A. Orlando, a cura di, Mary Pola for Erg

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Mary Pola for ERG a cura di ANNA ORLANDO testi critici di LUCIANO CAPRILE

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A. Orlando, a cura di, Mary Pola for Erg, catalogo della mostra di Genova, Genova 2010

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Mary Pola for ERGa cura di ANNA ORLANDO

testi critici di LUCIANO CAPRILE

Questo catalogo è stato realizzato grazie al contributo di ERG in occasione di una duplice occasione espositiva:

Mary Pola for ERGGenova, Palazzo Nicolosio LomellinoVia Garibaldi, 7dal 28 maggio al 6 giugno 2010

Mary Pola. Opere 2009-2010Genova, galleria Lomellino ArtecontemporaneaVia Garibaldi, 7dal 28 maggio al 26 giugno

Allestimentoa cura di galleria Lomellino Artecontemporanea

Crediti fotograficiLe foto sono state fornite dall’artista; in gran parte si devono al Photo Art Studio di Sante Castignani di Spello (Pg)

RingraziamentiSi ringraziano tutti i collezionisti che hanno concesso le loro opere, insieme a tutti coloro che in diversa maniera hanno contribuito allarealizzazione di questa iniziativa:B.C. Congressi di Genova, Patrizia Berninsone, Elena Bruzzo, Francesca Campora, Francesca Cantalupo, Alessandra Carpaneto, Giovanna Casareto,Sonia Cevasco, Roberto Ciaccio, Roberto Clavarino, Marcello Comoglio, Giovanni Figà Talamanca, Guido e Monica Frisiani, l’Officina Fucelli di Perugia,Bruno e Edda Gabrielli, Matteo Gualco, Lorenza Orlando, Francesca Parodi, Sara Romano, Brunella Rulfo, Giuseppe Scarrone, Giacomo Valente.

Grafica e impaginazioneMoresco Fulvio

Finito di stampare nel mese di maggio 2010 presso la Microart’s S.p.A. - Recco (Ge)

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Contribuire allo sviluppo sostenibile del territorio è uno degli impegni di responsabilità sociale assunti da ERG.Questo impegno si concretizza in primo luogo attraverso la gestione trasparente delle attività e lo sviluppo di

pratiche sempre più efficaci per il controllo dei loro impatti.Il sostegno alla comunità, della quale ERG si sente parte, è inoltre garantito da mirate iniziative a carattere socia-le e culturale che riflettono i valori di impresa del Gruppo.Sostenere la comunità di riferimento significa anche contribuire a valorizzarne il patrimonio artistico, sia storicoche presente: per questo motivo ERG è sempre stata sensibile rispetto ad operazioni di sponsorizzazione che con-sentissero di mettere in risalto risorse espressive, in particolar modo se legate al mondo dell’azienda e alla cultu-ra d’impresa.ERG è lieta di aver incontrato e di poter sostenere l’opera di Mary Pola che, oltre a parlare attraverso un lin-guaggio affine alla materia prima del nostro lavoro, è una giovane artista in grado di elaborare in modo origi-nale echi che giungono dal cuore della nostra epoca.

La Fondazione Edoardo Garrone include tra le sue attività anche la promozione di nuove realtà culturali nell’am-bito dell’arte contemporanea, tra queste spiccano la presentazione di Tomas Saraceno, affermato operatore arti-stico argentino, alla Biennale di Venezia 09 e la “Residenza per Giovani Curatori”, progetto di formazione allepratiche curatoriali e all’arte contemporanea unico in Italia nel suo genere, promosso insieme alla FondazioneSandretto Re Rebaudengo e giunto quest’anno alla sua quarta edizione.E’ quindi con piacere che FEG partecipa a quest’iniziativa indubbiamente interessante perchéMary Pola è una gio-vane artista il cui linguaggio è particolarmente efficace e la cui opera è in qualche modo riconducibile alla cultu-ra d’impresa.

