagione12 • 27 FEBBRAIO 2011 Città

Nuovasede per la CroceRossaLa Croce Rossa Italiana avràuna nuova sede nel Comunedi Cercola. Strategico perposizione, infatti il comune sitrova in un’area considerata arischio per la presenza delVesuvio. Il nuovo centro puòcontare al momento su 26volontari che svolgeranno laloro opera nell’ambito delleattività di protezione civile esocio-assistenziali oltre chenel campo abituale delleemergenze sanitarie. «La nuova sede cri di Cercolaha detto Stefania Pisciotta subCommissario del ComitatoCRI Campania - rappresentaun evento per tutta lacittadina e i suoi abitanti; ed èun’occasione importante, perun’associazioneinternazionale quale la CroceRossa, per poter usufruire diuno spazio così ampio - qualequello rappresentato da unodei Comuni più importantidell’area vesuviana - perdiffondere, impregnandone iltessuto sociale, i suoiindelebili principi.La cittadinanza sa che in ognimomento potrà contare sullavolontà e il lavoro intenso ditanti volontari che dopo averseguito un corso iniziale dipreparazione metteranno adisposizione tutte le proprieenergie solo e soltanto per ilbene della comunità stessa:dall’intervento in caso diemergenza alle attività afavore delle fasce più deboli, cisarà sempre un operatore CRIpronto a scendere in campo ea lavorare».

Sport automobilistico,sabato 26 febbraio presso

l’Aci Napoli,un corso per il rilasciodelle prime licenze Csai

Guidarein sicurezza

Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù dei Frati Minori - Biblioteca Sant’Antonio Afragola - Ordine Francescano Secolare

Libri e parole sul sofà di Sant’AntonioA marzo la seconda edizione degli incontri culturali presso la Basilica del Santo ad Afragola

La delegazione provin-ciale Csai (Commissionesportiva automobilistica ita-liana) dell’Aci Napoli indiceun corso per il rilascio delleprime licenze Aci-Csai perpiloti e navigatori, aperto asoggetti con più di 16 annid’età ed in possesso di paten-te di guida.

L’obiettivo è quello diconsentire a chi fa il suo pri-mo ingresso nel mondo del-l’automobilismo di avvici-narsi a questo sport all’inse-gna della sicurezza, della re-sponsabilità e del massimorispetto dei regolamenti.

Saranno, quindi, illustra-ti ai “neo licenziati” il ruolodella Commissione sportivaautomobilistica italiana at-traverso la quale l’Aci eserci-ta il potere sportivo nel no-stro Paese, il significato dellebandiere utilizzate durantele gare, l’importanza dellapreparazione atletica, le nor-

me antidoping e le principalidisposizioni che regolano lediverse fasi delle competizio-ni motoristiche.

Durante il corso di forma-zione, che è tenuto da pilotied ufficiali di gara dellaFederazione sportiva Aci-Csai, saranno esposti, me-diante l’ausilio di supportimultimediali, anche i princi-pali elementi di tecnica diguida: dalla corretta posizio-ne da tenere al volante all’im-postazione della traiettoriain curva, dall’uso dei disposi-tivi di sicurezza agli spazi difrenata.

Il corso per il rilascio del-le prime licenze Aci-Csai siterrà sabato 26 febbraio alleore 10 presso la sededell’Automobile Club Napoliin piazzale Tecchio 49/d. Perparteciparvi basta contatta-re il numero telefonico081.725.38.32 (h.9.00-14.00;15.30-17.00).

Incontro AmciNel quadro degli impegni dell’anno sociale 2010-2011, i

Medici Cattolici della Sezione San Luca di Napoli, con il coin-volgimento degli aderenti all’Amci di tutta la Campania, do-menica 27 febbraio, si riuniranno alle 10 presso la Casa diesercizi spirituali S. Ignazio, sita in Napoli in via S. Ignazio diLoyola n° 51, per discutere sul tema “ Gli anziani al centro”Campagna “A casa è meglio” - Il movimento è vita, col se-guente programma:

Ore 10.00: partecipazione alla S. Messa celebrata dall’assi-stente spirituale Padre Vincenzo Pezzimenti S.J. Ore 11.00 ini-zio del convegno.

