A PAGINA 11 A PAGINA 15 Casa - Newsnew.caffe.ch/media/STATICHE/ilcaffe/speciali/Casa... · 2016....

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IL VERDE Il giardino d’inverno non ha paura del freddo A PAGINA 11 IL BENESSERE Una palestra all’interno delle mura domestiche A PAGINA 15 IL PASSATO Un vero e proprio bagno di nostalgia A PAGINA 12 La tendenza La cucina del futuro è tornata all’eta della pietra PAGINA 7 Il relax Il divano sfida la poltrona e in salotto ora vince... PAGINA 9 ALLE PAGINE 2 e 3 Casa TUTTO CIÒ CHE VI RIGUARDA AUTUNNO 2016 mi riscaldo così Geotermia, biomassa o energia solare... Tante le tecnologie moderne per dare calore alle abitazioni, ma prima bisogna sempre isolare A casa

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  • IL VERDE

    Il giardinod’invernonon ha pauradel freddoA PAGINA 11

    IL BENESSERE

    Una palestraall’internodelle muradomesticheA PAGINA 15

    IL PASSATO

    Un vero e propriobagnodi nostalgiaA PAGINA 12

    La tendenza La cucina del futuro è tornata all’eta della pietra PAGINA 7Il relax Il divano sfida la poltrona e in salotto ora vince... PAGINA 9

    ALLE PAGINE 2 e 3

    CasaTUTTO CIÒ CHE VI RIGUARDA AUTUNNO 2016

    mi riscaldo così

    Geotermia, biomassao energia solare...

    Tante le tecnologiemoderne per dare calorealle abitazioni, ma prima

    bisogna sempre isolare

    A casa

  • Il calore.

    2 Casa

    Con i piedi

    Le tecnologiedisponibili per le casesono in evoluzionee offrono soluzioniintegrate e votateal maggior risparmio

    Parola d’ordine, prima di riscaldare, occor-re evitare gli sprechi. Il maggiore poten-ziale di risparmio può infatti essere realiz-zato se le perdite di energia vengono limi-tate al massimo. È quindi importante giàa partire dalla costruzione di un edificio o dal suoammodernamento, tener conto del principio secon-do cui quanto più isolato è un immobile (o parte diesso), tanto più ridotto e a basso consumo potrà es-sere anche l’impianto di riscaldamento. Bisogna in-somma curare anche “l’involucro” della casa, par-tendo dal tetto, scendendo fino in cantina, senza di-menticare di avere porte e finestre ben isolate. Co-me del resto suggerisce anche l’Ufficio federale del-l’energia.

    Tutto ben isolato? A questo punto, non vi restache sbizzarrirvi nel cercare tra le nuove tecnologie

    l’impianto di riscaldamento che preferite. Anche sela soluzione migliore, stando alle ultime tendenzeindicate dagli esperti, sembra essere quella dell’in-tegrazione tra varie fonti energetiche. Un trend cheregistra comunque una certa crescita della geoter-mia, settore che vede la Svizzera ai primi posti a li-vello internazionale per l’utilizzo di quella definita“poco profonda”, quindi destinata anche alle abita-zioni monofamiliari e plurifamiliari. Anche se laproduzione in termini di MWh per abitanteè ancora lontana dai livelli dell’Islanda, ilsistema che prevede l’inserimento discambiatori di calore nel sottosuolo è mol-to apprezzato. Non da ultimo perché per-mette anche di raffreddare i locali durantel’estate seguendo il “principio inverso” ri-spetto a quanto succede d’inverno. Quando

    al

    MASSIMO SCHIRA

    Geotermia, biomassao energia solare, ma…occorre prima isolare

    FINESTRE ISOLATEO PICCOLE ASTUZIEMolti vecchi edificihanno infissi vecchiche lasciano filtrarel’aria fredda. Eppurebastano piccoliaccorgimenti

    L’ACQUA BOLLENTEAltro rimedio è la borsadell’acqua calda, cheaiuta non solo quandosi è influenzati maanche per scaldare il letto

    caldoSTUFETTA BRUNOMINI DA 9 KWComoda e piccolascalda locali fino a180m quadri. Concatalizzatore eventilazione

    PANTOFOLE CALDENon per forza ipavimenti di casadevono esserebollenti. Basta essereprevidenti, ad esempiocon un paio dipantofole calde

  • 3IL CAFFÈAutunno 2016

    i locali sono molto caldi, il sottosuolo è certamentepiù freddo. Analogamente quando i locali sono fred-di, a qualche decina di metri di profondità troviamotemperature chiaramente superiori. Gli impiantigeotermici sono in grado di far scambiare questetemperature a piacimento.

    Altro settore in forte evoluzione in Svizzera èquello del fotovoltaico, che coinvolge sempre piùspesso anche le tecnologie di riscaldamento dome-stico e non più soltanto la produzione di energiaelettrica. Nelle abitazioni si può infatti utilizzarel’energia solare termica, sia per la produzione del-l’acqua calda sanitaria, sia per il riscaldamento. Ineffetti, l’energia solare termica offre sinergie di co-sto in caso di sostituzione della caldaia, ad esempioattraverso uno scaldacqua. È una soluzione sempli-ce e conveniente per la quale la maggior parte deiCantoni offre anche incentivi e aiuti. Molto interes-sante anche la tecnologia che permette di raffred-dare, un po’ come succede con i sistemi geotermi-ci. Potrebbe sembrare una contraddizione di termi-

    ni, ma con il solesi può ancheraffreddare.Una tecnologiagià parecchio inuso in Spagna ein alcune zonedella Germaniasta iniziando afar breccia an-che in Svizzera

    con l’apparizione dei primi impianti di ultima gene-razione.

    La Svizzera è poi un Paese ricco di foreste equindi anche tutto il settore dell’energia fornita at-traverso la legna risulta particolarmente interes-sante e al centro di una progressiva evoluzione tec-nologica. Che si divide in due settori principali:quello dei ceppi e quello del pellet. Impianti che do-tati dei corretti filtri ed utilizzati secondo le normesono anche ad impatto neutro dal punto di vista del-le immissioni di anidride carbonica, quindi non su-biscono alcun influsso dal profilo dei costi per quan-to attiene alle tasse sul Co2.

    Dal profilo generale, sono comunque ancorasempre le energie fossili a fare la parte del leone inSvizzera con i sistemi di riscaldamento ad olio com-bustibile ad essere ancora ampiamente diffusi sulterritorio. Anche in questo ambito, però, i passiavanti dal profilo tecnologico e della cura dell’im-patto ambientale sono stati notevoli negli ultimi an-ni. Soprattutto perché agli impianti sono state abbi-nate abitazioni più efficienti dal profilo energetico.

    Oltre ad aumentarela temperaturamolti nuovi impiantisono in grado anchedi raffreddare, grazieagli scambiatoridi calore e alle pompe

    L’idea di impiegare le ecce-denze di calore provenientidai grandi impianti di produ-zione di energia e di incenerimen-to dei rifiuti per riscaldare edificiresidenziali e commerciali e soddi-sfare il relativo fabbisogno di calo-re è indubbiamente innovativa,ma non nuova. Ne sono testimoni inoti progetti di teleriscaldamentodegli anni Sessanta e Settanta.Energia2000, il programma dellaConfederazione che ha precedutoSvizzeraEnergia, promuoveval’impiego del calore residuo con ilteleriscaldamento attraverso ini-ziative mirate. Oggi il teleriscalda-mento torna alla ribalta anche nel-l'ambito delle energie rinnovabili,grazie all'impiego di grandi cen-trali termiche a legna e impiantigeotermici. Il calore a distanzaviene prodotto in un impianto cen-trale, ad esempio una centrale ter-mica a legna o un impianto di in-cenerimento dei rifiuti o dei tru-cioli di legna, e successivamentedistribuito agli utenti attraversouna rete di condutture sotto formadi acqua calda destinata al riscal-damento degli edifici e alla produ-zione di acqua calda.

