A metà della notte si levò un grido: «Ecco lo Sposo, … l'intruso del mondo, intriso dal grasso...
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Parrocchia Santa Maria Domenica Mazzarello
Anno XIII - n. 636 - 20 gennaio 2013 - Seconda Domenica Tempo Ordinario
A metà della notte si levò un grido:
«Ecco lo Sposo, andategli incontro»
Nella festa dell’Epifania del Signore la chiesa indivisa celebrava insieme la
manifestazione di Gesù ai Magi, cioè alle genti, la manifestazione di Gesù al popolo di
Israele avvenuta nel Battesimo e la manifestazione di Gesù ai suoi discepoli avvenuta
a Cana. Quest’anno la liturgia ci fa contemplare questi tre misteri nell’Epifania e nelle
due domeniche successive: per questo, prima di iniziare l’ascolto continuato della
buona notizia nel vangelo secondo Luca, oggi sostiamo su una pagina del quarto
vangelo, «l’inizio dei segni operati da Gesù» nell’episodio svoltosi a Cana di Galilea.
Secondo il quarto vangelo, il vangelo «altro» rispetto ai sinottici, l’attività pubblica di
Gesù incomincia con un «segno», un’azione che, a una lettura superficiale, può
apparire strana. A Cana, oscura borgata della Galilea, è in corso una festa di nozze -
che secondo l’usanza del tempo durava per più giorni - alla quale è presente la madre
di Gesù. Più tardi vi giunge anche Gesù con i suoi discepoli. Ma chi sono gli sposi?
Perché di loro non si dice nulla? Perché non intervengono?
Questo strano silenzio è per noi un invito a comprendere in profondità il racconto:
si tratta di decodificare un messaggio esposto in un linguaggio simbolico. Ebbene, nel
corso di questo matrimonio viene a mancare il vino, e ciò minaccia gravemente la gioia
conviviale. La madre di Gesù si rivolge dunque a lui dicendogli: «Non hanno più
vino». Essa non chiede nulla, non impone al figlio ciò che egli deve fare; gli espone
semplicemente la situazione, rispettando pienamente la sua libertà e rimettendosi
alla sua iniziativa. Gesù reagisce in modo duro, sembra addirittura non riconoscere il
legame di sangue presente tra sé e la madre. La chiama: «donna», come se fosse per lui
una sconosciuta, e prende da essa le distanze affermando: «Che c’è fra me e te?».
Ma queste parole acquistano un significato diverso per chi ricorda che, al momento di
intraprendere la sua missione, Gesù aveva lasciato la casa e la madre, formando con i
suoi discepoli una nuova famiglia (cf. Mc 3,20-21.31-35). Poi Gesù aggiunge: «La mia
ora non è ancora venuta», parola enigmatica, anticipazione di un altro tempo che
verrà, della sua «ora» (cf. Gv 12,23; 13,1; 17,1): quella in cui attraverso la sua morte
e resurrezione saranno celebrate le nozze definitive tra Gesù, lo Sposo, e
l’umanità intera, la Sposa. Dal giorno delle nozze di Cana Gesù incomincia ad
andare verso tale ora, e dà inizio al suo cammino con un preciso segno. Sua madre
dice ai servi: «Fate quello che vi dirà», mostrandosi totalmente obbediente al Figlio e
chiedendo che la sua parola sia ascoltata e realizzata: e subito l’acqua presente in
alcune anfore per un rituale di purificazione si muta in vino abbondante.
E allora è possibile la festa piena, l’inizio del tempo del fidanzamento tra Gesù e la
sua comunità, sua sposa (cf. 2Cor 11,2; Ef 5,31-33), profezia delle sue nozze con tutta
l’umanità. Per questo l’evangelista commenta che con quel suo primo segno «Gesù
manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui»: le vere nozze qui
celebrate sono quelle tra Cristo e la sua chiesa, attraverso il vino abbondante del
Regno di Dio, delle nozze messianiche (cf. Is 25,6).