EDOARDO GARRONE RICCARDO GARRONEPresidente Gruppo ERG Presidente Fondazione Edoardo Garrone

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La galleria LOMELLINO Artecontemporanea ha aperto i battenti in Palazzo Lomellino nell’ottobre del 2009, conuna mostra antologica di Antonio Corpora che ha evidenziato da subito il nostro interesse per le tendenze nonfigurative del secondo dopoguerra.Nelle mostre seguenti sono stati presentati artisti storici e informali come gli spazialisti Baj, Crippa, Dangelo, Dova,Fontana. Dominano gli “storici”, ma vi è sempre una finestra aperta sugli artisti giovani, già noti a livello nazio-nale e internazionale.

Per questo siamo lieti di presentare oraMary Pola, una giovane emergente il cui lavoro è in assoluta coerenza conle nostre scelte di campo. Le sue opere e le sue installazioni “museli” riportano prepotentemente nell’universo del-l’informale e denunciano un evidente richiamo agli illustri precedenti di questa corrente artistica; la Pola riesce tut-tavia ad essere quanto mai innovativa proponendo un linguaggio molto personale e convincente, come ha saputoevidenziare il bel testo di Luciano Caprile in catalogo.E’ con entusiasmo che i nostri spazi le riservano la sua prima personale, nella fortunata coincidenza temporale conl’apertura della mostra Mary Pola for ERG al piano nobile dello storico palazzo che ospita la nostra sede. Se alpiano nobile sono state selezionate da Anna Orlando alcune opere di Mary Pola che hanno già trovato la lorodestinazione collezionistica, la nostra proposta si rivolge ai collezionisti e agli appassionati del contemporaneo conun numero consistente di nuovi lavori dell’ultimo biennio.

STEFANO COLLARETA E FABRIZIO PARODILomellino Artecontemporanea

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Quando nel 1996 il FAI accettò in donazione la dimora e la collezione del conte Panza di Biumo l’arte contem-poranea faceva il suo ingresso nel patrimonio amministrato dalla Fondazione. Si trattava di un’acquisizione

tra le più discusse, non certo per la qualità, ma per la sua “incomunicabilità” verso un fruitore - l’aderente FAI - cheper cultura e formazione era legato a espressioni artistiche che raramente superavano i confini dell’arte moderna.Accettando questa donazione il FAI ha di fatto favorito un “dialogo” temporale tra le varie espressioni artistiche,parte del proprio patrimonio, creando un fil rouge che oggi unisce affreschi cinquecenteschi ai monocromi del-l’avanguardia americana.D’altro canto, fin dalla sua apertura al pubblico, nel 2004, Palazzo Lomellino ha accolto le suggestive propostedel FAI affinché fosse sempre riservata un’attenzione particolare all’arte contemporanea. Lo stimolante contrastodelle opere figlie dell’attualità con gli spazi storici del palazzo sono stati apprezzati dai visitatori ed è dunque congrande piacere che Fai e Associazione Palazzo Nicolosio Lomellino accolgono ora il progetto espositivo dedica-to a un’artista emergente.

Mary Pola utilizza materiali di recupero, oggetti consumati dal tempo, barili di petrolio non più utilizzati e corro-si dalla ruggine. L’artista porta alla nostra attenzione, attraverso la sua singolare creatività, il tema del riciclo e delrecupero. In senso lato al tema dell’ambiente, dell’impatto del lavoro dell’uomo con esso e alla preziosa opera del-la sua salvaguardia. E’ dunque una singolare coincidenza temporale quella che vede l’evento espositivo negli stes-si giorni del World Environment Day 2010, istituito da UNEP il 5 di giugno di ogni anno, promosso dal Ministerodell’Ambiente della Tutele del Territorio e del Mare, e ospitato dalla Città di Genova: un ulteriore spunto per riflet-tere, attraverso l’eloquenza degli spazi storici del palazzo e la forte oggettualità dell’arte di Mary Pola, su un te-ma quanto mai caro al cittadino della contemporaneità.

MATTEO BRUZZO ANDREA FUSTINONIPresidente Associazione Presidente FAI LiguriaPalazzo Nicolosio Lomellino

6Fig.1. Mary Pola in officina, 2010

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ERG incontra Mary Poladi ANNA ORLANDO

L a scelta di ERG cade su Mary Pola non solo per un incontro fortuito, frutto delle casualità della vita fatta di pic-coli tasselli di quotidianità, di una miriade di relazioni che si intrecciano.La scelta di ERG cade su Mary Pola per la puntualità delle corrispondenze che legano il singolare lavoro dell’arti-sta con il lavoro dell’azienda.