    Ad essere estremamente importanti nella re-golazione dei consumi, dell’inquinamento edelle spese per il riscaldamento degli im-mobili sono anche le decisioni personali dell’uten-te. Dalla temperatura scelta per la casa ad even-tuali investimenti per un’ottimizzazione dell’effi-cienza energetica dell’abitazione. L’aspetto più in-teressante da sottolineare per quanto concerne lescelte personali, è che un leggero abbassamentodella temperatura in casa si può attuare in pocheore - spiegano gli esperti nell’ambito della societàa 2.000 Watt - e gli effetti sono chiaramente ri-scontrabili. Ogni grado in meno richiesto all’im-pianto di riscaldamento permette di risparmiarecirca il 7% di energia. Passare, ad esempio, da 24a 22 gradi in casa non comporta certo un cambia-mento radicale nel modo di vivere, ma consente dicontenere i costi e le emissioni di quasi il 15%. Èuna percentuale notevole, se si pensa che stiamoparlando della differenza tra il restare a casa in t-shirt, oppure indossare un maglioncino leggero.Un piccolo gesto che incide comunque certamente

    anche sulla bolletta. Edi questi tempi…

    Un altro aspettosu cui si insiste moltoè invece quello del-l’efficienza energeticadelle costruzioni. Dal-le tecnologie Minergieche sfruttano le piùrecenti conoscenze inmateria di risparmio,passando per l’esi-genza di vivere in im-mobili meglio isolati,per evitare che il calo-re si disperda troppofacilmente, facendocrescere i consumi e,quindi, anche le im-

    missioni nell’ambiente. A differenza della sceltapersonale per la temperatura, l’isolazione di unimmobile o la qualità di porte e finestre non è co-munque un problema che può essere risolto da ungiorno all’altro. Richiede tempo e anche investi-menti piuttosto onerosi. La tendenza in Svizzera èperò quella di puntare su abitazioni più efficienti enon prevedo a corto termine inversioni di tenden-za spinte solo e soltanto da un minor costo tempo-raneo delle energie fossili.

    Alle vecchie tecnologie, secondo gli esperti, sicontinueranno a preferire quelle più moderne epiù efficienti, anche se azzardare previsioni troppoa lungo termine è rischioso, anche se negli ultimitempi ci sono stati infatti molti cambiamenti e nonsi può escludere qualche sorpresa negli anni a ve-nire. Il trend è comunque quello di andare versoimpianti che integrino sempre più le varie tecno-logie disponibili. Ad esempio energia solare e geo-termia (vedi articolo principale).

    Il teleriscaldamentorinasce anche graziealle fonti rinnovabili

    Un grado in menonon cambia la vita,ma la bolletta… sì

    Gli impianti di ventilazionecontrollata dei locali rientra-no oggi sempre più spessonella dotazione standard dell’im-piantistica degli edifici di nuova co-struzione e di quelli interamente ri-sanati. La ventilazione controllatadei locali convoglia aria fresca neilocali 24 ore su 24, in modo auto-matico, senza formare correntid’aria. Il sistema espelle l’aria aspi-rata e gli odori attraverso il sistemadi evacuazione dell’aria. Diventacosì superfluo aerare regolarmentei locali e si recupera così il preziosocalore che altrimenti andrebbe per-so aprendo le finestre.

    La ventilazione controllata deilocali espelle automaticamentel’aria aspirata e gli eventuali odoriattraverso le condotte di sfiato. Altempo stesso, l'aria fresca e ricca diossigeno affluisce nei vari locali at-traverso la rete di condotte di ali-mentazione dell’aria. L’aria in en-trata viene depurata da filtri ad altaefficacia che trattengono polvere,impurità e pollini. Tra le vostrequattro mura potrete così usufruiredi un’eccellente qualità dell’aria, ciòche favorisce sensibilmente il com-fort abitativo di tutti e non solo dichi soffre di allergie. Anche i rumorimolesti nonentrano in casa.

    Ora aprire le finestrediventa “superfluo”grazie alle ventilazioni

    Le possibilitàLE POMPEDI CALORE

    Si tratta dellaproduzione di energiatermica estrattadal suolo, dalla faldafreatica (dall’acqua)o anche dall’aria.Le soluzioni sonodiverse

    1CON L’ENERGIADEL SOLE

    Attraverso il solesi può ottenereun ottimo impiantodi riscaldamento.Capace anchedi raffreddare la casanei mesi estividi gran caldo

    2LA BIOMASSADA SFRUTTARE

    La Svizzera è ricca inlegna e la tecnologiaevolve moltorapidamente ancheper gli impiantia ceppi o a pellet.Raggiungendole immissioni zero

    3GAS E GASOLIOTRADIZIONALI

    Molto più evoluterispetto al passatosono anche lecaldaie a gaso a gasolio. Sonole più tradizionalie sono ancora moltodiffuse in Svizzera

    4LA VARIANTETELERISCALDAMENTO

    In diverse zone,anche in Ticino,stanno nascendovere e proprie centralidi teleriscaldamento,capaci di rifornireinteri quartiericon un’offerta unica

    5

    VECCHIOE MODERNOLe abitazionimoderneprevedonoaccorgimentiper trattenereil calore

    ILRISPARMIO

    LE “VECCHIE” CALZEDELLA NONNA

    Un buon metodo pertenere i piedi al caldo sonogli intramontabili calzettoni

    di lana della nonna

    LA CLASSICA COPERTACe n’è per tutti i gustie per tutte le tasche,ma sul divano,davanti alla tv,restano un mustle coperte

  • Gli investimenti.

    5IL CAFFÈAutunno 2016 Casa

    Come orientarsinella giungladei tassi d’interesse,dei profili di rischioe delle trattative

    Tassi d’interesse

    Nei prossimi 12 mesi la fascia degli interessi diriferimento dovrebbe restare invariata tra -1,25% e -0,25% (stima Credit Suisse, set-tembre 2016). Pertanto i tassi sulle ipoteche flex-rollover (cioè a tasso variabile) permarranno sui lo-ro minimi. Per quanto riguarda i tassi d’interessedelle ipoteche fix (cioè a tasso fisso) l’andamento di-penderà dai costi di garanzia, che attualmente ge-nerano interessi negativi per gli istituti finanziari.

    Su 12 mesi, nell’ambito delle ipoteche fix conscadenze medio-brevi, ci si deve attendere com-plessivamente un movimento marginale. Al contra-rio, per le scadenze lunghe, i tassi d’interesse do-vrebbero crescere leggermente di 5-30 punti base.È quindi necessario valutare con attenzione le dif-ferenti offerte, basandosi in primo luogo sulla pro-iezione della propria disponibilità salariale e dieventuali capitali.

    Profilo di rischio

    Contrarre una ipoteca immobiliare, come qual-siasi prestito bancario, presuppone avere chia-ro il proprio profilo di rischio. Qualsiasi bancaoffre soluzioni adatte ai diversi profili. Se, per esem-pio, il profilo di rischio è orientato alla sicurezza, cioèsi teme l’oscillazione dei tassi e si è poco flessibili adaffrontarla, e ci si orienta su una restituzione del-l’ipoteca a medio-lungo termine, è consigliabile ac-cedere a prodotti ipotecari con durate differenziate:40% ipoteca a tasso fisso a 8 anni o 60% a 12 anni;se, invece, il profilo d’investitore è più dinamico, cioèaperto al rischio dell’oscillazione dei tassi con unorizzonte di estinzione del debito a breve, si può pre-vedere un mix ipotecario con un 30% dell’ipoteca atasso fisso e 70% a tasso variabile. Ma, come detto,ogni profilo di rischio è personale: conviene semprequindi affidarsi ad un consulente di fiducia e valutarepiù soluzioni. Il fai-da-te in questo campo non esiste.

    Il capitale iniziale

    La quota di capitale proprio richiesta per acqui-stare una proprietà abitativa è generalmentedi almeno il 20 per cento. A questa quota siaggiungono i costi accessori all’acquisto, le impo-ste e le tasse legate alla conclusione della transa-zione e alla registrazione della proprietà fondiariapresso le autorità, nonché i diritti di agenzia, se cisi affida ad un intermediazione professionale.

    Il capitale proprio può essere composto da som-me liquide in conto corrente, titoli azionari, accontidi quote ereditarie, donazioni ricevute, prestiti daparte di parenti o amici, fondi di previdenza, quoteassicurative.

    Attenzione: in caso di finanziamento medianteipoteca è richiesto che una quota minima del 10%del capitale proprio non provenga dagli averi dellacassa pensione o del terzo pilastro. Ma da fondipropri in senso stretto.

