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5A SAA Liceo stat "G.M.Colombini" SIMULAZIONE PRIMA PROVA ESAME DI STATO 27/04/2016 Tempo ; h.8-13.25 SVOLGI UNADELLE TIPOLOGIE PROPOSTE : TIPOL. A) ANALISI DI UN TESTO LETTERARIO Luigi Pirandello II suicidio" di Adriano Meis Quasi alla conclusione del romanzo, Adriano Meis, alias Matita Pascal, non sopportando più di vivere nella finzione, decide di far suicìdare Adriano Meis per riappropriarsi dell'identità ri- fiutata. Hpasso è tratto dal capitolo XVI del Fu Mattia Pascal. E andai, andai all'impazzata; poi, man mano rallentai il passo e, alla fine, arrangolato, mi fermai, come se non potessi più trascinar l'anima, frustata da quel dileggio(l), fremebonda e piena d'una plumbea tetraggine angosciosa. Rimasi un pezzo attonito; poi mi mossi di nuovo, senza più pensare, alleggerito d'un tratto, in modo strano, d'ogni ambascia, quasi istupidito; e ripresi a vagare, non so per quanto tempo, fermandomi qua e là a guardar nelle vetrine delle botteghe, che man mano si serravano, e mi pareva che si serrassero per me, per sempre; e che le vie a poco a poco si spopolassero, perché io restassi solo, nella notte, errabondo, tra case tacite, buie, con tutte le porte, tutte le finestre serrate, serrate per me, per sempre : rutta la vita si rinserrava, si spegneva, ammutoliva con quella notte; e io già la vedevo come da lontano, come se essa non avesse più senso scopo per me. Ed ecco, alla fine, senza volerlo, quasi guidato dal sentimento oscuro che mi aveva invaso rutto, maturandomisi dentro man mano, mi trovai sul Ponte Margherita (2), appoggiato •_ al parapetto a guardare con occhi sbarrati il fiume nero nella notte. 10 (1) Sono le risa di derisione e di scherno di alcuni ufficiali a cui A.Meis si è rivolto per trovare i padrini per il duello. . (2) Ponte Margherita è uno dei ponti romani sul Tevere. $f Un brivido mi colse, di sgomento, che fece d'un subito insorgere con impeto rabbioso tutte le mie vitali energie armate di un sen- timento d'odio contro coloro che, dalontano, m'obbligavano a fi- nire, come avevan voluto, là, nel molino della Stia1. Esse, Ro- 5 milda 2 e la madre, mi avevan gettato in questi frangenti: ah, io non avrei mai pensato di simulare un suicidio per liberarmi di loro. Ed ecco, ora, dopo essermi aggirato due anni, come un'om- . bra, in quella illusione di vita oltre la morte, mi vedevo costret- to, forzato, trascinato pei capelli a eseguire su me la loro con- danna. Mi avevano ucciso davvero! Ed esse, esse sole si erano li- berate di me... •' Un fremito di ribellione mi scosse. E non potevo io vendicarmi di loro, invece d'uccidermi? Chi stavo io per uccidere? Un morto... nessuno... Restai, come abbagliato da una strana luce improvvisa. Vendi- carmi! Dunque, ritornar li, a Miragno3? uscire da Duella menzo- gna che mi soffocava; divenuta ormai insostenibile; ritornar vjvq. per loro castigo, col mio vero nome, nelle mie vere condizioni, con le mie vere e proprie infelicità? Ma le presenti? Potevo scuoter- mele di dosso, cosi, come un fardello esoso4 che si possa gettar via? No, no, no! Sentivo di non poterlo fare. E smaniavo li, sul ponte, ancora incerto della mia sorte. Frattanto, ecco, nella tasca del,mio pastrano3 palpavo, stringe- vo con le dita irrequiete qualcosa che non riuscivo a capir che fosse. Alla fine, con uno scatto di rabbia, la trassi fuori. Era il mio berrettino da viaggio, quello che, uscendo di casa per far visita al marchese Giglio, m'ero cacciato in tasca, senza badarci. Feci 15 20 25

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5A SAA Liceo stat "G.M.Colombini"SIMULAZIONE PRIMA PROVA ESAME DI STATO 27/04/2016Tempo ; h.8-13.25

• SVOLGI UNA DELLE TIPOLOGIE PROPOSTE :

TIPOL. A) ANALISI DI UN TESTO LETTERARIO

Luigi PirandelloII suicidio" di Adriano MeisQuasi alla conclusione del romanzo, Adriano Meis, alias MatitaPascal, non sopportando più di vivere nella finzione, decide difar suicìdare Adriano Meis per riappropriarsi dell'identità ri-fiutata. Hpasso è tratto dal capitolo XVI del Fu Mattia Pascal.

E andai, andai all'impazzata; poi, man mano rallentai il passo e, alla fine, arrangolato, mi fermai,come se non potessi più trascinar l'anima, frustata da quel dileggio(l), fremebonda e piena d'unaplumbea tetraggine angosciosa. Rimasi un pezzo attonito; poi mi mossi di nuovo, senza più pensare,alleggerito d'un tratto, in modo strano, d'ogni ambascia, quasi istupidito; e ripresi a vagare, non soper quanto tempo, fermandomi qua e là a guardar nelle vetrine delle botteghe, che man mano siserravano, e mi pareva che si serrassero per me, per sempre; e che le vie a poco a poco sispopolassero, perché io restassi solo, nella notte, errabondo, tra case tacite, buie, con tutte le porte,tutte le finestre serrate, serrate per me, per sempre : rutta la vita si rinserrava, si spegneva,ammutoliva con quella notte; e io già la vedevo come da lontano, come se essa non avesse più sensoné scopo per me. Ed ecco, alla fine, senza volerlo, quasi guidato dal sentimento oscuro che miaveva invaso rutto, maturandomisi dentro man mano, mi trovai sul Ponte Margherita (2), appoggiato

•_ al parapetto a guardare con occhi sbarrati il fiume nero nella notte.

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(1) Sono le risa di derisione e di scherno di alcuni ufficiali a cui A.Meis si è rivolto per trovare ipadrini per il duello. .

(2) Ponte Margherita è uno dei ponti romani sul Tevere.