Coincidenza di temi e materiali nella predilezione di Mary Pola per il barile di petrolio come supporto delle sue scul-turopere (dal 2008): vecchi barili abbandonati nelle campagne, portati in officina, accatastati, osservati, smonta-ti e rimontati su un telaio (fig. 1). Grezzi di ruggine ovvero memori del loro colore originale spesso sbiadito sonopronti a ospitare e accogliere la gestualità creativa dell’artista, che vi applica altro materiale di recupero, o colorepuro che cola da un pennello veloce.

Le sculturopere di Mary Pola occupano prepotentemente lo spazio in tutta la loro fisicità. Un fisicità fatta di ferroarrugginito; di metallo pesante che è stato rimodellato con la forza del fuoco e del lavoro dell’artista; di materiagrezza che vi si stratifica: cemento; carta bruciata e logorata dal tempo, spago annodato e tagliato. Anche il co-lore è materia pura, nell’essenzialità delle scelte cromatiche e nella sua valenza anti-decorativa.

A un certo momento (2009) entrano timidamente nella creatività dell’artista immagini del passato, come sequenzefilmiche di un passato/presente sofferto dall’umanità: la Guerra come Dolore per antonomasia (fig. 2). E’ un figu-

rativo sommerso, che appartiene allanostra quotidianità e ci rende intimo ilconfronto con le opere di Mary Pola, eche emerge dove più timido, dove piùforte sotto il lavorio del sovrapporre co-lore e materia, ma che smuove emoti-vamente con forza e intensità,soprattutto alla presenza della figuraumana (fig. 4).Il più recente passaggio al cartone(2010), come supporto alternativo allalamiera del barile, conferma la grandecoerenza nell’operare dell’artista. Nellavolontà di rendere più leggeri e ma-neggevoli i propri lavori non cede allabanalità della scelta di un sopporto, nérinuncia al ruolo della fisicità che perlei mantiene sempre il supporto. Cercachi le possa fornire cartone riciclato; loassembla creando una base fatta di

stratificazioni di cartone, plastica e carta (fig. 3). Procede con immagini e colore, sequenze fotografiche e mate-ria, come prima ma con un risultato nuovo, senza che la sculturopera perda la suggestiva prepotenza fisica né l’in-tensità espressiva (fig. 4).Il piano nobile del Palazzo Nicolosio Lomellino, col suo fascino consolidato di contenitore carico di storia e di ar-

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Fig.2. Arizona, 2009, tecnica mista su barili di petrolio, dittico cm 150x60 (cadauno)

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te propria, ospita in questa straordinaria occasione l’opera che Mary Pola ha dedicato ad ERG e altri lavori che lahanno preceduta o seguita. Una stringata ma intensa antologia - la prima per la giovane esordiente - fatta di unasequenza di lavori la cui forza di forma e contenuto riesce a far fronte - a dialogare - con l’autorevolezza secola-re degli spazi affrescati che la accolgono.

Fig.3. Base di cartone per Giappone 1942, 2010 Fig.4. Out of London, 2010, tecnica mista su cartone, quotidiani,plastica, spago, cm 100x100

10ERG, 2009, tecnica mista su barili di petrolio, cm 120x150, Genova, collezione ERG

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L’opera di Mary Pola per ERGdi LUCIANO CAPRILE