    La trattativa

    La prima ipoteca può generalmente ammonta-re fino a circa il 65% del valore dell’immobile;se questa percentuale non è sufficiente per ilfinanziamento, si può accendere una seconda ipote-ca fino a raggiungere l’80%, ossia per un ulteriore15%. Dato che in questo caso il rischio è maggiore,in genere le banche riscuotono un interesse più ele-vato. È sempre utile, però, documentarsi e farsiun’idea delle offerte ipotecarie: tutte le maggioribanche svizzere sui loro siti internet espongono so-luzioni ipotecarie a tasso fisso e variabile secondodiversi profili di rischio. Un colloquio preliminarecon due o tre consulenti di banche diverse consentedi farsi un’idea. Poi, vale sempre la fiducia ripostacome clienti verso la propria banca.

    In ogni caso è opportuno valutare più offerte, inmodo da capire bene le differenze e scegliere la viamigliore per il proprio profilo.

    I tassi ipotecari bassi e l’ampia offerta di immobili, specie sul mercato ticinese,rendono l’attuale momento assai interessanteper chi vuole acquistare una casa o un appartamento. Per riuscire a concluderefelicemente il proprio “affare”, però, ci sonoalcune regole generali da osservare . A partiredall’accensione di una ipoteca in banca

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  • Le cucine.

    7IL CAFFÈAutunno 2016 Casa

    L’alternativa al “teflon” arrivadal... passato. Un materialeduro ma anche duttile, chepermette una cucina sanaed è facile da utilizzare

    L’esperienza di un tempounita alle tecniche moderneper ottenere il meglio da questa roccia resistentealle alte temperature

    IMODELLI

    La pietra ollare è l’ultima frontiera dellacottura: è una roccia, può assumerecolorazioni diverse, dal grigio al verdeal nero, ed è diffusa in tutto il mondo.Il termine “ollare” deriva dal latino“olla”, che significa pentola. Di questo materialesono fatte le piastre per la cottura sulla brace epure le stufe, le pentole e le padelle. Ideale peruna cucina sana e dietetica, la pietra ollare èperfetta per carni e verdure e si rivela una salu-tare alternativa alla cottura sulla griglia classi-ca. Inoltre, non utilizzando oli o grassi vengonomantenuti i valori nutritivi degli alimenti. Unicohandicap delle pentole è la manutenzione, mas’impara in fretta, e il loro costo è di almeno il

    doppio di una nor-male casseruola inalluminio antiade-rente.

    Caratteristi-ca principale dellapietra ollare è lacapacità di distri-buire il calore in

    modo uniforme e di mantenerlo a lungo, anchese tenuta lontana dal fuoco. È molto duttile epermette di ottenere lastre di varie forme e di-mensioni che resistono molto bene, senza modi-ficarsi, agli sbalzi termici. La sua capacità diconduzione termica può essere anche di diecivolte maggiore rispetto alle pentole tradizionali.Ottimo questo materiale anche la sua capacitàdi accumulare calore.

    Il maggior vantaggio della pietra ollare con-

    siste nel poterla utilizzare per cucinare senzal’aggiunta di grassi. Per cuocere e dare saporeagli alimenti, sulla piastra o in pentola, bastaaggiungere erbe o spezie, oppure marinare pri-ma gli ingredienti, ad esempio nel vino. Il con-dimento va fatto dopo, a parte, su un piatto o unvassoio. Oltre a ciò, la cottura risulta molto uni-forme. I cibi si cuociono senza attaccarsi sul fon-do. Unica precauzione, sia la piastra che le pen-tole devono essere riscaldate lentamente. È suf-ficiente una fiamma molto bassa per mantenereuna temperatura costante. Inoltre, conservatasia al freddo che al caldo non assorbe gli odoridegli alimenti. Ottima per cucinare una fiorenti-na o fette sottili di carne, che basterà scottaresoltanto per pochi minuti. Ideale anche per cuo-cere i gamberi o altri tipi di pesce, ma anche iformaggi tipo scamorza o provola e varie verdu-re tagliate fini. Oltre ad essere molto resistenteall’usura del tempo, è pressoché eterna e quindiessere tramandata di generazione in generazio-ne senza alcuna alterazione delle sue caratteri-stiche.

    Di pietra possono essere anche gli ambienti,che richiamano alla tradizione dei nostri avi.Mentre dai nuclei dei villaggi spariscono le cosi-dette “cucine economiche”, che sono servite aintere generazioni, non solo per la preparazionedei cibi, ma anche come modo per riscaldare, idesigner più moderni stanno riscoprendo la pro-prietà termiche della pietra. D’estate infatticonservano l’ambiente fresco, mentre d’inver-no, se riscaldate dall’interno, mantengono il lo-cale ad una temperatura gradevole. r.c.

    Fino ad oggiconsiderato unelemento poverodella tradizioneil “sasso” è ormaiuno status symbol

    La sua duttilità permette diottenere lastre dalle dimensionie della forma desiderata, poiimpiegate per la costruzionedi piastre per la cottura all’aperto o come base per la produzione di stufe o di pentole

    Ritorno

    pietraL’ESTREMA DUTTILITÀDELLA PIETRA OLLARE

    Pentole e piastre in pietra ollaresi scaldano lentamente e, raggiuntala temperatura desiderata, lamantengono costante per un lungoperiodo. Niente bruciature, quindi. Il materiale antiaderente non rendenecessaria l’aggiunta di...

    TEMPERATURA COSTANTE

    ... Nessuna aggiunta di olio,burro o altri grassi per cucinarecon la pietra ollare. Per cuoceree dare sapore gli alimenti sullapiastra o in pentola bastaappena un poco di erbe o delle spezie

    NESSUN UTILIZZODI OLI O GRASSI

    IMATERIALI

    Il pallino più recente degliarchistar è la creazione di cucine dagli stili unici einnovativi. Ideati e pensati perchi ha gusti esigenti, sono vereopere d’arte in eterno equilibrio tra modernità e tradizione

    LE CUCINE CAPRICCIDEGLI ARCHISTAR

    piani di lavoro in pietra naturaleconferiscono alla cucinaun carattere inconfondibile.Le lastre in pietra naturale sonodi granito, gneiss e altre roccee variano a seconda dellacolorazione e delle venature

    IL CARATTERE UNICODELLA PIETRA NATURALE

    I pannelli di pietra acrilica sonorealizzati in materiale legato conresina. Il materiale delle superficiè resistente e il piano di lavoroè senza giunture visibili. Disponibiliin diversi colori e variazionisi rivelano una pratica alternativa

    LA PIETRA ACRILICAPRATICITÀ E DESIGN

    all’età della

  • La lettura.

    8 IL CAFFÈAutunno 2016Casa

    Di design.Classiche.Modulari emultifunzionali.Così lebibliotechedi casarispecchianola personalità

    ZIGZAGRemake del modello lanciatovent’anni fa, la Iibreria in acciaiodisegnata da Konstantin Grcicper Driade è completata da duetipologie di ripiani in legno,in quercia e in noce americano,con fermalibri a clip

    KANTL’originale libreria a giornobifacciale progettata disegnata daItamar Harari, architetto israelianodi fama internazionale, per il brandMorelato è realizzata in legnodi noce canaletto ed è modulabilecon più elementi

    LLOYDL’esclusiva libreria in rovereprogettata per Poltrona Frauda Jean-Marie Massau consenteun sistema di contenitoria geomentria variabile con sottilibacchette di legno verticaliscorrevoli su binari invisibili

    HANIBALLa minimalista Hanibal di Tojoprogettata da Floyd productdesign è una libreria componibilela cui struttura è modulata suelementi base a forma di H. Questisono facilmente impilabili unosull’altro e fissabili

    Quando s’iniziò a in-tonare il “de pro-fundis” per il libro,reso antidiluvianodall’avvento e dalladiffusione degli e-reader, le co-mode tavolette elettroniche ingrado di immagazzinare miglia-ia di libri in formato digitale, an-che la sorte delle librerie dome-stiche apparve segnata. Il feno-meno era così eclatante che - sidisse - persino il gigante dei mo-bili Ikea avrebbe depennato dalcatalogo la storica “Billy”, la piùeconomica e versatile libreria incommercio. Macché. Certo, ilmondo dell’editoria non sta vi-vendo il suo periodo d’oro, ma ilibri - in qualsiasi formano appa-iano - restano la forma d’intrat-tenimento, di cultura e svagopiù diffusa e più accessibile. E lelibrerie continuando ad appog-giarsi alle pareti delle nostre ca-se nelle forme più disparate: didesign, classiche, plurifunziona-li, ergonomiche, griffate...