$f Un brivido mi colse, di sgomento, che fece d'un subito insorgerecon impeto rabbioso tutte le mie vitali energie armate di un sen-timento d'odio contro coloro che, dalontano, m'obbligavano a fi-nire, come avevan voluto, là, nel molino della Stia1. Esse, Ro-

5 milda2 e la madre, mi avevan gettato in questi frangenti: ah, ionon avrei mai pensato di simulare un suicidio per liberarmi diloro. Ed ecco, ora, dopo essermi aggirato due anni, come un'om-

. bra, in quella illusione di vita oltre la morte, mi vedevo costret-to, forzato, trascinato pei capelli a eseguire su me la loro con-danna. Mi avevano ucciso davvero! Ed esse, esse sole si erano li-berate di me... •'Un fremito di ribellione mi scosse. E non potevo io vendicarmi diloro, invece d'uccidermi? Chi stavo io per uccidere? Un morto...nessuno...Restai, come abbagliato da una strana luce improvvisa. Vendi-carmi! Dunque, ritornar li, a Miragno3? uscire da Duella menzo-gna che mi soffocava; divenuta ormai insostenibile; ritornar vjvq.per loro castigo, col mio vero nome, nelle mie vere condizioni, conle mie vere e proprie infelicità? Ma le presenti? Potevo scuoter-mele di dosso, cosi, come un fardello esoso4 che si possa gettarvia? No, no, no! Sentivo di non poterlo fare. E smaniavo li, sulponte, ancora incerto della mia sorte.Frattanto, ecco, nella tasca del,mio pastrano3 palpavo, stringe-vo con le dita irrequiete qualcosa che non riuscivo a capir chefosse. Alla fine, con uno scatto di rabbia, la trassi fuori. Era il mioberrettino da viaggio, quello che, uscendo di casa per far visitaal marchese Giglio, m'ero cacciato in tasca, senza badarci. Feci

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COMPRENSIONE COMPLESSIVA :

1. Individuare il tema trattato in queste pagine , che è anche il tema principale del

romanzo , edito nel 1904 .

ANALISI :

1. L'ambiente ha un'importanza non secondaria in questo episodio, che pure è giocato, com'è evidente, sul travaglio interiore del protagonista . Quali elementi

dello spazio sono evocati nel testo e in relazione a quali azioni del personaggio ?

2. In quale persona avviene la narrazione dei fatti ? Il personaggio narrante e il

lettore sono a conoscenza degli stessi fatti o uno dei due ha una maggiore

informazione ? Di che tipo di narratore si può, dunque, parlare ?

3. I pensieri del protagonista sono un elemento importante in questo brano, che è costituito da una lunga riflessione, appena interrotta dalla narrazione.

Attraverso quali tecniche narrative essi vengono riportati ? Individuane qualche

esempio nel testo .

4. Nel brano ricorrono frequentemente i termini “ombra”, “illusione”, “menzogna”,

“finzione”, “fantoccio” : c'è una corrispondenza tra queste scelte lessicali ed il

tema affrontato ?

5. Rintracciare tutte le espressioni che connotano il personaggio (ad esempio, “ombra”, “vile” ….) : quali caratteristiche esso assume ?

6. La critica letteraria ha spesso sottolineato come il linguaggio pirandelliano

tenda, nel lessico e nelle strutture sintattiche, ad avvicinarsi al parlato . Ma lo

scrittore usa spesso anche termini obsoleti o inconsueti, come “arrangolato”,

“dissugato”, “rassegato”, “raumiliato”, a cui attribuisce una forte carica

espressiva . Individua nel testo analizzato un altro esempio di questo particolare uso linguistico, sottolineandone il significato nello specifico contesto

.

INTERPRETAZIONE/APPROFONDIMENTI :

1. Il finto suicidio di Adriano Meis da cosa è determinato ? E' stato possibile per Mattia Pascal ricostruirsi una nuova identità e una nuova vita ?

2. Secondo Pirandello, l'uomo può sfuggire ai condizionamenti psicologici,

sociali, economici che caratterizzano la vita di ogni individuo ?

3. Nel romanzo il protagonista vive tre identità : quella di Mattia Pascal, quella

di Adriano Meis ed infine quella del “fu” Mattia Pascal : rifletti su come

ciascuna di queste tre figure venga caratterizzata dal narratore .

4. Il caso gioca un ruolo molto importante nelle vicende di questo romanzo . La vincita alla roulette, il ritrovamento dell'annegato al mulino della Stia sono

eventi determinati dal caso che provocano una svolta significativa

nell'intreccio . Anche in questo episodio esiste un elemento casuale che si

rivela determinante nella decisione che il personaggio sta per prendere :

individualo .

Che significato più generale assume, secondo te, questo elemento casuale ? 5. Nel romanzo tradizionale un personaggio che, creduto morto, tornasse dalla

sua donna, chiuderebbe la vicenda con un lieto fine . Qui la situazione viene

completamente ribaltata. In che modo il protagonista vuole vendicarsi della

moglie, che odia ? In che modo vuol dare soddisfazione ad Adriana, che

ama ? Come si spiega, secondo te, in Pirandello , questo gusto del paradosso ? -

confronta, a tale proposito, anche con il contenuto e il significato del saggio di

Pirandello “L' umorismo” - 6. a) Nel cap. VIII, quando decide di approfittare della sua straordinaria

situazione per cambiare vita, Mattia Pascal dice : “ Mi darò a poco a poco

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una nuova educazione; mi trasformerò con amoroso e paziente studio,

sicchè alla fine io possa dire non solo di aver vissuto due vite , ma d'essere

stato due uomini” . Due anni dopo , meditando il suicidio sul ponte

Margherita, il protagonista ritiene che Adriano Meis, riedizione di Mattia

Pascal, sia stato un uomo ? Come lo definisce ?

b) Le infelicità “presenti” ( II parte, rigo 19 ) di Adriano Meis sono in questo brano

solo accennate . Cerca di metterle a fuoco, servendoti delle tue conoscenze circa la trama del romanzo .

c) In definitiva, qual è quindi la causa prima dell'angoscia di Adriano Meis ?

d) A quale amara conclusione esistenziale approda Pirandello partendo dalla singolare

vicenda del suo personaggio ?

CONTESTUALIZZAZIONE E CONFRONTI :

1. Quale confronto è possibile fare tra i temi del romanzo “Il fu Mattia

Pascal” e della novella “ La carriola “ ?

2. In quale misura le scelte tematiche e quelle relative alle tecniche

narrative collocano questo romanzo nel clima culturale del

Decadentismo ?

Definisci, in circa 15 righe, i caratteri di quest'ultimo .

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TIPOLOGIA B - REDAZIONE DI UN "SAGGIO BREVE" O DI UN "ARTÌCOLO DI GIORNALE"(puoi scegliere uno degli argomenti relativi a; quattro ambiti proposti!

CONSEGNE'Sviluppa l'argomento scelto o informa di «saggio breve» o dì «artìcolo di giornale», utilizzando, in tutto o in

parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati forniti.Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue

conoscenze ed esperienze di studio.Premetti al saggio un titolo coerente e. suddividilo in paragrafi.^Se scegli la forma dell '«artìcolo di giornale», indica il tìtolo dell 'artìcolo è. il tipo di giornale sul quale pensi

che l 'articolo debba essere pubblicato.Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà dì faglio protocollo Trt^. n,on

ARGOMENTO: La percezione dello straniero nella letteratura e nell'arte.