Relatori: Angelo Argenzio - Direttore emerito U.O.C.Ortopedia dell’ospedale Loreto Mare- Napoli AntonioMattone - Comunità di Sant’Egidio. Presiede i lavori: PAldoBova Presidente Amci San Luca, Vice Presidente naziona-le Amci.

Gli anziani, grazie a Dio, aumentano. Gli uomini arriva-no mediamente a 78 anni, le donne a 84 anni. Costituiscono,comunque, una parte fragile della nostra popolazione, spe-cialmente quando sono in condizione di povertà e quandosono ammalati. A loro, che hanno vissuto una vita intera ,dando tanto alla famiglia ed alla società, bisogna dare at-tenzione, amorevolezza e risorse.

Per questo l’Amci desidera porli al centro dell’attenzione,affinché si trovino le strade per stare loro vicino nel mi-gliore dei modi possibili.

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Nuova Stagione 27 FEBBRAIO 2011 • 13Città

“Dove”, la bussola per i senza dimoraPresentata la guida realizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, giunta alla sua quinta edizione

di Rosanna Borzillo

Cresce il numero dei poveri: cassintegrati, senza lavoro, immi-grati. La fotografia appare sempre più composita: non più soltantoi senza dimora ma chi con affitti o mutui alti da pagare cerca aiutoper pagare una bolletta o va a caccia di un pasto caldo per far qua-drare i conti. La rilevazione di febbraio 2011, compiuta dallaComunità di Sant’Egidio durante la distribuzione quotidiana deipasti, rileva circa 650 senza dimora, 180 in più rispetto ad un annofa, un aumento del 28%. Per loro è stata presentata, giovedì 17 feb-braio, la guida “Dove” alla sua quinta edizione, realizzata con il con-tributo del Centro di servizio per il volontariato. «Una bussola perorientarsi – dice Antonio Mattone della Comunità – che elenca e pre-senta i luoghi di una Napoli migliore. Un aiuto alla sopravvivenza».Location insolita per la presentazione, Palazzo Reale, sede dellaFondazione “Premio Napoli” «Perché vogliamo ripartire dalla cultu-ra per umanizzare la città», aggiunge Bendetta Ferone, responsabileservizio senza-dimora della Comunità - la povertà cresce, ma comepolvere si cerca di nasconderla sotto il tappeto, perché i poveri intac-cano la nostra sicurezza e rovinano il decoro della città».

La Comunità di Sant’Egidio raggiunge oltre 700 senza dimora asettimana per un totale di quasi 1.000 pasti distribuiti nelle zone delcentro e nelle periferie. Non solo un panino, ma un pasto completodove non manca la frutta, il dolce, l’acqua e qualcosa di caldo. «Mac’è di più - continua la Ferone - è l’appuntamento che aspetti per in-contrare l’amico, colui a cui sai di poter chiedere senza vergogna. Lastrada diventa l’inizio dell’orientamento ai servizi, della presa in cari-co, dell’accompagnamento perchè da soli tutto sembra insormontabi-le». Ecco perché “Dove” viene distribuita in 5000 copie e in ogni luo-go dove ci sono i senza dimora, i dormitori, i centri di accoglienza,le parrocchie, le associazioni.