Non a caso, subito dopo questo evento Giovanni il Battezzatore potrà definirsi «l’amico
dello Sposo» (Gv 3,29) ormai venuto; anzi, ascoltando la voce dello Sposo che parla
alla sposa, cioè alla comunità dei discepoli ormai passati dallo stesso Giovanni a Gesù,
egli trasalirà di una gioia inesprimibile. Gesù è lo sposo messianico, venuto a celebrare
le nozze con la sua comunità, con quelli che, aderendo a lui con tutta la loro vita,
cercano di essere la sposa che Dio da sempre cerca e ama: ma noi cristiani abbiamo
ancora la consapevolezza di essere la comunità–sposa di Gesù Cristo? Comprendiamo
ancora che ogni domenica nella liturgia eucaristica siamo invitati a celebrare la
nostra alleanza eterna con il Signore, comunicando al vino buono e abbondante del
Regno, in attesa della sua venuta nella gloria (cf. Ap 22,17-20)?
Enzo Bianchi, Priore di Bose
«OGGI SI COMPIE PER VOI LA SCRITTURA»
Il vangelo festivo Anno C
"L'intruso" di ERRI DE LUCA
Camminava sull'acqua, riempiva le reti,
i pescatori lasciavano il mestiere per seguirlo.
A una festa di nozze mancò il vino e provvide,
litri a centinaia,
un colpo da maestro di vendemmie,
acqua in vasi di pietra si girava in vino.
È migliore, dissero i commensali,
sì, è migliore il vino che non costa premiture,
il pane fatto senza grano e forno,
il pesce che da solo salta in barca:
scatenava il gratis che appartiene alla grazia,
passionale e guappa.
Veniva da un battesimo in acque di Giordano,
morì poco lontano sopra una trave a T
e quando un ferro gli trafisse il fianco
spiccò acqua con sangue, come breccia di parto,
morì come sorgente.
Ecco l'intruso del mondo, intriso dal grasso di tutte le colpe,
messo a sbiadire pallido di freddo in un aprile o addirittura un marzo,
oltre ottocento metri sul livello del mare mai toccato.
Un gargarismo d'acque in fondo a un pozzo asciutto,
uno scatarro nella tubatura delle arterie: così scroscia la sua resurrezione.
Le Nozze di Cana, affresco di Giotto
nella Cappella degli Scrovegni di Padova.
Settimana di preghiera per l’UNITÀ DEI CRISTIANI
18-25 gennaio 2013
«Quel che il Signore esige da noi» (Michea 6,6-8) La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei
cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio, data proposta nel 1908 da padre
Paul Wattson, perché compresa tra la festa della CATTEDRA DI SAN PIETRO e quella della
CONVERSIONE DI SAN PAOLO; assume quindi un significato simbolico.
Quest’anno la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ci invita a riflettere
sull’importantissimo e ben noto testo del profeta MICHEA: “Quale offerta porteremo al
Signore, al Dio Altissimo, quando andremo ad adorarlo? Gradirà il Signore migliaia di
montoni e torrenti di olio? Gli daremo in sacrificio i nostri figli, i nostri primogeniti per
ricevere il perdono dei nostri peccati? In realtà il Signore ha insegnato agli uomini que l
che è bene quel che esige da noi: praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con
umiltà davanti al nostro Dio” (6, 6-8).