    Anzi, esistono librerie chesono un tutt’uno con la casa,inalienabili con tutti i loro “con-tenuti”, e librerie possono ormaidefinirsi d’autore, tanto rispec-chiano la personalità del pro-prietario. “Per quanto ‘disordi-nate’ come la mia, giusto perusare il primo aggettivo che miviene in mente se devo descri-verla - dice lo scrittore AndreaFazioli, ultima fatica “L’arte delfallimento” edito da Guanda,che di volumi ne custodiscequalche migliaio -. In realtà cer-co di mantenerli divisi in ordinealfabetico e di genere, e avreiuna stanza quasi trasformata inbiblioteca, ma non c’è niente dafare: li prendo, li leggo, li consul-to e finiscono per ritrovarsi un

    rettore scolastico e ideatore e di-rettore della rassegna “Tutti icolori del giallo” che ha tre localidella sua abitazione interamen-te rivestiti da oltre 10mila volu-mi -. Non è il mio caso, io nonuso neanche il Kindle perché de-vo sottolinearli, trattarli male,prenderci appunti... Insommadevo sentirli miei. Certo perquanto ordinati sulle mensoledelle tante librerie un filino dispazio lo occupano, ma faccio fa-tica ad immaginare una casasenza libri”. Problema di spazioche avverte anche la 33enne de-putata plrt Natalia Ferrara, chesi autodefinisce “divoratrice dilibri”: “Diciamo che ho una bi-blioteca decisamente impegna-tiva, migliaia di libri divisi perautore e genere ai quali conti-nuo ad aggiungere volumi ed ef-fettivamente un po’ di spazioviene a mancare - spiega Ferrarache, giusto per non farsi manca-re niente, usa anche l’e-readerquando è fuori casa -. Tra l’altroamo leggere in lingua originale,italiano, tedesco e francese, cosìfinisco per avere più versionidello stesso libro, come adesempio tutte le opere di Frie-drich Dürrenmatt“. Anche perFerrara, comunque, le libreriefanno parte integrante dell’arre-damento di casa, quando nonaddirittura fanno locale a sé.“Esatto, infatti ho trasformatol’anticamera d’ingresso con li-brerie che fanno da pareti - am-mette -. E ho usato l’espedientedi lasciare sempre due scaffalivuoti per ospitare nuovi libri. Untrucco, però, che non ha funzio-nato; si riempiono subito e con-fesso di avere libri ormai anchenel sottoscala...”.

    e.r.b.

    Librerie

    ICONSIGLI

    Gli scaffali più invidiabilisono quelli in formato Vip

    Celebre e fulminante la ri-sposta di Umberto Eco a chigli chiedeva se avesse lettotutti i libri che riempivano la suabiblioteca personale, disposta ad-dirittura in corsie: “No, questi so-no quelli che devo ancora leggere,gli altri sono in cantina”. Alloscrittore Giuseppe Pontiggia, in-vece, bastò mostrare l’apparta-mento sotto la sua abitazione (af-fittato appositamente per ospitarela sua libreria, che ora è patrimo-nio della città di Mendrisio) persuscitare i sintomi della sindromedi Stendhal alla sua improvvidainterlocutrice che aveva “osato”chiedergli quanti libri leggesse inun mese. Forse sorprende un po’

    scoprire che lo stilista Karl Lager-feld ha una delle più grandi bi-blioteche private del mondo. Unalibreria con 300mila volumi, lamaggior parte in materia di modae arte, con tanto di scala a chioc-cola e passerella che circondatutto lo spazio, a circa 15 metridal pavimento. E che dire del chi-tarrista dei Rolling Stones, KeithRichards, che come “libreria” hauna stanza ottagonale, multifun-zionale, con scaffali progettati adhoc tutto intorno? Comunque“piccola” rispetto a quella dell’im-prenditrice belga Diana Von Fur-stenberg: gli scaffali bianchi colmidi libri raggiungono i 10 metrid’altezza...

    d’autorepo’ ovunque. Ormai è difficilestabilire dove finisce la casa edove la libreria”. Ovviamenteesistono anche delle case in cuila libreria è parte integrante del-l’architettura d’interni. Struttu-

    spesso dal colore del dorso into-nato alle tonalità dell’ambientecircostante. “Sì è vero, ma quel-le sono le librerie che fanno ‘sta-tus’, non lettore - commenta di-vertito Fabrizio Quadranti, ex di-

    re e scaffalature modulari, veree proprie pareti attrezzate neilegni più pregiati, dalle essenzeall’esotico wengé, che non di ra-do finiscono per ospitare le col-lane di libri più preziosi eleganti,

    Le più belle

  • Il comfort.

    9IL CAFFÈAutunno 2016 Casa

    Forse è dovuto a unapiccola crisi di rigettonei confronti di tuttoquanto è “social”.Forse, da un punto divista demografico, la vita dasingle è molto più diffusa diquanto crediamo. O forse an-cora in questa era di “sharingeconomy”, in cui si condividetutto dalla casa all’auto, dagliutensili ai libri, abbiamo biso-gno di qualche punto fermo,con un filino di egoismo tuttonostro…

    Ecco. Forse ci sono un po’tutti i motivi elencati se, ulti-mamente, la poltrona si staconcedendo una rivincita suldivano. O più semplicemente,come suggeriscono gli espertie i fashion-blogger del settore,è la poltrona che s’è evolutatrasformandosi in un elementod’arredo a sè, multifunzionale,di design o rivisitata dal classi-co, ma in grado di ritagliarsiun suo spazio in salotto. Par-don, nel “living”, perchà sala,salotto e tinello sono stati ban-diti dalla nomenclatura del-l’arredamento.

    E il bello è che sempre piùarchitetti d’interni la propon-gono come “special guest” incamera da letto, foss’ancheper utilizzarla giusto per affi-darle la camicia, la gonna o ipantaloni della giornata. Cer-to, un banalissimo appendiabi-ti, un “servo muto” sarebbepiù funzionale e anche una se-dia risulterebbe meno ingom-brante, ma volete mettere lasciccheria di esibire una pol-trona ai piedi del letto?

    In ogni caso non è solo que-stione di snobismo, perché agiudicare dai modelli in com-mercio è evidente l’esigenza diusufruire di una o più poltroneche non abbiano comunqe nul-

    danno mai la sensazione disgomitare per conquistare unpo’ di spazio in più.

    Insomma, nel caso non sifosse capito, una bella poltronaè “tua”, è il tuo spazio, da ge-stire e orientare come vuoisenza che nessuno ti dica il fa-stidioso “scusa ti puoi spostareun po’ più in là?”. Sulla poltro-na non bisogna intavolare unsummit internazionale col re-sto della famiglia, o anche solocol partner, per stiracchiarsi,stendere le gambe o accocco-larsi. Non tollera la promiscuitàche concede il divano che, perquanto grande, largo e modula-re inevitabilmente scatenasempre conflitti “territoriali”.

    Poi, se vogliamo farne unaquestione di stile, di eleganza,non abbiamo che l’imbarazzodella scelta. Forma e colore,ovviamente, dovrebbero esse-re in perfetta sintonia conl’ambiente. Ma una bella pol-trona in cuoio d’antan riesce aessere più che ben accetta an-

    che in uncontesto ul-tramoder-no. Poi sipuò disqui-sire sullaselezionedelle pelli edei tessuti,sulle cuci-ture sarto-riali e suglieventualiinserti di le-

    gni esotici. Si può anche esal-tare l’alto livello d’artigianali-tà che ha prodotto il pezzo pra-ticamente unico. Ma non èquesto il punto; dopo anni didivano finalmente non è la pol-trona che ti ha conquistato, seitu che hai conquistato il “dirit-to” alla poltrona

    la da invidiare, in termini dicomodità, comfort e praticità,al divano. E non parliamo certodelle incredibili poltrone mul-timediali, con sistema audio2.1, Bluetooth, vibrazione pervideogiochi incorporate come

    altoparlanti laterali e subwoo-fer… Sì, ci sono anche quelle,ma lasciamole pure a quei na-tivi digitali, che hanno came-rette sovradimensionate e sol-di da buttare a iosa. Le nuovepoltrone che fanno tendenza,

    Il design

    Va da sè che a una poltrona si richiede soprat-tutto un’elevata dotazione di comfort. Poiche sia da lettura, da relax, da “cinema”, daconversazione, con schienale reclinabile per lapennichella, eccetera, è solo questione di scelta. Èpure questione di scelta (anche se decisamente co-stosa) quella che fa di una poltrona una forma di“investimento”. Sì, perché ci sono poltrone famo-se che raccontanto la storia del design contempo-raneo e senza rinunciare alla comodità e al confort.Veri e propri “must”, oggetti di culto irrinunciabiliper chi chi ama circondarsi da oggetti pregiati, ele-ganti ed originali.