Quest’anno altre novità: una dimensione sempre meno cittadi-na e sempre più regionale: 120 pagine, più indirizzi, più servizi.Poi, lo schema della presenza per strada dei gruppi con orari e luo-ghi delle distribuzioni e l’elenco con i recapiti delle associazioni,dove ottenere gli assegni sociali, i bonus sulle utenze, l’orienta-mento, i centri di formazione e le agenzie interinali. Nel 2010 rag-giunti due risultati importanti: l’istallazione ed apertura di 17 nuo-ve fontanelle di acqua pubblica, in tanti luoghi della città e la sot-toscrizione di un protocollo d’intesa con l’Assessorato ai cimiteridel Comune di Napoli per la sosta in un luogo di culto con la pos-sibilità di celebrare le esequie agli indigenti. Ma la Comunità diSant’Egidio punta soprattutto ad implementare la residenza ana-grafica come strumento di accesso all’identità e ai diritti legati al-la residenza. Proprio su questa scia nasce l’intesa con“Videometrò”. Da lunedì scorso, nella metropolitana collinare unvideo “Cogito ergo Sud”, che racconta a tutti i passeggeri quantosia importante non smarrire il senso della propria identità e rispet-tare quella di ciascuno. Nel nome di Alfredo Renzi, un senza dimo-ra morto dieci anni fa a Napoli. Per questo la Comunità diSant’Egidio si batte perché tutti i senza dimora possano recupera-re l’identità. È per questo che è stata istituita una legge nazionale,poi recepita dai Comuni, a Roma nel 2002, a Napoli nel 2003, pergarantire la cosiddetta “residenza anagrafica”, cioè la possibilitàdi avere una residenza pur non avendo casa. Perchè chi perde lacasa, con essa perde anche l’identità: che si concretizza nel non po-ter avere l’assistenza sanitaria, non poter recepire pensione, nonpoter votare... in definitiva non esistere per lo Stato, quindi non es-ser titolare di diritti. Il video in metrò spiega questo. A tutti i na-poletani.

Pernon dimenticareLa celebrazionein memoria di chi è morto per strada

Il 2010 trascorso è stato unanno di maggiore povertà, maanche con violenza, conmeno sicurezza e solidarietà.Dove, infatti, si riduconosolidarietà e diritti per tutti,prende spazio la violenza chepuò raggiungere tutti.Il 24 aprile dello scorso annoAlecsandra e Cheslav,cittadini polacchi, hannoperso la vita nel crollo di unapalazzina abbandonata di viaGianturco. Morti solo percolpa della loro povertà. Domenica 20 febbraio nellaBasilica di San Severino laComunità di Sant’Egidio hafatto memoria di ElisaCariota, di cui il 17 febbraio èricorso l’anniversario dellamorte, e di tutte le personemorte per strada a Napoli.Elisa Cariota era un’anzianasenza dimora che viveva allaStazione Centrale di piazzaGaribaldi. Era la primapersona, conosciuta perstrada dalla Comunità diSant’Egidio.Da più di dieci anni, afebbraio, la Comunità ricordachi vive e, troppo spesso,muore per strada nella nostracittà. Oltre 150 i nomi dellepersone incontrate,conosciute, amate e morte perle strade di Napoli in questianni. Sono state ricordateuna per una: italiani,stranieri, giovani, anziani,donne, bambini, tante diversestorie di vite difficili, vissutequasi mai per scelta. Per ogninome è stata accesa una luce,perché nessuna vita siadimenticata e perché la cittàdi Napoli sappia ritrovareuna nuova umanità. La Comunità di Sant’Egidioha lanciato un appello a tuttala città, perché ognuno, nelmodo che crede, possa dare ilsuo contributo per renderlapiù vivibile e più umana,come ha sottolineatoBenedetta Ferone,responsabile servizio senza-dimora della Comunità.

650 persone, di cui una metà incentro città ed un’altra metà nelleperiferie (immigrati alle rotonde).

Genere: 7,5% donne, 92,5% uo-mini.

Età: il 66% ha un’età compresatra i 19 e i 34 anni.

Riparo: Stazioni, metro: 17,2%,porticati, gallerie:11,4%, casa:8%,baracca: 7%, giardinetti:5%, edificifatiscenti: 28% (immigrati in peri-feria).

Problema prevalente: Disoccu-pazione: 78%, alcolismo:10% tossi-codipendenza:4%, malattia menta-le:2,2%, sfratto- perdita casa: 1,2%,altro: 4%.

Rilevazione dei servizidella Comunità di Sant’Egidio

(febbraio 2011)

Implementare la residenza ana-grafica in via Alfredo Renzi comestrumento di accesso all’identità e aidiritti legati alla residenza.Aumentare la capacità di accoglien-za e diversificarla. Attuare pianifreddo e caldo in modo automatico.Istallare bagni e docce pubbliche.Un accordo con il 118 e le aziendeospedaliere per rintracciare i degen-ti senza dimora.