DOCUMENTI

"Non lederai il diritto dello straniero o dell'orfano e non prenderai in pegno la veste dalla vedova; ma ti ricorderai chesei stato schiavo in Egitto e che di là ti ha redento l'Eterno, il tuo Dio; perciò ti comandò di fare'questo. Quando fai lamietitura nel tuo campo e dimentichi nel campo un covone, non tornerai indietro a prenderlo; sarà per lo straniero, perl'orfano e per la vedova, affinchè l'Eterno, il tuo Dio, ti benedica in tutt^l'opera delle tue mani. Quando bacchierai ituoi ulivi, non tornerai a ripassare sui rami; le olive rimaste saranno per lo straniero, per l'orfano e per la vedova.Quando vendemmierai la tua vigna, non ripasserai una seconda volta; i grappoli rimasti saranno per lo straniero, perl'orfano e per la vedovai' E ti ricorderai che sei stato schiavo nel paese d'Egitto; perciò ti comando di fare questo."

DEUTERONOMIO, 24, 17-22

"Cosi Qdisseo stava per venire in mezzo a fanciulle dalle belle chiome, pur nudo com'era: la dura necessità Io spingeva.Tenibile apparve loro, era tutto imbrattato di salsedine. E fuggirono via, chi qua chi là, sulle spiagge dove piùsporgevano dentro il mare. Sola restava la figlia di Alcinoo: Atena le mise in cuore ardimento e tolse dalle membra lapaura. Rimase ferma di fronte a lui, si tratteneva. Ed egli fu incerto, Odissee, se supplicare la -bella fanciulla eabbracciarle le ginocchia, oppure così di lontano pregarla, con dolci parole, che gl'indicasse la città e gli desse vesti.Questa gli parve, a pensarci, la cosa migliore, pregarla con dolci parole di lontano. Temeva che a toccarle i ginocchi sisdegnasse, la fanciulla. -Su-bito le rivolse -la parola:.. .E a lui rispondeva Nausicaa dalle bianche braccia: '«Straniero, nonsembri uomo stolto o malvagio, ma Zeus Olimpio, che divide la fortuna tra gli uomini, buoni e cattivij a ciascuno comelui vuole, a te diede questa sorte, e tu la devi ad ogni modo sopportare.»...Così disse, e diede ordini alle ancelle dalle

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cari agli dei. Abitiamo in disparte, tra le onde del mare, al confine dei monco: e nessun aitro dei mortali viene a coccardecon noi. Ma questi è un infelice, giunge qui ramingo. Bisogna prendersi cura di lui, ora: che vengono rutti da Zeusforestieri e mendichi, e un dono anche piccolo è caro. Su, ancelle, date all'ospite da mangiare e da bere, e lavatelo prira;nel fiume, dove c'è un riparo dai vento,»

OMERO. Odissea, VI, w. 135-143 e w. 135-209«,

3, "Afflitto della nuova, e arrabbiato deila maniera, Renzo afferrò ancora il martello, e, cosi appoggiato alla porta, andavastringendolo e storcendolo, l'alzava per picchiar di nuovo alla disperata, poi lo teneva sospeso. In quest'agitazione, sivoltò per vedere se mai ci fossa d'intorno qualche vicino, da coi potesse forse aver qualche informazione più precisa,qualche indizio, qualche lume. Ma la prima, l'unica persona che vide, fu un'altra donna, distante forse un vesti passi; laquale, con un viso ch'esprìmeva terrore, odio, impazienza e malizia, con cert'ocelli stravolti che volevano insiemeguardar lui, e guardar lontano, spalancando la bocca come in atto di gridare>à più non posso, ma rattenendo anche ilrespiro, alzando due braccia scarne, allungando e ritirando due mani grinzose e piegate a guisa d'artigli, come secercasse d'acchiappar qualcosa, si vedeva che voleva chiamar gente, in modo che qualcheduno non se s'accorgesse,Quando s'incontrarono a guardarsi, colei, fattasi ancor più brutta, si riscosse come persona sorpresa.. .lasciò scappare ilgrido che aveva rattenuta fin allora: «l'untore, dagli-!-dagli/ dagli .-ali'untore!» AUo-striliar della vecchia, accorreva gentedi qua e di là;...abbastanza per poter fare d'un uomo solo quel che volessero."

A. MANZONI, / Promessi Spasi, XXXIV, 1342Cj « Lo straniero

:"A-chi vuoi più bene, enigmatico uomo, di? A tuo "Non so sotto quale latitudine si trovi."padre, a tua madre, a tea sorella o a tee fratello?" "Alla bellezza?"

"Non ho né padre, né madre, né sorella, né "L'amerei volentieri, ma dea e immortale."fratello." "M'oro?"

"Ai tuoi amici?" ."Lo odio come voi odiate Dio.""Adoperate una parola di cui fino a oggi ho " "Ma allora che cosa ami, straordinario uomo?"

ignorato il senso." "Amo le nuvole.. .le nuvole che vanno.. .laggiù,"Alla tua patria?" laggiù... le meravigliose nuvole! "

C. BAUDELAffiE, Poemettì ùi prosa, 1S69

t "L'infermo teneva gli occhi chiusi: pareva un Cristo di cera, deposto dalla croce. Dormiva o era morto? Si fecero un po'più avanti; ma al lieve rumore, l'infermo schiuse gli occhi, quei grandi occhi celesti, attoniti. Le due donne si strinserovieppiù tra foro; poi, vedendogli sollevare una mano e far cenno di parlare, scapparono via con un grido., a richiudersi in•carina. -Sul tardi, sentendo-iì campaceli© -della-porta, corsero ad aprire; ma, inveee-di don Pietra, si videro davanti quelgiovane straniero della mattina. La zitellona corse ranca ranca a rintanarsi di nuovo; ma Venerina, coraggiosamente, loaccompagnò nella camera dell'infermo già quasi al bujo, accese una candela e la perse allo straniero, che la ringraziò

, chinando il capo con un mesto sorriso; poi stette a guardare, afflitta: vide che egli si chinava su quel letto e posava lieveuna mano su la fronte dell'infermo, senti che lo chiamava con dolcezza; - C/een.,.Cfeen...Ma era il nome, quello, o unaparola affettuosa? L'infermo guardava negli occhi il compagno, come se non lo riconoscesse; e allora ella vide il corpogigantesco-di quel giovane marinajo sussultare, lo Sfiati piangere,'curvo sul letto,, e parlare angosciosamente, .tra il pianto,in una lingua ignota. Vennero anche a lei le lagrime agli occhi. Poi lo straniero, voltandosi, le fece segno che volevascrivere qualcosa. Ella chinò il capo per significargli che aveva compreso e corse a prendergli l'occorrente. Quando egliebbe finito, le consegnò la lettera e una borsetta. Venerina non comprese le parole ch'egli le disse, ma comprese bene daigesti e dall'espressione del volto, che le raccomandava il povero compagno. Lo vide poi chinarsi di nuovo sul letto abaciare più volte in fronte l'inferme, poi andar via in fretta con un fazzoletto su la bocca per soffocare i singhiozziirrompenti."