Il libro del profeta MICHEA esorta il popolo a camminare in pellegrinaggio: “Saliamo sulla
montagna del Signore, ed Egli ci insegnerà quel che dobbiamo fare e noi impareremo
come comportarci”. Di grande rilievo, dunque, è la sua chiamata: “camminare in
questo pellegrinaggio, a condividere nella giustizia e nella pace, ove troviamo la vera
salvezza”. È verità indiscutibile che la giustizia e la pace - ricorda il profeta -,
costituiscono una forte e salda alleanza fra Dio e l’umanità, attraverso cui si crea una
società costruita sulla dignità, sull’uguaglianza, sulla fraternità. È poi incontestabile che
la vera fede in Dio è inseparabile dalla santità personale, come anche dalla ricerca
della giustizia sociale. Al tempo della predicazione del profeta MICHEA il popolo di Dio
doveva affrontare l’oppressione e l’ingiustizia di coloro che intendevano negare la
dignità e i diritti dei poveri. Lo sfruttamento dei poveri era - ed è - un fatto reale. In
modo simile, oggi, il razzismo e il nazionalismo, pongono severe sfide alla pace dei
popoli, e in tanti paesi; altre caste, con diversi nomi, negano l’importanza del dialogo e
della conversazione, la libertà nel parlare e
nell’ascoltare. Noi, come seguaci del “Dio della vita
e della pace”, del “Sole della giustizia”, secondo
alcune espressioni della liturgia dell’Oriente
Ortodosso, dobbiamo camminare nel sentiero della
giustizia, della misericordia e dell’umiltà. GIOVANNI
PAOLO II ha affermato che “qualsiasi espressione di
pregiudizio, basata sulle caste, in relazione ai
cristiani, è una contro-testimonianza dell’autentica
solidarietà umana, una minaccia alla genuina
spiritualità e un serio ostacolo alla missione di
evangelizzazione della Chiesa”. Mentre il Papa
BENEDETTO XVI proclama così: “Anche se nel mondo il
male sembra sempre prevalere sul bene”, a vincere alla fine è “l’amore e non l’odio”,
perché “più forte è il Signore, il nostro vero re e sacerdote Cristo, e nonostante tutte le
cose che ci fanno dubitare sull’esito positivo della storia, vince Cristo e vince il bene".
La celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è un vero e forte
segno di amore e di speranza, di aiuto spirituale e morale, e l’unità dei cristiani sarà un
dono dello Spirito Santo.
Ogni uomo è “icona di Dio”
SAN PAOLO afferma: “Con il battesimo, infatti siete stati uniti a Cristo e siete stati rivestiti di
Lui come di un abito nuovo. Non ha più alcuna importanza l’essere Ebreo o pagano,
schiavo o libero, uomo o donna, perché uniti a Gesù Cristo, tutti voi siete diventati un
solo uomo” (Gal 3, 28). Amore e giustizia si incontrano e conducono alla salvezza,
hanno la stessa origine e conducono alla vita eterna. Il monaco EFREM IL SIRO, grande
asceta dell’Oriente Ortodosso ed eccellente scrittore di preghiere mistiche, sottolinea:
“Se amerai la pace trapasserai il grande mare della vita con serenità. Se amerai la
giustizia troverai la vita eterna”, prospettiva che ci fa comprendere che la pace e
l’unità sono piene solo se si fondano nella giustizia: “Beati quelli che hanno fame e sete
della giustizia, perché saranno saziati” (Mt 5, 6).
da un articolo di MONS. MANSUETO BIANCHI
Presidente Commissione per l’Ecumenismo della CEI
Ultimissime dal Burkina Faso..
Ci scrive Don Alphonse Kabore, il sacerdote del Burkina Faso con cui siamo gemellati,
da alcuni anni. Molte famiglie della nostra parrocchia contribuiscono alle sue opere
missionarie, in particolare al CENTRO DI FORMAZIONE PER CATECHISTI, e al sostegno di
alcune famiglie della sua Comunità tramite il sistema delle adozioni. Le informazioni che
Don Alphonse ci ha inviato, finalmente, ci permetteranno di inviargli i contributi raccolti
durante l'anno 2012, di cui si darà conto una volta eseguito il bonifico, continuando il
nostro gemellaggio per il prossimo anno.
Carissimo Don Bernado,
prima di tutto vorrei congratularmi per la nuova nomina a Parroco di Santa Maria
Domenica Mazzarello. È una parrocchia che conosco da 5 anni e so che farai tanto bene in
mezzo a loro. Auguri fraterni per un buon lavoro pastorale.
Mi scuso se non ho potuto rispondere con rapidità ai vari messaggi che mi hai inviato.
Purtroppo il mio rientro dagli Stati Uniti é coinciso con l’apertura dell’anno scolastico del
Centro Catechistico. È stato per me un grosso impegno per arrivare a mettere tutto in
ordine e iniziare serenamente il nuovo anno scolastico.
Adesso tutto procede regolarmente e le varie difficoltà legate al lancio del nuovo anno
sono state superate. Quest' anno abbiamo un gruppo di 39 coppie con tre figli ciascuna a
carico e 11 catechisti non ancora sposati.