L a concezione di quest’opera segue la logica ferrea dell’uso di un bidone di benzina per celebrare la ERG. Sitratterebbe però di una logica che correrebbe il pericoloso rischio di sfociare nell’ovvio o nello stucchevole seMary Pola non avesse scelto di tradurre il pretesto iniziale in un momento assolutamente necessario al suo lavoro.Ovvero la lamiera e la sigla debitamente impressa, che sintetizza la dicitura Edoardo Raffinerie Garrone, diventa-no l’inalienabile elemento costitutivo della composizione proprio come i celebri sacchi di iuta di Alberto Burri e lastampigliatura UNRA.Nella circostanza Mary Pola si avvale di candide e ripetute colature di pittura da riversare sulla struttura origina-ria trasformata in difforme piano di lavoro per attenuare certe asperità primitive e nel contempo per evidenziaregli elementi essenziali del suo racconto. Ci riferiamo intanto all’acronimo “ERG” che spicca in basso a destra inuna finestrella ocra e che rimbalza diagonalmente in alto sulla grigliata immagine di una stazione di servizio ca-ratterizzata dal medesimo emblema che poco sotto sembra specchiarsi in 1938, data di fondazione dell’azienda.Quindi la medesima suggestione percettiva ritorna ed emerge, al pari di una fioritura, grazie all’introduzione diuna trama metallica. Questa alimenta e chiama attorno a sé incrostature, applicazioni, apporti casuali di sostan-za accolti e trasformati con spirito duchampiano dalla nostra artista capace di coordinare e di distribuire con di-stillata armonia ponderale i vari momenti espressivi. Ne consegue un movimentato flusso di forme favoritodall’ondulata struttura del supporto che diventa assoluto protagonista della scena. Questo distribuisce infatti intor-no a sé la seduzione di un messaggio da recepire e da assaporare nella contemplazione dell’insieme prima checiascuno possa immergersi nella centellinata indagine e nella conseguente scoperta dei particolari.

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Reperti dell’esistenzadi LUCIANO CAPRILE

Negli anni immediatamente seguenti l’ultima guerra mondiale adAlberto Burri era scattata l’intuizione di usare i sacchi vuoti de-

gli aiuti americani dell’UNRA da tradurre in supporto e in suggeri-mento delle sue opere rivoluzionarie. La penuria di denaro avevaaccentuato la necessità di reperire gratuitamente a Roma qualcosa sucui lavorare e quei contenitori di iuta abbandonati apparivano il me-dium ottimale per i successivi interventi che avrebbero narrativamentesfruttato la presenza delle stampigliature, delle abrasioni, delle sfi-lacciature. Appena qualche anno dopo, sempre a Roma, MimmoRotella troverà nei manifesti pubblicitari strappati dai muri o addi-rittura nel loro verso “informale” un illuminante e parallelo impulsocompositivo. L’“objet trouvé”, ovvero il materiale di scarto, godeva intal modo di un felice recupero concettuale, di una resurrezione ap-plicativa e di una rivincita.Mary Pola ha iniziato ad applicare un parallelo processo costruttivoalle opere della serie “Il tempo”, realizzate nel 2005 e nel 2006, cheidealmente aprono il nostro evento. Si tratta di assemblaggi di buste da lettera su tela che, passate al parziale va-glio del fuoco, lasciano intravedere l’impianto strutturale sottostante (fig. 1). In un caso la citazione delle “combu-

Fig.1. Senza titolo, 2005, tecnica mista su tela,cm 100x100

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stioni” di Burri è palese e diventa un omaggio al grande mae-stro scomparso (fig. 2); in un altro caso la lacerazione dia-gonale, i cui bordi vengono sottolineati dallo smalto, si falabbro vermiglio e ferita (fig. 3).Il tempo consuma le cose e la memoria si traduce in macchia,in cenere e in reiterata impronta del fuoco che non è mai ingrado di cancellare compiutamente una presenza. La muta inun presagio, in un messaggio di assenza definitiva. In que-st’ultimo lavoro la comparsa dello spago, che scandisce e de-