L. PIRANDELLO, Io.ifa.no, in ""Novelle per un anno", 1903

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Aint>iFo ^>oc(p - economicom ARGOMENTO: A proposito di pari opportunità1

1. pari opportunità: nel 1996 viene istituito l'Ufficio del Ministro per le Pari Opportunità presso laPresidenza del Consiglio dei Ministri. Il 12 luglio 1997, con il decreto del Presidente del Consigliodei Ministri, vengono fissate le funzioni del Ministro. Il Dipartimento per le Pari Opportunità vieneistituito con il CSI D.P.C.M. n. 405 del 28 ottobre 1997, modificato con i D.P.C.M. del 30novembre 2000, D.P.C.M. del 30 settembre 2004 e D.P.C.M del primo marzo 2011. Principalenormativa: Costituzione della Repubblica Italiana (Prìncipi Fondamentali: art. 2: art. 3. Parte Prima:art. 37; art. 51 (come modificato dalla legge costituzionale n. 1 del 30 maggio 2003); "Codice dellepari opportunità tra uomo e donna" (D.lgs. 11 aprile 2006, n. 198). Si rinvia a tal proposito al sitowww. pariopportunita.gov. it.

Documento 1

Agli albori del XXI secolo [...], nonostante la crescente femminilizzazione della società, la sfida trauòmini e donne resta troppo impari perché si possano creare le condizioni di una vera e propriaconcorrenza. Il XX secolo si definisce, piuttosto, attraverso la lunga e lenta legittimazione deiprincipi di divisione sessuale nel mondo sociale, perpetuando o reinventando sottili forme disegregazione nel sistema di formazione e nel mondo del lavoro. L'ordine sociale, infatti, funzionacome una sorta di stazione di smistamento che distribuisce con regolarità, per quantoimperfettamente, uomini e donne in sfere separate di formazione e di lavoro. La sua prima funzioneè quella di non organizzare la concorrenza tra i sessi e di "eufemizzare" la violenza del dominiomaschile. Eppure questo secolo non ha smesso un attimo di proclamare l'uguaglianza dei sessi, diimprimerla in lettere d'oro nelle leggi [...].Ma "se, adottando un mòdodi pensare relazionale, sirapporta costantemente l'ascesa delle donne all'avanzamento degli uomini, ecco apparire allora lapermanenza del divario tra le posizioni degli uomini e delle donne nell'educazione e nel lavoro[...]: le posizioni dominanti sono sempre occupate dagli uomini, le posizioni svalutate dalle donne.Neanche altrove [...] c'è uguaglianza: questo "altrove" si chiama famiglia, nome che non ha lostesso peso ideologico e pratico sulle donne e sugli uomini. Si esortano gli uomini a lavorare perprovvedere ai bisogni della famiglia mentre si colpevolizzano le donne accusandole di abbandonodella stessa famiglia per un salario integrativo. Gli uomini "entrano in carriera", le donne, invece,

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disertano il focolare. [,..] Un'educazione e un lavoro per le donne, certo, ma sotto buona guardia econ alcune condizioni: che non ne derivi alcuna conseguenza per la famiglia, che si resti in quegliambiti da sempre ritenuti adatti alle donne, che non si pregiudichino la rarità e l'eccellenza dei titolie dei posti occupati dagli uomini. Dunque, si tratta di inculcare sin dalla scuola materna e nellafamiglia ai ragazzi e alle ragazze, due sistemi di disposizioni differenti che, poco alla volta, siincarneranno in due sistemi di posizioni sejprate nel campo lavorativo. II XX secolo ha dunquescritto la storia dell'ingresso imponente delle donne nell'istruzione e nel lavoro dipendente, mamischiato alla disuguaglianza delle possibilità scolastiche e alla differenziazione delle professioni.Esso continua a scrivere attraverso variazioni ma anche attraverso invarianti, una storia di ordinariasegregazione.

R. M. Lagrave, Un 'emancipazione sotto tutela, in G. Duby e M. Pierrot, Storm delle donne. IlNovecento, a cura di F. Thébaud, Laterza, Bari 1996

Documento 2

In Italia il tasso di occupazione femminile nel 2009 si aggira attorno al 46%, abbiamo una delleultime posizioni in Europa, dove il tasso di occupazione femminile medio è del 57%'. Nel 1970, iltasso di occupazione delle donne in Italia era inferiore al 20%. Nel Mezzogiorno il tasso dioccupazione femminile è del 31%, nel nord è del 56%. Recenti indagini confermano che le donne inItalia nonostante gli ottimi risultati scolastici (il 60% dei laureati sono donne, il 40% uomini) hannograndi difficoltà a raggiungere ruoli direttivi. Certo, ci sono molte storie di successo, amministratoridelegati e direttori generali in tailleur, ma i numeri parlano chiaro. Le donne occupate sono menodel 50% e ancora meno sono quelle che riescono a conciliare famiglia e carriera fino ad arrivare adalti livelli. Circa il 30% lascia il lavoro almeno temporaneamente dopo il primo figlio. Secondo ilSole-24ore l'Italia è l'ultima in Europa per la presenza di donne nei Consigli di Amministrazionedelle società quotate (la crescita della presenza femminile nei board è passata da un 3% ad un 5%negli anni che vanno dal 2003 al 2009), ben distante da situazioni come quella della Norvegia(44%). La percentuale delle donne dirigenti in Italia, nelle aziende private si aggira attorno al 10%sul totale degli uomini dirigenti. Se consideriamo il pubblico e privato le donne dirigenti arrivano al23% contro il 40% di Francia e il 35% di Inghilterra. Inoltre guadagnano più del 20% in meno di uncollega maschio (il gap è del 17% in Europa). Più in generale, a parità di posizione professionaleuna donna in media percepisce il 23% in meno di uno stipendio di un uomo. Il differenzialesalariale delle donne laureate è meno 34% [...]. La condizione della donna nella società italiana èsegnata da profonde contraddizioni. Se da un lato il nostro Paese è caratterizzato da un forteinnalzamento a livello di scolarizzazione femminile, ormai superiore a quello maschile, dall'altrolato persistono segnali di ritardo:- un notevole squilibrio che vede le donne concentrarsi prevalentemente nelle disciplineumanistiche;- la scarsa presenza femminile nel mondo del lavoro e, ancor più, nelle posizioni di rilievo, nelleaziende e nella politica;- la carenza di politiche di sostegno alle famiglie e di politiche volte a favorire la conciliazione;- la maternità continua a rappresentare un fattore fortemente discriminante e l'origine principaledello scivolamento verso l'inattività [...].I dati emersi da recenti studi sul tema della "conciliazione" tra famiglia e lavoro dimostrano che lamaggior parte delle organizzazioni italiane (circa il 70%) anche se hanno avviato qualche politicafamily friendly, poi di fatto non la applicano (Fonte: Centro Internazionale lavoro e Famìglia peranalizzare e sviluppare la "conciliazione tra vita lavorativa, familiare e personale" IESE-CONSEL).L'11% non ha nessuna politica di facilitazione, il 20% applica alcune politiche di facilitazionecontro il 60% di Europa e America!