Quanti sono Cosa si fa

Alcune proposte

1.000 pasti distribuiti ogni settima-na, tutte le settimane dell’anno. Oltre700 senza dimora incontrati ogni set-timana. In ogni cestino: pasta, panino,bottiglia d’acqua, frutta, dolce, una bi-bita calda. E poi…coperte, vestiti,scarpe. Ma soprattutto ascolto, orien-tamento, presa in carico, accompa-gnamento.

Provincia Nuova Stagione14 • 27 FEBBRAIO 2011

Melito, il bullismo giovanilenel cortometraggio parrocchiale

Interessante esperienza cinematografica dei ragazzi di don Italo Mastrolonardo, in collaborazionecon la Scuola Media “Marino Guarano”, sotto la guida del regista Francesco Maglioccola

di Giovanni Mauriello

Un cineforum per le detenute di PozzuoliConsegnati tre televisori, tre lettori dvd e trenta film

Gli studenti s’improvvisano attori, assieme a genitori, col-laboratori scolastici e parrocchiali, per una scenografia checoinvolge i giovani della cittadina. Una scuola che diventabanco di prova per un cortometraggio, sotto la spinta dellaparrocchia S. Maria delle Grazie di Melito. La tematica è at-tuale e parla del bullismo giovanile, tanto diffuso.

Siamo nel decimo Decanato, la fascia a nord della città eche cinge il capoluogo nell’immediata periferia occidentale.Il progetto lo illustra il parroco, don Italo Mastrolonardo:«Abbiamo accolto l’invito del nostro Arcivescovo, il CardinaleCrescenzio Sepe che con il piano pastorale ha indicato l’impor-tanza della famiglia e della scuola in un cammino di fede e loabbiamo trasformato in un disegno cinematografico».

Il lavoro, dal titolo “Noi due del Sud” è stato scritto e diret-to dal regista Francesco Maglioccola, uno dei collaboratoriparrocchiali di don Italo, che si è avvalso dell’aiuto del dirigen-te scolastico della “Marino Guarano”, il professor AntonioTommaso Ungaro e di Vanni Palmieri per le riprese. Nel castanche il vice preside Franco Ferraro ed altri giovani della par-rocchia.

«La trama del cortometraggio – spiega il regista – verte suuno spaccato della famiglia napoletana alle prese con il fenome-no del bullismo, che dai banchi di scuola e dalla palestra si tra-sferisce tra le mura domestiche. La pellicola denuncia i mali diquesto fenomeno nell’attuale società».

La parrocchia di piazza Santo Stefano per anni è stata l’u-nico punto di aggregazione per intere generazioni di ragazzi.Il suo “cappellone” è lo spazio occupato per fare piccole atti-vità oratoriali. Adesso che l’antico paese dei bottai e dei me-leti è cresciuto a dismisura la parrocchia di Santa Maria del-le Grazie conta circa 30 mila abitanti. E le scene cinematogra-fiche che sono state realizzate sono vita quotidiana sul terri-torio. Il regista Maglioccola ha preso spunto quindi dallarealtà di tutti i giorni, inserendola con l’aiuto di appassionatie giovani attori nel cortometraggio realizzato, trasmettendoun messaggio-sfida per tutti.

Episodi giornalieri di violenza e prevaricazione con atteg-giamenti che incutono timore verso i ragazzi più deboli; a

scuola come per strada, fino a ripercuotersi nei già precarirapporti familiari.

Il filmato verrà presentato nel corso di un convegno sul fe-nomeno del bullismo, il prossimo 12 marzo, presso l’aula con-siliare del Comune di Melito, alla presenza del commissarioprefettizio, il dottor Sergio De Martino, che guida il comunedopo lo scioglimento dell’assise municipale.

L’introduzione sarà del parroco don Italo, sul tema “LaChiesa Madre e Maestra”, mentre le conclusioni verranno af-fidate a monsignor Raffaele Ponte, vicario episcopale per ilLaicato.