    C’è chi farebbe carte false, ad esempio, per lachaise longue definita “la macchina per il riposo”dal suo creatore Le Corbusier che l’ha disegnata eideata nel 1928. Il rivoluzionario e geniale archi-tetto, disegnatore, urbanista e pittore svizzero (alsecolo Charles-Edouard Jeanneret-Gris) la pre-sentò per la prima volta a Parigi al “Salon d’Au-tomne des Artistes Décorateurs” l’anno dopo e daallora la poltrona a inclinazione variabile, che siadatta alla posizione che il corpo vuole assumere èdiventata da “collezione”. Sorte analoga per la mi-tica Vanity Fair, la poltrona Frau nata nel 1930 etutt’ora considerata l’archetipo dell’eccellenzadella poltrona moderna, un oggetto simbolo, sino-nimo di eleganza e buon gusto made in Italy. Unsuccesso contrassegnato dai suoi 250 chiodinid’ottone rivestiti in pelle, rigorosamente messi amano, che rifiniscono lo schienale e i braccioli, cheforse neanche il suo creatore, Renzo Frau, avevaimmaginato. Infatti le prime poltrone prodotte

    quasi un secolo fa (oggi battute all’asta a non me-no di 20mila franchi) avevano solo un numero,“904”, per classificarle. Il nome Vanity Fair se loconquistò successivamente, quando il colossaleboom di vendite in tutto il pianetà ne giustificò la“vanità”.

    Poco meno di 60 anni, invece, ha la “Egg”, laprima poltroncina girevole rive-stita. Progettata nel 1958 da Ar-ne Jacobsen (che la leggendavuole abbia costruito il primomodello, interamente in cera,nel garage di casa) per arredarel’esclusiva hall del Royal SasHotel di Copenhagen, è entratanella storia del design quasi co-me un oggetto mistico. La pol-trona, infatti, voleva rappresen-tare il guscio, quindi la protezio-ne, la sicurezza, il rifugio e l’in-timità…tutte caratteristicheche oggi stanno contrassegnan-do la rivincita della poltrona sul divano.

    Poi ci sarebbe la Barcelona disegnata da Miesvan der Rohe e Lilly Reich nel 1929 (si dice appo-sitamente per il re e la regina di Spagna), e la“Lc2” sempre di Le Corbusier. Incredibile pensareche questa poltrona, nata nel 1928, sia riuscita adabbinare l’essenzialità alla funzionalità. In fondo èuna struttura in acciaio cromato che, come una“gabbia”, ospita quattro cuscini, rivestiti in pelle oin tessuto. Semplice, così semplice che ancora og-gi è replicata in più varianti. Insomma, un cult.

    Gli irrinunciabili oggetti di culto che soddisfano anche la vanità

    EZIO ROCCHI BALBI

    L’inevitabile rivincita sul divanoper il meno “social” degli arredi

    Sua Maestà

    poltronaLE REGINE

    LA VANITY FAIRNata nel 1930 e simbolodell’artigianato made inItaly il modello Frau ètutt’ora consideratal’archetipo dell’eccellenzadella poltrona moderna

    LA EGGLa prima girevole rivestita,progettata nel 1958 daldanese Arne Jacobsen, è entrata nella storia del design quasi come un oggetto mistico

    LA LC4 LE CORBUSIERDisegnata nel 1928 daldesigner svizzero LeCorbusier la regina dellechaise longue tuttora inproduzione in diversevarianti e stili da Cassina

    la

    invece, sono quelle che tendo-no a “coccolarci”. Seduta e in-clinazione regolabile, guscimorbidi e avvolgenti, schienalisinuosi ed ergonomici, alzateche le trasformano in chaise-longue e braccioli che non

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  • Il verde.

    11IL CAFFÈAutunno 2016 Casa

    I CONSIGLI

    L’intervista

    Giardinod’inverno

    Gianni Cattaneo, paesaggista

    “Una buonamanutenzionee niente pauraper la nevee per le gelate”

    Preservare il giardino in in-verno è semplice: bastatanta fortuna e un buongiardiniere”. È una battuta quel-la del 60enne Gianni Cattaneo,giardiniere paesaggista di Luga-no Bré con quarant’anni d’espe-rienza, ma riassume un po’ tuttele difficoltà che i pollici versi de-vono superare nei mesi più fred-di. Soprattutto quelli, e sono ipiù, che si sono circondati di bel-lezze tipicamente mediterranee,dagli olivi alle mimose, dai gel-somini naturali agli oleandri.“Se è per questo c’è anche chi hain giardino lentischi siciliani emirti sardi - ricorda Cattaneo -,ma nel complesso bisogna rico-noscere che molte piante medi-terranee possono ormai essereconsiderate ‘acquisite’ dal no-stro territorio e dal nostro cli-ma”.

    Ma l’habitat di queste “me-diterranee” non prevedeche le temperature medieinvernali non vadano maisotto cinque gradi?“Sì, di norma è così, ma in

    realtà queste piante reggonotemperature più rigide, anche legelate, a patto che non sianopersistenti per più di un paio digiorni. Nel 1983, ad esempio, letemperature furono così rigideda provocare una vera moria,gelarono tutte le mimose e sipersero mediterranee che pureresistevano da venticinque anniin Ticino”.

    E in caso di neve?“La nevicata non è un pro-

    blema, ma bisogna avere l’av-vertenza di rompere quella ac-cumulata su fronde, arbusti co-me le azalee, e cespugli aiutan-dosi con una canna di bamboo.Si tende infatti a dimenticareche un metro cubo di neve cor-risponde ad un peso di 300 chili;molto meno bastano e avanzanoper spezzare rami o deformarli”.

    Naturalmente in invernonon c’è bisogno di annaffia-re le piante in giardino…“Non esageriamo; diciamo

    che un mese di secco viene sop-portato benissimo, e in gennaiose il terreno è gelato l’acqua nonfiltrerebbe lo stesso. Ma anchele sempreverdi hanno bisogno diacqua, ma quando c’è il disgeloe comunque nelle ore più caldedel giorno”.

    Quali sono le piante che aiu-tano a fare bello il giardino enon soffrono come le medi-terranee le basse tempera-ture?“Ce ne sono molte, a partire

    da calicanto e amanelis che pro-prio in inverno offrono fiori pro-fumatissimi. Poi c’è l’’albero diGiuda’, gli ibischi siryacus, le la-vande, le albizzie della famigliadelle acacie, oppure degli arbu-sti come le abelie e i tamericiche ornavano i giardini degli an-ni Sessanta. Per le aiuole, inve-ce, le robustissime santoline”.

    Tutte piante a prova d’in-verno?“Beh, come ho detto, per il

    resto un po’ di fortuna e un buongiardiniere non guasterebbe-ro…”.

    C’è chi si affida alla fortuna echi, in modo più drastico chepragmatico, dà per scontatoche piante, cespugli e aiuoleche non reggeranno i mesipiù freddi vadano giustamente “licen-ziate” e sostituite con nuovi acquisti.Poi, fortunatamente, c’è anche chi curail proprio giardino e si attrezza per sal-vaguardarlo nell’inverno e ritrovarseloin buono stato nella prossima, ennesi-ma primavera. Magari anche più forte elussureggiante di prima.

    Ma un “pollice verde” che si rispettinon s’accontenta certo dei lavoretti diordinaria manutenzione. E non è certola brutta stagione ad ostacolare la suapassione per paletta,terriccio e sementi va-rie. Chi vuole godere,ad esempio, delle “bul-bose” più coloratedall’inizio della prima-vera e fino all’estate,sa benissimo che il pe-riodo per metterle a di-mora in giardino è pro-prio da ottobre fino allaprima metà di dicem-bre. Ricordando che ibulbi si interrano inpiccoli gruppi a unaprofondità doppia ri-spetto alla loro altezza,e lasciando tra uno el’altro la distanza corri-spondente al diametro del bulbo stes-so, non resta che l’imbarazzo dellascelta tra tulipani e narcisi, anemoni eciclamini, crocus e iris, freesie e giacin-ti, ranuncoli, allium, scille e così via.