P. Poli, Donna e lavoro, in Donne che cambiano, Franco Angeli, Milano 2010

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Documento 3

Se si vuole praticare il terreno della politica generale dello sviluppo delle risorse umane per farfronte ai persistenti di vari di genere [,.. J occorrerà mettere in campo azioni che guardano dentro efuori le imprese. Il contrasto al pay gap può effettivamente giocare un ruolo di raccordo tra tutti gliaspetti che compongono l'affermazione del principio di pari opportunità nel lavoro. La UÈ ha infattisuggerito di porre al centro delle agende politiche dei paesi membri il tema dei divari retributivi digenere, che è uno dei pilastri di intervento delle politiche di pari opportunità all'interno del nuovoFondo Sociale Europeo per il ciclo di programmazione 2007-2013. I suggerimenti, oltre a ribadirel'importanza di migliorare l'efficacia della legislazione indirizzata al contrasto delladiscriminazione di genere delle retribuzioni, si fondano su indicazioni di azione che coinvolgono ilpiù ampio contesto, che vanno da un auspicato sviluppo di modelli di occupazione continui ad unamaggiore disponibilità di servizi di cura, per proseguire con una più equa divisione dei congedipaternali tra i sessi (che avrebbe impatti migliorativi sui redditi femminili) ed un incoraggiamento almiglioramento della remunerazione dei lavori sottopagati e svolti prevalentemente da donne (icosiddetti low paidjobs). Sono altrettanto interessanti le indicazioni di polìcy per il contrasto delpay gap che precedono l'ingresso delle donne nel mercato del lavoro:- promuovere le carriere nella scienza, tecnologia, ingegneria e matematica in modo che attragganogiovani donne;- incoraggiare le ragazze ad intraprendere corsi avanzati in matematica e scienze (la segregazione digenere nel mercato del lavoro inizia in classe).Ma integrare le donne nei settori e attività dominati dagli.uomini è solo una parte della soluzione.Viene infatti ribadita l'importanza di:- supportare le madri nel posto di lavoro (le madri guadagnano meno delle altre donne);- incoraggiare i datori di lavoro ad offrire occupazioni part time di elevata qualità;- ripensare nuovi indicatori per misurare la produttività del lavoro;- implementare i servizi di cura di qualità coniugati con altre politiche di supporto alla famiglia;- combattere la discriminazione di genere con azioni positive (per combatte l'effettodiscriminazione).

S. Ciampi, Politiche di parità, organizzazione del lavoro e di vita privata, in L. Benadusi, S.Piccone Stella e A. Viteritti, Dispari parità. Genere tra educazione e lavoro, Guerini e Associati,

Milano 2009

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Documento/^

[Le donne in politica: una possibilità per la democrazia?]Il numero e il livello degli incarichi politici ricoperti oggi dalle donne induce dunque al pessimismocirca l'influenza che esse possono esercitare sulla democrazia. Il solo modo per avere voce incapitolo, per pesare sulle scelte, e non come una minoranza in ostaggio, è quello di entrare in forzesulla scena politica. Ora, gli ostacoli da vincere per raggiungere la parità nelle istituzioni politicherestano molti. [... ] II ruolo minore delle donne in politica è il riflesso di una condizione sociale cheresta ancora subordinata. A riprova di ciò, la femminilizzazione delle classi dirigenti si ottieneprima là dove l'ideale di uguaglianza tra i sessi ha una possibilità di realizzarsi: nell'ambito urbano,dove vivono donne che hanno la statura per presentarsi candidate (grosso bagaglio culturale, tassodi attività professionale elevato, alte qualifiche). [...] La predominanza maschile nei luoghi dipotere deriva da cause interne all'ambiente politico, tra le quali, prima di tutto, il funzionamentooligarchico delle organizzazioni di partito. Queste possono facilmente accusare il debole attivismodelle donne per poterle poi rappresentare in maniera ridotta negli organi direttivi, o possonoinvocare la misoginia dell'opinione pubblica per rifiutare loro delle investiture elettorali. In teorialuoghi aperti di formazione e di selezione politica, troppo spesso i partiti sono ancora una sorta dicenacoli di investitura, particolarmente chiusi tanto alle donne quanto ai giovani. [...] Certe regoleelettorali, del resto, non fanno altro che incoraggiare il permanere al potere degli stessi [...]. «Ciòche fa la vera democrazia» diceva Leon Gambetta «non è tanto il riconoscere i pari, quanto ilcrearli». Se si sottoscrive tale verità, allora la democrazia deve ancora nascere. Eppure, a benguardare, le possibilità che hanno oggi le donne di esercitare importanti poteri politici non sonopoche. Il femminismo, in calo come movimento collettivo, ha guadagnato con ritardo le istituzioni.Partiti, governi, organizzazioni internazionali, manifestano tutti, più o meno apertamente, obbiettivifemministi. Alcuni paesi si sono dotati di ministeri incaricati della parità tra i sessi; altri presentanonei posti-chiave personalità femminili. [...]. Meglio ancora, i partiti politici, i grandi sovrani delgioco democratico, sono impegnati in un processo autoritario di femminilizzazione delle loro classidirigenti. Molti grandi partiti europei hanno imposto un numero fisso di donne nei loro organismidirigenziali [..,]. La femminilizzazione dei candidati e degli eletti sta dunque per diventare - ed èuna rivoluzione - un "argomento di vendita" nel mercato elettorale. Presso le donne, ma anche piùdiffusamente presso l'opinione pubblica nel suo insieme. [...] Le donne saranno il futuro dellapolitica?

M. Sineau, Le donne nella sfera della politica, in G. Duby e M. Pierrot, Storia delle donne. IlNovecento, a cura di F. Thébaud, Laterza, Bari 1996