Ti siamo riconoscenti per l’aiuto consistente che la tua parrocchia, in continuità con
quanto si faceva con Don Giuseppe, ci dà permettendoci di formare lo scorso anno 24
coppie di catechisti. Dal mese di settembre scorso hanno già avuto tutti la loro
destinazione e attualmente sono in piena attività pastorale nelle parrocchie delle tre diocesi
di Fada NGourma, Tenkodogo e Koupela.
Siamo riusciti a trovare 2 giovani maestre che chi seguono scolasticamente i bambini dei
nostri catechisti. L’aiuto che la tua parrocchia generosamente ci dà permette ai nostri
fanciulli di crescere bene anche a livello nutrizionale e sanitario, permettendo uno spazio
maggiore alle loro mamme per la propria formazione insieme ai loro mariti, nella nostra
scuola per catechisti. Ed é per noi una bella soddisfazione di vedere che tre mogli di
catechisti già formati , sonno state autorizzate dai loro mariti a seguire quest' anno il corso
completo di formazione. Noi le abbiamo accolte con gioia insieme ai loro bambini.
Caro Don Bernado, quando sarà possibile accoglierti tra noi nel nostro Centro di
Formazione dei Catechisti (CFC)? Sarà una grande gioia per noi tutti esprimere al nuovo
parroco di Santa Maria Domenica di Mazzarello tutta la nostra gratitudine e riconoscenza
per l’aiuto consistente che riceviamo annualmente dai sui buoni parrocchiani.
In questo tempo di preparazione al Santo Natale, porgo a nome di tutti i miei collaboratori
ospiti del CFC i più fervidi Auguri per le prossime Feste Natalizie e per il Nuovo Anno.
Il Signore ti benedica e con te tutti i tuoi fedeli e in particolare tutti i bambini e la gioventù
della parrocchia.
Don Alphonse Kabore
Domenica 3 febbraio - GIORNATA PER LA VITA
«Generare la vita vince la crisi» Ore 10 S. Messa con la partecipazione delle famiglie che
hanno battezzato i bambini negli ultimi due anni
e Benedizione delle coppie in attesa di un figlio.
Segue momento d’incontro, conoscenza e fraternità!!
I ragazzi del DopoCresima VI HO CHIAMATO AMICI
allestiranno il “Gazebo per la vita”..
II domenica per Annum C
ANTIFONA D'INGRESSO
Tutta la terra ti adori, o Dio, e inneggi a te: inneggi al tuo nome, o Altissimo.
COLLETTA O Dio, che nell’ora della croce hai chiamato l’umanità a unirsi in Cristo, sposo e Signore, fa’ che in questo convito domenicale la santa Chiesa sperimenti la forza trasformante del suo amore, e pregusti nella speranza la gioia delle nozze eterne.
PRIMA LETTURA (Is 62,1-5) Gioirà lo sposo per la sposa.
Dal libro del profeta Isaìa Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo,
finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.
SALMO RESPONSORIALE (Sal 95)
Rit: Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del suo nome.
Prostratevi al Signore nel suo atrio santo. Tremi davanti a lui tutta la terra. Dite tra le genti: «Il Signore regna!». Egli giudica i popoli con rettitudine.
SECONDA LETTURA (1Cor 12,4-11) L’unico e medesimo Spirito distribuisce a ciascuno come vuole.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.
CANTO AL VANGELO (2Ts 2,14) Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo, per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo. Alleluia.
VANGELO (Gv 2,1-12) Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.
Dal Vangelo secondo Giovanni In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua - chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora». Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
PREGHIERA DEI FEDELI
Il Signore non si accontenta di un’adesione formale al Suo messaggio di salvezza, Egli pretende una radicalità del nostro essere cristiani: vuole trasformarci. Preghiamo insieme e diciamo: Signore rendici vino nuovo.
• Perché l’umanità sappia leggere i segni della Tua presenza senza cedere all’irrazionalità della superstizione. Preghiamo. • Perché sappiamo seguire l’indicazione di Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Preghiamo. • Perché il nostro cuore sia sempre sicuro che il domani ci riserverà “il vino migliore”. Preghiamo. • Perché la Tua parola e la Tua presenza ci accompagnino sempre lungo questo anno e ci convertano. Preghiamo.