    Di queste bulbose possiamo benis-simo “dimenticarci” per mesi (trannememorizzare dove le abbiamo pianta-te), ma non è così, invece, per buonaparte della vegetazione che impreziosi-sce il nostro giardino. Un giardino che,in Ticino, tende ad essere sempre più“mediterraneo” anche le condizioni cli-matiche non sono esattamente quelleoriginali, dove le estati sono molto cal-de e le temperature medie invernali

    non vanno mai al di sotto dei cinquegradi. Basta guardarsi intorno per ap-prezzare olivi, corbezzoli, Allori, olean-dri, mimose, lentischi, gelsomini e per-sino mirti e agrumi. Nulla di male, anzi,ma come ricorda il giardiniere paesag-gista Gianni Cattaneo (vedi intervista afianco), “bisogna mettere in conto che,per quanto molte di queste piante pos-sano darsi ormai per acquisite, bastaun inverno particolarmente rigido perassistere a vere e proprie morie dipiante che avevano resistito agli ultimidieci, quindici, venti inverni senza al-cun danno”. Prima o poi la Natura ten-de a far pagare lo scotto delle “forzatu-re” fatte nella scelta delle specie da

    mettere a dimora ingiardino, e spesso sonoerrori inconsapevolinella valutazione dellecaratteristiche dellepiante, ma non per que-sto bisogna rassegnarsiall’idea di circondarsiunicamente di piante“compatibili” con le no-stre condizioni climati-che.

    Certo, si può ignora-re il problema degli in-verni freddi e metterein conto una loro ricor-rente sostituzione. Op-pure, con una filosofiameno “consumistica”, si

    può limitare l’uso di queste piante inquei giardini dove la loro esposizioneverso sud e la presenza di protezionicome muri e ridossi di vario tipo posso-no attutire i danni da freddo. Oppure,ma è un alternativa costosa anche perchi gode di una serra, piantandole invasi ad hoc da ricoverare nella stagionefredda. Oppure, ed è la soluzione sug-gerita dai giardinieri con esperienzapluridecennale, scegliere quelle pianteche, pur avendo caratteristiche medi-terranee, riescono a sopportare benetemperature anche di 10-15 gradi sottolo zero: lavanda, ibisco, acacia, frassi-no, eucalipto… e.r.b.

    L’ALBERO DI GIUDAResistentissima alle bassetemperature di facilecoltivazione è una delle prime piante a fiorire in primavera, con bellissimiboccioli di un colore rosa intenso

    L’IBISCO CINESEL’ibiscus syriacus ha unosviluppo vigoroso, quindi èconsigliabile potarlo dopo lafioritura, prima dell’arrivodell’inverno, ed intervenireanche a fine invernolevando i rami rovinati

    IL CALICANTOIl profumatissimo “calicantopraecox” ha il raro privilegiodi fiorire d’inverno. È unapianta rustica, originaria delleforeste montagnose dellaCina e resiste fino atemperature di -20 gradi

    LE LAVANDETra le piante aromatiche laclassica lavanda comune(lavandula angustifolia)resiste bene al freddo; se nelgiardino c’è un muro controcui piantarla al sole, è ancora meglio

    I TAMERICIL’arbusto ornamentale molto diffuso nei giardiniticinesi anni Sessanta, viene riscoperto propriograzie alla sua longevità eversatilità nell’adattarsi a ogni tipo di clima

    Meglio sceglierespecie che pur avendole caratteristichedelle mediterraneesopportano le bassetemperature

    Non bastaaffidarsi soloalla fortunaper far superare a piante e aiuole i mesi più freddidell’anno

  • Il design.

    12 Casa

    Le reti di teleriscaldamento sono sempre più popolari in Svizzera. D’altro canto, questi sistemi spesso limitano la libera scelta della generazione di calore per i proprietari di casa. Nei loro comprensori si prevedono frequen-temente allacciamenti coatti e i proprietari restano vincolati da contratti di fornitura di lunga durata.

    Nel corso di progetti di risanamento di opere pubbliche si prevedono sovente an-che impianti di teleriscaldamento. Questi progetti sono frequentemente sostenuti con argomentazioni ambientaliste e pro-spettive di sostegno all’artigianato e al commercio locali. In tal modo vengono talvolta giustificati anche gli obblighi di allacciamento che privano però il singolo della libertà di scelta del sistema di riscal -damento. Quali vantaggi ha un proprietario che può scegliere liberamente il suo si-stema di riscaldamento ad olio combu-stibile?

    Costi energetici ridottiSiccome l’allacciamento a una rete di teleriscaldamento comporta spesso un vincolo pluriennale, è opportuno soppe-sare attentamente una tale decisione. Per contenere le perdite energetiche, le condotte delle reti devono essere ade-guatamente isolate. Questi investimenti e i corrispondenti costi di manutenzio-ne sono spesso più elevati rispetto alle soluzioni individuali. Diversi esempi pratici comprovano che un proprio riscaldamento ad olio comporta costi energetici più bassi. La disponibilità di un proprio serbatoio

    dell’olio consente al proprietario di casa di determinare liberamente il momento dell’acquisto del combustibile. Ciò gli permette di approfittare dei vantaggi di prezzo stagionali e di risparmiare denaro.

    Il riscaldamento ad olio copre le interruzioni nella produzione di caloreRispetto ad altri vettori energetici, l’olio combustibile è facilmente immagazzina -bile. Per questo motivo, anche le reti di teleriscaldamento fanno spesso affida-mento su questo efficiente combustibile. Per garantire la sicurezza d’approvvigio -namento affiancano al proprio generato-re di calore un impianto di combustione ad olio con relativo deposito di olio com -

    Mantenete la libertà di scelta

    I costi d’investimento e manutenzione delle condotte di teleriscaldamento sono elevati.

    bustibile. In caso d’emergenza si attiva il riscaldamento ad olio – ciò significa che anche nelle reti di teleriscaldamento è sovente l’olio combustibile ad assicurare, all’insaputa degli utenti, la fornitura sen -za interruzioni di calore e acqua calda.

    L’efficiente riscaldamento ad olioUna moderna caldaia ad olio a conden-sazione raggiunge un grado di rendi-mento del 99 %. Grazie ai brevi percorsi delle tubature il calore generato giun -ge direttamente nei vani da riscalda-re. Questo sistema è molto efficiente e contribuisce in modo sensibile a ri -sparmiare costi di riscaldamento. D’al-tronde è evidente che una soluzione di

    riscaldamento individuale può essere più facilmente commisurata al relativo oggetto di una soluzione di teleriscal -damento. Infine, è possibile scegliere una soluzione adatta all’oggetto tra varie tecnologie combinate (impianto solare per l’acqua calda, boiler a ter -mopompa o sistema di riscaldamento ibrido). Con queste combinazioni il con -tributo alla protezione dell’ambiente del proprietario è spesso paragonabile a quello ottenuto con l’allacciamento a una rete di teleriscaldamento. Inoltre si sostiene l’artigianato locale che con la sua manodopera specializzata provve -de alla progettazione, all’installazione e alla manutenzione dei numerosi ri -scaldamenti ad olio, impianti solari e bollitori a pompa di calore.

    I proprietari di case sono spesso vincolati da contratti di fornitura a lungo termine.

    Rivolgetevi per una consulenza gratuita al nostro ufficio regionale:

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    Un bagno

    Dalla vasca in ferro coi piediai lavabi Old England.Le tendenze retrò per unaSpa casalinga d’antan, senzadimenticare la tecnologia

    Quando lo stile “vinta-ge” entra in bagno, èil momento di lasciar-si andare ad un auten-tico tuffo rigenerantenella nostalgia. Il trend è piutto-sto chiaro, quanto piuttosto radi-cato. A sempre più persone piacedecorare la stanza più intima del-la casa con oggetti di richiamopassato. Anche antico. E il merca-to, beninteso, segue le mode.Quindi largo a ritorno delle va-sche con i piedi, meglio se in ferrosmaltato - nonostante il prezzo -ai rubinetti in perfetto stile ArtDéco. Dagli specchi rigorosamen-te rétro alle ceramiche, anch’essesmaltate come un tempo.

    Mentre in molte abitazioni èl’ultra moderno condito di altatecnologia ad avere la meglio (ve-di a fianco), in alcuni bagni si puòcompiere un autentico viaggio neltempo. Basta visitare lo “show ro-om” delle principali aziende di ac-cessori da bagno per renderseneconto. Accanto alle forme essen-ziali di tazze, lavabi e vasche daldesign più recente, ecco rispunta-re anche accessori più “barocchi”in un certo senso. Ma rigorosa-mente rivisitati, nel senso che i

    VECCHIO SÌ, MA AFFASCINANTELo stile “vintage” non è sinonimodi vecchio. Affascinante e anchepratico conquista sempre piùamanti degli oggetti in perfettostile Art Déco, nonostante il prezzo

    Praticamente tuttele case produttriciinseriscono nei lorocataloghi una sezioneche guarda al designdi inizio Novecento

    materiali e le rifiniture sono sem-pre più di altissima qualità.