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Documento 5

1. Cronache di violenza quotidianaIn Italia ogni tre morti violente, una riguarda donne uccise da un marito, convivente o fidanzato.Dal 1992 al 2006, a fronte di un andamento in calo del numero complessivo degli omicidi, si èregistrata una percentuale crescente di donne uccise dal partner o ex. Nel 2005 sono stateammazzate dal partner o ex partner 138 donne, nel 2006 sono state 112 ed il trend non accenna acambiare. Ciò significa che in Italia ogni due giorni una donna viene ammazzata dal marito,compagno o ex (EUKES-ANSA, L'omicidio volontario in Italia). L'omicidio è spesso il tragico finale diun pregresso di violenze psicologiche e fìsiche, che emergono solo quando ormai non è piùpossibile alcun intervento. Una donna su cinque ha subito una forma di violenza nella vita. Ilpartner o l'ex partner è l'autore delle violenze fisiche nel 62% dei casi, delle violenze sessuali menogravi nel 68,3% dei casi e delle violenze sessuali più gravi nel 69,7% dei casi. |>.] Il 18,8% delledonne che hanno avuto un partner e che si sono separate da lui, al momento della separazione e/odopo di essa hanno subito forme di atti persecutori. Un mondo di terrore sommerso: più del 90%delle aggressioni fisiche e sessuali non viene denunciato (!STAT, La violenza e i maltrattamenti:indagine condotta per cinque anni su un campione di 25.000 donne tra i 16 e i 70 anni, pubblicatanel 2007). [...].2. Le cause: la cultura del dominioI comportamenti violenti dell'uomo sulla donna appaiono intimamente legati alla cultura delpossesso, quale modello di rapporto fondato sul controllo e sulla coercizione della partner [...].Questo spiega perché il maggior fattore di rischio scatenante forme gravissime di violenza, finoall'omicidio, è il momento della separazione o la minaccia di abbandono [...]. Anche le forme dipersecuzione oggi giuridicamente inquadrabili nel cosiddetto stalking1 appaiono strettamentecorrelate ad una reazione rispetto all'abbandono della partner [...]. La vittima non è più unsoggetto, ma diviene l'oggetto del proprio desiderio di possesso, controllo e autoaffermazione. Altracausa scatenante forme violente di reazione, particolarmente agghiacciante, è la gravidanza dellapartner: la presenza del feto e poi di un bambino, che attira le attenzioni della madre, è vissuta comeuna forma di 'tradimento' e di distacco. Anche in questo caso, il comportamento violento delpartner o ex partner appare riconducibile ad un modellò arcaico di esercizio del controllo e delpossesso sulla donna [...].3. // contesto: il sistema patriarcale nel sistema penale italianoLa cultura italiana - sociale e giuridica - non si è ancora emancipata da un modello patriarcale eviolento. Il cosiddetto movimento di liberazione della donna degli anni Sessanta-Settanta ha portatoa profonde rivoluzioni nel sistema giuridico e sociale, quali la legge sul divorzio n. 898 del 1970, lariforma del diritto di famiglia attuata con la legge n. 151 del 1975, la legge n. 194 del 1978 sullatutela sociale della maternità e l'interruzione volontaria di gravidanza, nonché le leggi a tutela delledonne lavoratici, in nome della parità tra i sessi e tra marito e moglie proclamata nel 1948dall'articolo 3 e dall'articolo 29 della nostra Costituzione e solo assai tardivamente attuata [...]. Hmodello patriarcale e violento era giustificato e istituzionalizzato dal codice penale Rocco, e gliinterventi di modifica di tale assetto possono ritenersi ancora troppo recenti, per considerarsipienamente assimilati e condivisi dal sentire sociale. L'articolo 587 del codice penale [...],cosiddetto delitto d'onore, è stato abrogato solo nel 1981 con la legge 442 del 5 agosto. E solo conla legge 24 novembre 1981 si è prevista la sostituzione nelle norme codicistiche dell'espressione"patria potestà" con "potestà dei genitori". Particolarmente significativo appare il lungo, difficilepercorso che ha portato all'abrogazione del delitto di adulterio [..J: si dovette attendere il 1968allorquando [... ] la Corte Costituzionale, con due sentenze di portata storica, dichiarò la illegittimitàcostituzionale dell'articolo 559 del codice penale [...], riconobbe il contrasto [...] rispetto alprincipio di uguaglianza tra i coniugi sancito dall'articolo 29 della Costituzione [...]; quanto allaconsiderazione sociale e giuridica del reato di violenza sessuale, solo con la legge n. 66 del 1996 è

stato inserito tra i reati contro la persona: fino a dieci anni fa, lo stupro era punito non in relazione alsoggetto vittima, bensì in quanto comportamento contro la morale pubblica [...].

M. Gazzola, L'amore violento, ini! corpo delle donne. Tra discriminazioni e pari opportunità, acura di M. Brollo e S. Serafin, Forum, Udine 2010

1. stalking: la legge n. 38 del 23 aprile 2009, recante "Misure urgenti in materia di sicurezzapubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori", ha introdotto nelcodice penale l'articolo 612 bis che punisce, appunto, gli atti persecutori, le molestie insistenti oassillanti (lo stalking con termine anglosassone) con la reclusione fino a quattro anni.

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3. AMBITOSTORICO-POLITICOARGOMENTO: II Mediterraneo: atlante geopolitico d'Europa e specchio di civiltà

DOCUMENTI

«I suoi confini non sono definiti né nello spazio né nel tempo. Non sappiamo come fare a determinarli e in che modo:sono irriducibili alla sovranità o alla storia, non sono né statali, né nazionali: somigliano al cerchio di gesso checontinua a essere descritto e cancellato, che le onde e i venti, le imprese e le ispirazioni allargano o restringono.Lungo le coste di questo mare passava la via della seta, s'incrociavano le vie del sale e delle spezie, degli olii e deiprofumi, dell'ambra e degli ornamenti, degli attrezzi e delle armi, della sapienza e della conoscenza, dell'arte e dellascienza.Gli empori ellenici erano a un tempo mercati e ambasciate. Lungo le strade romane si diffondevano il potere e laciviltà. Dal territorio asiatico sono giunti i profeti e le religioni. Sul Mediterraneo è stata concepita l'Europa.È difficile scoprire ciò che ci spinge a provare a ricomporre continuamente il mosaico mediterraneo, a compilaretante volte il catalogo delle sue componenti, verifìcare il significato di ciascuna di esse e il valore dell'una neiconfronti dell'altra: l'Europa, il Maghreb e il Levante; il giudaismo, il cristianesimo e l'isiam; il Talmud, la Bibbia eil Corano; Gerusalemme, Atene e Roma; Alessandria, Costantinopoli, Venezia; la dialettica greca, l'arte e lademocrazia; il diritto romano, il foro e la repubblica; la scienza araba; il Rinascimento in Italia, la Spagna delle varieepoche, celebri e atroci. Qui popoli e razze per secoli hanno continuato a mescolarsi, fondersi e contrapporsi gli uniagli altri, come forse in nessun'altra regione di questo pianeta. Si esagera evidenziando le loro convergenze esomiglianze, e trascurando invece i loro antagonismi e le differenze. Il Mediterraneo non è solo storia.»

Predrag MATVEJEVIC, Breviario mediterraneo, Garzanti, Milano 1991

«Nell'immaginario comune dei nostri tempi il Mediterraneo non evoca uno spazio offerto alla libera circolazione diuomini e merci, ma prende, piuttosto, il sopravvento una certa resistenza ad aprirsi verso l'esterno. Sembrano lontanii tempi in cui il cinema d'autore riusciva a metterci in sintonia con le lotte per la decolonizzazione del mondoislamico. Le defaillances della politica e lejrniriaece^più;;p; meno:reali.at:;fóMdamentdismolreligioso::fannS"p^scèr.eJa~-diffìdenza verso la richiesta di integrazione avanzata da chi viene a lavorare dalla riva sud del Mediterraneo. Spianatedal crescente flusso di merci che le attraversano ininterrottamente, le vie del mare possono celebrare i fasti del turismodi massa, ma non riescono a rendere più agevole e diretta la comunicazione di esperienze, di culture, di idee tra noie gli altri abitanti dello stesso mare. Il Mediterraneo dei nuovi traffici per l 'Oriente presenta una sua sfuggenteambiguità: è lo stesso mare attraversato dai malmessi trabiccoli destinati ad affondare nel canale di Sicilia. Un mareche, anziché unire, erige nuove barriere tra le nostra e le altre sponde.