O Padre, tutto si esaurisce nella nostra vita eccetto Te e il Tuo amore. Fa’ che in virtù di questo la nostra finitezza sia un’occasione da cogliere e non un ostacolo da odiare. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
PREGHIERA SULLE OFFERTE Concedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri perché, ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del tuo Figlio, si compie l’opera della nostra redenzione.
ANTIFONA DI COMUNIONE Abbiamo conosciuto l’amore che Dio ha per noi
e vi abbiamo creduto. (1Gv 4,16) PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore, perché nutriti con l’unico pane di vita formiamo un cuor solo e un’anima sola.
La Messa continua nella vita..
«Ciò che manca non è tanto la ripetizione verbale o culturale dell’annuncio. L’uomo
di oggi attende forse inconsapevolmente l’esperienza dell’incontro con persone per
le quali il fatto di Cristo è realtà così presente che la vita loro è cambiata. È
un impatto umano che può scuotere l’uomo di oggi: un avvenimento che sia
eco dell’avvenimento iniziale, quando Gesù alzò gli occhi e disse: “Zaccheo, scendi
subito, vengo a casa tua”. Allora come oggi, solo una creatura nuova, un
testimone di una vita cambiata può suscitare di nuovo la curiosità per il
cristianesimo: vedere realizzata quella pienezza che uno desidera
raggiungere, ma non sa come. Uomini nuovi che creano luoghi dove ciascuno
possa essere invitato a fare la verifica che fecero i primi due sulla riva del Giordano:
“Vieni e vedi”, perché una fede che non possa essere reperta e trovata
nell’esperienza presente, confermata da essa, utile a rispondere alle sue
esigenze, non sarà una fede in grado di resistere in un mondo dove tutto, tutto,
dice l’opposto» (L. Giussani, IL RISCHIO EDUCATIVO).
Poco prima di Natale avevamo aperto sulla nostra LETTERA PARROCCHIALE un nuova
rubrica periodica intitolata:
Chiamiamo le cose col loro nome..
LA VITA BUONA DEL VANGELO Uno spunto alla riflessione e al dialogo, un aiuto che vogliamo darci come credenti cioè
uomini e donne pienamente tali che vivono il loro “duro mestieri di uomini” avendo tra le
mani la Luce del Vangelo. È per questo che crediamo, è per questo che al Vangelo
educhiamo i nostri figli e ispiriamo le scelte della nostra famiglia, perché abbiamo intuito
che solo nella Sua Luce la vita può essere veramente tale.. cioè buona, vera e bella!
Riprendiamo la riflessione..
2. «Per sempre o finchè dura?»
Mi capita spesso di incontrare genitori della
mia età, felicemente sposati, le cui figlie/i in
età da marito/moglie scelgono di convivere.
«Adesso si usa così..», «Eppure da noi
hanno avuto un esempio diverso!», «Cosa ci
possiamo fare?».
La domanda, scettica, rassegnata, o
accorata a seconda dei casi, rimbalza dai
genitori ai parroci agli educatori, spesso agli
stessi giovani. Eppure il «per sempre» è
una caratteristica inestirpabile del vero amore tra un uomo e una donna. Del
resto non lo ritroviamo solo nella formula del rito religioso del matrimonio («Con la
grazia di Cristo prometto di esserti fedele sempre..»), ma ne rintracciamo un’eco
anche nelle norme del CODICE CIVILE (quando, a proposito di matrimonio, si parla di
«obbligo reciproco alla fedeltà», art. 143).
Non c’è nessuno al mondo che non desideri essere definitivamente amato
per poter, a sua volta, amare definitivamente. La misura con cui il Creatore
ha «tarato» il cuore dell’uomo è infatti l’infinito.
Di fronte a coloro che amiamo di più sentiamo come profondamente ingiusta la
parola fine: «Ama chi dice all’altro: “Tu non puoi morire”» (GABRIEL MARCEL).
Ma se le cose stanno così, perché ci si sposa sempre di meno? [...]
«Senza impegno» ci assicurano i venditori quando ci vogliono rifilare un prodotto.