    La capacità più apprezzata daiclienti è quella di abbinare il de-sign “vintage” alle più modernesoluzioni. Come per il rubinetto-doccia che richiama le avventuree lo stile di Hercule Poirot nei ro-manzi di Agatha Christie. A pri-ma vista è una rubinetteria d’an-tan, salvo poi capire che il siste-ma è dotato dei più moderniugelli nel soffione della doccia.Capaci di autopulirsi e di limitaregli effetti del calcare.

    Ma l’oggetto cult che non de-ve mancare in un bagno retrò diclasse è certamente la vasca coni piedi. Un vero e proprio marchiodi fabbrica, al punto che i princi-pali produttori di vasche da ba-gno hanno reinserito nei catalo-ghi vere e proprie sezioni dedica-te a questo tipo di scelta stilisti-

    ca. E i prezzi variano diconseguenza. Per una va-sca tradizionale si posso-no tranquillamente spen-dere anche migliaia difranchi, soprattutto se siscelgono materiali comequelli che erano in vogaalla fine dell’Ottocento.

    Ma non è tutto, per-ché accanto ai lavabi“Old England” con tan-to di tradizionali piedi-stalli in cui “celare”anche sifoni e scarichi,non va dimenticata ladecorazione del ba-gno. Quindi spazio allepiastrelle dal design d’epo-ca, con motivi floreali o geome-trici, spesso bianche e blu o bian-che e nere. Il tutto in un contestosempre in bilico tra antico e mo-derno, con le più recenti soluzio-ni in vetro blindato ad accompa-gnarsi in modo perfetto a tazze,bidet e lavabi che sembrano usci-ti da un romanzo del primo No-vecento. Infine, come dimentica-re la biancheria da bagno? Spazioallora al lino, sia per gli asciuga-mani, sia per gli accappatoi.

    m.s.

    nostalgiaPUBBLIREDAZIONALE PUBBLIREDAZIONALE

    di

  • 13IL CAFFÈAutunno 2016

    I nuovi stiliLA FUNZIONALITÀ

    Sanitari, materiali,rivestimenti e luciall’avanguardiaper un benessere 3.0

    Fissaggi invisibili, chiusure soft, pannellidi comando elettronico integrate nel bor-do vasca, erogatore di vapore con di-spenser per aromaterapia, cromoterapia, im-pianto audio e sistema di decalcificazione. Manon è ancora tutto. I bagni moderni 3.0 hannopotenzialità tutte da scoprire. Materiali, sani-tari, singoli componenti e rivestimenti posso-no conferire agli spazi dedicati al benessereeffetti scultorei scenografici fatti di design efunzionalità, che valorizzano la luce attraversoi rilievi che danno vita a sinuose forme.

    In commercio esistono collezioni uniche diarredo bagno che interpretano l’eccellenzaunita alla più alta espressione estetica del de-

    sign e della funzionalità. Grazie a linee smart,a un design contemporaneo e a geometrie mo-derne personalizzabili con soluzioni modularie componibili che permettono geometrie mo-derne personalizzabili. Perché la parola d’ordi-ne nell’arredamento è personalizzare. Dal ma-teriale alle finiture, dalle ante ai colori. E perchi ha un animo ecologico, proposte eco-frien-dly, dal vetro extrachiaro alla pietrabianca oopaca alla ceramica. Se lo spazio è poco, mobilicon pannelli in conglomerato ecologico di le-gno idrorepellente con ante e maniglie ascomparsa. E per l’illuminazione il dimmers’impone. Solo così avrete un controllo totalesulla luce. p.g.

  • LE DRITTE

    L’igiene.

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    SPUGNE E PANNIMeglio assegnare un colorediverso ad ogni ambiente pernon mescolare le spugne. Adesempio: spugne rosa per ilbagno, azzurre per la cucina,bianche per tutto il resto

    DUE SECCHI

    Polvere, grasso, aloni e macchie... Avere una casa sempre brillante nonè semplice. Ma esistono alcuni trucchiper faticare meno. A partire da unabuona organizzazione domestica

    Polvere, aloni, sporco,peli di animali, mac-chie, unto, incrosta-zioni... Fare le puliziedi casa è un lavorac-cio. Si finisce di qua, si inizia dilà... e poi si ricomincia. Nessuna

    soddisfazione. Dopo averetirato a lucido pavimenti,

    mobili, vetri, porte, cucina,bagni e tappeti basta un nientee bisogna ripigliare in manospazzolone, strofinaccio, spu-gne e detersivi. Eppure... Conun po’ di metodo, di organizza-zione, con i prodotti giusti, glielettrodomestici adatti e (al-

    meno) un minimo di entu-siasmo, la casa può “bril-lare” quotidianamente.

    Vediamo come. Partiamo dall’abc. Esi-

    stono due prodotti che sonodei veri alleati in casa: l’aceto e

    il bicarbonato. Assieme, o sepa-rati, bastano per fare tutte le pu-lizie casalinghe. Una sorta di as-so pigliatutto. Se mescolati,danno origine ad una piccolareazione chimica effervescenteperfetta per sturare lo scarico oper eliminare le incrostazionipiù ostinate. L’unico accorgi-mento è evitare di respirarne ifumi. Sui prodotti torneremo piùin là. Intanto, importantissimo,è fare un programma settimana-le. Ad esempio, il lunedì è il gior-

    impegni casalinghi. Un’idea po-trebbe essere quella di alzarsiuna mezzoretta prima la matti-na, o approfittare della pausapranzo, oppure la sera, cenandopiù tardi e infilandoci dentroqualche attività domestica.

    Riprendendo il discorso pro-dotti, oltre ad aceto e bicarbo-nato servono alcuni detersiviantibatterici. Ce n’è per ogni ti-po di sporco o d’ambiente. Chivuole optare per prodotti natu-rali o bio, in commercio si trova-no ottime alternative verdi cheinquinano meno rispetto ai de-tersivi standard. Per problemi ditubature, prima di utilizzare lemaniere forti meglio provarel’aceto bollente. Infine, robot edelettrodomestici a vapore facili-tano il lavoro, col vantaggio diigienizzare senza detersivi.Ideale se in casa ci sono bimbi oanimali, più sensibili agli effettidannosi di agenti chimici.

    Un’ultima chicca: l’aceto divino bianco. Ottimo brillantanteper la lavastoviglie, toglie il cal-care dai vetri. Va bene anche alposto dell’ammorbidente nellalavatrice (un bicchiere), non sisentirà alcun odore una voltaasciugati i panni. I vestiti s’in-duriscono coi lavaggi per via delcalcare nell’acqua che l’acetoprovvederà efficacemente adeliminare p.g.

    no ideale per passare lo straccioper terra. Se durante il fine set-timana capita di avere qualcheospite non vale la pena pulireprima, si sa che con le scarpeinevitabilmente si porta in casadello sporco. Il martedì lo si puòdedicare alla polvere, il mercole-dì ai bagni. Il trucco è non cari-carsi di troppi lavori in un solgiorno, ma distribuirli sull’arco

    della settimana. Anche per sti-rare, prendetevi un giorno fissonel limite del possibile.

    Ovviamente, questo discor-so funziona meglio per chi nonlavora tutto il giorno e può quin-di organizzarsi come meglio cre-de. Per gli altri è un po’ più com-plicato fissare una rigida tabelladi marcia. Eppure, è il solo modoper non farsi seppellire dai vari

    Il dettaglio

    Per vetri, specchi e box docciaaceto, bicarbonato e... giornali

    La pulizia dei vetri è una delle attività casalinghe piùfaticose. Vi si annida ogni tipo di sporco, dalla polvereall’acqua piovana sino a manate e impronte varie seci sono bimbi o animali in casa. Altrettanto difficili da pu-lire, gli specchi, le superfici lucide e i box doccia. Ma bastaseguire alcuni, fondamentali, accorgimenti. Anche in que-sto caso, gli ingredienti naturali si rivelano vincenti (vediarticolo principale). Per superfici piccole-medie vanno be-ne i panni in microfibra o di daino, ma pure la carta di gior-nale garantisce una pulizia accurata e senza aloni. Nel casodi superfici non lisce meglio spazzolare il vetro con unaspazzola dura, bagnata in una soluzione di aceto ed acquacaldissima. Asciugare poi con un panno morbido o con car-ta di giornale. Per questo tipo di superficie, sono inoltremolto efficaci anche soluzioni di acqua e limone o il deter-gente spray per il forno.