Forse è questa l'inquietudine che percepiamo nello scrutare gli orizzonti marini dei nostri giorni. Il sospetto che lafulgida rappresentazione dell'Italia al mare, disegnata dall'ostinata determinazione delle sue élites modernizzanti,non sia riuscita a eliminare del tutto il retaggio delle separazioni e delle paure che ci avevano allontanato dalle costedel nostro paese, ma anche che la difficoltà di "tenere" politicamente il largo non sia mai stata superata.»

Paolo FRASCANI, limare, II Mulino, Bologna 2008

«I popoli del Maghreb sono stati i protagonisti degli avvenimenti storici del 2011. Più che in qualsiasi altra regionedel mondo arabo, i paesi del Maghreb hanno intrapreso un lungo processo di cambiamenti e di riforme. L'esitopositivo di questi processi di democratizzazione e di modernizzazione ha un'importanza capitale per l'Unioneeuropea.Il Maghreb-è una regione con grandissime potenzialità di sviluppo. Situato tra l'Africa subsahariana e l'Unioneeuropea, da un lato, e ai confini del Mediterraneo orientale, dall'altro, ha il vantaggio di avere accessi sia sulle costedell'Atlantico che su quelle del Mediterraneo e la possibilità di ospitare rotte di trasporti terrestri. Esso beneficiainoltre di notevoli risorse umane e naturali, nonché di legami culturali e linguistici comuni. Nonostante ciò, ilMaghreb rimane una delle regioni meno integrate al mondo, con la conseguenza che le sue potenzialità di svilupposono rimaste spesso inespresse. [...]Dei vantaggi di una maggiore integrazione nel Maghreb non beneficerebbero soltanto i cittadini dei cinque paesiinteressati, ma anche gli abitanti dei paesi vicini, compresi quelli dell'Unione europea. Per TUE, lo sviluppo di unazona di stabilità e prosperità fondata sulla responsabilità democratica e lo Stato di diritto nel Maghreb è un obiettivoessenziale delle nostre relazioni bilaterali e per realizzare tale sviluppo un approccio regionale è imprescindibile.Entrambe le sponde del Mediterraneo hanno tutto da guadagnare da una situazione di maggiore stabilità, di maggioreintegrazione dei mercati, di più stretti contatti interpersonali e di scambi intellettuali, economici e culturali piùapprofonditi.»

' Sostenere il rafforzamento della coopcrazione e dell'integrazione regionale nel Maghreb: Algeria, Libia, Mauritania, Marocco eTunisia. Comunicazione congiunta della Commissione Europea e dell'Alto Rappresentante dell'UE per gli affari esteri e lapolitica di sicurezza - 17 dicembre 2012^

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ARGOMENTO: Quale idea di scienza nello sviluppo tecnologico della società umana.

DOCUMENTI

"Quando la nostra vita umana giaceva per terra/'turpemente schiacciata da una pesante religione/che mostrava dal ciclol'orribile faccia/sopra i mortali, per la prima volta un uomo mortale,/un Greco, osò contro di quella alzare lo sguardo/eper primo resisterle contro; né la fama dei Numi/né il fulmine lo distrasse né la minaccia del ciclo/strepitoso lospaventò; che anzi il desiderio/gli crebbe più forte e più acre lo strinse/di rompere egli per primo/le porte serrate dellanatura.E vinse/la forza dell'animo; e andò lontano, solo,/'di là dalle fiammanti barriere dell'universo/e tutto l'immensoattraversò con la mente/illesa, e a noi vittorioso ritoma e ci svela/il segreto dei corpi che nascono e come alle cose/èfisso un termine e limitato il potere./Così la religione fu calpestata/sotto i piedi mortali/e quella vittoria ci solleva allestelle./"

LUCREZIO, De Rerum Natura, I, w. 62-79, trad. E. Cetrangolo, Sansoni, Firenze, 1969

"Nel corso della storia è sempre accaduto che l'uomo si sia trovato in una situazione di incertezza di fronte a due modiprofondamente diversi di interpretare la realtà. Fu senza dubbio questo il caso che si verificò alla fine del Seicento,quando gli scienziati e i filosofi razionalisti - Isaac Newton, John Locke, Rene Descartes e altri - misero in discussionealcuni dogmi della Chiesa, fra i quali anche una dottrina fondamentale: quella che considerava la terra come unacreazione di Dio e, quindi, dotata di valore intrinseco. I nuovi pensatori propendevano per una visione più materialisticadell1 esistenza, fondata sulla matematica e sulla «ragione». Meno di un secolo dopo, gli insorti delle colonie americane ei rivoluzionar! francesi scalzarono il potere monarchico, che sostituirono con la forma di governo repubblicana,proclamando «il diritto inalienabile» dell'uomo «alla vita, alla libertà, alla felicità e alla proprietà». Alla vigilia dellaRivoluzione americana, James Watt brevettò la macchina a vapore, istituendo un nesso fra il carbone e lo spiritoprometeico della nuova era; l'umanità mosse cosi i suoi primi, malfermi passi verso lo stile di vita industriale che, neidue secoli successivi, avrebbe radicalmente cambiato ii mondo."

J, RIFKJN, Economìa ftll 'iW>-c>g^«o7 K*f or\da<3ari7 2OO2

"Nel suo New Guide to Science, Isaac Asimov disse che la ragione per cercare di spiegare la storia della scienza ai nonscienziati è che nessuno può sentirsi veramente a proprio agio nel mondo moderno e valutare la natura dei suoi problemi- e le possibili soluzioni degli stessi - se non ha un'idea esatta di cosa faccia la scienza. Inoltre, l'iniziazione almeraviglioso mondo della scienza è fonte di grande soddisfazione estetica, di ispirazione per i giovani, di appagamentodel desiderio di sapere e di un più profondo apprezzamento delle mirabili potenzialità e capacità della menteumana.... La scienza è una delle massime conquiste (la massima, si può sostenere) della mente umana, e il fatto che ilprogresso sia stato in effetti compiuto, in grandissima parte, da persone di intelligenza normale procedendo passo dopopasso a cominciare dall'opera dei predecessori rende la vicenda ancor più straordinaria, e non meno."

J. GRIBBIN, L 'avventura della scienza moderna, Longanesi, 2002«

"Francesco Bacone concepì l'intera scienza come operante in vista del benessere dell'uomo e diretta a produrre, inultima analisi, ritrovati che rendessero più facile la vita dell'uomo sulla terra. Quando nella Nuova Ailantide volle darel'immagine di una città ideale, non si fermò a vagheggiare forme perfette di vita sociale o politica ma immaginò unparadiso della tecnica dove fossero portati a compimento le invenzioni e i ritrovati dì tutto il mondo.... La tecnica, sìanelle sue forme primitive sia in quelle raffinate e complesse che ha assunto nella società contemporanea, è unostrumento indispensabile per la sopravvivenza dell'uomo. Il suo processo di sviluppo appare irreversibile perché solo adesso rimane affidata la possibilità della sopravvivenza del numero sempre crescente degli esseri umani e il loro accessoa un più alto tenore di vita."