«Senza impegno» sembra essere diventata la massima aspirazione di molti
giovani. Perché l’«impegno» mette paura.
CARD. ANGELO SCOLA, “Famiglia, risorsa decisiva”
Padova, Edizioni Messaggero, 2012
«La famiglia per il bene della società»
Un prezioso aforisma del teologo svizzero VON BALTHASAR esprime in modo geniale
quanto la fedeltà faccia parte dell’essenza del’esperienza dell’amore nuziale e,
quindi, del matrimonio: «Dove c’è infedeltà non c’era nessun amore. Dove c’è
fedeltà non occorre che ci sia ancora amore. Il cuore può dire: “Anche se non
posso amarti, ti voglio essere almeno fedele”. Ma il legame della fedeltà porta
sempre all’amore o, almeno, contiene nel suo fondo, inconsapevole al cuore, al
sentimento, il nodo dell’amore che viene annodato oltre il tempo».
Ogni uomo e ogni donna desiderano vivere in prima persona un’esperienza d’amore
in cui alla dimensione del tempo sia strappata ogni malizia, in cui il tempo,
perdendo il suo potere annichilente, possa invece diventare sacramento dell’eterno
e quindi un suo sperimentabile anticipo. Non è un caso che, all’interno del pur
ambiguo fenomeno dell’innamoramento, si imponga imperiosamente il per
sempre, la fedeltà. […] L’amore tra un uomo e una donna in sé e per sé è posto
originariamente al riparo da ogni
debolezza, perché amore e fedeltà si
annodano indipendentemente dal tempo,
nonostante qualunque scacco l’amore
stesso possa subire. […] La nostra società
non ha anzitutto bisogno di una teoria
giusta (pur necessaria) sulla persona e
sulla famiglia, quanto di testimoni, di
famiglie in cui sia possibile fare in
prima persona l’esperienza
dell’amore.
«Il peso specifico dell’amore»
Per la grazia del sacramento del matrimonio l’amore tra l’uomo e la donna è
fondato non sulle sabbie mobili delle loro forze, ma sulla roccia dell’amore
di Cristo per la sua Chiesa. Il dono perfetto – fino all’offerta totale di sé – di Cristo
sposo alla Chiesa, sua sposa, dà forma al dono del marito a sua moglie. È
pertanto ragionevole decidere per il salto di qualità che il sacramento
garantisce all’amore degli sposi. Si documenta in tre caratteri che restano
validissimi anche se oggi sono una merce sempre più rara: il matrimonio è un
legame pubblico, stabile e fedele. L’amore tra l’uomo e la donna è pubblico e
stabile perché destinato a edificare la società e la Chiesa.
D’altra parte, quando incontri qualcuno che ti corrisponde profondamente non
hai il problema di abbandonarlo, ma quello di non perderlo più.
CARD. ANGELO SCOLA, “L’Amore tra l’uomo e la donna”
Milano, Centro Ambrosiano, 2012
Piccola posta del lettore..
Dopo Paola e Agostino anche Renato Berardi ci scrive per
raccontarci la sua esperienza di ospitalità..
Quando quei due ragazzi di Taizé, su invito del parroco, hanno preso la parola alla fine
della Messa domenicale ed hanno chiesto alle famiglie della nostra parrocchia di ospitare
dei giovani, perché potessero partecipare all’Incontro Europeo di Roma, il mio cuore è
andato a quelle tre Giornate Mondiali della Gioventù, di Roma, Toronto e Colonia che
ricordo come esperienze vive e di straordinaria condivisione.
Della Comunità di Taizé avevo sentito ben parlare e, soprattutto, conosco alcuni loro canti,
imparati a Medjugorje durante l’Adorazione Eucaristica.
Subito ho dato la mia disponibilità, anche se vivo in un piccolo spazio, non ho molti mezzi
e non ho letti da offrire, ma solo il pavimento del saloncino, una doccia calda e la
colazione.
Ero sereno riguardo ai
miei sconosciuti ospiti
perché avevo già un’idea
di chi avrei avuto in casa,
ma mai mi sarei
immaginato di dover
sperimentare la fiducia
in Dio in modo così
paradossale e allo stesso
tempo tanto gentile.