    Meglio avere a portata dimano due secchi, uno conacqua e detersivo e uno consolo acqua per sciacquare glistracci prima di immergerli neldetersivo, in modo che rimanga

    Gli elettrodomestici avapore hanno ilvantaggio di pulire eigienizzare senzadetersivi. Vantaggiosose si hanno bimbipiccoli o animali incasa perché piùsensibili agli effettidannosi di agentichimici

    IGIENIZZARE

    Le pulizie?Così si fan da sole

    DALLA TABELLA DI MARCIA ALL’ACETO

  • La forma.

    15IL CAFFÈAutunno 2016 Casa

    Speciale Casadell’edizione n°38de “il Caffè”

    Lillo AlaimoLibero D’AgostinoStefano PiancaRicky Petrozzi

    2R MediaMartin WerfeliGiò Rezzonico

    DIREZIONE, REDAZIONE E IMPAGINAZIONE

    PUBBLICITÀ RESPONSABILE MARKETINGMaurizio Jolli

    RESPONSABILE MARKETINGMaribel Arranz

    STAMPA

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    93.000

    Tutto ciò che vi riguardaCasa

    Tra le mura domestichepiù delle “macchine” da fitnesssono utili gli esercizi corretti

    Come scalareil Tourmaletsenza lasciarela comoditàdel salotto

    Un tempo andavanodi moda le cyclettecon la molla per in-durire la pedalata. Poi sonoarrivate quelle più moder-ne, programmabili e contanto di cardio frequenzi-metro integrato. Non siamai di non monitorare ilproprio sforzo. Ora, nel-l’era della digitalizzazionesocial a tutti i costi, eccol’ultimo ritrovato della tec-nologia. Una cyclette che tipermette di visualizzare ilpercorso del Tour de Fran-ce e di seguire le orme deivari Froome, Quintana eNibali. Si chiama “PerformTour de France” e rischia didiventare un vero e pro-prio “must have” inverna-le per chi d’estate si dilettaa divorare centinaia di chi-lometri per strade e passialpini. Facendo dimentica-re i tanto vituperati “rulli”.

    A questo nuovo gioiellonon manca davvero nulla.Si possono montare il selli-no della bicicletta da stradao le pedivelle con agganciper le scarpette. Poi c’è l’-hi-tech. Si parte dalla capa-cità della cyclette di segui-re l’inclinazione del terre-no. La “Perform” è in gradodi imitare la posizione suascese o picchiate fino al20% di pendenza. C’è poil’aspetto più informatico.Su un piccolo tablet sonocaricati i tracciati dellaGrande Boucle – ma si pos-

    sono personalizzare - at-traverso Google Mapsper Android e i percorsi

    street view. In questomodo si visualizzano le

    strade percorse daicorridori

    mentre la cy-clette segue leasperità delterreno. Altrofatto interes-sante è che

    questo ultimo ritrovato èdotato anche di un cambiomolto simile a quello dellebiciclette da corsa, che per-mette quindi anche a chi lautilizza di adattare il ritmoa dipendenza della situa-zione e delle sue esigenze.

    Costa circa 1'600 fran-chi, ma volete mettere lasoddisfazione di postare suFacebook o Twitter in tem-po reale, dal salotto di casa,il vostro tempo d’ascesa sul

    Tourmalet?

    Lapalestra

    casainLa filosofia è cambiata. Toglietevi dalla testala necessità di equipaggiare casa vostra co-me se fosse un centro di preparazione atle-tica di un club professionistico di footballamericano. Per farvi la “palestra in casa” èsoprattutto necessario capire le vostre esigenze. Far-vi spiegare quali sono gli esercizi giusti e come svol-gerli nel modo corretto. Per il resto, bastano e avan-zano poche cose. Anche una sedia o uno sgabellopossono fare al caso vostro. “Bisogna sempre sotto-lineare il fatto che pochi esercizi, ben fatti ma so-prattutto con costanza, possono fare molto di più chenon quelli fatti senza competenze in una palestradove, di fatto, nessuno ti segue - osserva RolandoAlberti, coach al Crossfit Lugano -. Quindi, la sola viad’uscita è l’automotivazione, che porta ad essere co-stanti nella pratica e quindi otteneredei risultati tangibili”.

    Più che nell’arredamento sporti-vo, è insomma necessario fare ordinenelle priorità di ciascun individuo.Per trovare il giusto equilibrio per vi-vere bene e fare un esercizio quoti-diano. “È inutile poi fare cose ‘da cir-co’ se non si riescono a fare nemmenogli esercizi fondamentali - spiega an-cora Alberti -, per cui, ad esempio, èmeglio imparare a fare bene i piegamenti sulle brac-cia e dedicarci un po’ di tempo, magari assistiti daun professionista e solo dopo mettersi a fare esercizipiù complessi”. Stesso discorso per chi ama restaredentro le mura domestiche per i propri esercizi.L’importante è essere sicuri di compiere i movimentigiusti. Per la frequenza e la “registrazione” delleperformance, invece, ci sono moltissime applicazio-ni per smartphone o tablet.

    Anche perché il “target” casalingo dell’attivitàfisica non è certo rappresentato da persone partico-larmente attive o preparate dal profilo atletico. El’invecchiamento della popolazione non è destinatoa cambiare le cose negli ultimi anni. Una situazioneanche determinata dal numero crescente di personeoccupate nel terziario, quindi spesso in ufficio, con lerelative “conseguenze” sulla salute e sulla mobilitàindividuale. “In fin dei conti le persone che per lamaggior parte sono sedentarie non hanno bisogno dipraticare uno sport specifico, ma necessitano invecedi lavorare sulla loro mobilità e sul loro ‘nucleo cen-trale’, che stando sempre seduti si indebolisce. Eccoallora che servono esercizi per la mobilità delle spal-le, esercizi cardiovascolari. Pochi, ma ben fatti e so-prattutto ogni giorno”, conclude Alberti. m.s.

    I CONSIGLI

    La curiosità

    Bastano pochimovimenti, ma fattitutti i giorni in modocorretto, dalleflessioni per le cosce ai piegamenti sulle braccia

    PEDALANDO SENZA FRETTAUno dei più classici attrezzisportivi casalinghi è di certola cyclette. Che ha subitouna netta evoluzione versoapparecchi high-tech capacidi fare di tutto. Anche“inseguire” il Tour de France

    MOLTI LIQUIDIBere tutti i giornialmeno un litroe mezzo di liquidi, non zuccherati

    20 MINUTI AL GIORNOPochi esercizi, ma

    costanti e quotidiani,sono l’arma vincente

    per abbattere i varirotolini di grasso

    distribuiti su un corpotroppo sedentario

    GLI ADDOMINALIPer rinforzare i muscoliaddominali bastanopoche mosse.Importante è peròassumere la posturagiusta per evitarestrappi, stiramenti o danni alla schiena

    FRUTTAFrutta tutti i giorni.L’ideale èconsumarne almeno tre porzioni

    LA MOBILITÀ PERSONALELa popolazione è sempre piùsedentaria, quindi anchesecondo gli esperti la primacosa da recuperare è unacorretta mobilità, messa adura prova dalle lunghe oreseduti in ufficio

    PESI CON ATTENZIONESe si sceglie di acquistare un“macchinario”, ad esempiouna panca per i pesi, ènecessario capire, magarifacendosi aiutare, quali sonoi movimenti corretti da fareper evitare infortuni

    FREQUENZA PIÙ DI QUANTITÀAltro consiglio degli esperti èdi puntare sulla quotidianitàdi una minima attività fisica.Oltre alla mobilità anche unpiccolo esercizio cardiovascolare è importante peressere più in forma

    LA BASE DI PARTENZAPer mantenersi in forma conun sistema “fai da te” èopportuno rivolgersi primaad un professionista peravere i consigli giusti e nonrendere inutili gli sforzieffettuati (e le spese)

    CIBO MODERATOL’ideale sarebbero 5 pasti al giorno,piccole porzioni conalimenti equilibrati

  • L’enigma in giallo

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    Per te fantastici premi

    Indovina il luogo misterioso

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