Fig.2. Senza titolo, 2005, tecnica mista su iuta, cm 120x200

Fig.3. Senza titolo, 2006, tecnica mista su tela, cm 120x80

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limita in sezioni parallele lo spazio e la materia, sembra preannun-ciare il successivo ciclo che costituisce il cuore pulsante dell’attualeesposizione.Questa corda, nella sua ritmica e reiterata evidenza, mima la struttu-ra di quei barili vuoti di petrolio, che Mary Pola impiega oggi qualeelemento di base delle sue invenzioni. A queste si può applicare lostesso aggancio di Burri anche se l’oltre mezzo secolo, che ci separada quegli approcci appena menzionati, non è trascorso invano.Comunque anche in tal caso la materia originale, corredata dalle tra-sformazioni rugginose suscitate dall’usura del tempo e dalle modifica-zioni più o meno accidentali dovute alla manipolazione umana,determina l’approccio creativo dell’artista e diventa l’alimento neces-sario alla crescita dell’opera.L’autrice, originaria di una Sardegna adusa a spremere succhi aspri daparticolari e preziose emozioni percettive, sfrutta le scabrosità e le ano-

malie delle lamiere per ottenere un aggressivo e coinvolgente risultato visivo/tattile da lanciare all’osservatore.Costui viene conquistato anche dalla vocazione tridimensionale dell’insieme. Infatti le composizioni della Pola siavvalgono di una dimensione scultorea per la naturale estroflessione del racconto, favorito non solo dalla partico-larità della struttura originaria ma anche dalle successive applicazioni di sostanza. Ne deriva una tensione centri-fuga capace di coinvolgere lo spazio circostante.Nell’attuale occasione espositiva compaiono prove che, per la loro essenzialità descrittiva, si riallacciano in parteanche all’informale materico dell’Antoni Tàpies dei “muri” dove è la rivisitata memoria dell’intonaco a bloccare ma-gicamente il cammino dell’orologio attraverso un gesto apparentemente trascurabile che profuma d’assoluto. Quiè l’ordine delle parallele bordure che emergono dal fondo rosso acceso (fig. 6) o dal bianco latteo (fig. 5) o da un

Fig.4. Kahrzak, 2009, tecnica mista su barili dipetrolio, cm 100x100

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bruno rugginoso (fig. 4) a fornire le campionature di piccole voragini corrosive, a modulare l’ostensione di ferite,a sottolineare un cedimento di sostanza temperato dall’intimo recupero di una sensibilità, da un rinnovato concet-to di ordine. Succede alle cose che riconquistano la loro dignità poco prima dell’oblio.Mary Pola capta questo momento e lo nobilita con opportuni accorgimenti compositivi che elevano il caso a im-portante momento creativo. D’altronde la scelta e la conseguente manipolazione degli oggetti segue la logica del-

Fig.5. Senza titolo, 2009-2010, tecnica mista su barili di petrolio,cm 100x100

Fig.6. Senza titolo, 2009, tecnica mista su barili di petrolio,cm 100x100

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l’intuizione e della successiva ar-monia allorché le cose paiono tro-vare il loro equilibrio dialetticonella rappresentazione concepitadall’artista.In qualche circostanza l’interventocreativo produce un sottoracconto.Succede allorché l’apporto pittori-co, nel formulare un uniforme tes-suto coagulante, lascia trapelaresquarci di una diversa narrazio-ne. Ci riferiamo in particolare adAchzarit (fig. 7) e alla notturna,piccola voragine, che si spalanca all’improvviso nella candida, granulo-sa colatura, mettendo in evidenza la primitiva, travagliata realtà da tra-dursi in reliquia, in promemoria esistenziale.Mary Pola ha intitolato “Sovrapposizioni” questo nuovo ciclo di lavori chesi sono consolidati negli ultimi due anni. Sono infatti caratterizzati, a par-te la singolare base di partenza, dal successivo accumulo di elementi pro-positivi e di apporti pittorici. Tra l’altro Sovrapposizioni è il titolo di duelamiere congiunte, timbricamente modulate nei toni di un grigio-azzurro,che, nella loro essenza concettuale, concedono, attraverso i lievi tocchi ei graffi espressivi, le più ampie possibilità interpretative da parte dell’os-servatore (fig. 8).Fig.7. Achzarit, 2009, tecnica mista su barili