Sono previste le relazioni di Enrico Morfini, presidente efondatore del Maec; Angela Orabona, dirigente del polo qua-lità del Miur; Luca Borromeo, presidente nazionale Aiart e deldirigente scolastico Antonio Tommaso Ungaro.

Tre televisori, tre lettori dvd e trentafilm che costituiranno il primo nucleo del-la cineteca della Casa Circondariale diPozzuoli. È il materiale acquistato graziealla manifestazione Malazè, l’evento ar-cheoenogastronomico dei Campi Flegrei,che a settembre scorso ha organizzato nelcarcere la “Cena Galeotta”, un evento dibeneficenza per la raccolta di fondi desti-nati all’associazione “Il Carcere PossibileOnlus”. All’iniziativa furono coinvolti imigliori chef dei Campi Flegrei ed alcunedetenute.

La consegna ufficiale del materiale è av-venuta venerdì 18 febbraio, alla presenza

della direzione della Casa Circondariale diPozzuoli, di esponenti della Magistratura,del team di Malazè e dei responsabili del-l’associazione “Il Carcere Possibile Onlus”.

I televisori saranno collocati nello spa-zio comune dei reparti che ospitano le de-tenute. I film sono stati scelti dall’associa-zione “Il Carcere Possibile Onlus” e saran-no le prime opere della cineteca che con-sentirà alle ospiti di spezzare la monoto-nia delle giornate. In programma, a curadell’Associazione, un Cineforum che pos-sa consentire anche un momento di di-scussione sui temi trattati dai film.Chiunque può contribuire ad arricchire la

cineteca della Casa Circondariale diPozzuoli, scrivendo a [email protected]

«Con questa esperienza – dice RosarioMattera, ideatore ed organizzatore diMalazè - realizzata con la collaborazionedelle eccellenze enogastronomiche deiCampi Flegrei, abbiamo dimostrato che èpossibile un’interazione con il carcere, luo-go che per molti versi è visto dal territoriocon fastidio o indifferenza. Ed è possibile vi-vere esperienze umane che restano dentroper sempre. La nostra voglia è quella di po-ter ripetere questo tipo di evento già dallaprossima edizione di Malazè a settembre».

Giovanni Palatucciil questore santoDomenica 27 febbraio 2011 alle ore18 a Torre del Greco, presso la sala“Don Luigi Acampora” della chiesadi S. Maria di Portosalvo, in LargoPortosalvo n. 4, si terrà unincontro di preghiera e diriflessione dal titolo Per nondimenticare … GiovanniPalatucci. Il Questore Santo, perricordare l’ultimo Questore diFiume italiana, morto nel campodi sterminio di Dachau e, con lui, letante vittime di quell’atrocità.L’evento è organizzato dalleAssociazioni culturali “Prometeo”di Torre del Greco e “Amicidell’Arte” Onlus – Sez. Campania.L’appuntamento culturale,condotto da Mada Arrivo, siarticolerà in un momento dipreghiera con don FrancescoRivieccio, parroco della chiesa di S.Maria di Portosalvo cui seguirannoi saluti di Ciro Borriello, sindacodel comune di Torre del Greco e gliinterventi di Pietro De Rosa,presidente dell’AssociazioneNazionale “Amici dell’Arte” Onlus –Sez. Campania; di AntonioBorriello, regista e attore teatrale; diAngela Furcas, membrodell’Associazione Ebraico –Cristiana di Napoli. Il commentosarà affidato a Francesco Manca,presidente dell’associazioneculturale Prometeo. Seguirà ilconcerto di musica sacra con l’Ensemble vocale “ Salerno Classica” diretta dal maestro-concertatoreLuciano D’Elia, con lapartecipazione del soprano AnnaPietrafesa e dell’organista StefaniaCucciniello. L’occasione dell’incontro è laricorrenza della morte dell’eroicoFunzionario di Polizia, di origineirpina, che, in servizio presso laQuestura di Fiume (Dirigentedell’Ufficio Stranieri, prima,Questore Reggente, poi), dal 1939al 1944, aiutò concretamente asottrarsi alla cattura e a fuggireverso paesi liberi, tanti perseguitatipolitici e migliaia di ebrei, vittimedelle leggi razziali - antisemitichedel luglio – novembre del 1938,diversamente destinati ai campi disterminio. A causa di questa suoimpegno, una vera e propria“missione superiore”, il QuestorePalatucci non esitò a donare la suavita per il bene di tutti.Scoperto dai tedeschi e arrestatodalla Gestapo, con l’accusa dicospirazione ed intelligenza con ilnemico, fu condannato a mortepoi, con la commutazione dellapena, fu deportato in Germania,nel Lager di sterminio di Dachau(matricola 117.826), dove morì pergli stenti e le sevizie subite,aiutando sino all’ultimo i suoicompagni di sventura. Era il 10febbraio del 1945… pochesettimane prima della liberazione. Nel 1996 Monsignore AlbertoAlberti, responsabile dei cappellanidella Polizia di Stato ha proposto,al segretariato della congregazioneper le cause dei Santi, il “casoPalatucci”, determinandol’apertura della Causa diBeatificazione. E, così, nel 2004,per l’eroico sacrificio, l’incrollabilefede e le non comuni qualitàcristiane, questo novello martire, atermine del processo diocesano, èstato insignito del titolo di“Venerabile”. Chiusa questa fase, ilprocesso per la beatificazione è oraritornato alla congregazione per lecause dei Santi.