N. ABBAGNANO, Dizionario di Filosofia, Torino, UTET, 1971

"Vi sono due modi secondo cui la scienza influisce sulla vita dell'uomo. Il primo è familiare a tutti: direttamente e ancorpiù indirettamente la scienza produce strumenti che hanno completamente trasformato l'esistenza umana. Il secondo èper sua natura educativo, agendo sullo spirito. Per quanto possa apparire meno evidente a un esame frettoloso, questaseconda modalità non è meno efficiente della prima. L'effetto pratico più appariscente della scienza è il fatto che essarende possibile l'invenzione di cose che arricchiscono la vita, anche se nel contempo la complicano."

A. EINSTEIN, Pensieri degli anni difficili, trad. itaì. L. Bianchi, Torino, Borìnghieri, 1965

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"Questa idea delt'incremento tecnico come onda portante del progresso è largamente diffusa; qualcuno l'ha chiamata«misticismo della macchina». Noi ci vediamo vivere nell'era del computer o nell'era nucleare, succedute all'era deivapore del XIX secolo. Si pensa a ogni periodo nei termini della tecnologia dominante, risalendo fino alla stonaprimitiva dell'uomo. Pensiamo allora alio sviluppo dagli ^utensili di pietra a quelli di bronzo, e poi al sopravvenired'un'età del ferro, quasi una logica progressione tecnica che trascina nella propria corrente l'evoluzione sociale.Pensiamo a ciascuna età nei termini dell'impatto della tecnica sulle faccende umane, e raramente indaghiamo sulprocesso contrario....Così nello sviluppo della tecnologia moderna, non occorre intendere solamente l'influenza deglistrumenti e delle tecniche sulla società, bensì l'intero ventaglio delle «forze reciprocamente interagenti» che ha datoluogo agli spettacolari passi avanti del nostro tempo. Come si è espresso un altro studioso dell'evoluzione umana[Solly Zuckerman], «la tecnologia è sempre stata con noi. Non è qualcosa al di fuori della società, qualche fòrza esternadalla quale veniamo sospinti...la società e la tecnologia sono...riflessi i'una dell'altra»."

A. PACEY, Vivere con la tecnologia, Roma, 1986x>»

"Non intendo certo sbrogliare l'intricatissimo rapporto tra scienza e tecnologia, ma solo rilevare che oggi, soprattuttograzie all'impiego delle tecnologìe informatiche e della simulazione, la nostra capacità di agire ha superato di molto lanostra capacità di prevedere.... La tecnologìa è importante per ciò che ci consente di fare, non di capire.... A cominciaredalla metà de! Novecento la tecnologia ha assunto una velocità tale da non permettere a volte alla scienza di giustificaree spiegare teoricamente, neppure a posteriori, il funzionamento dei ritrovati tecnologici. La scienza si è così ridotta adifendere posizioni via via più difficili, tanto più che le radici dell'accelerazione tecnologica non sono da ricercarsiall'interno dello sviluppo scientifico, bensì nell'ambito della tecnologia stessa. Infatti è stata l'informatica che, con ilcalcolatore, ha fornito all'innovazione uno strumento, o meglio un metastrumento, flessibile e leggero che ha impressoun'accelerazione fortìssìma alle pratiche della progettazione."

G. O. LUNGO, Uomo e tecnologia: una simbiosi problematica, Ed. Univ. Trieste, 2006

"Le aziende subiranno più cambiamenti nei prossimi dieci anni di quanti ne abbiano sperimentati negli ultimi cinquanta.Mentre stavo preparando il discorso che avrei dovuto tenere al nostro primo summit dei CEO (Chief Executive Officer),nella primavera del 1997, meditavo sulla natura specifica dei mutamenti che l'era digitale avrebbe imposto al mondoimprenditoriale. Volevo che il mio discorso non si fermasse agli strepitosi vantaggi offerti dalla tecnologìa, maaffrontasse anche i problemi con i quali i dirigenti di un'azienda devono combattere tutti i giorni. In che modo latecnologia può contribuire a migliorare la gestione di un'impresa? In che modo trasformerà le aziende? In che modo puòaiutarci a mettere a punto una strategia vincente per i prossimi cinque o dieci anni?"

B. GATES, Business @Jla velocità del pensiero, Mondadori, 1999

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Griglie dì valutazione Italiano - 5A

Alunno

'G.M.Colombini"per Simulazione ed Esame di Stato

Classe

ANALISI DEL TESTO

Padronanza linguistico-espressiva (correttezzaortografica, morfosintattica, lessicale, dellapunteggiatura e del registro)

Conoscenze (comprensione analitica,comprensione globale, riferimenti al contesto,tecniche di analisi)

Organizzazione del testo(coerenzaargomentativa.riferimenti intertestuali, sintesi,completezza)

Jvello critico-valutativo (approfondimento,interpretazione, valutazione critica)

In decimi

In quindicesimi

Gravemente/decisamenteinsufficiente

3-4.5

5-7

insufficiente

5-5,5

8-9

sufficiente

6

10

più che sufficiente

-

6,5-7

11-12

discreto/buono

7,5-8

13

ottimo/eccellente

9-10

14-15

SAGGIO BREVE- ARTICOLO DI GIORNALE

Padronanza linguistico-espressiva (correttezzaortografica, morfosintattica,lessicale,punteggiatura,uso del registro)

Informazioni (utilizzo documentazione, analisi-sintesi delle informazioni, integrazione coninformazioni congruenti)

Organizzazione del testo (registro adeguato,titolazione, destinatario, coerenza, coesione,sviluppo argomentativo, rispetto consegne,pianificazione adeguata)Jvello critico-valutativo (approfondimento,interpretazione, valutazione critica)

In decimi

In quindicesimi

Gravemente/decisamenteinsufficiente

3-4.5

5-7

insufficiente

5-5,5

8-9

sufficiente

6

10

più che sufficiente

6,5-7

11-12

discreto/buono

7,5-8

13

Ottimo/eccellente

9-10

14-15

TEMA

tipol C - Tema storicotipol D - Tema ordine generale

Padronanza linguistico-espressiva (correttezzaortografica, morfosintattica,lessicale.punteggiafura.uso del registro)

Contenuto (comprensione argomento, pertinenza,livello delle informazioni)

Organizzazione del testo(pianificazione adeguata,sviluppo logico e coerente delle argomentazioni,qualità delle argomentazioni)

Livello critico-valutativo (approfondimento,interpretazione, valutazione critica, originalità,creatività, pluralità delle prospettive)

In decimi

In quindicesimi

Gravemente/decisamenteinsufficiente

3-4.5

5-7

insufficiente

5-5,5

8-9

sufficiente

6

10

più che sufficiente

6,5-7

11-12 T

discreto/buono

7,5-8

13

Ottimo/eccellente

•»

9-10

14-15

Voto provaIl docente ( o i commissari e il Presidente ).

Data