di petrolio, cm 120x60

Fig.8. Sovrapposizioni(2), 2009, barili dipetrolio, cm 150x150

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Un aggancio speculare può essere rinvenuto in Memorie del mondo (fig. 9)dove il solare giallo-bruno ascensionale si è smarrito o consumato in bassoper un processo traumatico di consunzione timbrica. Un rimando paralleloviene quindi suggerito da due Senza titolo appaiati e risolti a contrasto in unatonalità lattea e nel rosso acceso (fig. 5 e 4).Quindi viene Sax (fig. 10), un trittico a cadenza musicale col concorso ap-plicativo di uno spartito saggiato dal fuoco: si ritorna con ciò alle origini delnostro ragionamento, come è giusto che sia dal momento che tutto si ripren-de e si rinnova come una rimembranza da coltivare per progettare il mo-mento che si vive e lanciare la sfida al futuro. Il termine “sax”, stampigliatoin grande e distillato sulle tre parti del racconto non fornisce solo il senso in-

terpretativo all’unione delle treparti, ma distilla il significato piùampio dell’armonia costruttiva.Anche in Kahrzac (fig. 6) entraprepotentemente in gioco la scrit-ta K a timbrare la zona centraledel discorso mentre il termine “ka-hrza”, continuamente ripetuto, di-segna il bordo sottostante. Ne

Fig.9. Memorie del mondo, 2009, chiavedi ferro, spago, pergamena e fuoco su ba-rili di petrolio, cm 100x100

Fig.10. Sax, 2009, tecnica mista su barili di petrolio, trittico cm 40x60 (cadauno)

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scaturisce un equilibrio formalescandito da abrasioni e da appli-cazioni che hanno aiutato MaryPola a interrogare se stessa e le co-se che le scorrevano tra le mani.Di recente l’artista ha trovato nelcartone ondulato la stessa qualitàpercettiva del metallo unita a unamaggiore maneggevolezza e auna leggerezza ponderale che fa-voriscono l’inserimento sulle paretidell’opera conclusa. Nulla cambiain sostanza per lei che si impegnanel prosieguo del suo coinvolgentepercorso di ricerca e per noi che loaccogliamo come un libro apertosul quotidiano.L’ultima novità è l’immagine che ta-lora entra decisamente in scenacon una peculiarità descrittiva cheparrebbe sconvolgere l’impianto“povero” dell’insieme. Invece losoggiace e lo rende complice diuna storia allegoricamente piùFig.11. Kenya, 2010, tecnica mista su barili di petrolio, cm 120x120

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coinvolgente e talora inquietante.Vale a dire che queste fotografieassorbite dalla lamiera o dal car-tone (fig. 11 e 12) la inducono auna comunione materica che, nel-lo stesso istante in cui assorbe econtamina il dettaglio, lo rendecomplice del fatto di essere nel con-tempo racconto ed essenza dellostesso racconto.Così Mary Pola continua a fre-quentare, a manipolare e a esibirei reperti della nostra esistenza.

Fig.12. 18, 2010, tecnica mista su cartone, plastica, spago, cm 100x100

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Le opere

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Sovrapposizioni (1), 2009, barili di petrolio, cm 90x130

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Colours and Light, 2010, tecnica mista su barili di petrolio, dittico, cm 162x82 (cadauno)

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ll viaggio, 2009, tecnica mista su barili di petrolio, cm 100x100

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Rubbish for Progress, 2009, ferro, spago, sacco di nylon su barili di petrolio, cm 100x100

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Exit Strategy, 2009, tecnica mista su barili di petrolio, dittico, cm 120x120 (cadauno)

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Rio Limpo, 2009, tecnica mista su barili di petrolio, 2009, cm 150x150

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59, 2009, tecnica mista su barili di petrolio, cm 150x150

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Corea, 2009, decollage, inchiostro e fuoco su barili di petrolio, cm 120x75 (cadauno)

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GR.MK3, 2009, tecnica mista su barili di petrolio, cm 120x150

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I.C, 2009, tecnica mista su barili di petrolio, cm120x150

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HA, 2010, tecnica mista su cartone, plastica, spago, cm 60x60

Indice

ANNA ORLANDO, ERG incontra Mary Pola ........................................................pag. 7

LUCIANO CAPRILE, Mary Pola. L’opera ERG ........................................................pag. 11

LUCIANO CAPRILE, Reperti dell’esistenza ..............................................................pag. 12

Le opere .......................................................................................................................pag. 20