CulturaNuova Stagione 27 FEBBRAIO 2011 • 15

Restituito alla Città il dipinto di FrancescoFracanzano “Transito di San Giuseppe”

situato nell’Arciconfraternita dei Pellegrini

Risplendeil ’600 napoletano

di Elena Scarici

Restituito alla città in tutto nel suo ori-ginario splendore, il dipinto di FrancescoFracanzano ‘Transito di San Giuseppe’ si-tuato nell’Arciconfraternita della SS.Trinità dei Pellegrini.

Il restauro, curato da Flavia Petrelli, cuihanno dato sostanza la restauratriceAnnalisa Pellecchia e la sua equipe, è dura-to circa sette mesi ed è costato 22mila eu-ro, di cui il 70 per cento come contributodella Regione Campania.

L’evento è stato presentato il 22 feb-braio presso l’Arciconfraternita nel corsodi un incontro coordinato da don DorianoVincenzo De Luca, direttore del periodico“I Pellegrini”.

«Quest’opera – ha detto Oreste Ciampa,commissario Arcivescovile del Sodalizio –in cui si raffigura la morte di San Giuseppesi trova in un quartiere in cui sembra che lamorte la debba fare da padrone e invece è es-senziale che simili interventi trasmettano ilsenso della conservazione di un passato af-finché esso sia linfa vitale per il futuro dellacittà».

L’opera è uno dei dipinti della serie del-le pale d’altare che circondano il corpocentrale dell’oratorio dell’Arciconfraterni-ta e che tracciano un itinerario suggestivodella vita associativa, storica, ma attualedella pia unione.

Il restauro segue quello dell’opera diAndrea Vaccaro terminato nel 2007 e del-l’olio su tela di Giacomo Farelli conclusonel 2010. A completare l’intervento di recu-pero dell’Arciconfraternita, i restauri, giàprevisti, de ‘L’Immacolata Concezione’ diMarco Antonio Del Santo e del ‘San FilippoNeri raccomanda alla Trinità i Confratellidei Pellegrini’ di Onofrio Palumbo che do-vrebbero terminare entro l’anno prossimo.

«Con questo dipinto – ha proseguito ilCommissario– si rende fruibile in qualchemodo, specie ai suoi visitatori più attenti, latestimonianza artistica ed antropologica, epiù in profondità quella religiosa e morale,dell’incacellabile radice di spirito cristianoche rese Napoli famosa ed apprezzata capi-tale della cultura nel Seicento e Settecentoeuropeo».

Gratitudine è stata poi espressa daCiampa per il direttore del ComplessoMuseale dei Pellegrini Antonio Daldanise eal curatore Antonio Speranza.