Fino a mezz’ora prima del
loro arrivo credevo che mi si affidassero due ragazzi. Invece mi è stato chiesto, all’ultimo
momento, di ospitare due giovanissime polacche, una di sedici anni e l’altra di ventitre,
Evelina e Aga.
Ho cinquantadue anni e vivo solo. Credo di non sbagliarmi se dico che il senso comune
avrebbe qualcosa da ridire su questa improbabile combinazione.
Un pellegrinaggio sulla fiducia è, allora, davvero una cosa seria: diventa possibile
toccare con mano che Dio si fida veramente di noi, che va al di là delle apparenze e della
facile morale, ma vuole donare in questa vita, a chi si fida di Lui, esperienza di terra nuova
e cieli nuovi, di mente e cuore rinnovati dalla Sua grazia. Insomma, vuole farsi conoscere
per davvero e mostra Se stesso nelle piccole cose.
Alle Giornate Mondiali ho vissuto la Pace. In quest’Anno della Fede, senza alcun
merito se non quello di averGli aperto la porta, mi è stata donata la Fiducia.
Sia lodato Gesù Cristo, ora e sempre.
Don Lorenzo torna a Mantova.. ultimati gli studi in Sacra Scrittura rientra nella sua Diocesi per iniziare il lavoro pastorale.. domenica 27 gennaio ore 12 Messa di ringraziamento, segue aperitivo di saluto.. TUTTI SIAMO INVITATI!!!
GIORNO APPUNTAMENTO DELLA SETTIMANA..
DOMENICA 20
II PER ANNUM C
h. 10 LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME, attività bambini fino a 7 anni
h. 10,15 Catechesi IO SONO CON VOI (primo anno di Comunione)
h. 10,15 Catechesi SARETE MIEI TESTIMONI 1 (primo anno di Cresima)
h. 11,30 Catechesi familiare VENITE CON ME (secondo anno di Comunione)
h. 11,30 Cat. familiare SARETE MIEI TESTIMONI 2, Cat. SARETE MIEI TESTIMONI 3
h. 11,30 DOPOCRESIMA - gruppo VI HO CHIAMATO AMICI
LUNEDÌ 21
h. 18,45 COMUNITÀ GESÙ RISORTO: preghiera carismatica
h. 20,30 presso la cripta don Bosco
SECONDO INCONTRO DI PREFETTURA PER L’ANNO DELLA FEDE
Credo in Gesù Cristo unico Figlio: il volto di Dio (relatore DON ANTONIO LAURI, viceparroco San Gabriele dell’Addolorata)
MARTEDÌ 22 h. 16,45 Catechesi familiare IO SONO CON VOI (primo anno di Comunione)
h. 16,45 Catechesi VENITE CON ME (secondo anno di Comunione)
MERCOLEDÌ 23
h. 9 e h. 18,45 Lectio divina
h. 15,30 Gruppo MARIA DOMENICA MAZZARELLO (donne del cucito)
h. 16,45 Catechesi SARETE MIEI TESTIMONI 2/3
h. 18 Messa per la festa dei SANTI SPOSI GIUSEPPE E MARIA
e rinnovo delle promesse matrimoniali
GIOVEDÌ 24 h. 9 Adorazione eucaristica
VENERDÌ 25 h. 17 CIRENE: accoglienza e distribuzione generi alimentari
h. 19,45 gruppo adolescenti IO HO SCELTO VOI - h. 21 SCHOLA CANTORUM
SABATO 26 h. 15,30 Attività gruppo scout
DOMENICA 27
III PER ANNUM C
h. 10 LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME, attività bambini fino a 7 anni
h. 10,15 Catechesi familiare IO SONO CON VOI (primo anno di Comunione)
h. 10,15 Catechesi familiare SARETE MIEI TESTIMONI 1 (primo anno di Cresima)
h. 11,30 Catechesi VENITE CON ME (secondo anno di Comunione)
h. 11,30 Cat. SARETE MIEI TESTIMONI 2, Cat. familiare SARETE MIEI TESTIMONI 3
h. 11,30 DOPOCRESIMA - gruppo VI HO CHIAMATO AMICI
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