«Siamo davanti – ha affermatoLorenza Mochi Onori, Soprintendenteper il Patrimonio storico-artistico dellacittà di Napoli – a un restauro di grandequalità che ci restituisce un’opera che rap-presenta il culmine dell’arte napoletana delSeicento».

La Soprintendente ha inoltre sottoli-neato l’importanza del lavoro svolto dallaConfraternita che costituisce un’eccellen-za che non solo guarda al sostegno del cor-po, ma anche alla crescita culturale che èsostegno per l’anima.

«L’attività di tutela del patrimonio arti-stico napoletano – ha aggiunto – trova es-senziale supporto nell’attività di associazio-ni come questa che si prendono carico conresponsabilità del patrimonio ereditato dal-la storia».

Il restauro è stato effettuato in diversefasi: la velinatura del dipinto per protegge-re il film pittorico durante le fasi successi-ve; smontaggio della tela dal vecchio te-laio, cui è seguito l’intervento conservativoe il rifodero. Il quadro di Fracanzano, cosìcome l’intero Complesso museale dellaArciconfraternita dei Pellegrini, sono ac-cessibili al pubblico, previa prenotazione.

Il San Carlo ricorda Gustav Mahlercon un concerto diretto

da Christian Arming

La vitacelestedi Doriano Vincenzo De Luca

Il Teatro San Carlo celebra il centenario del-la morte di Gustav Mahler (1860-1911), con unconcerto dedicato all’insigne compositore e di-rettore d’orchestra Viennese (ritroveremoMahler nel mese di maggio). Sul podio, adirigere l’Orchestra del Massimo napoletano,Christian Arming, classe 1971, austriaco diVienna, fra i più interessanti direttori della suagenerazione, al suo debutto in Campania.

In apertura di programma il famosoAdagietto in fa maggiore del compositore boe-mo, dalla Sinfonia n. 5 in do diesis minore, trale pagine più conosciute di Mahler, amatamoltissimo dall’industria cinematografica eche Luchino Visconti rese indimenticabilecolonna sonora del film Morte a Venezia.L’esecuzione del celebre Adagietto è stata ele-gante e piena di pathos. Questo brano che latradizione vuole dedicato da Mahler ad Alma,da poco tempo divenuta sua moglie, suggerisceall’ascoltatore momenti di grande riflessioneinteriore e di intenso lirismo che Arming ha re-so in maniera efficace.

A seguire la Sinfonia n.4 in sol maggiore persoprano e orchestra. La Quarta fu compostanel 1900 ed eseguita per la prima volta aMonaco il 25 novembre 1901 sotto la direzionedel musicista stesso ed è, probabilmente, oltreche la più serena delle sue sinfonie, anche quel-la a cui è più facile appassionarsi. È suddivisanei canonici quattro movimenti. I primi duepresentano temi di stampo settecentesco conuna gradevole impronta mozartiana nel primoed una sinistra vena di humour nel secondo, ac-centuato anche dai soliloqui del primo violinoche, accordato un tono più alto, “spicca” coninquietante evidenza sulla massa orchestrale.

La seconda parte è formata dalla fusionedel terzo e del quarto movimento che si susse-guono senza soluzione di continuità. Il terzomovimento attacca lentamente con un temacantabile che si fonde con un secondo tema inuna lunghissima sequenza di variazioni che aloro volta conducono all’oasi di serenità delmovimento finale, segnato dall’intervento del-la voce di soprano che esegue il Lied «DasHimmlische Leben» (La vita celeste), una visio-ne dell’al di là che il timbro di soprano rendeestremamente vivida trasportandola ad altezzesiderali, una fantasia infantile, che concludeun capolavoro della Musica del Novecento.

La versione della Quarta che ci regala il gio-vane direttore d’orchestra viennese è caratter-izzata non solo dalla vivacità dei tempi, ma an-che dalla purezza della concezione del suono,dalla scelta intelligente sui dettagli arbitrari,omettendo quel sentimentalismo di opinabilegusto, ma così frequente in molti interpreti. Ilcarattere di ogni movimento, l’articolazionedelle sequenze sono sempre resi con sensibilitàunita alla forza, ben visibile anche palstica-mente grazie ai particolari “movimenti” di di-rezione del maestro. Suscita particolare ammi-razione il lavoro orchestrale, la resa sonora al-l’altezza di un’interpretazione ampia, avvin-cente grazie anche alla partecipazione di unasplendida Malin Hartleius nel finale dell’opera.

Al termine del concerto il pubblico ha sot-tolineato il suo gradimento per quanto ascolta-to con calorosi applausi e diverse chiamate alproscenio per il direttore.

San Giorgio a Cremanoha ospitato la squadradi ItalianAttori per unapartita di calcio dibeneficenza in memoriadi Massimo Troisi

È natauna stellaLa manifestazione si inseriscenelle celebrazioni annuali per “Ènata una stella”, in ricordo dellanascita di Massimo Troisi eservirà da inaugurazione per ilcampo sportivo “RaffaelePaudice” in seguito ai radicalilavori di riqualificazione degliultimi mesi. Non è casuale lascelta del luogo e della datadell’evento. Il 19 febbraio è statauna ricorrenza importante perSan Giorgio a Cremano che icittadini ricordano con affetto: ilcompleanno di Massimo Troisiche l’AmministrazioneComunale e i suoi colleghi attorivogliono festeggiare, nella suacittà natale, con una partita dicalcio, una delle sue più grandipassioni oltre allo spettacolo. Ilsindaco Mimmo Giorgiano si èrecato al cimitero per deporre unmazzo di fiori presso ilmonumento funebre dedicato aTroisi ed un fascio di luce hacolpito il cielo, a simboleggiare ilrapporto tra la terra ed il cielo, traSan Giorgio e Massimo. A scendere in campo le duesquadre protagoniste: la “SanGiorgio All Stars”, formata daamministratori, dipendenticomunali e vecchie gloriecalcistiche cittadine, e laItalianAttori, rappresentativanazionale di calcio per laSolidarietà, formata da tantivolti noti del mondo del cinema edella televisione decisi acondividere parte del propriotempo libero dedicandolo allosport ed alla solidarietà a favoredi quanti vivono in situazioni dibisogno. La squadra, capitanatada Enzo Decaro, ha visto lapartecipazione di personaggi digrande fama come, solo per farequalche esempio, FrancescoSalvi, Ninetto Davoli, RayLovelock, Matteo Branciamore.L’ingresso a titolo gratuito havisto la partecipazione dinumerose scolaresche e scuolecalcio della zona. L’operadell’Associazione consistenell’effettuare interventicardiochirurgici su bambiniaffetti da patologie congenitecomplesse, nell’assistere i piccolipazienti nel post-operatorio, nelfornire materiali tecniciindispensabili per questiinterventi e nell’organizzare corsidi insegnamento nelle variediscipline. «Sono entusiasta –afferma il sindaco MimmoGiorgiano – che San Giorgio aCremano, nel giorno dellanascita del grande MassimoTroisi, possa ancora una voltadimostrare tutta la suasensibilità. Siamo vicini aibambini afflitti da malattiecardiopatiche, sono convinto –continua il primo cittadino – cheanche i sangiorgesicontinueranno a fare la loroparte per chi soffre».

Andrea Acampa

Foto: Marco Sommella

Nuova Stagione16 • 27 FEBBRAIO 2011

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Domenica 27 febbraionelle parrocchie dellanostra Diocesi sicelebrerà la Giornata delSeminario, che intendeessere un appuntamentodi sensibilizzazione perle vocazioni alsacerdozio e per ilsostegno al Seminario. I seminaristi dellanostra Diocesivisiteranno alcuneparrocchie, nelle quali,secondo le esigenze cheindicheranno i parroci,incontreranno i gruppi ele persone perraccontare la loro storiapersonale dellachiamata di Dio. Le offerte raccolte vannoversate alla Tesoreriadella Curia,specificando la causale:Giornata del Seminario2011.

Giornata del Seminario